17 November, 2024
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Carbonia ospiterà la terza tappa di presentazione del manifesto “L’ora delle idee – il centro destra riparte dai giovani”. L’appuntamento è previsto venerdì 6 marzo, a partire dalle 17 e 30, presso la sala congressi del Lu’ Hotel. Nell’occasione verranno presentati i provvedimenti in materia di casa e famiglia, impresa e lavoro, giovani, cultura e internazionalizzazione elaborati dai giovani del centro destra. Idee e progetti che meritano di essere affrontati e inseriti nel dibattito politico al fine di uscire da questo momento di estrema difficoltà socio-economica. Al convegno interverranno i consiglieri regionali Pietro Pittalis, Ignazio Locci, Oscar Cherchi, Stefano Tunis, Antonello Peru, Marco Tedde, Alessandra Zedda, Giuseppe Fasolino, Alberto Randazzo, Edoardo Tocco e Paolo Truzzu. Le conclusioni verranno invece affidate all’ex Governatore e attuale consigliere regionale Ugo Cappellacci, al senatore Emilio Floris e all’europarlamentare Salvatore Cicu.

Nel corso dell’incontro verrà inoltre presentata la nuova comunità digitale “Azzurri2.0”.

Il via libera alla commissione all’istituzione di una commissione tecnica regionale per il decollo della Zona Franca e delle Zone ad Economia Speciale, con un organismo che possa analizzare le ripercussioni positive di uno strumento di politica economico finanziaria e di sviluppo, è stato dato stamane da un emendamento alla finanziaria proposto dal capogruppo di Sardegna Zona Franca Modesto Fenu ed approvato all’unanimità dal Consiglio regionale.
«Finalmente – esulta Fenu – il Consiglio regionale, senza pregiudizi, prende consapevolezza dell’importanza di questo strumento di politica economica e finanziaria, con presupposti che possono produrre un nuovo sviluppo dell’Isol.»
Il voto favorevole sull’emendamento, sottoscritto anche da Paolo Truzzu (FdI), Angelo Carta (Psd’Az) e Gianluigi Rubiu (Udc), è stato unanime. «Sarà – spiega Fenu – una commissione di consulenza e valutazione sull’attuazione della Zona Franca. La Giunta darà le direttive per il funzionamento del nuovo soggetto, ma si tratta di un passo in avanti di grandissima importanza che rende così possibile il varo di un organismo che possa approfondire i riflessi positivi dell’istituto e affrontarne serenamente le criticità operative, con uno studio sul modello economico e sociale che possa coniugarsi con la specialità della nostra Isola».
La commissione lavorerà gratuitamente, senza oneri aggiuntivi.
«E’ importante evidenziare – sottolinea Fenu – che con il voto dell’aula è stata certificata la volontà di tutti i gruppi politici, con il placet degli assessori Paci e Deiana. Il verdetto dell’aula si traduce in un fatto storico. La battaglia per la Zona Franca e le Zone ad Economia Speciale diventa in questo modo un obiettivo di tutte le forze politiche isolane rappresentate in Consiglio. Un evento che aumenta la determinazione e rafforza l’azione del Presidente, della Giunta e degli assessori competenti nel raggiungimento di questo storico obiettivo nell’interesse di tutta la Sardegna. Si tratta di una battaglia originaria del Partito sardo e ripresa dal Movimento Popolare per la Zona Franca, diventata una sfida decisiva per la rinascita della Sardegna. Il parere favorevole del Consiglio avvalora come il tema della zona franca sia un’opportunità strategica per la Sardegna. Siamo riusciti a dare centralità alla questione e di renderla non più obiettivo di pochi esponenti politici ma di tutti i rappresentanti politici del Popolo Sardo, privandola dei pregiudizi politici e facendo maturare nell’aula la necessità di affrontare serenamente le tematiche della fiscalità di compensazione e di un’agevolazione finanziaria che possa riequilibrare gli svantaggi oggettivi, territoriali e strutturali storici della nostra isola, certificati da tutti gli studi di economia che ci riguardano. Ora non ci illudiamo certo che la strada possa essere in discesa. La battaglia per l’istituzione della zona franca è solo all’inizio, ciò che è accaduto rafforza in noi la convinzione della indispensabilità del dialogo con tutte le forze politiche. Non occorre indietreggiare, viste le attese e le numerose opportunità legate al decollo dell’istituto economico. Di più. Proprio ora che il dibattito sullo strumento è tornato d’attualità è necessario comprendere quali situazioni possano produrre i vantaggi maggiori per la Sardegna, con ricadute positive per le imprese e l’occupazione dei giovani».

Consiglio regionale 35 copia

Il Consiglio regionale ha proseguito stamane l’esame degli articoli della Manovra Finanziaria ed è ormai ad un passo dall’approvazione definitiva.

In apertura di seduta è intervenuto il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, per segnalare al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, che nella Asl di Nuoro il commissario sembra abbia delegato i suoi poteri commissariali a un medico facente funzioni. «Si tratterebbe dell’ennesimo caso di illegittimità», ha affermato. Il presidente Francesco Pigliaru ha garantito che avrebbe verificato questa notizia.

Pittalis ha poi annunciato il ritiro degli emendamenti soppressivi totali e parziali.

L’Aula ha approvato l’emendamento 568 (Agus e più) uguale 812 (Alessandra Zedda e più) sulle scuole civiche di musica, a cui sono state aggiunte le firme di tutti i componenti della commissione, di Antonello Peru (FI), Modesto Fenu (Sardegna – Zona franca) e Emilio Usula (Soberania e Indipendentzia). Sull’emendamento è intervenuto anche l’assessore Paci che aveva valutato positivamente il testo che sopprime, al comma 10 dell’articolo 28, le parole “di cui euro 800mila”. Eliminando l’indicazione della quota destinata alla copertura delle spese correnti si rende più flessibile la gestione del finanziamento di 1.500.000 da parte delle scuole civiche di musica.

Sui sistemi bibliotecari sono stati ritirati gli emendamenti dopo che l’assessore ha dato la garanzia che sono disponibili i fondi compreso quello di Tempio. Soddisfatti il consigliere di Forza Italia, Giuseppe Fasolino, e Roberto Deriu (Pd).

Michele Cossa (Riformatori sardi) ha affermato: «Non deve sfuggire  che c’è una rete di biblioteche di notevole livello, che rischia ogni anno di scomparire e che sopravvive grazie alla buona volontà di bibliotecari e volontari. Credo che debba essere salvaguardato, bisogna avere una visione complessiva. Non ci possono essere biblioteche di serie a e di serie b».

Approvato anche  l’emendamento 271 (Truzzu e più), uguale a 587 (Giunta regionale) uguale a 647 (Pittalis e più), che sopprime il comma 11 che prevedeva “La dotazione del fondo unico per l’università diffusa nel territorio di cui all’articolo 12, comma 1, lettera a), della legge regionale n. 7 del 2005, è determinata, per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017, in euro 5.640.000 (UPB S02.01.009); alla ripartizione del predetto fondo concorrono: a) il Consorzio universitario per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale; b) il Consorzio Uno di Oristano”.

Su questo argomento è intervenuto Pittalis che ha chiesto il reintegro delle somme tagliate alle Università di Nuoro e Oristano per consentire il completamento dei corsi del iniziati nel 2014. Il capogruppo del Pd ha confermato che la discussione sull’argomento si riprenderà con l’emendamento alla Tabella C.

Il Consiglio ha poi approvato anche l’emendamento 275 (Truzzu e più) uguale a 588 (Giunta regionale) che sopprime anche il comma 13, che prevedeva “La dotazione del fondo unico per l’università diffusa nel territorio di cui all’articolo 12, comma 1, lettera a), della legge regionale n. 7 del 2005, è determinata, per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017, in euro 5.640.000 (UPB S02.01.009); alla ripartizione del predetto fondo concorrono: a) il Consorzio universitario per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale; b) il Consorzio Uno di Oristano”.

Via libera anche all’emendamento della Giunta regionale n. 582,  che sostituisce al comma 17 (inquilini morosi) l’importo di 900mila euro con “euro 820.000”.

Il presidente Ganau ha messo quindi in votazione il testo dell’articolo che è stato approvato. Il Consiglio ha quindi avviato l’esame degli emendamenti aggiuntivi.

Posto in votazione è stato approvato l’emendamento aggiuntivo 496 (Rubiu e più) che autorizza la spesa di 35.000 euro a favore dell’associazione culturale “Speleo Club Nuxis” per l’attuazione di un programma di promozione del turismo sostenibile. A seguire approvato anche l’emendamento della Giunta regionale n. 573 che al comma 2 dell’articolo 28 inserisce il comma 2 bis che così recita: «Le somme resesi disponibili sui bandi di cui alle leggi regionali 51\93, 12\2001 e 9\2002, purché presenti nelle scritture contabili, sono destinate alle medesime finalità nell’importo massimo di euro 12.000.000. Il relativo programma di intervento è approvato dalla giunta regionale con propria deliberazione su proposta dell’assessore competente per materia». Disco verde anche per un altro emendamento aggiuntivo al comma 2 che autorizza l’utilizzo delle somme sussistenti in conto residui impegnate a favore della Igea spa in liquidazione possono essere utilizzate per il pagamento dei lavori e delle prestazioni eseguiti negli esercizi 2013-2014. Spostato al Bilancio l’emendamento 603 (Alessandra Zedda e più), l’emendamento 679 è stato ritirato dal presentatore, Giuseppe Fasolino (Fi), dopo l’impegno assunto dinanzi all’Aula dall’assessore della Cultura e dello Spettacolo, Claudia Firino, a garantire le risorse necessarie per lo svolgimento dell’evento “Special Olimpics” in programma a Olbia i prossimi 12, 13 e 14 giugno. Approvato (dopo la ripetizione della votazione) l’emendamento della Giunta n. 571 che inserisce al comma 5 dell’articolo 28, il comma 5 bis che così recita: «Le somme non impegnate sul Cap S06.0740 – UPB S06.03.027 sono conservate nel conto dei residui per essere utilizzate per le medesime finalità nell’esercizio 2015».

L’Aula ha quindi proseguito con la votazione dell’emendamento 783 che non è stato approvato e il presidente del Consiglio ha annunciato il ritiro dell’emendamento n. 15. Mentre l’emendamento 468 è stato ritirato dal presentatore, Peppino Pinna (Area popolare sarda; ex Udc)  dopo le rassicurazioni fornite all’Aula dall’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, perché siano garantite le somme di 25.000 euro a favore dell’Abbazia benedettina di San Pietro di Sorres, per il rifacimento dell’impianto elettrico. Non approvato il 495 (Rubiu e più); il consigliere Marco Tedde (Fi) ha illustrato il contenuto dell’emendamento 545 che prevede stanziamenti a favore delle famiglie numerose. Il presidente del Consiglio ha ricordato il ritiro dei precedenti emendamenti sull’argomento a seguito delle dichiarazioni di impegno fatte in Aula dall’assessore Luigi Arru. Il consigliere Tedde ha però confermato l’emendamento che l’Aula non ha approvato.

Approvato, invece, l’emendamento 873, identico al 117 (Manca e più), che aggiunge il comma 8 bis, successivamente al comma 8 e che autorizza la Regione a stipulare convenzioni con l’Ente concerti Marilisa de Carolis di Sassari, nelle more dell’approvazione del documento di programmazione regionale in materia di spettacolo. Ritirato il 484 e non approvato il 516, decaduto il 517, è stato successivamente ritirato il 97 (Rubiu e più) al quale è collegato un emendamento sostitutivo parziale, il n. 869 a firma del consigliere del Pd, Antonio Solinas, che prevede lo stanziamento di 30.000 euro (nell’emendamento n. 97 erano 80.000) a favore dell’associazione speleologica della Sardegna. Il presidente del Consiglio ha quindi sospeso i lavori per qualche minuto ed alla ripresa, il consigliere Antonio Solinas, ha annunciato il ritiro dell’emendamento 869.

Il presidente della Seconda commissione, Gavino Manca (Pd), è quindi intervenuto per dichiarare l’accettazione dell’invito al ritiro dell’emendamento 116 ma ha invitato l’assessore della Programmazione a reperire le risorse per la valorizzazione del complesso scultoreo di Mont’e Prama, attraverso l’ampliamento e allestimento del museo civico di Cabras.

Il consigliere Oscar Cherchi (Fi) ha quindi annunciato il ritiro dell’emendamento 833 dopo le rassicurazioni dell’assessore Paci in ordine alla certezza delle risorse per il centro marino internazionale, controllato da Sardegna Ricerche.

Ritirato l’emendamento 16 è stato approvato l’emendamento 24 (Floris Mario, Uds-Sardegna) che autorizza la spesa di 50.000 euro per finanziare i tirocini formativi e di orientamento in seno all’amministrazione regionale. Con successive e distinte votazioni non sono stati approvati gli emendamenti 547; 835 e 549 mentre sono stati ritirati gli emendamenti 29, identico al 119.

Il presidente del Consiglio constatato che all’emendamento n. 5 (Lotto e più) e agli emendamenti 521, 520, 522, 425 e 120 è stato presentato l’emendamento di sintesi n. 883 (Lotto e più) che prevede lo stanziamento di una quota non inferiore a 300.000 annui, delle risorse allo stesso assegnate a valere sul fondo “Interventi regionali per l’Università” per il funzionamento della propria facoltà di architettura ad Alghero, l’ha posto in votazione. A sostegno della facoltà di architettura di Alghero è intervenuto, Paolo Truzzu (Fdi-Sardegna) e il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha annunciato la sottoscrizione dell’emendamento da parte di tutti i consiglieri del gruppo di Fi.

Il capogruppo del Centro democratico, Roberto Desini, ha quindi annunciato la sottoscrizione anche dei consiglieri di Cd e sollecitato da molti dei consiglieri presenti in Aula, addirittura la sottoscrizione di tutti i consiglieri regionali. 

Il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, in apertura del suo intervento ha però mostrato cautela ed ha dichiarato: «C’è un emendamento che stanzia fondi a una facoltà ma non spiega perché tali fondi sono assegnati». Il governatore ha invitato il Consiglio a specificare le motivazione del sostegno regionale pur riconoscendo che la facoltà di architettura rappresenta un’eccellenza in Sardegna. Il presidente ha quindi spiegato che sarebbe sempre opportuno indicare e specificare con chiarezza le ragioni per le quali si destinano delle risorse alle Università, e nel caso specifico si potrebbe fare riferimento ai buoni risultati raggiunti in credibili classifiche di merito. «La finanziaria – ha concluso Pigliaru – deve scrivere regole certe e di valore generale uguali per tutti».

Il consigliere Marco Tedde (Fi) ha rimarcato la qualità della facoltà di architettura di Alghero e l’opportunità di garantirne la sopravvivenza attraverso adeguati stanziamenti. L’esponente della minoranza ha quindi evidenziato come la Giunta non abbia dato seguito all’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale per gli stanziamenti a favore della facoltà di architettura di Alghero.

Il consigliere Mario Floris (Uds-Sardegna) ha dichiarato di condividere le dichiarazioni del presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, ed ha ricordato che quella di Alghero è un facoltà mediterranea, realizzata con l’Imedoc.

Il consigliere del Pd, Luigi Ruggeri, partendo dalle dichiarazioni del presidente Pigliaru ha svolto alcune considerazioni di carattere generale sui contenuti della legge finanziaria e ribadito il concetto della “responsabilità” come “parola chiave” della qualità di governo del centrosinistra. Ruggeri ha quindi ammesso alcuni “elementi di disagio” nell’articolo 28, ma – ha detto rivolto ai banchi della minoranza – viste le finanziarie approvate dal centro destra nella passata legislatura, nessuno può darci lezioni.

Il consigliere dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha ribadito l’esigenza di una puntuale verifica dei risultati sui temi della scuola, la formazione e l’università ed ha concluso denunciando “problemi” nei bilanci dell’università di Sassari.

Il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, ha quindi presentato un emendamento orale all’emendamento di sintesi 883 che indica nella “posizione di eccellenza attualmente raggiunta nelle classifiche nazionali”, la spiegazione della destinazione della somma di 300.000 euro al dipartimento di architettura di Alghero.

Il consigliere di Fdi-Sardegna, Paolo Truzzu, ha dichiarato voto a favore mentre il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha polemizzato con il consigliere del Pd, Luigi Ruggeri. «Siamo pronti – ha dichiarato il consigliere della minoranza – a confrontarci su ciò che è stato fatto nella passata legislatura ma è certo che nello scorso quinquennio sono state destinate risorse alle università sarde come era accaduto prima».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi dichiarato “acquisito” il parere positivo dell’Aula all’emendamento orale proposto dal presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, ed ha posto in votazione il testo completo dell’emendamento di sintesi 883 che è stato approvato.

Sull’emendamento n.55 è intervenuto il consigliere Truzzu (Fratelli d’Italia) che ne ha annunciato il ritiro segnalandone, però, la ratio: sostituire il parco macchine degli enti pubblici con mezzi elettrici. «E’ una questione legata alla riduzione dell’inquinamento atmosferico – ha detto l’esponente della minoranza – su cui dovremo ragionare attentamente».

Approvato invece l’emendamento aggiuntivo n.102, presentato dai consiglieri del Centro Democratico, Annamaria Busia e Roberto Desini che stanzia 100mila euro per l’organizzazione della Conferenza regionale dell’artigianato.

Piero Comandini (Pd) ha poi annunciato il ritiro dell’emendamento che proponeva lo stanziamento di 800mila euro a favore di cittadini extracomunitari arrivati in Sardegna e favorirne l’integrazione. «E’ necessario però mostrare più attenzione a questo tema – ha detto Comandini – si tratta di rifinanziare una legge del 1990 oggi ancora più attuale vista la drammaticità del quadro internazionale. Sarebbe  opportuno intervenire in un momento successivo per favorire l’integrazione dei lavoratori immigrati». Sul tema è intervenuto l’assessore al Bilancio, Raffaele Paci, che ha assicurato l’impegno della Giunta.

Il presidente Ganau ha poi messo in discussione l’emendamento di sintesi n. 868 presentato dalla Giunta regionale che stanzia 500mila euro per il riordino fondiario del Comune di Pauli Arbarei. La proposta ha ottenuto il via libera dall’Aula.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento 139, Truzzu e più,  che autorizza lo stanziamento di 500mila euro a favore del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale per l’estensione della rete irrigua nelle aree che comprendono i territori di Decimomannu, Villasor, Decimoputzu, e Villaspeciosa. Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, visto il parere negativo della Commissione, ha chiesto di conoscere la ragione per la quale si finanzia il riordino fondiario a Pauli Arbarei e invece si vuole bocciare la proposta dell’art. 139.

Sull’emendamento è intervenuto il primo firmatario Paolo Truzzu (FdI), promotore anche dell’emendamento a favore del Comune di Pauli Arbarei,  che ha spiegato l’importanza del riordino fondiario nel Comune della Marmilla. «Si tratta di finanziare un progetto pilota di riordino fondiario – ha detto Truzzu – che servirà d’esempio a tutta la Sardegna. In questo momento è più importante chiudere questa partita.»

Per Modesto Fenu (Zona Franca) le questioni sono diverse. «Si tratta di due problemi che penalizzano i territori: da una parte c’è un’eccessiva parcellizzazione delle aziende sarde per la quale è necessario accelerare i processi di riordino fondiario; nel secondo caso si è di fronte a territori penalizzati dai vincoli dei Piani di assetto idrogeologico che hanno compromesso lo sviluppo delle attività serricole ed orticole. Spostare le aree irrigue darebbe la possibilità di realizzare nuove aziende in territori non compromessi».

Favorevole all’emendamento anche Oscar Cherchi (Forza Italia): «La chiusura dei riordini fondiari  è importante. Ma non c’è solo il progetto di Pauli Arbarei. Occorre uno sforzo per consentire anche ad altri comprensori di procedere nella stessa direzione».

Sulla questione si è poi espressa l’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi che ha ribadito l’importanza dell’operazione di Pauli Arbarei: «La chiusura del progetto sarà utilissima – ha detto Falchi – come sarà importante intervenire anche nei comuni del Campidano. I due interventi sono però diversi: in un caso si tratta di riordino fondiario, nell’altro di estensione di area irrigua. La Giunta è impegnata a reperire risorse dal Piano di Sviluppo rurale e dal Piano irriguo nazionale».

Paolo Truzzu (FdI) ha poi difeso i contenuti degli emendamenti 140, 390, 391 e 392 che proponevano interventi per la messa in sicurezza del municipio di Desulo (a rischio crollo dopo le ultime nevicate); per il finanziamento della pesca (settore che ha subito tagli notevoli negli ultimi anni passando da una dotazione di 9 milioni a una di 1,5 milioni di euro9); per l’incentivazione degli orti urbani. Su questi temi, Truzzu ha chiesto più attenzione alla Giunta regionale.

Sull’ordine dei lavori è poi intervenuto Giorgio Oppi (Udc) che ha rivolto un appello all’Aula per la riduzione dei tempi e consentire l’approvazione della Manovra 2015ientro la fine della mattinata.

Il Consiglio ha poi approvato gli emendamento n. 401 e n. 409 proposti dai consiglieri del Gruppo Sardegna Truzzu e Fenu. Il primo stanzia 200mila euro a favore delle associazioni con provata esperienza nel campo degli scambi internazionali. Il secondo, firmato da tutta la Commissione, impegna la Giunta «ad approvare entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge finanziaria 2015 le linee guida per la diffusione dell’abbonamento impersonale ai mezzi di trasporto pubblico e forme di promozione della mobilità familiare».

Ritirato invece l’emendamento n. 454 (Fenu e più) che proponeva uno stanziamento di 10mila euro per la celebrazione della “Giornata della Bandiera sarda”. Fenu, ringraziato il Presidente del Consiglio per l’impegno preso in Conferenza di Capigruppo per la trattazione dell’argomento in modo più approfondito. «Esiste una legge istitutiva – ha ricordato Fenu – la nostra è la seconda bandiera dell’Italia, presente nella Costituzione. Una bandiera che ci identifica nel mondo e ci lega a tutte le dinastie reali d’Europa. Un vessillo utilizzato dalla Brigata Sassari, da partiti e movimenti politici, simbolo di un popolo di oltre tre milioni di sardi, residenti ed emigrati. La sua difesa diventa un monito nel momento in cui si vuole mettere in dubbio la nostra autonomia».

Il presidente Ganau ha poi messo in discussione l’emendamento n. 572 con il quale la Giunta proponeva l’individuazione di un soggetto specialistico per il supporto tecnico, economico e finanziario alla privatizzazione della Saremar.

Sulla questione sono intervenuti diversi consiglieri della minoranza. Pietro Pittalis (Forza Italia) ha espresso forti perplessità per una norma che autorizza consulenze esterne per lo svolgimento di un compito che potrebbe invece essere assolto dagli Uffici regionali. L’assessore Raffaele Paci ha spiegato che la norma prende atto di una disposizione di legge e non comporta costi aggiuntivi per la Regione, «Serve a accompagnare il processo di privatizzazione della Saremar».

Stefano Tunis (Forza Italia) ha giudicato inammissibile la mancata indicazione del costo della consulenza, mentre Luigi Crisponi (Riformatori) ha ricordato che in passato la liquidazione di enti importanti della Regione è stata affidata al personale interno. Attilio Dedoni (Riformatori) ha invece denunciato la mancanza di una copertura finanziaria e chiesto alla Giunta di indicare all’Aula la struttura o il professionista incaricato.

Marco Tedde (Forza Italia) ha infine definito “un’abnormità giuridica” la mancanza di copertura finanziaria e “scandalosa” l’individuazione di un professionista per legge. L’emendamento è stato ritirato.

Il presidente Ganau , dopo aver acquisito i pareri della commissione e della Giunta, ha aperto la discussione generale sull’art 28/bis (Istituzione del fondo per la legalità).

Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) ha affermato che, sulla proposta dei colleghi di Sel, aveva maturato in un primo momento una posizione favorevole ma poi, ha osservato, «se parliamo di legalità, bisogna farlo a 360 gradi senza retro pensieri perché legalità è anche fare buona politica e mettere i soldi a bando senza infilarli da qualche parte dentro la finanziaria in modo artificioso».

Il consigliere Luigi Luigi Crisponi (Riformatori) ha evidenziato il paradosso che vede il Consiglio parlare di legalità dopo de marchettibus, una contraddizione evidente. In questo articolo, ha detto, «sono spariti fra l’altro i fondi a sostegno del progetto del diario realizzato della Questura di Nuoro dedicato agli adolescenti, che ha ottenuto riconoscimenti a livello nazionale, è una autentica discriminazione»

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) si è detto colpito sia dalle finalità che dai contenuti dell’articolo «rivolto alla formazione dei giovani ed alla loro educazione civica ma in questo contesto c’è un il tentativo di infiltrare passaggi che non si possono condividere; bisogna dire basta alle sovvenzioni ad hoc in una legge come la finanziaria, anche perché associazioni che non hanno santi in paradiso nel centro sinistra ce ne sono davvero tante».

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha affermato che da una parte si richiamano temi che devono rappresentare gli obiettivi più alti della politica, «ma la legalità non è quella che raccontiamo ma quella che pratichiamo, legalità è rispetto della legge e dei cittadini e la legge non permette a nessuno di superare criteri oggettivi per assegnare risorse, come fa la finanziaria».

Il capogruppo di Sardegna Vera (Efisio Arbau) ha espresso una posizione favorevole all’articolo, respingendo ogni provocazione. L’iniziativa citata dal consigliere  Crisponi, ha detto, «è lodevole e può certamente trovare in altre sedi opportunità di finanziamento; quanto poi ai micro interventi sono figli di un meccanismo di governo della Regione che dobbiamo superare e ma per fare questo serve un grande lavoro, speriamo di portarlo a termine in questi 5 anni».

Il consigliere di Sel Luca Pizzuto, nelle vesti di capogruppo, ha specificato che «quando si parla di antifascismo c’è qualche difficoltà di comunicazione all’interno dell’Aula; non è una marchetta ma si sta finanziando un progetto unico a livello nazionale che ripercorre la vicenda dei deportati nei campi di concentramento, questo è il nostro schema di valori, legalità significa mafie, rapporto con l’ambiente, con il concetto di impresa ed giusto che si facciano attività».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ricordato che «il comunismo è l’altra faccia della medaglia della grande tragedia del Novecento, con intere popolazioni che si sono fortunatamente liberate da una ideologia materialista contraria all’uomo». Mi sarei aspettato dall’emendamento, ha proseguito, «la volontà di radicare nei giovani una memoria ben più ampia, a parte il fatto che di marchette ce ne sono non una ma due, perché tutti conoscono il collateralismo dell’Arci con la sinistra: perché non delegare questi compiti alla Giunta ed all’assessore della Cultura? La verità è che in questa finanziaria c’è di tutto e dovete assumervene la responsabilità».

Il consigliere Emilio Usula (Soberania-Indipendentzia) ha espresso parere favorevole manifestano però alcune perplessità sulla mancata concessione di fondi all’iniziativa della questura di Nuoro. Comunque, ha concluso, «ho avuto assicurazioni dalla Giunta sul sostegno a questo ed altri progetti».

L’assessore della Cultura Claudia Firino ha tenuto a precisare che il progetto della Questura di Nuoro ha acquisito caratura nazionale e può quindi contare anche su fondi nazionali, «con grande soddisfazione di tutti».

Il presidente ha messo in votazione gli emendamenti al 28bis. Pittalis è intervenuto per ritirare tutti i soppressivi totali, mentre sull’emendamento 103 ha chiesto il voto segreto. Il testo, presentato dal gruppo di Sel, è stato approvato con 24 voti favorevoli e 21 contrari. L’emendamento sostituisce il comma 1 con: «La Regione, per contribuire per contribuire all’educazione alla legalità, allo sviluppo dei valori costituzionali e civici e alla consapevolezza dei rischi legati alla criminalità organizzata, all’educazione ai valori della memoria storica e dell’antifascismo, all’educazione al rispetto dell’ambiente e della sostenibilità ambientale, anche promuovendo sistemi di economia locale e produzioni locali ecocompatibili, sostiene iniziative finalizzate alla formazione e all’aggiornamento dei docenti e degli altri operatori del sistema di istruzione e formazione, e al coinvolgimento degli studenti di ogni ordine e grado».

Nel comma 2 sono aggiunte le seguenti lettere dopo la lettera g: «H. L’organizzazione di eventi, manifestazioni, congressi, viaggi e iniziative varie per incentivare la nascita e lo sviluppo della coscienza civile circa i tempi della memoria storica e i valori dell’antifascismo», «I. La promozione di iniziative per diffondere negli studenti i valori della legalità nella cultura d’impresa, l’interrelazione tra i sistemi produttivi agroalimentari, le realtà che curano la biodiversità, le produzioni locali, l’artigianato e il piccolo commercio locale»; «J. Le iniziative e le manifestazioni di diffusione dell’educazione ambientale, anche con eventi di promozione della cultura ecologica, la piantumazione di alberi in aree periferiche, l’implementazione di tecniche di riuso e di riciclo». Il testo prevede inoltre dopo le parole “la spesa di euro 100.000 (UPB S05.06.001)” del comma 3 è aggiunta la frase: «Di cui euro 20.000 in favore dell’associazione Arci Sardegna per l’organizzazione del progetto “Treno della Memoria” su tutto il territorio regionale al fine di coinvolgere i giovani nell’autoformazione sui valori di cittadinanza attiva e coscienza civile».  

Il Consiglio regionale ha poi approvato il testo dell’articolo 28 bis e subito dopo l’articolo 29 (copertura finanziaria).

Prima della votazione dell’articolo 30 è intervenuto Mario Floris (Sardegna): «Credo che questa Finanziaria sia insufficiente, so che il presidente della Regione ce l’ha messa tutta come l’assessore Paci». Per Floris «è una Finanziaria della prima Repubblica, quando non c’era strategia, non c’erano obiettivi, c’erano i soldi e venivano dati a piaggia». «Oggi non ce lo possiamo permettere», ha affermato ricordando che nella Finanziaria non c’è stata la riduzione di un solo capitolo di spesa e ha esortato la Giunta e il Consiglio ad andare avanti con le riforme, soprattutto della pubblica amministrazione per eliminare gli sprechi. Critico anche sull’accensione del mutuo non collegata a una strategia. «Ho assistito a una maggioranza che agisce come si agiva nella prima Repubblica con l’attenzione ai propri campanili».

Il Consiglio ha poi approvato in rapida sequenza l’articolo 30 (entrata in vigore) e la Tabella A (indicazioni delle voci da includere nel fondo speciale di parte corrente per nuovi oneri legislativi). Sulla Tabella B è intervenuto Pietro Pittalis (FI), il quale ha annunciato il ritiro degli emendamenti soppressivi totali e ha denunciato che «per nuovi oneri legislativi non c’è nulla, non ci sono risorse per poter fare leggi». Pittalis ha aggiunto: «È inutile mandare avanti i presidenti delle Commissioni perché per i nuovi oneri legislativi ci sono zero euro. Gravissimo vulnus della Finanziaria – ha continuato – perché influisce sulle prerogative di quest’Aula di fare leggi».

Approvato il testo Tabella B (Indicazioni delle voci da includere nel fondo speciale di parte corrente per nuovi oneri legislativi).

Sulla Tabella C è intervenuto Roberto Deriu (Pd) ricordando che «essa contiene l’ultimo appuntamento della Finanziaria sull’Università. Nel corso dei numerosi interventi che si sono svolti sull’argomento, tra cui quello dell’on. Pittalis, abbiamo tutti quanti voluto concorrere a ridisegnare un sistema».

Per Deriu abbiamo un’offerta dell’Università diffusa sull’Isola che stenta a decollare, i sardi stentano a riconoscersi nelle Università sarde, visti i tanti che vanno fuori.

Deriu ha presentato un sub emendamento per  aumentare la dotazione dell’Università, sottoscritto da tutti i gruppi. Immediata la risposta del presidente della Regione Francesco Pigliaru, il quale ha affermato che l’Università diffusa è una priorità della Giunta che ha l’obiettivo di aumentare il numero dei laureati in Sardegna, ancora troppo basso. Il presidente ha invitato al ritiro del sub emendamento per lasciare la dotazione finanziaria a 6milioni 240mila euro. Deriu ha quindi ritirato l’emendamento.

Alla Tabella C (Importi da iscrivere in bilancio relativamente alle spese per le quali le vigenti norme fanno rinvio alla legge finanziaria) sono stati approvati due emendamenti il 579, che porta i fondi a zero  per l’anno 2015 l’importo per il servizio civile sardo, e il 581 che, per quanto riguarda le risorse per la contrattazione del personale e dei dirigenti dell’Ente foreste porta le cifre da 0 a 305mila per il 2015, 40 per il 2016 e 40 per il 2017. Approvato anche il 586 che aggiunge la voce “pubblica istruzione” e che prevede di destinare al fondo unico per l’Università diffusa sul territorio le somme di 5milioni 640mila all’anno per il triennio 2015-2017.

Il testo della tabella è stato approvato.

Approvata anche la Tabella D (importi da iscrivere in bilancio relativamente ad autorizzazioni di spesa per le quali si dispone una riduzione o un incremento). Sull’importanza dei cantieri verdi sono intervenuti il consigliere del neo gruppo Area popolare sarda, Gianni Tatti, e Daniele Cocco, capogruppo Sel. L’assessore Paci ha confermato l’attenzione della Giunta e ha garantito che sono disponibili 5milioni di euro a cui si sommano 12milioni di residui, somme con le quali potranno essere finanziati tutti i progetti programmati dai Comuni.

Approvata anche la Tabella F (dimostrazione del rispetto del vincolo del ricorso al credito).

E’ intervenuto Pietro Cocco, Pd, il quale ha annunciato all’Aula la volontà di proporre un ordine del giorno unitario che indichi le linee di indirizzo per la Giunta sulla ripartizione delle risorse del mutuo.

E’ stata approvata anche la Tabella G (risultato presunto di amministrazione 2014).

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha concluso ieri sera la discussione generale sull’articolo 28 della Finanziaria.

Per Oscar Cherchi (FI) «l’articolo 28 è la perla di questa Finanziaria che accontenta un po’ tutti. È un insieme di attività e di risposte da alcuni consiglieri regionale ai loro territori». Cherchi ha aggiunto: «Lo abbiamo già detto che questa Finanziaria è il fallimento della Giunta regionale e della maggioranza. Da questo momento in poi non c’è più possibilità di dialogo e di ricevere il consenso che vi aspettavate», e ha aggiunto «se l’economia della Sardegna riparte dal portale di Sardegna turismo lo dovrete spiegare ai sardi».

Per Alessandra Zedda, vice capogruppo di Forza Italia, «era da un po’ che non si vedevano delle Finanziarie così generose, questo articolo 28 interviene su tutto e su tutti». Zedda ha evidenziato alcuni interventi positivi come quello sugli scavi archeologico e la possibilità di sanare l’Università diffusa, ma ce ne sono molti di basso contenuto. «Sicuramente è stato importante il lavoro fatto in commissione – ha affermato – dispiace però il metodo con cui si è arrivati alla formulazione dell’articolo ignorando alcune proposte importanti». Per Zedda saranno i sardi a giudicare questa Finanziaria.

Per il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci sono stati «due giorni di buon dibattito in aula. Forse ci abbiamo messo troppo poco tempo perché siamo a ridosso della fine del secondo mese di esercizio provvisorio». E ha aggiunto: «Non vorremo essere nei panni del governatore Pigliaru che si porterà dietro tutte le critiche legate a questa Finanziaria».  

«In questi due giorni il dibattito credo che opposizione e maggioranza – ha affermato il consigliere di Fdi, Paolo Truzzu – abbiano fatto il loro onesto lavoro». Per l’esponente della minoranza l’opposizione ha tenuto un atteggiamento equilibrato e propositivo e «concludiamo il dibattito con l’articolo 28 questa sera nel peggiore». Rivolgendosi all’assessore Paci, Truzzu ha poi affermato: «Non so quanto rigore e sviluppo ci sia in questo articolo. Alcuni commi sono molti importanti, ma molti altri fanno perdere il significato vero della Finanziaria».

Per il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde: «In questo articolo c’è tutto e il contrario di tutto. Difficilissimo orientarsi, non c’è un fine, una strategia, una tattica, ci sono provvidenze a favore degli amici o di qualche territorio». Criticamente poi ha sottolineato i contributi dati all’Associazione nazionale perseguitati politici intaliani antifascisti (Annpia), all’Unione autonoma partigiani sardi (Uaps). «Vorrei sapere dove sono  in Sardegna – ha concluso – le sedi dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi)».

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha dichiarato che l’art. 28 «è un po’ il sunto di una Finanziaria senza un filo conduttore, con interventi disorganici privi di una logica, che aumenta l’incertezza su una legge che non riesce ad esprimere una idea di fondo, una scelta capace di  individuare priorità, obiettivi, traguardi da raggiungere». Tutte le componenti del Consiglio, ha continuato, «hanno cercato di dare il loro contributo ma qualcuno è stato sicuramente più volpe e qualcuno si è accontentato di far bella figura sul proprio territorio». Alla fine, ha concluso, «siamo arrivati ad una legge deludente, la vostra prima finanziaria su cui non potete accampare scuse né rivangare il passato: dovete assumervi per intero le vostre responsabilità».

Il consigliere Antonello Peru (Forza Italia) è stato molto critico: «Spero che i Sardi non ci sentano e non ci vedano perché altrimenti dovrebbero prenderci tutti a calci nel sedere; che senso ha lavorare ignorando una opposizione che vuole contribuire e costruire? Potevamo tranquillamente approvare la finanziaria domani mattina invece si è preferito continuare con un art. 28 dove si dice tutto e il contrario di tutto, che contiene solo autorizzazioni di spesa». Sicuramente, ha sostenuto Peru, «i sardi avrebbero voluto cose ben diverse, crescita, sviluppo, politiche attive del lavoro e molto altro; invece prima avete parlato di selezionare le priorità anche a proposito delle vittime dell’alluvione, dei disoccupati, dei lavoratori delle società in house ma poi, in questo articolo, ci sono risorse che potevano avere una destinazione migliore». Dentro la finanziaria, ha concluso, «non c’è una idea ed un modello di sviluppo né strumenti di sostegno alle attività produttive».

Il consigliere Modesto Fenu (Sardegna-Zona franca) ha citato un detto popolare, se uno non vuole due non litigano, per significare che «occorre sempre avere una percezione forte dell’orientamento al bene comune». La minoranza, ha ricordato, «ha sempre manifestato un atteggiamento costruttivo, collaborativo, positivo, e non si capisce chi o cosa abbia interrotto questo circuito virtuoso, visto che non più tardi di un giorno fa il Consiglio è stato capace di raggiungere una posizione comune su un argomento, come quello della zona franca, che per mesi era stato molto divisivo». Il clima è diventato teso, è peggiorato, ha concluso Fenu, «ed è un fatto negativo».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az), dopo aver ricordato che si trova ad affrontare la prima finanziaria, ha richiamato l’attenzione del Consiglio su una lettera inviata ai consiglieri regionali della provincia di Nuoro, scritta dagli operatori del consorzio di lettura Sebastiano Satta, cui aderiscono 30 comuni della provincia di Nuoro. Nella lettera si ricorda la necessità dell’intervento di sostegno della Regione, che peraltro non è mai mancato negli anni scorsi anche grazie alle indicazioni del Consiglio regionale, «mentre quest’anno non è stato stanziato neanche un euro». Nell’art. 28, ha detto ancora Carta, «a fronte del no al consorzio Satta, ci sono risorse per i perseguitati politici antifascisti e l’America’s Cup, 80.000 euro alla biblioteca di un solo comune e così via: finirà che i 30 comuni del consorzio Satta si incateneranno ben presto qui, sotto il palazzo della Regione».

Il consigliere Ugo Cappellacci (Forza Italia) ha affermato che il Consiglio è arrivato al punto massimo della finanziaria, «abbiamo sentito una serie di annunci per magnificare i contenuti della legge, dalla strategia keynesiana alla lotta agli sprechi, dal rigore allo sviluppo, ma se a territori e categorie sociali sostituiamo alcuni nomi e cognomi comprendiamo meglio la logica di questo articolo e comprendo anche che i consiglieri della maggioranza abbiano scelto di non parlare. Il nostro dovere di opposizione è denunciare quanto sta accadendo, invitando la maggioranza ad essere conseguente». Papa Francesco, ha ricordato Cappellacci, diceva che «nella vita bisogna avere il coraggio di fermarsi e scegliere, con l’etica dei principi si assumono decisioni senza curarsi delle conseguenze, con l’etica della responsabilità che dovrebbe guidare il politico, ci si preoccupa molto della conseguenze delle proprie azioni: che ora la maggioranza rifletta sulle conseguenze di tanti annunci per la Sardegna».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori) ha detto di essere tentato di cambiare il capo VII della finanziaria “Disposizioni diverse” con de marchettibus; il rigore è entrato nella vita di tutti noi ed è un concetto che viene accettato nella consapevolezza che attraversiamo un momento molto difficile per superare il quale occorre fare sacrifici, a condizione che i sacrifici li facciano tutti». L’art. 28 invece, ha detto ancora Cossa, «contiene un messaggio, sotto questo profilo, terrificante e devastante con la Regione che diventa una specie di bancomat per pochi privilegiati; da una parte si negano interventi utili e necessari, dall’altra di disperdono fondi in mille rivoli, è una degenerazione dei rapporti istituzionali che alimenta un clientelismo in aperta contraddizione con la presunta superiorità morale del centro sinistra».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha concesso la parola al consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis. L’esponente della minoranza ha criticato le previsioni contenute nel paragrafo “disposizione diverse”, sottolineandone la natura discrezionale e poco organica, ed ha auspicato che il Consiglio si messo nelle condizioni di impiegare al meglio il suo tempo.

Tunis ha sottolineato l’urgenza di una legge per l’urbanistica e rimarcato il disagio di professionisti e imprese per l’assenza di regole certe in materia anche a seguito della mancata proroga delle disposizioni contenute nel piano casa e per la mancata approvazione della annunciata legge sull’edilizia. Il consigliere di Fi ha quindi definito una “foglia di fico” la legge sulla sanità recentemente approvata dal Consiglio che ha aperto la strada ai commissariamenti della Sanità, pur riconoscendo il diritto dei “vincitori delle elezioni” a scegliere il management di Asl e Aou. «Serve un circuito virtuoso di proposte e soluzioni», ha concluso Tunis che ha invitato l’intero Consiglio ad una profonda “riflessione”.

Consiglio regionale 1 copia

Ieri sera il Consiglio regionale ha approvato una risoluzione (presenti 56, votanti 55, sì 33, no 22) che delibera di approvare il Programma regionale di sviluppo 2014-2019 così come approvato dalla Commissione e gli articoli 1, 2 e 3 della Legge finanziaria 2015. I lavori proseguiranno questa mattina, a partire dalle 10.00.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Assemblea ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con il documento 4, formato dal disegno di legge n. 170/S/A. Giunta regionale. Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2015) e dal disegno di legge n. 171/A. Giunta regionale. Bilancio di previsione per l’anno 2015 e pluriennale per gli anni 2015-2017. Dopo aver ricordato che nella seduta precedente era stata completata la discussione generale sul disegno di legge n. 170 il presidente, constatato che non ci sono iscritti a parlare per dichiarazioni di voto, ha messo in votazione il passaggio agli articoli del provvedimento, che l’Aula ha approvato con 32 voti favorevoli, 19 contrari ed un astenuto. Successivamente, ha disposto una breve sospensione della seduta per poter completare una risoluzione sul Piano regionale di sviluppo.

Alla ripresa il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha formulato due richieste: con la prima ha sollecitato la presenza degli assessori in Aula durante il dibattito. In secondo luogo, nel prendere atto che rispetto alla stesura del Piano operata dalla commissione «sono stati apportati significativi cambiamenti», ha chiesto una breve sospensione per poterli valutare.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiarito si è trattato dell’integrazione del testo con alcune schede predisposte dalla commissione. Cocco si è comunque dichiarato favorevole alla breve sospensione richiesta dal consigliere Pittalis ed il presidente Ganau ha interrotto la seduta.

Dopo aver riaperto la seduta, il Presidente Ganau ha disposto una ulteriore sospensione, convocando la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori dell’Assemblea, il presidente ha comunicato la predisposizione di una risoluzione sul Piano regionale di sviluppo. Il documento prevede, fra l’altro, che «il Programma regionale di sviluppo 2014-2019 così come approvato dalla commissione» rappresenti «lo strumento principale per la programmazione finanziaria economica regionale, nel periodo dell’intera legislatura». Non essendoci iscritti a parlare, la risoluzione è stata messa ai voti ed approvata con 33 voti favorevoli e 22 contrari.

Richiamandosi al regolamento, il consigliere Mario Floris ha criticato la sufficienza con cui è stata valutata la richiesta di procedere nel dibattito alla presenza dei componenti dell’esecutivo e, citando la previsione del regolamento, ha posto una questione formale “per la prima volta nella storia dell’autonomia regionale”.

Il presidente Ganau, richiamandosi ad alcuni precedenti, ha comunicato che gli assessori assenti forniranno le rispettive giustificazioni.

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha precisato che gli assessori saranno presenti durante la discussione delle materie di competenza. In questo caso, ha aggiunto, la discussione dei primi articoli potrà avvenire alle presenza degli assessori interessati.

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha rilevato che, secondo una prassi costante, gli assessori hanno sempre assicurato la loro presenza durante il dibattito quando questo ha riguardato materie di loro competenza.

Aprendo la discussione sull’art. 1 il presidente Ganau ha dato lettura degli emendamenti presentati chiedendo, sugli stessi, il parere della commissione che, attraverso il presidente Franco Sabatini (Pd), ha espresso su tutti un parere negativo fatta eccezione per il n°106, per cui è stato formulato l’invito al ritiro.

Il vice-capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha osservato che «la spesa incrociata fra fondi comunitari e regionali non è certo una novità; il problema è che i meccanismi di spesa sono lunghi e farraginosi e non vorrei che la finanziaria, sotto questo profilo, partisse male». «Con l’accordo stipulato a luglio con il Governo – ha poi sottolineato Zedda – si è stabilito l’obbligo della certificazione dello Stato per poter spendere le risorse, a questo punto è lecito chiedersi se esistono certezze sulla reali procedure di spesa e se non ci siamo, invece, rischi di un ulteriore slittamento dei tempi indipendente dalla volontà del Consiglio». Sui nuovi oneri legislativi, ha osservato ancora il consigliere di Forza Italia, «non c’è nemmeno un euro, come c’è scritto chiaramente al comma 7 dell’art. 1; è possibile invece utilizzare l’avanzo di amministrazione del 2014, pari ad oltre 50 milioni, che saranno estremamente utili». «Per quanto riguarda infine gli interessi moratori – ha concluso Zedda – appare opportuno lavorare con maggiore decisione sulle azioni destinate al recupero delle risorse che spettano alla Regione, per evitare di sostenere la spesa di maggiori interessi: questo è uno dei punti centrali di quella lotta alla burocrazia cui tutti siamo chiamati».

L’altro vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha espresso un giudizio di assoluta perplessità sull’articolo che, a suo avviso, «è una fiera dell’ovvio con una impostazione non keynesiana ma lapalissiana, nel quadro complessivo di una manovra che appare inficiata da una evidente incoerenza fra il suo contenuto ed il programma di governo del presidente Pigliaru».

Il consigliere Paolo Truzzu, del gruppo Sardegna-Fdi, ha sottolineato che «l’integrazione fra fondi comunitari e regionali c’è sempre stata, casomai la novità consisterebbe nel dare la precedenza ai fondi comunitari, ma da questo punto di vista l’esperienza ci dice che non c’è mai stata nella Regione una spesa selettiva e attenta alla qualità, capace di spendere risorse che davvero producono valore per la Sardegna: anzi, non ci sono nemmeno i dati per fare una valutazione compiuta». «Si segnalano piuttosto – ha lamentato Truzzu – i soliti ritardi, ad esempio sulla formazione, che potrebbero quanto meno dare una opportunità ai giovani sardi e, a questo proposito, proprio la relazione della finanziaria dedicata ai giovani di fatto alza le mani rispetto ad una realtà allarmante che ha colpito una intera generazione, facendosi scudo della struttura ed appiattendosi sul programma Garanzia-giovani».

Oscar Cherchi (FI) ha espresso forti perplessità su alcune disposizioni contenute nell’articolo 1 della legge finanziaria. Secondo il consigliere azzurro «le schede di misura saranno difficili da attuare per come sono state programmate. Le risorse stanziate in quota di cofinanziamento devono infatti trovare certezza di spendita. La Giunta per raggiungere gli obiettivi del 2014 è ricorsa a un escamotage:  alcuni fondi della programmazione 2007- 2013 sono stati  destinati alla programmazione 2014-2020».

Giudizio negativo anche sul comma 6 dell’art. 1 («Le risorse devono essere utilizzate nei tempi stabiliti, altrimenti devono essere restituite») e sui commi 8 e 9 collegati alla tabelle: «Mancano le autorizzazioni di spesa. Serve capire quali saranno davvero le spese consentite. Questa finanziaria – ha concluso Cherchi – non porta da nessuna parte».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, ricordando l’antica arte dei poeti improvvisatori della Sardegna, ha paragonato l’articolo 1 a un’isterrida (prima parte del componimento poetico ndr). «Va bene la trattazione – ha detto Dedoni – sembra di intravedere una speranza di rinascita per la Sardegna. Poi però ci accorgiamo che questa finanziaria non sviluppa il tema, manca dunque la parte più importante del componimento».

Secondo Dedoni, la manovra 2015 non individua le priorità né le risorse  per poterle centrare. Per questo, secondo l’esponente della minoranza, occorre trovare soluzioni adeguate per rilanciare l’economia sarda. Dedoni ha infine lanciato un segnale di disponibilità alla maggioranza: «Siamo pronti a collaborare se si decide di migliorare il documento nell’esclusivo interesse del popolo sardo».

Il presidente Ganau ha poi dato la parola al capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis.

Il consigliere d’opposizione ha segnalato  un uso distorto dei fondi strutturali «Questi dovrebbero avere una funzione compensativa per rimediare al gap infrastrutturale dell’Isola, di solito vanno ad aggiungersi al bilancio ordinario e non devono essere invece utilizzate per sanarlo».

Critiche anche sul secondo comma dell’art. 1: «Non si può attribuire all’assessore alla programmazione la discrezionalità di ripartire le risorse provenienti dalla Ue – ha sottolineato Pittalis – in caso contrario si tratterebbe di un esautoramento delle potestà del Consiglio, la ripartizione delle risorse europee deve passare in Aula». Dubbi, infine, sul comma 13 (pagamento delle tariffe fitosanitarie) che affida alla Giunta la possibilità di stabilire altre tariffe per la copertura di spese supplementari. «Non si possono determinare altre tariffe che coprano spese connesse ai controlli – ha concluso Pittalis – le competenze in materia di tasse sono previste per legge e non possono essere decise con delibera della Giunta. Questa disposizione è censurabile nel metodo e nel merito. E’ l’ennesimo tentativo di risolvere un problema con nuovi balzelli». 

L’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, ha ribadito la scelta per la cosiddetta “programmazione unitaria” ma ha affermato che i fondi comunitari non vanno intesi come sostitutivi delle risorse regionali. Il delegato al Bilancio dell’esecutivo Pigliaru ha replicato ai rilievi emersi nel corso del dibattito dai banchi della minoranza in ordine al comma 2 dell’articolo ed ha spiegato che si tratta della possibilità di suddividere il cofinanziamento dell’Ue ma che, una volta completato l’iter di approvazione dei piani Por si procederà con decreto nelle suddivisioni delle diverse linee di azione. «Si tratta quindi – ha dichiarato Paci – di un semplice aspetto contabile». L’assessore ha inoltre escluso, in riferimento ai rilievi mossi al comma 13, qualunque tentativo di acquisizioni di ulteriori competenze da parte della Giunta ed ha concluso il suo intervento dichiarando “apertura al dialogo e al confronto con le forze dell’opposizione”. «Come è stato già dimostrato in sede di esame in commissione – ha proseguito Paci – sono certo che potremo migliorare la Manovra con il contributo dell’intero Consiglio».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, non essendoci altri iscritti a parlare ha posto in votazione gli emendamenti soppressivi totali all’articolo 1 e sono stati respinti con votazione a scrutinio elettronico gli emendamenti 362=469=607. Successivamente non sono stati approvati gli emendamenti 147=151=676, soppressivi parziali comma 1, articolo 1. Non approvati anche gli emendamenti 146=152=470=678, soppressivi parziali comma 2, articolo 1. Con successive votazioni non sono stati approvati gli emendamenti soppressivi parziali al comma 3, articolo 1 (153=680) ed anche gli emendamenti 154=786, soppressivi parziali comma 4, articolo1. Non approvati i soppressivi parziali, comma 5 articolo 1 (155=787) e i soppressivi parziali, comma 6 articolo 1 (156=472=788).  Non approvati gli emendamenti 159=789 (soppressivo parziale comma 7 articolo1); il 157, 158; 160=474=790 (soppressivo parziale comma 8 articolo 1); 161=791 (soppressivo parziale comma 9 articolo 1); 162=792 (soppressivo parziale comma 10 articolo 1); 163=793 (soppressivo parziale comma 11 articolo 1), 164=794 (soppressivo parziale comma 12 articolo1).

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha chiesto la votazione per parti del dell’articolo 1. L’Aula, prima di procedere non ha approvato (23 sì e 34 no) l’emendamento 65, uguale al 795. Con due successive votazioni per parti, quindi, l’articolo 1 è stato approvato così come formulato nel testo esitato dalla commissione. Tra la prima e la seconda votazione l’assessore della Programmazione è intervenuto per rassicurare ulteriormente gli esponenti della minoranza che quanto disposto nel comma 13 si riferisce soltanto alle eventuali tariffe per spese supplementari connesse ai controlli.

Il presidente ha quindi posto in votazione l’emendamento aggiuntivo n. 106 presentato dal consigliere Pd, Piero Comandini. Il presentatore ha dichiarato di accogliere l’invito al ritiro formulato dal relatore Sabatini e dalla Giunta. Il consigliere Paolo Truzzu (Fdi-Sardegna) ha dichiarato di fare proprio l’emendamento 106. Analoga dichiarazione è stata formulata dal consigliere di Fi, Alessandra Zedda e dal capogruppo di “Sardegna”, Modesto Fenu.

Nel dibattito è intervenuto anche l’assessore Paci che in riferimento al contenuto dell’emendamento ha dichiarato che alla Giunta sta a cuore il tema del teatro Lirico di Cagliari  («è la maggiore istituzione culturale dell’Isola») ma che è preferibile approfondire la materia e attendere l’approvazione del bilancio del Lirico e la relazione dei revisori dei conti prima di favorire l’intervento della Regione». L’assessore della Programmazione ha quindi ribadito l’invito al ritiro ed ha assunto l’impegno di definire il sostegno al Lirico in sede di assestamento di bilancio. Ritiro confermato dal capogruppo Pd, Pietro Cocco mentre la consigliera, Alessandra Zedda, ha insistito sull’urgenza di procedere con l’approvazione. Il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, ha dichiarato la non partecipazione al voto dei consiglieri del gruppo sardista. Posto in votazione l’emendamento 106 non è stato approvato con 29 contrari e 21 favorevoli.

Il presidente Ganau ha comunicato il ritiro dell’emendamento 542 ed ha dichiarata aperta la discussione sull’articolo e gli emendamenti all’articolo 2.

Il presidente ha aperto la discussione sull’articolo 2 (armonizzazione dei sistemi contabili) e sugli emendamenti. Il presidente della Terza commissione, Franco Sabatini, e l’assessore Paci hanno dato parere negativo su tutti gli emendamenti presentati. Il presidente ha dato la parola al consigliere di Forza Italia Alessandra Zedda che ha messo in evidenza l’importanza di questo articolo, il fatto che l’applicazione del Decreto legislativo 118 sia molto faticosa e le ricadute che potrebbe avere sulla capacità di spesa della Regione. Non avendo altri iscritti a parlare il presidente Ganau ha chiuso la discussione generale e messo in votazione gli emendamenti, tutti respinti, e il testo dell’articolo che è stato approvato con 28 voti favorevoli e 24 contrari.

Il presidente ha quindi aperto la discussione sull’articolo 3 (Disposizioni in materia di entrate – IRAP) e sugli emendamenti. La Commissione e la Giunta hanno espresso parere negativo su tutti tranne sul 121 in cui c’è stato l’invito al ritiro.

Il primo consigliere a prendere la parola è stata Alessandra Zedda (Forza Italia), la quale ha ricordato che l’iniziativa della scorsa Giunta e maggioranza di ridurre l’Irap del 70 per cento “forse non ha creato posti di lavoro ma ha aiutato a non far licenziare”. Zedda è stata molto critica sulla decisione della Giunta Pigliaru di portare lo sconto Irap dal 70 al 30 per cento in un periodo ancora di crisi profonda. Zedda si è augurata che questa decisione non porti risultati negativi a tutte quelle imprese che avevano iniziato a respirare con la riduzione Irap del 70 per cento. «State cambiando le regole del gioco in corsa». Per Luigi Crisponi (Riformatori sardi) “è imbarazzante vedere uno sconto al contrario al mondo alle imprese”. Crisponi ha ricordato che la crisi arriva ormai dal lontano 2008, 7 anni in cui le imprese sarde di tutti i comparti stanno soffrendo. Per l’esponente dell’opposizione la percentuale scelta dall’attuale Giunta affosserà le imprese in un periodo in cui l’unico indicatore economico in rialzo è quello della disoccupazione. Crisponi si è anche detto contrario ad affrontare in questo momento la proposta di una tassa di soggiorno.  

Il vice presidente Antonello Peru ha poi dato la parola a Michele Cossa (Riformatori sardi), il quale si è detto d’accordo con il collega di partito sulla tassa di soggiorno. «Questo articolo – ha detto –  presenta una inversione di tendenza rispetto alla scorsa legislatura, che decise di intervenire a sostegno delle imprese, con un autentico sostegno all’economia». Si tratta di strumenti, ha proseguito, che sono efficaci se c’è continuità, come è avvenuto con il Piano casa. «Credo che questa decisione avrà ricadute terribili sul mondo produttivo sardo». Per il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci, «il tema dell’Irap assume una grande valenza politica, visto che, nella scorsa legislatura, era stato fatto un passo importante, non senza  sacrificio, per dare respiro al mondo delle imprese». Anche Locci si è detto contrario alla tassa di soggiorno. «Avremmo voluto – ha concluso – vedere in questa manovra un passo più coraggioso».

Per Marco Tedde (FI) questa Finanziaria presenta un enorme contraddizione: da un lato punta a una crescita dell’economia isolana e dall’altro dà meno sostegno alle imprese. Il consigliere ha evidenziato la scarsa attenzione di questa manovra alle imprese, come ha “affermato la stessa Quinta commissione”. Critico anche sul fatto che non sia stato ancora approvato il Piano Casa e che si sia creato così un blocco nella filiera dell’edilizia. «E’ stato un errore non prorogare il Piano casa come vi avevamo proposto, così come la cancellazione della riduzione Irap voluta dalla Giunta Cappellacci».

Il consigliere Oscar Cherchi di Forza Italia ha sottolineato negativamente «il grande passo indietro compiuto in materia di riduzione fiscale per le imprese anche perché i motivi per cui fu introdotto allora non sono certo venuti meno; anzi, a causa di certe singolari dinamiche, il centrodestra che taglia le tasse ha perduto le elezioni mentre il centrosinistra le ha vinte e poi aumenta le tasse escludendo inoltre dal beneficio tutte le società oggetto di processi di fusione, riorganizzazione o trasferimento attribuendolo solo alle nuove imprese». E’ una politica, ha concluso Cherchi, «che provocherà danni gravissimi al nostro sistema produttivo già colpito da una crisi da cui ancora non riesce ad uscire».

Il consigliere Stefano Tunis, anch’egli di Forza Italia, si è soffermato su quello che ha definito il cuore della Finanziaria, «il contesto che più di altri indica l’indirizzo che l’esecutivo ha voluto imprimere alla manovra». «L’Irap – ha ricordato – è a detta di tutti la tassa più odiosa e, proprio per questo, quella su cui occorre agire più in profondità per invertire una tendenza; fu quindi molto apprezzabile lo sforzo di tutte le parti politiche nella precedente legislatura, uno sforzo che però adesso bisognava consolidare e proseguire». La Sardegna ha bisogno di una manovra Keynesiana? Secondo Tunis la risposta è negativa: «In questo momento storico non sembra la più adatta, casomai l’indebitamento doveva essere accompagnato da una politica forte di sostegno alle imprese per raggiungere un nuovo equilibrio ma così è evidente che la bilancia pende solo da una parte nel momento in cui, sia pure in modo debolissimo, il sistema potrebbe ripartire». «Questo provvedimento – ha concluso Tunis – sarà una punizione inaccettabile per le aziende che cercano con grande fatica di adattarsi alle nuove condizioni del mercato, abbiamo perso una occasione per dimostrare di saper cambiare idea, quando occorre, per il bene comune».

Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) ha chiesto in apertura notizie sull’esclusione della Sardegna dal piano Junker  e sulle motivazioni che hanno portato al raddoppio del cavo sottomarino Sardegna-Corsica. «Si tratta di problemi – ha aggiunto – sui quali occorre sapere se la Giunta condivide queste ipotesi e c’è stata una interlocuzione con il Governo centrale». Passando all’esame dell’art. 3, Truzzu ha parlato di «un antipasto che la Giunta propone alle imprese con la Finanziaria e non è un antipasto gradevole perché si torna indietro, punendo i pochi che ancora riescono a dare occupazione. Si sceglie una strada che non aiuterà gli investimenti né tantomeno l’occupazione». «Oggi – ha concluso Truzzu – essere o mostrarsi nemici delle imprese significa essere nemici del lavoro».

Il capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau, ha riconosciuto che l’argomento è fortemente divisivo e che «per un intervento come quello dell’anno scorso servivano risorse di cui la Regione ora non dispone». «Bisogna però riconoscere – ha affermato – che l’aliquota ordinaria Irap della Sardegna è la più bassa d’Italia e che l’imposta per le nuove imprese viene cancellata per 5 anni; del resto fu il centrosinistra, nella precedente legislatura, a impegnarsi a fondo per abbattere l’Irap». La strada, piuttosto, «è quella di trovare un volume di entrate sempre maggiore ed è apprezzabile, sotto questo profilo, l’intervento sulle zone franche doganali».

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha ricordato che, da più parti, «l’Irap è sempre stata definita l’imposta più antipatica per l’impresa; potremmo anche preoccuparcene poco data la povertà del nostro tessuto aziendale ma, al di là delle battute, è quasi una provocazione aumentare l’Irap in questo momento». «Dovremmo invece – ha esortato Rubiu – dare speranza, tendere una mano, mandare segnali in grado di creare lavoro, ma il metodo per raggiungere certi obiettivi non è questo ed anche l’assessore all’industria dovrebbe essere particolarmente sensibile a questa problematica, convincendosi che è un provvedimento da rivedere a tutti i costi».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha espresso apprezzamento per il collega Arbau che, in qualche modo, «è stato l’unico della maggioranza e metterci la faccia difendendo un provvedimento indifendibile, introdotto ora da chi nel Pd, durante la passata legislatura, definiva l’Irap una imposta malefica ed assurda e propagandava la riduzione come un grande risultato politico da spendere anche nelle elezioni amministrative della primavera del 2014». Qui la questione, ha detto, «è tutta politica, vi siete rimangiati tutto, avete cancellato un provvedimento che avevate fortemente voluto e condiviso». Non ci si può non rendere conto, ha proseguito, «della sofferenza del sistema delle imprese facendo una operazione completamente sbagliata ma, badate, non pensiamo di chiedere il voto segreto perché vogliamo invece che tutti si assumano le loro responsabilità e che i Sardi vedano con chiarezza le scelte del centro sinistra». «In questa finanziaria – ha concluso Pittalis – c’è un mutuo di 700 milioni spalmato su tutto ma è stato dimenticato il sostegno alle imprese; come al solito si sta utilizzando la leva fiscale nel modo sbagliato e nel momento sbagliato».

Il vicepresidente Peru però ha quindi dato la parola all’assessore Paci per la replica. L’esponente della Giunta ha difeso il provvedimento ribadendo che l’Irap della Sardegna è la più bassa in Italia. «Abbiamo fatto il possibile – ha detto Paci – se a questo aggiungiamo l’azzeramento per 5 anni della tassa per le nuove imprese e la detrazione dall’imponibile del costo del lavoro per tutti i lavoratori a tempo indeterminato, la riduzione media è del 30%»

L’assessore ha poi ricordato che non c’è nessun atteggiamento ostile nel confronti degli imprenditori. «Alcune parti della società accusano questa Giunta di essere troppo vicina alle imprese. Noi cerchiamo di mantenere un equilibrio, in un sistema di mercato il lavoro lo creano le attività produttive, siamo vicini a loro, faremo di tutto per introdurre incentivi, semplificare le norme e favorire la crescita».

Il presidente Ganau ha messo in discussione gli emendamenti.

Il primo a prendere la parola è stato il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatin che ha voluto evidenziare il cambiamento di scenario che ha determinato una modifica delle previsione sulla Irap. «Mi sono battuto per la riduzione del 70% dell’Irap – ha detto Sabatini – bisogna però ricordare che la norma nacque quando angora vigeva il Patto di stabilità. Allora era inutile incamerare risorse che non potevano essere spese. Oggi il quadro è cambiato, vogliamo utilizzare quelle risorse per finanziare opere pubbliche, sbloccando quelle ferme».

Paolo Truzzu (FI), replicando a Sabatini, ha sostenuto che non tutte le opere sono state sbloccate. «Alcune sì, altre no, ha detto Truzzu, con artifizi amministrativi avete fatto miracoli in alcune zone della Sardegna». Il consigliere di minoranza ha poi rinnovato la domanda alla Giunta sul cavo Sardegna-Corsica: «E’ un’opera strategica o non serve a nulla?» 

Oscar Cherchi (FI) ha annunciato il suo voto favorevole all’emendamento per la soppressione dell’art.3. «Come fa Paci – ha chiesto Cherchi – a sostenere una norma che rappresenta un nuovo balzello per le imprese?».

Giudizio negativo anche da Angelo Carta (Psd’Az). «Forse ha ragione Renzi, le Regioni sono da eliminare. Che senso ha tenere in piedi una regione come la nostra che ha la possibilità di ridurre le tasse e non lo fa?».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, rispondendo al collega Sabatini, ha ricordato che l’abolizione dell’Irap si fece attingendo dal fondo sanitario con l’intesa di fare una manovra di assestamento per recuperare le risorse. «Oggi ci sono le stesse condizioni – ha affermato Pittalis – non serve invocare scuse, bisogna avere coraggio».

Efisio Arbau, capogruppo di Sardegna Vera, ha invece chiesto coerenza alla minoranza invitando l’opposizione a ritirare l’emendamento soppressivo. «Ragioniamo sulla sostanza delle cose – ha detto Arbau – in questo momento non possiamo permetterci di più».

Luigi Crisponi, annunciando il suo voto favorevole all’emendamento, ha criticato gli annunci della Giunta. «Si dice di voler rilanciare l’economia ma non è cosi, la base imponibile dell’Irap incide anche sul rosso, stiamo mettendo le imprese nelle condizioni di chiedere il fallimento. Impensabile proseguire con questa strategia, fate un passo indietro e ascoltate i nostri suggerimenti».

L’ex presidente della Regione Ugo Cappellacci ha invece parlato delle difficoltà degli imprenditori sardi. «Il signor Antonio, imprenditore che opera nel cagliaritano, avrebbe il piacere di conoscere l’assessore Paci. Quando ha saputo che pagherà circa 6000 euro in più rispetto all’anno scorso si è lamentato. Ho cercato di spiegargli che l’Irap in Sardegna è la più bassa d’Italia, lui però non ha capito».

Rivolgendosi ad Arbau, Cappellacci ha chiarito che l’emendamento presentato voleva spronare la maggioranza a tornare sui suoi passi e a riproporre l’abbattimento del 70% dell’Irap. «Anziché aumentare la tasse – ha concluso Cappellacci – si doveva intervenire per intercettare il piano Juncker che avrebbero consentito, visti i ritardi infrastrutturali, di utilizzare importanti risposte. Serviva presentare uno studio che in passato era stato affidato al Crenos».

Stefano Tunis (Forza Itali) si detto disponibile a un “patteggiamento” con la maggioranza. «Votate la nostra proposta senza mettere le mani nelle tasche dei sardi».

Pietro Cocco, capogruppo del PD, ha contestato l’intervento dell’ex presidente della Regione Cappellacci. «Sembra che tutti i sardi non aspettino altro di rivederlo alla presidenza della Giunta – ha detto Cocco – ma non è così. L’Irap fu fatta consapevoli del fatto che fosse una misura una tantum. I numeri che abbiamo dicono una cosa diversa della Sardegna: bisogna rilanciare l’economia e pensare al risparmio. I colleghi di opposizione sanno benissimo che ripetere l’Irap dello scorso anno non è possibile».

Per Michele Cossa (Riformatori sardi) «non ha senso parlare di una tantum. Queste misure, per essere efficaci, devono essere strutturali, altrimenti non servono a nulla. La verità è un’altra: c’è un’impostazione diversa di questa maggioranza rispetto al mondo produttivo. Si vogliono replicare logiche assistenziali».

Chiusa la discussione, il presidente Ganau ha messo in votazione gli emendamenti soppressivi, sostitutivi totali e parziali, che sono stati respinti dall’Aula. Si è quindi passati alla votazione del testo dell’art.3 che è stato approvato con 33 voti favorevoli e 22 contrari.

Ganau ha messo in discussione l’emendamento aggiuntivo 121 presentato da alcuni gruppi di maggioranza. Anna Maria Busia, primo firmatario, ne ha però annunciato il ritiro.

Busia ha poi contestato chi l’accusava di poca serietà nell’aver presentato un emendamento per l-introduzione di una tassa di soggiorno. «Si tratta della stessa proposta fatta dall’ex assessore al turismo Luigi Crisponi che oggi mi critica».

Michele Cossa e Luigi Crisponi hanno replicato alla Busia chiarendo di essere d’accordo con la sua proposta ma di ritenere più utile un approfondimento della questione in Commissione».

Il presidente Ganau ha chiuso la seduta e aggiornato i lavori a questa mattina, alle 10.00.

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Il Consiglio regionale ha approvato l’ordine del giorno Cocco Pietro e più, sull’imposizione della servitù militare di Guardia del Moro a Santo Stefano.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il presidente ha comunicato fra l’altro di aver proceduto alla costituzione della Commissione d’inchiesta sull’efficienza del sistema sanitario regionale e sull’adeguatezza dei costi: ne faranno parte i consiglieri regionali Fabrizio Anedda, Anna Maria Busia, Daniele Secondo Cocco, Pietro Cocco, Attilio Dedoni, Roberto Deriu, Ignazio Locci, Giorgio Oppi, Raimondo Perra, Possella Pinna, Pietro Pittalis, Luigi Ruggeri, Christian Solinas, Paolo Truccu ed Emilio Usula. Successivamente, in base alle decisioni della conferenza dei capigruppo l’ordine del giorno prevede che il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, rivolga all’Aula comunicazioni in materia di servitù militari.

Il presidente Pigliaru, in apertura, ha chiarito che i motivi della richiesta di riferire al Consiglio riguardano l’opposizione della Regione al rinnovo della servitù militare di Guardia del Moro, nell’isola della Maddalena, che sarà oggetto a breve scadenza di una audizione dello stesso Pigliaru davanti al Consiglio dei Ministri. Pigliaru ha poi ripercorso i passaggi più significativi della vicenda, che nasce dal lontano 1972 quando, con un accordo bilaterale segreto fra lo Stato Italiano e gli Stati Uniti, la destinazione di quel sito venne modificata, da deposito di carburati a base di supporto per sottomarini. «Sono il quarto presidente della Regione – ha ricordato Pigliaru – che manifesta allo Stato la sua contrarietà a quell’imposizione ed una proposta di riesame; già nell’86 l’allora presidente della Regione Mario Melis presentò un ricorso al Tar, che venne respinto, anche se l’allora Ministro della Difesa Spadolini si impegnò formalmente ad istituire una commissione mista per l’esame unitario delle varie problematiche». Dopo analoghe posizioni espresse con modalità diverse sia dai presidenti Soru e Cappellacci recentemente, nello scorso mese di marzo sono scaduti i 5 anni dal decreto impositivo fino ad allora vigente, ha precisato il presidente della Regione, «e riteniamo siano dunque cessati anche i relativi vincoli e, di conseguenza, che non vi siano motivazioni per reiterare lo stesso decreto come il Ministro della Difesa ha fatto solo 7 mesi dopo».  La Sardegna ha espresso chiaramente la sua opposizione a questo provvedimento, ha concluso Pigliaru, «e l’audizione davanti al Consiglio dei ministri ha lo scopo, da un lato, di conoscere l’esito del nostro ricorso e, dall’altro, portare a conoscenza del Governo dell’esito di questo dibattito».

Inoltre, ha aggiunto il presidente, «è imminente la pubblicazione del Libro Bianco della Difesa nel quale saranno contenute le nuove strategie dello Stato in materia militare, ragione di più per inquadrare anche questo argomento, nel confronto complessivo che abbiamo impostato con lo Stato, che deve riguardare ogni aspetto della presenza militare sul territorio regionale, con una forte attenzione alla riduzione delle servitù sull’Isola e ad una diversa politica di compensazione ed indennizzo per siti che sarà eventualmente necessario mantenere, fermo restando che è una priorità della Sardegna far ripartire alla Maddalena quel percorso di sviluppo interrotto alcuni anni fa e finanziato con risorse pubbliche molte delle quali regionali».

Il presidente ha dato la parola al consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis, il quale ha sottolineato di intervenire a titolo personale. L’esponente dell’opposizione ha ritenuto deludenti le azioni poste in essere dal presidente Pigliaru dopo l’approvazione dell’ordine del giorno votato, anche da lui, la scorsa estate. Tunis ha affermato di essere disponibile a iniziative che portino a risultati immediatamente raggiungibili, ma non ad azioni che mettano in crisi i rapporti tra le forze armate e la Sardegna per motivi esclusivamente ideologici. 

Angelo Carta, consigliere del Psd’Az si è detto in disaccordo con la posizione espressa dal presidente Pigliaru quando parla di dismissione di una parte dei poligoni. «L’ordine del giorno – ha ricordato Carta – votato il 16 giugno scorso si parlava di dismissione graduale fino ad arrivare a una totale dismissione delle servitù militari nell’Isola». Per il consigliere del Psd’Az non bisogna dimenticare quanto sta accadendo in questi giorni in Libia. «Abbiamo basi strategiche e dobbiamo mettere prima di tutto in sicurezza la Sardegna che non deve diventare un obiettivo».

Il presidente ha poi dato la parola al consigliere di Soberania e Indipendentzia Augusto Cherchi: «Siamo davanti all’ennesimo atto di slealtà dello Stato nei confronti della Sardegna», ha detto, sottolineando che queste azioni rafforzano la spinta verso l’autodeterminazione del popolo sardo. Cherchi ha poi ribadito la necessità di fare un passo avanti verso la smilitarizzazione e ha valutato positivamente quanto fatto finora dal presidente Pigliaru. L’esponente della maggioranza ha anche proposto un referendum popolare che rafforzi la rappresentatività del presidente della Regione nei confronti dello Stato.

Emilio Usula, capogruppo di Soberania e Indipendentzia ha subito sottolineato la necessità di ribadire quanto detto in modo inequivocabile alcuni mesi fa dal Consiglio sul tema delle servitù militari. «Oggi nulla è cambiato – ha detto Usula – anzi, la crisi economica è aumentata, così come sono cresciute la povertà e la disperazione delle famiglie e dei territori. Vista la situazione lo Stato proporrà una negoziazione. Noi non possiamo barattare cessioni di sovranità in cambio di promesse di aiuti, né possiamo arretrare sul nostro diritto all’ autodeterminazione».

Il consigliere di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu ha parlato di “atteggiamento dilettantistico” da parte della Giunta regionale nella conduzione della trattativa con lo Stato. «Per questo – ha detto Truzzu – si è arrivati all’imposizione del Governo su Santo Stefano».

Sul merito, Truzzu ha invece stigmatizzato l’approccio ideologico nei confronti della presenza militare in Sardegna. «Il nostro sottosviluppo non dipende da questo – ha detto l’esponente della minoranza – le servitù occupano il 4-5% del territorio sardo. Le nostre condizioni di arretratezza non possono essere imputate alla presenza dei poligoni e delle basi militari».

Il consigliere di Fratelli d’Italia ha poi evidenziato un altro aspetto della vicenda. «L’atteggiamento ideologico e antimilitarista sta determinando un ripensamento delle forze alleate. Si guardi a quello che succede a Decimomannu dove i tedeschi pensano di lasciare la base interforze. Il rischio è perdere un investimento da 100 milioni di euro e ricadere nell’errore commesso a La Maddalena».

Truzzu ha infine segnalato il profondo cambiamento del quadro geopolitico rispetto a qualche mese fa. «Siamo la regione più vicina al Nord Africa, visto quello che succede in Libia non  possiamo chiedere allo Stato di arretrare». Truzzu ha concluso il suo intervento dichiarandosi contrario alla firma di una proposta “che viene da una sola parte politica”.

Daniele Cocco, capogruppo di Sel, ha ribadito la necessita di ripartire dall’ordine del giorno approvato nei mesi scorsi dall’Aula sul tema delle servitù militari. «Dopo l’incidente di Capo Frasca – ha rimarcato Cocco – Pigliaru disse che la convenzione per la presenza dei militari a La Maddalena scadeva il 3 Marzo e non c’erano possibilità di proroga. Oggi il Consiglio deve dare la più ampia delega al presidente perché rappresenti la volontà del popolo sardo nei confronti del Governo nazionale». Il capogruppo di Sel ha poi ricordato il prezzo altissimo pagato per 35 anni dalla Sardegna per la presenza militare in Sardegna. «Abbiamo un credito importante nei confronti dello Stato – ha concluso Cocco -. Su queste basi occorrerà impostare la trattativa con il Governo».

Fabrizio Anedda (Sinistra Sarda) si è detto d’accordo sulla necessità di dare un mandato forte a Pigliaru per sostenere le ragioni della Sardegna nei confronti del Governo. «Occorre ricordare allo Stato gli impegni presi nei confronti della Sardegna in occasione dello spostamento del G8 da La Maddalena a l’Aquila – ha detto Anedda – gli impegni sono stati disattesi, le opere lasciate a metà, non c’è stato nessun beneficio per la popolazione».

Il consigliere comunista ha poi invitato l’Aula a distinguere tra servitù e poligoni. «Le prime – ha affermato . devono essere dismesse mettendo le aree a disposizione dei sardi. I secondi devono essere invece lasciati alla pertinenza dello Stato per esigenze di  difesa mentre occorre chiudere e bonificare quei poligoni utilizzati per fare cassa grazie ai robusti canoni d’affitto pagati dagli eserciti di tutto il mondo che in Sardegna vengono ad esercitarsi». 

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha sottolineato come il Consiglio regionale ha espresso già lo scorso giugno, attraverso lì’approvazione di un ordine del giorno, il proprio indirizzo  in materia di servitù militari. «Non comprendo perché dovrebbe servire un altro pronunciamento – ha spiegato il consigliere della minoranza – mentre serve che il presidente della Giunta segua le indicazioni del Consiglio e proceda con il mandato a trattare con il Governo centrale».

A giudizio di Attilio Dedoni il dibattito su Santo Stefano è in ritardo di oltre 50 anni e serve che il presidente della Giunta riaffermi dinanzi al consiglio dei ministri la necessità di una riduzione dell’imposizione militare in Sardegna e si ricontratti la presenza dei poligoni con una serie di interventi a sostegno dell’economia sarda.

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha manifestato perplessità sul metodo seguito dalle forze della maggioranza che propongono un documento unitario senza però aver provveduto alla preventiva consultazione di tutti i gruppi consiliari. Nel merito il capogruppo scudocrociato ha ribadito la condivisione di una graduale riduzione del gravame militare nell’Isola ma senza che risultino danneggiati territori e Comuni come è accaduto alla Maddalena con lo smantellamento della base Usa.

«Le basi militari – ha proseguito Rubiu – sono una risorsa per la Sardegna e vanno utilizzate nel migliore dei modi senza mai porci in maniera contraria alle servitù militari». Il capogruppo Udc ha quindi chiesto una breve sospensione dei lavori per concordare un testo condiviso da sottoporre alla votazione dell’Aula.

Il capogruppo del Centro democratico, Roberto Desini, ha espresso apprezzamento per la condotta del presidente della Giunta ed ha dichiarato di condividere e apprezzare il percorso proposto per un pronunciamento dell’Aula sul tema delle servitù militari. «Esprimo soddisfazione – ha dichiarato Desini – per la volontà del presidente di favorire un nuovo pronunciamento del Consiglio dopo quello  dello scorso 19 giugno». Desini ha concluso dichiarando il pieno sostegno alla mozione in discussione e si è detto disponibile a concordare con i gruppi della minoranza un testo unitario che rafforzi la posizione del presidente in vista dell’audizione dinanzi al Governo.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha tenuto a precisare che la richiesta del presidente della Regione riguarda la servitù di Santo Stefano e che di questo si è parlato in conferenza dei capigruppo. «E’ chiaro quindi – ha affermato – che occorreva poter lavorare su un testo-base che consentisse al presidente di rappresentare l’orientamento del Consiglio, tutto è accaduto alla luce del sole e da parte nostra non c’è comunque una posizione contraria ad una breve sospensione dei lavori». Ripercorrendo i precedenti dibattiti del Consiglio in materia di servitù, Cocco ha poi ricordato l’ordine del giorno del giugno 2014 dove l’argomento era affrontato in modo responsabile e dettagliato, frutto di una politica condivisa a prescindere dagli aventi che si succedono: c’è una strada già tracciata. Come Pd, ha però ribadito il capogruppo del partito, «siamo per il No all’aumento della presenza militare sull’isola e siamo, in secondo luogo, per rivendicare i diritti negati a La Maddalena». Dobbiamo confermare il mandato pieno al presidente della Regione, ha proseguito Cocco, «ma non ci si può accusare di voler evitare il dialogo, se non avessimo predisposto il documento saremmo stati accusati di aver voluto scavalcare il Consiglio su un argomento così importante». «Non si può dire tutto ed il suo contrario – ha concluso il capogruppo del Pd – ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità, anzi rivendichiamo di essere stati noi ad aver dato un impulso decisivo alla seconda conferenza sulle servitù militari, a trent’anni di distanza dalla prima».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha sottolineato in apertura che «l’audizione in Consiglio dei ministri non è una concessione del Governo ma una prerogativa prevista dallo Statuto, che anzi andrebbe esercitata anche in altre occasioni». Non partiamo da zero, ha sostenuto, «c’è il documento unanime del Consiglio votato il 19 giugno scorso in cui si fissavano i termini del mandato assegnato al presidente per una rivisitazione complessiva dei rapporti Stato-Regione in materia di servitù e già questo consente di rimarcare al Governo la posizione della Sardegna». «Ci chiediamo anzi come mai l’8 gennaio scorso – ha osservato Pittalis – sia stato stipulato un accordo col Governo sulla percorribilità della riduzione della presenza militare sull’Isola; forse quell’accordo avrebbe potuto contenere qualcosa di più rispetto a quanto deliberato dal Consiglio». «Oggi – ha detto ancora Pittalis – non stiamo trattando della dismissione delle servitù ma della prosecuzione di un singolo provvedimento di servitù; è un arretramento rispetto alla posizione del Consiglio, il problema non è fra militarismo e pacifismo ma quello del ruolo di una Regione autonoma in un quadro di solidarietà con lo Stato nazionale, questo è il dato di fondo». «Ritengo perciò – ha concluso il consigliere di Forza Italia – che davanti al Consiglio dei ministri non si possa andare solo per subire ma per far sentire la voce del popolo sardo anche su tanti altri temi che riguardano la Regione, si può definire un ordine del giorno comune ma a condizione che non si ripercorra all’infinito questo metodo, a costo di attivare strade conflittuali».

Il consigliere Mario Floris (Sardegna), intervenendo sull’ordine dei lavori, ha chiesto di sapere se il presidente della Regione è stato convocato o se ha chiesto di partecipare, perché lo Statuto dice che il presidente “deve” essere chiamato ogni qualvolta sia in discussione un tema che riguarda la Sardegna.

Il presidente Pigliaru ha chiarito che dal Governo è arrivata una formale convocazione e che sono in corso interlocuzioni solo per concordare la data.

Successivamente, il presidente del Consiglio ha sospeso la seduta.

Alla ripresa dei lavori il presidente del Consiglio regionale ha comunicato che è stato presentato un ordine del giorno sottoscritto da tutti i capigruppo. Il testo impegna il presidente della Regione «a rappresentare, in occasione, del riesame del decreto impositivo, presso il Consiglio dei Ministri, la contrarietà del Consiglio regionale verso l’imposizione della servitù militare a protezione del deposito di munizioni di guardia del moro; a chiedere in tale sede un rinnovato impegno del Governo nazionale nel proseguimento degli obiettivi definiti nel piano di rilancio di La Maddalena per una sua concreta attuazione in tempi certi anche relativamente al piano delle bonifiche; a ricercare forme di concertazione, anche con il coinvolgimento della rappresentanza parlamentare, circa gli scenari strategici che saranno delineati nel libro bianco della difesa; a riferire al Consiglio regionale per le opportune valutazioni e conseguenti decisioni circa la deliberazione del consiglio dei ministri in sede di riesame del decreto di imposizione di servitù militare a Santo Stefano».

Il presidente ha dichiarato chiusa la discussione generale e ha dato la parola al presidente Pigliaru per la replica e per esprimere il parere sull’ordine del giorno.

Il capo dell’Esecutivo ha espresso parere favorevole e si è detto soddisfatto per quanto scritto nel documento: «Mi consente di svolgere meglio il mio ruolo e rappresentare meglio la Regione davanti al Consiglio dei Ministri». Rispondendo ad alcuni consiglieri, il presidente ha ricordato che sono stati raggiunti due risultati importanti: l’istituzione del tavolo sulle servitù e l’allargamento del periodo in cui si fermeranno le esercitazioni, ossia dal primo giugno al 30 settembre. E’ poi arrivata la notizia della nuova servitù ed è per questo, ha spiegato Pigliaru, che oggi il Consiglio regionale sta votando un nuovo ordine del giorno. Un ordine del giorno che chiede con forza – ha detto il presidente – di far ripartire un percorso di sviluppo per La Maddalena, bloccato impropriamente. «Andiamo a parlare di servitù, ma anche di alternative di sviluppo».

Per dichiarazioni di voto è intervenuto Stefanio Tunis (FI), il quale ha apprezzato l’impegno del presidente della Regione nel perseguire nell’obiettivo, ma ha ribadito che dall’ordine del giorno di giugno non è scaturito quanto ci si aspettava: risultati tangibili che la comunità sarda potesse apprezzare. Per Tunis l’atteggiamento della Giunta sta soltanto provocando il disimpegno del Ministero della Difesa con enormi danni per l’economia della Sardegna e dei sardi. Voto favorevole è stato annunciato dal consigliere del Pd, Roberto Deriu, il quale ha però esortato il presidente a capire in che modo la Sardegna sia inserita negli accordi internazionali. Deriu ha ricordato che la Costituzione e lo stesso Statuto speciale della Sardegna obbliga a rispettare gli accordi internazionali.

Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) ha invece parlato di situazione kafkiana. «Ci sono cose che non dipendono da noi – ha detto Truzzu – oggi si risponde con un ordine del giorno a un altro ordine del giorno approvato dal Governo con il quale si allunga la presenza militare a La Maddalena. Tutto questo accade con un Governo di centrosinistra alla guida della nazione. Mentre noi discutiamo di servitù militari – ha concluso il consigliere di minoranza – altre regioni come la Puglia siglano accordi vantaggiosi per i loro territori».

«Di questo Stato non ci si può fidare». Il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, dopo aver annunciato il suo voto favorevole all’ordine del giorno, ha ricordato all’Aula il sistematico inadempimento dello Stato rispetto agli impegni presi. A sostegno della sua tesi, l’esponente sardista ha citato il deliberato della Commissione della Camera, che nel 1980 aveva assunto l’impegno per una graduale riduzione quantitativa e qualitativa delle servitù militari, e le ripetute prese di posizione del Consiglio regionale sull’occupazione militare della Sardegna. «E’ ora di cambiare strategia – ha detto Solinas – occorre parlare di compensazioni, bisogna quantificare il ritardo di sviluppo conseguente alla presenza delle servitù in Sardegna. Noi contestiamo le servitù che vanno contro il diritto dei sardi a governare il proprio territorio».

Solinas ha quindi avanzato la proposta di riunire il Consiglio regionale a Guardia del Moro, nel giorno dell’audizione del presidente Pigliaru in Consiglio dei Ministri. «Sarà l’occasione – ha concluso – per ribadire il no dei sardi alla proroga della presenza militare a La Maddalena». Al termine del suo intervento, il capogruppo del Psd’Az ha chiesto al presidente Pigliaru di verificare con il Governo se sull’isola ci siano consorzi privati che gestiscono installazioni militari e abbiano rapporti diretti con la Difesa.

Annamaria Busia (Centro Democratico), ha invitato l’Aula a concentrarsi sul punto centrale della discussione: il rinnovo della servitù militare sull’isola de La Maddalena imposto unilateralmente dal ministro Pinotti. «Oggi è inutile parlare d’altro – ha detto Busia – occorre dare pieno mandato al presidente Pigliaru». Il consigliere del Centro Democratico ha poi espresso meraviglia per lo stupore manifestato da alcuni colleghi. «E’ chiaro – ha affermato – che con una guerra alle porte l’atteggiamento dello Stato è cambiato. Serve un’attenzione diversa sui temi della difesa dovuti alla gravissima situazione internazionale, c’è un cambio di impostazione della politica globale. Ingenuo pensare che decideremo da soli sulle nostre basi militari».

Secondo, il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, il risultato che si riuscirà ad ottenere dipenderà dal «livello di contrattazione che riusciremo ad attivare e dall’unitarietà di intenti di questo consesso. Mi stupisce che alcuni consiglieri che a Giugno avevano votato a favore dell’ordine del giorno sulle servitù militari oggi decidano di fare marcia indietro»

Il consigliere del Pd, Piero Comandini, ha dichiarato il favore all’ordine del giorno ed ha sottolineato che la discussione odierna è rivolta alla decisione unilaterale assunta dal ministro della Difesa di riconfermare la servitù militare a Santo Stefano e non già al generico tema delle servitù militari.

Il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, ha dichiarato voto contrario: «Il Consiglio non deve procedere con l’approvazione di un altro ordine del giorno e il presidente della Giunta avrebbe dovuto illustrare al Consiglio una valida proposta in vista della convocazione in sede del Consiglio dei ministri e avrebbe dovuto illustrare i positivi risultati ottenuti sulla base del mandato ricevuto lo scorso giugno».

La consigliere di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha dichiarato voto a favore ed ha sottolineato che ai consiglieri di Fi è stata concessa libertà divoto. «Non ci fidiamo dello Stato – ha dichiarato l’esponente della minoranza – e riponiamo nel presidente della Giunta fiducia perché sappia ottenere un risultato positivo nella trattativa con lo Stato sul tema delle servitù militari».

Il consigliere di Soberania e Indipentzia, Augustro Cherchi, ha dichiarato voto favorevole e pieno sostegno all’azione del presidente Pigliaru ed ha inoltre definito un altro esempio della “slealtà di Stato nei confronti della Sardegna” il caso della Maddalena e di Santo Stefano.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha nuovamente insistito nel richiamare l’attenzione di alcuni consiglieri che hanno annunciato il voto contrario, sul fatto che l’oggetto dell’ordine del giorno riguarda solo la servitù di Santo Stefano. Non è in discussione la legittimità del voto, ha chiarito, «ma non si può dire che non si è fatto nulla a distanza di pochi mesi dall’ordine del giorno del giugno 2014 tacendo sul fatto che in realtà non si è fatto nulla per anni; la seconda conferenza sulle servitù e l’accordo col Governo sono fatti concreti che non possono essere sottovalutati».

Il consigliere Ugo Cappellacci (Forza Italia) annunciando il voto favorevole, ha chiarito che si tratta di «un voto dato a malincuore, perché è mortificante assistere all’atteggiamento del Governo che mette sempre la Sardegna all’ultimo posto». Cappellacci ha ricordato in proposito di aver partecipato al Consiglio dei Ministri prima dell’adozione di un provvedimento e non dopo e già questo è di per sé un fatto grave; «allora il Governo ignorò comunque l’opinione della Regione anche se la Difesa assicurò che sarebbe stata l’ultima volta». «La lezione di quella vicenda del passato – ha concluso Cappellacci – è che lo Stato viene meno alla parola data e non rispetta il principio di leale collaborazione istituzionale». Vada a Roma e faccia valere le ragioni della Sardegna, ha detto, infine, rivolgendosi al presidente Pigliaru, «tenendo presenti anche precedenti come questo che è solo la punta di un iceberg».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha assicurato il sostegno del gruppo all’ordine del giorno ma il documento è una deminutio rispetto a quello votato nel giugno dell’anno scorso. Cinquant’anni fa su istituito l’obbligo di una servitù a Santo Stefano, ha affermato Dedoni, «che non venne mai ratificato dal Parlamento, negli anni successivi ci sono stati solo rinnovi». Ora bisogna difendere la Sardegna senza se e senza ma, ha concluso, «soprattutto perché il quadro internazionale è cambiato, il sistema di difesa dello Stato cambierà a sua volta e la Sardegna deve avere la capacità di cogliere le opportunità derivanti da queste trasformazioni trasformandole in ricadute economiche ed occupazionali positive».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione l’ordine del giorno, che il Consiglio ha approvato con 42 voti favorevoli, 5 contrari e 2 astenuti. Successivamente è stata convocata la conferenza dei capigruppo in sede politica mentre l’Aula riprenderà i suoi lavori domattina alle 10.00.

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Il Consiglio regionale ha approvato ieri sera la legge che sopprime l’agenzia “Sardegna Promozione”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Il Consiglio ha cominciato l’esame dell’ordine del giorno, con DL n. 98 relativo alla soppressione dell’Agenzia “Sardegna Promozione”. Il presidente ha quindi dato la parola al relatore del provvedimento Piero Comandini (Pd).

NeI suo intervento, Comandini (Pd) ha osservato che la Giunta sta seguendo un indirizzo coerente con il contenuto di altre Proposte di legge di iniziativa consiliare presentate sull’argomento. Quando venne costituita l’Agenzia nel 2006, ha ricordato Comandini, «rappresentava uno strumento positivo e innovativo per lo sviluppo del turismo, la promozione dell’immagine della Sardegna nel mondo ed il sostegno alla crescita internazionale delle imprese sarde, in un contesto di forte semplificazione e riorganizzazione del settore secondo un modello che intendeva riunire competenze svolte fino ad allora da più assessorati». Nella realtà, ha spiegato poi il consigliere del Pd, «dopo il cambio di maggioranza nel 2009 alcuni assessorati non hanno delegato alcuna competenza e l’Agenzia si è occupata solo di promozione turistica; questo è stato l’elemento negativo che è andato in una direzione opposta rispetto alla legge istitutiva, esaurendo il ruolo dell’Agenzia in quello di un braccio operativo della presidenza». «La situazione economica attuale – ha aggiunto Comandini – è profondamente cambiata, anche la Regione Sarda deve fare cura dimagrante al pari delle altre Regioni sulla stessa materia come la Toscana». Concludendo, il consigliere del Pd ha assicurato che nessuno dei dipendenti dell’Agenzia sarà lasciato a casa, anzi «tutte le professionalità esistenti saranno valorizzate».

Il consigliere Francesco Agus (Sel) ha esordito affermando che «non tutte le ciambelle escono col buco; quando Sardegna promozione venne istituita dalla Giunta Soru aveva lo scopo di evitare sovrapposizioni sostenendo la crescita del turismo e la penetrazione internazionale delle imprese sarde, ma occorre riconoscere che entrambi gli scopi non sono stati raggiunti». Lo scenario di riferimento, inoltre, secondo Agus «è profondamente cambiato ed anche per questo si rende necessaria la sua chiusura, senza dimenticare che nell’ultima fase di attività l’Agenzia si è occupata solo della concessione di contributi in modo quantomeno discutibile». Il problema, ha detto ancora il consigliere di Sel, «è che le politiche di promozione oggi sono al palo, c’è grande distanza fra quello che siamo e quello che dovremmo essere; Sardegna Promozione, peraltro, ha alimentato false speranze anche perchè aiutare lo sport è una cosa importante ma va fatto con serietà». «Oggi – ha sintetizzato Agus – usciamo finalmente dall’ambiguità, stiamo chiudendo una Agenzia che ha fatto male anche se gli obiettivi restano validi, usciamo piuttosto dal provincialismo concentrandoci sull’area Mediterranea e sui mercati mondiali emergenti come la Cina: per raggiungere questi obiettivi è auspicabile la creazione di un ente di natura pubblico-privata che metta insieme tutti i soggetti che operano nel turismo, dalle Camere di commercio alle imprese del settore».

Stefano Tunis (Forza Italia), in apertura del suo intervento, ha denunciato una carenza di motivazione nel provvedimento all’esame del Consiglio. «Perché – ha chiesto Tunis – si discute oggi la soppressione dell’Agenzia “Sardegna Promozione”, istituita dalla Giunta Soru e gestita dal centrosinistra per anni? E’ forse un regolamento di conti all’interno del Pd che esprime la volontà dell’attuale maggioranza di marcare la differenza rispetto alla precedente esperienza del centrosinistra alla guida della Regione?».

L’esponente di Forza Italia ha poi rimarcato l’urgenza di affrontare problemi molto più importanti per la Sardegna. «Ci sono in campo tante questioni ancora irrisolte – ha detto Tunis – come la nuova legge urbanistica, la finanziaria 2015, l’emergenza occupazione e gli interventi a sostegno dell’economia. La priorità invece sembra essere quella di cancellare ciò che ha fatto Soru. Perché non farlo nel corso del dibattito sulle primarie del PD?». Tunis ha infine sollecitato la maggioranza a chiarire come intende affrontare in futuro il problema della promozione locale e della valorizzazione del marchio Sardegna in giro per il mondo.

Secondo Mario Floris (Uds), il provvedimento in discussione non fa che confermare la linea politica adottata dalla Giunta regionale nel suo primo anno di mandato. «L’esecutivo regionale ha preso come esempio il Governo nazionale. Si copia ciò che fa Renzi. E’ la politica dei piccoli passi: si distrugge quello che c’è ma non s’intravede una strategia di lungo termine». Floris ha poi ricordato i risultati ottenuti in passato con l’Esit (Ente Sardo Industrie Turistiche), gli enti provinciali per il turismo e le agenzie collegate per la promozione della Sardegna nel mondo. «Avevamo una struttura meravigliosa che camminava con le sue gambe. Poi si è ritenuto di accentrare tutte le competenze in un’unica agenzia. Ora si vuole cambiare direzione con la cancellazione di Sardegna Promozione». Il leader dell’UDS ha poi definito “contraddittoria” l’azione della Giunta e della sua maggioranza che rivendica più competenze al Consiglio e poi affida alla Presidenza della Giunta e agli assessorati competenti tutto il potere decisionale in materia di promozione turistica.

Roberto Desini, capogruppo del Centro Democratico, ha invece difeso la proposta di soppressione dell’Agenzia. «Anzi – ha detto Desini – questo provvedimento doveva essere approvato all’inizio della legislatura. Se si discute oggi è perché, a più riprese, la minoranza ha chiesto un rinvio dell’esame». Desini ha poi denunciato un uso improprio di Sardegna Promozione: «Lo spirito con cui è stata istituita l’Agenzia è venuto meno. Il centrodestra lo ha trasformato in bancomat elettorale, in strumento politico e propagandistico».

L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato il finanziamento di fiction televisive «che non sono servite a migliorare l’immagine della Sardegna», i contributi a società sportive che nulla avevano a che fare con la promozione turistica. «Sardegna Promozione è il modello di gestione del governo della Regione da parte della Giunta Cappellacci. Un modello sbagliato che oggi viene cancellato. L’intenzione di questa maggioranza – ha concluso Desini – è rimettere a posto l’intero sistema Sardegna».

Il presidente ha poi dato la parola al capogruppo del Pd, Pietro Cocco, il quale ha condiviso l’intervento del relatore della maggioranza sul motivo per cui si va verso la chiusura di Sardegna Promozione. Cocco ha spiegato che l’agenzia era nata con uno spirito molto ambizioso: parlare di Sardegna nel mondo coordinando le iniziative con i diversi assessorato. La legge istitutiva era lodevole, ha spiegato l’esponente della maggioranza, ma poi sono gli uomini che hanno il compito di usare gli strumento a disposizione e non lo ha fatto nel giusto modo. Cocco ha poi riversato le responsabilità del fallimento di questa iniziativa  la scorsa maggioranza di centrodestra. «Lo strumento era nobile ma non l’utilizzo che ne è stato fatto», ha affermato, auspicando che le funzioni tornino in capo ai diversi assessorati, così come il personale. E’ poi intervenuta Alessandra Zedda, in qualità di capogruppo di Forza Italia, la quale ha chiarito che Fi non vuole tenere in vita Sardegna promozione, ma ha ribadito la necessità di dotarsi di uno strumento e di una regia unica per la promozione della Sardegna nel mondo. «Ammetto che Sardegna promozione non ha svolto appieno i compiti per cui era stata pensata», spiegando poi che il centrodestra aveva «ereditato un’agenzia vuota, senza personale e con due direzioni generali senza nessuno da dirigere. Il presidente Soru ha avuto una giusta intuizione, ossia un’unica agenzia per la promozione dell’immagine della Sardegna». Per Zedda in questa legge manca un’alternativa all’agenzia: «Avremmo preferito che la soppressione arrivasse nell’ambito di una riorganizzazione generale della Regione». Per il consigliere di forza Italia la regia potrebbe essere trasferita alla Presidenza della Regione e ha esortato la maggioranza a non dimenticare che siamo alle porte dell’Expo 2015.

L’assessore del Turismo, Francesco Morandi, ha ricordato in apertura del suo intervento, le funzioni affidate all’agenzia “Sardegna Promozione”: promozione economica; internazionalizzazione dei prodotti; attrazione degli investimenti. Morandi ha quindi evidenziato come tra tali funzioni non vi sia quella della promozione turistica, sottolineando la complessità dei compiti assegnati a Sardegna promozione. L’assessore ha quindi spiegato che l’agenzia non è mai stata nei fatti un ente autonomo e le sue attività sono state garantite attraverso i trasferimenti effettuati dai diversi assessorati. Tra questi, l’assessore Morandi, ha ricordato i 13 milioni e mezzo di euro in capo al Turismo. «L’agenzia – ha proseguito il membro dell’esecutivo Pigliaru – ha erogato contributi di scopo con un’attività che è tipica degli assessorati regionali». Per quanto attiene i processi gestionali, l’assessore ha definito l’agenzia “una costola dell’amministrazione regionale”. «La Giunta – ha dichiarato Morandi – ha compiuto una valutazione tecnica ed ha accertato la sproporzione dei fini assegnati a Sardegna Promozione, rispetto ai mezzi e agli strumenti messi a disposizione». Il delegato del Turismo ha quindi insistito sulla natura giuridica dell’agenzia di cui si propone la soppressione per affermare che «invece di un’agenzia di promozione sarebbe più utile un’agenzia di sviluppo, sull’esempio di ciò che è stato fatto nella regione Veneto».

«La Giunta – ha proseguito l’assessore – ha quindi deciso con grande sofferenza di riportare le competenze che sono attualmente in capo all’agenzia, all’interno dei singoli assessorati e di procedere con la soppressione di “Sardegna Promozione.»

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con scrutinio elettronico (presenti: 47; votanti: 45; favorevoli: 45).

Il presidente Ganau ha annunciato la presentazione di un emendamento sostitutivo parziale (Cocco Pietro e più) all’articolo 1 Soppressione dell’Agenzia governativa regionale Sardegna Promozione del Dl 98 che così recita: «Al comma 1, dopo le parole “è soppressa”, il periodo “trascorsi 30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge” è sostituito dal seguente “all’entrata in vigore della presente legge”».

Sono intervenuti nella discussione il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, la consigliera di Fi, Alessandra Zedda e la consigliere del Cd, Anna Maria Busia. L’assessore del Turismo, Francesco Morandi, in risposta ad alcune precisazioni chieste dalla consigliera Zedda, in merito alla conclusione delle pratiche al momento in corso presso l’agenzia “Sardegna Promozione”, ha assicurato che le «funzioni di Sardegna Promozione saranno trasferite automaticamente agli assessorati di riferimento».

Il relatore di maggioranza, Piero Comandini (Pd) ha espresso parere favorevole all’emendamento n. 1 e analogo parere è stato espresso per conto della Giunta dall’assessore Morandi. Il presidente ha quindi proceduto con la votazione dell’emendamento sostitutivo, che è stato approvato,  e con la votazione dell’articolo 1) che è stato approvato.

Il presidente ha quindi aperto la discussione sull’articolo 2 e sugli emendamenti.

Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha ribadito la sua posizione favorevole al provvedimento sottolineando però, a suo avviso, la validità dell’idea originaria. «Se questo validità viene riconosciuta – ha osservato – non si capisce come si possa tornare semplicemente indietro riportando le competenze dell’Agenzia all’interno degli assessorati, fatta eccezione per un non meglio precisato nuovo Ente che dovrebbe fare capo alla presidenza della Giunta; l’emendamento presentato, sotto questo profilo, crea confusione e sovrapposizione di competenze».

Il consigliere Piero Comandini (Pd) ha riaffermato la sostanza del problema centrale, cioè che l’Agenzia non ha svolto le funzioni per le quali era stata costituita. Nel merito, ha tenuto a chiarire che «la parte turistica vene trasferita all’assessorato di riferimento mentre per quella relativa alla promozione economica la Giunta si riserva la costituzione di uno strumento ad hoc che non necessariamente deve essere un nuovo Ente ma un organismo collocato all’interno del sistema-Regione».

Con i pareri favorevoli del relatore e della Giunta, il Consiglio ha approvato l’emendamento sostitutivo parziale (Cocco Pietro e più) presentato all’articolo 2 Successione nelle competenze e nei rapporti giuridici attivi e passivi che così recita: «Il comma 1 dell’articolo 2 è così sostituito: Le competenze dell’agenzia in materia di coordinamento delle attività di promozione economica di sostegno della capacità di esportazione e penetrazione dei prodotti sardi nei mercati esterni e di attrazione degli investimenti, sono attribuite all’amministrazione regionale. Successivamente all’entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale, ai sensi delle legge regionale 25 novembre 2014, n. 24 (disposizioni urgenti in materia di organizzazione della Regione) individua la struttura dell’amministrazione, idonea a svolgere dette competenze».

L’Aula ha quindi proceduto con l’approvazione dell’articolo 2 e – dopo aver dato il via libera all’emendamento n. 3 (Cocco Pietro e più) all’articolo 3 (Disposizioni in materia di personale), che così recita: al comma 1 dell’articolo 3 le parole «ed è assegnato alla presidenza della Regione» sono sostituite dalle seguenti «ed è inquadrato nei ruoli dell’amministrazione regionale»; ed all’emendamento n. 4 (Pietro Cocco e più) che sopprime l’articolo 3 bis del Dl 98 – ha approvato con 47 voti favorevoli ed un solo astenuto il testo finale della legge.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi sospeso i lavori e convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha comunicato le decisioni della Conferenza dei capigruppo sull’ordine dei lavori. L’assemblea esaminerà nella seduta odierna la mozione n.106, presentata da diversi consiglieri di maggioranza e opposizione, «sulla mancata erogazione dei contributi regionali alle famiglie numerose (bonus famiglia)», mentre domani verranno discussi la proposta di legge 76 “Norme per l’istituzione di un servizio pubblico regionale per l’informazione televisiva locale e per la produzione e diffusione di programmi per la valorizzazione della lingua, della cultura e della identità sarda”, un ordine del giorno sull’istituzione della commissione d’inchiesta sulla sanità, l’autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio e la mozione n.58 sulla caccia. Il presidente ha quindi dato la parola al consigliere Michele Cossa per l’illustrazione della mozione n. 106.

«Questa mozione – ha esordito Cossa – muove da un assunto: la centralità della famiglia nella società. In un momento di così grande difficoltà economica per la Sardegna la coesione sociale è garantita dalla famiglia che costituisce una rete di protezione sopperendo alle carenze delle istituzioni pubbliche». L’esponente dei Riformatori ha denunciato il distacco della politica rispetto a questi temi. «Un disinteresse ormai inaccettabile – ha proseguito Cossa – l’emergenza famiglia rischia di diventare dirompente. La Sardegna è una delle regioni con il più basso tasso di natalità. Serve una legge specifica che rimetta la famiglia al centro dell’azione delle istituzioni». Il consigliere della minoranza ha poi espresso soddisfazione per l’istituzione di un intergruppo in Consiglio che da alcuni mesi sta lavorando a una proposta organica da presentare all’attenzione delle commissioni competenti. «Negli anni scorsi si è cercato di intervenire a sostegno delle famiglie numerose. E’ stato un provvedimento parziale ma efficace, un intervento senza fronzoli con risorse erogate direttamente ai beneficiari senza troppi intralci burocratici, se non quelli delle normali verifiche di legge. Purtroppo lo stanziamento è passato da 3,350 milioni di euro a 600mila euro. Prima si riusciva ad aiutare 4.000 famiglie, nel 2014 poco più di 600. Per questo – ha concluso Cossa – proponiamo il tema all’attenzione della Giunta, affinché nella prossima finanziaria vengano reperite le risorse necessarie a soddisfare i bisogni delle famiglie sarde».

Paolo Truzzu, consigliere del Gruppo “Sardegna” ha espresso soddisfazione per l’approdo in aula della mozione “che consente di dibattere finalmente su un tema di grande importanza». Truzzu ha poi rimarcato la «notevole differenza» tra l’attenzione mostrata verso le famiglie dalla precedente Giunta di centrodestra e quella riservata dall’attuale esecutivo. Rivolgendosi all’assessore alla Sanità, il consigliere di Fratelli d’Italia ha quindi chiesto chiarimenti sui fondi che saranno destinati alle famiglie nella prossima finanziaria. «La famiglia è luogo di crescita e sviluppo dell’individuo. Spesso, però, è pensata come un soggetto debole che va sostenuto perché svolge il ruolo di ammortizzatore sociale e risolve problemi che le istituzioni non sono in grado di affrontare. Adesso – ha concluso Truzzu – è arrivato il momento di pensare alla famiglia come un soggetto attivo in grado di dare importanti risposte alla nostra società».

Il presidente Ganau ha dato la parola al consigliere del Pd, Valter Piscedda, il quale ha condiviso l’obiettivo della mozione: prendere un impegno come Consiglio e come Giunta per approvare al più presto una legge che sostenga non solo le famiglie numerose, ma tutte le famiglie sarde. Piscedda ha evidenziato che ha avuto già rassicurazioni da parte dell’assessore Arru sulla volontà di collaborare attivamente, come assessorato, alla stesura della legge. Attualmente, ha ricordato il consigliere, sono disponibili 270mila euro e ne verranno aggiunti altri 300mila: “una goccia nel mare”, ma un inizio verso la definitiva legge a sostegno delle famiglie. Piscedda ha anche ricordato che il gruppo di lavoro utilizzerà anche le proposte di legge già presentate dai consiglieri Pietro Pittalis (FI) e Michele Cossa (Riformatori sardi). Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha fatto riferimento per quanto riguarda la famiglia al libro “Sottomissione” di Michel Houellebecq, che ripercorre l’attuale debolezza della civiltà occidentale ed europea. «È un problema serio, bisogna ricondurre tutto alla matrice della prima cellula della società: la famiglia, in particolare la famiglia numerosa – ha concluso Dedoni – che può incidere sullo sviluppo della Sardegna, dell’Italia e dell’Europa. I bambini sono il futuro, e noi ci stiamo negando il futuro e questo è grave».

Il presidente Ganau ha dato la parola all’assessore della Salute, Luigi Arru, il quale ha dato ampia disponibilità a trovare la migliore soluzione per sostenere le famiglie sarde, non soltanto quelle numerose. Arru ha spiegato che a causa di problemi di liquidità è stata fatta una scelta dolorosa, ossia ridurre il contributo e le famiglie aventi diritto, ammettendo soltanto quelle che hanno 5 o più figli. In una situazione di difficoltà abbiamo dovuto fare delle scelte, ha spiegato, perché il Fondo nazionale per le Politiche sociali, che può contare su circa 7 milioni di euro, deve essere distribuito fra tutti gli interventi di politiche sociali attive. «Siamo perfettamente d’accordo a fare un discorso complessivo sul sostegno per le famiglie», ha affermato Arru, spiegando che si potrebbe prevedere non solo un’erogazione monetaria ma più servizi a sostegno dell’infanzia e della compatibilità del ruolo genitoriale con l’attività lavorativa.

In sede di replica, il primo firmatario della mozione, Michele Cossa (Riformatori sardi) ha dichiarato di comprendere lo sforzo e l’impegno dell’assessore della Sanità sul tema dei sostegni alle famiglie numerose in Sardegna ma ha invitato l’esecutivo a porre in essere azioni semplici e non complicate. «Bene la proposta di un provvedimento organico – ha proseguito il consigliere della minoranza – ma in questo momento le famiglie hanno bisogno di aiuti concreti e immediati». Cossa ha concluso definendo “molto positiva” l’esperienza del “bonus famiglia”.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha invitato la presidenza dell’assemblea a porre agli atti la sua sottoscrizione alla mozione 106 ed ha dichiarato di condividere grande parte delle considerazioni fatte nel corso del dibattito dai colleghi della maggioranza e dell’opposizione. «La famiglia è un tema che unisce – ha spiegato Pittalis – ed oggi il Consiglio sta dando una grande prova di maturità». Pittalis ha concluso citando lo scrittore e giornalista statunitense Alex Haley: «La famiglia è un collegamento con il nostro passato e un ponte verso il nostro futuro».

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha ricordato che Sel difende tutte le famiglie, anche quelle non tradizionali ed ha ricordato all’assessore Arru che il bonus varato nella scorsa legislatura è a beneficio soltanto per i nati tra il 1 gennaio e il 31 ottobre 2014. Daniele Cocco ha quindi auspicato che in sede di legge Finanziaria i benefici possano essere estesi anche ai nati a novembre e dicembre.

Non essendoci altri consiglieri iscritti a parlare, il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha posto in votazione la mozione 106 che è stata approvata con 41 voti favorevoli e un astenuto. Il presidente dell’assemblea sarda ha quindi dichiarato conclusi i lavori: il Consiglio si riunisce domani (giovedì 8 gennaio) alle 10.30.

«Ridurre gli accessi impropri al pronto soccorso, tagliare i tempi di attesa, migliorare la qualità del servizio e le condizioni di lavoro degli operatori, risparmiare: tutti obiettivi concretamente raggiungibili introducendo il sistema del see and treat – vedi e tratta.»

Lo ha dichiarato, in una conferenza stampa, il consigliere regionale Paolo Truzzu, primo firmatario della mozione sottoscritta da tutta la minoranza, con cui si chiede al governo regionale di sperimentare anche in Sardegna il sistema del see and treat.

Si tratta di una modalità di lavoro, presente da tempo nel mondo anglo sassone ma sperimentata con successo anche in Toscana ed Emilia Romagna, che prevede l’intervento di un team di specialisti (un infermiere esperto, un coordinatore ed un medito tutor) che accoglie i pazienti dei codici bianchi e verdi, quelli con patologie più lievi, ed effettua un trattamento immediato in appositi spazi attrezzati del pronto soccorso.

«Le esperienze internazionali e la sperimentazione di Toscana ed Emilia Romagna – ha aggiunto Truzzu – hanno dato risultati incoraggianti; gli accessi impropri al pronto soccorso sono diminuiti del 25%, c’è stato un risparmio consistente nella spesa sanitaria, è migliorata la percezione della sanità pubblica da parte del cittadino-paziente, sono cresciute la soddisfazione e la motivazione professionale degli operatori sanitari.»

«Il sistema del see and treat – ha poi spiegato Vittorio Conti – esperto nazionale di triage (trattamento dei pazienti di pronto soccorso) «funziona in modo molto semplice ed è già solidamente strutturato con un elenco dettagliato di 49 patologie: l’infermiere del team attribuisce un codice bianco o verde al paziente, che viene trattato immediatamente o, se necessario, indirizzato presso lo specialista per un esame diagnostico». «Il monitoraggio su questo sistema – ha proseguito Conti – ha dimostrato che tutti i pazienti dimessi dopo questo trattamento non sono tornati al pronto soccorso nelle 72 ore successive; significa che sono guariti o hanno proseguito la cura presso altri segmenti del sistema, a cominciare dal medico di famiglia».

Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha abolito il Crel ed ha approvato gli interventi straordinari a favore delle società sportive dilettantistiche e la legge che semplifica i procedimenti in materia di difesa del suolo.

Il consigliere Anna Maria Busia (Misto-Cd) ha illustrato la proposta di legge n. 64, ricordando le motivazioni che portarono all’istituzione del Crel sottolineando però che, nel tempo, le stesse si sono gradualmente esaurite. «Il Crel – ha aggiunto – si riunisce sporadicamente: l’ultima relazione sintetica è del dicembre 2010, l’ultimo seminario del 2009, l’ultimo quaderno pubblicato del lontano 2005. Inoltre i dati dell’Osservatorio legislativo interregionale ci dicono che alcune Regioni non hanno mai istituito il Crel ed alcune lo hanno già soppresso, in coerenza con un indirizzo nazionale che porterà all’abolizione del Cnel, strumento ormai obsoleto alla luce del nuovo sistema di relazioni sociali». «Con questo provvedimento – ha concluso – la Sardegna non vuole certamente rinunciare all’ascolto parti sociali ma solo eliminare un ente che non ha svolto attività consistente, sia per raggiungere obiettivi di risparmio che per iniziare un percorso di snellimento della burocrazia e della macchina regionale».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha osservato che «approvando questa legge stiamo indubbiamente alleggerendo e sfrondando, ma avremmo fatto meglio ad intervenire in sede di assestamento di bilancio con un semplice tratto di penna approvando il nostro emendamento; così è solo un bizantinismo della politica». «Comunque – ha precisato Tedde – condividiamo la proposta e la sosteniamo; a livello nazionale il Cnel è ormai un elefante che sa di muffa istituzionale, drena risorse pubbliche che, per poche che siano, meritano altra e migliore destinazione. Del resto sarà soppresso anche il Cnel che stranamente si sta mostrando attivissimo in questo periodo, nonostante l’inchiesta della Corte dei conti su 5 milioni di consulenze sospette».

Subito dopo è intervenuto il capogruppo di Sel Daniele Cocco che ha subito annunciato il voto favorevole all’abolizione del Crel ringraziando la prima firmataria della proposta di legge Anna Maria Busia per l’iniziativa assunta.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha dato la parola all’assessore agli Affari Generali, Gian Mario Demuro, che ha espresso parere favorevole al provvedimento. «Apprezzo il coraggio di questo Consiglio che decide di rivedere le decisioni del passato – ha detto Demuro – il Crel è oggi un organismo lontano dai motivi che ne avevano determinato la costituzione. La Giunta in ogni caso favorirà i presidi di discussione con le parti sociali».

Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato all’unanimità dall’Aula. Subito dopo il Consiglio ha dato il via libera al testo integrale della legge con 48 voti a favore e uno contrario.

Il presidente del Consiglio ha quindi aperto la discussione sulla proposta di legge n. 141 e il consigliere del Pd, Lorenzo Cozzolino, ha illustrato la Proposta di legge (Cocco Pietro e più) “Interventi straordinari per la promozione e la diffusione della pratica sportiva a sostegno delle associazioni sportive dilettantistiche per la partecipazione ai campionati nazionali ed europei”. Il provvedimento, ha spiegato il relatore della maggioranza, garantisce un contributo una tantum alle società dilettantistiche sarde per garantire la partecipazione ai campionati federali nazionali ed europei. Partecipazione, così ha dichiarato Cozzolino, che è stata messa a rischio dall’alto costo delle trasferte, dalle spese federali e da tutti gli altri oneri che penalizzano atleti e squadre isolane. «Un supporto straordinario per garantire la prosecuzione dei campionati», ha dichiarato il consigliere del centrosinistra che ha però più volte rimarcato il carattere straordinario dell’intervento della Regione. Cozzolino ha quindi richiamato la funzione sociale della pratica sportiva e lo “spirito” della legge 17 del 1999 che riconosce la funzione educativa dello sport. Il relatore ha proseguito illustrando i tre articoli di legge: il primo prevede, in conformità a quanto stabilito dall’articolo 31 delle legge regionale 17/99, la corresponsione alle associazioni sportive dilettantistiche della Sardegna di un contributo integrativo una tantum per la copertura delle spese sostenute per l’annualità sportiva 2013-2014; il secondo contiene la norma finanziaria prevedendo una copertura finanziaria di un milione di euro e l’ultimo disciplina l’entrata in vigore.

La consigliera di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha ribadito che la norma nasce per fare fronte alla crescenti difficoltà cui vanno incontro le società dilettantistiche sarde impegnate nei campionati nazionali ed europei. Zedda ha inoltre rimarcato l’opportunità di interventi adeguati per la promozione della pratica sportiva ed ha definito un «provvedimento doveroso e tempestivo» quello in discussione in Aula. Alessandra Zedda ha quindi auspicato una soluzione anche per l’annualità sportiva in corso (2014-2015) e non solo per quella del 2013-2014, così come previsto nella Pl 141.

L’esponente della minoranza ha quindi invitato l’assessore a procedere con il relativo  impegno di spesa entro il 31 dicembre 2014 e a garantire l’erogazione delle somme immediatamente dopo l’approvazione della finanziaria regionale.

Alessandra Zedda ha ricordato che i benefici della legge riguardano 77 società dilettantistiche e ha concluso con l’augurio che lo stanziamento di un milione di euro a valere sull’articolo 31 della legge 17\99 possa rappresentare un valido sostegno alle compagini sportive e agli atleti della Sardegna.

Il consigliere dei Riformatori sardi, Luigi Crisponi, ha ricordato in apertura del suo intervento il precedente passaggio in Consiglio della proposta di legge per il sostegno alle società dilettantistiche sarde ed in particolare la pregiudiziale, approvata dall’Aula su richiesta del consigliere Pd, Ruggeri, per far tornare in commissione l’intero provvedimento. Crisponi nel dichiarare che quella in esame è una proposta migliore, rispetto alla proposta originaria, ha criticato la copertura finanziaria perché, a suo giudizio, sottrae risorse all’assessorato del Turismo e del Commercio («è un’autentica lotta tra poveri»). L’esponente della minoranza ha inoltre espresso dubbi in ordine all’applicazione delle disposizioni contenute nella Pl 141 ed ha denunciato l’esclusione, tra le 77 società destinatarie dei benefici di legge, della Handball Club Nuoro che partecipa la campionato di A1 di pallamano. «Se non sarà eliminata questa discriminazione – ha concluso Crisponi – preannuncio il voto contrario alla Pl 141».

Soddisfazione per l’attività svolta dalla Seconda commissione è stata espressa dal consigliere regionale di Forza Italia, Edoardo Tocco. «Apprendo con dispiacere le parole dell’amico Crisponi», ha affermato spiegando che l’obiettivo della “leggina” è di porre rimedio alle problematiche legate allo sport e che spera in un suo ripensamento. «Plauso va alla commissione per il lavoro svolto, abbiamo discusso anche animatamente, ma abbiamo usato il buonsenso. Credo – ha continuato – che questa sia la cosa più importante perché siamo riusciti a trovare una soluzione». Tocco ha ricordato i grandi sacrifici che le società sportive stanno sostenendo e ha proposto all’assessore un intervento di valorizzazione e promozione della pratica sportiva perché la Sardegna abbia un’immagine importante a livello nazionale.

Per il capogruppo del Centro democratico, Roberto Desini, «con questo dispositivo di legge stiamo andando a sanare la situazione di 77 società. Stiamo ponendo rimedio a un disegno di legge che, magari per la fretta,  non andava bene». La legge 17 del ‘’99, secondo Desini, è una delle migliori leggi sullo sport in tutto territorio nazionale. Con questo provvedimento si pone fine – ha continuato – alla confusione sulle competenze dovuta al fatto che i finanziamenti erano in capo a Sardegna promozione. «Ringrazio per il lavoro fatto l’assessore Morandi». Desini ha poi auspicato che l’applicazione degli articoli della 17 in capo alle Province, «che da due anni non stanno più espletando queste funzioni,  ritorni in capo alla Regione». Per il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, «è evidente che questa legge mette riparo a un pasticcio, che ha origini profonde, e viene incontro a società che hanno già sostenuto spese». Secondo l’esponente dell’opposizione è una situazione del sostegno allo sport da rivedere, perché si sta mischiando la promozione dell’Isola con la promozione dello sport. Non si capisce, ha continuato, quale destino attende tutte le altre società sportive, tutte quelle che non prendono soldi o di quelle che aspettano soldi del 2013 e «se va bene li avranno nelle primavera 2015».

«Assessore lei deve mettere mano a una nuova legge di promozione dell’attività sportiva e non soltanto per le società agonistiche ma per tutte quelle piccole società che non chiedono niente e svolgono una vera attività sociale, educando allo sport centinaia e centinaia di bambini. Il mio voto – ha concluso Cossa –  dipenderà molto dalla risposta che darà l’assessore». (eln)

A nome della Giunta, l’assessore della Pubblica istruzione e Sport Claudia Firino ha apprezzato i numerosi interventi del Consiglio che hanno sottolineato la natura eccezionale del provvedimento, determinata dalle vicende di Sardegna promozione. E’un provvedimento per tutti, ha continuato l’assessore, «e c’è anche la società citata dal consigliere Crisponi, abbiamo operato con correttezza seguendo un indirizzo coerente; sul piano generale è indubbio che il tema dello sport abbia bisogno di innovazione anche se la legge attuale è buona perchè bilancia professionismo dilettantismo e sport di base». «Per quanto riguarda i finanziamenti – ha poi precisato esponente della Giunta, «bisogna accorciare i tempi, ma voglio chiarire che i ritardi sono dovuti anche al fatto che c’era molto arretrato, risalente in qualche caso al 2010». «Dall’anno prossimo – ha concluso – seguiremo con particolare attenzione l’attività sportiva di base con strumenti già presenti nella 17 ed altri che vorrà individuare il Consiglio».

Sull’ordine dei lavori il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, rivolto all’assessore, ha detto che la società di Nuoro che risulterebbe esclusa è l’Hc handball «ed occorre quindi una correzione».

L’assessore Firino ha assicurato una puntuale verifica, fermo restando che non risultano esclusioni di società dotate dei requisiti e che un eventuale inserimento a posteriori non è possibile per via amministrativa.

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha affermato di non capire «se l’allegato fa parte della legge o no; è’un problema di giustizia sportiva, quella di Nuoro è l’unica società di pallamano che milita in A1, nel massimo campionato».

Il presidente Ganau ha tenuto a precisare che «non c’è nessun allegato formale alla legge, le società con requisiti potranno inoltrare apposita domanda».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha sottolineato che il provvedimento «è stato un parto laborioso con molte contraddizioni, o stiamo rivalutando Sardegna promozione o stiamo facendo altro, è il solito provvedimento eccezionale dove come sempre c’è chi prende e chi non prende, non riesco a votare a favore».

Il consigliere Luigi Ruggeri (Pd) si è detto «un po’ in imbarazzo, è un provvedimento straordinario che riapre la disponibilità della legge 17, con beneficiari individuati dall’art.31 della stessa legge, che hanno risposto ad un bando». «E’ stata solo introdotta – ha precisato – una procedura diversa per la rendicontazione, che fa riferimento alla promozione sportiva e non di marchi; modo per incrementare i contributi a tutte le società che hanno sostenuto spese rilevanti, cosa che giustifica l’intervento straordinario ed irripetibile».

Il consigliere  Giorgio Oppi (Udc) ha espresso dubbi sulla fondatezza della perplessità del consigliere Ruggeri che «ha fatto una specie di patto del Nazareno di serie B: la verità è che 1 milione è una cifra insignificante, fermo restando che le società sportive non possono entrare ed uscire da porte girevoli».

Il consigliere Alessandra Zedda (Forza Italia) ha dichiarato che il consigliere Oppi ha fatto chiarezza; «l’elenco delle società presente nell’allegato è del 2013, le valutazioni saranno fatte sulla base di quanto contenuto nel piano triennale a seconda dell’importanza e dei campionati cui partecipano le diverse società». «La legge – ha concluso – non risolve tutti i problemi ma dà boccata di ossigeno, sono favorevole senza riserve e preciso che, contrariamente a quanto è stato scritto, non sono dirigente di nessuna società sportiva e non lo sono mai stata».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) anch’egli favorevole, ha sollecitato «una riflessione su vicenda che non ha nulla a che vedere con Sardegna promozione con cui invece si è incrociata in modo strano in Consiglio, che non ha fatto bella figura; non dobbiamo consentire a nessuno di farci la morale, soprattutto a chi non hanno titoli».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha messo l’accento positivamente sul fatto che «tanti colleghi ed alcuni assessori si sono spesi per raggiungere un obiettivo importante, il contesto di riferimento premia le società che hanno i requisiti senza esclusioni, è una legge che va incontro allo sport migliore che ha una grande funzione sociale, nell’educazione e nella formazione dei giovani».

Il consigliere del Psd’Az Angelo Carta ha annunciato che il suo gruppo non parteciperà al voto.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli e gli articoli della legge, approvati con 42 voti favorevoli e 2 astensioni.

Prima dello scrutinio finale, per dichiarazione di voto, il consigliere dei Riformatori sardi Michele Cossa ha annunciato voto favorevole, prendendo atto positivamente «delle dichiarazioni dell’assessore; dobbiamo fare giustizia per sanare la situazione venutasi a creare ed è apprezzabile l’impegno per altre società non inserite nel piano triennale, società spesso molto piccole, che svolgono una funzione molto importante ed infine, sullo sfondo, resta la questione dello sport di base».

La legge è stata poi approvata con 42 voti favorevoli e 2 astensioni.

Subito dopo il via libera alla legge  per gli interventi straordinari a favore delle società sportive dilettantistiche, l’Aula è passata all’esame del Testo Unificato di semplificazione amministrativa in materia di difesa del suolo. Il Testo, approvato dalla Quarta Commissione il 26 novembre scorso, è la sintesi di due diversi provvedimenti: la proposta di legge n. 41 (primo firmatario Eugenio Lai) e il disegno di legge n. 100 della Giunta regionale.

Il presidente Ganau ha aperto la discussione generale dando la parola al relatore della maggioranza Eugenio Lai (Sel). «Si tratta di un provvedimento importante che consentirà di arrivare a una semplificazione amministrativa in materia di difesa del suolo – ha esordito Lai – la delicatezza delle problematiche relative all’individuazione delle aree pericolose e a rischio idrogeologico impone sia una costante e precisa opera di pianificazione della mitigazione del rischio sia un’attenta valutazione delle reali emergenze». Tra le priorità indicate dai proponenti, la separazione puntuale delle competenze di Regione e amministrazioni comunali: le strutture regionali si occuperanno delle emergenze mentre ai comuni spetterà l’approvazione degli studi di compatibilità idraulica, geologica e geotecnica.

Lai si è poi soffermato sull’aspetto delle risorse disponibili per dare attuazione alla norma: «Saranno utilizzati i fondi di cui all’articolo 5, comma 3 della legge regionale n. 7 del 2014 – ha detto Lai – e si individuerà uno stanziamento minimo per gli anni successivi eventualmente integrabile con le successive manovre finanziarie. Ciò che è significativo è che la spesa prevista, per quanto certamente non sufficiente, ha carattere permanente e costituisce un chiaro sintomo di una scelta di semplificazione irreversibile». Il relatore di maggioranza ha quindi concluso il suo intervento auspicando il voto favorevole dell’Aula «che consentirà di semplificare la burocrazia attuale, circa 700 pratiche ferme, e di incentivare, attraverso i progetti associati (Unione dei Comuni), la condivisione e l’unità di intenti nel territorio».

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola al relatore di minoranza Giuseppe Fasolino (Forza Italia) che ha riconosciuto, da subito, l’importanza del provvedimento all’esame dell’Aula chiarendo i motivi dell’astensione in Commissione dei rappresentati dell’opposizione. «Le perplessità – ha affermato Fasolino – erano legate all’esiguità delle risorse finanziarie disponibili, insufficienti a garantire il funzionamento delle strutture incaricate di mandare avanti le istruttorie, e all’aggravamento dei compiti affidati ai comuni. Tuttavia riconosciamo l’importanza di questo Testo Unificato che si propone di invertire la tendenza in un ambito così delicato». Fasolino ha quindi concluso il suo intervento auspicando un’effettiva ed immediata velocizzazione di tutte le procedure autorizzatorie di competenza regionale. «Queste, infatti, sempre più numerose e penetranti, determinano un intollerabile freno alle varie iniziative economiche ed imprenditoriali che vengono programmate nel territorio, spesso con l’input decisivo delle amministrazioni comunali».

Il consigliere del Pd, Salvatore Demontis, ha dichiarato di condividere lo spirito della norma ed ha ribadito l’opportunità del provvedimento che mira a eliminare la sovrapposizione di competenze tra diverse amministrazioni pubbliche. «Ma insieme con le competenze – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – serve trasferire ai Comuni le risorse necessarie». Demontis ha quindi definito insufficienti gli stanziamenti indicati nel testo unificato ed ha manifestato perplessità per la copertura finanziaria a valere sul fondo unico per gli Enti Locali. «Con una mano si dà e con l’altra si toglie», ha spiegato il consigliere dei democratici che ha sottolineato come le risorse con tale decisione saranno vincolate nell’utilizzo. «Avrei individuato un’altra copertura – ha concluso Demontis – e auspico che il fondo per gli Enti locali sia presto incrementato degli importi che oggi vengono indicati nel testo unificato all’esame dell’Aula».

Il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, si è dichiarato a favore del provvedimento in discussione perché, a suo giudizio, restituisce ai Comuni competenze e funzioni che gli sono propri e libera l’autorità di bacino di incombenze inutili. L’esponente della minoranza ha affermato di condividere le perplessità espresse dal consigliere Demontis in rodine alla scarsità delle risorse e alla prevista copertura finanziaria. Cossa ha auspicato che ai Comuni sia inoltre garantito anche un opportuno supporto tecnico ed ha preannunciato il voto a favore al testo unificato 41-100.

Il consigliere del Psd’Az, Angelo Carta, ha affermato che la proposta in discussione semplifica e accelera i processi autorizzativi in capo ai Comuni ed ha dichiarato che le norme contenute nel testo approvato in Quarta commissione «vanno nella giusta direzione e restituiscono ai Comuni funzioni che gli competono». Carta ha quindi definito “insufficienti” le coperture finanziarie previste e si è detto sicuro che la Giunta in sede di finanziaria saprà garantire le risorse necessarie agli Enti locali.

Parere positivo alla proposta di legge è stato espresso dal capogruppo di Sel, Daniele Cocco, il quale ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo. «Questa proposta di legge dimostra quanto sia importante la presenza dei sindaci in quest’aula perché conoscono i problemi che vivono i cittadini e i Comuni». Cocco ha evidenziato gli aspetti importanti del testo: la semplificazione dell’attività amministrativa e l’attribuzione delle funzioni ai Comuni per quanto attiene ai Pai. L’esponente della maggioranza ha anche rilevato positivamente la sinergia che c’è stata tra la Giunta e il Consiglio.

Per il capogruppo del Centro democratico, Roberto Desini, «la proposta di legge fa chiarezza in materia di competenze e trasferisce ai Comuni le giuste funzioni». Desini ha spiegato che spesso all’Autorità di bacino, di cui fa parte, arrivano pratiche minime che potrebbero essere gestite dai Comuni velocizzando la risposta da dare agli utenti. Per il consigliere del Centro Democratico i fondi stanziati non sono sufficienti per l’aggiornamento dei Pai e ha proposto un aumento. «Saranno soddisfatti i Comuni – ha detto – ma anche i cittadini perché questa proposta di legge va nei loro interessi».

«Sosteniamo questa proposta di legge e avrà il voto del Partito democratico», ha affermato il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, e ha ricordato che questa legge porterà a una semplificazione e a una velocizzazione dell’approvazione delle pratiche relative al dissesto idrogeologico. Per Cocco la Regione deve mettere a disposizione dei Comuni figure specializzate e una dotazione finanziaria adeguata. «Ho proposto -. ha concluso – un emendamento all’articolo 3 che aumenta l’importo da 200mila euro a 600mila euro, che vanno calcolati come aggiuntivi al Fondo unico».

L’assessore degli Enti Locali Cristiano Erriu ha messo l’accento in apertura che si tratta di un problema già emerso nella precedente legislatura. «Ci sono criticità evidenti nell’agenzia – ha spiegato – un ingorgo che porta i 13 dipendenti ad occuparsi di un po’ di tutto, spesso di cose molto complesse e delicate e, nello stesso tempo, di numerosissime pratiche minute, col risultato che sono circa 800 le pratiche arretrate». Un problema che può essere facilmente risolto, ha aggiunto, «con una delega ai Comuni, relativa peraltro ad interventi inerenti solo il territorio comunale di riferimento, non a studi di caratterizzazione idro-geologica perché su quelle la Giunta ed il Consiglio sono già intervenuti con oltre 2 milioni il 7 novembre scorso, così come per studi relativi ai Puc». «La delega quindi – ha continuato l’assessore Erriu – può essere estesa a Comuni ed alle Unioni di Comuni sia per una migliore organizzazione che per una più elevata qualità dei servizi al cittadino, seguendo una strada simile a quella delle autorizzazioni paesaggistiche». Per quanto riguarda i 600.000 euro aggiuntivi rispetto al Fondo, ha concluso, «servono a potenziare gli uffici tecnici degli enti locali, soprattutto dei Comuni più piccoli dove certe figure non sono presenti e ci sarà un help desk (una sorto di pronto soccorso per situazioni particolari e specifiche), mentre l’Agenzia si potrà specializzare su questioni più complesse, come il Piano contro il rischio-alluvione».

Prima del voto sul passaggio agli articoli, hanno preso la parola diversi consiglieri per dichiarazione di voto.

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha annunciato il voto favorevole dopo l’ emendamento proposto dal capogruppo del Pd Pietro Cocco. «E’ un buon esempio, ha detto, «di sinergia fra Giunta e Consiglio come ha detto anche il capogruppo di Sel Daniele Cocco, che per quanto ci riguarda ci sarà sempre sulle cose concrete che interessano i cittadini».

Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) si è espresso in modo favorevole, suggerendo di «sfruttare apposite convenzioni con l’ordine dei geologi per sviluppare la pianificazione urbanistica».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha affermato che «si tratta di una legge che meritava da tempo un intervento perché troppo centralista, si prosegue ora l’idea della Giunta Cappellacci del 2013, riducendo i tempi per i cittadini ed aiutando i Comuni a lavorare meglio».

Voto favorevole è stato annunciato anche da Michele Cossa (Riformatori sardi) che ha espresso apprezzamento per la volontà della Giunta di offrite un supporto tecnico ai comuni. «Per i comuni avere una struttura di riferimento sarebbe un passaggio fondamentale – ha detto Cossa – credo che questa sia la migliore soluzione economica e anche la più efficace».

Alessandra Zedda ha manifestato perplessità sulla capacità delle strutture comunale, soprattutto quelle dei centri più piccoli, di esercitare le competenze trasferite dalla legge. «Per questo – ha detto Zedda – ben vengano le Unioni dei Comuni ma sarebbe auspicabile confermare la convenzione con l’Ordine dei Geologi che in passato ha dato risultati importanti.»

Il capogruppo del Centro Democratico, Roberto Desini, dopo aver annunciato il suo voto favorevole ha definito “fondamentale” il provvedimento portato oggi all’esame del Consiglio. «Ci saranno enormi benefici per gli amministrati – ha detto Desini – le somme non intaccheranno il Fondo Unico per gli Enti locali e finalmente si darà vita a una una sburocratizzazione senza precedenti».

Il presidente Ganau ah quindi posto in votazione il passaggio agli articoli che l’Aula ha approvato all’unanimità. Subito dopo l’Assemblea è passata all’esame dell’art.1 al quale è stato presentato un emendamento aggiuntivo che estende le competenze dei Comuni agli interventi per la conduzione delle attività agricole, silvoculturali e pastorali. Articolo ed emendamento hanno ottenuto il via libera del Consiglio. Subito dopo sono stati messi in discussione l’articolo 2 e il relativo emendamento sostitutivo parziale che aumenta la dotazione finanziaria annuale per l’attuazione della legge da 200.000 a 600.000 euro. Anche in questo caso l’Aula ha dato parere favorevole. Si è quindi passati alla votazione finale del Testo Unico che è stato approvato all’unanimità.

Il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la seduta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

Teatro lirico di Cagliari copia

Il consigliere regionale Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) ha presentato un’interrogazione sulla nomina del rappresentante della Regione nella Fondazione dell’Ente lirico di Cagliari.

«Nonostante i continui richiami alla trasparenza la Giunta regionale ha indicato il proprio rappresentante nella Fondazione dell’ente lirico di Cagliari senza rendere consultabile la delibera, alimentando dubbi ed interrogativi che vanno chiariti al più presto. Non essendo possibile accedere al documento – ha osservato Truzzu – si può presumere che la Regione abbia nominato il dr. Alessio Loi, già direttore amministrativo del Teatro lirico e dirigente del Consiglio regionale in pensione; se si trattasse di lui, niente da dire sulla persona e le sue capacità, ma va chiarita la natura giuridica del suo incarico.»

«La legge – ha aggiunto Truzzu – vieta espressamente di attribuire incarichi a lavoratori pubblici e privati in pensione sia nelle pubbliche amministrazioni che in enti e società controllate, a meno che gli stessi incarichi non siano svolti per un solo anno e a titolo gratuito.»

«Quindi – ha sintetizzato il consigliere regionale – delle due l’una: o la nomina è illegittima e va revocata o è legittima ma, in qual caso, la Giunta ha perduto l’ennesima occasione per dare una prospettiva stabile di governo all’istituzione culturale più importante della Sardegna, perpetuando una situazione di precarietà di cui fanno le spese lavoratori del settore e cittadini.»