22 November, 2024
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Nulla è perduto, ma c’è un buco da ripianare di circa centoquarantamila euro. I Campionati Europei Paralimpici di Tiro con l’Arco che si sarebbero dovuti tenere a Olbia dal 18 al 25 aprile 2020 verranno “recuperati” il prossimo anno dal 30 aprile al 9 maggio.
E l’importanza dell’evento, assicurano i component di World Archery e World Archery Europe, non verrà scalfita di una virgola, considerato che l’appuntamento gallurese continuerà ad essere una gara internazionale molto rilevante, con trentadue nazioni partecipanti e valida come qualificazione continentale per Tokyo 2021. Tra le protagoniste anche la rappresentativa italiana, con 7 pass per le paralimpiadi in saccoccia, che dopo l’happening olbiese potrebbero lievitare ulteriormente.
Tutto molto bello, è vero, ma la società Arcieri Torres di Sassari, benché abituata a barcamenarsi con giudizio in manifestazioni di grande portata, non può sottrarsi agli effetti malefici provocati dall’epidemia.
Prima di quel dannato blocco datato 9 marzo 2019, l’organizzazione procedeva spedita verso la realizzazione dell’importante obiettivo tramite l’assolvimento di vari impegni economici come le opzioni con le strutture ricettive, i pubblicitari e tutti gli altri aspetti logistici già avviati.
Facile immaginare lo stato d’animo regnante all’interno della rinomata società sassarese, con una situazione di grande disagio da gestire, sia nei confronti delle squadre iscritte, sia delle strutture alberghiere che con la crisi economica galoppante si vedono impossibilitate a restituire le somme ricevute come anticipi in quanto le liquidità scarseggiano.
Si medita a fondo per trovare soluzioni atte a colmare queste perdite. Dal momento che nella stessa difficoltà si trovano anche altre realtà sportive che avevano pianificato grandi eventi nell’isola, dagli arcieri turritani arriva la proposta di intavolare un dialogo con i dicasteri regionali di sport e turismo.
A giorni sarà inviata una lettera circostanziata all’assessore regionale dello Sport Andrea Biancareddu. Tra i firmatari figura anche il vicepresidente nazionale della Fitarco Paolo Poddighe: «Sebbene la manifestazione non sia andata a compimento dicea mio parere la regione dovrebbe farsi carico delle spese già fatturate. Il problema investe coloro che, come gli Arcieri Torres, si trovano in questa situazione. Sicuramente va trovata una forma per venire incontro a tutti quanti».
Paolo Poddighe ha scritto anche all’assessorato regionale al turismo: «Chiediamo di traslare la cifra destinata alle manifestazioni del 2020 a quelle del prossimo anno».
All’interno della sua federazione, nel frattempo, si stanno trovando altre risorse, sfruttando gli avanzi di bilancio per le attività non svolte: «Come Fitarcospecifica Paolo Poddigheabbiamo comunicato al ministero per lo sport tutte le perdite accumulate dal momento in cui il calendario è stato bloccato».
Chiude il suo intervento augurandosi scenari migliori per tutti: «Sono molto fiducioso e convinto che ci sarà una situazione favorevole perché l’impegno della popolazione italiana nel rispetto delle regole è stato notevole. Non penso che si tarderà eccessivamente nella scoperta del vaccino, sono altresì convinto che il mondo sportivo e la politica vera e debbano sedersi attorno ad un tavolo per capire effettivamente quali siano i reali bisogni di tutto in vista di una ripresa nel 2021».

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Non basta riempirsi la bocca con facili slogan, o aderire alle iniziative semplicemente perché “fa figo”. L’ideale sarebbe calarsi profondamente nella tematica da analizzare e viverla in prima persona, aderendo il pensiero a quel concetto base che Agitamus sta divulgando nelle scuole del nord e sud Sardegna: l’empatia.

Ciò non è accaduto nella giornata conclusiva presso l’Istituto Comprensivo Santa Caterina di Cagliari dove degli emozionatissimi alunni non vedevano l’ora di presentare a genitori e compagni i loro bellissimi lavori imperniati, tra le altre cose, sull’abbattimento delle barriere e l’inclusione. E poi erano tanto agitati perché a seguire le loro esposizioni ci sarebbero stati genitori, parenti ma soprattutto la presidente del CIP Sardegna Cristina Sanna, ex atleta paralimpica in carrozzina e quindi esempio lampante di cosa significhi esigere la pienezza di diritti nella libertà di movimento.

Eppure recarsi nell’auditorium di via Piceno non è stato semplice, perché di fianco ai gradini dell’ingresso non c’era uno scivolo e la presidente era impossibilitata ad affrontarli. Allora si è optato per un passaggio alternativo: praticamente Cristina ha attraversato una “selva oscura” lasciata all’incuria più totale dove le ruote hanno calpestato di tutto e di più prima di arrivare a destinazione.

Ora viene il bello, perché Agitamus vuole produrre cambiamenti e non suscitare scandali. Grazie al suo carattere da scorpioncina affabile e simpatica, la presidente ha posto in luce il disagio con il sorriso tra le labbra, anche perché tra gli alunni coinvolti nel progetto era presente una bambina con i suoi stessi problemi. Ha quindi proposto la ripetizione dell’evento in un luogo più consono alle esigenze di tutti. Proposta appoggiata in pieno dall’ideatore di Agitamus Manolo Cattari, anche lui presente in questa giornata comunque meravigliosa perché il pensiero a volte ha bisogno di ulteriori sussulti prima che diventi concretezza.

«La prima cosa che ho pensato – ha confessato Cristina Sanna – è stata quella di annullare il convegno – ma poi ho meditato sul ruolo che ricopro e alla nostra mission che non è certo quella di generare contrasti, semmai di migliorare l’esistente. Ho deciso di non annullare il convegno per rispetto nei confronti degli alunni che si sono impegnati a 360 gradi nel produrre e mostrare i loro lavori. Credo che i disguidi incontrati in questa circostanza saranno senza dubbio sedimentati da chi li ha vissuti in prima persona e questo è senza dubbio un altro successo di Agitamus.»

Le classi primarie e secondarie hanno poi presentato i loro lavori che saranno replicati in data da destinarsi.

Intanto. la coordinatrice territoriale del progetto Oriana Pistidda ha ufficializzato il calendario delle giornate conclusive nelle scuole del sud Sardegna: il 23 maggio 2019 sarà il turno dell’Istituto Comprensivo Deledda Pascoli di Carbonia (vedere approfondimento in basso), il 28 maggio toccherà all’Istituto Comprensivo Manzoni di Maracalagonis e il 30 maggio al Dante Alighieri Selargius in sintonia con il 1° Circolo Didattico Selargius.

Convegno finale il 31 maggio 2019 alle 9.30 presso l’Holiday Inn, in via Umberto Ticca, a Cagliari.

Atleti e studenti in grande sintonia a Carbonia

«Agitamus è stata un’esperienza forte anche per gli atleti coinvolti a Carbonia. A distanza di qualche settimana rimandano la loro felicità per aver partecipato, ci ringraziano per l’occasione di essersi fatti conoscere e aver socializzato con le nuove generazioni di studenti, rimodulando in alcuni casi, alcune vecchie esperienze scolastiche vissute e non del tutto positive.»

Così Marianna Melis, la psicologa che ha seguito l’evolversi dei lavori (vedere intervista in basso) che hanno visto come protagonista l’Istituto Comprensivo Deledda Pascoli Carbonia con una quinta elementare e una terza media. Con lei, oltre a Oriana Pistidda, hanno contribuito alla buona riuscita dei moduli la dirigente scolastica Gabriella Piras, la maestra Simonetta Avanzato, referente scuola primaria, e la sua collaboratrice Giuseppina Caria; il referente della classe media Gianni Gianeri, è stato supportato da Roberta Aru.

Il progetto concepito dal CIP Sardegna con lo zampino del vice presidente vicario Paolo Poddighe e l’intervento ponderoso della Regione Sardegna ha come sempre coinvolto tre federazioni sportive che orbitano attorno al pianeta paralimpico.

La FITARCO si è proposta con il “fisico” Fabrizio Porrà (ASD Arcieri Uras) accompagnato dai tecnici Marco Busia e Giovanna Gervasi. Nell’ambito del modulo “Pensare e comunicare diversamente” si è dato spazio al bocciofilo Alessio Melis ed al suo allenatore Erenio Matzeu della società Girasole Carbonia, affiliata alla FISDIR. E poi, nel contesto dedicato alla disabilità sensoriale, la parola è andata alla ciclista Ilaria Meloni della società S.C. Monteponi Iglesias che fa capo alla FCI.

A fine moduli la soddisfazione dei protagonisti è sincera. Fabrizio Porrà, dall’alto della sua esperienza trentennale con arco e paglioni, ha potuto impartire anche delle lezioni pratiche ai suoi nuovi amici, in quanto tecnico da 17 anni: dare un assaggio di quello che lui reputa uno sport meraviglioso è stato automatico.

«Tra me e i ragazzi lo scambio reciproco di idee e sensazioni l’ho trovato molto coinvolgente – ha detto Fabrizio – e mi resterà nel cuore. I bambini della classe elementare, oltre ad essere stati più prodighi di domande, mi sono sembrati particolarmente spontanei. Quelli delle medie si sono mostrati più interessati alla pratica della disciplina. Magari qualcuno di loro deciderà di cimentarsi seriamente: i giovani sono il nostro futuro.»

Fresco di medaglia bronzea conseguita nella categoria Elite ai Campionati Italiani di Bocce FISDIR a Loano, Alessio Melis si trova a suo agio con la platea scolastica. «I discenti più piccoli hanno ascoltato, concentrati, il mio particolare vissuto, senza che incontrassi particolari disagi – dice – e con innocenza analizzavano tutte le sfaccettature dei miei interventi mettendoci pure un tocco di simpatia. Ma se sono riuscito a parlare col cuore il merito è del mio tecnico Erenio Matzeu che ha reso più facile l’esposizione. Lui è una spalla importante, da solo non ce l’avrei fatta».

In una scuola del Sulcis non poteva mancare anche una campionessa di lusso autoctona come Ilaria Meloni di Nuraxi Figus. La ciclista ipovedente con il suo tandem ha fatto sognare i suoi tifosi con la maglia rosa al Giro d’Italia, un secondo posto nel campionato italiano di ciclocross e due titoli italiani su pista.

«Agitamus è un progetto innovativo – commenta Ilaria – che mi ha consentito di vivere un’esperienza bellissima nel modo di vedere le cose. La porterò nel mio cuore e ringrazio lo staff del progetto per questa meravigliosa occasione, sperando di ripeterla al più presto.»

Poi esterna lo slogan che ha trasmesso alle scolaresche: «La vita mi ha chiamato per essere spettinata».

Parla la psicologa Marianna Melis: «La libertà di rompere gli schemi precostituiti è stata una prerogativa degli alunni di Carbonia».

Era presente da semplice spettatrice al convegno finale dell’Istituto Comprensivo Santa Caterina di Cagliari. Di sicuro neanche la psicologa Marianna Melis si sarebbe aspettata un incidente di percorso di quelle proporzioni, ma tutto serve per crescere e migliorare: «Le riflessioni passano spesso dal toccare con manodice – e, talvolta, si comprende come non sia scontato parlare di accessibilità». Di sicuro sarà molto ferrata nel coordinare l’appuntamento finale al Deledda Pascoli di Carbonia.

Come si sono posti i ragazzi sulcitani di fronte al concetto di inclusione?

A loro non è affatto sconosciuto, l’impressione che da subito ho avuto è quella di poter “trovare spazio”. Gli alunni e i professori di 3ª media, ci hanno dato la conferma che per loro è stato un processo durato nel tempo, hanno lavorato tanto con diverse difficoltà affrontate insieme. A ciò si aggiunga l’attenzione dei professori agli aspetti emotivi e psicologici; ne è seguito un confronto sincero dal quale sono nate delle belle amicizie e una classe coesa.

Le sensazioni venute fuori, invece, dall’interazione con i bambini di quinta elementare?

Ho avuto a che fare con una classe accogliente e piena di ricchezza con bambini spontanei e liberi capaci di riflessioni profonde. Durante le giornate passate insieme abbiamo parlato di empatia, fiducia, rispetto, impegno e per loro non è stato difficile avvicinarsi e provare a mettersi nei panni degli atleti e di chi vive una disabilità. Le domande dei bambini sono arrivate, dirette e puntuali, genuine e commosse solo come chi è libero di emozionarsi sa fare.

Quali effetti sprigionerà la missione Agitamus a Carbonia?

Tutte queste parole non sono rimaste lì, sono state un semino piantato nel profondo che ha iniziato a germogliare. Durante l’ultimo modulo dedicato al curricolo verticale, gestito e organizzato interamente dagli alunni, è capitato un momento inaspettato che voglio raccontare. Dopo le diverse attività proposte, i ragazzi di 3ª hanno gestito anche le riflessioni finali in cerchio, quella che noi adulti chiamiamo la “verifica degli apprendimenti”.

Cosa è emerso?

Alla domanda di una studentessa “cosa significa che vorresti che tutti ci volessimo bene?” i bambini di 5° sono tornati sul tema dell’inclusione e uno di loro ha raccontato il suo stato d’animo nei confronti di una loro compagna straniera presente in quel momento nel cerchio, bersaglio a scuola di “scherzi” e prese in giro. Prendono la parola a turno, ascoltandosi: molti di loro pensavano che lei non fosse consapevole di cosa le capitasse intorno, che forse non capisse bene per via della lingua e invece lei di tutto questo si è sempre accorta in silenzio, un silenzio di chi forse, nella sua giovane vita, ne ha già viste troppe e più terribili per protestare ancora.

In seguito che è accaduto?

Seppure con fatica è voluta restare nel gruppo a sentire le motivazioni di quei “giochi” nei suoi confronti; fra le lacrime cercava un senso e ascoltava i compagni. Hanno visto coi loro occhi quanto le parole possono far male e si sono sentiti responsabili. Parlando con lei in prima persona si sono scusati guardandola finalmente in faccia. Interrompere quei brutti scherzi significava per loro l’esclusione dal gruppo e così preferivano far finta di niente. Qualcuno non ha partecipato ritenendo il tutto molto sgradevole spezzando così la catena. Alcune bambine hanno invece notato la sua gentilezza ed educazione, nonostante tutto.

Che conclusioni trarre da questo episodio?

Mi ha fatto riflettere il pensiero, evidentemente errato, che l’affrontare l’argomento con lei e scusarsi direttamente la facesse soffrire di più rispetto al far finta di niente e cercare una soluzione in sua assenza. Già in classe le insegnanti avevano parlato di questi episodi ma la potenza di averlo elaborato tra loro, con la bambina presente e stimolati da ragazzi di qualche anno più grandi, è stata fortissima. Lei finalmente si è sentita capita e considerata ed è stata parte di quel gruppo.

E gli atleti cosa hanno trasmesso a voi uditori?

La profonda umanità, la voglia di esserci e di poter parlare di sé senza tabù, il far parte di un gruppo e sentirsi apprezzati, il non volersi sentire per forza protetti e trattati come incapaci ma potersi esprimere con le proprie qualità dando valore a ciò che si sa, si vuole e si si può fare, l’avere il tempo, trovare il proprio tempo per prendersi una rivincita con sé, con gli altri, con la vita.

Si sviluppa qualcosa di altamente proficuo..

La ricchezza nasce dalla diversità, dal mettersi in gioco e qualche volta dall’uscire fuori dai propri schemi. In tutto questo esprimo il mio l’orgoglio per gli alunni e i ragazzi che, seppur vicina fisicamente in alcuni momenti, hanno portato avanti la lezione in autonomia e in modo encomiabile.

Concludendo?

Le società sportive vogliono esserci e partecipare, proporsi come riferimento nel territorio anche dopo Agitamus, sicuramente un progetto che mette le sue radici e fa germogliare nuovi frutti.

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Una fase del derby Carbonia - Monteponi 2 copia

Sarà presentato al Teatro delle Saline di Cagliari venerdì 27 maggio, dalle ore 9.00, “Sardegna terra di sport”. È questo il titolo scelto per la sesta edizione della Conferenza Regionale dello sport, appuntamento istituzionale importante e occasione di confronto e dialogo tra Regione, Coni, Federazioni e società sportive, Enti di promozione e suoi rappresentanti. Compito della Conferenza è, tra gli altri, l’elaborazione e l’attuazione del Piano triennale 2016-2018.

«L’isola è diventata in questi anni una grande vetrina per lo sport a livello locale, nazionale e internazionale. Il 2016 è un anno ricco di manifestazioni agonistiche, e questo non potrà che avere ricadute positive anche a livello turistico e culturale per la nostra terra. Inoltre, nell’ipotesi in cui le Olimpiadi 2024 si svolgessero a Roma – ha ricordato l’assessore Claudia Firino – la Sardegna potrebbe essere destinazione per gli sport velici. Ancora, Cagliari vanta la candidatura per l’elezione di Città europea dello sport per il 2017. La Regione tiene in maniera particolare inoltre all’attività motoria legata al mondo della scuola e in generale allo sport di base, oltre a quello agonistico, praticato a tutte le età come strumento di integrazione sociale e promozione di uno stile di vita sano».

L’assessore del Turismo, Francesco Morandi, ha precisato in merito che la Regione «investe con molta convinzione e sempre di più sullo sport, per fare diventare l’isola un punto di riferimento internazionale per il turismo attivo e la qualità della vita. La Sardegna è la terra ideale per ospitare eventi sportivi di altissimo livello – ha concluso Morandi – in grado di restituire un’immagine vincente e attrattiva del nostro territorio. Attraverso l’organizzazione delle grandi manifestazioni e la diffusione dello sport promuoviamo prodotti tematici e nuove motivazioni di viaggio, in grado di attrarre flussi turistici lungo tutto l’arco dell’anno e su tutto il territorio regionale».

La giornata di venerdì sarà occasione per premiare atleti sardi e società sportive che parteciperanno alle Olimpiadi e Paralimpiadi. Tra i tanti ospiti verrà premiata anche la squadra del Cagliari calcio per la promozione in serie A.

Il programma e gli ospiti. Al Teatro delle Saline, dalle ore 9.00, saranno registrati i partecipanti. Interverranno gli assessori Claudia Firino e Francesco Morandi dopo i saluti del sindaco di Cagliari Massimo Zedda e del presidente del Consiglio Regionale Gianfranco Ganau.

Dalle ore 11.00, gli interventi del presidente Coni Sardegna, Gianfranco Fara; del direttore generale dell’assessorato dello Sport Antonina Scanu; del rettore dell’Università di Cagliari Maria del Zompo; del direttore dell’Ufficio scolastico Regionale, Francesco Feliziani, e del presidente del Cip Sardegna Paolo Poddighe. Alle ore 15.00, verranno premiati atleti e società da parte della Regione e del Coni e alle ore 16.30 è prevista la conclusione dei lavori da parte dell’assessore Claudia Firino. Modera l’incontro il giornalista Mario Frongia.