23 December, 2024
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I consiglieri regionali del gruppo Articolo Uno – Sdp esprimono grande soddisfazione per la delibera approvata ieri dalla Giunta regionale, che determina le linee guida per la programmazione dell’offerta formativa e della rete scolastica per l’anno scolastico 2018-2019.

«La tempistica con la quale l’approvazione è avvenuta – sostengono Eugenio Lai, Daniele Cocco, Luca Pizzuto e Paolo Zedda – permetterà, per la prima volta, di programmare con largo anticipo e nel migliore dei modi la proposta formativa da fornire agli allievi. La lotta alla dispersione scolastica, il miglioramento delle competenze degli studenti e l’innalzamento qualitativo dell’offerta formativa rivestono un ruolo fondamentale negli obbiettivi della legislatura.»

«Il lavoro dell’assessore della Pubblica istruzione, Giuseppe Dessena – concludono Eugenio Lai, Daniele Cocco, Luca Pizzuto e Paolo Zedda -, continua a dare ottimi risultati in un settore fondamentale come la formazione degli adulti di domani.»

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Soddisfazione per l’approvazione a larghissima maggioranza, in I commissione, della doppia preferenza di genere è stata espressa dai quattro consiglieri regionali del gruppo Articolo UNO – Sdp, Eugenio Lai, Daniele Cocco, Luca Pizzuto e Paolo Zedda.

«Si auspica che l’Assemblea regionale possa approvare tale importante provvedimento in tempi brevi. Benché riteniamo assurdo che nel 2017 ci sia ancora bisogno di leggi per affermare la parità di genere – concludono Eugenio Lai, Daniele Cocco, Luca Pizzuto e Paolo Zedda -, questo provvedimento è fondamentale per una giusta rappresentanza all’interno delle assemblee democraticamente elette.»

 

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Il programma per lo sviluppo delle attività popolari, il disegno di legge per l’istituzione dell’anagrafe regionale studenti, il piano di dimensionamento scolastico e il punto sul contratto di servizio Rai ed il testo unificato sulla lingua sarda: sono stati questi gli argomenti oggetto dell’audizione in Seconda commissione dell’assessore regionale della Pubblica istruzione e della Cultura, Giuseppe Dessena.

In merito al programma degli interventi previsti dalla legge n. 64/86 per il sostegno alla associazioni e ai complessi bandistici, ai gruppi polifonici e folcloristici, l’assessore non ha potuto non evidenziare l’esiguità dei fondi a disposizione per il 2017 che, a fronte di uno stanziamento complessivo di 600mila euro, sconta anche una riserva di 350mila euro destinata alle spese per le attività didattiche 2016/2017. «È evidente – ha dichiarato a questo proposito il presidente della commissione, Gavino Manca – che 250mila euro di risorse disponibili, per realizzare il programma del 2017, rendono di fatto inefficace la legge 64 ed è anche per tale ragione che mi assumo l’impegno, anche a nome dell’intera commissione, perché sia incrementata la somma a disposizione per il 2018». Per il prossimo anno l’obiettivo prefissato è un aumento di circa 500mila euro rispetto alle 900mila euro stanziate (ma solo 550mila sono destinate al programma di interventi in quanto 350mila sono riservate alle attività didattiche e formative).

Si è passati agli argomenti attinenti la scuola e l’assessore ha illustrato il disegno di legge della Giunta regionale n. 440 che prevede l’istituzione dell’anagrafe degli studenti, al fine di “monitorare l’abbandono scolastico in tempo reale” e si propone di acquisire puntuali e tempestive informazioni su tutto ciò che attiene l’andamento scolastico ed i risultati di ogni singolo alunno. «La tracciabilità dei percorsi scolastici dei singoli studenti sardi – ha affermato l’assessore – è il nostro obiettivo, per arginare e combattere con strumenti adeguati la piaga dell’abbandono scolastico in Sardegna che ha ormai raggiunto livelli non più accettabili». Nel corso del breve confronto che si è sviluppato in commissione (sono intervenuti i consiglieri Paolo Dessì, Misto; Rossella Pinna e Gianmario Tendas, Pd; Roberto Desini, Pds; Paolo Zedda, Sdp) sono emerse anche le problematicità riguardanti il trattamento dei dati e le competenze ministeriali in materia ma non è mancato tuttavia il sostanziale sostegno della commissione per l’iniziativa proposta dall’assessore insieme con la disponibilità a procedere in tempi rapidi per favorire l’approdo del disegno di legge in Aula quanto prima.

Condivisione e sostegno che l’assessore Giuseppe Dessena ha registrato anche sulle tempistiche ed il metodo fino ad ora utilizzati per l’approvazione del cosiddetto piano di dimensionamento scolastico. «Portiamo oggi in Giunta l’approvazione della delibera con oltre quattro mesi di anticipo rispetto allo scorso anno – ha precisato l’assessore – e non prevediamo alcun accorpamento o chiusura di istituti scolastici, proponendoci di accettare e valutare soltanto quelli che saranno eventualmente richiesti dagli Enti Locali, sulla base delle linee guida approvate lo scorso anno». L’assessore, dunque, ha evidenziato la mancanza di ben 65 dirigenti scolastici nell’Isola ed ha annunciato che il piano di dimensionamento scolastico sarà sostituito con la riorganizzazione dell’offerta formativa.

In conclusione dell’audizione il consigliere Paolo Zedda (Art. 1 – Sdp) ha illustrato all’assessore le modifiche apportate al testo unificato sulla lingua sarda, in linea con le indicazioni emerse nel corso delle audizioni sul tema, e la commissione ha quindi concluso concordando con l’assessore Giuseppe Dessena circa l’esigenza di promuovere una serie di audizioni e di confronti con il governo ed i vertici della Rai, al fine di garantite le risorse necessarie alla valorizzazione e alla salvaguardia della lingua sarda, all’interno delle misure e dei programmi previsti nel  contratto di servizio con la Rai.

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Una nuova legge elettorale per restituire rappresentatività e potestà decisionale al Consiglio regionale. Il gruppo Art. 1 – Sdp è pronto a far propria la proposta elaborata dal Coordinamento dei Comitati per la Costituzione, lo Statuto la Democrazia e il Lavoro. Lo hanno annunciato questa mattina i consiglieri regionali di Sdp Daniele Cocco, Luca Pizzuto, Eugenio Lai e Paolo Zedda.

«Entro la prossima settimana depositeremo la proposta di legge – ha detto il capogruppo Daniele Cocco – difficilmente passerà in Commissione lo stralcio della doppia preferenza. In Consiglio ci sono troppe resistenze. Noi siamo d’accordo ad approvare con urgenza questa prima riforma ma, allo stesso tempo, riteniamo urgente l’adozione di una nuova legge elettorale. I tempi sono stretti, con l’attuale sistema non si può andare a votare.»

La proposta dei Comitati, illustrata dal costituzionalista Omar Chessa, si fonda sull’art. 15 dello Statuto Sardo che prevede l’adozione da parte del Consiglio di una legge statutaria per individuare forma di governo e modalità di elezione dell’Assemblea legislativa sulla base dei principi di rappresentatività e stabilità.

«Oggi, con l’elezione diretta del Presidente della Regione, non è più garantita la rappresentatività, il premio di maggioranza è sproporzionato – ha detto Chessa – se la legge elettorale in vigore venisse impugnata davanti alla Consulta sarebbe dichiarata incostituzionale.»

Quattro i principi cardine della proposta: 1) l’eliminazione del premio di maggioranza e delle soglie di sbarramento; 2) l’introduzione del sistema proporzionale con collegi plurinominali; 3) l’adozione della doppia preferenza di genere; 4) l’abbandono del modello presidenziale e il ritorno al sistema parlamentare, come avviene in quasi tutti i paesi europei.

«A livello nazionale il premio di maggioranza non supera mai il 15%. In Sardegna, invece, un presidente eletto con una percentuale del 30% può governare con il 55% dei seggi – ha aggiunto Omar Chessa – il premio è utilizzato per garantire stabilità al presidente indicato direttamente dagli elettori ma così si uccide il principio democratico della rappresentatività.»

«E’ una proposta interessante che vogliamo proporre all’attenzione del Consiglio e del popolo sardo – ha detto il consigliere di Sdp Luca Pizzuto – in questo modo si porrebbe rimedio a due storture: l’esclusione di forze politiche dall’Assemblea Sarda, nonostante le buone percentuali elettorali, e l’assenza in legge della rappresentanza di genere». Sulla stessa linea gli altri consiglieri di Sdp Paolo Zedda ed Eugenio Lai. «Non intervenire con una nuova legge significherebbe avvallare l’elettoralite, patologia della politica sarda che si sta riacutizzando – ha detto Paolo Zedda – per questo appoggiamo in modo convinto l’idea del Comitato».

Sul rischio che troppe proposte possano affossare lo stralcio della doppia preferenza di genere, attualmente all’attenzione della Commissione Autonomia, i rappresentanti del Comitato non hanno dubbi. «La doppia preferenza è uno specchietto per le allodole – ha affermato l’avvocato Giovanna Angius – la realtà è che nessuno vuole modificare la legge elettorale».

Giudizio condiviso da Marco Ligas (Il Manifesto Sardo): «Estrapolare una norma è un errore – ha sottolineato Ligas – serve una riforma complessiva. Questa legge non garantisce rappresentatività basta guardare le percentuali di astensionismo».

Sul mancato rispetto del principio democratico della rappresentatività ha insistito anche l’ex sindaco di Gavoi ed ex assessore del Turismo della Giunta Palomba Salvatore Lai: «Alle ultime elezioni regionali, Sardegna Possibile ha raccolto quasi 100mila voti eppure non è presente in Consiglio. L’attuale sistema elettorale è sbagliato, c’è uno stravolgimento del voto popolare».

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«Il gruppo consiliare di Articolo UNO – Sinistra per la Demcorazia e il Progresso accoglie con piacere la notizia che il Partito Democratico, nella direzione regionale svoltasi ieri ad Oristano, abbia trovato l’intesa sulla riforma della rete ospedaliera. Come consiglieri di maggioranza vorremmo però sottolineare che il ragionamento su un argomento così importante dovrebbe essere aperto e condiviso, e che noi non vogliamo essere, e non saremo, spettatori passivi di scelte decisive per la vita delle persone.»

Lo scrivono, in una nota, Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Paolo Zedda.

«Le nostre proposte sulla riforma hanno sempre mantenuto le direttive della perequazione e dell’uguaglianza dei servizi offerti nei territori – aggiungono i quattro consiglieri regionali del gruppo Articolo Uno – Sdp -. La persona deve essere messa al centro di ogni decisione sulla rete sanitaria e non permetteremo la creazione di pazienti di serie B. Vigileremo quindi, affinché siano tutelati i servizi ospedalieri nelle zone disagiate. Per questa ragione, nella seduta di Consiglio di martedì prossimo, andremo a riaffermare la nostra idea di sanità sarda, che si basa sulle istanze dei territori e raccoglie le richieste fatte da ANCI.»

«Per quel che concerne l’ospedale Ozieri-Alghero rimarcheremo le richieste, già fatte sia in commissione che in maggioranza, della necessità del mantenimento di tutte le strutture presenti, oltre che istituzione della radiologia interventistica extravascolare, e l’impegno a tradurre in norma il potenziamente di tutte quelle necessarie per avere un ospedale di primo livello entro il 2018 – aggiungono Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Paolo Zedda -. Anche sull’ospedale di Nuoro le nostre proposte sono molto precise: l’istituzione dello stroke unit e breast unit e del reparto di medicina nucleare. Insisteremo affinché l’atto aziendale dell’ATS rispetti le linee guida della riforma, mantenendo e potenziando le strutture presenti, incluse riabilitazione, dermatologia e dietologia. Faremo proposte chiare perché ci siano percorsi di cura omogenei su tutto il territorio regionale: in particolar modo per l’oncologia, e per la creazione dei dipartimenti di onocologia femminile, che attraverso l’hub della Sardegna (il Businco Oncologico) possano creare percorsi di eccellenza, mettendo al centro i bisogni del paziente e valorizzando le professionalità oggi presenti nella sanità pubblica sarda. Ci schiereremo, come già fatto per il riconoscimento della struttura semplice dipartimentale di radiologia pediatrica del Microcitemico, per salvaguardare e sostenere le future generazioni della nostra isola.»

«Oltre a ciò, siamo in attesa che ATS equipari i due bandi di mobilità per per permettere le stesse possibilità di accesso sia agli assunti interni che agli extra aziendali. Rimarchiamo qui, e ribadiremo in sede istituzionale, che restiamo fermi sulla nostra richiesta dell’istituzione dell’AREUS e della nomina del direttore generale. Vogliamo inoltre sottolineare la necessità, già riconosciuta dal Presidente Pigliaru – concludono i quattro consiglieri del gruppo Articolo UNO – Sdp -, di fare chiarezza sui conti della Regione.»

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Durante la seduta odierna, il vicepresidente del Consiglio regionale Eugenio Lai è intervenuto sull’ordine dei lavori a nome del gruppo Articolo Uno – SDP per sottolineare che, sulla vicenda AIAS, nonostante l’ordine del giorno dello scorso mese di aprile e la conseguente delibera di Giunta, tutto sia rimasto invariato e i lavoratori ancora attendono diversi stipendi arretrati. La delibera in particolare riguardava il mancato rinnovo delle convenzioni con il Sistema sanitario sardo di coloro che erano in arretrato con i pagamenti degli stupendi ai dipendenti.

Per questo motivo è stato chiesto conto ai presidenti della Giunta regionale Francesco Pigliaru e del Consiglio Gianfranco Ganau, della mancata applicazione di questi provvedimenti.

«Il gruppo consiliare Articolo Uno – SDP – scrivono in una nota Eugenio Lai, Daniele Cocco, Luca Pizzuto e Paolo Zedda  -, continuerà a vigilare sull’esito di questa vertenza e a sostenere tutti i lavoratori coinvolti in questa grave vicenda.»

 

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Prende il via questo pomeriggio nel Parco di Villa Sulcis, la “Festa della Sinistra – Sotto/Sopra – Il Mondo Alla Rovescia“. Saranno quattro giorni di incontri-dibattito sui temi di più grande attualità politica e sociale, con ospiti di primissimo piano della scena politica.

Si inizia alle 17.30, con un dibattito sulla riforma sanitaria ed i riflessi sui territori.
Interverranno:
– Luigi Arru, assessore regionale alla sanità,
– Fulvio Moirano, direttore ATS,
– Bruno Palmas Articolo Uno Oristano,
– Maddalena Giua, direttrice Assl Carbonia-Iglesias
Coordina Giovanni Tocco, introduce Riccardo Cardia.

Alle 20.00 cena con prodotti a base di canapa.
Alle 21.30 proiezione di “Re:legalized – Un viaggio nella cannabis rilegalizzata”, alla presenza del regista Francesco Bussalai.
A seguire dibattito con:
– Riccardo Desogus, rappresentante di Assocanapa,
– Roberto Zurru, direttore Agris,
– Paolo Zedda, consigliere regionale
Coordina Marco Corrias

Venerdì 22 settembre

Ore 17.30
Dibattito: migranti e accoglienza.
con
– Walter Massa, responsabile nazionale Arci Commissione dei migranti e richiedenti asilo
– Don Marco Lai, Caritas Sardegna
– Rappresentante CISL
– Massimiliano Smeriglio, vice presidente regione Lazio
– Anna Puddu, consigliera comunale Cagliari
– Susanna Steri, associazione Diomira C.A.S. Rosas Narcao
– Marco Fumagalli, ex deputato della Repubblica

Ore 20.30 cena etnica

Ore 22.00
Concerto
– Alessandro Porcu
– Gli operai della 1100

Sabato 23 settembre

Ore 17.00
Laboratorio di riciclo e di riuso per i bambini “I Supereroi”

Ore 17.30
Dibattito: Lavoro e sviluppo nel Sulcis Iglesiente
con:
– Salvatore Cherchi, coordinatore del Piano Sulcis
– Giuseppe Dessena, assessore regionale all’istruzione
– Barbara Argiolas, assessore regionale al Turismo
Coordina: Manolo Mureddu

Ore 20.30 ristorante sociale

Ore 22.00
Musica
– Diego Volpe
– Don Leone
– Z-Tilt

Domenica 24 settembre

Ore 17.30
Animazione per bambini

Ore 18.00
Dibattito con le organizzazioni giovanili della città: vivere e far vivere gli spazi della città
Coordina Marco Corrias

Ore 20.30 Ristorante sociale

Ore 21.30
Cinema
Proiezione del film “Captain Fantastic” di Matt Ross

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Il Consiglio regionale ha rinviato l’elezione del nuovo vicepresidente al posto del dimissionario Ignazio Locci.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau che, prima di procedere, ha convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato la decisione dei capigruppo di rinviare ad altra data le elezioni di un vice presidente dell’Assemblea del Garante regionale per l’infanzia. Intervenendo sull’ordine dei lavori, il consigliere del Psd’Az Christian Solinas, ha ricordato il travaglio popolo catalano, proponendo che il Consiglio manifesti concretamente la sua solidarietà «ad una comunità che sta riaffermando il diritto alla auto determinazione dei popoli» e prenda le distanze da un «processo di inasprimento del confronto istituzionale che impedisce un voto democratico». «La Sardegna – ha concluso – che ha conosciuto vicende analoghe, non può che essere vicina ai fratelli catalani».

Il presidente Ganau ha ribadito i contenuti delle dichiarazioni di solidarietà al popolo catalano già espressi da lui stesso e dal presidente Pigliaru.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, invece, ha messo l’accento sulla situazione politica, sottolineando che «il Consiglio è il luogo deputato per capire cosa sta succedendo nella maggioranza, perché apprendiamo dalla stampa che su importanti riforme, sanità ed urbanistica, ci sono gruppi e singoli esponenti di maggioranza che hanno già dichiarato la loro posizione contraria». Per cui, ha aggiunto, su provvedimenti come questi il dibattito non si può esaurire nel dibattito interno di qualche gruppo o qualche partito e il presidente della Regione deve riferire in Aula con urgenza. In materia sanitaria, Pittalis ha lamentato la mancata distribuzione al Consiglio dei dati sul monitoraggio delle spesa sanitaria elaborati da un organismo istituito ad hoc «e questo avviene mentre sulla stampa si assiste al solito balletto di cifre, a ridosso della discussione della riforma in Consiglio».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, associandoci alla proposta del collega Solinas, ha evidenziato che «questa consiliatura si è caratterizzata anche su un importante profilo internazionale, intraprendendo con la Corsica un percorso di rappresentazione su scala internazionale delle istanze di comunità identitarie, percorso che il governo spagnolo ha bruscamente interrotto impedendo la libera consultazione dei cittadini della Catalogna». Gianfranco Congiu è poi tornato sulle recenti nomine all’Ersu di Sassari, disposte dal presidente Ganau con i poteri sostitutivi, ribadendo la sua richiesta di «conoscere i criteri adottati per quelle nomine, nomine che non ci soddisfano, con particolare riferimento al curriculum di un nominato che non ha nemmeno la laurea e viene chiamato ad occuparsi dei problemi degli studenti universitari».

Il consigliere Eugenio Lai (Art. 1 – Sdp) ha richiamato l’attenzione del Consiglio sulla situazione dell’Aias, sulla quale «a fronte di numerosi impegni e decisioni del Consiglio e della Giunta riguardanti il regolare pagamento degli stipendi si registra una situazione in cui la società risulta in grave arretrato».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, riprendendo gli interventi dei colleghi Christian Solinas e Gianfranco Congiu, ha riaffermato esigenza che «il Consiglio, con una presa di posizione forte, si schieri a fianco dei catalani, in un momento molto pericoloso per tutte le democrazie europee, in cui arresti e provvedimenti giudiziari hanno fermato un referendum democratico ricorrendo all’uso della forza». «La Catalogna – ha concluso – una sede di rappresentanza in Sardegna, ad Alghero, istituita da generalitat di sinistra e sindaco di centro destra, a testimonianza di rapporto che ha radici profonde».

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha condiviso gli interventi precedenti sulla situazione della Catalogna allargando l’orizzonte alla situazione «dei popoli senza stato che in Europa hanno una popolazione di circa 100 milioni di persone, popoli come questi Sardegna e Catalogna, che chiedono dignità, autodeterminazione, libertà di esprimere la loro cultura e le loro aspirazioni; lo chiede soprattutto la Catalogna che oggi sta subendo un attacco alla sua libertà, un fatto eccezionale che richiede un atto formale del Consiglio regionale».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, ha rilanciato il problema dell’Aias invitando Consiglio e Giunta «ad essere protagonisti nelle vicende di una azienda che svolge un servizio pubblico essenziale senza però garantire il regolare pagamento stipendi e corrette relazioni sindacali». «La Regione sta facendo la sua parte – ha osservato Pietro Cocco – pagando regolarmente le fatture, mentre l’azienda non trasferisce le risorse ai lavoratori e mantiene in piedi provvedimenti di licenziamento; per questi motivi occorre al più presto una discussione approfondita sull’argomento».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha denunciato la grave, situazione dei lavoratori ex Ati Ifras e parco Geominerario, protestando perché «da quasi 10 mesi non succede niente nonostante fosse stato individuato un percorso per reinserire circa 500 lavoratori che ancora non è iniziato ed i problemi non sono risolti, mentre emergono forti disparità di trattamento». Sappiamo che il problema è difficile, ha riconosciuto la Zedda, «anche per questioni normative, però ma quanto fatto finora non rispetta i diritti dei lavoratori e di fatto abbandona un vasto territorio; ora abbiamo di fronte la scadenza dell’11 ottobre ma non c’è niente di certo se non che sono stati inseriti solo 7 lavoratori».

Per i Riformatori sardi, il consigliere Luigi Crisponi si è associato ai sentimenti di vicinanza al popolo catalano espressi da molti consiglieri dichiarandosi favorevole ad un documento del Consiglio. A proposito di nomine esercitate con poteri sostituitivi, Crisponi ha ricordato «la vicenda del 2013 che ha riguardato il Comitato per la lingua sarda che, dopo quattro anni, ancora non si è insediato, alimentando enormi interrogativi sulla sua funzione».

A nome del Cps il capogruppo Pierfranco Zanchetta, «come esponente di una minoranza nella minoranza» ha manifestato convinta solidarietà al popolo catalano assicurando la sua piena disponibilità per un documento del Consiglio regionale in materia di auto determinazione». Infine ha ringraziato il presidente Pigliaru per l’impegno su La Maddalena nella partita delicata del post G8, che forse consentirà la soluzione immediata di un vecchio problema di interesse strategico per la comunità maddalenina».

Il consigliere Paolo Zedda (Art.1-Sdp) ha espresso una valutazione positiva sulla posizione assunta dal presidente Pigliaru sulle vicende della Catalogna perché, a suo giudizio, «l’autodeterminazione è un diritto delle nazioni democratiche senza condizioni e senza il ricorso alla forza». «Fra poco – ha ricordato – si terrà il referendum per l’autodeterminazione del popolo curdo, un altro popolo senza stato che attende da quattro millenni e sta combattendo contro l’Isis per affermare il principio della coesistenza di tutte le culture in un clima di ostilità del governo centrale e di quello turco; anche questa battaglia merita il sostegno della Regione».

Al termine di quest’ultimo intervento, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno ed il presidente ha dato la parola al presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd), relatore di maggioranza, per illustrare il contenuto del Dl 449 (disposizioni finanziarie e seconda variazione al bilancio 2017-2019).

Nel suo intervento Sabatini ha dato un giudizio «fortemente positivo sul provvedimento, perché sui liberano risorse aggiuntive per oltre 148 milioni provenienti dall’attuazione dell’art.8 statuto, che consentono di coprire in parte il disavanzo della sanità, di abbattere i ratei dei mutui e di aprire nuovi spazi finanziari per gli enti locali». Per quanto riguarda i conti della sanità, Sabatini ha condiviso il suggerimento del collega Pietro Pittalis di aprire un dibattito sull’argomento «perché spesso si fa il gioco delle tre carte senza punti di riferimento, mentre invece si deve partire dalla delibera Cipe su fabbisogno per ciascuna Regione per poi fare valutazione, tenendo presente che, in base a quella tabella, dai 392 milioni di 2013 si è arrivati a 320 nonostante i costi aggiuntivi sostenuti per vaccini, nuovi farmaci ed ammortamenti». «E’ vero – ha concluso – che spendiamo troppo in base ai livelli di assistenza ma, in base alla spesa pro-capite, ci sono Regioni virtuose con una spesa più alta della nostra, quindi il tema centrale è e resta qualificare la spesa e spendere meglio».

Per la minoranza, il relatore Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha affermato che quello «di aumentare qualità del servizio sanitario contenendo i costi è un obiettivo di legislatura che non è stato raggiunto, perché oggi si andando in direzione completamente posta, mentre per l’ennesima volta maggiori entrate vengono utilizzate non per lo sviluppo ma per coprire il deficit di sanità». «E’vero che disavanzo è diminuito – ha aggiunto Paolo Truzzu – ma non solo il suo trend è negativo dal 2012 ad oggi, ma la Sardegna per la prima volta nella storia è la Regione peggiore d’Italia, con conti peggiori delle altre 8 Regioni canaglia». «A differenza dei tanti annunci della maggioranza – ha detto ancora Truzzu – siamo di fronte ad una riforma mancata fatta che si è trasformata in un terreno di scontro interno alla maggioranza, dal continui rinvio della nomina del direttore dell’Areus non c’è solo per questo, ai provvedimenti di tutela degli amici, dalle situazioni irregolari sulle nomine sulle quali non si è mai intervenuti, alla mancata definizione di percorsi di cura omogenei per tutti i sardi che anche quest’anno stato stati spacchettati in 8 aziende diverse». «Ora – ha concluso – abbiamo di fronte 2 possibilità: far finta di niente o individuare errori e trovare soluzioni, anche perché fra una settimana discutiamo della nuova rete ospedaliera con gli stessi interlocutori che hanno scassato i conti del sistema sanitario».

Chiuse le relazioni il presidente ha aperto la discussione generale dando la parola al primo degli iscritti, il capogruppo del Partito dei Sardi Gianfranco Congiu.

L’esponente della maggioranza ha espresso soddisfazione per l’impegno assunto ieri dal presidente della Regione Francesco Pigliaru durante il vertice del centrosinistra per aprire una fase di verifica sui conti della Sanità. «Era quello che chiedevamo da tempo – ha detto Gianfranco Congiu – non è pensabile che si discuta ancora sui criteri per conteggiare la spesa. Serve un confronto a tutto campo sul quantum del debito sanitario, la nostra posizione è stata critica in Commissione dove ci siamo astenuti, oggi siamo in aula perché auspichiamo che questa verifica venga fatta, siamo pronti a dare il nostro contributo».

Secondo Alessandra Zedda (Forza Italia) il dl di assestamento di bilancio è  un provvedimento dovuto. «La spesa sanitaria è aumentata, le misure messe in campo dalla Giunta non hanno dato i risultati sperati:  non ci sono Case della salute, Ospedali di comunità ma soprattutto mancano servizi fondamentali come l’elisoccorso». Alessandra Zedda ha poi definito “irriverenti” nei confronti del Consiglio e della Giunta gli atti aziendali adottati dalle Asl. «E’ uno scandalo, si inventano atti e si trasferiscono servizi come Chirurgia del Policlinico. Sembra una sistemazione degli amici degli amici. Vengono istituiti primariati di servizi sanitari (infermieristica, ostetricia e fisioterapia) e si sopprimono quelli di medicina. Così non si risparmia nulla, si chiudono strutture primarie e nascono i satelliti. Stiamo inoltre ammazzando la sanità privata. Cui prodest? Nel pubblico i servizi costano di più e non sono garantiti. La Sanità è in forte difficoltà, mi auguro che le riforme possano migliorare la qualità dell’assistenza ma finora abbiamo sentito solo parole, oggi mancano i soldi per pagare gli stipendi».

Francesco Agus (Campo Progressista) si è invece concentrato sul contenuto del comma secondo dell’art. 1. «Per l’ennesima volta il Consiglio è chiamato a finanziare il sistema degli enti locali. Comuni, Province e Città metropolitane, sempre più agonizzanti, vivono solo grazie ai finanziamenti regionali. Le Province non incassano più le tasse e non beneficiano di trasferimenti statali. Per questo la Regione sottrae risorse al proprio bilancio per far funzionare e sostenere gli enti».

Agus ha poi invocato un’azione forte della Regione nei confronti dello Stato perché si assuma le proprie responsabilità e trasferisca le risorse dovute agli enti di area vasta: «La Regione si potrebbe appropriare delle province per usucapione – ha detto Francesco Agus – in un momento come questo serve un’azione forte nei confronti dello Stato che finora è mancata. E’ notizia di qualche giorno fa: la Conferenza delle regioni, nonostante le promesse, ha respinto la richiesta della Sardegna di essere inserita nella ripartizione dei fondi per la disabilità (75 milioni di euro destinati alle province di regioni a statuto ordinario). Tra qualche mese saremo costretti a rimpinguare i fondi per garantire il diritto allo studio degli alunni disabili. La Regione pagherà di tasca propria una funzione statale delegata alle province». Su questi e altri temi Agus ha annunciato la presentazione di un’apposita mozione.

Molto critico l’intervento di Marco Tedde (Forza Italia) sulla gestione della Sanità: «Tutti i nodi vengono al pettine – ha esordito Marco Tedde – l’Asl unica è stata presentata come la panacea di tutti mali. Nel suo programma Pigliaru disse di voler slegare la sanità dalla politica ma tutti sappiamo cosa è accaduto: il sistema sanitario è sempre più avviluppato alla politica, i costi sono cresciuti e sono aumentati gli sprechi. I progetti di Pigliaru sono clamorosamente falliti».

Secondo Tedde, dal 2013 a oggi il disavanzo della Sanità sarebbe cresciuto a dismisura: «4 anni fa il deficit ammontava a 11 milioni di euro, nel 2016 era di 242 milioni – ha affermato il consigliere di Forza Italia – con il Brotzu e le Aou si arriva a 299 milioni. Il debito ha assunto dimensioni paurose, la situazione è grave e non si può far finta di nulla».

Marco Tedde ha quindi invitato la Giunta ad un cambio di rotta: «Siamo diventati una regione canaglia sul fronte del debito sanitario – ha aggiunto l’esponente della minoranza – non lo dico io ma il leader del Pds, secondo partito della maggioranza. Oggi si discute di un incremento di 117 milioni per permettere di pagare gli stipendi. La riforma è fallita: l’Ats non riduce debiti, non fa decrescere le spese e non migliora i servizi. E’ solo una riforma di facciata, decorativa. Sarebbe stato meglio riformare la rete territoriale e intervenire sull’emergenza-urgenza, settore per il quale non è stato ancora nominato il direttore generale dell’Areus. La situazione non migliorerà con la riorganizzazione della rete ospedaliera checché ne dicano il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore Luigi Arru».

A difesa del provvedimento è intervenuto il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini. «Chi dice che la spesa è aumentata in questi anni dice una bugia – ha detto Franco Sabatini – se si prendono i valori Cipe e quelli assoluti la spesa nel 2017 andrà a diminuire. Se si vuole fare chiarezza la si faccia ma non si dicano falsità».

Sabatini ha poi invitato a riflettere sui livelli di assistenza: «Il vero tema è questo – ha proseguito Franco Sabatini – occorre valutare attentamente la qualità dell’assistenza assicurata. Se si dice che stiamo coprendo i maggiori costi della sanità con le maggiori entrate dico che a tutti farebbe piacere investire i soldi nello sviluppo. Prima però per coprire i costi si tagliava sui fondi ai comuni, sul sociale etc. Oggi c’è una trattativa con lo Stato per coprire il disavanzo. Sono d’accordo ad aprire un dibattito vero, ma deve essere onesto e con dati alla mano. Ci sono responsabilità diffuse. Nessuno può venire in aula a dare lezioni».

Secondo il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni la vera questione è rappresentata dalla mancanza di un serio confronto con lo Stato. «Non chiediamo l’applicazione dell’art. 8 dello statuto. Manca la capacità di incidere nei rapporti con i governi. Stato ed unione Europea non ci riconoscono la condizione di insularità che invece è riconosciuta ad altre regioni d’Europa».

Attilio Dedoni ha poi criticato l’esiguità dei fondi stanziati per protezione civile, lavoratori in utilizzo e contrasto della lingua blu e la gestione generale della Sanità: «Attendiamo ancora la nomina del Dg dell’Areus, la rete oncologica si sta disfacendo, la situazione del Centro di eccellenza della sclerosi multipla è confusa, il Brotzu è in decadenza cosi come la rete sul diabete, i territori abbandonati (dove sono le case della salute?), le liste d’attesa sono sempre più lunghe e la spesa è fuori controllo. Occorre pensare ai malati – ha concluso Dedoni – la Giunta dica cosa deve essere cambiato».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dato la parola alla Giunta. L’assessore al Bilancio Raffaele Paci si è detto favorevole all’apertura di un dibattito pubblico sui conti della sanità nei modi in cui il Consiglio riterrà opportuno. «Non abbiamo niente da nascondere. Le cose sono molto più complesse che guardare una semplice differenza tra quello che è il fabbisogno Cipe e quello che è lo stanziamento. Negli anni del Patto di stabilità, che consentiva di spendere solo nella Sanità, il Consiglio ha messo i soldi in quel settore. E’ una distorsione assurda che ora non esiste più: oggi si può spendere in tutti gli altri campi. Per questo abbiamo fatto una scelta diversa: far emergere i costi effettivi della Sanità per dare vita a un’azione di risanamento che è lunga e tortuosa».

Raffaele Paci ha poi invitato a leggere bene i dati: «Negli anni scorsi il Consiglio aveva giustamente disposto un abbattimento dell’Irap. Per le Asl significava una riduzione delle tasse di 60 milioni di euro, adesso quei soldi si pagano – ha detto Raffaele Paci – stesso discorso per i farmaci innovativi che prima non c’erano e oggi costano 70 milioni di euro all’anno. Si tratta di soldi aggiuntivi che doveva dare lo Stato, ma l’assenza di regole di salvaguardia nel Patto ha costretto la Sardegna a ricorrere a fondi propri. Su questo occorre fare chiarezza».

Sull’impianto complessivo del Dl di assestamento del bilancio, l’assessore ha dato un giudizio positivo: «Non si tagliano spese ma si mettono a correre 148 milioni di nuove risorse che arrivano da un confronto duro con lo Stato sulle entrate. Si tratta dei saldi  per gli anni 2010-2013. E’ un risultato importante che permette due interventi fondamentali: uno sulla sanità, che non risolve il problema ma dà respiro alle aziende, e l’altro sugli enti locali. L’estinzione anticipata di debito regionale ci permette di cedere spazi finanziari ai Comuni per fare investimenti. Lo facciamo molto volentieri. I temi posti da Agus sono correttissimi: è una battaglia giornaliera, le cose le stiamo facendo. Il tema del confronto con lo Stato è il tema centrale su cui dobbiamo discutere. Alcune battaglie le abbiamo vinte, altre come il contributo della Sardegna alla finanza pubblica dobbiamo combatterle strenuamente. Ancora non abbiamo ottenuto risposte. Le ultime sentenze della Corte Costituzionale hanno ribadito che per le autonomie speciali serve un’intesa con lo Stato. Questa è la via per ridurre gli accantonamenti. Sarà una battaglia che porteremo avanti in questi mesi e che dovrà trovare risposte nella legge di stabilità 2018». Su questo punto, Paci ha annunciato la  possibile presentazione della manovra finanziaria al Consiglio entro il mese di ottobre così evitare ricorso all’esercizio provvisorio.

Ha poi preso la parola per dichiarazione di voto l’on. Roberto Desini (Pds), che ha detto: «Questa manovrina di bilancio purtroppo vede la Sanità protagonista, come spesso accade. E’ arrivato il momento dio affrontare in maniera seria il problema delle ex province, anche perché non abbiamo organismi eletti, nemmeno di secondo livello. L’azione politica messa in campo sulla Sanità non è condivisibile: dopo nove mesi dalla istituzione dell’Areus per beghe clientelari e di bande politiche a oggi non è stato nominato il direttore generale».

L’on. Paolo Truzzu (FdI) ha annunciato il voto contrario: «Se la Sanità non funziona e continua su questa direzione salta il banco. E salta tutto. I dati che ho riportato sono pubblici e non permetto a nessuno di dire che ho affermato falsità. Non mi importa nulla di quanto è accaduto nel passato ma mi importa di cosa sarà il futuro, a cominciare dalla Sanità».

L’Aula ha votato il passaggio agli articoli ed il presidente Gianfranco Ganau ha aperto la discussione sull’articolo 1 e sugli emendamenti, sul quale si sono espressi per il parere obbligatorio la commissione Bilancio e l’assessore al Bilancio.

Sul primo emendamento è intervenuto l’on. Roberto Deriu (Pd), che ha toccato il tema dello smantellamento delle Province avvenuto in passato. «E’ stata un’azione senza criterio, lo dico dal 2011. La Regione ha fatto molto sinora, perché ha contribuito comunque a tenere in piedi il sistema generale. E gli emendamenti 1 e 2 hanno l’obiettivo di completare il disegno di salvataggio del sistema istituzionale che sino ad oggi è stato garantito. Sono due emendamenti preziosi che se anche non hanno trovato il favore della commissione devono essere approvati dall’Aula. Il primo riguarda la Città metropolitana di Cagliari mentre il secondo serve ad approvare il bilancio della Provincia di Nuoro: il contrario sarebbe determinare l’inutilità dei trasferimenti fatti fino a oggi dal Consiglio regionale alla Provincia di Nuoro».

L’on. Piermario Manca (Pds) ha detto sull’emendamento 4: «Non è chiaro il testo e la finalità rispetto al problema dei focolai della blue tongue».

Il presidente Gianfranco Ganau ha disposto una breve sospensione dei lavori. Alla ripresa l’assessore Raffaele Paci (Bilancio) è intervenuto sul tema degli enti locali e ha detto: «Il finanziamento delle Province, che svolgono temi essenziali, è cruciale: non sono sufficienti i quattro milioni di euro che due mesi fa il Consiglio regionale ha stanziato. Per questo c’è il nostro impegno mio e dell’assessore degli Enti locali per portare un provvedimento particolare su questo».

Il testo dell’articolo 1 (Disposizioni finanziarie)  è stato approvato con esclusione dei commi 4 e 5, oggetto di votazione separata richiesta dall’opposizione.

A seguire, anche i commi 4 e 5 sono stati approvati.

Ritirati gli emendamenti 1, 2 e 3; approvati tutti gli altri. Approvato poi l’articolo 2 (Norma finanziaria e variazioni di bilancio) con gli emendamenti aggiuntivi 9, 13, 14, 15, 16, 17, 18 e 19.

Approvato senza emendamenti anche l’articolo 3 (entrata in vigore), poi i quattro allegati e il testo finale della legge.

A seguire il presidente Ganau ha annunciato la presentazione di tre ordini del giorno su quanto accade in queste ore in Catalogna e ha chiesto ai presentatori di produrre una stesura unitaria, sospendendo così i lavori.

Alla ripresa, il presidente Ganau ha dato lettura del testo unificato a sostegno del popolo catalano e in favore del riconoscimento del diritto di esprimersi sull’autodeterminazione della Catalogna.

Col parere favorevole della Giunta, il Consiglio regionale ha approvato l’ordine del giorno.

I lavori del Consiglio regionale si sono chiusi così e l’Aula è convocata per martedì 26 settembre, alle 10.30.

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Dura presa di posizione dei consiglieri regionali del gruppo Art. 1 – Sdp Eugenio Lai, Daniele Secondo Cocco, Luca Pizzuto e Paolo Zedda. sulla chiusura del reparto di radiologia pediatrica all’ospedale Microcitemico di Cagliari.

Il mancato riconoscimento, nell’atto aziendale dell’Azienda Ospedaliera Brotzu, della Struttura Semplice Dipartimentale di radiologia pediatrica del Microcitemico, è di assoluta gravità – si legge in una nota -. Ricordiamo che la Struttura Semplice Dipartimentale di radiologia pediatrica sarebbe l’unica in Sardegna e con la sua eliminazione saremmo l’unica regione Italiana a non avere una radiologia pediatrica dedicata, con autonomia tecnico-professionale e gestionale-organizzativa.

«Questo atto – dice il vicepresidente del Consiglio regionale, Eugenio Lai – creerebbe un grosso danno ai bambini della Sardegna e alle loro famiglie. L’eliminazione della SSD, infatti, costringerebbe gli utenti all’esodo in altre strutture di rilievo a livello nazionale e internazionale, con grossi sacrifici e costi per i pazienti».

«Non si può non far notare, inoltre, che nella SSD di radiologia pediatrica è stato fatto un importante aggiornamento tecnologico, con costi pubblici di milioni di euro tra acquisto e manutenzioni – aggiungono i quattro consiglieri di Art. 1 – Sdp -. Si fa notare, ancora, come nel corso degli anni il personale già specializzato ha acquisito capacità e competenze di tipo pediatrico e non sarebbe ricollocabile in altre strutture a vocazione diversa da quella pediatrica. Il personale si è professionalizzato, con grosso investimento da parte dell’Azienda, attraverso stage e formazione presso ospedali di massimo rilievo nazionale e europeo al fine di implementare la specializzazione su malattie rare (tra cui la talassemia) che affliggono la nostra terra, su tumori infantili e malattie neurologiche e endocrinologiche. In ultimo, la cancellazione della SSD di radiologia pediatrica porterebbe alla soppressione degli esami pediatrici qualificanti attualmente offerti come unica struttura a livello regionale.»

Per tutti questi motivi il gruppo consiliare regionale Articolo 1 – SDP, prende le distanze da questa scelta aziendale, che andrebbe a scapito del servizio sanitario locale e dei suoi pazienti. Chiediamo pertanto a chi di dovere di rivedere al più presto questa decisione.

 

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Il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, è uno dei quattro destinatari delle minacce contenute in una busta da lettera, inviata con francobollo e priva di mittente, fatta recapitare oggi al Consiglio regionale della Sardegna, con all’interno quattro cartucce da fucile calibro 12. Gli altri tre cognomi, tutti scritti con un pennarello blu, sono Letta, Carbini e Sanna.

Numerosi gli attestati di solidarietà arrivati al goveranatore Pigliaru.

«Esprimo tutta la mia solidarietà al presidente della Regione Francesco Pigliaru, destinatario assieme ad altri esponenti politici regionali, del messaggio intimidatorio – scrive in una nota il deputato del Partito democratico Emanuele Cani -. Simili gesti non possono essere né tollerati né ammessi. L’auspicio è che le indagini degli inquirenti consentano un’individuazione rapida dei responsabili.»

«In attesa che gli inquirenti facciano luce sull’atto intimidatorio subito dal presidente della Regione Francesco Pigliaru, esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà». E’ il messaggio del capogruppo regionale dell’Udc Gianluigi Rubiu che, con il leader dei centristi Giorgio Oppi e i consiglieri Giuseppino Pinna e Alfonso Marras. «Nessuno pensi che con queste intimidazioni si possa ostacolare l’attività politica e democratica all’interno dell’assemblea regionale – conclude Gianluigi Rubiu -. Auspichiamo si faccia chiarezza su quanto è accaduto, identificando i responsabili e assicurando il proseguimento del percorso di legalità».

Solidarietà al presidente Pigliaru e agli altri destinatari delle gravissime minacce arriva anche dai consiglieri regionali di Articolo UNO – SDP Daniele Secondo Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto, Paolo Zedda e dall’assessore regionale della Pubblica istruzione Giuseppe Dessena.

«Condanniamo quindi questo atto increscioso e ci stringiamo intorno al presidente Pigliaru e agli altri destinatari. Oggi e sempre viva la Democrazia.»