22 December, 2024
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Conclusa la Via Crucis officiata da Papa Francesco, siamo tutti qui con i nostri pensieri, le nostre inquietudini e le nostre speranze, ma Papa Francesco ci ha corroborato lo spirito riversando su di noi Fede, Speranza, Fiducia e Preghiera nell’affidarci totalmente a Gesù.
La Corona di Spine sta a significare il nostro stato d’animo, ma noi stessi siamo chiamati a dare una svolta alla nostra vita.
Lo spunto di tutto ciò viene esplicitato da un servizio televisivo condotto da Bruno Vespa.
Le tematiche che vengono affrontate sulle cause prodotte dal Coronavirus, vengono sviscerate e messe in luce con estrema chiarezza.
Esiziale è stata l’affermazione fatta da un medico virologo: «Il Coronavirus è stato l’11 settembre della Sanità Italiana».
L’accostamento con l’11 settembre statunitense con l’attacco alle Torri Gemelle è veramente terrificante.
Ad oggi la contabilità delle vittime ci lascia sgomenti, ci fa e deve fare riflettere sull’estrema precarietà della nostra vita, ha posto in evidenza la fragilità di una società volta esclusivamente ad un benessere personale senza che noi stessi non abbiamo avuto la consapevolezza di guardare oltre la siepe che separa il nostro giardino dal vicino di casa nostra.
La Pandemia scoppiata in tutta la sua violenza ha causato tantissime vittime, i medici, infermieri, volontari, che hanno cercato di combattere il Coronavirus, inizialmente hanno spesso operato privi di dispositivi di protezione individuale e questo ha prodotto un’ulteriore diffusione del contagio.
Le morti sotto i nostri occhi ci conferiscono l’esatta realtà della Via Crucis, uno stillicidio continuo, con un Virus subdolo, sinuoso, invisibile, che si è concretizzato con la strage di tante morti.
Il Virus è stato definito dall’OMS una Pandemia e questa affermazione si è, purtroppo, concretizzata con decine di migliaia di decessi a livello planetario.
Questa Via Crucis che ci prepara alla Pasqua vorremmo veramente che fosse l’inizio di una rinascita per tutti e, a tal proposito, non posso fare a meno di fare un riferimento all’Enciclica di Papa Giovanni XXIII “PACEM IN TERRIS” che chiede a gran voce la Pace nel mondo, così tanto martoriato e sofferente.
Armando Cusa

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Oggi 2 aprile 2020 ricorre il 15° anniversario della morte di Papa Wojtyla.
Tutti hanno ricordato la sua figura, a Lui tantissimi hanno rivolto una preghiera.
In questa ricorrenza non possiamo esimerci dal ricordare quanto Papa Wojtyla ha fatto durante il suo pontificato.
Il percorso di evangelizzazione da lui portato avanti fatto capire l’importanza della presenza di Dio.
«Non siete mai soli» «Bisogna varcare la soglia della speranza», così ripeteva rivolgendosi alle folle che lo acclamavano.
Era amato da tutti, già in vita era Santo e la sua beatificazione è diventata realtà grazie a Papa Francesco che lo ha proclamato Santo fra i Santi.
Durante il suo pontificato è rimasto scolpito nella mente di tutti il suo intervento nella Valle dei Templi, ad Agrigento, nel 1980.
Furono durissimi il suo intervento e l’anatema lanciato ai mafiosi che in quegli anni causarono morti e tanti lutti.
In quell’occasione, fu nitido quando, rivolgendosi alla mafia, disse: «Anche per voi arriverà il giorno del giudizio, pentitevi!»
Ancora un ricordo che è importante non venga mai dimenticato: la caduta del muro di Berlino, nel 1989.
Quell’avvenimento ha cambiato le sorti del mondo e tutti i potenti si sono chinati dinanzi a Lui.
Noi tutti, non potremo mai dimenticare Papa Wojtyla e come si è speso per il bene dell’umanità, cercando sempre di infondere speranza ed affidarsi totalmente a Dio e alla Chiesa che, sin da allora, aveva subito un forte cambiamento in un’evengelizzazione sul campo, fianco a fianco con tutti, infondendo fiducia nel cammino della vita.
Questo percorso evangelico è stato ancora di più rafforzato dopo l’attentato in Piazza San Pietro e, soprattutto, lo sgomento a livello planetario e le preghiere che si levarono per la sua salvezza.
Questa è la figura di Papa Wojtyla, un Papa innovativo, moderno, che con il contatto continuo con le folle ha cambiato il volto della Madre Chiesa e, soprattutto, con un innovativo ecumenismo, con un coinvolgimento di tutte le religioni.
Armando Cusa

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Vent’anni di storia riassunti nelle parole di trentasette testimoni, volontari per volontari e protagonisti di una grande avventura. Si intitola “La Forza della solidarietà: vent’anni di Sardegna Solidale” il dvd che racconta la nascita e lo sviluppo del Centro di servizio per il volontariato isolano e che sarà presentato mercoledì 22 gennaio, alle 16.00, nell’Auditorium del Centro di Spiritualità delle Suore Giuseppine a Donigala Fenughedu (Oristano).

Realizzato da Artevideo con la regia di Enrico Spanu e le illustrazioni di Stefania Costa, il documentario ripercorre in trentadue minuti le tappe più significative del Csv, a partire da quell’assemblea di Oristano che nel 1996 gettò le basi per la nascita di Sardegna Solidale. Da allora le associazioni di volontariato sono passate da 400 a oltre 1.700. Dalle parole dei testimoni emerge dunque il vero risultato di tanti anni di battaglie: oggi i gruppi non camminano più da soli ha ma hanno capito che fare rete funziona.

Nella copertina del dvd è riportata l’immagine della ceramica artistica realizzata in occasione dei vent’anni di attività e posizionata (o in fase di posizionamento) in 40 comuni della Sardegna. «Non è più tempo di navigatori solitari. Cambia rotta: scegli di essere un volontario!» è l’invito-slogan che ogni ceramica riporta. Un messaggio inequivocabile che riprende quello lanciato vent’anni fa e che invita a scegliere uno stile che riconosce il valore di ogni persona e che mette anima e cuore nelle sue scelte e nelle sue azioni: lo stile del volontario. E, allo stesso tempo, rappresenta un invito ad operare insieme e in sinergia perché «non è più tempo di navigatori solitari» e perché, come dice don Luigi Ciotti, «è il noi che vince».

L’impegno dei volontari della Sardegna è stato benedetto da Papa Francesco nel corso dell’Udienza speciale del 30 novembre 2018. «Il Santo Padre ci ha incoraggiato a proseguire nella nostra missione che è duplice: donare tempo e capacità a favore di chi fa più fatica e vive in situazione di disagio, gratuitamente, e risvegliare nell’opinione pubblica e nei singoli cittadini l’esigenza di impegnarsi per costruire una società più giusta e, dunque, più umana», spiega il presidente di Sardegna Solidale, Giampiero Farru.

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Martedì 3 dicembre prossimo, nell’Aula Magna della Facoltà Teologica della Sardegna, in via Sanjust 11, a Cagliari, dalle 17,30 alle 20,00, si parlerà di giornalismo cattolico. L’occasione è data dalla ricorrenza del 60° anniversario dalla fondazione dell’Unione Cattolica della Stampa Italiana (UCSI), la cui assemblea costitutiva si riunì a Roma il 3 maggio del 1959. Pochi giorni dopo anche in Sardegna, a Cagliari, si costituì la sezione regionale. In Sardegna gli iscritti all’Ucsi sono un centinaio e sono presenti in quasi tutte le testate pubbliche e private e nei media diocesani. I relatori saranno: Marco Tarquinio, direttore del quotidiano Avvenire, Donatella Trotta, vicepresidente nazionale dell’Ucsi e giornalista delle pagine culturali del quotidiano Il Mattino, Francesco Birocchi, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna. Modera Andrea Pala, presidente Ucsi Sardegna. Il ruolo del giornalista chiamato ad essere “cronista della storia” e a ricostruire la memoria dei fatti, ma anche a lavorare per la coesione sociale, a dire la verità ad ogni costo è stato ed è ancora l’oggetto della riflessione dell’UCSI. Un giornalismo voce della coscienza e “capace di distinguere il bene dal male, le scelte umane da quelle disumane” (come ha ribadito Papa Francesco all’udienza concessa ai giornalisti dell’UCSI il 23 settembre scorso). Capace di aiutare a capire ed individuare la mescolanza che non distingue, ma anche di essere liberi di fronte all’audience. Nell’era del web il compito del giornalista è identificare le fonti credibili, contestualizzarle, interpretarle e gerarchizzarle, se serve avendo il coraggio di rovesciare l’ordine delle notizie, per dar voce a chi non ce l’ha, di raccontare le ‘buone notizie’ che generano amicizia sociale, costruiscono comunità di pensiero e di vita capaci di leggere i segni dei tempi.

La partecipazione al convegno assegnerà cinque crediti formativi ai giornalisti.

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Monsignor Giuseppe Baturi, 55 anni, originario di Catania, è il nuovo arcivescovo di Cagliari. Succede a monsignor Arrigo Miglio che lascia l’incarico a 77 anni.

La nomina di Giuseppe Baturi da parte di Papa Francesco è stata annunciata oggi alle 12.00 nelle diocesi di Cagliari e di Catania, chiesa di appartenenza del nuovo pastore del capoluogo sardo.

Don Giuseppe Baturi è nato proprio a Catania il 21 marzo 1964. È stato ordinato sacerdote il 2 gennaio 1993. Laureato in giurisprudenza nell’Università di Catania e in diritto canonico alla Pontificia università gregoriana. Inoltre è canonico minore della Cattedrale catanese, è stato insegnante di religione e responsabile regionale di Comunione e Liberazione.

Dall’ottobre del 2012 è stato direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi giuridici della Conferenza episcopale italiana di cui, nel 2015, è stato nominato Sottosegretario. Inoltre è membro del Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica.

Monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo emerito e amministratore apostolico della diocesi di Cagliari, ha rivolto un radiomessaggio alla diocesi in occasione della nomina del nuovo arcivescovo monsignor Giuseppe Baturi.

Di seguito, il messaggio di saluto del nuovo arcivescovo.

Carissimi fratelli e sorelle della Chiesa che è in Cagliari,

il mio animo in questo momento è colmo di gratitudine, gioia e trepidazione.

La mia riconoscenza filiale va al Santo Padre Francesco, che mi ha chiamato a collaborare a favore dell’unica Chiesa di Gesù Cristo, che vive nella pluralità delle Chiese particolari. Un pensiero di affettuoso ossequio a S.E. Mons. Arrigo Miglio, che dal 2012 guida con paterna saggezza la Chiesa di Cagliari.

L’episcopato è una chiamata ad una maggiore conformazione al Signore Gesù, per rendere presente la Sua opera di Pastore buono ed eterno. A Lui, innanzitutto, la mia obbedienza, la mia rinnovata fiducia e adorazione. Egli, luce delle nazioni, rischiara il mistero dell’uomo e lo attira all’amicizia col Padre: con tutto me stesso intendo servire, proporre e testimoniare la gioia del Vangelo che, come ci ricorda l’Evangelii Gaudium, “riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù”. L’amore a Cristo saldi l’esistenza alla missione (cf. Gv 21,5-19).

Consapevole delle mie povere forze e fiducioso nella misericordiosa fedeltà di Dio, chiedo umilmente di pregare per me e per la fecondità del ministero affidatomi. Da oggi, sarà senza sosta la mia preghiera per la Santa Chiesa di Cagliari, per i sacerdoti e i diaconi, i consacrati, l’intero popolo di Dio.

Insieme preghiamo perché questa nostra Chiesa sia, come ci indica ancora il Papa, “lieta, inquieta e con il volto di madre”; una madre che conosce ciascun figlio, lo abbraccia nell’amore senza condizione e senza misura e lo accompagna verso la “felice amicizia” con Cristo.

Con questo spirito ci rivolgiamo a Nostra Signora di Bonaria affinché il suo sguardo materno ci porti a Dio e ci doni di saperci guardare in modo fraterno.

+ Giuseppe Baturi
Arcivescovo eletto di Cagliari

 

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La diocesi di Iglesias vivrà domenica 20 ottobre a San Giovanni Suergiu la sua Giornata per la Custodia del Creato, promossa dall’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e la custodia del Creato, in collaborazione con il comune di San Giovanni Suergiu, Chiesa Evangelica Battista, Caritas, Progetto Policoro, Pastorale Giovanile, Azione Cattolica, Ufficio per le comunicazioni sociali, Auser S.G.S. e Coldiretti. Quest’anno, seguendo il messaggio dei vescovi italiani, il tema scelto è “Biodiversità da incrementare. Amazzonia del Sulcis Iglesiente da salvare per il bene comune” e sarà articolato attraverso una serie di momenti significativi, in un territorio ricco di biodiversità e allo stesso tempo strategico per uno sviluppo sostenibile dell’economia locale: la mattina, dopo la presentazione della Giornata in piazza IV Novembre, alle 9.15, a cura delle animatrici del Progetto Policoro diocesano, e la messa in parrocchia alle 10, ci si sposterà nella vicina aula consiliare per un confronto sulla biodiversità e sulle prospettive di sviluppo nel territorio, mentre all’aperto verranno invece allestiti gli stand di alcuni produttori locali ed il mercato a km zero di Campagna Amica della Coldiretti; al pomeriggio, dopo un pranzo di comunità offerto dall’Auser di San Giovanni Suergiu e dalla Coldiretti, verranno infine presentate le proposte delle classi partecipanti al concorso scolastico “L’Amazzonia nel Sulcis Iglesiente”.

La Giornata è il terzo tra gli appuntamenti previsti per le celebrazioni del Tempo del Creato, iniziate lo scorso 3 ottobre con la veglia di preghiera ecumenica al santuario del Buon Cammino. Il secondo appuntamento, alla vigilia della Giornata diocesana, è per sabato 19 ottobre, quando si terrà, presso il Centro Culturale a Iglesias, la tavola rotonda “Totus impari. Pace, utopia o speranza del mondo?” organizzata dalla Chiesa Evangelica Battista di Carbonia e del Sulcis Iglesiente in collaborazione con la diocesi di Iglesias e che avrà come relatore principale il prof. Simone Morandini, dell’Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino di Venezia, che arriverà a Iglesias dopo il convegno “Inter-connessi? Fede ed ecologia nell’era digitale” in programma nella Facoltà Teologica di Cagliari dal 18 al 19 novembre.

Il messaggio dei vescovi per il Tempo del Creato. «Quante sono le tue opere, Signore. Coltivare la biodiversità» è il tema che quest’anno ha accompagnato il Tempo del Creato che la Chiesa dedica alle celebrazioni per la salvaguardia e la cura del creato. Introdotto dal Messaggio dei vescovi per la 14a Giornata Nazionale per la Custodia del Creato, questo Tempo rappresenta un forte richiamo all’Enciclica Laudato Si’ di papa Francesco, particolarmente sentito in questo momento in cui sono ancora in corso i lavori per il Sinodo dedicato all’Amazzonia, ma anche una chiara sollecitazione a mettere in atto sul territorio iniziative concrete volte alla cura di quelle aree a rischio o già compromesse dallo sfruttamento dell’uomo. «Imparare a guardare alla biodiversità, per prendercene cura» è l’incipit del Messaggio che ripercorre la necessità di sentirci tutti custodi e sentinelle di quella porzione di creato che occupiamo e della biodiversità che la abita. Quest’anno, in particolare, la Giornata è stata «per la Chiesa italiana un’occasione per conoscere e comprendere quella realtà fragile e preziosa della biodiversità, di cui anche la nostra terra è così ricca». Proprio il territorio italiano, infatti, è caratterizzato da una varietà di organismi e di specie viventi sia acquatici che terrestri, che disegnano «ecosistemi che si estendono dagli splendidi boschi delle Alpi – le montagne più alte d’Europa – fino al calore del Mediterraneo». L’invito è quello di avere uno sguardo insieme contemplativo e preoccupato nei confronti di un pianeta sfruttato e maltrattato. Nel Messaggio dei vescovi non manca un richiamo a San Francesco d’Assisi, affinché ci facciamo tutti simili a lui “grati, ammirati e benedicenti” nel contemplare “le creature della terra ed in particolare il mondo della vita, così vario e rigoglioso”. La domanda allora è “che fare?”. La risposta è quanto mai semplice e chiara ed è lo stesso pontefice nella Laudato Si’ a ricordarci che siamo chiamati «a diventare gli strumenti di Dio Padre, perché il nostro pianeta sia quello che Egli ha sognato nel crearlo e risponda al suo progetto di pace bellezza e pienezza». Perché il disegno del Creatore si possa compiere pienamente, oggi tutti, indistintamente, siamo invitati a richiamare l’attenzione sulle biodiversità a noi più vicine, mettendo in atto, laddove possibile, buone pratiche per la cura della terra.

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La messa a dimora di alberi e piante nell’area metropolitana di Cagliari per sensibilizzare i giovani e le pubbliche amministrazioni.

A.R.K.A. Eventi Culturali, in collaborazione con latestata.info ed altre associazioni, partecipa alla chiamata di “No Planet B” con un progetto intitolato “Amico Albero”.

Una dozzina di progetti da tutta Italia si sfidano e concorrono al budget di 100.000 euro.

Ormai tutto il mondo si è reso conto dell’emergenza climatica che vive il pianeta. Testimonial eccezionali come Greta Thunberg e papa Francesco continuano a fare la loro parte, nonostante si registri la miopia di alcuni governi come quelli brasiliano, statunitense e cinese, tra i maggiori inquinatori mondiali.

L’Italia partecipa al Climate Action Summit dell’ONU indetto dal presidente Antonio Guterrez.

L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni entro il 2030: meno carbone e centrali di vecchio tipo.

Ma esiste anche una emergenza plastica, una emergenza effetto serra, lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello del mare.

Le specie animali e vegetali a rischio.

Un problema alimentare e di acqua che scarseggia.

La bomba demografica e la migrazione di massa di popolazioni da un continente all’altro.

NoPlanetB lancia un concorso di idee e una gara di video per moltiplicare nelle città metropolitane italiane le zone di verde pubblico.

A.R.K.A.

Eventi Culturali, da sempre sensibile alle tematiche ambientali portate all’attenzione del pubblico attraverso il Festival Letterario San Bartolomeo (due titoli su tutti, “Il Sud puzza” di Pino Aprile e “Goodmorning diossina” di Angelo Bonelli), partecipa col progetto “Amico Albero”.

Il progetto, nel caso fosse selezionato dalla giuria, verrà sviluppato in un comune dell’area metropolitana di Cagliari che metterà a disposizione della cittadinanza uno spazio pubblico dove verranno messe a dimora delle piantine o degli alberi.

Inoltre sarà possibile sensibilizzare i giovani delle scuole elementari e delle scuole medie attraverso un concorso di disegni riguardanti il tema degli spazi verdi urbani.

La prima fase si concluderà il 3 ottobre, da qui l’appello a votare e far votare il progetto “Amico Albero”.

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Fine settimana fitto di appuntamenti, a Carloforte, per “L’Isola dei libri”, la rassegna letteraria organizzata dall’associazione Saphyrina.

Domani, sabato 20 luglio, alle 20,30, nello spazio Exme di via XX settembre è atteso il giornalista e scrittore Raffaele Mangano che parlerà di “La colpa” (Lupetti, 2018), il suo ottavo romanzo. E’ la storia di Matteo Di Girolamo, affermato architetto milanese che sparisce senza lasciare traccia. Sinché, 30 anni dopo, il figlio riceverà una telefonata che lo porterà a fare i conti con il passato.

Domenica 21 luglio la manifestazione si sposta sulla terrazza dell’hotel Villa Pimpina, dove è in programma l’incontro con il giornalista e fotografo Enrico de Martino (ha seguito la guerra del Kippur e la prima Guerra del Golfo) che presenterà il volume “Tierras alta”, edito da Notes nel 2018. Una carrellata di foto ispirate all’autore dai grandi narratori dell’America latina. Foto che andranno a formare- sempre negli dell’hotel- “Strade di carta”, la mostra che sarà inaugurata subito dopo l’incontro, e resterà visitabile sino al 28 luglio. Un concentrato di mmagini, colori e sensazioni che vanno dalla fine del mondo di Papa Francesco alle tonalità sgargianti delle ritualità messicane.

 

Duecento bambini sardi incontreranno sabato 8 giugno in Vaticano Papa Francesco, protagonisti dell’iniziativa “Il Treno (e la Nave) dei Bambini”, promossa e realizzata dal “Cortile dei Gentili”, il dipartimento del Pontificio Consiglio della Cultura per il dialogo tra credenti e non credenti, con il sostegno del Centro di servizio per il volontariato Sardegna Solidale. Grazie al supporto di Ferrovie dello Stato, e da quest’anno anche di Tirrenia, dal 2013 il Treno dei Bambini porta da Papa Francesco centinaia di piccoli che vivono in condizioni svantaggiate e in contesti di fragilità sociale, per un gioioso momento di dialogo e incontro. Quest’anno i piccoli viaggiatori arriveranno in Vaticano da Genova e dalla Sardegna: il crollo del Ponte Morandi e lalluvione nell’isola del 2013 hanno impattato infatti su tanti bambini e le loro famiglie. Sardegna Solidale accompagnerà a Roma i piccoli, che frequentano gli istituti comprensivi 1 e 2 di Arzachena, le direzione didattiche 1, 4 e 5 del Circolo di Olbia, l’Istituto comprensivo statale di Olbia, e gli Istituti comprensivi di Torpè, Terralba e di Bitti-Onanì-Lula. “Un Ponte d’Oro in un Mare di Luce” è il tema generale dell’iniziativa di quest’anno che si svolgerà in Vaticano, nel Cortile di San Damaso. I bambini partiranno da Olbia venerdì sera e, una volta sbarcati a Civitavecchia, raggiungeranno direttamente il Vaticano con un treno messo a disposizione da Trenitalia. All’arrivo alla stazione di San Pietro, i bambini verranno accolti dai cardinali Gianfranco Ravasi (presidente del Pontificio Consiglio della Cultura) e Giuseppe Bertello (presidente del Governatorato della Città del Vaticano). Dalla stazione i piccoli raggiungeranno il Cortile di San Damaso, dove dalle 10.30 inizierà l’incontro con Papa Francesco. A presentare la delegazione isolana al Papa sarà il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru. Il Santo Padre sarà accolto dal canto “Deus ti salvet Maria”, e mentre alcuni bambini (in abito tradizionale sardo) offriranno a Francesco diversi doni simboleggianti l’isola, come una bisaccia da pastore, un ricamo e dei lavori realizzati dai piccoli per ricordare l’alluvione del 2013, i loro compagni intoneranno “Non potho reposare”. Quattro bambini dalla Sardegna e altrettanti da Genova rivolgeranno le loro domande a Papa Francesco, che chiuderà l’incontro con un breve messaggio. Dopo il pranzo, che verrà servito nei Giardini Vaticani, i bambini visiteranno la Basilica di San Pietro per poi ripartire sempre in treno alla volta di Civitavecchia, dove si imbarcheranno nel traghetto Tirrenia che li riporterà in Sardegna.

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«Collaborazione sempre più intensa tra Istituzioni regionali e Chiesa per  cercare di aiutare i più deboli, coloro che soffrono e gli emarginati. Perché il popolo sardo si è sempre distinto per la fede e per lo spirito cristiano.»

Si sono lasciati con queste parole il presidente del Consiglio regionale Michele Pais e il Cardinale Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi e collaboratore di Papa Francesco. L’alto prelato ed il presidente Pais, ieri ad Ardara, hanno partecipato alle celebrazioni della festa di “Nostra Signora del Regno”, patrona del Comune e della diocesi di Ozieri.

«Sono orgoglioso, e con me l’intera Sardegna, che il nostro territorio possa contare, tra gli stretti collaboratori del Santo Padre, il Cardinale Becciu, servitore della Chiesa ed espressione della grande fede isolana – ha detto il presidente Michele Pais -. La Festa di Nostra Signora del Regno è un intenso momento di spiritualità: ancora una volta il territorio si è stretto in un grande abbraccio di fede.»

La Messa, come tradizione, è stata celebrata nella Basilica dal Cardinale Becciu e concelebrata dal vescovo della diocesi di Ozieri, Corrado Melis.

Dopo la celebrazione, il colloquio informale tra il presidente Pais ed il cardinale Becciu e la promessa di incontrarsi al più presto per parlare di fede e di una futura e sempre più intensa collaborazione.