4 November, 2024
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Cinque consiglieri di minoranza, Valentina Pistis (Cas@ Iglesias), Roberto Frongia (Rifornatori sardi), Luigi Biggio (Forza Italia); Simone Saiu (Forza Italia) e Alberto Cacciarru (Iglesias in Comune), dopo gli sviluppi assunti dall’emergenza sanità questo pomeriggio, hanno formalizzato al presidente del Consiglio comunale di Iglesias, Daniele Reginali, la richiesta di anticipazione della conferenza dei capigruppo, convocata per il 27 agosto, a martedì 21.

Il presidente del circolo cittadino dei Riformatori Sardi per l’Europa, Paride Reale, inoltre, ha chiesto alla ASSL di Carbonia, di poter effettuare un sopralluogo presso il presidio ospedaliero Santa Barbara, per conoscere lo stato dei luoghi e cosa impedisce il mantenimento del servizio di laboratorio ad Iglesias. 

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Paride Reale è stato nominato commissario del circolo dei Riformatori sardi di Iglesias. La scelta è stata ratificata dal presidente, Roberto Frongia, dal coordinatore regionale, Pietro Fois e dal coordinatore provinciale, Francesco Loi.

«La nomina – si legge in una nota – è stata necessaria in virtù delle dimissioni della coordinatrice Elisabetta Medde, alla quale è stata espressa gratitudine per aver svolto negli anni un ruolo decisivo senza incertezze sulla linea politica. Il Circolo dei Riformatori riparte dai temi che interessano i cittadini: il lavoro, un nuovo sviluppo economico, una crescita culturale e civile, sicurezza e legalità. Oltre 5.300 cittadini, alle ultime amministrative, votando Valentina Pistis – conclude la nota –, hanno dichiarato di non tollerare più l’incompetenza e l’improvvisazione. Da questo risultato inizia una nuova stagione.»

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Questa mattina, nella sede elettorale della coalizione che appoggia la candidata sindaca Valentina Pistis, si è tenuta una conferenza stampa sul disastro della sanità iglesiente. All’incontro hanno partecipato Paride Reale ed Alberto Cacciarru.

«La chiusura degli ospedali cittadini sono il prezzo inaccettabile che la nostra città sta pagando a causa di una maldestra gestione della sanità da parte del Partito democratico – ha detto Valentina Pistis -. Un lungo elenco di criticità mai affrontate. La chiusura del presidio Santa Barbara, la cancellazione dei tanti servizi, la chiusura del laboratorio, il disastro della ristrutturazione del CTO, avvenuto senza i dovuti controlli, il dramma delle liste d’attesa, la carenza del personale infermieristico e medico, l’assenza di una politica per il territorio. Una sanità, quella iglesiente e sulcitana, che non è in grado di offrire i livelli di assistenza previsti dalla legge. I colpevoli sono, senza ombra di dubbio, la Giunta Regionale e l’assessore Luigi Arru, il sindaco di Iglesias, silente per cinque lunghi anni, gli Amministratori che si sono succeduti.»

«Non sono servite le marce, non sono servite le tante mozioni, interpellanze, interrogazioni e proposte – ha aggiunto Valentina Pistis -. Il sindaco di Iglesias e la sua Giunta monocolore del Partito democratico sono stati sordi a qualsiasi appello. Non sono serviti nemmeno le sollecitazioni accorate dei dipendenti. Contro il martello demolitore del Partito democratico non c’è stato nulla da fare. Basta scorrere le immagini del CTO per capire in quale stato di degrado è caduta la sanità Iglesiente. E’ indispensabile ricreare la cultura della qualità in sanità, restituendo l’eccellenza alla nostra città. Proponiamo, ancora una volta, una ristrutturazione vera, immediata e controllata del CTO, riequilibrio dei servizi tra Iglesias e Carbonia, la progettazione del nuovo ospedale, ed uno studio epidemiologico, decisivo per programmare le risposte adeguate. Dunque, chiediamo che il sistema sanitario iglesiente faccia un salto di qualità andando a scegliere quali risposte sanitarie può dare al cittadino e dove gliele può dare. Esistono risposte sanitarie domiciliari, ne esistono altre che possono essere fruite nelle strutture territoriali, altre che hanno riferimento negli Ospedali. L’unico ospedale rimasto ad Iglesias, come nel passato, deve diventare centro regionale di riferimento, la cui perfetta efficienza è ancora più indispensabile in una regione che ha il mare come confine geografico.»

«E’ evidente che questi obiettivi richiedono la piena integrazione nel sistema di tutte le professionalità che vi operano e richiedono la piena collaborazione e la condivisione della mission aziendale nelle ASSL. La creazione di un clima virtuoso di collaborazione nel sistema non sembra dunque un elemento estraneo rispetto alla possibilità di raggiungere gli obiettivi – ha concluso Valentina Pistis – La gestione del laboratorio analisi, dopo il crollo, è solo un esempio del mal governo. La lettera inviata dai dipendenti al Commissario Fulvio Moirano è un segnale dello sconforto che oramai regna tra il personale.»

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E’ iniziata in tutta Italia la raccolta di firme a sostegno dell’inserimento dell’insularità in Costituzione.

«Vogliamo che il tema dell’insularità in Costituzione entri di prepotenza nell’agenda della politica italiana!», ha detto il presidente del Comitat Roberto Frongia.

Lo sforzo organizzativo è stato grande, ma il primo bilancio della giornata inaugurale della raccolta firme è davvero entusiasmante.

Com’era prevedibile, c’è stata la fila per firmare nel banchetto di Cagliari, animato dai volontari guidati dal consigliere comunale Raffaele Onnis, così come ai tavolini di Carloforte (Pasquale Grosso), Iglesias (Paride Reale), San Gavino (Anastasia Meloni), Tortoli (Franco Sabatini), Oristano (Veronica Cabras), Nuoro (Pierluigi Saiu) Sassari (Michele Saba), La Maddalena (Fabio Lai), Olbia (Giovanni Pileri).

Ma la sorpresa più grande è stata nell’affollamento dei punti di raccolta allestiti nelle principali città italiane: A Milano (Tonino Mulas), in piazza della Scala, di fronte a Palazzo Marino, a Lecco (Giuseppe Tiana), in piazza Garibaldi, a Torino (Mario Sechi e Michele Cossa) in Piazza Castello, ad Aosta (Enrico Martial) in Avenue di Conseil de Commis, a Pordenone (Anna Maria Poddighe) in piazzetta Cavour, a Vicenza (Luciana Sedda), in piazza Matteotti, a Mestre (Saverio Vidili), in piazza Mercato, a Genova (Alessandra Zedda) in Via XX Settembre, a Piacenza (Bastianino Mossa), in piazza Cavalli, a Pesaro (Luciano Zucca), in piazza Collenuccio, a Roma (Antonio Mascia e Attilio Dedoni), in Piazza di Torre Argentina, a Napoli (Severino Nappi e Stefano Tunis), in Piazza Plebiscito, a Bari (Antonio Di Staso e Salvatore Matarrese), in piazza Umberto, a Cosenza (Michele Solinas), in piazza 11 settembre, a Palermo (Rino Piscitello e Salvatore Grillo), di fronte al Palazzo dei Normanni.

«Molti si sono fermati per curiosità, davanti allo sventolio delle bandiere dei quattro mori – ha dichiarato Frongia, riferendo le impressioni generali – con tutti, è stato poi relativamente facile ottenere la sottoscrizione della proposta di legge, quando si è spiegato che il tema dell’insularità rappresenta una emergenza di tutta la comunità nazionale, chiamata a garantire pari diritti e pari dignità agli italiani che risiedono nelle Isole.»

«La Sardegna – ha concluso Roberto Frongia – vuol definitivamente chiudere con la cultura dell’assistenzialismo, che ha generato soltanto clientelismo e rassegnazione. All’Italia intera chiediamo invece l’azzeramento degli svantaggi che ci hanno sinora impedito di competere ad armi pari con tutti gli altri cittadini italiani.»

 

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Valentina Pistis, candidato sindaco alle prossime elezioni Amministrative del comune di Iglesias, ha tenuto una conferenza stampa sullo stato di salute della sanità nel Sulcis Iglesiente.

«Il Programma Nazionale Esiti (PNE) è sviluppato da AGENAS per conto del ministero della Salute e fornisce a livello nazionale valutazioni comparative di efficacia, sicurezza, efficienza e qualità delle cure prodotte nell’ambito del servizio sanitario – ha detto Valentina Pistis -. Gli ambiti di valutazione sono, per quanto riguarda la funzione di produzione, le singole aziende ospedaliere/stabilimenti ospedalieri e, per quanto riguarda la funzione di tutela o committenza, le aziende sanitarie locali/province. Per quanto riguarda la nostra ASSL, il CTO ha riportato un livello di aderenza agli standard ministeriali molto alto (colore verde) sia per volumi di attività che di rispetto delle degenza nell’area chirurgica, come meglio espresso nella fig. 3 di dettaglio. Per quanto riguarda il Sirai invece, per lo stesso indicatore Colecistectomia laparoscopica: % ricoveri con degenza post operatoria < a 3 giorni e Colecistectomia laparoscopica: interventi eseguiti in reparti con volume di attività > 90 casi, i risultati sono da profondo rosso.»

Il Comitato Uniti per la Salute sta promuovendo una petizione popolare per chiedere l’anestesia epidurale. Questa rappresenta il metodo migliore per alleviare il dolore durante il parto.

«L’epidurale è un tipo particolare di anestesia locale – ha detto Paride Reale, presidente del Comitato Uniti per la Salute -. Addormenta i nervi che conducono gli impulsi del dolore dal canale del parto al cervello. Nella maggior parte dei casi, l’epidurale elimina completamente il dolore. Può essere utile in donne con travaglio prolungato o molto doloroso, o particolarmente angosciate. Può essere somministrata solo da un anestesista. E’ ovvio che l’ospedale scelto per il parto deve pertanto assicurare la presenza costante di un anestesista. Si tratta, dunque, ancora una volta di intervenire in modo rilevante sull’organizzazione dei servizio sanitario.»

Valentina Pistis e Paride Reale hanno rimarcato che «in medicina e psichiatria mancano OSS per poter avere un servizio completo. In rianimazione sono completamente assenti. I campanelli della ginecologia hanno ancora la centrale dentro il nido pediatrico e questo obbliga ad avere un’infermiera anche in assenza di neonati. Gli ascensori di entrambi i presidi, Santa Barbara e CTO non sono funzionanti da mesi».

«Lo sfascio della sanità iglesiente è sotto gli occhi di tutti – ha concluso Valentina Pistis -. La scheda tecnica relativa alla Sanità, inserita nel Documento Unico di Programmazione approvato dalla maggioranza PD che governa la città è una beffa. Chiediamo con forza le dimissioni della dott.ssa Giua, l’immediata apertura delle sale operatorie, il ripristino dei reparti h24, 7 giorni su 7, la conclusione dei lavori del laboratorio, pronto soccorso e terapia intensiva. Non c’è più tempo da perdere!»

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Ieri il Comitato Uniti per la Salute ha incontrato il sindaco di Giba, Andrea Pisanu, e il vicesindaco, Alberto Pittoni. Paride Reale, presidente del Comitato, ha illustrato «la situazione drammatica in cui versano Iglesias ed il Sulcis iglesiente. Ha rammentato la sostanziale disorganizzazione in cui versano i servizi sanitari del territorio, stigmatizzando la chiusura dei due ospedali iglesienti. Ha precisato come, nonostante la soppressione dei presidi e di molti servizi, la spesa sanitaria della ASL 7 sia addirittura cresciuta, così come la mobilità passiva verso la sanità Cagliaritana, certificando il fallimento dell’azione Commissariale». Paride Reale ha infine rappresentato «la necessità di avere nella Città di Iglesias un ospedale di primo livello a vantaggio degli interessi del cittadino e nel rispetto del dettato costituzionale».   

Il sindaco di Giba, dopo una dettagliata illustrazione dei problemi del Sulcis Iglesiente, ha precisato che «sarebbe opportuno potenziare l’assistenza sanitaria nel territorio, attraverso la creazione di una rete tra tutti i prestatori di servizi nel bacino di utenza del distretto anche attraverso la cooperazione tra quelli che operano sul territorio e quelli che lavorano nei presidi. Ha proposto un’azione comune nell’interesse esclusivo dei cittadini, andando oltre i campanili, mantenendo l’unità della comunità sulcitana ed iglesiente».     

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Il Comitato Uniti per la Salute ritorna all’attacco: «Sanità Sulcitana, Iglesiente e Sarda: storia di un disastro annunciato».

«Mille ricoveri di produzione in meno, reparti che vanno e che vengono, organico ridotto al lumicino, un caos totale senza precedenti. Sfidiamo chiunque a dimostrare che i servizi sanitari erogati nel Sulcis Iglesiente e l’organizzazione del lavoro siano migliorati nel corso di questi due anni – denuncia il presidente Paride Reale -. Gestione del personale, mobilità passiva, spesa farmaceutica e prevenzione rappresentano alcune delle gravi lacune di questa contestata amministrazione. Noi non ci arrendiamo e per questo motivo, unitamente agli altri comitati liberamente nati in tutta la Sardegna per difendere la sanità pubblica, manifesteremo a Cagliari il prossimo 9 novembre. Manifesteremo per il rispetto del diritto costituzionale alla salute, per una sanità efficiente e di qualità. La presunta riforma voluta dalla Giunta regionale e la riorganizzazione della rete ospedaliera, che da sola avrebbe dovuto far risparmiare 140 milioni – aggiunge Paride Reale -, non saranno sostanzialmente operative ancora per lungo tempo. La verità è che non si vede all’orizzonte una riforma del sistema vera, seria e radicale, capace di ignorare interessi e lobbies, mediche, politiche di qualsiasi natura. Noi – conclude Paride Reale – non ci fermiamo.»

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La sanità sarda è stata guidata da uomini che si preoccupavano di soddisfare esigenze clientelari piuttosto che dare vere risposte sanitarie ai cittadini.
Oggi la situazione non è differente. Nonostante ciò, negli anni, uomini e donne nei rispettivi ambiti, amministrativo e medico, ad Iglesias e nel Sulcis, erano riusciti a creare una sanità fatta di eccellenze.
Il disastro legislativo ed amministrativo della Giunta Regionale Sarda e i drammatici errori del Commissario dell’azienda Asl n° 7 hanno portato alla chiusura degli Ospedali cittadini: un prezzo inaccettabile che la nostra città sta pagando.
E’ indispensabile ricreare la cultura della qualità.
Noi non ci pieghiamo.
E’ indispensabile un’inversione di tendenza, che non può però essere quella proposta nella filosofia della finta Riforma approvata dalla maggioranza guidata dal Partito Democratico.
Una riforma che propone una moltiplicazione delle spese e delle nomine ed una contrazione dell’efficienza delle strutture ospedaliere, senza che ci sia un contro bilanciamento nel decollo delle strutture territoriali.
Sicuramente esistono risposte sanitarie domiciliari, ne esistono altre che possono essere fruite appunto nelle strutture territoriali, altre che hanno riferimento negli Ospedali. Quello di Iglesias, come nel passato, deve diventare centro regionale di riferimento, la cui perfetta efficienza è ancora più indispensabile in una regione che ha il mare come confine geografico.
E’ evidente che questo obiettivo richiede la piena integrazione nel sistema di tutte le professionalità che ancora vi operano e richiedono la piena collaborazione e condivisione della Comunità Iglesiente.
Lavoriamo insieme.

Paride Reale

Comitato “Uniti per la salute”

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Come noto, al centro del dibattito sulla responsabilità medica non c’è più la figura del libero professionista (medico) quanto quella della struttura sanitaria come soggetto che per legge deve adeguarsi a quelle stesse regole di azione, espresse in termini di efficienza ed economicità, che reggono le attività organizzate (in forma di impresa).
Dalla legislazione sanitaria emerge chiaramente l’intento di valorizzare, nella regolamentazione dei servizi sanitari, più che il profilo statico del servizio (la prestazione sanitaria in sé per sé considerata), quello dinamico correlato all’attività e cioè al fare indirizzato al servizio. Obiettivo perseguito con un’attenta regolamentazione della fase relativa all’esercizio dell’attività sanitaria e con l’introduzione di standard di sicurezza, imposti alle strutture accreditate, al fine di garantire la qualità del servizio e la sua efficienza, sotto il profilo delle dotazioni strumentali e tecnologiche, in un’ottica sempre di tutela della salute del paziente. Previsioni che, contenute nella legislazione pubblicistica, sono destinate a saldarsi, nel versante privatistico del rapporto con l’utente, con l’art. 101 del cod. del consumo che, nel riconoscimento in capo all’utente di un diritto al rispetto di standard di qualità predeterminati e adeguatamente resi pubblici, rende esigibile dall’utente l’attuazione di quegli adempimenti organizzativi che siano diretti a garantire l’appropriatezza clinica ed organizzativa dell’assistenza sanitaria e la qualità delle prestazioni. Questo ed altri indici normativi rivelano come l’attenzione del legislatore sanitario si sia dunque spostata dalla prestazione professionale del singolo medico, inserito in un’organizzazione, all’attività assistenziale svolta dai Servizi sanitari regionali e dagli enti o istituti di rilievo nazionale: ciò in un’ottica volta a promuovere una concezione dinamica del servizio, in cui coniugare il profilo terapeutico/assistenziale dell’attività sanitaria con quello più strettamente organizzativo relativo all’erogazione del servizio.
Per queste ragioni riteniamo necessario integrare l’esposto depositato presso i Carabinieri.
Gli ultimi gravissimi episodi accaduti presso la ASL 7 meritano di essere studiati a fondo nella prospettiva prima indicata, cioè nella visione della pesante disorganizzazione dei servizi sanitari nel Sulcis Iglesiente ed in particolare nei presidi ospedalieri. Finte inaugurazioni, chiusure e trasferimento dei reparti, gestione del personale, sono alcuni degli aspetti che chiediamo alla procura di approfondire.
Molti dipendenti hanno puntualmente segnalato le difficoltà in cui si trovano ad operare nel disinteresse dei vertici aziendali e dell’assessorato regionale. Proprio per questo, continueremo a dare voce a chi è costretto ad operare in una situazione di oggettiva difficoltà.
Paride Reale
Presidente del Comitato “Uniti per la salute”

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Dopo l’audizione di martedì 14 giugno, il presidente del Comitato Uniti per la Salute, Paride Reale, ha chiesto una nuova audizione al presidente della VI commissione Salute e Politiche sociali del Consiglio regionale, Raimondo Perra, per un esame «della grave compressione del diritto alla salute nel Sulcis Iglesiente» con «la riorganizzazione della rete ospedaliera approvata con la delibera del 2 febbraio 2016 dalla Giunta regionale».

Paride Reale evidenzia «la gravissima situazione in cui versa la Asl 7 di Carbonia,a causa delle scelte del Commissario che ha sostanzialmente anticipato quanto previsto dalla delibera della Giunta regionale, in difformità alle leggi, come attestato dallo stesso assessorato regionale della Sanità (per esempio rammenta la legge regionale 28 luglio 2006 n. 10)».

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