17 November, 2024
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Fratelli d’Italia inaugura sabato pomeriggio, alle 17.30, una nuova sede nel Sulcis Iglesiente, a Carbonia, in via Gramsci. Saranno presenti il consigliere regionale Gianluigi Rubiu, il coordinatore isolano del partito Paolo Truzzu ed il deputato Salvatore Deidda.

«Con l’apertura di questa nuova struttura vogliamo avvicinare i cittadini alla politica – dice Gianluigi Rubiu -. La fase di organizzazione e strutturazione di Fratelli d’Italia sul territorio intende portare le tematiche portanti del Sulcis Iglesiente nelle sedi istituzionali.»

A Carbonia, alle ultime elezioni Politiche, il partito è andato oltre le aspettative. «Non basta – aggiunge Gianluigi Rubiu – perché ora ci attendono sfide importanti, ad iniziare dalle prossime regionali. Il Sulcis Iglesiente esige un’attenzione maggiore, che parta dai progetti di tutela delle industrie in attività e passi  attraverso l’incremento degli investimenti per le infrastrutture e la salvaguardia dei presidi sanitari esistenti. Abbiamo la responsabilità di far sentire la nostra voce per riaccendere la speranza di un’area dimenticata dalla giunta regionale. Lo sviluppo si coniuga anche con il rilancio dell’agricoltura e le nuove opportunità turistiche. La nuova sede – conclude Gianluigi Rubiu – avrà come punto centrale l’elaborazione di idee per restituire dignità ad un territorio abbandonato».

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Il Consiglio regionale ha dato il via libera alla legge sull’inquadramento del personale dell’Agenzia Forestas.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione degli articoli e degli emendamenti collegati al Testo unico sul nuovo contratto dell’Agenzia Forestas.

Aprendo la discussione dell’art. 1 Daniela Forma, del Pd, ha ribadito il suo dissenso rispetto al testo della commissione perché, fra l’altro, «appare slegato dalle attività esercitate dall’Agenzia, per cui ci saranno sicuramente grandi problemi di attuazione; inoltre, resta inalterato il problema dei semestrali con nuove disparità normative ed economiche, per cui auspico che con emendamenti che hanno ottenuto un certo consenso si possa migliorare il testo per renderlo più accettabile e meno iniquo».

Messo ai voti, l’articolo è stato approvato con 34 voti favorevoli ed 1 contrario.

Successivamente è iniziata la discussione dell’art. 2.

Esponendo il parere della Giunta sugli emendamenti l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu ha ricordato che, già in sede di discussione generale, «è stata evidenziata la necessità di affrontare il problema in modo pragmatico con un contratto pubblico inserito nella 31 per poi affrontare la questione dei lavoratori a tempo determinato per ridurre al massimo le incertezze di questa aliquota del personale». Filippo Spanu ha poi ribadito l’appello rivolto all’Aula ed anche all’esterno «per soluzioni che, fermo restando l’obiettivo generale, togliessero incertezze contrattuali, organizzative e finanziarie su un contratto che, di fatto, riguarda la metà dei dipendenti del sistema Regione». Per queste ragioni, ha aggiunto, «abbiamo favorito emendamenti mirati, anche se non proposti direttamente dalla Giunta, superando la logica maggioranza-opposizione». In definitiva, ha concluso Filippo Spanu, «su questo articolo che è il cuore del testo, stiamo cercando di restare all’interno della 31 facendo chiarezza sulla specificità di questi lavoratori, perché inserirli tutti insieme dentro un contratto di impianto amministrativo significa determinare poi problemi di attuazione, di rappresentatività nell’ambito dello stesso contratto, di impatto finanziario: siamo dunque favorevoli all’emendamento 10/28 ed al 4, mentre per il resto ci rimettiamo all’Aula».

Il presidente della commissione Autonomia e personale Francesco Agus ha sottolineato che «come commissione abbiamo sempre osservato il principio della delegificazione perché troppo invasivo e, in particolare, perché le leggi statali lasciano ampi spazi alla contrattazione e le norme regionali sono troppo farraginose». I vincoli sono stati ridotti per quanto possibile, ha concluso Francesco Agus, annunciando un emendamento orale all’articolo cambiando una definizione da adeguata a coerente».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha ripercorso l’attività sempre più intensa dei giorni scorsi per migliorare testo evitando contrapposizioni anche se, ha lamentato, «un certo clima ricorda tempi ormai superati con la diffusione di manifesti necrologici di contenuto fuori luogo che non mostrano volontà costruttiva ma solo la cura di interessi particolari». Antonio Solinas ha poi confermato le sue numerose perplessità di fronte all’ipotesi prospettata dalla Giunta nella quale, ha sostenuto, «prevale una visione burocratica inserendo nella 31 Forestas che dovrebbe essere invece uno strumento agile e dinamico». Ora, ha avvertito, «siamo ad un bivio: inserire il personale nella 31 o ipotizzare un contratto pubblico di comparto, e la differenza sta nel collocarli all’interno del ruolo unico del sistema Regione nel primo caso e, nell’altro, delineare una contrattazione a parte». Penso che per Forestas, ha concluso, «sia molto meglio la seconda ipotesi, anche se molti sindacati e molti consiglieri la rifiutano e forse ora non c’è più tempo, per cui comunque ritengo necessario fare un ulteriore sforzo per non lasciare nessuno indietro».

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha espresso la volontà del suo gruppo di aderire alla proposta del presidente della commissione Francesco Agus.

Successivamente il Consiglio ha approvato con 46 voti favorevoli e 2 contrari l’emendamento n. 10 (Agus e più) che prevede l’avvio della contrattazione entro il 31 dicembre del 2018. Il testo è stato integrato dall’emendamento orale proposto dallo stesso Francesco Agus. Subito dopo il voto favorevole al testo dell’articolo (44 favorevoli, 1 contrario) che, fra l’altro, ha determinato la decadenza dell’emendamento n. 4 su cui aveva espresso parere favorevole la Giunta che prevedeva l’istituzione di “una area di contrattazione separata” all’interno del sistema Regione.

Approvati gli articoli 3 e 4, l’Aula è passata all’articolo 5 e ai relativi emendamenti.

L’on. Daniela Forma (Pd) ha insistito «sulle perplessità del passaggio contrattuale alla legge 31 dei 4.200 dipendenti assunti a tempo indeterminato. Ritengo che ci saranno notevoli difficoltà nel processo di stabilizzazione dei dipendenti a tempo indeterminato. Ho molti dubbi su questa procedura, assai diversa per modalità rispetto a quella che era stata indicata dalla Prima commissione. Non so più a che santo appellarmi, l’Aula ha imboccato una via senza uscita».

Per il presidente della commissione Bilancio, on. Franco Sabatini, «non è possibile che si faccia confusione e si inventino le cose. E’ inaccettabile che ci siano ancora semestrali: devono essere stabilizzati con contratto semestrale come già abbiamo fatto per l’Ente foreste. Ma questa legge, con l’articolo 5 modificato integralmente dall’emendamento 8, mette in sicurezza gli operai forestali che non corrono più nessun rischio rispetto alla stabilizzazione. Basta con le ipotesi e le paure. Il governo centrale deve darci, in deroga, la possibilità di stabilizzare tutti i semestrali evitando così allo Stato di pagare per sei mesi l’indennità di disoccupazione».

Per il Pds ha preso la parola l’on. Gianfranco Congiu, secondo cui «si potrebbe incorrere in un vizio di compilazione della norma. Per questo annuncio un emendamento orale all’articolo 8 per sostituire con “dipendenti con il rapporto a tempo determinato” la formula “dipendenti con rapporto semestrale».

L’on. Francesco Agus (Campo progressista) ha presentato un altro emendamento orale all’emendamento 8 mentre l’on. Paolo Truzzu (Fdi) ha detto di aver presentato l’emendamento 9 proprio «con lo scopo di evitare i problemi segnalati poco fa dall’on. Gianfranco Congiu».

Per l’on. Daniele Cocco (Art. 1 – Mdp) «bisogna stare attenti a non confondere le tipologie dei lavoratori e definire chi è il lavoratore trimestrale. Altrimenti tutto il lavoro svolto non serve a nulla».

Il presidente Gianfranco Ganau ha ritenuto opportuno sospendere i lavori dell’Aula per un approfondimento sulle perplessità manifestate dall’on. Cocco.

Alla ripresa, l’on. Gianfranco Congiu (Pds) ha spiegato che l’intento che si era proposto “può essere soddisfatto anche con un ordine del giorno. Dunque, ritiro l’emendamento orale”.

Respinto l’emendamento 24, ritirati i 34 e 35.

Sull’emendamento 8 (personale assunto a tempo determinato) ha preso la parola il presentatore, on. Antonio Solinas, che ha detto: “Una volta che saranno stabilizzati i 1300 lavoratori vedremo se sarà necessario procedere ad altre ulteriori stabilizzazioni”.

Tutti i gruppi politici hanno dichiarato di condividere l’emendamento 8, che è stato approvato all’unanimità. L’emendamento 8 prevede che “per il personale dipendente a tempo determinato in regime di tempo parziale il transito nel nuovo inquadramento avviene a seguito della definizione del processo di stabilizzazione. Al fine di superare il precariato e valorizzare la professionalità acquisita

Sull’articolo 6 ha preso la parola l’on. Daniela Forma (Pd), che ha illustrato l’emendamento 27, soppressivo dell’articolo 6. Anche l’on. Francesco Agus (Campo progressista) è intervenuto come primo firmatario dell’emendamento 36 e ha detto: «Sarà la contrattazione a definire le categorie all’interno del contratto regionale e stiamo prevedendo oneri finanziari per 9 milioni di euro per via di una simulazione ma sappiamo che quella somma andrà in diminuzione. Non si tratta, dunque, di un costo certo, che sarà chiaro solo al termine della contrattazione».

Per l’on. Roberto Deriu «in quest’Aula più che alla post-verità siamo alla pre-verità e siamo ormai anche ai preconcetti. Si confondono con partigianeria le possibilità con le probabilità e si sono fatti esercizi numerici in libertà per influenzare il corso di questa legge. Noi ci basiamo con prudenza su valutazioni accertate, come ha ribadito il presidente Francesco Agus. Questa è una legge anti populista e anti demagogica: è falso che si dilati la spesa pubblica e il futuro si incaricherà di dimostrare anche questo. Questa riforma, questa buona legge è compatibile con la finanza regionale».

«Il buon lavoro del Consiglio regionale va premiato con un applauso visto che il Consiglio si è dovuto sostituire alla giunta regionale per scrivere questa riforma», ha detto l’on. Mario Floris (Udc). «Con la prima repubblica i provvedimenti che entravano in Consiglio regionale erano pressoché perfetti perché erano già passati alla concertazione con le parti sociali. Oggi non è proprio così e mi meraviglia che l’assessore dica che vuole migliorare un testo di cui dice di non condividere la sostanza. La stabilizzazione è una medaglia che i partiti politici tradizionali si devono mettere».

Il presidente del Consiglio ha dato la parola a Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp), che rivolgendosi alla collega Daniela Forma (Pd) ha affermato che il suo intervento “è in contrasto con quanto detto precedentemente”. E ha aggiunto: «Quando si tratta di dipendenti noi vogliamo che questo Consiglio sia unito, quando ci sono dei miglioramenti della situazione contrattuale dei dipendenti, soprattutto per quelli lasciati indietro nel corso degli anni, noi siamo favorevoli». Eugenio Lai ha poi proseguito: «L’efficienza dell’agenzia Forestas merita più rispetto e quindi fossero anche 15 milioni di euro, questo il Consiglio ha il dovere di recuperarli” e “voterò l’aumento di spesa di 9 milioni di euro».

Giorgio Oppi (Udc), dichiarando il suo voto favorevole, ha affermato che le osservazioni dei colleghi Roberto Deriu e Franco Sabatini hanno centrato perfettamente il problema. «Credo che con questo provvedimento stiamo rendendo giustizia ai lavoratori. E  credo che, anche se i nostri nemici dicono che abbiamo troppi dipendenti, l’inserimento dei semestrali darà lustro all’agenzia».

Piermario Manca (Pds) ha espresso dubbi sull’emendamento 36, presentato all’ultimo minuto, in quanto si stanno destinando i 9 milioni di euro, già previsti  per il funzionamento di Forestas, agli stipendi dei dipendenti. Piermario Manca ha chiesto chiarimenti al presidente della Commissione.

Pietro Cocco (Pd) ha ricordato che era necessario modificare un contratto che non è più adeguato ai tempi e alla trasformazione dell’ente Foreste in agenzia Forestas. Cocco, rivolgendosi al consigliere Mario Floris, ha ricordato che «è vero che è un problema vecchio di cui però nessuno si è mai occupato». Cocco ha poi evidenziato che, nonostante la Giunta abbia una sua posizione, non ha votato contro ma si è rimessa all’Aula. «E’ un atteggiamento di rispetto nei confronti del Consiglio».

Daniele Cocco (capogruppo Art. 1 – Sdp), ha concluso gli interventi dei capigruppo ribadendo il convinto sostegno al provvedimento evidenziandone le ricadute positive per i dipendenti e le comunità sarde. L’esponente della maggioranza ha ringraziato dunque l’assessore per “essersi rimesso alla volontà dell’Aula” ed il relatore di maggioranza “per la coerenza di comportamento dimostrata”.

Posto in votazione, l’Aula non ha quindi approvato l’emendamento n. 27 ed ha dato il via libera all’emendamento sostitutivo totale n. 36 (Agus e più)  che stabilisce che “a decorrere dal 2019 una quota di 9.349.000 annui delle risorse trasferite a Forestas è destinata a fare fronte agli oneri dell’attuazione dell’articolo 2 della legge”.

Invitato dal presidente Gianfranco Ganau, il segretario d’Aula, Gianni Lampis (FdI), ha dato lettura dell’ordine del giorno collegato alla legge, primo firmatario il consigliere Stefano Coinu (FI) che impegna la Giunta a far sì che “il personale, incluso quello semestrale che a seguito di pensionamento o di altre cause che ne determino la cessazione dal lavoro, viene reintegrato dall’agenzia attraverso le procedure selettive previste dalla legge per la categoria degli operai, in un numero pari a quello cessato dal servizio attraverso la predisposizione di un piano triennale di assunzioni. L’agenzia provvede al reintegro tenendo conto delle mansioni mancanti e dal numero di ettari conferiti dai Comuni in ogni complesso forestale”. 

 L’assessore del personale, Filippo Spanu, ha espresso un sostanziale parere favorevole evidenziando che in realtà l’ordine del giorno tratta il tema del cosiddetto turnover che – ha ricordato l’assessore – potrà essere garantito nell’ambito degli spazi assunzionali concessi alla regione sarda.

A favore dell’ordine del giorno si sono espressi il consigliere Stefano Coinu (Fi) e il relatore Giuseppe Meloni (Pd) mentre perplessità sono state espresse da Alessandro Collu (Pd). Posto in votazione l’ordine del giorno è stato approvato e sono incominciate le dichiarazioni di voto sull’intero provvedimento.

A favore Luigi Crisponi (Riformatori) che ha evidenziato la spaccatura interna alla maggioranza e quella con la Giunta, mentre Oscar Cherchi (Fi) dichiarandosi a favori ha parlato di “giustizia fatta” ed ha sottolineato “la sconfitta della Giunta del centrosinistra”. Favorevole anche il consigliere di CP-Misto, Francesco Agus («perché si conclude un lavoro con un accordo virtuoso che risolve un problema sentito e conclamato»). Convintamente a favore anche il consigliere dei Riformatori, Alfonso Marras, («finalmente arriva il riconoscimento per l’operato di oltre 5.000 lavoratori al servizio delle nostre comunità»)e il capogruppo Psd’Az, Gaetano Ledda («un plauso alla maggioranza e alla minoranza e a tutti i dipendenti Forestas che oggi entrano a far parte del sistema regione»).

Voto di astensione è stato invece preannunciato dalla consigliera del Pd, Rossella Pinna («non siamo riusciti a rimettere sul binario giusto la norma e mi rammarica il fatto  che non sia stata trovata una sintesi in maggioranza per dare a dipendenti Forestas una soluzione concertata e non una prospettiva incerta come è quella del ricorso alla legge 31 per il loro inquadramento»).

Favorevole anche Giovanni Satta, Psd’Az («a contrarietà della giunta c’è solo perché non vuole fare torto ai sindacati confederali»); Marco Tedde, Fi («ma gli applausi sono fuori luogo perché la legge passa per il senso di responsabilità e l’impegno mostrato dell’opposizione») e Piermario Manca (Pds) seppur con i dubbi sulle coperture finanziarie dell’emendamento n. 36.

A favore Gianluigi Rubiu (FdI) che ha evidenziato il ruolo delle opposizioni e denunciato “la pesante sconfitta della Giunta”.

Critico il giudizio di Gigi Ruggeri (Pd) che ha espresso dubbi sulla necessità di stipulare un nuovo contratto ai dipendenti per restituire efficienza all’Agenzia Forestas. «Ci sarà invece un’amplificazione di costi – ha detto Gigi Ruggeri – verrà raddoppiata la consistenza del personale che riportiamo in ambito di contrattazione pubblica. Stiamo dicendo al personale a tempo indeterminato che per loro non ci sarà più posto».

Voto favorevole ha invece annunciato Edoardo Tocco (Forza Italia): «L’Aula dà un segnale importante all’Agenzia che non aveva ancora una piena identità. Da oggi i lavoratori hanno una certezza per il loro futuro. Il Consiglio ha fatto un buon lavoro, l’opposizione non ha ostacolato nessuno».

Sulla stessa lunghezza d’onda il collega Antonello Peru (Forza Italia) che ha espresso soddisfazione per il grande lavoro svolto: «E’ merito della maggioranza ma un plauso speciale va alla minoranza per l’impegno dimostrato – ha detto Antonello Peru – da oggi i dipendenti Forestas sono figli della stessa madre e dello stesso padre. Oggi non ci sono vincitori né vinti, ha solo prevalso il buonsenso. Questa riforma ha un grande obiettivo e ne siamo tutti orgogliosi. La motivazione professionale dei dipendenti determinerà più efficacia nei servizi».

Soddisfatto anche il capogruppo dei Cristiani Popolari Socialisti Pierfranco Zanchetta: «Abbiamo fatto il nostro dovere di legislatori – ha detto – è ingeneroso l’attacco fatto all’assessore Spano che invece si è rimesso al volere dell’Aula. Questa è una legge che esprime la volontà del Consiglio. Oggi si ridà speranza ai lavoratori e una prospettiva importante all’Agenzia Forestas che, per me, è la nostra Guardia nazionale».

Paolo Truzzu, capogruppo FdI ha ringraziato l’on. Daniela Forma (Pd) e tutti i colleghi che hanno manifestato dubbi: «Ci hanno aiutato a scrivere una legge migliore. Dal dubbio nasce la saggezza. Con questa legge si pone rimedio a un errore. Quando fu costituito l’Ente Foreste c’era già la volontà di inserire i dipendenti nella legge 31. Noi lo avevamo già richiesto in questa legislatura. Oggi non facciamo altro che rispettare quelle volontà». Due, secondo Paolo Truzzu, i fatti politici rilevanti: «La legge è figlia della minoranza Senza di noi, viste le divisioni interne alla maggioranza, non sarebbe passata. Altro elemento: è una vittoria del Consiglio che per una volta ha avuto uno scatto d’orgoglio ed è riuscito a imporre una sua scelta all’esecutivo».

Convintamente favorevole si è dichiarato anche Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp): «La legge dà attuazione a una nostra competenza primaria – ha affermato – portiamo all’interno del comparto unico di contrattazione il personale di Forestas. L’ordinamento precedente non funzionava, abbiamo corretto un’anomalia».

Antonio Solinas (Pd) ha invece dichiarato la propria astensione ribadendo i dubbi manifestati nel corso del dibattito: «Spero che l’on. Roberto Deriu, che ha parlato di scelte demagogiche, non si riferisse a me. C’è massima serietà nel lavoro fatto. I dubbi c’erano e chi voleva fare la legge in fretta lo ha capito. Mettiamo tutto nella “31” ma questa legge dovrà essere modificata e adeguata. non prendiamoci in giro: i costi saranno superiori e dovranno essere reperiti dal bilancio regionale. Cosa farà Forestas quando i dipendenti non potranno essere dichiarati idonei per la campagna antincendi ai sensi della 31? Oggi quando piove gli operai vengono messi in cassa integrazione, cosa succederà domani? Pagherà Forestas?».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, nel difendere la legge, si è rivolto ai consiglieri di minoranza Paolo Truzzu e Marco Tedde: «Con in numeri non ci azzeccate. La maggioranza può approvare il provvedimento da sola. Questa legge non ha padrini, sono contento di averla fatta perché so quanto ci è costata. Sono orgoglioso e contento di esserci riuscito». Rivolto all’on. Antonio Solinas (Pd), Daniele Cocco ha poi detto: «Antonio Solinas ha parlato di cassa integrazione: finalmente non ci saranno operai mandati a casa e altri mantenuti al lavoro. Confido tantissimo nell’assessore che avrà adesso il compito di entrare nella fase contrattuale».

Giudizio positivo anche da parte di Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp): «Abbiamo migliorato una situazione dando una prospettiva ai 6000 dipendenti. L’Ente Foreste era in default. E’ stata questa maggioranza a pagare gli oneri professionali e a riprendere il percorso delle stabilizzazioni. La Giunta Cappellacci non lo ha fatto. Sentir dire che tutto quanto dipende dalla minoranza mi lascia basito. Noi abbiamo i numeri per approvarla da soli. Questa discussione ha fatto chiarezza: la legge che andiamo ad approvare è un altro tassello per sconfiggere il precariato in questa Regione».

A Lai ha replicato Giuseppe Fasolino (Forza Italia): «Peccato, ci eravamo quasi riusciti, poteva essere una pagina positiva della politica regionale. Noi politici siamo spesso additati per aspetti negativi, oggi abbiamo l’opportunità di dare un messaggio importante. Il Consiglio, al di la delle casacche, ha capito di poter fare una legge migliore. Possiamo essere esempio di buona politica. Prendiamoci entrambi i meriti andando oltre i colori e le appartenenze».

Giuseppe Meloni (Pd), dopo aver annunciato il suo voto favorevole ha rimarcato il suo ruolo di relatore unico: « Non è un caso, in Commissione ci si è resi conto che la legge non poteva avere colori ma aveva l’obiettivo di andare incontro alle esigenze dei dipendenti di Forestas. E’ un errore individuare vincitori. Gli unici vincitori sono i lavoratori. La strada sarà lunga ma si è messo rimedio a una situazione che così non poteva andare avanti».

L’assessore al Personale Filippo Spanu ha difeso l’azione dell’esecutivo: «La nostra presenza in Consiglio non è stata formale. E’ stato un dibattito pubblico, giocato prima in Commissione e poi in Aula – ha detto Filippo Spanu – abbiamo mantenuto rapporti trasparenti con tutti gli attori, sintomo importante di una cultura di Governo. La cultura di questa Giunta è basata sulla concertazione, proprio per questo, visto che non c’era un risultato condiviso, pensavamo si potesse fare meglio. Abbiamo cercato di migliorare la legge anche quando il Consiglio ha preso l’iniziativa. La politica si fa con la costruzione faticosa delle idee. La concertazione non ha portato al risultato sperato ma ci siamo confrontati in Consiglio cercando di affrontare tutte le questioni di Forestas nel miglior modo possibile. Ci sono ancora incertezza normative, contrattuali e di tempi, cercheremo di risolverle».

Secondo Stefano Coinu (Forza Italia) non esistono buoni e cattivi: «Ci sono persone che fanno delle scelte e per questo verranno giudicate. Dissento da Gianfranco Congiu: oggi non si scrive una pagina normale ma eccezionale. Non vorrei che venisse rovinato tutto. C’è una cronistoria, gli atti lo dimostrano. In ogni caso occorre recuperare il senso vero della politica».

Per Angelo Carta (Psd’Az)  poter parlare di persone che non stanno perdendo il lavoro è una fortuna: «Parliamo di un’azienda che non è in crisi e di persone che non rischiano il posto. Questo ci ha consentito di discutere in modo franco e di dissentire. Resta un punto: i lavoratori semestrali che con questa legge stiamo tentando di tutelare con un sistema binario. Deve esserci la consapevolezza che servirà un duro lavoro per poterli tutelare al meglio dal punto di vista contrattuale».

Franco Sabatini (Pd), dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha rivolto un monito all’Aula: «Non capisco il teatrino della politica: davvero pensiamo che quello che diciamo condizionerà il voto alle prossime elezioni regionali? I cittadini ragionano ed esprimono il voto in piena libertà – ha affermato Franco Sabatini – non capisco l’attacco alla Giunta. Il Consiglio ha fatto la legge di riforma che ha allargato le competenze dell’Agenzia Forestas. Abbiamo fatte 450 stabilizzazioni, un grande risultato seppur non definitivo. Avevamo 42 milioni di buco sul Tfr. Giunta e Consiglio hanno fatto un buon lavoro».

Daniela Forma (PD) ha ribadito che si tratta di una legge non solo sbagliata ma anche demagogica. «Ci siamo fatti trascinare dal popolo – ha detto – perdendo una grande occasione. Con l’approvazione di questa legge non si avrà un miglioramento contrattuale ma solo un inquadramento sbagliato per i dipendenti con conseguente difficoltà nell’applicabilità del provvedimento. La consigliera ha annunciato il voto contrario.

Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha annunciato il voto favorevole alla legge. «Oggi siamo finalmente alla fine di questa grande battaglia – ha sottolineato – e siamo rimasti fedeli ai nostri valori e principi. Speriamo che i futuri amministratori abbiano maggiore sensibilità nei confronti dei lavoratori».

Per Gianfranco Congiu (Partito dei sardi) oggi il Consiglio ha solo rimesso le cose al loro posto. «Per questo meglio tacere: abbiamo rifatto quello che doveva essere fatto 20 anni fa. Sono lieto – ha concluso – di aver dato il mio contributo».

Pietro Cocco (PD) ha ricordato che quello di oggi è la conclusione di un percorso nato 10 anni fa. «Era necessario trovare strumenti nuovi anche dal punto di vista contrattuale e lo abbiamo fatto. Oggi non esistono né vincitori né vinti. L’Agenzia Forestas ha sempre avuto il massimo impegno da parte del Consiglio regionale. Oggi l’attenzione è sempre sui “semestrali” su cui occorre vigilare».

Alessandra Zedda (FI), annunciando il voto a favore, ha detto: «Meglio tardi che mai. Con il nostro voto diamo dignità al personale e rispettiamo gli uomini e le donne che difendono la nostra Sardegna». La capogruppo di Forza Italia ha detto di avere grande rispetto, pur non condividendo le loro posizioni, nei confronti dei colleghi Daniela Forma, Antonio Solinas e dell’assessore degli Affari generali Filippo Spanu che sono stati i più critici nei confronti del provvedimento.

La legge è stata approvata (votanti 43, sì 41, 2 contrari) tra gli applausi del pubblico.

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiuso la seduta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

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Sabato pomeriggio, alle 17.00, verrà inaugurata la nuova sede di Iglesias di Fratelli d’Italia, ai piedi della via Valverde. Alla cerimonia prenderanno parte il consigliere regionale Gianluigi Rubiu, il coordinatore regionale del partito Paolo Truzzu ed il deputato Salvatore Deidda.

«La nuova casa di Fratelli d’Italia costituisce un’occasione di rilancio per l’azione politica del partito in città e nel territorio – spiega Gianluigi Rubiu -. Un segnale di vitalità importante di apertura verso i cittadini, anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.»

La struttura vuole diventare un punto di riferimento per Iglesias e l’area vasta. I consulenti e gli esperti in materia di lavoro, previdenza ed assistenza sociale, saranno disponibili dal lunedì al giovedì, dalle 17.00 alle 19.00.

«Una sede che va oltre la politica – conclude Gianluigi Rubiu -. Un circolo che avrà come snodo centrale uno sportello giovani, destinato soprattutto alla consulenza su bandi e concorsi regionali. Pensiamo che la presenza costante sul territorio sia necessaria per ascoltare più persone possibili, perché solo in questo modo sarà mantenuto il contatto diretto tra il cittadino e le istituzioni.»

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Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli del testo unificato su “Norme in materia di inquadramento del personale dell’Agenzia ForeSTAS”.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame del Testo unico riguardante “Norme in materia di inquadramento del personale dell’Agenzia Forestas” con l’intervento dei capigruppo.

Il primo a prendere la parola è stato il presidente del gruppo Fdi Paolo Truzzu che, riprendendo il dibattito della mattinata, ha ricordato che «molti hanno espresso dubbi ed in effetti è così anche se sono quelli classici del legislatore, a mio giudizio gli stessi di quando fu istituita Forestas, scelta strettamente collegata con la situazione attuale, quella cioè di portare il mondo forestale all’interno del sistema Regione». La domanda centrale, ha detto, «è chi fa, cosa fa e perché lo fa; siamo la Regione più boscosa d’Italia con un patrimonio immenso che va valorizzato perché oggi si fa troppo poco, ecco l’interesse pubblico da tutelare, senza soluzioni diverse dalla 31, mettendo i lavoratori alla pari degli altri». Quanto ad altri dubbi, ha aggiunto, «siamo fuori tempo massimo con soluzioni quasi obbligate che non lasciano spazi a compromessi al ribasso, l’Agenzia ed i suoi dipendenti devono essere messi nelle condizioni di dare il meglio, per diventare non un carrozzone ma uno straordinario motore dello sviluppo della Sardegna, per cui non c’è un problema di costi ma di missione di Forestas». Con questa operazione verità, ha concluso, «riusciremo anche a difendere i diritti dei più deboli, per cui questa legge va approvata con correttivi come divisioni contrattuali e soluzioni ad esaurimento per operai trimestrali».

Per l’Udc il consigliere Giorgio Oppi ha raccontato di aver fatto uno sforzo di memoria rispetto ad alcuni interventi «non pertinenti e puntuali, soprattutto in materia di stabilizzazioni bloccate e poi sbloccate già nel 2011 con accordi sindacali salvo interventi esterni e nuove difficoltà come quelle derivate dall’azione della Corte dei conti che impose la restituzione delle retribuzioni per tre anni». Giorgio Oppi ha poi ricordato la sua esperienza di assessore, mettendo in luce le tante anomalie di una ripartizione territoriale molto sbilanciata dei lavoratori Forestas con casi estremi come quello dell’Ogliastra con 600 unità e quasi nessuno a Sassari ed in Gallura». Le vere carenze, secondo Giorgio Oppi, «riguardano la forte scopertura di figure amministrative e non è corretto fare sempre riferimenti al passato; ora bisogna rendere giustizia e il problema dei fondi non c’è, andiamo invece con decisione verso un modello razionale valorizzando intelligenze e professionalità interne come abbiamo fatto in tanti altri casi».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni, soffermandosi sulle varie posizioni in campo le ha definite «piuttosto confuse e in alcuni casi demagogiche», soffermandosi sul fatto che «in realtà si sta parlando di una legge arrivata in Aula dopo oltre un anno e mezzo di dibattito interno durante il quale si è parlato di tutto senza mettere a fuoco un problema strettamente collegato ad esigenze vitali della Sardegna». La mancanza di una progettualità forte è stata il punto debole di Forestas, ha continuato, «così come è mancata una riflessione sull’utilizzo sbagliato delle sue risorse umane e professionali, un po’ come tutte le agenzie regionali; Forestas invece deve essere ricostruita sulla base di ciò che serve alla Sardegna, tagliando clientelismi e rendite di posizione». Agendo in questa direzione, ha concluso, «risolveremo anche il problema semestrali con soluzioni intelligenti e di prospettiva, fermo restando che oggi stiamo costruendo uno strumento ma non possiamo tralasciare di indicare una strategia che metta al centro le foreste anche come mezzo naturale di contrasto al dissesto idro geologico del territorio».

Il capogruppo di Art. 1 – Sdp Daniele Cocco ha sottolineato la necessità di riportare il dibattito sul tema concreto del contratto dei lavoratori dell’Agenzia, spiegando che «a proposito della definizione della missione di Forestas il nuovo contratto previsto da questa legge è coerente, a parte i dubbi che ancora ci sono ma non possiamo fermare il Consiglio all’infinito tralasciando la tutela di diritti acquisiti che finora non sono stati rispettati facendo emergere profonde differenze fra Forestas e le altre agenzie del sistema Regione». La commissione ha lavorato bene col supporto dei capigruppo, ha proseguito Daniele Cocco, «ponendo le migliori premesse per la legge ora in discussione, ma ora come Consiglio abbiamo il dovere politico e morale di dare una risposta alle tante domande che ci hanno sottoposto migliaia e migliaia di dipendenti; abbiamo sempre ascoltato tutti a cominciare dalle organizzazioni sindacali che spesso hanno chiesto tavoli separati alimentando confusione, ad esempio, fra semestrali che sono comunque dipendenti e trimestrali a rotazione». Ora, ha concluso, «lavoreremo su alcuni emendamenti qualificanti con lo scopo di dare più sicurezza ai semestrali».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha dichiarato di non poter affermare che «si sta scrivendo la storia con pagine nuove e inedite, abbiamo invece il grande merito di rimettere le cose al loro posto, cioè all’interno della 31 del ’98 che già allora faceva riferimento all’Azienda foreste demaniali e il fatto grave, semmai, è che ci siano voluti vent’anni». Il nostro gruppo, ha concluso, «è qua per lavorare e collaborare impedendo che si facciano fesserie e tutelando professionalità e competenze al servizio del nostro patrimonio ambientale, mettendo al centro il futuro dei 1220 dipendenti a tempo determinato che meritano ogni tutela».

Il capogruppo del Pietro Cocco ha osservato che il dibattito propone alcune questioni oggettive sulle quali riflettere. Abbiamo fatto Forestas in coerenza con la politica dell’Ente foreste, ha ricordato, «per dare valore al patrimonio ambientale e valorizzare conoscenze e professionalità di lavoratori nel campo ambientale e a stretto contatto con gli Enti locali, anche se ci sono problemi che risalgono al passato ed hanno la loro complessità ma, come in ogni materia complicata, bisogna moltiplicare gli sforzi per arrivare ad una soluzione nell’interesse generale». Arriviamo a questa legge dopo un grandissimo lavoro che non può essere liquidato con un’alzata di spalle, ha aggiunto, «per cui adesso bisogna scegliere se fermarsi al passato o cambiare e noi abbiamo fatto quest’ultima scelta, per un giusto riconoscimento retributivo e normativo a lavoratori il cui contratto nazionale vigente è legato a quello dei boscaioli toscani e delle comunità montane, realtà che non esistono più», Oggi non c’è più tempo e bisogna decidere, ha ammonito, «senza protagonismi ma con responsabilità e sotto questo profilo è giusto andare verso un contratto regionale che equipari i dipendenti di Forestas a quelli di altri enti ed agenzie; nel nostro gruppo abbiamo gruppo libertà di voto ma la maggioranza si è espressa per il sì, con una particolare attenzione per i semestrali che hanno diritto a risposte in poco tempo».

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha detto che «se ci è voluto tutto questo tempo significa che i problemi sono stati tanti ma anche che la legge va approvata, anche se restano tante discrasie e non è che le responsabilità di governo possano essere cancellate con qualche amnesia». In questi anni, ha ricostruito, «la maggioranza ha fatto la politica del gambero non modificando la legge 1/77 sull’organizzazione della Regione e poi, quando è stata costituita l’Agenzia, è rimasta ferma senza prendere in esame la situazione del personale pensando di più alle designazione dei vertici». Il risultato di questo immobilismo, ha riassunto Alessandra Zedda, «è che i lavoratori di Forestas sono gli unici esclusi dal comparto regionale e questo è inaccettabile anche a fronte di lavoratori assunti per concorso, dipendenti con posizioni non adeguate al loro titolo di studio, o entrati nel sistema Regione con chiamate dirette; di qui la necessità di rendere giustizia a migliaia di lavoratori appartenenti ad una società di diritto pubblico controllata dalla Regione, con lo stesso sistema informatico e lo stesso regime di contabilità». Arriveremo a martedì con le nostre proposte per i semestrali, ha concluso, «ma la strada è quella di una legge giusta ed equa».

A nome della Giunta l’assessore agli Affari generali Filippo Spanu ha precisato, in apertura, che «i lavoratori sono già interessati dalla legge 31/98 in larga parte». In questa lunga fase istruttoria della legge, ha ricordato, «l’obiettivo della Giunta è stato sempre quello di migliorare per quanto possibile la piattaforma legislativa per fare in modo che raggiunga gli obiettivi che ci si propone, mantenendo un rapporto sempre molto stretto con la commissione arricchito da ampie occasioni di confronto esterno con tutte le parti interessati, nell’ottica del dialogo sociale e della coesione sindacale». Nel dibattito, ha aggiunto, «è stato messo l’accento sul cosa bisogna fare ma a nostro avviso anche il come riveste grande importanza; oggi Forestas ha le sue difficoltà ma ha fatto molti passi avanti sotto ogni punto di vista anche con disponibilità di risorse che assicura buone prospettive». Sul piano contrattuale, ha spiegato Filippo Spanu, «abbiamo un contratto regionale fondamentalmente per amministrativi ed uno per dirigenti, per cui i lavoratori di Forestas potrebbero sì arrivare ad un contratto pubblico ma, nella fase transitoria del confronto fra datore di lavoro e parti sociali, il contratto resterebbe quello attuale anche a non voler far cenno alla situazione dei dipendenti a termine». Alla fine, ha concluso, «avremo problemi di applicazione e di attuazione puntuale, di inquadramento, difficoltà di gestione delle rappresentanze e conflittualità sindacale, per cui assicuriamo l’impegno ad introdurre miglioramenti significativi del testo finalizzati a garantire funzioni omogenee con contratti omogenei, norme di pari livello alla 31/98 e soluzioni per le unità a tempo determinato. Di qui l’invito a collaborare ricercando la miglior coesione sindacale».

Dopo l’assessore Donatella Spano ha preso la parola l’on. Stefano Tunis (FI), che ha detto: “Platealmente in questi giorni i lavoratori di Forestas hanno abbandonato il Consiglio regionale e mi chiedo perché parte della maggioranza e la Giunta avessero interesse a far slittare sino a oggi una riforma che poteva essere fatta prima. Quali sono le forze oscure e gli obiettivi sottesi in questa vicenda? Ve lo dico io: l’interesse supremo della tutela dell’ambiente boschivo deve essere integrato con chi ha la responsabilità di tutelarlo. E la settimana prossima, piaccia o no alla Giunta, noi approveremo questo provvedimento e non un provvedimento modificato dalla Giunta”.

Per l’on. Luigi Lotto (Pd) “va respinto con forza l’atteggiamento anche arrogante del collega Stefano Tunis e va incaricato l’assessore a lavorare sino all’ultimo minuto utile per arrivare alla soluzione migliore”. Anche l’on. Eugenio Lai (Articolo 1) ha difeso il lavoro della maggioranza: “Noi e non altri non abbiamo bisogno di proconsoli romani o di commissari incaricati. Noi ci confrontiamo e non ascoltiamo le strade indicate da Roma. Ribadiamo che oggi voteremo il passaggio agli articoli per mettere poi tutti i dipendenti sotto il cappello della legge 31 e per migliorare la condizione dei semestrali. Vogliamo dire senza retorica che il confronto lo si fa soltanto con chi condivide queste proposte e conosce le attese dei dipendenti di Forestas. Non ci sono vie alternative alla legge 31 per il personale”. Un concetto confermato anche dal capogruppo Daniele Cocco (Art. 1 – Sdp), che ha chiesto al presidente Gianfranco Ganau di procedere al voto per il passaggio agli articoli.

Fratelli d’Italia è intervenuta con l’on. Gianni Lampis, che ha detto: “Basta fare allusioni sui proconsoli romani, ognuno guardi in casa sua. Avremmo fatto meglio ad affrontare questa legge non alla fine della legislatura ma è chiaro che lo si deve fare almeno ora. Non è accettabile che ci siano dipendenti regionali di serie A e di serie B: per questo chiedo che si voti il passaggio agli articoli”. Anche l’on. Antonio Solinas (Pd) ha ricordato la necessità di “usare questi giorni per riflettere sulla legge e ci vuole coraggio a parlare della poca coesione della maggioranza se nella minoranza ci sono consiglieri come Stefano Tunis che stanno facendo la propria lista fuori dal partito”.

Favorevole al passaggio agli articoli anche l’on. Francesco Agus (Campo progressista), che ha aggiunto: “Lavoriamo sino alla fine per migliorare ma non accetto che questo testo di legge sia considerato come un oggetto che è entrato in aula forzatamente. La Prima commissione aveva un mandato chiaro: applicare ai lavoratori di Forestas il contratto regionale. E così è stato. Abbiamo fatto un lavoro buono: l’ottimo non è di questo pianeta”.

Per il gruppo Articolo 1 anche l’on. Paolo Zedda si è detto favorevole al voto per il passaggio agli articoli e così l’on. Attilio Dedoni (Riformatori), che ha “apprezzato l’intervento del presidente della commissione Autonomia, Francesco Agus”.

Per la capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, “il passaggio agli articoli è necessario e la proposta appare soddisfacente. Cercheremo un voto all’unanimità e non siamo disponibili a fare passi indietro accogliendo tutte le richieste della Giunta”. Per l’on. Mario Floris “se l’assessore ha un’altra idea la dica ma la commissione ha già trovato una soluzione”.

Dal Pd il capogruppo on. Pietro Cocco ha ribadito la posizione della maggioranza: “Abbiamo detto che è necessario fare modifiche sulla materia contrattuale e questa è la posizione che teniamo. Occorre intervenire soltanto sul tema dei lavoratori semestrali, definendo bene chi sono e che compiti hanno secondo il contratto”.

L’Aula ha approvato il passaggio agli articoli e il presidente Gianfranco Ganau ha tolto la seduta ricordando che il termine ultimo per il deposito degli emendamenti alla legge Forestas scade martedì 13 novembre alle 11 mentre i lavori del Consiglio regionale riprenderanno dall’articolato di legge mercoledì alle 10.00.

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L’assessore all’Ambiente, Donatella Spano, ha relazionato in Consiglio regionale, stamane, sull’alluvione dell’11 ottobre e sulle misure messe in campo dalla Protezione civile regionale. La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau che, subito dopo, ha convocato la conferenza dei capigruppo. Alla ripresa dei lavori, dopo le formalità di rito, il presidente Ganau ha pronunciato un breve intervento di cordoglio in memoria di Tamara Maccario, la giovane mamma che ha perso la vita nella recente alluvione che ha colpito la Sardegna meridionale e l’area metropolitana di Cagliari, ed ha espresso la vicinanza dell’Assemblea anche a chi attende ancora di conoscere la sorte dei suoi cari e a quanti sono stati danneggiati dai gravi fenomeni naturali. Il presidente, dopo aver assicurato che il Consiglio farà la sua parte fino in fondo, ha chiesto all’Aula di osservare un minuto di silenzio in segno di cordoglio.

Successivamente, in base alle decisioni della conferenza dei capigruppo, l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano ha riferito al Consiglio sulla recente alluvione.

Nella sua relazione, Donatella Spano ha ricordato l’allerta meteo diramato dalla protezione civile per le giornate del 10 e dell’11 ottobre rivolto alla Sardegna meridionale ed orientale e le precipitazioni di forte intensità su vaste aree del territorio, che hanno raggiunto “punte” del tutto eccezionali fino 484 millimetri a Capoterra e quasi 400 a Tertenia. Una situazione molto complessa, ha aggiunto l’assessore, «che è stata fronteggiata con un grande lavoro di tutto il sistema della protezione civile regionale, ma purtroppo non ha impedito di registrare una vittima ed un disperso, danni elevati ad importanti infrastrutture». La Giunta, ha poi annunciato la Spano, «ha già formulato al Governo la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, in modo da poter ottenere più risorse sia per la gestione dell’emergenza che per il ristoro dei danni in base allo stesso codice nazionale; nello stesso tempo si sta procedendo con cura alla stima dei danni». Voglio però sottolineare, ha detto inoltre l’assessore, «il lavoro molto efficace della protezione civile che ha operato con professionalità e responsabilità, senza risparmio e con elevati rischi personali, col supporto fondamentale di tanti Sindaci, di tanti volontari e delle forze dell’ordine il cui impegno ha sicuramente evitato un maggior numero di vittime». Per quanto riguarda gli interventi nell’immediato, ha concluso l’assessore, «affronteremo il problema delle prime spese urgenti dei Comuni con i fondi della legge 28/85 che sarà rifinanziata, con i rimborsi delle anticipazioni relative alle spese sostenute, e con misure di risarcimento dei danni a privati ed attività produttive».

Al termine della relazione dell’assessore il presidente ha ricordato che il regolamento prevede un intervento per gruppo ed ha invitato i consiglieri ad iscriversi a parlare.

Per primo ha preso la parola il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis, secondo il quale «siamo stati sconfitti ancora una volta nella battaglia contro le forze della natura e le nostre capacità sono state messe a dura prova». Tuttavia, ha aggiunto, «non abbiamo nessuna difficoltà a riconoscere che questa volta la macchina ha funzionato soprattutto con l’all’erta comunicato per tempo alle popolazioni, anche non è ancora riuscita a coordinare se stessa con il fattore umano e le procedure di gestione delle crisi, perché non bastano i singoli ma occorre più interazione con cittadini, diffondendo la consapevolezza delle migliori modalità di gestione dell’emergenza». Per questo, ha sostenuto, «è necessaria una forte presa di coscienza ed un aumento della tensione verso il miglioramento, perché le dimensioni degli eventi, per quanto eccezionali, non possono giustificare mai la perdita di vite umane». Stefano Tunis, infine, ha fatto un riferimento puntuale alla strada 195, lamentando che «forse l’Anas ha annunciato la riapertura troppo in fretta, dimenticando che questo messaggio ha determinato la scelta degli automobilisti di ripercorrere quella strada con lunghissime code che hanno dilatato i tempi di percorrenza». Quella strada va completata, ha concluso Tunis, «ci vuole una inchiesta con l’accertamento delle responsabilità di appaltatori ed esecutori, e soprattutto ci vuole una inversione di tendenza prevedendo poteri speciali per la realizzazione di opere strategiche, perché non è accettabile attendere lustri per la conclusione di un’opera».

Per i Riformatori sardi, il consigliere Michele Cossa ha osservato che «la sempre maggiore frequenza dei fenomeni ci impone una grande riflessione estesa a tutti i territori». Stavolta le cose hanno funzionato, ad avviso di Michele Cossa, «e, accanto al dolore per le vittime, è necessario sottolineare positivamente che la protezione civile merita un plauso anche se restano alcuni problemi aperti: la manutenzione corsi d’acqua e la chiarezza degli all’erta meteo, che non devono essere adempimenti da interpretare ma strumenti codificati dall’assessorato, senza scaricare sui Sindaci decisioni forti come quelle di aprire o chiudere le scuole o impedire ai cittadini di uscire di casa, perché non accada più che gli appelli pubblici vengano sottovalutati anche se veri».

Il capogruppo di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu, dopo aver ricordato che non è solito fare complimenti all’amministrazione, ha affermato di voler fare una eccezione ringraziando presidente ed assessore perché, «di fronte a fatto eccezionale si è operato bene rispetto ad alcuni anni fa, per cui plauso a quanti hanno lavorato alla prevenzione e all’organizzazione dei dispositivi di sicurezza, riuscendo a limitare per quanto possibile i danni, senza dimenticare che si sta ancora lavorando per risolvere i problemi di tante aziende dentro e fuori le zone industriali, degli operatori  agricoli e delle famiglie che hanno perso tutto». Non dobbiamo accontentarci, ha esortato Paolo Truzzu, «e continuare a riflettere sull’uso distorto del suolo che, per l’incuria prolungatasi nel tempo, è sempre più fragile e debole di fronte ad aventi naturali, a fare di più per i Comuni che non hanno risorse sufficienti, a migliorare la prevenzione attraverso gli all’erta meteo che, in effetti, appaiono spesso burocratici, troppo frequenti e ingiustificati, col risultato che alla fine le persone non ci credono». Anche Paolo Truzzu ha criticato la situazione della strada 195 «dove il cantiere è aperto da vent’anni».

Il presidente della commissione Governo del territorio Antonio Solinas (Pd) ha espresso in apertura la solidarietà alla giovane madre ed alla famiglia del disperso che spera ancora, oltre che a tutti i cittadini colpiti dalle inondazioni, riconoscendo fra l’altro che «l’opposizione, in questa circostanza, ha mostrato un approccio serio su un argomento certamente molto delicato». In questo dopo alluvione, ha continuato, «abbiamo il dovere di ringraziare tante persone, dai Sindaci alla protezione civile, da Forestas ai barracelli, dalle forze dell’ordine ai volontari; la protezione civile, in particolare, si è dimostrata all’altezza del compito con professionalità e dedizione ottenendo anche il plauso della struttura nazionale». Adesso, ha auspicato, «bisogna ripercorrere quanto fatto in passato rimediando ad errori gravi come errori costruzioni in aree non adatte e deviazioni di corsi d’acqua; è una azione che abbiamo già iniziato con il Piano delle infrastrutture da 700 milioni e sappiamo che sarà un lavoro difficile da completare nel minor tempo possibile e, da questo punto di vista, siamo ancora in tempo a dare risposte importanti».

Nella replica l’assessore Sonatella Spano ha ringraziato il Consiglio per gli interventi e le proposte formulate, ribadendo il suo apprezzamento per il lavoro svolto dalla protezione civile e lo sforzo organizzativo messo in campo. Non pensiamo di aver raggiunto un traguardo, ha dichiarato, «ma siamo consapevoli che bisogna sempre crescere, lavorare molto sulla prevenzione e la sensibilizzazione, migliorare la coscienza dell’auto protezione dai rischi agendo anche con scuole».

Il presidente Francesco Pigliaru si è rivolto all’Aula per ricordare il progetto di metanizzazione dell’Isola, del quale si è ripreso a parlare nel 2016 in occasione del patto per la Sardegna sottoscritto con il governo “Abbiamo preteso dal Governo che il cuore di questo patto fossero la continuità territoriale, la metanizzazione dell’Isola e il miglioramento delle ferrovie della Sardegna”, ha detto il presidente della Regione. Che ha proseguito: “Siamo l’unica regione senza metano perché siamo l’unica regione realmente periferica. Nel 2014 abbiamo abbandonato il progetto Galsi, non più realistico, e ci siamo mossi per cercare un sistema che si basi sul GNL con lo scopo di portare in maniera omogenea il metano in tutta la Sardegna. A fine luglio 2016 abbiamo poi sottoscritto il patto, che indica chiaramente l’obiettivo della metanizzazione dell’Isola a condizione di sicurezza e di prezzo identico a quello delle altre regioni italiane. Saranno le energie rinnovabili, in un prospettiva non lontanissima, a garantire il fabbisogno energetico della Sardegna: per questo nel Patto abbiamo pensato a un processo leggero di metanizzazione con una dorsale di gasdotti interna, da attuare per fasi, e con depositi costieri e un rigassificatore nell’area di Cagliari. Si tratta di opere strategiche che avrà una procedura autorizzativa autonoma rispetto alle altre opere pubbliche. Ci saranno poi meccanismi di compensazione per i consumatori sardi in modo da uniformare il prezzo in tutta Italia. Il governo con decreto 257 del 16 dicembre 2016 ha confermato questi impegni e negli atti legislativi e amministrativi successivi è stato agli accordi, confermando una logica di transizione energetica. Nell’area industriale di Porto Torres potrebbe trovare spazio un hub per un secondo rigassificatore.

Si tratta della soluzione con il migliore impatto ambientale e territoriale possibile se vogliamo metanizzare la Sardegna in sicurezza e in condizioni di omogeneità del servizio nell’intero territorio isolano. Il metano è uno degli elementi essenziali per superare davvero il gap dell’insularità per le famiglie sarde e per le imprese che operano in Sardegna.

Per questo il 20 settembre abbiamo chiesto al premier Conte e al vicepremier Di Maio un incontro per valutare lo stato di attuazione del progetto di metanizzazione e siamo in attesa fiduciosa di una risposta”.

Dopo la comunicazione del presidente Pigliaru ha preso la parola per Forza Italia la capogruppo Alessandra Zedda ha detto: “C’è un buco di tre anni nel progetto di metanizzazione e non è ascrivibile a responsabilità del governo regionale. Andiamo avanti ma chiediamoci anche qual è il progetto relativo alla produzione di energia elettrica della Sardegna? Qual è il piano per l’energia solare e fotovoltaica? Ci mancherebbe se non siamo d’accordo per ridurre tutti i tempi  ma dovete dirlo al governo: per noi il metano è una condizione di sviluppo necessario che lo Stato dive riconoscerci prima possibile”.

Per il Riformatore Attilio Dedoni “abbiamo fatto grandi passi sull’autoproduzione energetica in Sardegna ma penso che questo progetto di metanizzazione non sia altro che una riedizione del Galsi.  Non mi accontento di sentire che ho avuto 120 milioni di euro in più perché è da anni che il metano ci viene negato dal governo nazionale. Timeo danaos et dona ferentes: ho paura davanti a queste offerte vaghe, senza dettaglio”.

L’on. Pietro Cocco, capogruppo del Pd, è intervenuto sul punto: “Ci sono protocolli mondiali che dicono a quali parametri ci dobbiamo adeguare sotto il profilo dell’inquinamento e lo dico per rispondere a certe considerazioni che provengono sul GNL dal mondo ambientalista. E’ necessario che si passi dal combustibile fossile alle sole rinnovabili. E in questo tempo necessario il metano è la soluzione. Ogni anno senza metano costa ai sardi oltre 400 milioni di euro, una cifra rilevantissima che deve essere azzerata. Ha fatto bene il presidente Pigliaru a sollecitare l’incontro con il governo Conte perché gli impegni si devono rispettare e non può andare come è andato per i denari destinati alla riqualificazione delle periferie. Stiamo uscendo dal carbone ma ci manca mezzo secolo ad arrivare alla produzione attraverso le fonti totalmente rinnovabili: il processo del metano per la Sardegna non può essere assolutamente fermato e bisogna sostenere l’azione della giunta regionale verso il governo”.

Il presidente ha dato la parola a Cesare Moriconi (Pd), che ha condiviso quanto sottolineato dal collega Cocco sulla necessità di fare presto per colmare un gap eccezionale che distingue la Sardegna da tutte le altre regioni italiane e d’Europa. Il merito di questa Giunta è che ha ripreso a parlare di metano.

Per Moriconi è importante che venga fatto un ulteriore approfondimento dei costi e benefici.  Secondo il consigliere di maggioranza “queste opere infrastrutturali sono di gran lunga superiori al nostro fabbisogno”. Moriconi ha anche chiesto alla Giunta, nel caso in cui venisse deciso di costruire un solo rigassificatore, dove “pensano di posizionarlo nell’interesse  dei sardi e non di una parte della Sardegna”, e ha sottolineato l’importanza che potrebbe avere per una zona industriale come quella collegata al Porto Canale.

Emilio Usula (Misto) ha confermato la sua contrarietà come già espresso con il voto contrario all’ordine del giorno del 24 luglio scorso. “È vero che la Sardegna è in fortissimo ritardo, ma puntare sul metano con le modalità di oggi è come prendere un treno che è già passato”. La conferenza di Parigi ha già chiesto la riduzione delle emissioni del gas metano entro il 2050. “Quindi entro 30 anni deve essere avviata la dismissione dell’80 per cento delle emissioni del gas metano. Vale la pena investire tante risorse per qualcosa che potrebbe vedere i benefici nel 2030?”. La Sardegna è già esportatrice di energia e con le fonti rinnovabili copre il 40 per cento del fabbisogno energetico. “Noi come Rossomori e Autodeterminazione siamo autoconsumo e generazione da piccole fonti, rendere autonomi edifici pubblici, scuole e anche questo palazzo”. Si utilizzino i 600 milioni – ha concluso – per la transizione a fonti energetiche sostenibili.

Ha quindi preso la parola il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, per la replica. Al consigliere Attilio Dedoni ha risposto che si tratta di un progetto concreto, preciso ed è andato molto avanti con diversi atti della Regione e del Governo italiano. Francesco Pigliaru ha sottolineato che si tratta di investimenti per oltre un miliardo e non 120 milioni. Riferendosi poi al consigliere Emilio Usula, il presidente della Regione ha spiegato che gli investimenti nella rete sono stati già fatti in grandissima parte. Francesco Pigliaru ha ricordato di essere stato presidente della Commissione Enve (Ambiente, cambiamenti climatici ed energia) e che la posizione da lui scritta è stata approvata da 350 territori europei. Il capo dell’Esecutivo ha affermato che il passaggio al metano è una transizione energetica virtuosa perché si passa dal carbone al metano abbattendo le emissioni di co2. Una transizione verso un futuro di energie rinnovabili che ancora non c’è. Francesco Pigliaru ha anche chiarito che i fondi sono utilizzabili soltanto per realizzare quest’opera e che non possono essere spesi per altri interventi. Il presidente ha anche sottolineato che l’infrastruttura che sarà realizzata per la distribuzione del metano sarà utilizzabile in futuro anche per il bio metano e per l’idrogeno. Francesco Pigliaru ha poi auspicato una rapida risposta da parte del Governo.

Il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau ha quindi annunciato l’esame della Proposta di legge n. 550 (Daniele Cocco e tutti i capigruppo) che modifica normativa e disciplina vigente in materia di attività estrattive di cave e miniere. Il provvedimento, iscritto ai lavori dell’Aula con la procedura d’urgenza (articolo 102 del regolamento interno) è stato oggetto di due riunioni della capigruppo con riferimento alla vertenza della ex Polar, la miniera di betonite a Piscinas (Sulcis).

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, intervenendo sull’ordine dei lavori ha però chiesto il rinvio del testo in commissione, supportato dal consigliera Anna Maria Busia (Misto) e dalla capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, che ha ricordato la nota trasmessa da Confindustria affinché siano valutate e meglio approfondite le conseguenze e l’applicazione delle norme proposte nella Pl 550.

Per il mantenimento della proposta all’ordine del giorno dei lavori dell’Assemblea regionale si sono invece espressi il capogruppo di Art. 1 – Sdp, Daniele Cocco, il consigliere Art. 1 – Sdp, Luca Pizzuto e anche il neo consigliere di Fratelli d’Italia, ex capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, insieme con il capogruppo del Pd, Pietro Cocco.

Dopo una breve sospensione dei lavori, il presidente Gianfranco Ganau ha posto in votazione, per alzata di mano, la proposta di rinvio del testo in commissione, proposta che è stata respinta a maggioranza. Il consigliere Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) è quindi intervenuto a sostegno del provvedimento in discussione auspicandone la rapida approvazione senza sostanziali modifiche al testo che – a suo giudizio – contrasta “gli atteggiamenti predatori di certi  imprenditori senza scrupoli e tutela i lavoratori e l’ambiente”. Il consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis ha quindi chiesto il rinvio della discussione generale nel pomeriggio ed il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dichiarato conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione del Consiglio alle 16.00.

 

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Nuovi movimenti all’interno dei gruppi politici del Consiglio regionale. Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu lascia lo scudo crociato e passa a Fratelli d’Italia. Questa mattina la comunicazione ufficiale alla stampa, alla presenza del portavoce regionale di FdI, Paolo Truzzu, e del deputato Salvatore Deidda.

«E’ una scelta sofferta ma allo stesso tempo carica di entusiasmo – ha detto Gianluigi Rubiu ai giornalisti – ringrazio l’Udc e l’on. Giorgio Oppi per avermi dato la possibilità di candidarmi e di essere eletto in Consiglio regionale, oggi però lo scenario è cambiato, c’è bisogno di una nuova politica che guardi fuori dal palazzo e ascolti le richieste che arrivano dai territori. L’ingresso in Fratelli d’Italia mi consentirà di fare da megafono agli interessi dei cittadini.»

Tra i motivi dell’abbandono, la decisione dell’Udc di schierarsi con il centrosinistra alle ultime elezioni amministrative di Iglesias: «Non nego che questo sia stato un passaggio determinante – ha rimarcato Gianluigi Rubiu – ero contrario a quella scelta e l’ho detto pubblicamente. Da uomo di partito mi sono adeguato ma è indubbio che quella scelta sia stata la scintilla che mi ha convinto a lasciare l’Udc per approdare a Fratelli d’Italia. Ora arrivo con tanto entusiasmo, sono convinto che il centrodestra vincerà le prossime elezioni regionali. Per farlo, però, occorrerà presentarsi uniti.»

«Quello di Gigi Rubiu è un approdo naturale – ha rimarcato il portavoce di FdI in Sardegna e capogruppo in Consiglio regionale Paolo Truzzu – con lui abbiamo condiviso tante battaglie. Il suo ingresso contribuirà a rafforzare Fratelli d’Italia nel Sulcis e in tutta la Sardegna. Il nostro partito è più che mai determinante nel centrodestra, una forza aperta e dinamica che guarda con attenzione alle liste civiche e agli amministratori locali capaci.»

«Con l’ingresso di Gianluigi Rubiu il gruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale diventa il più numeroso nelle assemblee legislative di tutta Italia – ha detto il deputato Salvatore Deidda – questo fidanzamento poteva essere celebrato già da qualche mese. Con Gianluigi Rubiu abbiamo condiviso, infatti, la battaglia in difesa della fabbrica RWM di Domusnovas e quella contro il mancato accordo Giunta-Ministero della Difesa sul Piano “Caserme Verdi” che ha determinato l’esclusione della Sardegna dagli interventi di riqualificazione di importanti siti militari.»

L’uscita di Gianluigi Rubiu, che segue quella di Alfonso Marras passato a luglio ai Riformatori sardi, determinerà lo scioglimento del gruppo Udc in Consiglio regionale. I due consiglieri superstiti, Giorgio Oppi e Gian Filippo Sechi, saranno assegnati al Gruppo Misto.

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Non si placano le polemiche sul mancato esame della legge urbanistica da parte del Consiglio regionale. I gruppi di minoranza tornano all’attacco del presidente Francesco Pigliaru e del centrosinistra.

«La decisione di rinviare la legge in Commissione certifica lo sfascio di questa maggioranza – afferma il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda – nessuna delle promesse fatte in campagna elettorale è stata mantenuta, questo provvedimento rappresentava l’ultima possibilità della Giunta Pigliaru di lasciare il segno.»

Secondo il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu «quanto accaduto ieri in aula dimostra che questa maggioranza non ha a cuore gli interessi della Sardegna, il centrosinistra è ormai diviso per bande che perseguono interessi di parte e si preoccupano di mantenere le poltrone».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha invece puntato l’indice contro il presidente del Consiglio regionale e il Pd: «Gianfranco Ganau ha deciso di calendarizzare il provvedimento forzando la mano nonostante le nostre perplessità – ha detto Attilio Dedoni – il capogruppo del Pd voleva addirittura anticipare la discussione al 18 settembre. Come si fa poi a dire che non si è pronti?».

Anche per Michele Cossa (Riformatori sardi) «c’è uno scollamento evidente nella maggioranza, già certificato dalla presentazione di una mozione di censura nei confronti dell’assessore della sanità Luigi Arru – ha sottolineato Michele Cossa – è un’agonia senza fine, diamo però atto all’assessore Cristiano Erriu di aver agito onestamente: meglio nessuna legge che una cattiva legge».

Duro anche il giudizio del capogruppo del Psd’Az-La Base Gaetano Ledda: «Questa Giunta ha fallito su tutti i fronti: sanità, trasporti, riforma degli enti locali, agricoltura e, adesso, sull’urbanistica – ha detto Gaetano Ledda – tutto questo per i giochi interni alla maggioranza».

Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, ha invece accusato la Giunta di aver impedito il dibattito in Consiglio su un tema decisivo per lo sviluppo dell’Isola: «Dopo un’infinità di incontri sul territorio – ha detto Paolo Truzzu – si è deciso di mettere il bavaglio all’Assemblea sarda. Un presidente che dichiara di non avere più la maggioranza ha il dovere di dimettersi. Pigliaru non l’ha fatto perché il centrosinistra non ha ancora deciso la leadership per le prossime elezioni regionali che, in ogni caso, segneranno la sconfitta della sua coalizione».

Diverso, rispetto ai colleghi del centrodestra, il giudizio di Antonello Peru, consigliere di Forza Italia e relatore di minoranza: «La Sardegna attendeva da tempo una nuova legge urbanistica – ha detto Antonello Peru – il centrosinistra ha perso una grande occasione. Il provvedimento era stato completamente stravolto in commissione anche grazie al contributo della minoranza sul fronte della semplificazione, dell’attuazione dei puc e della riqualificazione del territorio senza consumo di suolo. Ormai la legge è morta, il centrodestra prenda l’impegno di approvarne una nuova come primo atto della prossima legislatura».

Diverso il pensiero di Giuseppe Fasolino, consigliere di Forza Italia e sindaco di Golfo Aranci: «Questo provvedimento, per come è arrivato in aula, non poteva essere approvato – ha rimarcato Giuseppe Fasolino – la legge toglieva ai comuni la possibilità di incidere nella pianificazione territoriale e non fissava alcun obiettivo. Prima di legiferare occorre sapere quale direzione si vuole prendere, Nel caso della legge urbanistica bisognava capire dove sta andando il turismo e quali risposte dare alle richieste dl mercato».

Il consigliere dell’Uds, Giovanni Satta, dopo aver ricordato il voto contrario della minoranza in commissione urbanistica, ha accusato il centrosinistra di aver accettato supinamente le indicazioni della Giunta: «La legge è stata approvata in Commissione senza il parere del Cal – ha affermato Giovanni Satta – questo Consiglio si è piegato ancora una volta al diktat della Giunta dei tecnici, come già avvenuto per la riforma delle rete ospedaliera. Mi auguro che questa vicenda serva da monito per il futuro».

Per Marco Tedde (Forza Italia) la vera ragione del fallimento è rappresentata dal PPR approvato dalla Giunta Soru, “un macigno” per qualsiasi ipotesi di pianificazione territoriale. «In campagna elettorale Francesco Pigliaru aveva promesso di modificarlo, non lo ha fatto ed è stato costretto a modellare la legge urbanistica sul Piano Paesaggistico di Soru fondato sui vincoli e poco attento allo sviluppo».

Alfonso Marras (Udc) ha parlato di “pagina ingloriosa” per la maggioranza di centrosinistra: «Si sono sottratti al confronto. Noi aspettavamo di misurarci sul merito del provvedimento. Molti di noi avevano lavorato agli emendamenti per tentare di migliorare la legge. Sarà compito della nuova maggioranza, che uscirà dalle elezioni di febbraio, approvare un nuovo testo in materia urbanistica»

Urgenza condivisa da Gianni Lampis (FdI): «Dieci anni fa gli occupati del settore edile erano 51mila, oggi se ne contano circa 27mila. Questa legge poteva dare risposte importanti alla crisi del settore. La maggioranza ha perso un’altra occasione. Sarà compito del centrodestra cancellare il Ppr di Soru che ha musealizzato l’ambiente sardo ed impedito ai comuni costieri di offrire servizi di qualità».

Da quasi tutti i partiti è, infine, arrivata la richiesta di dimissioni per il presidente Francesco Pigliaru, eccezion fatta per i capigruppo di Forza Italia e Riformatori Alessandera Zedda e Attilio Dedoni convinti che gli ultimi mesi della legislatura contribuiranno ad evidenziare ancora di più le pecche del centrosinistra. «Il re è mezzo nudo – ha affermato Attilio Dedoni – va spogliato del tutto per scongiurare ogni possibilità di rielezione».

 

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Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Paolo Truzzu, critica pesantemente l’Areus, l’azienda regionale dell’emergenza-urgenza. definendola «un’autentica scatola vuota che si occupa soltanto del servizio dell’elisoccorso».

A giudizio del consigliere della minoranza «l’intero sistema dell’emergenza è da ripensare» e ad otto mesi dalla piena operatività dell’azienda regionale, istituita con la riforma sanitaria varata nel 2006 dal centrosinistra, sono evidenti le criticità che ne compromettono l’efficacia e i servizi. «C’e’ un problema di natura politica – ha affermato Paolo Truzzu – l’Areus era uno dei punti cardine della riforma sanitaria  e avrebbe dovuto occuparsi dell’intero sistema dell’emergenza-urgenza, gestendo le centrali operative, il soccorso di base e tutto il 118, mentre oggi si occupa solo dell’impatto mediatico dell’ “elishowccorso”». «Mancano le ambulanze, i medici e gli infermieri, ci sono difficoltà nelle turnazioni, non ci sono le convenzioni con le coop e le associazioni del volontariato – ha aggiunto Paolo Truzzu – ma tutto l’impegno dell’assessore sembra rivolto a comunicare le performance, vere o presunte, dei voli degli elicotteri».

Una situazione non più accettabile – per il consigliere dell’opposizione – che nel ribadire le critiche per la scelta delle tre basi “vista mare” (Alghero, Olbia e Elmas) per l’operatività dell’elisoccorso ha insistito sulla poco convincente organizzazione del 118: «A distanza di due anni dall’approvazione della riforma sanitaria, nessuno degli operatori del 118 è stato trasferito all’Areus e tutti risultano ancora in servizio all’Ats (l’azienda unica che ha sostituito le Asl) ma il personale viene coordinato dal direttore generale dell’azienda per l’emergenza-urgenza. L’Ats trascura però tutto ciò che riguarda l’Areus: non fa acquisti, non procede con le selezioni del personale, non attiva la formazione e non paga con regolarità le spese dell’azienda per l’emergenza-urgenza».

L’ultimo affondo del capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale è sull’istituendo numero unico delle emergenze in campo nazionale: «La Regione non ha attivato alcuna procedura ma dopo il 31 dicembre, in Italia, per tutte le emergenze si dovrà chiamare il 112».

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«Una legge inadeguata che non tiene conto della realtà sarda e non riavvicina le zone interne alle coste.» Così, la capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha bollato il testo unificato (approvato con i soli voti del centrosinistra nella Quarta commissione consiliare) in materia di urbanistica ed ha preannunciato la battaglia in Aula del centrodestra per migliorare «un provvedimento che ripropone solo un’altra serie di vincoli e divieti». «È una legge bandierina da sventolare in campagna elettorale – ha affermato il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu – che non tiene conto delle esigenze dei sardi né di quelle dei Comuni». Le ulteriori criticità – a giudizio dei rappresentanti dell’opposizione – riguardano l’assenza di norme per combattere lo spopolamento e la mancanza di una visione in favore dello sviluppo.

«La Sardegna ha bisogno della legge urbanistica – ha insistito il capogruppo FdI, Paolo Truzzu – ma il testo esitato dalla commissione introduce nuovi vincoli e ulteriori appesantimenti burocratici mentre svuota gli Enti locali delle competenze in materia di programmazione e pianificazione del territorio». «Non ci piace una legge fatta di “no” – ha fatto eco il consigliere del gruppo Misto, Paolo Dessì – con il pregiudizio che tutti siano speculatori e deturpatori del paesaggio».

Giovanni Satta (Psd’Az) ha insistito sul tema dello sviluppo e sulla definitiva cancellazione del piano casa: «Negli ultimi dieci anni abbiamo perduto circa 30.000 posti di lavoro nel comparto dell’edilizia e 15.000 da quando l’attuale maggioranza ha abrogato il piano casa». «La legge approvata in commissione non è tutta da buttare – ha però affermato il consigliere di Forza Italia, Antonello Peru – e la legge urbanistica manca ormai da tre legislature, la preoccupazione è rappresentata dalla possibilità che le norme inserite nel testo unificato restino senza concreta attuazione e dalla constatazione che sono in vigore alcune norme restrittive del vigente Ppr che devono essere invece modificate». «Ho partecipato al dibattito per il varo del Ppr nella legislatura guidata da Renato Soru – ha concluso Mariano Contu (Forza Italia) – ed oggi c’è la riprova che le denunce fatte allora, circa il rischio della perdita di migliaia di posti di lavoro in edilizia, erano fondate, così come sarà facilmente dimostrabile che, con la legge urbanistica voluta dal centrosinistra, in Sardegna, la crisi economica e occupazionale continuerà ancora».

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Il Consiglio regionale ha approvato le mozioni sulla mancata applicazione della riforma della Rete ospedaliera. In apertura di seduta il presidente ha riferito all’Aula che il gruppo di Fratelli d’Italia Sardegna ha cambiato nome in Fratelli d’Italia. I lavori sono iniziati con l’esame congiunto delle mozioni n. 424 (Cherchi e più) “in merito alla mancata applicazione del documento di ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 25 ottobre 2017 e agli atti adottati dalle Aziende sanitarie in contrasto con il documento, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento”; della n. 427 (Cossa e più) “sulla procedura di verifica di coerenza da parte del Ministero della salute della riorganizzazione della Rete ospedaliera della Regione ai sensi della legge n. 164 del 2014, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento”; l’esame dell’interpellanza n. 364/A presentata da Pierfranco Zanchetta (Cristiano popolari socialisti) “sulla necessità di fare chiarezza sullo stato di esecutività del piano di “Ridefinizione della rete ospedaliera” (da oltre 8 mesi in attesa del parere ministeriale) e sull’urgenza di dare attuazione alla riforma, compresi i presidi di zona disagiata, in essa disciplinati” e della mozione n. 435 (Tedde e più) “circa la discutibile e dannosa gestione delle problematiche sanitarie relative ai diabetici sardi e la richiesta di immediata rimozione dell’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale”.

Il presidente ha dato la parola ad Augusto Cherchi (PdS) per l’illustrazione della mozione 424, sottoscritta da esponenti della maggioranza e dell’opposizione. Il consigliere ha sottolineato che alla base della presentazione della mozione c’è la mancata attuazione della Ridefinizione della rete ospedaliera della Regione autonoma della Sardegna, nonostante il Consiglio regionale l’abbia approvata il 25 ottobre del 2017 e trasmesso il documento approvato dal Consiglio regionale al Ministero della salute per la prescritta verifica di coerenza. Augusto Cherchi ha evidenziato che l’assessore della Sanità, Luigi Arru, «ha ricordato al Consiglio regionale e alla competente Commissione consiliare permanente che il documento approvato dal Consiglio regionale, per esplicare i suoi effetti, necessita dell’esplicito riscontro positivo del Ministero rispetto alla verifica di coerenza». Il consigliere del Partito dei sardi ha poi aggiunto che l’assessore è stato sconfessato dal suo direttore generale che in commissione Sanità ha detto che la Riorganizzazione della rete ospedaliera è in vigore e operante dalla sua pubblicazione sul Buras l’11 dicembre 2017. Augusto Cherchi ha ricordato che «al presidente della Regione e all’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale è stata manifestata la necessità, diffusamente condivisa, che le aziende sanitarie regionali si astenessero dall’adottare atti organizzativi e/o amministrativi tali da porsi in contrasto con quanto previsto dal documento come approvato dapprima dalla competente Commissione consiliare e, successivamente, dal Consiglio regionale. Tuttavia – ha proseguito – si rileva l’adozione ex novo o il mancato ritiro in autotutela, di svariati atti delle aziende sanitarie, in evidente contrasto con la ridefinizione della rete ospedaliera approvata dall’istituzione rappresentativa della volontà del popolo sardo». Augusto Cherchi ha poi affronta il problema del Programma sanitario triennale «adottato dal direttore generale dell’ATS con deliberazione n. 1122 del 14 novembre 2017 nonostante, ad oggi, non sia stato ancora approvato dalla Giunta regionale previo parere della competente Commissione consiliare (come prescritto dall’articolo 7 della legge regionale n. 17 del 2016)».

Il consigliere di maggioranza ha evidenziato che nella sanità sarda regna confusione, disordine organizzativo, malcontento generale tra medici e pazienti, con ripercussioni sulla qualità dei servizi sanitari offerti. Augusto Cherchi si è poi soffermato sul tema dei malati diabetici che non hanno ricevuto il dispositivo per il controllo della glicemia come promesso dall’assessore. Il primo firmatario della mozione, infine, ha dichiarato che l’attività dell’assessore Luigi Arru è “politicamente censurabile” e ha annunciato che alla fine della seduta sarà presentato un ordine del giorno di censura politica dell’operato dell’assessore della Sanità.

Il presidente Gianfranco Ganau ha poi dato la parola a Michele Cossa (Riformatori sardi per l’Europa) per illustrare la mozione 427, sottoscritta anche da alcuni consiglieri della maggioranza.  L’esponente della minoranza ha spiegato che il testo cerca di fare chiarezza sull’attuazione del riordino della rete ospedaliera. «Questa rete è in vigore oppure no? E’ vero quello che ha detto l’assessore che deve aspettare la verifica di coerenza da parte del Ministero o ha ragione il direttore generale che dice che la ridefinizione della rete ospedaliera è vigente? Se è vigente cosa succederà se verranno chieste modifiche dal ministero e perché sono in piedi atti aziendali in contrasto con quanto previsto dalla rete ospedaliera?». Michele Cossa ha aggiunto che “quello che è successo nella sanità in questi anni è inverosimile” e che  “la riorganizzazione della rete è un intervento di primaria importanza, senza che però la Giunta abbia affrontato il problema della sanità territoriale”. Secondo il vice capogruppo dei Riformatori sardi «il risultato è che l’Ats non ha messo mano alla riorganizzazione dei servizi, regna il caos nella sanità territoriale, con personale distribuito in modo disomogeneo e con spostamenti continui dei dirigenti da un luogo all’altro». E ha aggiunto: «Definire la situazione caotica è poco». La sanità in Sardegna «si regge solo grazie al senso di abnegazione e di responsabilità di alcuni che, però, rischia di cedere». Michele Cossa ha detto di essere convinto che l’assessore non sia la causa della situazione attuale e che sia in perfetta buona fede, «ma dopo 4 anni e mezzo di Giunta però siamo arrivati a una situazione mai vista e ci sono responsabilità politiche». Sembra – ha continuato Michele Cossa – che lei su alcune cose non abbia controllo, che ci sia una parte dell’amministrazione regionale che decide in maniera autonoma, come per i farmaci equivalenti, decisione che sta mettendo in difficoltà le aziende sanitarie. Cossa ha chiesto chiarezza sulle intenzioni della Giunta sugli aspetti illustrati, ma anche «su quali siano le attività di riorganizzazione del sistema della continuità assistenziale e dell’emergenza urgenza, per adeguarli alle nuove esigenze sanitarie della popolazione, su quale sia la progettualità dell’Areus e sul ruolo dell’Ats nelle attività di committenza e nella centralizzazione dei servizi».

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato la parola a Pierfranco Zanchetta (Cristiano popolari socialisti) per illustrare l’interpellanza 364. Il consigliere ha riaffermato la necessità di dare attuazione alla riforma della rete ospedaliera, da lui votata perché convinto potesse dare nuovo impulso e a migliorare la sanità nelle aree disagiate. Pierfranco Zanchetta ha affermato che «regna incertezza sull’esecutività della riorganizzazione della rete ospedaliera. E’ passato troppo tempo – ha detto – e oggi noi abbiamo necessità di risposte e certezze. Non è più rinviabile». Il consigliere ha poi ricordato cosa prevedesse la riorganizzazione per le aree disagiate: «Il Presidio di zona disagiata deve essere dotato: di un pronto soccorso presidiato H24 da un organico medico dedicato all’emergenza-urgenza, preferibilmente inquadrato nella disciplina specifica così come prevista dal decreto ministeriale 30 gennaio 1998 e, da un punto di vista organizzativo, integrato alla struttura complessa del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l’aggiornamento relativo; di una unità di degenza di 20 posti letto di medicina generale con proprio organico di medici e personale sanitario non medico; di una chirurgia elettiva a media/bassa intensità di cura che effettua interventi in day surgery e/o week-surgery, con attività non prettamente di urgenza, ma che assicura, con proprio personale medico, anche attraverso l’istituto della pronta disponibilità, l’urgenza di bassa/intermedia complessità risolvibile in loco e che svolge la propria attività in stretto raccordo con il pronto soccorso. Il team chirurgico è in grado di disporre delle professionalità necessarie ad affrontare nelle 24 ore l’emergenza chirurgica secondo i protocolli di trattamento. L’area di degenza è organizzata in un unico modello di ricovero (con procedure di ricovero a ciclo continuo), dove è prevista un’area di degenza modulare (modulo di area medica e modulo di area chirurgica dotata di posti letto aggiuntivi) a sviluppo preferibilmente orizzontale; sono presenti un’area per gli esami di diagnostica di laboratorio; un servizio di radiologia con trasmissione di immagine collegata in rete al centro HUB o SPOKE più vicino, di anestesia, di farmaceutica e di emodialisi, un’emoteca, nonché gli ulteriori servizi specialistici di supporto alle attività internistiche e chirurgiche. L’Atto aziendale disciplina le modalità di rinforzo del Pronto soccorso negli ospedali di zona disagiata soggetti per stagionalità a forti variazioni di utenza. Negli ospedali di zona disagiata insulare sono assicurati tre posti letto tecnici aggiuntivi di pediatria; è confermato altresì il servizio di camera iperbarica».

Il presidente ha poi dato la parola a Marco Tedde (FI), per l’illustrazione della mozione 435. «Credo – ha detto – che oggi il Consiglio regionale si avvii a celebrare il crepuscolo della dignità della sanità sarda. Abbiamo mozione di sfiducia e una mozione di censura che sarà seguita da un ordine del giorno censorio che arriva da un gruppo di maggioranza. E’ un fatto di un peso politico straordinario. Assessore Luigi Arru ne deve prendere atto». Marco Tedde ha poi aggiunto che «questo quadro nasce a febbraio 2015 ricordo alcuni consiglieri di maggioranza tra i quali il presidente della Commissione Sanità avevano chiesto la rimozione dell’assessore della Sanità». Marco Tedde ha affermato che «la nostra mozione è di sfiducia anche se punta sul problema della patologia diabetica». Un problema che sta a cuore a tutta l’Assemblea e che l’assessore ha affrontato in maniera del tutto insufficiente con una gestione, secondo Tedde, inadeguata. Marco Tedde ha poi ripercorso la vicenda dell’acquisto dei sensori sottocutanei per la misurazione della glicemia, sottolineando in conclusione che «nonostante i nuovi dispositivi siano stati inseriti nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, nei Livelli essenziali di assistenza ed abbiano ottenuto la medesima classificazione dei dispositivi tradizionali più costosi già in uso e distribuiti in convenzione dal SSN e regionale, i nuovi strumenti per la cura della patologia diabetica non vengono di fatto forniti gratuitamente ai pazienti sardi». E che «ad oggi l’Amministrazione regionale non ha assunto atti amministrativi idonei a far seguire i fatti alle parole e agli impegni assunti dall’assessore regionale dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale. E che alla luce di quanto dichiarato dall’assessore regionale dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale la mancata distribuzione dei nuovi dispositivi per il monitoraggio della glicemia dipende esclusivamente dalla mancanza di volontà politica da parte dello stesso assessore e dell’Amministrazione regionale». «Con questa mozione – ha detto Marco Tedde – impegniamo il presidente Francesco Pigliaru a prendere atto della discutibile e dannosa gestione delle problematiche sanitarie in Sardegna e, in particolare, di quelle relative ai diabetici sardi e revochi con decorrenza immediata l’incarico assessoriale con conseguente rimozione dell’assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale; di intervenire presso l’assessorato regionale dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale allo scopo di dare seguito agli impegni assunti qualche mese fa dall’Assessore, circa la distribuzione gratuita ai diabetici sardi dei dispositivi per il controllo ed il monitoraggio della glicemia; e che anche in Sardegna, come in tutte le regioni italiane, siano rimborsati i nuovi farmaci per la cura del diabete di tipo 2 in grado di minimizzare le pericolose ipoglicemie».

Per il consigliere di Forza Italia c’è «una gestione complessiva della sanità sarda non dignitosa: lo dice anche una parte della maggioranza, lo dicono le associazioni degli ammalati, i medici e non». Marco Tedde ha esortato l’assessore a un atto di responsabilità: «Se si dimette ora avrà il nostro ringraziamento e di tutta la sanità sarda e dei pazienti sardi». 

Dopo l’on. Marco Tedde ha preso la parola l’on. Edoardo Tocco (FI), secondo cui «questo per l’assessore Luigi Arru è l’epilogo di una situazione della sanità sarda che ormai è arrivata al collasso e all’implosione. E’ il punto definitivo della legislatura, il punto di caduta della Regione: sarebbe meglio quasi evitare le sue dimissioni per arrivare alla distruzione definitiva, con noi sulla sponda del fiume ad aspettare. Sarebbe meglio se i colleghi della maggioranza parlassero in quest’Aula e non nei corridoi». L’oratore ha ricordato la vertenza Aias, «con 3 mila sardi senza stipendio da 11 mesi» e ha parlato anche della chiusura del reparto di Chirurgia Plastica al Brotzu «per favorire il policlinico universitario: posso essere anche querelato, non ho paura».

Sempre per Forza Italia è intervenuto l’on. Mariano Contu, che ha detto: «In tutti questi anni non ci avete mai dato idea di come si faccia una programmazione sanitaria che risponda ai bisogni della popolazione ed è ora del tutto normale che dalla maggioranza, dai banchi del Partito dei Sardi, arrivi questa richiesta di dimissioni. Fino a oggi avete soltanto disatteso gli atti di programmazione del Consiglio regionale».

Per l’on. Raimondo Perra (Socialisti), presidente della commissione Sanità, «è bene però ricordare che siamo partiti da un disavanzo spietato che raggiungeva quasi i 400 milioni e con il ministero che era già pronto a commissariarci. Se non ricordiamo questo diventa difficile affrontare il dibattito odierno: abbiamo rischiato la chiusura di 5 ospedali con l’applicazione del DM70, se solo il ministero avesse inviato un commissario». Per l’oratore «il Consiglio regionale ha già approvato la riforma della rete ospedaliera e la commissione ha fatto sforzi enormi ascoltando tutti e cercando di sardizzare i contenuti del DM70. Noi sappiamo che non è tutto a posto ma sappiamo anche che non esiste la riforma che accontenta tutti né esiste la riforma che subito dimostra la sua validità. Dobbiamo avere pazienza: siamo usciti da un tunnel».

Di opposto avviso Forza Italia, con l‘on. Stefano Tunis (FI) che ha premesso di «interpretare in modo preciso l’intento della mozione: serve processare un uomo ma le decisioni strategiche assunte dalla maggioranza e in ultima sede dal presidente della Regione». Per l’on. Stefano Tunis «è bene che il presidente Francesco Pigliaru sappia che sarà un altro il candidato presidente della Regione e lei che oggi pone la fiducia sarà indicato a breve come l’unico responsabile. Rassegni ora le dimissioni e liberi questa assemblerà dal peso: nessuno si spaventa se lei davvero si dimette oggi. Siamo qui per suggerirle con passione di fare questo e avere poi una campagna elettorale leale: a nessuno della attuale maggioranza sarà consentito dire che è venuto dallo spazio. Chi viene dopo di lei non potrà fare la vergine». Rivolto ai colleghi del Partito dei sardi ha detto: «Scegliere da che parte stare, se siete disposti a costruire un futuro diverso per quest’Isola».

Per l’on. Angelo Carta (PSd’Az) «non va bene cercare capri espiatori e l’analisi dei mali della Sanità sarda non ci consente di approcciare il tema come ragazzini davanti al primo sacramento. Nessuno è indenne perché tutti hanno usato la sanità, per fini legittimi ma che non sempre sono coincisi con gli interessi generali del popolo sardo. Non assolvo oggi Luigi Arru e Francesco Pigliaru, che hanno proceduto senza gradualità alla nascita dell’azienda unica della salute. Oggi avrei voluto indagare qui anche sulle responsabilità del dottor Fulvio Moirano, che non avete tenuto sotto controllo. Non voterò la mozione perché, ripeto, non credo nei capri espiatori ma resta tutta la responsabilità di tutta la maggioranza nell’aver fatto scelte del tutto sbagliate».

Ha preso poi la parola l’on. Marco Tedde (FI), che ha detto: «Nessuno può negare che siamo arrivato all’ultimo gradino dei valori della Sanità dell’ultimo decennio con liste d’attesa di 255 per una mammografia e 127 per una tac. E’ al collasso anche il sistema 118, che è la colonna portante della sanità, mancano decine di medici nelle postazioni medicalizzate. Nel mentre il deficit generale della Sanità sarda cresce: ci vuole chiarire l’assessore Luigi Arru quali sono i numeri economici esatti dello sfascio della Sanità sarda? Già nel 2015 la maggioranza aveva chiesto la rimozione dell’assessore: non è un caso”. Per il consigliere algherese “è del tutto inappropriata la gestione delle patologie diabetiche».

Per il Pd ha preso la parola il vice capogruppo, on. Roberto Deriu, secondo cui «il Consiglio avrebbe dovuto occuparsi della spesa sanitaria invece che occuparsi di quella malattia, di quella medicina mancante, di quell’affaruccio di periferia, perché ciò è fondamentale nella vita di un consigliere. Tutto ormai è purtroppo ridotto alla personalità dell’assessore o del presidente e noi, sia chiaro, non celebreremo un processo pre-giacobino in attesa che arrivino i giacobini che nei fatti stiamo invocando. Oggi celebriamo invece un processo alla nostra incapacità di essere assemblea legislativa e non siamo stati capaci nemmeno di leggere i dati economici della gigantesca spesa della Sanità sarda. Non considero utili argomenti come la rimozione di un assessore se non siamo stati in grado di dire ai sardi come sono stati spesi i soldi della Sanità, se si poteva risparmiare e come».

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’Az) «sarebbe bello se il presidente Francesco Pigliaru andasse in giro per gli ospedali sardi a vedere come sono ridotti. A luglio del 2016 fu approvata la riforma sanitaria e io mi astenni per darvi fiducia. Ora posso dire che la vostra riforma è stato un disastro, nei pochi tratti in cui è stata applicata». Sull’elisoccorso l’on. Giovanni Satta ha detto: «Noi abbiamo un elicottero ogni 500mila abitanti e in Lombardia sono 9 milioni con cinque elicotteri. Non ditemi che noi abbiamo una geografia particolare perché in Lombardia, se è per questo, ci sono le Alpi e i laghi».

Per i Riformatori sardi è intervenuto l’on. Michele  Cossa, che ha invitato l’assessore Luigi Arru a fare lo speaker: «Lei si è distinto per annunci in questi anni, è stato bravissimo. Ma la realtà la contraddice perché quasi nulla di quello che ha annunciato è stato fatto. Per i primi tre anni è campato sui disastri che ha trovato e presumo che il suo successore per i primi tre anni camperà sui disastri lasciati da lei». L’ex sindaco di Sestu ha detto che «la gestione della Asl unica è disastrosa, mancano perfino i libretti pediatrici per i neonati. E’ tutto il sistema che si è incartato e abbiamo voglia noi di costituire commissioni di inchiesta se lei, assessore Arru, non mette mano ai problemi concreti. Siamo davanti a un’incompetenza manifesta in tanti settori della Sanità, spesso causate non da mancanza di fondi ma da incapacità organizzativa. E tutto questo produce un supplemento di pena inaccettabile per i malati e i loro familiari: vi rendete conto che per una colonscopia bisogna attendere 18 mesi? E’ allucinante quanto la situazione dell’Aias, dove le prestazioni aggiuntive sono imposte dall’Asl e poi contestate da chi le ha imposte».

Giorgio Oppi (Udc) ha parlato di “massima involuzione della sanità in Sardegna” ed ha affermato che “sono scontenti malati, medici e cittadini”. L’esponente della minoranza ha ricordato le “lunghe” liste d’attesa ed ha preannunciato il potenziamento del Cup “solo in prossimità delle scadenze elettorali”. GiorgioOppi ha criticato le scelte strategiche («la asl unica non è la soluzione per la sanità sarda») e ha definito “disordinata” la gestione del manager Ats. «La sanità sarda – ha tuonato il leader Udc – cade a pezzi e mancano persino i medici». Il consigliere scudocrociato ha inoltre criticato la politica degli annunci per l’apertura del Mater Olbia («abbiate il coraggio di dire che nel 2018 non si potrà aprire») ed anche la gestione della vertenza Aias («Fulvio Moirano ha scelto pessime persone nei posti più importanti»).

Emilio Usula (Rossomori) ha ricordato il voto contrario “alla riforma sanitaria perché  incoerente rispetto ai fabbisogni dei cittadini e dei territori”. Il consigliere che si è dichiarato “non in maggioranza ma non in sintonia con l’opposizione” ha annunciato il voto favorevole alla mozione n. 424 (Cherchi e più) ma non a documenti di sfiducia nei confronti dell’assessore. «Davanti a disservizi e carenze – ha però dichiarato Emilio Usula – abbiamo visto fare spallucce e persino le riunioni in commissioni sono state percepite dall’assessore soltanto come incombenze e non come momenti di confronto». Sulla vertenza Aias, Emilio Usula ha parlato di «contraddizioni e aspetti inquietanti» ed ha evidenziato la «situazione disperata in cui versano i 1.300 lavoratori»”.

Luigi Ruggeri (Pd) ha invitato il Consiglio a «ragionare sul merito degli argomenti» e non già a confrontarsi sulla sanità in generale e sulle politiche della giunta. L’esponente della maggioranza ha difeso l’operato dell’assessore in ordine alle iniziative per le cure del diabete («nel 2014 abbiamo la costituito la consulta diabetologia per mettere in rete esperienze vigenti nella regione») ed ha affermato che “il problema vero è quello dei farmaci biosimilari, considerato che la Sardegna è il luogo dove sono meno utilizzati».

«In troppi ormai parlano di malasanità – ha dichiarato Antonello Peru (Fi) – e nessuno della minoranza ha piacere di parlare di sfiducia e censura all’assessore». Il consigliere della minoranza ha ricordato la mozione discussa in Aula lo scorso 14 marzo e gli impegni disattesi dall’assessore sui misuratori della glicemia (free style e freestyle). Antonello Peru ha inoltre invitato l’assessore a fornire chiarimenti sugli annunciati tagli nella Medicina e Chirurgia dell’Aou di Sassari.

Eugenio Lai (Art. 1 – Sdp) ha dichiarato in apertura del sui intervento il voto contro la sfiducia: «Non è corretto addossare sull’assessore Luigi Arru le responsabilità di ciò che non va nella sanità sarda». Il consigliere del centrosinistra ha ricordato quella che ha definito «una drammatica eredità ricevuta dal centrodestra” ed ha evidenziato le “ormai prossime stabilizzazioni, i concorsi per assumere nuovo personale e l’attivazione dell’elisoccorso». Sul caso Aias, a giudizio di Eugenio Lai, l’assessore Luigi Arru «si è dimostrato coraggioso nell’interpretare la volontà del Consiglio regionale» e si è detto favorevole alla costituzione di una fondazione pubblica per garantire i servizi resi dall’Aias.

Particolarmente critico l’intervento del consigliere del Pds, Roberto Desini, che ha affermato di intervenire in Aula «da cittadino libero, da consigliere regionale libero che non ha in quota primari, né assunzioni, né trasferimenti di personale amico, né segnalazioni di imprese nelle forniture». Il consigliere della maggioranza ha ricordato l’attività di indirizzo e controllo condotta sulla Sanità (25 interrogazioni, 13 mozioni e 9 interpellanze) per affermare che «non c’è, dunque, da meravigliarsi, se i toni alle volte possono essere vibranti, perché conseguenze di atteggiamenti non corrispondenti alle sollecitazioni promosse in materia di sanità».

Ricordando l’affermazione dell’assessore Luigi Arru dell’agosto 2014 («non ho la maglietta di superman»), il consigliere Pds ha tuonato: «L’assessore, viste le bugie raccontate ai sardi, deve indossare quella di Pinocchio». Il consigliere Roberto Desini ha quindi rammentato con tono polemico le segnalazioni e le richieste di chiarimenti a suo tempo fatte, sugli interinali alla Asl di Sassari, sull’acquisto di macchinari obsoleti senza gara ed ha così concluso il suo duro intervento: «Le lacrime dell’assessore Luigi Arru in occasione dell’approvazione della riforma sanitaria ricordano da vicino quelle dell’ex ministro Fornero, mi auguro che per l’assessore non ci sia dunque un’altra esperienza politica».

Francesco Agus (Misto) ha criticato i termini della discussione («non è utile trattare tutti gli argomenti della sanità con tutti i consiglieri schierati nel gioco delle parti») ed ha affermato che «non tutte le criticità possono essere imputate all’azione politica di questa giunta e dell’assessore Arru». «L’eredità è stata pesante – ha dichiarato il consigliere della maggioranzae nonostante le difficoltà nessuno ha nostalgia dei manager che assumevano commercialisti o pensavano a gestire parcheggi negli ospedali». A giudizio di Francesco Agus il fallimento della commissione d’inchiesta sui costi della sanità è stata «un’occasione perduta per fare chiarezza sul sistema» ed ha ricordato le difficoltà nella gestione della sanità sarda anche per effetto dell’accordo sulle entrate ormai vecchio di dodici anni.

Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) ha accusato la minoranza di dare «un’impostazione sbagliata alla discussione» e di avere sbagliato «la strategia perché ci costringe a difendere il fortino». Il consigliere della maggioranza ha evidenziato «la pesante eredità ricevuta dal centrodestra» e l’impegno della Giunta e del centrosinistra «per mettere a posto le cose». Luca Pizzuto ha ricordato la contrarietà del suo gruppo «per la rimodulazione del progetto Mater Olbia» e i risultati positivi nel frattempo raggiunti con lo sblocco dei concorsi Ats e la «messa in ordine della vertenza Aias». «Difendo con orgoglio il lavoro fatto con la riforma sanitaria – ha spiegato Luca Pizzuto – che ha impedito l’applicazione del decreto ministeriale che si darebbe abbattuto sull’Isola come una mannaia che avrebbe cancellato nove ospedali». Il consigliere ha quindi chiesto delucidazioni sull’iter ministeriale della riforma ospedaliera ed ha così concluso: «Ho elementi di delusione nella gestione della sanità sarda ma voterò contro la sfiducia e darò fiducia all’assessore nella speranza che le criticità possano essere risolte positivamente».

«Tra qualche il consigliere Pizzuto avrà modo di coordinare le strategie della minoranza», così il capogruppo FdI, Paolo Truzzu, ha aperto il suo intervento e replicato all’esponente di Art. 1 – Sdp. Paolo Truzzu ha quindi ricordato le criticità della sanità sarda ed ha posto l’accento sulle responsabilità «di chi governa ormai da quattro anni e mezzo». A giudizio di Truzzu «è stata sbagliata la scelta della Asl unica” ed ha criticato «quelli della maggioranza che sfilano in strada con la fascia tricolore contro l’Ats e poi vengono in Aula a difenderla». «Assumetevi le responsabilità delle vostre scelte – ha attaccato Paolo Truzzu – perché la vostra è stata una scelta folle che ha tolto alla politica il ruolo di controllore e avete commissariato l’assessore della sanità e il presidente della Giunta con la nomina del manager Moirano». Il capogruppo del centrodestra ha concluso il suo intervento ricordando, a titolo esemplificativo, la situazione in cui versa l’ospedale Brotzu di Cagliari.

Il capogruppo Upc, Pierfranco Zanchetta ha ribadito i concetti espressi nell’illustrazione dell’interpellanza ed ha invitato l’assessore «a passare dalle parole ai fatti con la piena applicazione della rete ospedaliera». «La riforma non è un disastro – ha precisato il consigliere della maggioranza – ma ha elementi qualificanti dell’offerta sanitaria, l’urgenza è dare attuazione a quella riforma e l’assessore non può lasciare quest’Aula senza assumere quest’impegno nella formalità degli atti e non solo con le parole».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, in apertura del suo intervento, ha ricordato i dati forniti dal Consorzio per la Ricerca economica applicata in Sanità che assegnano alla Sardegna la maglia nera nella classifica della qualità dell’offerta sanitaria. «La vostra gestione ha fallito – ha detto Gianluigi Rubiu – registriamo una perdita di qualità e l’allungamento delle liste d’attesa. Alcuni territori tra i quali il Sulcis Iglesiente si trovano in forte difficoltà».

Rubiu ha poi contestato la mancata distribuzione dei micro diffusori di insulina ai diabetici («Sono strumenti che permettono ai pazienti di liberarsi dalla schiavitù dell’iniezione quotidiana) e la presa di posizione della Giunta sulla vicenda Aias: «Occorre dare risposte ai 1.300 dipendenti – ha affermato Gianluigi Rubiu – è falso dire che le fideiussioni sono fasulle. Sono state garantite dalla Banca d’Italia. Il 90 delle fideiussioni rilasciate nel nostro Paese sono fatte da assicurazioni straniere».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha annunciato il voto contrario alla mozione presentata dalla minoranza: «Voterò invece a favore di quella presentata da Augusto Cherchi (Pds) perché ne condivido i contenuti». Daniele Cocco ha poi sottolineato che in Aula si faccia il gioco delle parti. «Oggi contestate Luigi Arru ma se si dovesse votare la sfiducia alla Giunta anche voi sareste in difficoltà perché tra i 60 consiglieri presenti nessuno vuole andare a casa». Il capogruppo di Art. 1 – Mdp, dopo aver ricordato le difficoltà nel mettere mano alla riforma sanitaria, si è detto sicuro della possibilità di trovare una soluzione ad alcune questioni. «Moltissime delle istanze sollevate dalle mozioni possono avere risposta. Siamo comunque contrari a qualsiasi mozione di sfiducia o di censura».

Il presidente del gruppo del Partito dei Sardi Gianfranco Congiu, ricordando il lungo iter che portò all’approvazione della Riforma sanitaria, ha citato il contributo dato dal suo partito che nell’occasione presentò circa 80 emendamenti. «Sanità fa rima con dignità – ha detto Gianfranco Congiu – non solo quella dei cittadini sardi ma anche quella di noi consiglieri. La stessa che ha richiamato l’on. Deriu quando ha ricordato che questo Consiglio non è stato capace di incidere sulla spesa sanitaria e oggi chiede una mozione di censura. Quando si è discussa la riforma noi siamo riusciti a scongiurare l’applicazione del DM 70 in Sardegna».

Gianfranco Congiu ha poi sottolineato l’esigenza di spiegare il perché quella riforma non decolli e perché non si attuino gli ordini del giorno del Consiglio. «Noi con la nostra mozione stiamo ponendo due questioni che riguardano lo stop alla riforma della rete ospedaliera e la mancata assistenza ai diabetici. Non stiamo qui ad aprire un dibattito generale sulla Sanità. Diamo un senso politico a questi due argomenti. Ecco perché, registrata la convergenza dell’intero Consiglio, abbiamo deciso di convertire la mozione in un ordine del giorno  di censura. Ho lavorato per una riforma che non viene attuata, è coerente presentare un atto di censura».

Il presidente del gruppo Misto Annamaria Busia ha manifestato il suo imbarazzo per l’andamento del dibattito in Aula. «Io sono convinta che la riforma non può essere attuata perché è una riforma sbagliata. L’ho detto in tempi non sospetti illustrandone le ragioni. La responsabilità è di tutti coloro che l’hanno votata. Oggi c’è una situazione curiosa: le mozioni sono state presentate da chi era a favore e da chi l’ha contrastata. Questo dibattito è tardivo. Io chiesi le dimissioni dell’assessore quando denunciai un caso gravissimo che se fosse stato risolto avrebbe portato denaro in cassa e risolto una situazione che ha creato tantissimi problemi (Project Nuoro ndr). A cosa servono oggi le dimissioni di Luigi Arru? Adesso la situazione è drammatica, realtà come il Brotzu, prima considerate eccellenze, oggi presentano gravissime carenze. Sulla Brest Unit sta accadendo quello che avevo paventato: manca un team dedicato alla chirurgia della mammella come impongono le linee guida. Non voterò nessuna di queste mozioni. Non possono così come sono state impostate portare a una soluzione».

Il presidente del Pd Pietro Cocco ha difeso la riforma sanitaria: «Fare le riforme è sempre difficile, scatena la reazione di coloro che vogliono difendere lo status quo. Il tema dei diabetici è importante – ha detto Pietro Cocco – riguarda pazienti che hanno bisogno di essere seguiti e monitorati giorno per giorno. Occorre però fare chiarezza sul tipo di sensori di cui si parla. E’ interesse dell’assessore dare una risposta».

Sulla riforma della Rete ospedaliera, Pietro Cocco ha ricordato che l’attuale maggioranza ha avviato il riordino mettendo mano a un piano atteso da anni. «Oggi il sistema non funziona come dovrebbe, ma prima non andava meglio. Abbiamo avuto il coraggio di fare la riforma, abbiamo raccontato una nuova storia che però va seguita fino in fondo. Se non l’avessimo fatta avremmo subito le direttive nazionali. L’assessore ha però il dovere di spiegare il perché dei ritardi». Sul contenuto delle mozioni il presidente del gruppo Pd è stato chiaro: «Censure e ammissioni di fallimento non stanno né in cielo né in terra. Nessuno ha il titolo per farlo».

Secondo Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia, la difesa blanda fatta dall’Aula all’assessore è indicativa. «I numeri del ministero della sanità ci collocano agli ultimi posti in Italia. Che male vi hanno fatto i sardi che vi hanno pure votato? Nel 2014 avete tentato di fare una riforma costruendo una casa con materiali scadenti, facendoci credere che stavate costruendo la casa del futuro».

Alessandra Zedda ha poi contestato la scelta della Asl unica e l’accorpamento dei presidi ospedalieri. «Continuate inoltre a guidare le varie aziende con atti aziendali non rispettosi della normativa nazionale e regionale. Avete messo la Sanità nelle mani di due persone: il direttore generale dell’assessorato Giuseppe Sechi e quello dell’Ats Fulvio Moirano che vi hanno di fatto commissariato».

Alessandra Zedda ha poi rivendicato il ruolo svolto dalla minoranza: «Siamo stati gli unici coerenti. Nessuno dai banchi dell’opposizione è stato in grado di imporsi a questo disastro. La spesa è cresciuta a dismisura. A San Gavino si è passati da uno a tre dipartimenti». In conclusione del suo intervento, l’esponente della minoranza ha fatto riferimento alla vertenza Aias: «E’ possibile che Fulvio Moirano non sapesse che la Regione ha cambiato tesoriere e per questo c’è stato un ritardo nel trasferimento delle risorse. Aias ha tutte le ragioni a dire di non essere stata pagata».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dato la parola per la replica all’assessore alla Sanità Luigi Arru: «La riforma era necessaria perché i conti della sanità sarda erano fuori controllo – ha detto Luigi Arru – il Mef chiedeva un intervento. La Rete ospedaliera è una norma, ma è vero che il Mef ci ha chiesto documenti per capire se rispondeva ai Lea. Ci hanno fatto osservazioni per capire se si garantivano alcune prescrizioni del Dm70». L’assessore ha poi difeso l’operato della Giunta elencando una serie di interventi finalizzati a porre rimedio a una situazione di inefficienza che si trascina da anni: «La Riforma era necessaria perché avevamo un disavanzo di 400 milioni di euro. Oggi stiamo resistendo al tentativo di altre regioni speciali di farci entrare in un piano di rientro formale. Noi abbiamo resistito, perché questo avrebbe bloccato il turnover e comportato il ricorso ai ticket. Il disavanzo non è comunque aumentato».

Sul problema della mancata distribuzione dei micro diffusori ai diabetici, Luigi Arru ha ammesso le difficoltà nell’applicazione della delibera, ma ha ricordato il giudizio dato da un istituto di monitoraggio secondo il quale la rete sarda è una delle migliori a livello nazionali.

L’assessore infine ha parlato dei risultati ottenuti con l’avvio dell’elisoccorso e della riorganizzazione della rete oncologica. «Ci sono problemi e non l’abbiamo negato, sulle liste d’attesa dovuto in gran parte alla presenza di tanti lavoratori a tempo. Un problema che stiamo risolvendo con 500 stabilizzazioni e 500 nuove assunzioni».

Sul Mater Olbia l’assessore ha spiegato che «in due mesi è stato fatto ciò che non si è fatto in 10 anni: «Non è responsabilità nostra se sono stati cambiati tre partner scientifici».

Per quanto riguarda la vicenda Aias, Luigi Arru ha ribadito che la Regione ha sempre messo i soldi a disposizione. «La stessa Aias dichiara di aver ricevuto 150 milioni in questa legislatura. Non c’è correlazione tra il mancato pagamento degli stipendi e i ritardi nelle erogazioni. Il contenzioso riguardava 42 milioni. Poi sono diventati 15 milioni sui quali abbiamo chiesto una fideiussione. Le famiglie sono alla fame non per colpa della Regione». Rispondendo, infine, al consigliere Roberto Desini (Pds) Luigi Arru ha detto: «Non sono Pinocchio, ci ho messo sempre la faccia».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dato la parola ai presentatori delle mozioni per le repliche.

Augusto Cherchi (Pds) si è dichiarato insoddisfatto delle risposte della Giunta: «Perché il Ministero fa rilievi sui Lea se non li monitorizza dal 2010? Lo avete ricordato al Ministero?». Sul disavanzo Augusto Cherchi ha citato  la sentenza della Consulta del 2015 in cui si dice che lo Stato italiano non ha competenza sulle norme finanziarie delle regioni che si pagano per intero la Sanità mentre per il problema dei micro diffusori ai diabetici ha affermato: «Perché fare una delibera per assicurare i freestyle a 3.000 pazienti? Ci sono 12mila sardi che potenzialmente ne hanno bisogno. Ci siamo accodati alla gara del Piemonte per acquistare i diffusori. Il lotto 5 è stato sospeso per due volte». Augusto Cherchi ha quindi concluso: «La Riforma va applicata, ci piaccia o no è la nostra riforma, però ho posto un altro problema sull’adeguamento degli atti alle leggi approvate in Consiglio. La legge 17 impone vincoli sugli atti di programmazione che non possono essere delegati ai direttori generali».

Anche Michele Cossa (Riformatori) si è dichiarato insoddisfatto: «E’ vero che la croce non può essere caricata tutta sulle spalle dell’assessore Arru. A lui rimproveriamo 5 anni di gestione in cui la situazione è peggiorata. Le riforme sono indispensabili, ma forse sono state fatte tardi e in modo sbagliato, altrimenti non si spiegherebbe lo stato del sistema e la percezione che ne hanno i cittadini. Aumentano i viaggi della speranza, chi se lo può permettere va a curarsi fuori perché non si fida dei sanità sarda. Un ruolo devastante lo ha giocato l’attacco alla sanità cagliaritana. La vergogna del Brotzu incide pesantissimamente».

Cossa ha poi rimproverato l’assessore per non aver detto cosa farà degli atti aziendali una volta che arriverà la risposta del Ministero sulla riordino della Rete ospedaliera e per non aver chiarito i termini della riorganizzazione del personale: «Vanno bene le stabilizzazioni ma il problema è assorbire personale o efficientare le risorse umane presenti nelle aziende sanitarie? La sfida è questa».

Insoddisfatto anche il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta: «Credo si debba partire dai più deboli che hanno difficoltà di mobilità e necessitano di attenzioni. La mia insoddisfazione nasce per il fatto che ha trascurato questo aspetto».

Pierfranco Zanchetta ha poi rimarcato la necessità di dare attuazione agli atti del Consiglio: «Occorre riconoscere il lavoro del Parlamento sardo. Il Trentino Alto Adige ha bandito concorso per nuovo manager della sanità dopo la cacciata del precedente che non rispondeva alle richiesta del corpo sociale».

Per Marco Tedde (Forza Italia) le risposte dell’assessore sono insufficienti:«Fare riforme è difficile, lo sappiamo, ma è stato molto semplice arenare quella riforma.

Il collega Roberto Desini sbaglia a definire Luigi Arru “Pinocchio”. «Lui e Francesco Pigliaru sono piuttosto paragonabili al Gatto e alla Volpe». Secondo Marco Tedde la sanità non si gestisce con i sofismi ma con scelte politiche. «Quando le scelte mancano le riforme si arenano. Per quale motivo il Ministero deve dare il placet sulla riorganizzazione della Rete ospedaliera? Il Mef deve dare risposte solo sul Mater Olbia. Si vuole fare lo stesso che si è fatto per il presidio di Alghero Ozieri, si dice che sarà fatto entro il 2018 e poi non viene avviato nessun procedimento. E’ una presa in giro per tutti gli abitanti di quei territori».

Duro il giudizio di Marco Tedde anche sull’Aias: «Avete parlato di fideiussioni farlocche, è bene che andiate in Procura, fate l’opposizione ai decreti ingiuntivi oppure pagate. In questo modo Aias potrà pagare i dipendenti. Le prestazioni vanno pagate. Ci sono costi di esercizio. Smettetela con questi artifizi e questi raggiri».

Al termine delle repliche il presidente Ganau ha chiesto chiarimenti sulla natura dell’ordine del giorno presentato: «E’ unitario o invece si tratta invece di un odg di censura presentato da una sola parte politica? Se non è unitario non può essere discusso prima di tre giorni».

Il capogruppo di forza Italia Alessandra Zedda ha chiesto dieci minuti di sospensione che sono stati accordati.

Alla ripresa dei lavori il presidente Gianfranco Ganau ha preso atto della mancanza di un odg unitario e ha quindi messo in votazione le singole mozioni partendo dalla n. 424 (Cherchi e più).

Per dichiarazioni di voto è intervenuto il consigliere Piermario Manca (Pds): «Apprezziamo la passione dell’assessore, ma noi abbiamo chiesto risposte su due problemi e su questo insistiamo. Lei non ha risposto, abbiamo votato la riforma e pretendiamo che sia applicata. Non stiamo dicendo cose stratosferiche, non siamo dei marziani».

Per Alessandra Zedda: «Non è un buon lavoro quando si chiudono reparti come il Marino o si declassa il Brotzu. L’assessore inoltre non ha mai risposto sulla chirurgia plastica – ha detto – per non parlare della sanità privata. I Centri di riabilitazione si lamentano: anche questi sono dei pazzi? In un territorio come la Sardegna non è pensabile accorpare 200mila prestazioni». 

Il consigliere Roberto Desini (Pds) ha dichiarato voto favorevole alle mozioni su rete ospedaliera e diabetici e si è rivolto direttamente al presidente della Giunta: «Non è un discorso di lealtà e fedeltà alla maggioranza ma di onestà intellettuale». A favore anche il consigliere Peru (Fi) che ha invitato l’assessore a chiarire sui tagli ai reparti di gastroenterologia, medicina, chirurgia e lungo degenze nella Aou di Sassari. La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha dichiarato voto di astensione mentre Giorgio Oppi (Udc) si è dichiarato a favore ed ha replicato alle dichiarazioni dell’assessore: «È poco informato, perché la spesa farmaceutica è peggiorata e non è vero che mancano ristrutturazione da trent’anni». Voto favorevole per tutte e tre le mozioni è stato dichiarato dal capogruppo FdI Paolo Truzzu («Ringrazio Luigi Arru perché mi ha convinto a votare anche quella di sfiducia»).

Posta in votazione è stata approvata (45 sì su 45 votanti) la mozione n. 424 (Cherchi e più che impregna il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore Luigi Arru«a riferire in Aula in ordine alle problematiche sopra esposte e sugli specifici atti di organizzazione e amministrativi adottati dalle aziende sanitarie regionali in contrasto con il documento di ridefinizione della rete ospedaliera approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 25 ottobre 2017; e ad assumere ogni iniziativa necessaria al fine di ricondurre l’attività delle aziende sanitarie regionali nell’alveo della legittimità e della conformità alle norme legislative e ai documenti approvati dal Consiglio regionale in materia».

Approvata (42 sì su 43 votanti) anche la mozione n. 427 (Cossa e più) che impegna presidente e assessore a riferire in Aula su:

«1) sulla vigenza o meno del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera approvato dal Consiglio regionale in data 25 ottobre 2017; 2) sulla veridicità delle notizie di stampa secondo cui il ministero della Salute avrebbe richiesto molteplici chiarimenti di merito sul provvedimento;

3) su quali siano, in particolare, gli aspetti del provvedimento che necessitano di approfondimenti e di chiarimenti e che stanno ritardando la conclusione della verifica di coerenza ai sensi della legge n. 164 del 2014 da parte del Ministero della salute;

4) su quali siano i tempi previsti e concordati per il completamento della fase di verifica da parte del Ministero della salute;

5) su quali siano le azioni che la Regione sta eventualmente ponendo in essere per accelerare tale verifica di coerenza da parte del Ministero;

6) su quale sia l’attività di monitoraggio regionale e quale sia il risultato del monitoraggio stesso in merito alla coerenza degli atti assunti dai direttori generali delle aziende rispetto ai contenuti del piano;

7) su quali siano le azioni che la Giunta regionale intende porre in essere per rafforzare il filtro della sanità territoriale, potenziando la medicina d’iniziativa e il sistema della presa in carico della cronicità;
8) su quali siano le attività di riorganizzazione del sistema della continuità assistenziale e dell’emergenza urgenza, per adeguarli alle nuove esigenze sanitarie della popolazione;

9) su quale sia la progettualità dell’AREUS;

10) sul ruolo dell’ATS nelle attività di committenza e nella centralizzazione dei servizi».

 La capogruppo di Fi, Alessandra Zedda, ha dichiarato voto favorevole alla mozione 435 (Tedde e più): «Abbiamo totale sfiducia totale nell’operato del presidente Pigliaru e di tutti coloro che sono parte dei questa maggioranza». A favore anche Marco Tedde (Fi): «Anche il presidente Francesco Pigliaru ha capito che le politiche sanitarie sono miseramente fallite». Contraria Rossella Pinna (Pd): «Non per partigianeria ma nemmeno perché va tutto bene, il punto è che i cambiamenti richiedono tempo ma andiamo nella direzione giusta». Il capogruppo Pds, Gianfranco Congiu, ha annunciato l’astensione dopo che il presidente Ganau ha respinto la richiesta di votazione per parti del documento. A favore si è espresso Edoardo Tocco (FI) e anche Giuseppe Fasolino (Fi), Antonello Peru (Fi), Giovanni Satta (Psd’Az) e Stefano Tunis (Fi). La consigliera Busia ha dichiarato voto di astensione e i segretari dell’Aula hanno proceduto con la chiamata nominale. Conclusa la seconda chiama, il presidente ha proclamato lo scrutinio: votanti 48, astenuti 6, favorevoli 14, contrari 28. Respinta la mozione, il presidente ha dichiarati conclusi i lavori ed ha preannunciato al convocazione del Consiglio al domicilio.