24 November, 2024
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Venerdì 3 giugno, ad Iglesias, al Parco della Rimembranza, verrà inaugurato il Memoriale dei Caduti della Grande Guerra e verrà scoperta la “Croce di Leopoldo” in onore dei caduti dell’Imperiale e Regio Esercito Austro Ungarico.

L’iniziativa è realizzata grazie alla collaborazione tra l’Amministrazione Comunale, l’Istituto del Nastro Azzurro – Federazione del Sulcis Iglesiente – Sezione di Iglesias, l’Associazione Nazionale Combattenti –  Sezione di Iglesias, il Comitato Sardo per la Celebrazione dei Grandi Eventi e la Ӧsterreichisches Schwarzes Kreuz – Croce Nera Austriaca, associazione fondata nel 1919 con lo scopo di mantenere viva la memoria dei militari caduti in guerra.

Il programma:

• Ore 9,00
Raduno dei partecipanti nel Piazzale della Chiesa Madonna di Valverde.
• Ore 9,30
Celebrazione Santa Messa in onore dei Caduti di tutte le guerre.
• Ore 10,15
Sfilamento dei partecipati verso il Viale della Rimembranza.
• Ore 10,25
Schieramento dei Labari e Bandiere. Alza Bandiera ed esecuzione Inni Nazionali, italiano, austriaco ed europeo.
• Ore 10,40
Taglio del nastro e inaugurazione del Memoriale da parte del Sindaco sig. Mauro Usai e scoprimento della Croce di Leopoldo a cura del Presidente Federale della Croce Nera Austriaca on. Peter Rieser. Benedizione dei monumenti.
• Ore 10,50
Onori ai caduti e deposizione delle corone d’alloro della Croce Nera Austriaca e del comune di Iglesias. Esecuzione del silenzio d’ordinanza.
• Ore 11,00
Saluti del sindaco di Iglesias Mauro Usai, interventi del presidente Federale della Croce Nera Austriaca on. Peter Rieser, del segretario generale dell’Istituto del Nastro Azzurro Lgt. Domenico Caccia e del presidente Comitato Sardo Grandi Eventi prof. Aldo Accardo.
• Ore 11,30
Ingresso e passaggio attraverso il viale della Rimembranza. Conclusione della cerimonia e spostamento presso la Casa del Combattente
• Ore 12,00
Taglio del nastro e inaugurazione del Museo “Ignoto Militi”.
Saluti del presidente della sezione avv. Patrizia Giranu e del padrino del Museo on. Giulio Calvisi e del rappresentante del presidente nazionale dell’ANCR col. Pasquale Zucca.
• Ore 12,20
Visita all’esposizione, seguirà un vin d’honneur.

Il pomeriggio, alle ore 17.00, presso il Centro Culturale, in Via Cattaneo, è prevista la proiezione del film “I dannati dell’Asinara”, realizzato dall’Università di Sassari sulle vicende dei prigionieri di guerra austro ungarici.

«Il Parco della Rimembranza diventa ancora di più un luogo condiviso, dedicato alla memoria ed al ricordo di tutte le persone che hanno prestato il loro servizio in guerra, a costo della vita commenta il sindaco, Mauro Usai -. Grazie al rapporto nato con le associazioni combattentistiche e con la Croce Nera, anche i caduti dell’esercito austro ungarico, internati nel nostro territorio, potranno avere un monumento dedicato al loro ricordo, un’occasione di incontro e di riflessione sull’importanza di conoscere il passato per contribuire ad un futuro di pace.»

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Sono trascorsi 50 anni dalla scoperta del nella grotta di “Su Benatzu” a Santadi ed è tanta l’emozione di orof. Antonio Assorgia che fece parte del Gruppo Speleologico di appassionati ricercatori con Franco Todde e Sergio Puddu, alla memoria dei quali dedica, in occasione del 50° anniversario della scoperta il libro: Il “Tempio Ipogeo” nuragico di Su Benazzu.

Nella cornice del museo GeoPunto a Genna Luas, coordinato dall’Associazione per il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna, il Prof. Assorgia e numerosi altri illustri studiosi con il sindaco di Santadi, dott. Elio Sundas, hanno rievocato quell’importante scoperta che ancora, nonostante il tempo trascorso, attende una sua corretta ed ampia valorizzazione.

Il ritrovamento avvenne nella notte tra domenica 23 e lunedì 24 giugno del 1968. Scoperta di grande rilievo scientifico che ebbe un risvolto amaro per gli scopritori, in quanto non venne loro riconosciuta la paternità del ritrovamento. «La negazione della paternità della scoperta ai tre speleologi – ricorda il prof. Assorgia – determinò anche il fatto che nessun esperto, che successivamente ebbe modo di esaminare i reperti archeologici, facenti parte del corredo votivo del Tempio ipogeo, non conoscendo gli autori della scoperta, né le modalità del ritrovamento, si preoccupò di intervistarli e di informarsi sulla particolare disposizione spaziale degli oggetti votivi, se vi fossero evidenze di qualche sequenza temporale nella loro deposizione, se vi fossero particolari tracce materiali di frequentazioni singole o collettive, quali fossero gli accorgimenti, messi in atto dai Nuragici, al fine di rendere difficile, se non impossibile, l’accesso al Sancta Sanctorum». Tutto ciò perché i tre speleologi, invece di lasciare il ritrovamento in sito ed avvisare la Sovrintendenza, raccolsero tutto il materiale ceramico e gli oggetti in bronzo, compreso lo splendido e raffinato tripode, e lo portarono nel loro Istituto.

Il tesoro nella grotta Pirosu, così chiamata la cavità ove si trovavano in gran numero i materiali rinvenuti, era costituito da un grande deposito di ceramiche costituite da vasi, ciotole, lucerne, una delle quali decorata con motivi ornamentali a cerchi concentrici ed a lisca di pesce e numerosi corredi votivi. Con essi erano numerosi bronzi costituiti da bracciali, pugnali ad “elsa gammata”, un tripode ed una colonnina.

Quella importante scoperta ancora attende d’essere compiutamente svelata per comprendere meglio l’era nuragica e la sua evoluzione, anche in rapporto con le nuove genti che arrivarono in Sardegna con Fenici e Cartaginesi e che in quel tripode bronzeo potrebbero ben essere rappresentati, perché, a detta del prof. Pasquale Zucca, frutto di commercializzazione dei mercanti aristocratici greci e fenici. 

Il rilancio scientifico e la fruizione del sito arricchiscono il patrimonio del Parco Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna e della comunità locale di Santadi che da esso trae importanti elementi della memoria storica, ma anche nuove opportunità di sviluppo socio economico.

Prof. Tarcisio Agus

Presidente del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna