21 November, 2024
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Nell’ambito delle attività culturali e di divulgazione della storia e delle tradizioni locali svolte dalla nostra Associazione, abbiamo colto l’occasione per ricordare e commemorare la figura politica e umana di Luciano Alimonda, nel decennale della scomparsa di una delle personalità che hanno sicuramente inciso e lasciato un segno importante nella crescita di Portoscuso e dei suoi cittadini.

Luciano, figlio di fu Giorgio e fu Maria, era nato a Portoscuso il 7 settembre del 1937 e fin da giovanissimo, pur rimasto orfano di madre all’età di 13 anni, si mostrò molto attivo con i coetanei dell’epoca in iniziative culturali, interessato alla storia di Portoscuso ed al suo sviluppo sociale ed economico. La mancanza prematura della madre, aveva indotto la famiglia a trasferirlo prima a Santu Lussurgiu dai Salesiani, dove prese la licenza media e poi a Cagliari al Liceo Dettori dove conseguì brillantemente la maturità classica non senza difficoltà legate soprattutto alla lontananza dai propri familiari.

Preso dal desiderio di rientrare nella sua Portoscuso, interruppe momentaneamente gli studi universitari e si dedicò ad avviare nel proprio paese alcune attività imprenditoriali tra le quali si ricorda l’albergo ristorante Mistral insieme con i cugini Sibono e successivamente il Cinema Ideal (1960-1987). In quest’arco di tempo, insieme ad altri amici, fu uno dei fondatori della Pro loco portoscusese. Nello stesso periodo, essendo uno dei pochissimi giovani locali istruiti fu chiamato ad insegnare nella scuola media di Portoscuso.

La passione per la politica e per l’impegno sociale, lo videro da giovanissimo aderire al partito Socialista Democratico italiano fondato da Saragat, di cui condivideva profondamente la visione di uno Stato che dovesse garantire uguali possibilità a tutti i cittadini e volta al sostegno di un’economia regolata basata però sulla libera intrapresa privata. Nel contempo divenne per la prima volta consigliere comunale nel 1967, e da allora lo rimase ininterrottamente fino al 1999, quando decise di lasciare l’incarico per favorire la partecipazione e il ricambio alla vita pubblica di nuovi aspiranti consiglieri.

Dopo aver messo su famiglia, concluse gli studi e si laureò in Scienze politiche nel 1969, presentando una tesi di laurea dal titolo “Portoscuso” con relatore prof. Enrico Leone; un importante lavoro da cui traspare il suo interesse e passione per la storia antica e recente di Portoscuso che ancora oggi rimane uno dei testi di riferimento per tanti studenti e ricercatori con particolare riferimento alla pesca del Tonno.

Nell’arco di questo periodo si distinse da Consigliere di maggioranza e di minoranza per la correttezza istituzionale e le proposte sempre volte a migliorare la condizione del proprio paese di cui intravvedeva le grandi possibilità. Dopo le varie esperienze anche da Assessore ai lavori pubblici, diventò Sindaco della cittadina dal 1981 al 1985, dando un grandissimo contributo sia nella realizzazione delle opere infrastrutturali come strade fogne, impianti sportivi e illuminazione pubblica su tutto il territorio frazioni comprese, sia incidendo in maniera più efficace che in passato nelle decisioni operative che riguardavano l’allora operante polo industriale, nel senso di una maggiore tutela del proprio territorio e dell’occupazione dei propri cittadini. Si ricorda in particolare il suo grande impegno per la rivalutazione della tonnara “Su Pranu” che riteneva un patrimonio fondamentale, ancorché storico, di Portoscuso.

Finita l’esperienza politica diretta, non smise mai di seguirla e parteciparla perché ne era profondamente appassionato e con la stessa passione e ardimento ha seguito fino alla fine dei suoi giorni le vicende amministrative e politiche locali. Il suo impegno politico e le capacità amministrative sono state molto apprezzate anche a livello regionale e nazionale allorquando fu nominato, al fianco del noto Economista Paolo Savona, vicepresidente del CIS (Credito Industriale Sardo) e successivamente alla SFIRS (Società Finanziaria Regionale Sardegna) e all’ICE (Istituto Commercio Estero).

Persona di cultura laica, sempre aperto ed informato degli avvenimenti sociali e amministrativi, costituiva un punto di riferimento nei dibattiti pubblici. La sua apertura di vedute lo vedeva nei confronti attento e capace di mediare anche nei momenti più difficili. Riteneva che in politica occorresse trovare, necessariamente, una via mediata per tutte le decisioni da assumere. Era proprio questa sua caratteristica che lo distingueva rispetto alle posizioni preconcette di altri.

Luciano, ci ha lasciati improvvisamente e prematuramente la notte del 13 agosto 2009 all’età di 71 anni, ed ha lasciato un grande vuoto nella Comunità di Portoscuso.

Di questo impegno sociale e politico, anche il sottoscritto ne è stato testimone diretto quando l’amico Luciano Alimonda ha guidato il paese in qualità di Sindaco. In particolare di lui, mi colpì la spiccata naturale inclinazione per la Cultura e la Politica, qualità che, a dire il vero, erano riconosciute oltreché dai propri concittadini anche dagli avversari politici.

Come Associazione anziani di Portoscuso, abbiamo sentito la necessità di rendere pubblico questo ricordo e testimonianza in maniera sincera di fronte alla figura di una personalità, la cui esperienza di vita meriterebbe più accurati approfondimenti che per ora non è stato possibile effettuare, non solo quale esempio di comportamenti socialmente limpidi e improntati al bene comune e per questo proponibili all’attenzione dei giovani del paese di Portoscuso, ma anche per ripercorrere la storia del paese di cui è stato protagonista, grande estimatore, storiografo e ricercatore.

Cogliamo questa occasione del decennale dalla scomparsa di Luciano, per porgere il più sincero cordoglio a nome dell’Associazione Culturale della 2ª e 3ª Età che mi onoro di rappresentare in qualità di Presidente e mio personale.

Nino Lugas

Cavaliere della Repubblica

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L’obiettivo è quello di approfondire i temi principali della chirurgia protesica dell’anca, oltre che dare anche ai chirurghi più giovani e agli specializzandi l’opportunità di focalizzare le problematiche, ampliare e approfondire le conoscenze, migliorare il processo decisionale e le competenze chirurgiche. È questo quanto si prefigge il convegno, dal titolo “La Chirurgia protesica dell’anca: fra tribologia, design e superfici”, organizzato dall’unità operativa complessa di Clinica Ortopedica dell’Aou di Sassari diretta dal professor Carlo Doria. L’evento formativo è in programma il 16 e 17 maggio all’Hotel Cala di Volpe a Porto Cervo.

Cinque le sessioni di lavoro previste al convegno: due il 16 maggio e tre venerdì 17 maggio. Nella prima giornata, inoltre, al termine delle due sessioni sono in programma due letture magistrali, la prima del professore Paolo Tranquilli Leali dal titolo “«Panta Rei…..» Tribologia e protesi articolari: riflessioni sul divenire”; le seconda invece del professor Paolo Savona dal titolo “Algoritmi ed alchimie dell’Economia globale.»

«La chirurgia protesica dell’ancaspiega Carlo Doria permette di intervenire nei casi più avanzati di degenerazione dell’articolazione per i quali sono controindicati oppure non hanno avuto successo i trattamenti conservativi. Nella sua forma corrente, la sostituzione totale dell’anca è una delle operazioni di maggior successo della moderna chirurgia ortopedica poiché consente ai pazienti, affetti da patologie invalidanti, di migliorare la qualità di vita ripristinando la funzionalità articolare e abolendo la sintomatologia dolorosa.»

Una branca, quella della chirurgia protesica dell’anca, che necessità di un lungo apprendimento. «Ecco perché l’apertura dell’evento ai giovani chirurghi e agli specializzandispiega il docentecosì che approfondiscano le conoscenze sugli impianti, sul patrimonio osseo e sull’anatomia del sito chirurgico per garantire il miglior risultato clinico e la più lunga sopravvivenza dell’impianto».

Il corso è riservato a medici specialisti in Medicina Fisica e Riabilitazione, Medicina dello Sport, Ortopedia e Traumatologia nonché ai dottori in Fisioterapia e Scienze Infermieristiche.

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«L’Istituzione Europa non è perfetta ma è fondamentale. Per questo tutti noi abbiamo il dovere di lavorare per migliorarla.» Lo ha detto questa mattina il presidente della Regione Francesco Pigliaru aprendo il convegno “La Sardegna incontra l’Europa”, ospitato nella sala MEM, e al quale è intervenuto il ministro per le Politiche europee Paolo Savona. Nella sua relazione, Francesco Pigliaru ha messo l’accento sul rapporto tra le regioni e Bruxelles, con particolare riferimento al tema dell’insularità.

«Parliamo innanzitutto delle risorse – ha detto il Presidente facendo riferimento ai Fondi strutturali – che ci sono, sono consistenti e sono essenziali per una corretta politica di coesione. Noi abbiamo fatto tesoro degli errori che la Sardegna ha fatto nei decenni passati , evitando di perdere queste preziose risorse o dividerle in mille azioni poco efficaci, ma al contrario usandole e trovando il coraggio di fare scelte, dall’inclusione sociale al rischio idrogeologico sino al sostegno alle imprese, con particolare attenzione all’innovazione. E questo, lavorare nel presente per guardare al futuro, è un passaggio sostanziale – ha aggiunto Francesco Pigliaru -, perché sviluppo vuol dire riuscire ad avere più imprese, vuol dire riuscire a tenere qui i nostri talenti, favorendo la crescita costante di un ecosistema innovativo.»

Da qui alle prospettive aperte dalla definizione della politica di coesione post 2020, «che non deve fare passi indietro sul fronte della coesione territoriale e sociale – ha avvertito il Presidente -. Per molti cittadini l’Europa è un modello in crisi, che ha aperto aspettative importanti ma che, nell’affrontare le attuali difficoltà, rischia di minare la sua stessa idea, rischia società che si chiudono riportandoci ad un inquietante passato. Ciò può dare consenso nel breve periodo, ma è una sconfitta che non ci possiamo permettere – ha ribadito – perché l’Europa è una costruzione imperfetta ma che va nella direzione giusta, quella della cooperazione, della collaborazione, della fiducia. E la politica di coesione post 2020 deve dare prova di questa volontà, così come la macchina europea, nella sua complessità, deve intervenire sulle regole, scriverne di migliori, di più chiare, mostrando di saper affrontare i problemi con flessibilità intelligente, tenendo conto della specificità dei territori.»

Il riferimento diretto, nell’intervento del presidente della Regione, è all’insularità, «di cui parlo anche a nome dei presidenti di Baleari e Corsica, isole con le quali per la prima volta, la Sardegna porta avanti insieme, concretamente, un lavoro nei confronti dell’Europa e con cui, a giorni, presenteremo un’ulteriore iniziativa comune. I funzionari di Bruxelles fanno fatica a capire i problemi concreti che noi ci troviamo ad affrontare quotidianamente, a partire dalla mobilità. Gli aerei sono la nostra alta velocità – ha proseguito Francesco Pigliaru -, perché con tutta evidenza non abbiamo alternative, eppure dobbiamo sottostare a regole sugli aiuti di Stato che a volte rendono difficile rispondere ai bisogni dei nostri territori. Non è dunque solo una questione di risorse, è la necessità, l’urgenza di incidere su una normativa ingiusta, che lede il principio di pari opportunità per cittadini e imprese. È la necessità, l’urgenza, di poter spendere le nostre risorse per ciò che realmente ci serve, perché finalmente si superino ostacoli incomprensibili, che rendono disarmonico e contraddittorio il disegno europeo rispetto alle esigenze di chi vive in un’isola. L’articolo 174 del Trattato di Funzionamento dell’UE riconosce  l’insularità. È tempo di attuarlo – ha concluso Francesco Pigliaru -, e anche così miglioreremo l’Europa».

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Questa mattina, a Roma, il Comitato Promotore per l’insularità ha tenuto una conferenza stampa per presentare la proposta di legge di iniziativa popolare. Per la prima volta in Italia, è stata promossa la sottoscrizione di una proposta di legge di iniziativa popolare di modifica costituzionale che punta ad introdurre nella nostra Carta il principio di insularità.
«Grazie all’impegno generoso di decine e decine di volontari – si legge in una nota del Comitato promotore – è stato sfondato lo straordinario traguardo di centomila firme, oltre settantamila delle quali sono state raccolte in Sardegna. Un risultato quasi incredibile, ottenuto grazie a tutti i sardi, finalmente uniti sulla «madre di tutte le nostre battaglie» e a tutte le forze politiche, nessuna esclusa, che hanno sostenuto la proposta di legge.»
Le firme di sottoscrizione non sono state raccolte soltanto in Sardegna, ma in tutta Italia: con il sostegno della FASI e dell’ANCIM (associazione dei comuni delle isole minori), abbiamo voluto in questo modo sottolineare come la garanzia delle pari opportunità e dei pari diritti dei cittadini isolani sia un problema dell’intera comunità nazionale, la cui soluzione spetta a tutti gli italiani!

Questa mattina alla conferenza stampa, a Roma, hanno partecipato Pierpaolo Vargiu, Michele Cossa, Emilio Floris, Luciano Uras, Christian Solinas, Giannina Usai e Gemma Azuni in rappresentanza del Comitato promotore, mentre la capogruppo di Forza Italia al Senato Anna Maria Bernini che, da emiliana, ha fatto un appassionato intervento a sostegno delle ragioni della insularità, ha garantito, insieme ad altri senatori presenti, il massimo impegno per la rapida discussione della legge.
Il Comitato sardo per l’insularità, la FASI e l’ANCIM, da un lato, sono convinti della oggettiva centralità della “questione insularità” in tutta la progettualità dello sviluppo futuro delle Isole, dall’altro, sono consapevoli di quanto sia importante il riconoscimento del gap che produce ritardo di sviluppo sociale ed economico che spesso rende gli isolani cittadini con diritti ridotti ed affievoliti rispetto ai cittadini della terraferma.

Pierpaolo Vargiu ha ricordato che «nelle isole tutti i servizi sono più costosi a causa del “fattore trasporti”, mentre la salute diventa un elemento di spesa maggiore, da ridimensionare con conseguente taglio dei servizi. Anche i settori che potrebbero produrre eccellenza come l’ambiente, il risparmio energetico e le fonti alternative sono frenati dalle tendenze allo spopolamento. E’ per questo – ha concluso Pierpaolo Vargiu – che chiediamo che il “principio di insularità” diventi un principio costituzionale in grado di certificare la volontà dello Stato di riconoscere le peculiarità e misurare gli svantaggi delle sue Isole e degli italiani che ci vivono».
«Gli isolani, ma anche tanti italiani del continente, hanno fatto sentire la loro voce, sottoscrivendo in modo travolgente la proposta – ha detto Michele Cossa – ora tocca all’intero Parlamento di fare la sua parte, modificando l’art. 119, comma 5 della Costituzione. Da parte nostra il Comitato continuerà a lavorare insieme nella convinzione che sia arrivato il momento di proporre in Italia una vera e propria “rivoluzione copernicana” che ribalti filosofie superate, legate al vecchio concetto di “assistenza che compensa gli svantaggi” per i residenti nelle Isole, per arrivare invece ad una corretta misurazione del complesso delle opportunità – ha concluso Michele Cossa -, puntando a rimuovere le condizioni che impediscono agli isolani di confrontarsi alla pari con tutti gli italiani.»
Accanto al comitato promotore (presidente Roberto Frongia, Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale, Michele Cossa, Pierpaolo Vargiu, Alessandra Zedda, Emilio Floris, Luciano Uras, Piergiorgio Massidda, Roberto Deriu, Cecilia Cherchi, Piero Comandini, Luigi Crisponi, Attilio Dedoni, il sindaco di Nuxis Pier Andrea Deias, il coordinatore dei giovani, Matteo Rocca, Pietro Pittalis, Antonello Peru, Franco Sabatini, Stefano Tunis, Giannina Usai segretaria generale dell’Ancim, Romina Mura, il sindaco di Buggerru Laura Cappelli), è nato un comitato scientifico, coordinato dalla prof.ssa Maria Antonietta Mongiu, a cui hanno dato il loro contributo:

Il prof. Paolo Savona, il dr. Gavino Sanna, il prof. Massimo Carpinelli, rettore dell’Università di Sassari, la professoressa Maria Del Zompo, la prima donna ad essere eletta Rettore nella storia dell’Università di Cagliari, il prof. Pasquale Mistretta, già rettore dell’Università di Cagliari, il dr. Ettore Angioni, già procuratore generale della Repubblica, dr.ssa Simonetta Sotgiu, Giudice della Corte di Cassazione, il prof. Gianluigi Gessa, il Giudice dott. Federico Palomba, prof. Giovanni Lobrano, ordinario di Diritto romano presso l’università di Sassari, il prof. Francesco Sitzia, Dipartimento di Giurisprudenza di Cagliari, docente di Diritto Romano e diritti dell’Antichità (è stato preside della facoltà di giurisprudenza per 5 mandati – dal 1985 al 1994 e dal 2000 al 2006), prof. Gavino Faa (medico, università di Cagliari), il dr. Paolo Fadda, storico, l’editore Carlo Delfino, il giudice dr. Enrico Altieri, il prof. Mario Sanna fondatore e direttore del Gruppo Otologico, centro riconosciuto a livello mondiale per l’Otologia, l’Implantologia uditiva e la Chirurgia della Base Cranica, punto di riferimento nel suo campo, riconosciuto a livello internazionale, il dr. Francesco Manca, già direttore generale dell’Osservatorio industriale della Sardegna, il dr. Paolo Figus, già direttore de L’Unione Sarda, l’avv. Francesca Curreli, l’avv. Rita Dedola, già presidente del Consiglio dell’Ordine Forense di Cagliari, l’avv. Stefano Altea. 

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Dopo la deliberazione adottata la scorsa settimana dal Consiglio comunale sulla zona franca, il sindaco di Domusnovas, Massimiliano Ventura ha informato dell’evoluzione della procedura avviata, il ministro per gli Affari europei, il cagliaritano Paolo Savona, dal quale ha ricevuto puntuale e sollecita risposta.

«La ringrazio per le informazioni circa l’evoluzione della regolamentazione comunale in tema di “Zona franca al consumo nel comune di Domusnovas – ha scritto il ministro Paolo Savona al sindaco di Domusnovas -. Terrò presente il lavoro svolto dal comune di Domusnovas, al fine di realizzare la zona franca nel territorio comunale.»

«In questo momento vorrei pensare tante cose, ma mi limiterò a riflettere sul fatto che la strada tracciata con Alessandro Marini e lo studio MD comincia a dare i suoi frutti – scrive su facebook Massimiliano Ventura -. Ringrazio vivamente i miei colleghi di viaggio che hanno sempre creduto nella possibilità di riscrivere una nuova pagina per il nostro comune ed il nostro territorio, crediamo che da oggi per la Sardegna si apra una nuova prospettiva di speranza soprattutto per i giovani e i nostri figli, noi ci siamo e continueremo in questa battaglia di Democrazia nella convinzione che sia un nostro diritto e come tale ci vada riconosciuto. Ringrazio il ministro Savona per l’interessamento verso il nostro paese, il nostro territorio e per la nostra Isola. A presto l’Amministrazione comunale, il sindaco Massimiliano Ventura, vi terremo informati.»

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Il governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru, ha incontrato stamane, a Roma, il ministro per gli Affari europei Paolo Savona. Nel corso della riunione, durata circa un’ora in un clima costruttivo e cordiale, sono stati affrontati alcuni tra i temi centrali che riguardano la Sardegna, con specifico riferimento ai rapporti con l’Europa. Al primo posto è stata la continuità territoriale aerea e, più in generale, il problema del riconoscimento della condizione di insularità come attuazione dell’art. 174 del Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE). Altro tema sul tavolo, la questione della lotta alla peste suina africana, sul quale in questo momento è aperto il dialogo con la Commissione europea. Il presidente Francesco Pigliaru ha poi colto l’occasione per descrivere al ministro Savona gli importanti investimenti in corso in Sardegna con fondi statali, investimenti definiti nel Patto con il Governo, facendo il punto soprattutto su trasporto su ferro e metanizzazione.

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 «Il riconoscimento dello svantaggio causato dall’insularità è un tema esistenziale per la Sardegna. Forza Italia sosterrà in Parlamento la battaglia per l’inserimento del principio in Costituzione».

Lo ha detto la capogruppo in Senato di Forza Italia Annamaria Bernini, oggi nell’Isola per un incontro con i vertici del partito. «La Sardegna sconta gravi ritardi di sviluppo. Ci sono evidenti difficoltà logistiche e infrastrutturali e gravi carenze nel sistema dei trasporti. Serve un progetto di sviluppo complessivo – ha affermato l’esponente di FI – noi siamo per un piano Marshall a favore del Sud e delle Isole. Purtroppo, il nuovo Governo si rifiuta di parlare di piano per il Mezzogiorno, non accetta provvedimenti con questa etichetta. Il premier Conte è partito con il piede sbagliato».

Annamaria Bernini, che in mattinata ha incontrato i giornalisti nella sala stampa del Consiglio regionale, ha poi affrontato alcuni temi di carattere nazionale a partire dai rapporti con la Lega: «La nostra alleanza politica, che va avanti dal 1994, non è in discussione. Con loro governiamo in diverse regioni e moltissimi comuni. Matteo Salvini è un ottimo politico al quale non abbiamo impedito di formare un governo dopo 88 giorni di surreali traccheggiamenti da parte del Movimento Cinque Stelle. Quella siglata da Salvini-Di Maio, a differenza della nostra, è un’alleanza di governo-potere».

Sul rapporto con l’Europa, Annamaria Bernini è stata chiara: «L’Europa è come un telefonino, dipende da come la si usa. Noi in questi ultimi anni non siamo riusciti a rappresentare adeguatamente i nostri interessi. Serve un’azione di lobbing e un accordo con gli altri paesi per ottenere di più. I trattati non si possono modificare unilateralmente». La capogruppo di Forza Italia in Senato si è detta poi contraria a un’uscita dall’euro: «Produrrebbe conseguenze dannose per la nostra economia. Stimo moltissimo il neo ministro Paolo Savona ma non sono d’accordo con lui quando sostiene che potrebbe esserci un’uscita vantaggiosa dall’euro per l’Italia».

Sull’immigrazione, Annamaria Bernini ha invocato un cambio di rotta: «E’ un fenomeno che va gestito. Assistiamo a migrazioni di popoli poveri verso paesi ricchi. Anche in questo caso serve un Piano Marshall per l’Africa e un accordo a livello Europeo per gestire gli arrivi e l’accoglienza. Serve una ripartizione delle quote che funzioni». Sulle politiche per la famiglia, infine, Annamaria Bernini non ha nascosto la sua contrarietà alle recenti affermazioni del ministro Fontana contro le unioni gay: «Le famiglie arcobaleno sono un dato di fatto, occorre prenderne atto, le affermazioni del ministro sono state smentite da altri membri del Governo e da molti esponenti della maggioranza».

 

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Quale sviluppo per il futuro del Sulcis Iglesiente? A questa domanda ha cercato di dare una risposta, martedì sera, il prof. Paolo Savona, in Piazza Municipio a Iglesias, davanti ad un numeroso e qualificato pubblico, in un incontro organizzato dal Rotary Club di Iglesias.

Dopo gli interventi introduttivi del prof. Gaetano Ranieri, presidente del Rotary Club di Iglesias, e del “padrone di casa”, il sindaco di Iglesias, dr. Emilio Gariazzo, il prof. Savona, su invito del  moderatore del dibattito, l’ing. Riccardo Porcu, direttore della comunicazione istituzionale della Regione, ha esposto le sue considerazioni e la sua “ricetta” per lo sviluppo futuro del territorio.

L’insigne economista ha illustrato le sue idee partendo dalla premessa che non vi sono possibilità di sviluppo per le attività industriali, a basso valore aggiunto e con la palla al piede dei trasporti e dei  forti consumi energetici (e a questo proposito il prof. Savona non ha risparmiato qualche critica alle Partecipazioni Statali che hanno “regalato” al territorio quelle attività). Secondo il prof. Savona, la ripresa ed il successivo sviluppo della Sardegna, ed in particolare del Sulcis Iglesiente, devono passare attraverso lo sviluppo del turismo, ma non del turismo dei 20 milioni di presenze, a basso costo, ma di un turismo di fascia medio-alta, per turisti che possono spendere, basato sulla valorizzazione delle bellezze della Sardegna e dei prodotti sardi (che costano di più di quelli importati all’ingrosso, ma lasciano benefici economici sul territorio). Per portare in Sardegna i turisti di questo tipo, occorre una seria ed organica programmazione che, a parere del prof. Savona, non c’è e non c’è mai stata; devono essere previsti un adeguato sviluppo delle infrastrutture e delle strutture ricettive, la messa in rete delle attrattive della Sardegna e delle produzioni sarde e, cosa altrettanto importante, l’eliminazione delle molte manchevolezze che non vengono facilmente accettate da che è abituato a trovare altrove situazioni migliori. Il prof. Savona ha citato a questo proposito, fra le altre, la mancata raccolta dei rifiuti, la scarsa cura, sorveglianza e pulizia delle spiagge, la segnaletica inadeguata, se non addirittura mancante, la mancata regolamentazione del parcheggio dei camper.

La relazione del prof. Savona ha trovato la sostanziale condivisione degli on. Salvatore Cherchi e Francesco Sanna, che hanno fra l’altro sottolineato gli errori della Regione e gli ostacoli posti dalle istituzioni alla nuove iniziative, cui va attribuita per buona parte la mancanza di adeguate strutture ricettive (l’on. Sanna ha sottolineato che nel Sulcis Iglesiente non c’è un albergo a 5 stelle).

Dopo gli interventi di alcuni altri presenti al dibattito e le risposte del prof. Savona, il prof. Ranieri ha chiuso la serata sottolineando la necessità di valorizzare i siti archeologici sardi, facendo della cultura una delle molle dello sviluppo.

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La piazza Municipio di Iglesias ospiterà domani, martedì 5 settembre, a partire dalle ore 19.30, il prof. Paolo Savona, già Direttore del  Servizio Studi della Banca d’Italia, Direttore generale di Confindustria, Presidente del Credito Industriale Sardo, segretario generale per la Programmazione Economica al ministero del Bilancio, ministro dell’Industria, del commercio e dell’artigianato nel Governo Ciampi, titolare di cattedra a Cagliari e poi in varie altre università, per citare solo alcune delle sue passate attività.

L’insigne economista, su invito del Rotary Club di Iglesias, terrà una conversazione su “QUALE SVILUPPO PER IL FUTURO DEL SULCIS IGLESIENTE?”. Alla conversazione farà seguito un dibattito che si preannuncia molto interessante, al quale hanno già assicurato la loro presenza il coordinatore del Piano Sulcis Salvatore Cherchi e i deputati Mauro Pili e Francesco Sanna, oltre a diversi sindaci del territorio ed altre personalità.

In caso di cattivo tempo, la manifestazione, ad accesso libero, verrà spostata nel vicino Teatro Electra.

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Domani, giovedì 31 agosto 2017, con inizio alle ore 10.00, presso l’assessorato regionale del Turismo si terrà la conferenza stampa di presentazione del ciclo di eventi denominato “Ricominciamo in miniera”, in programma dal 4 settembre al 1° ottobre in varie località del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.

La manifestazione è organizzata dal Parco Geominerario in collaborazione con l’assessorato del Turismo della Regione Sardegna, le amministrazioni comunali e le associazioni culturali interessate.

Saranno presenti l’assessore Barbara Argiolas e Tarcisio Agus, commissario straordinario del Parco Geominerario.

Come nella buona tradizione contadina, in Sardegna a settembre iniziava la nuova annata agraria. Seguendo la tradizione bizantina, i sardi chiamano il mese di settembre “Cabudanni” (Campidanese), “Cabudanne o Cabudannu” (Logudorese), “Capidanne” (Nuorese), ovvero “Capodanno”, periodo in cui si riavviano i  contratti di locazione dei campi, i contratti con i braccianti che li lavoravano, con i pastori e le donne di servizio.

Il Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna, seguendo la tradizione isolana, avvia il “nuovo anno” promuovendo le iniziative che le comunità minerarie offrono all’attenzione del più vasto pubblico. Non dimentichiamo che anche le miniere venivano “coltivate“, pertanto pensiamo che una buona prassi sia quella di partire dal Capudanni, perché si semini, si sostengano le colture e si raccolga. Nell’estate ci si riposa e si fa festa, perché il mare di Sardegna, già da oggi  contribuisce a tener viva la storia mineraria, ma se programmiamo per tempo e con attenzione, i numeri che oggi raggiungiamo potrebbero nel tempo esser ancora maggiori.

Settembre è il mese ideale, dopo la calura estiva, per programmare un momento di riflessione percorrendo una parte o tutti i 400 km di antichi tracciati che compongono il Cammino Minerario di Santa Barbara, itinerario storico, culturale, ambientale e religioso, all’interno di due aree del Parco Geominerario, quella del Sulcis Iglesiente e del Guspinese – Arburese.

Continuano inoltre le attività per la fruizione degli storici siti minerari di Serbariu a Carbonia, Galleria Henry a Buggerru,  Direzione, foresteria e cantieri di Levante a Montevecchio (Guspini – Arbus), Porto Flavia a Masua -Iglesias, Miniera Rosas a Narcao, Miniera Su Zurfuru a Fliminimaggiore, Pozzo Gal a Ingurtosu – Arbus, il Museo dell’ossidiana  a Pau ed il Geosito Su Carongiu de Fanari a  Mausllas;  la Miniera di antimonio di Su Suergiu a Villasalto e il Museo Nivola a Orani.

Gli appuntamenti.

• 4 settembre, Buggerru. Commemorazione dell’anniversario del tragico “Eccidio” avvenuto il 4 settembre 1904. Circa 2.000 minatori, provenienti anche dalle miniere vicine, manifestavano contro la circolare del giorno prima,  considerata una ulteriore vessazione,  che imponeva dal 4 settembre la riduzione da due ad un’ora per la pausa mensa. La dirigenza francese della miniera preoccupata per l’alto numero degli operai presenti chiese la presenza del Regio Esercito che intervenne con due compagnie. La chiamata di tre operai per preparare i locali della falegnameria per ospitare i soldati non fu gradita agli scioperanti che con il lancio dei sassi alle finestre ne chiedevano il rilascio, con una tensione crescente tanto che l’esercito sparò sugli opera uccidendo tre manifestanti e ferendone undici. 

• 10  settembre, Montevecchio – Guspini. L’Associazione degli ex minatori “Sa Mena” celebrano l’ottava giornata dedicata alla memoria, con la Santa Messa alle ore 10 e la mostra  di macchinari e documenti delle concessioni del guspinese.

• 23 settembre, Miniera di Montevecchio – Guspini. Giornata Europea del Patrimonio. Presentazione del libro di Paolo Fadda “Montevecchio – L’Ingegnere che la fece più grande”. L’opera completa il precedente “L’Uomo di Montevecchio” dedicato all’imprenditore Giovanni Antonio Sanna. All’iniziativa interverrà l’economista Paolo Savona. Saranno presenti i Castoldi, eredi di Giovanni Antonio Sanna, che proseguirono l’avventura mineraria dell’unico imprenditore minerario isolano che seppe tenere testa alle società minerarie francesi, tedesche e inglesi attive nell’Isola. 

• 30 Settembre – 1 ottobre, Lula. Cortes Apertas. Dopo due anni riprendono le visite alla miniera di “Sos Enattos”, gioiello dell’arte mineraria incastonato fra i silenziosi e selvaggi paesaggi del Monte Albo.