25 November, 2024
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Due delibere per il rilancio dell’allevamento suinicolo in Sardegna, che riconoscono l’importanza del comparto nell’economia dell’isola, collegate con l’azione dell’Unità di progetto per l’eradicazione della peste suina africana. Sono state approvate dalla Giunta su proposta dell’assessore dell’agricoltura Pier Luigi Caria e riguardano la promozione di ‘Centri gran parentali’ per la produzione di riproduttori e la nascita di ‘”Centri F.A.” per la produzione di seme per la fecondazione artificiale, assieme a disposizioni che supportano l’attività dei comuni che intendono delimitare e (o) adeguare dal punto vista infrastrutturale aree idonee all’allevamento dei suini.
«Con questi provvedimenti promuoviamo un settore dalla grandi potenzialità, capace di creare circoli economici virtuosi e di incidere in particolare nei territori dell’interno. Assieme alle azioni per l’eradicazione della peste suina, su cui abbiamo fatto passi avanti importantissimi e determinanti, portiamo avanti adesso azioni per il rilancio del comparto e per ripristinare la fiducia tra gli allevatori, le popolazioni interessate, le amministrazioni locali e la Regione. Per questo abbiamo previsto risorse per un milione di euro fino al 2020 per il rilancio dell’allevamento e diamo ulteriori risorse ai Comuni, con uno stanziamento di 130mila euro, per supportare la creazione dei recinti e strutture indispensabili al corretto allevamento dei suini», afferma l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria.
Gli aiuti interessano le piccole e medie imprese attive nel settore suinicolo, in forma singola o associata, che abbiano partita IVA e siano iscritte al Registro delle Imprese della Camera di Commercio quali imprenditore agricolo e una dimensione economica aziendale non inferiore a 15.mila euro calcolata in termini di PST (Produzione Standard Totale).
Sono ammesse a contributo le spese relative alla realizzazione di “Centri gran parentali” per la produzione di riproduttori e di “Centri F.A.” per la produzione di seme per la fecondazione artificiale nel comparto suinicolo. Tra le opere ammissibili a finanziamento, la costruzione, ristrutturazione, adeguamento di fabbricati rurali, l’acquisto di impianti, macchinari e attrezzature; impianti e opere di gestione delle deiezioni e dei reflui zootecnici e investimenti immateriali quali l’acquisizione o sviluppo di programmi informatici. Possono inoltre essere riconosciute spese generali, fino alla concorrenza del 10% del costo totale degli investimenti materiali realizzati e purché direttamente legate all’operazione e necessarie per la sua preparazione od esecuzione.
Il Responsabile della gestione ed attuazione del regime di aiuti è Argea Sardegna.

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Dal 28 al 30 novembre 2018, ad Alghero, si svolgerà il 4° Workshop internazionale ‘Il Programma Europeo SHEEPNET: condivisione di competenze ed esperienze sulla produttività degli ovini attraverso la costituzione di una rete di lavoro’, che segue quelli organizzati a Edimburgo, Timisoara e Vitoria Gasteiz. Un centinaio tra ricercatori, consulenti ed allevatori provenienti dai 7 Paesi partecipanti (Francia, Irlanda, Regno Unito, Spagna, Romania, Italia e Turchia) a cui si aggiungeranno rappresentanti di Ungheria, Israele, Finlandia e Grecia, si incontreranno per discutere delle principali problematiche del settore ovino in Europa.

Il network tematico, coordinato dall’Institut de l’Elevage francese e che vede quale partner italiano l’agenzia AGRIS, ha una durata di 3 anni, è stato finanziato con circa 2 milioni di euro e si concluderà ad ottobre 2019. L’obiettivo è quello di aumentare la competitività e la sostenibilità del settore ovino in Europa attraverso lo scambio delle conoscenze scientifiche e pratiche tra i differenti attori della filiera di differenti nazioni, utilizzando un approccio interattivo di scambio delle conoscenze.

Il progetto è articolato in gruppi di lavoro nazionali coordinati da sette facilitatori. Il coordinatore italiano è il ricercatore di AGRIS Sardegna Antonello Carta. Sinora sono state identificate, attraverso questionari ed incontri, le principali esigenze degli allevatori e si è prodotta una grande quantità di soluzioni disponibili e in molti casi già implementate da alcuni allevatori innovatori.

Entro il mese di novembre, un centinaio di schede tecniche che affrontano le principali problematiche dell’allevamento ovino saranno inserite anche nel website del partenariato europeo per l’innovazione (PEI-AGRI). Il workshop internazionale che si terrà in Sardegna è stato preceduto da analoghi workshop nazionali di preparazione nei quali si è discusso dei differenti approcci disponibili per il trasferimento dell’innovazione nell’allevamento ovino. Dal workshop italiano, che si è tenuto presso la sede Agris di Bonassai il 25 ottobre scorso, è emersa la necessità di costruire un sistema di trasferimento dell’innovazione con particolare riferimento ‘all’allevamento di precisione’ che preveda ‘aziende modello’ dove testare le innovazioni e realizzare una precisa analisi costi-benefici. Le aziende modello dovranno poi aprirsi agli altri allevatori per consentire di acquisire le conoscenze necessarie per l’adozione delle nuove tecniche di allevamento.

Altri punti cruciali sono stati individuati nel monitoraggio degli effetti dell’innovazione a lungo termine e nella costruzione di un sistema di consulenza aziendale efficace con tecnici costantemente formati e aggiornati. 

Il 28 novembre le delegazioni internazionali visiteranno le aziende degli allevatori Michele Piras e Gianfranco Mangatia, due aziende ovine nell’area del Sassarese rappresentative delle attività di miglioramento genetico e dell’applicazione delle tecnologie digitali alla gestione del gregge. Nel pomeriggio è prevista la visita allo stabilimento del Consorzio Agriexport di Chilivani, durante la quale l’amministratore Salvatore Palitta racconterà della tradizione casearia sarda e di come modernità e tradizione possano contribuire alle produzioni DOP di qualità.

Il 29 novembre, nella sala convegni dell’Hotel Catalunya di Alghero, le delegazioni internazionali si confronteranno sul livello delle applicazioni di zootecnia di precisione in Europa, con un focus particolare su quelle collegate all’identificazione elettronica degli animali. I diversi Paesi presenteranno applicazioni innovative e gli allevatori di tutta Europa potranno discutere tra loro con il supporto di ricercatori e consulenti per valutarne i costi ed i benefici.

Venerdì 30 sono previsti due meeting satellite. Il primo, che coinvolgerà una ventina tra veterinari e allevatori, si terrà al Centro di Chirurgia comparata del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari e consisterà in una dimostrazione pratica di come si devono manipolare gli agnelli neonati per aumentarne la sopravvivenza. Contemporaneamente, al Centro di Ricerca di Bonassai di AGRIS Sardegna, alla presenza dell’assessore dell’Agricoltura Pier Luigi Caria si terrà un incontro-dibattito tra i facilitatori dei vari Paesi e i principali attori della filiera ovina della Sardegna, dal titolo ‘Uno sguardo al settore ovino in Europa: azioni per migliorare competitività e sostenibilità del comparto’. Dopo una breve presentazione delle filiere ovine europee, gli allevatori e gli altri portatori di interesse sardi potranno discutere con i rappresentanti internazionali delle diverse azioni che nei vari Paesi sono state intraprese per valorizzare il comparto.

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Dall’11 dicembre e fino al 28 febbraio 2019 sarà possibile presentare la comunicazione integrativa ai fini della richiesta degli aiuti per compensare i danni causati da eventi atmosferici eccezionali verificatisi nel 2017. 

«Abbiamo investito risorse e tempo per attivare una nuova piattaforma informatica, finalizzata ad avere una banca dati regionale aggiornata. In tal modo adesso possiamo rispondere al meglio alle esigenze rilevate nelle diverse occasioni di confronto, come i recenti tavoli verdi, con le associazioni di categoria – spiega l’assessore regionale dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria -. Grazie alla banca dati abbiamo preso accorgimenti utili in tutti i settori, modificando, ad esempio, i paramenti di alcune colture o del settore apistico. Adesso – aggiunge Pier Luigi Caria – obiettivo è la rapidità. Prevediamo infatti delle istruttorie semplificate in modo che dall’apertura delle domande, i mandati di pagamento arrivino nel tempo più veloce possibile.»

Destinatarie le piccole e medie imprese attive nel settore della produzione agricola primaria con sede operativa in Sardegna, che abbiano già presentato apposita domanda di accesso al Servizio Territoriale di Argea Sardegna competente per territorio, entro il termine perentorio di quarantacinque giorni dalla data di pubblicazione del decreto ministeriale di declaratoria nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e ricadano in una delle zone delimitate per gli eventi dannosi occorsi in Sardegna nel corso del 2017. La dotazione finanziaria complessiva per la realizzazione dell’intervento è pari a 38 milioni. Per la compilazione gli interessati dovranno presentarsi presso il SUT Laore competente per territorio muniti di fotocopia del documento di identità in corso di validità e del CUAA aziendale. Nel caso di aziende che allevano bovini dovranno inoltre presentare l’eventuale dichiarazione del proprietario dei capi con cui si autorizza il detentore a richiedere e riscuotere l’aiuto. 

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Il presidente Francesco Pigliaru e gli assessori dell’Ambiente e dell’Agricoltura, Donatella Spano e Pier Luigi Caria, hanno incontrato questa mattina a Cabras i pescatori dell’Oristanese sulla questione dei danni provocati dalla fauna selvatica. Dalla Giunta è arrivata piena comprensione e disponibilità a trovare soluzioni che preservino i lavoratori e l’attività economica.

«Se il prodotto è crollato da 400 a 170 quintali abbiamo un problema gigantesco che intendiamo risolvere partendo dalle persone e mettendo in fila tutte le possibili soluzioni – ha detto il presidente Francesco Pigliaru -. Crediamo che sia importante definire un numero di cormorani compatibile con un pescato che garantisca l’attuale forza lavoro, piuttosto che fare assistenzialismo. Vogliamo preservare una tradizione ed un’attività economica il cui valore è destinato ad aumentare sempre di più – ha concluso Francesco Pigliaru, citando i grandi sforzi della Regione nell’agroalimentare -, grazie alla certificazione ed all’innalzamento della quantità dei prodotti.»

Lunedì prossimo prenderanno avvio gli abbattimenti programmati per novembre, il cui numero è stato calcolato sulla base dei due censimenti effettuati dalla società incaricata dalla Provincia.

L’assessore dell’Ambiente Donatella Spano ha ripercorso il senso dei precedenti incontri con i pescatori, utili alla definizione del problema, e ha espresso vicinanza a chi vive del comparto.

«Abbiamo già portato avanti sia attività sperimentali come l’uso delle reti sia attività di contenimento dei cormorani con l’approvazione dell’apposito Piano 2016-2018, finalizzato a rendere il territorio inospitale ai cormorani – ha sottolineato l’assessore dell’Ambiente -. L’Assessorato, evidenziando l’insostenibilità della situazione attuale, sta chiedendo a Ispra un aumento del contingente abbattibile. Sarà poi competenza della Provincia di Oristano predisporre il nuovo Piano di contenimento triennale. Ma è importante che anche la voce dei territori arrivi al Governo. Noi abbiamo già scritto al ministro Costa e al ministro Centinaio per chiedere un impegno serio, risolutivo a livello europeo. Il problema non è solo della Sardegna ma riguarda tutte le Regioni. Infatti – ha concluso Donatella Spano – su proposta proprio della Sardegna, la Commissione Ambiente della Conferenza delle Regioni ha fatto proprio un documento sul tema ed è stato presentato un ordine del giorno alla Conferenza Stato-Regioni con richiesta di impegno di intervento all’Unione europea sulle strategie per contenere o almeno stabilizzare la popolazione di cormorani intervenendo soprattutto sui siti di nidificazione localizzati nel Nord Europa.»

Vicinanza è stata espressa anche dall’assessore dell’Agricoltura Pier Luigi Caria, il quale ha sottolineato il percorso fatto dall’apposita commissione per il calcolo del danno da cormorani.

«L’aiuto è un palliativo e non certo la strada migliore, anche perché ci sono dei parametri specifici nel trasferire le risorse. Abbiamo rimodulato persino il Feamp, il fondo per la politica marittima e della pesca dell’UE, utilizzando un milione dei 45 investiti sulla calamità per siccità. Abbiamo quindi oggi 2 milioni di euro e ora c’è la Finanziaria per cui vediamo le manovre di assestamento del prossimo anno e come si svilupperà il calcolo sulla base di criteri e parametri. In due anni – ha concluso Pier Luigi Caria – c’è un calo drastico nella pesca che giustifica il livello di preoccupazione, con i fatturati passati da oltre 3,776 milioni nel 2016 a 2,294 milioni nel 2018. Dobbiamo trovare soluzione immediate e cavalcare quelle a lungo raggio.»

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La Giunta regionale ha incrementato con un altro milione di euro i 2,5 milioni già stanziati per gli aiuti in conto interessi per operazioni di credito a breve termine (di durata fino a 12 mesi) destinati alle Piccole e Medie Imprese (PMI) operanti nel settore della produzione agricola primaria e della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. Rispetto al fondo iniziale, stanziato per le annualità 2016-2018, le nuove risorse interverranno sia per abbattere gli interessi sui prestiti di conduzione e sia, questa la novità, per abbattere i costi delle garanzie emesse dai confidi. Tale integrazione all’intervento originario è stata prevista per venire incontro alle difficoltà che le PMI interessate dal provvedimento hanno dovuto affrontare durante le calamità naturali intercorse negli anni 2017-2018.

«Abbiamo pensato di continuare a sostenere le nostre PMI, con adeguate misure di accesso al credito volte a favorire lo sviluppo e la competitività, poiché sono tutt’ora fortemente presenti alcune dinamiche negative originate dalla crisi economica che ha portato alla fase recessiva degli ultimi anni – ha detto Pier Luigi Caria -. Favorire l’accesso al credito per le attività di conduzione assicura un supporto importante per tali realtà produttive che purtroppo pagano alcuni gap strutturali di presenza sui mercati e numerosi cali di liquidità dovuti agli interventi di ristoro aziendale seguiti agli eventi calamitosi di queste ultime due stagioni.»

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La Giunta regionale ha destinato 5 milioni e 200mila euro per le sedi universitarie decentrate, così ripartite: circa 317mila euro all’Università di Sassari per i corsi istituiti per le sedi di Alghero, 526.240 euro per il corso della sede di Olbia e 2 milioni 25mila euro al consorzio Uno di Oristano e 2 milioni 332mila euro al Consorzio di Nuoro. Per le imprese culturali, saranno destinate invece risorse per 1 milione 300mila euro ripartite nei bandi CultureLab per 500mila euro, e IdentityLab per 800mila euro. Sempre su proposta dell’assessore della Pubblica Istruzione e della Cultura Giuseppe Dessena, è stata approvata la delibera che garantisce risorse per 2 milioni 500mila euro, ultima tranche del Piano Straordinario degli scavi archeologici, che prevede un totale di 8milioni 400 mila euro nel biennio 2017-2018. Un milione 50mila euro, con approvazione in via preliminare da parte della Giunta, è previsto per lo sviluppo delle iniziative musicali popolari: 700mila euro per le attività istituzionali e 350mila euro per la formazione.

Altri 100mila euro sono destinati per l’erogazione da parte dei Convitti dell’isola di posti semigratuiti agli studenti che li frequentano, appartenenti a famiglie con Isee non superiore a 20mila euro. Mentre, circa 35mila euro andranno a sostegno degli interventi delle autonomie scolastiche: 15mila euro per progetti anche nazionali di educazione economico finanziaria, sportivi e contro le ludopatie. Le restanti risorse saranno ripartite come premialità alle Autonomie scolastiche che hanno partecipato a tutte le Linee di Tutti a Iscol@ sin dalla prima edizione, per viaggi studio e acquisto di materiale didattico.

A tre anni dall’approvazione della nuova legge che regola il comparto, la Giunta su proposta dell’assessore Raffaele Paci ha approvato un nuovo disciplinare di attuazione del fondo unico. Le modifiche sono state chieste dai Condifi attraverso l’Osservatorio, e con loro condivise: permetteranno di rivedere i criteri di accesso al fondo unico e di premialità, per un miglior funzionamento complessivo dell’intero sistema. Via libera anche a una rimodulazione del Fesr che consente di destinare 9 milioni di euro ai progetti della Programmazione territoriale che puntano sulla valorizzazione ambientale, molto richiesti dai territori interessati. Nominato, infine, il revisore dei conti di Sardegna Ricerche: si tratta dell’uscente Agostino Galizia. 

La Giunta, su proposta dell’assessore Edoardo Balzarini, ha deliberato di concedere il nulla osta all’immediata esecutività della deliberazione dell’Amministratore unico di Enas riguardante l’approvazione del rendiconto 2017 dell’Ente. 

È stato autorizzato, come richiesto dall’assessore Filippo Spanu, lo svolgimento del lavoro straordinario per i dipendenti in servizio nelle strutture impegnate nelle attività di eradicazione della peste suina e di Protezione civile. L’autorizzazione viene data in base alla legge regionale n. 35 del 2015.

Su proposta dell’assessore della Difesa dell’ambiente, Donatella Spano, sarà sottoposto all’ulteriore procedura di valutazione di impatto ambientale il progetto per la richiesta di ampliamento del centro commerciale di Santa Gilla a Cagliari.

Sono state approvate le linee guida relative al protocollo di utilizzo degli esami per la prevenzione della fetopatia alcolica, presentate dall’assessore Luigi Arru. Le donne a rischio di abuso di alcol, in età fertile o in stato di gravidanza dovranno compilare in forma anonima un questionario per la conferma del sospetto diagnostico. Il Centro di riferimento regionale sarà il laboratorio di analisi chimico cliniche e microbiologiche dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari.

Come proposto dall’assessore Pier Luigi Caria, è stata prorogata la gestione commissariale del Consorzio di bonifica della Sardegna Meridionale per consentire il completamento degli adempimenti normativi. Il commissario straordinario svolgerà l’incarico a titolo gratuito. Sono state inoltre approvate alcune precisazioni sulle direttive per la rendicontazione dei contributi erogati ai Consorzi di bonifica anche al fine del contenimento della spesa. Circa 300mila euro sono stati programmati per aiutare l’ avviamento delle organizzazioni dei produttori (OP), delle loro unioni (OC) non ortofrutta e dei consorzi di tutela delle produzioni con marchio di origine. Infine, è stato approvato un contributo per l’abbattimento dei costi di funzionamento attinenti l’attività istituzionale dei consorzi di bonifica.

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L’assessore regionale dell’Agricoltura, competente anche per Pesca e Acquacoltura, Pier Luigi Caria ha incontrato ieri sera, nella sede dell’Assessorato, a Cagliari, le rappresentanze delle tonnare fisse della Sardegna con cui si è confrontato sui recenti decreti ministeriali (di ottobre e novembre) che vanno a incidere sul sistema della pesca del tonno sulle tonnare fisse.

«L’incontro – ha spiegato Pier Luigi Caria – è stato particolarmente utile per chiarire i punti di vista della Regione e degli operatori e si è concluso concordando azioni da porre in essere in maniera congiunta con l’obiettivo di tutelare l’intero comparto. Si chiederà al ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del Turismo, già nei prossimi giorni – ha concluso Pier Luigi Caria -, un incontro congiunto con le rappresentanze della Regione Sardegna, Regione Sicilia, e alla presenza degli imprenditori che svolgono attività su tonnara fissa.»

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In una lettera inviata oggi ai ministeri coinvolti nella vicenda dei lavoratori dell’Aras, l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu manifesta la necessità di avere un riscontro, in tempi brevissimi, sulle proposte presentate dalla Regione per l’attuazione della legge 3 del 2009 riguardante i dipendenti dell’Associazione regionale allevatori della Sardegna.

L’assessore Filippo Spanu chiede inoltre la disponibilità ad un incontro per tutti i necessari approfondimenti. La missiva è stata inviata ai ministeri per la Pubblica Amministrazione, dell’Economia, delle Politiche Agricole e degli Affari regionali. Lo scorso 28 settembre la vicenda dei lavoratori dell’Aras è stata al centro a Roma, a Palazzo Vidoni, sede del Dipartimento della Funzione Pubblica, dei lavori del tavolo tecnico interministeriale alla presenza dello stesso Filippo Spanu e dell’assessore dell’Agricoltura Pier Luigi Caria. In quell’occasione erano state esaminate, con i rappresentanti di tutti i ministeri interessati, le proposte su cui oggi la Regione chiede un urgente riscontro.

 

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In commissione “Attività Produttive” si sono svolte stamane diverse audizioni su tre diverse tematiche: legge finanziaria 2018, crisi del settore pesca e situazione dei lavoratori avventizi dei Consorzi di Bonifica.

La soluzione per i 180 lavoratori precari dei Consorzi di Bonifica di Oristano e della Sardegna Meridionale potrebbe arrivare con la prossima legge finanziaria. L’assessore all’Agricoltura Pierluigi Caria ha infatti annunciati in Commissione la presentazione di un emendamento per la stabilizzazione dei lavoratori. «E’ un’operazione che non comporta costi aggiuntivi per le casse della Regione – ha detto Pier Luigi Caria – la Giunta intende dare attuazione a quanto previsto dalla legge 6 del 2008».

Sulla vertenza degli avventizi dei Consorzi di Bonifica, la Commissione ha sentito in mattinata anche i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. Da tutti è arrivata la richiesta di procedere in tempi rapidi alla stabilizzazione dei lavoratori: «Il ruolo dei Consorzi di bonifica, alla luce degli ultimi eventi calamitosi, è sempre più importante sul fronte della prevenzione ambientale e della mitigazione del rischio idrogeologico – ha detto Manuele Incani della Fai Cisl – attualmente i Consorzi di Oristano e della Sardegna Meridionale hanno organici carenti e ricorrono a lavoratori avventizi. Molti di questi prestano la loro opera da oltre 25 anni. E’ arrivato il momento di riconoscere il loro lavoro. Sarebbe un atto di giustizia e un passo in avanti per garantire servizi più efficienti».

«E’ un’operazione a basso costo – ha aggiunto Gaia Garau della Uila-Uil – attualmente i lavoratori precari impiegati per 8 mesi percepiscono un’indennità superiore rispetto ai lavoratori assunti a tempo indeterminato. Il loro passaggio nella pianta organica dei Consorzi comporterebbe un esborso minimo, circa 800mila euro per 180 lavoratori. La stabilizzazione consentirebbe inoltre di garantire le attività di manutenzione del territorio per tutto l’anno.»

«C’è una legge vecchia di 10 anni (la n.6 del 2008 ndr) che non è mai stata applicata – ha affermato Gabriele Virdis della Flai Cgil – la Regione ha il dovere di applicarla e di procedere alle stabilizzazioni previste. Chiediamo che i lavoratori precari, impegnati attualmente per 8 mesi all’anno, vengano assunti a tempo indeterminato. Chiediamo inoltre di dare certezza anche agli operai che vengono chiamati saltuariamente (escavatoristi, saldatori, etc.).»

A favore della stabilizzazione si sono espressi tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione Gianluigi Rubiu e Gianni Lampis di Fratelli d’Italia, Antonio Solinas, Mario Tendas, Valerio Meloni, Piero Comandini ed Alessandro Collu del Pd.

La Commissione ha sentito in mattinata i rappresentanti degli armatori di Porto Torres, Lorenzo Nieddu e Costantino Cossu.

«Da tre anni non riceviamo gli indennizzi per il fermo biologico – hanno detto Cossu e Nieddu – subiamo inoltre il peso dei vincoli regionali che si aggiungono a quelli nazionali. Il nostro settore è in forte difficoltà, serve un intervento urgente della Regione.»

Secondo i rappresentanti degli armatori turritani, le attuali norme sulla pesca a strascico penalizzano fortemente i pescatori sardi: «Le prescrizioni nazionali ci impediscono di pescare entro le 3 miglia dalla costa, la Regione impone un ulteriore limite che porta il divieto a 4 miglia. Così è troppo».

L’ex assessore all’agricoltura Oscar Cherchi è intervenuto nel dibattito per chiarire la questione degli indennizzi: «L’Unione Europea vieta i risarcimenti per il fermo biologico perché li considera aiuti di stato. L’unica possibilità di intervento è rappresentata dai fondi erogati con il regime de minimis – ha detto Oscar Cherchi – quanto ai limiti, si possono apportare delle modifiche ma serve un pronunciamento del Comitato regionale della Pesca nel quale credo che anche voi siate rappresentati».

Più attenzione per il settore ha invocato il consigliere di Fratelli d’Italia Gianluigi Rubiu: «La competenza è attualmente in capo all’assessorato dell’Agricoltura già oberato da mille incombenze – ha detto Gianluigi Rubiu – da tempo chiedo di istituire un Dipartimento per la Pesca che si occupi dei problemi specifici del settore».

Sulle parti di competenza della manovra finanziaria 2018, la Commissione ha sentito gli assessori dell’Agricoltura e dell’Industria Pierluigi Caria e Maria Grazia Piras.

«Le esigenze del mio assessorato hanno trovato quasi tutte copertura finanziaria – ha detto Pier Luigi Caria – in particolare abbiamo reperito i 17 milioni di euro necessari al funzionamento di tutti i Gal della Sardegna. In questo modo potranno essere recuperati anche i due Gal della Romangia e dell’Anglona inizialmente esclusi dai Piani di azione locale 2014-2020.»

Pier Luigi Caria ha poi espresso rammarico per l’esito della partita sugli accantonamenti. «Senza quei soldi da restituire allo Stato avremmo potuto soddisfare tante altre richieste. In ogni caso presenteremo alcuni emendamenti per ottenere risorse aggiuntive per i piani integrati di filiera (10 milioni di euro), per il primo insediamento dei giovani in agricoltura (25 milioni) per il bando sulle strade rurali (15 milioni). Se accolto, l’emendamento sul primo insediamento in agricoltura consentirebbe di evadere tutte le domande presentate e non finanziate a causa dell’esaurimento dei fondi del Psr».

L’assessore Maria Grazia Piras invece ha spiegato che una grossa fetta degli stanziamenti per l’industria previsti nella manovra 2018 anche quest’anno andranno a coprire le spese delle società partecipate (Igea, Carbosulcis e Nuova Mineraria Silius). «Abbiamo poi previsto uno stanziamento per la miniera di Olmedo – ha detto Maria Grazia Piras – l’avviso di vendita è purtroppo andato deserto. Ora, in attesa di un’eventuale interessamento all’acquisto, è necessario mettere il sito in sicurezza e garantire le attività di  sorveglianza».

L’assessorato, infine, ha inserito in bilancio anche le risorse per la metanizzazione dell’Isola: «Abbiamo rifinanziato il capitolo che lo scorso anno era stato svuotato per coprire le emergenze del settore ovicaprino».

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Si chiamano Nuraghe, Shardana e Pratosardo le nuove varietà vegetali nate dalle sperimentazioni sul miglioramento genetico portate avanti prima in laboratorio e poi in campo dai ricercatori dell’Agenzia regionale Agris Sardegna e presentate oggi alla stampa e agli agricoltori, alla presenza del presidente Francesco Pigliaru e dell’assessore dell’Agricoltura Pier Luigi Caria, nell’azienda Agris di San Michele, tra i territori di Ussana e Donori. Nuraghe e Shardana sono due nuove varietà di grano duro, mentre Pratosardo (chiamata così per il nome della località dove è stata coltivata alle porte di Nuoro) è una nuova varietà di medica poliforma. Le tre new entry del panorama agricolo isolano sono state iscritte da Agris nel Registro Nazionale Varietale italiano.

Ad aprire i lavori, il direttore generale dell’Agenzia di ricerca in agricoltura, Roberto Zurru, che ha raccontato la lunga storia dell’azienda San Michele e le numerose attività di ricerca che per quasi 90 anni hanno permesso di coltivare in quelle terre le più importanti novità della cerealicoltura sul piano regionale e nazionale degli ultimi decenni e di registrare 8 nuove varietà di grano. I ricercatori Marco Dettori e Mirella Vargiu, hanno illustrato, rispettivamente, le principali caratteristiche delle nuove varietà di grano duro “Nuraghe” e “Shardana” e della medica polimorfa “Pratosardo”.

Ha sottolineato l’importanza del lavoro di ricerca portato avanti da Agris, il presidente Francesco Pigliaru, definendolo «un tassello davvero essenziale per evitare di rimanere indifesi davanti alla concorrenza internazionale. Dalla ricerca, che è già un valore in sé, ma da solo insufficiente, è importante fare un ulteriore sforzo collettivo per capire come mantenere o rilanciare il settore cerealicolo in Sardegna. Sappiamo che la produttività è migliorata, ma registriamo anche una forte riduzione della superficie coltivabile, avvenuta tra il 2008 e il 2011. Serve la condivisione di tutti, coltivatori, industriali, politica, su un vero ‘piano industriale’ del comparto, che individui su quali azioni, quali tecnologie, quali mercati di sbocco puntare insieme per guadagnare competitività e quote di mercato,  per espandere  la produzione puntando sulla qualità e su margini adeguati. Abbiamo un potenziale importante – ha concluso Francesco Pigliaru – come testimoniano questi nuovi prodotti con caratteristiche uniche, ed è importante valorizzarlo».

«L’iscrizione di queste nuove varietà premia il lavoro e riconosce le preziose attività di ricerca svolte in questi anni dagli studiosi di Agris – ha detto Pier Luigi Caria –. La mancanza di unità fra gli agricoltori indebolisce ancora di più la fase di contrattazione del prezzo, soprattutto del grano duro, nella fase della vendita. Creare massa critica fra i produttori primari è la vera scommessa che deve affrontare tutto il settore. Come politica abbiamo cercato di sostenere il comparto dopo aver incontrato e sentito i portatori di interesse. Abbiamo approvato proprio ieri una delibera che con oltre 1 milione di euro sostiene le filiere dei grani antichi, cereali minori, grano tenero e leguminose da granella. La prossima settimana porteremo in Giunta un’altra delibera che con 1milione e 600mila euro sostiene la filiera del grano duro. Siamo disponibili a ragionare – ha concluso Pier Luigi Caria – su proposte e idee che vengano dal basso e che riguardino anche l’avvio di Organizzazioni di produttori.»

Gli interventi migliorativi sulla genetica delle varietà di grano duro tiene sempre più conto delle necessità, anche salutistiche, e delle evoluzioni alimentari nei gusti dei consumatori. Creare nuove varietà di grano duro significa inoltre valorizzare le produzioni di pani e delle diverse paste tradizionalmente legate a determinati territori, tutelando quindi la variegata storia agroalimentare della Sardegna. Questi miglioramenti genetici sia sul grano duro e sia sulla medica poliforma devono inoltre essere inseriti nei contesti climatici delle zone di coltivazione, garantendo efficienza e sostenibilità produttiva, sul piano economico per gli agricoltori e ambientale per l’intero ecosistema ospitante.

Il miglioramento genetico delle specie agrarie è una attività complessa che richiede alta specializzazione, tempi di attuazione molto lunghi e mancata certezza di risultati positivi a causa dell’aleatorietà delle condizioni meteo-climatiche, agronomiche ed economiche. Per questo, l’iscrizione al Registro Nazionale Varietale deve essere considerato come un risultato di prestigio e un importante riconoscimento della ricerca svolta in Sardegna in ambito agronomico sotto la supervisione del ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del Turismo. La disponibilità di nuove varietà adatte agli ambienti di coltivazione della Sardegna permette di rafforzare il settore sementiero locale, mette a disposizione degli agricoltori genotipi adatti alla specificità delle condizioni climatiche ed agronomiche della Sardegna e implementa le costituzione di filiere corte locali a marcato carattere identitario.

L’iscrizione nel Registro Nazionale Varietale permetterà, nel caso del grano duro, di mettere a disposizione degli agricoltori sardi grani di ottima potenzialità produttiva e di qualità tale da soddisfare la domanda di grani duri locali per sostenere la crescente richiesta di pani e pasta da filiera corta.

Nel caso della medica polimorfa Pratosardo gli agricoltori e allevatori sardi potranno fruire di semente di alta qualità in grado di ridurre la dipendenza da mangimi di provenienza esterna, oltre a offrire agli industriali sementieri regionali una ulteriore e importante opzione commerciale per la quale è prevista nei prossimi anni una domanda in forte crescita.

Karalis: esempio virtuoso di una varietà di grano duro tutta sarda. Per selezionare una nuova varietà di grano sono necessari dai 10 ai 12 anni di lavoro, partendo dall’incrocio fino all’iscrizione finale nel Registro varietale. A Ussana, da oltre 10 anni, è stata selezionata da Agris la varietà Karalis: attualmente la più coltivata in Sardegna. Dal 2003 al 2017 sono stati prodotti 80.185 quintali di seme certificato di Karalis. Quindi, nello stesso periodo, sono stati prodotti oltre 1milione e 600mila quintali di grano duro di tale varietà per l’ammasso. Ciò significa che su una produzione media in Sardegna di 7milioni di quintali almeno 1quintale su 7 è rappresentato dalla varietà Karalis.