Protesta bipartisan, stamane a Porto Torres, contro il caro trasporti.
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La protesta contro gli aumenti delle tariffe dei collegamenti marittimi, per effetto dell’entrata in vigore della direttiva comunitaria per la riduzione delle emissioni in atmosfera, riparte dalle banchine dello scalo di Porto Torres ed il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, con al fianco i capigruppo delle forze di maggioranza e di opposizioni rappresentante in Regione, rilancia la battaglia dell’Assemblea sarda, esplicitata nei contenuti dell’ordine del giorno unitario approvato in Aula lo scorso 21 dicembre. La vicenda è quella nota e riguarda l’incremento del 30 per cento del costo del trasporto navale nei collegamenti Sardegna-Continente, derivante dall’obbligo imposto alle compagnie di navigazione per l’utilizzo di carburanti a basso tenore di zolfo e come tali meno inquinanti ma più costosi.
«Ecco perché siamo qui, compatti e uniti – ha attaccato il presidente del Consiglio, Michele Pais – per chiedere al Governo e all’Unione Europea misure urgenti per scongiurare questa evenienza tragica per l’intera Sardegna.»
La capogruppo 5 Stelle, Desirè Manca, ha rassicurato sull’impegno dei parlamentari sardi eletti dal Movimento e che sono maggioranza del Governo a Roma: «C’è la ferma di volontà di affrontare, per risolvere, il problema ad incominciare dalle prime riunioni già in programma al ministero proprio in queste ore».
«Non siamo contro le misure per la riduzione delle emissioni in atmosfera – ha spiegato il capogruppo Pd, Gianfranco Ganau – ma il costo degli interventi non può ricadere solo sui sardi ed è per tali ragioni che chiediamo al presidente della Regione, Christian Solinas, di porre la questione al primo punto nell’imminente confronto col Governo sul tavolo dell’insularità.»
Richiesta ribadita dal capogruppo Leu, Daniele Cocco, che nel rimarcare i tre anni di silenzio governativo, seguiti all’emanazione della direttiva comunitaria (IMO 2016/802), ha evidenziato la compattezza dei gruppi consiliari, mentre Antonello Peru (Cambiamo) ha ipotizzato le prime soluzioni possibili («la concessione di una deroga rispetto all’entrata in vigore degli aumenti tariffari o l’introduzione di misure compensative a favore delle aziende sarde»). «Le penalizzazioni cui andiamo incontro – ha aggiunto il capogruppo Udc, Gian Filippo Sechi – sono generalizzate e rischiano di compromettere anche la ormai prossima stagione turistica». Il consigliere del Psd’Az, Piero Maieli, ha quindi ricordato, insieme con lo spirito unitario, anche la concomitanza delle iniziative di protesta negli altri porti isolani. Al capogruppo dei Riformatori, Aldo Salaris, è spettata invece la chiosa del giro di interventi dei consiglieri regionali: «Questa battaglia certifica che la madre di tutte le battaglie era e resta il riconoscimento della condizione di insularità per la Sardegna».
A testimoniare la crescente preoccupazione delle amministrazioni e delle comunità locali, gli interventi dei sindaci di Sassari, Nanni Campus («il Governo deve ridurre le accise sui carburanti proporzionalmente all’incremento delle tariffe navali»); di Ozieri, Marco Murgia («se non si interviene rapidamente saranno vanificate tutte le altre misure a sostegno dell’economia sarda») e di Valledoria, Paolo Spezziga («i costi che si prospettano per famiglie e imprese non sono più sostenibili»).