22 November, 2024
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Dopo la visita alla Galleria Villamarina e al Pozzo Sella della miniera di Monteponi, ai pellegrini provenienti dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna Gloria, Stefano, Neria, Giancarlo e Chiara sono stati consegnati nel giorno dell’Epifania i Testimonium, per aver percorso oltre 100 km del Cammino Minerario di Santa Barbara assieme al loro cane Kobe.
I Testimonium sono stati consegnati ai pellegrini dal parroco don Ivano Gelso nella Chiesa di Santa Barbara della miniera di Monteponi che nel mese di ottobre del 1985 fu visitata da San Giovanni Paolo Secondo (allora Papa Wojtyla) che si rivolse a Santa Barbara definendola la patrona universale dei minatori.
Nella stessa giornata i pellegrini hanno partecipato alle celebrazioni per l’Epifania nel Santuario del Buon Cammino che si sono concluse con un concerto di musica e canti della tradizione religiosa della Sardegna guidato da Orlando Mascia.
Anche in questo periodo invernale con condizioni climatiche spesso accompagnate dalla pioggia, il pellegrini  hanno manifestato gioia e stupore per la bellezza del Cammino Minerario di Santa Barbara e per la ricchezza del Patrimonio Storico-culturale ereditato dalla millenaria epopea mineraria della Sardegna.
Nell’apprezzare l’organizzazione della Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara e l’ospitalità con la quale sono stati accolti nel territorio, anche questi pellegrini sono partiti con il desiderio di ritornare presto per completare la percorrenza del Cammino Minerario di Santa Barbara.

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Oggi 2 aprile 2020 ricorre il 15° anniversario della morte di Papa Wojtyla.
Tutti hanno ricordato la sua figura, a Lui tantissimi hanno rivolto una preghiera.
In questa ricorrenza non possiamo esimerci dal ricordare quanto Papa Wojtyla ha fatto durante il suo pontificato.
Il percorso di evangelizzazione da lui portato avanti fatto capire l’importanza della presenza di Dio.
«Non siete mai soli» «Bisogna varcare la soglia della speranza», così ripeteva rivolgendosi alle folle che lo acclamavano.
Era amato da tutti, già in vita era Santo e la sua beatificazione è diventata realtà grazie a Papa Francesco che lo ha proclamato Santo fra i Santi.
Durante il suo pontificato è rimasto scolpito nella mente di tutti il suo intervento nella Valle dei Templi, ad Agrigento, nel 1980.
Furono durissimi il suo intervento e l’anatema lanciato ai mafiosi che in quegli anni causarono morti e tanti lutti.
In quell’occasione, fu nitido quando, rivolgendosi alla mafia, disse: «Anche per voi arriverà il giorno del giudizio, pentitevi!»
Ancora un ricordo che è importante non venga mai dimenticato: la caduta del muro di Berlino, nel 1989.
Quell’avvenimento ha cambiato le sorti del mondo e tutti i potenti si sono chinati dinanzi a Lui.
Noi tutti, non potremo mai dimenticare Papa Wojtyla e come si è speso per il bene dell’umanità, cercando sempre di infondere speranza ed affidarsi totalmente a Dio e alla Chiesa che, sin da allora, aveva subito un forte cambiamento in un’evengelizzazione sul campo, fianco a fianco con tutti, infondendo fiducia nel cammino della vita.
Questo percorso evangelico è stato ancora di più rafforzato dopo l’attentato in Piazza San Pietro e, soprattutto, lo sgomento a livello planetario e le preghiere che si levarono per la sua salvezza.
Questa è la figura di Papa Wojtyla, un Papa innovativo, moderno, che con il contatto continuo con le folle ha cambiato il volto della Madre Chiesa e, soprattutto, con un innovativo ecumenismo, con un coinvolgimento di tutte le religioni.
Armando Cusa

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«Noi ricordiamo: Una riflessione sulla Shoah.»

In questo documento c’è una lettera che il Santo Padre Papa Giovanni Paolo II invia al signor cardinale Edward Idris Cassidy, presidente della commissione per i Rapporti religiosi con l’Ebraismo.

Il Sommo Santo Papa Wojtyla richiama con senso di profondo rammarico le sofferenze del popolo ebreo nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

Prendendo spunto da ciò è opportuno fare una riflessione sulla tragedia della Shoah e mai come l’Olocausto non può lasciarci indifferenti ma deve servirci da monito affinché ci sia una convergenza mondiale di rifiuto totale perché siamo chiamati ad un impegno affinché ciò non accada mai più.

Il XX Secolo possiamo affermare che è stato di un’immane tragedia che mai e poi mai potrà essere dimenticata: lo Sterminio del Popolo Ebraico con l’uccisione di milioni di Ebrei.

Spesso sovviene un dubbio che nasce dal fatto che ci si ricorda dell’Olocausto solo il 27 gennaio, ma il messaggio di Papa Wojtyla è un richiamo fortissimo affinché questa immane tragedia venga sempre ricordata e che non si debba dimenticare quello che è successo.

A tal proposito mi pare giusto ricordare i richiami sempre più pressanti e preoccupanti di Papa Francesco che ci ricorda i conflitti che devastano il mondo in diverse zone, una “Guerra Mondiale” a scacchiera.

Il rischio di un conflitto mondiale e nucleare è sempre dietro l’angolo e la cosa non può lasciarci certamente indifferenti senza prendere coscienza del fatto che i potenti della terra vogliono prendere possesso del controllo totale del pianeta senza porsi tanti problemi e restando di fatto sordi ai richiami che si elevano da più parti.

Quindi riprendendo il tema principale della Shoah e la sua profonda riflessione che è parte fondamentale della lettera del Santo Papa Wojtyla, credo che la cosa migliore sia ricordare quanti Ebrei sono stati trucidati e privati della loro dignità e noi tutti ergerci a difensori e tutelarne la memoria.

Proprio per non dimenticare siamo chiamati tutti ad una vera riflessione e non dobbiamo altresì dimenticare quanti Eroi hanno sacrificato la loro vita per salvare migliaia di Ebrei.

Pertanto, il messaggio è un richiamo affinché il 27 gennaio non sia una data come tante altre ed il Ricordo non svanisca Mai!.

Armando Cusa