22 November, 2024
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Francesco Pigliaru e Raffaele Paci.

Francesco Pigliaru e Raffaele Paci.

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha annunciato questo pomeriggio, nel corso di una conferenza stampa, la firma dell’accordo per il #Patto di stabilità 2015, controfirmato dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
«Questa mattina a Roma – ha detto Pigliaru – abbiamo firmato un accordo di fondamentale importanza per la Sardegna, che potrà finalmente utilizzare tutte le proprie entrate per finanziare le politiche di sviluppo e dare risposte ai gravi problemi della disoccupazione.»
L’accordo sottoscritto oggi – che formalizza l’intesa politica raggiunta lo scorso 29 maggio a #Palazzo Chigi – prevede che la Regione, a partire dal 1 gennaio 2015, non sia più soggetta al vincolo del patto di stabilità ma possa spendere tutte le proprie entrate impegnandosi a garantire il pareggio di bilancio.
«Dopo quattro mesi di governo – ha sottolineato il presidente Pigliaru – abbiamo ottenuto l’adozione della regola del pareggio di bilancio, che definisce finalmente un quadro di buon senso attribuendo piena responsabilità nella gestione efficiente delle nostre risorse e incentivandoci a utilizzarle con la massima attenzione. Con questo risultato la giunta regionale ha dimostrato di essere credibile, di operare in una logica di leale collaborazione con lo Stato e, all’interno di una ritrovata unità di intenti, è stato possibile un accordo che ha rafforzato la nostra sovranità e la nostra responsabilità.»
«La Sardegna contribuirà, come tutte le altre regioni e comuni – ha sottolineato l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci – al risanamento finanziario e alla riduzione del debito pubblico dell’Italia attraverso gli accantonamenti previsti dalle manovre finanziarie vigenti ma non subiamo ulteriori vincoli.»
«L’accordo odierno prevede il riconoscimento alla Sardegna di spazi finanziari aggiuntivi per il 2014 pari a 364 milioni, 44 dei quali destinati a coprire il contratto di servizio con le Ferrovie dello Stato passato sotto la responsabilità regionale. È stato chiuso, inoltre, il contenzioso per il 2013 con il riconoscimento da parte dello Stato del rispetto del patto da parte della Regione, che aveva deliberato di portare fuori dallo stesso i 500 milioni del fondo unico per gli Enti Locali. Un contenzioso – ha concluso Raffaele Paci – che abbiamo risolto senza sanzioni per l’Isola.»

Oggi il ministro dell’Economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, e i rappresentanti di regioni, province, comuni, imprese, ordini professionali, banche e Cassa depositi e prestiti s.p.a. hanno sottoscritto un Protocollo che specifica gli impegni che ciascuna parte assume per garantire il tempestivo pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni. Un’operazione – si legge nella nota del ministero dell’Economia e delle finanze – per la cui riuscita è necessario il concorso responsabile di tutti i soggetti coinvolti.

Il Governo, sin dall’inizio del suo mandato, ha posto al centro dell’agenda politica l’obiettivo di assicurare il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni, a partire dal completo smaltimento di quelli pregressi, che era già stato avviato dal precedente esecutivo. Il decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, ha, tra l’altro:

  1. stanziato ulteriori risorse pari a 9,3 miliardi di euro per alimentare lo strumento di pagamento mediante anticipazione di liquidità agli enti, portando lo stanziamento complessivo nel biennio 2013-2014 a 56,8 miliardi di euro;
  2. rivisto e potenziato lo strumento della cessione del credito certificato assistito da garanzia dello Stato per il pagamento immediato di tutti i debiti di parte corrente.

Il ministro dell’economia e delle finanze, in linea con gli indirizzi generali del #presidente del Consiglio dei Ministri, ha poi attivato presso il Gabinetto una task force dedicata al tema presieduta dal Capo di gabinetto, Roberto Garofoli, e, a meno di un mese dall’entrata in vigore della legge di conversione del suddetto decreto-legge, gli atti di attuazione previsti sono in larga parte già definiti e perfezionati.

Il protocollo di impegni “#Pagamento debiti PA”, è stato sottoscritto insieme ai rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, UPI, ANCI, Confindustria, Confapi, Confimi Impresa, ANCE, ANIEM, Confagricoltura, associazioni riunite nell’Alleanza delle Cooperative Italiane (AGCI, Confcooperative, Legacoop), associazioni riunite in R.E TE. Imprese Italia (Casartigiani, CNA, Confartigianato Imprese, Confcommercio – Imprese per l’Italia e Confesercenti), Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, Unioncamere, ABI e Cassa depositi e prestiti s.p.a.

L’ABI, coinvolgendo i singoli istituti bancari, si è impegnata a favorire il più agevole processo di cessione del credito assistito da garanzia dello Stato e a sensibilizzare il sistema bancario a mettere a disposizione delle imprese adeguate risorse finalizzate a tale scopo. Cassa depositi e prestiti, infine, ha dato la propria disponibilità ad adottare celermente la convenzione quadro con l’ABI per la cessione dei crediti vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni e assistiti da garanzia dello Stato. Il Mef e l’ABI hanno già sottoscritto il 17 luglio scorso la convenzione quadro per la cessione pro-soluto dei crediti certificati e assistiti dalla garanzia dello Stato.

In un secondo comunicato stampa, il ministero sottolinea che nel biennio 2013 – 2014 i decreti legge 35/2013 e 102/2013 e, infine, la Legge di Stabilità per il 2014, hanno stanziato complessivamente 47,5 miliardi di euro per smaltire i debiti arretrati delle pubbliche amministrazioni. Del totale delle risorse stanziate, il 91% è già stato ripartito tra le amministrazioni debitrici (43,2 miliardi), il 63% è stato materialmente erogato  alle amministrazioni che ne hanno fatto richiesta (30,1 miliardi), e più della metà è stato effettivamente pagato ai creditori: 26,1 miliardi pari al 55% delle risorse stanziate e all’87% delle risorse erogate.

Inoltre è cominciata la fase di attuazione del recente decreto legge 66/2014, che assegna 9,3 miliardi di risorse aggiuntive.

aggiuntive sono state così distribuite: 3,8 miliardi alle Regioni e alle Province Autonome, 5 miliardi agli enti locali, 0,55 miliardi ai ministeri.

Dei relativi provvedimenti amministrativi di attuazione è stato già emanato il decreto per la concessione delle anticipazioni di liquidità agli enti locali per il pagamento dei debiti nei confronti delle proprie partecipate, per un importo di 2 miliardi. È  invece in corso di emanazione il decreto per la ripartizione di ulteriori 6 miliardi.

Grazie alle misure del Governo attuate in queste settimane, dai prossimi giorni sarà disponibile la garanzia dello Stato sui crediti commerciali di parte corrente delle imprese maturati al 31 dicembre 2013, certificati dagli enti debitori, che siano oggetto di cessione alle banche e agli altri intermediari finanziari autorizzati. Grazie alla garanzia dello Stato, il costo massimo della cessione del credito è stabilito in base a una convenzione con l’Associazione Bancaria Italiana nella percentuale dell’1,9%, largamente inferiore al prezzo di mercato praticato secondo le prassi commerciali correnti. Tale quota si riduce all’1,60% per l’importo eccedente i 50.000 euro di ammontare della cessione.
Sono assistiti dalla garanzia,  i crediti già certificati alla data del 24 aprile 2014,  ovvero certificati a seguito di istanza presentata dai creditori attraverso la piattaforma elettronica accessibile all’indirizzo http://certificazionecrediti.mef.gov.it/

Le imprese che vantano crediti commerciali nei confronti della Pubblica amministrazione e allo stesso tempo hanno debiti tributari possono compensare le due voci. I debiti di carattere tributario che possono essere compensati con crediti sono di due tipi: somme iscritte a ruolo; somme risultanti da accertamento tributario. I crediti oggetto della compensazione devono essere non prescritti, certi, liquidi ed esigibili, maturati nei confronti delle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n.165 del 2001 e certificati.
Nello specifico, i debiti per somme iscritte a ruolo su cartelle esattoriali e altri atti, devono essere stati notificati entro il 30.09.2013 e devono riguardare: tributi erariali, regionali e locali, contributi assistenziali e previdenziali, premi per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, entrate spettanti all’amministrazione che ha rilasciato la certificazione del credito. La certificazione del credito viene presentata agli agenti della riscossione competenti (#Equitalia o Riscossione Sicilia) che a loro volta segnalano l’avvenuta compensazione nella piattaforma elettronica per la certificazione dei crediti.
In sede di conversione del D.L. 145/2013 (Destinazione Italia) è stato previsto per il 2014 un ampliamento della compensazione le cui modalità saranno definite con decreto interministeriale  MEF/MISE, in corso di predisposizione.
Per quanto riguarda i debiti da accertamento tributario, essi devono derivare da istituti definitori della pretesa tributaria e deflativi del contenzioso tributario (accertamento con adesione, conciliazione giudiziale, definizione agevolata, ecc.). I crediti (non prescritti, certi, liquidi ed esigibili e certificati) oggetto della compensazione sono quelli maturati nei confronti delle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n.165 del 2001. La compensazione viene effettuata tramite F24 telematico.

Il comunicato stampa del ministero dell’Economia e delle Finanze specifica inoltre che il Governo è impegnato a smaltire integralmente il debito accumulato negli anni passati entro la fine del 2014,  a impedire che si formino nuovi stock di debito e in generale, a fare in modo che le pubbliche amministrazioni paghino i creditori nei tempi stabiliti dalla direttiva europea. In questa ultima direzione vanno sia le nuove funzionalità implementate sulla Piattaforma per la certificazione elettronica dei crediti (che consentiranno di monitorare l’intero ciclo di vita dei debiti commerciali), sia l’obbligatorietà del registro delle fatture per quegli enti che ancora non erano tenuti a questo adempimento, sia le verifiche sul rispetto dei termini di pagamento imposti dalla direttiva europea.
Negli anni passati si sono accumulati debiti per un importo consistente, stimato nel Documento di Economia e Finanza (DEF) dello scorso aprile in circa 60 miliardi di euro. La formazione di questi debiti è dovuta a motivazioni differenti a seconda delle diverse tipologie di enti. In alcuni casi si sono verificati anche comportamenti scorretti da parte delle amministrazioni che hanno portato ad accumulare debiti fuori bilancio. Altro aspetto rilevante riguarda i debiti delle società partecipate non evidenti nel bilancio delle amministrazioni partecipanti.
A partire dall’esercizio 2015, poi, entrerà pienamente in vigore la riforma della contabilità degli enti territoriali, in attuazione del D. lgs. 118/2011, che:

  • consentirà  la chiara identificazione e registrazione contabile dei debiti e crediti esigibili
  • renderà possibile trarre direttamente dai bilanci degli enti informazioni significative anche sulla situazione debitoria, con particolare riferimento all’entità dei debiti commerciali
  • adotterà la contabilità economico-patrimoniale a decorrere dal 1° gennaio 2016.

Dal 1° gennaio 2012, la riforma è stata oggetto di una sperimentazione da parte di circa un centinaio di enti cui, nel 2014, si sono aggiunti ulteriori 300 enti. La sperimentazione favorirà una rapida diffusione delle competenze e dei requisiti necessari ad una corretta adozione delle nuove modalità di gestione della contabilità e di formazione del bilancio in vista dell’entrata in vigore  il 1° gennaio 2015.
Il medesimo decreto legislativo 118/2011, che si applica dal 2012 per gli enti del Servizio sanitario nazionale, contiene disposizioni idonee ad evitare per il futuro comportamenti gestionali e contabili che possono determinare, pur in presenza di equilibrio economico, uno squilibrio di cassa.
Con l’introduzione della fattura elettronica, operativa dal 6 giugno scorso per tutte le amministrazioni centrali, e da marzo del prossimo anno anche per tutte le altre amministrazioni pubbliche, lo Stato potrà tenere sotto controllo i flussi di fatture in ingresso e di pagamenti in uscita, così da individuare casi di ritardi e intervenire prontamente, garantendo la piena attuazione della direttiva europea sui pagamenti.

Il #ministero dell’Economia e delle Finanze ha attivato un monitoraggio regolare dell’avanzamento dell’intera procedura che coinvolge in particolare il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, al fine di garantire tanto una corretta allocazione delle risorse finanziarie quanto il rispetto degli impegni degli enti debitori a impiegare queste risorse per saldare rapidamente i debiti scaduti.

Il decreto 35/2013 “sblocca debiti”, il successivo decreto legge 102/2013 e la #Legge di Stabilità 2014 hanno attivato un ventaglio di strumenti finanziari che ha consentito la messa a disposizione di liquidità per 27,2 miliardi nel 2013 e 20,3 miliardi nel 2014 da destinare al pagamento di debiti risultati certi liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2012. Queste risorse finanziarie sono state incrementate dal decreto legge 66/2014, fino ad arrivare all’importo complessivo di ca. 57 miliardi.

Gli strumenti finanziari includono: anticipazioni di cassa agli enti locali sulla base di una convenzione tra #Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. e il Tesoro, finanziamento del Tesoro alle Regioni e alle province autonome, esclusioni dal patto di stabilità interno, deroga dal patto di stabilità interno delle spese effettuate per il cofinanziamento di interventi programmati con i fondi strutturali dell’UE, l’incremento dei rimborsi fiscali. Ciascuna di queste linee di azione comporta accordi tra le parti per il corretto impiego delle risorse e per la rendicontazione dei pagamenti.