28 November, 2024
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Passo in avanti per il percorso di riforma delle Associazioni provinciali allevatori (APA) e delle Associazioni interprovinciali (AIPA), che vedrà la realizzazione di un soggetto unico a Oristano con l’obiettivo di salvaguardare i posti di lavoro e la fondamentale attività di supporto alle aziende zootecniche sarde. La Giunta ha revocato la delibera 30/32 del 12 giugno 2018 che disponeva il trasferimento all’Agenzia Laore Sardegna di un’anticipazione di 1,1milioni di euro, sul totale di 2,3milioni programmati per l’esercizio finanziario 2018, per le attività previste dal Programma annuale dell’Associazione provinciale degli allevatori (APA) di Oristano e dalle Associazioni interprovinciali degli allevatori (AIPA) di Cagliari, Medio Campidano e Carbonia e Iglesias, di Nuoro e Ogliastra e di Sassari e Olbia Tempio, per la tenuta dei Libri genealogici e lo svolgimento dei Controlli funzionali.

Con la delibera approvata ieri dalla Giunta regionale, oltre alla revoca del provvedimento di giugno, si stabilisce che l’assegnazione della somma prevista dal bilancio regionale per la tenuta dei Libri genealogici e i Controlli funzionali, compresa l’anticipazione già assegnata a Laore Sardegna, sia fatta tenendo conto della nuova organizzazione territoriale disposta dall’Associazione italiana allevatori (AIA) che ha istituito un unico ufficio periferico regionale dei Controlli funzionali e del Registro anagrafico e dell’Anagrafe degli equidi, con competenza in tutto il territorio della Regione Sardegna, presso l’Associazione provinciale allevatori (APA) di Oristano.

«Come annunciato martedì scorso alle organizzazioni sindacali durante un incontro tenuto in Regione – ha osservato l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria – con questa nuova delibera portiamo a casa un altro risultato positivo lungo la strada che conduce alla soluzione della crisi del sistema APA in Sardegna. Se tutti ci crediamo e facciamo positivamente la nostra parte possiamo raggiungere l’obiettivo nel giro di pochi mesi.»

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La Giunta regionale ha approvato il piano stralcio per il 2018 delle attività di comunicazione istituzionale integrata del Sistema Regione, che si occuperà di rendere note ai cittadini le principali attività istituzionali dell’Amministrazione regionale. Con 100mila euro sarà finanziata la manifestazione “Futura Sassari”, con cui l’istituto agrario Pellegrini di Sassari rappresenterà il progetto Iscol@ all’interno del piano nazionale di scuola digitale: un evento di tre giornate di incontri e seminari con gli esperti del settore, con spazi dedicati alle scuole della Sardegna, per evidenziare quanto realizzato nel settore dell’edilizia scolastica e dell’innovazione didattica. Sempre all’interno di Iscol@, è stato deciso di utilizzare per il nuovo piano di edilizia scolastica le somme derivanti dalle sanzioni per gli interventi in ritardo di attuazione, 330mila euro, per il nuovo piano di edilizia scolastica. Sono stati inoltre rimodulati 32 milioni di euro del Fondo per lo sviluppo e coesione su una serie di interventi con scadenza di spesa ravvicinata e approvata la ripartizione fra i comuni della Sardegna dei contributi alle Regioni maggiormente oberate da vincoli e attività militari per gli anni 2015-2018.

Saranno destinati alle azioni per le politiche giovanili quasi 280mila euro dei quali 200 di fondi regionali e quasi 80mila del Fondo nazionale Politiche giovanili, in base all’APQ tra l’Amministrazione regionale e la Presidenza del Consiglio dei ministri. Ha stabilito così l’esecutivo su proposta dell’assessore della Cultura Giuseppe Dessena. Le risorse saranno utilizzate nell’attività di programmazione di interventi mirati alla realizzazione di forme di aggregazione giovanile, per migliorare le occasioni di incontro e ancora ci sarà un finanziamento dedicato ai progetti alla promozione delle attività di orientamento e placement ed alla prevenzione del disagio e il sostegno dei giovani talenti.
Sono stati inoltre finanziati i comuni di Cagliari e Sassari per l’assegnazione di posti gratuiti di studio per convittori e semiconvittori al Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele” di Cagliari e “Canopoleno” di Sassari con risorse per 222mila euro: 97,5mila saranno assegnati a Cagliari, e 125mila a Sassari. L’esecutivo ha dato inoltre il nulla osta all’esecutività della deliberazione del Consiglio di amministrazione dell’E.R. S.U. di Sassari per l’approvazione del rendiconto 2017, indicando quale destinazione della quota di avanzo di amministrazione disponibile la copertura del fabbisogno finanziario dell’intervento “ERSU_TT” per un importo di 6.783.895,68, di cui euro 5.775.643,00 per l’area San Lorenzo, e 1.008.252,68 euro per l’area ex Fondazione Brigata Sassari e per la restante parte per l’erogazione di borse di studio e altri contributi e servizi per gli studenti. Approvati, infine, criteri e modalità di ripartizione delle risorse per l’annualità 2018 sulle norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche.
Su proposta dell’assessore Lugi Arru, è stato approvato l’atto di programmazione dei servizi necessari per l’attuazione del REI 2018-2020, finanziati nei limiti delle risorse della quota per la Sardegna del Fondo Povertà (poco più di 9 milioni). Con 200mila euro viene rifinanziato il programma d’interventi per favorire l’inclusione sociale e abitativa delle famiglie appartenenti alle popolazioni nomadi, mentre 500.000 euro rifinanziano il progetto Overdenture, realizzato dall’Aou di Cagliari, per apparecchi dentali a cittadini economicamente svantaggiati.
Come proposto dall’assessora Donatella Spano, l’Esecutivo ha deliberato che la sede della stazione del Corpo forestale per la giurisdizione su Assemini, Capoterra, Decimomannu, Decimoputzu, Uta e Villaspeciosa sarà spostata da Capoterra a Uta, in locali più adeguati alle attività lavorative.
Espressa l’intesa con l’Ufficio Circondariale Marittimo di Carloforte sull’aggiornamento, per il periodo 2018-2021, del Piano di raccolta e di gestione dei rifiuti e dei residui del carico prodotti dalle navi che fanno scalo nel porto di Carloforte e del porto turistico di Villamarina. E’ stata prorogata, con totale richiamo delle prescrizioni, l’efficacia temporale della delibera 16/21 del 9 aprile 2013, relativa all’intervento “Opere idrauliche a protezione dell’abitato – Canale diversivo a monte dell’abitato”, proposto dal comune di Nuraminis. Approvata, infine una modifica all’articolo 10 delle Prescrizioni regionali antincendi: in caso di sopraggiunte variazioni delle condizioni meteorologiche o di previsione di pericolosità a codice arancione o rosso, può essere disposta una temporanea sospensione delle autorizzazioni all’uso del fuoco già rilasciate dandone tempestivo avviso agli interessati.
Via libera alle direttive di attuazione per l’avvio della procedura di costituzione in Sardegna della DMO, Destination Management Organization. Sempre su proposta dell’assessora Barbara Argiolas sono stati programmati una serie di interventi di promozione della destinazione Sardegna.
Via libera su proposta dell’assessora Maria Grazia Piras al piano industriale di Igea per il triennio 2017-2021 e alla legge di semplificazione 2018. I dettagli di entrambe saranno resi noti in conferenza stampa dopo la pausa estiva.
Come annunciato ieri mattina a Ottana dall’assessore Virginia Mura, sono state approvate due delibere per i lavoratori dell’area di crisi. La prima, per i 130 ex lavoratori del Polo industriale non sostenuti dagli ammortizzatori sociali ordinari e in deroga, e che si trovino in una situazione di ridotta occupazione successiva al licenziamento, è finanziata con la legge regionale 25 approvata a fine luglio dal Consiglio e stanzia 2 milioni e 315mila euro. Prevede che i 130 possano usufruire di una delle seguenti misure: un contributo economico una tantum a compensazione della ridotta rioccupazione successiva al licenziamento, la partecipazione ad interventi di politica attiva del lavoro, l’impiego nei cantieri comunali. La seconda delibera riguarda invece i lavoratori dell’intera area vasta, stanzia 2 milioni per tre tipi di misure: bonus occupazionali e incentivi assunzionali (per soggetti con alto livello di occupabilità e over 55); assegni formativi (formazione rivolta a soggetti con basso livello di occupabilità, tirocini per soggetti con basso livello di occupabilità ma con competenze facilmente spendibili in azienda, percorsi formativi per l’autoimprenditorialità); servizi per l’avvio d’impresa. La suddivisione delle risorse e i dettagli degli interventi sono stati perfezionati con il contributo del territorio raccolto durante l’incontro di questa mattina.
Su proposta dell’assessore Pier Luigi Caria, la Giunta ha concesso il nulla osta all’esecutività della determinazione del direttore generale dell’Agenzia Agris Sardegna, Roberto Zurru, con la quale è stato approvato il bilancio di previsione per gli anni 2018-2020 dell’Agenzia.

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Per la prima volta nella storia del comparto ovicaprino sardo si hanno a disposizione i dati sulle produzioni del latte dell’intero settore: 331milioni 907mila 381 litri per l’annualità 2015-16 e 317milioni 464mila 776 litri per quella del 2016-17. Il report è stato illustrato oggi durante una conferenza stampa a cui hanno partecipato l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, i direttori generali dell’Assessorato e dell’Agenzia Agris Sardegna, Sebastiano Piredda e Roberto Zurru, e il presidente dell’Organismo interprofessionale latte ovino sardo (Oilos), Salvatore Pala.
Il singolare risultato è frutto del provvedimento messo in campo lo scorso autunno dalla Regione che, con uno stanziamento di 13euro a capo ovicaprino per un totale di 45milioni di euro, è intervenuta per aiutare le aziende colpite dal calo del prezzo del latte e dalla siccità con danni ingenti alle foraggere in primavera ed estate. Nella presentazione della domanda per il finanziamento dei 13euro infatti era stato chiesto ai pastori di inviare le fatture sulle produzioni del latte, rilasciate dai trasformatori, per le stagioni 2015-2016 e 2016-2017, così da conoscere le produzioni reali. Obiettivo della raccolta dati è quello di renderli pubblici per i diversi portatori di interesse da un lato e di consegnarli quindi all’Organizzazione interprofessionale latte ovino sardo (Oilos) così da attivare tutte le procedure per governare il mercato del settore ragionando sulle diverse trasformazioni casearie. Per completare al meglio l’analisi produttiva, i pastori che trasformavano il proprio latte in formaggi per la vendita diretta dovevano presentare le fatture, in caso di autoconsumo (cifre comunque assai risicate) era necessario inviare una autocertificazione che tenesse conto del numero dei capi presenti in azienda.
Sono pervenute all’Agenzia Agris Sardegna, incaricata di raccogliere e rielaborare i dati delle fatture di pagamento del latte, 10mila 608 domande (8.743 da aziende ovine e 1.865 da caprine, dove il 13% del totale delle aziende consiste in allevamento misto), su circa 12mila 267 imprese del comparto registrate nell’Isola. Per l’annata 2015-2016 è stata dichiarata una produzione di 297milioni 33mila e 730 litri di latte (279milioni 850mila 647 litri da ovini e 17milioni 183mila 83 litri da caprini). Per la stagione 2016-2017 è stata invece dichiarata una produzione leggermente più bassa con 284milioni 108mila 616 litri. Le ripartizioni che riguardano il numero dei capi interessati dalle domande sono basate sull’annualità 2015-2016, con l’ultimo aggiornamento disponibile nella Banca dati nazionale (Bdn) delle anagrafi zootecniche. Le dichiarazioni hanno quindi riguardato 2milioni 747mila 236 capi di cui 2milioni 548mila 808 pecore e 198mila 428 capre. La consistenza media del gregge si è attestata su 259 unità che diventano 292 per le realtà ovine e 106 per quelle caprine. La produttività media a capo presente in azienda, che tiene conto anche degli animali improduttivi come rimonte o montoni, è stata di 108 litri nel 2015-2016 e 103 litri nel 2016-2017. Nello specifico si ha una media di 110 litri per le pecore e di 87 per le capre. Se invece si tiene conto dei soli capi stimati in lattazione si hanno 169 litri a capo nel 2015-2016 e 162 nel 2016-2017, con 172 litri per pecora e 135 per capra.
Nella prima annualità sono 465 le aziende che hanno dichiarato di trasformare il latte in proprio con circa 10milioni 328mila 574 litri (3,48%), mentre salgono a 618 nella seconda stagione con 9milioni 973mila 731 litri (3,51%). Sempre con riferimento alla stagione 2015-16 per il settore ovino sono trasformati in proprio 9milioni 236mila 298 litri e per quello caprino 1milione 92mila 276 litri.
Sono state 1.659 (circa il 14% delle totale registrato in Sardegna) le aziende che non hanno presentato la domanda sui 13euro: 1407 ovine e 252 caprine. Alla luce dei dati disponibili, l’Agenzia Agris ha elaborato una stima sui litri di latte prodotti dalle imprese che non hanno comunicato le fatture: nel 2015-16 dovrebbero essere 34milioni 873mila 651, mentre scendono a 33milioni 356mila 161litri nell’annata 2016-17. La prima stagione è così stimata: 32milioni 856mila 248 per gli ovini e 2milioni 17mila 403 per i caprini.
Attraverso la Bdn si è risaliti alla consistenza totale dei capi che con l’ultimo aggiornamento della stagione 2015-16 determina una consistenza di bestiame ovicaprino di 3milioni 73mila e 486 capi. Di questi, 2milioni 851mila e 517 sono pecore e 221mila 969 sono capre. Gli animali sono allevati in 12mila 267 aziende di cui 10mila 150 (83%) sono ovine e 2mila 117 sono caprine (17%). È bene ricordare che circa il 13% del totale delle aziende allevano sia pecore e sia capre.
Le produzioni totali, frutto della somma dei dati reali e delle stime elaborate su di essi (stime che riguardano circa il 14% delle aziende), dicono che in Sardegna si sono prodotti 331milioni 907mila 381litri di latte nel 2015-16 e 317milioni 464mila 776 litri nel 2016-17. Sempre in base alla ripartizione della prima stagione, il 94% del latte è ovino (312milioni 706mila 895 litri) e il 6% è caprino (19milioni 200mila 486 litri).
«Ora che abbiamo i numeri si può finalmente ragionare su una programmazione seria e puntuale della produzione del latte che per decenni ha subito speculazioni e chiacchiericci dove a pagarne sempre le conseguenze sono stati i pastori con saliscendi del prezzo del latte intollerabili». Lo ha detto l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, che ha aggiunto: «Il risultato storico raggiunto ci obbliga adesso a continuare lungo questa strada: dobbiamo fare in modo che i dati siano aggiornati anno dopo anno. Dobbiamo costruire con i portatori di interesse e in collaborazione con le istituzioni nazionali degli strumenti normativi che ci permettano di raccogliere periodicamente gli andamenti della produzione del latte. Con i numeri in mano – ha concluso l’assessore – possiamo finalmente costruire le migliori condizioni che diano stabilità a un comparto così importante per le economie e la storia della nostra terra». 
«Una maggiore conoscenza delle caratteristiche produttive del comparto – ha spiegato il direttore generale di Agris Sardegna, Roberto Zurru – permetterà una programmazione delle attività di ricerca ancor più finalizzata alle esigenze specifiche delle nostre aziende. Come Agenzia – ha concluso – utilizzeremo al meglio questi risultati per affiancarli quotidianamente alle attività di ottimazione delle produzioni che da anni portano avanti i nostri tecnici.» 
«Ritengo che i dati presentati oggi siano verosimili». Così il presidente dell’Organismo interprofessionale latte ovino sardo, Salvatore Pala, che aggiunto: «È chiaro che tali dati dovranno essere ancora affinati, ma questa è la base essenziale affinché Oilos inizi a lavorare e a concretizzare tutto quello che il nostro mondo si aspetta: una seria programmazione, provando a gestire le fasce di mercato per capirle e individuare così come trasformare il latte». 

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La costituzione di un organismo regionale pagatore, che come Pds abbiamo sollecitato fin dal 2014, è di importanza strategica per l’agricoltura sarda ma i ritardi accumulati dalla Giunta rischiano di farci mancare l’obiettivo”.

Lo ha dichiarato il consigliere del Pds Pier Mario Manca, presentando una mozione del gruppo in cui, fra l’altro, vengono ricostruiti i vari passaggi politici e amministrativi che avrebbero dovuto portare al nuovo organismo già dal 2017.

Abbiamo appreso dall’assessore dell’Agricoltura Pier Luigi Caria – ha lamentato Pier Mario Manca – che la documentazione è stata inviata al Ministero ma il problema è proprio questo: abbiamo perso un anno e ci restano solo 2 mesi, da qui ad ottobre, per recuperare il tempo perduto a dare risposte finalmente efficienti agli agricoltori sardi”.”In termini reali – ha concluso – si tratta di lavorare in Sardegna, attraverso Argea, circa 20.000 pratiche e metterle in pagamento entro 30 giorni, anziché aspettare 6 mesi o 1 anno come purtroppo accade attualmente”.

“In termini reali – ha concluso – si tratta di lavorare in Sardegna, attraverso Argea, circa 20.000 pratiche e metterle in pagamento entro 30 giorni, anziché aspettare 6 mesi o 1 anno come purtroppo accade attualmente”.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha affermato che “la vicenda dell’organismo regionale pagatore è stata seguita con grande lassismo politico ed istituzionale, nonostante riguardi i fondi Ue che costituiscono il 90% delle risorse destinate all’agricoltura sarda, ora bisogna fare uno sforzo enorme per raggiungere il risultato e siamo molto preoccupati perché, dopo tanto lavoro, potrebbe sfuggirci di mano”.

Secondo il consigliere Augusto Cherchi “la situazione è per molti versi imbarazzante e non dissimile da quanto accaduto in altri settori a cominciare dalla sanità, con il Consiglio che approva leggi ed altri organi dell’amministrazione regionale che si occupano dell’applicazione”.

Stiamo parlando in questo caso di cose semplici – ha osservato il consigliere Roberto Desini -, quello di costituire l’organismo regionale pagatore era un obiettivo che il presidente Francesco Pigliaru aveva assegnato all’assessore dell’Agricoltura fin dall’anno scorso: se poi dopo tutto questo tempo non è successo niente e i tempi si sono dilatati vuol dire che è successo qualcosa e che, magari, i responsabili devono trarne le dovute conseguenze”.

Per quanto ci riguarda – ha concluso – continueremo ad occuparci delle cose reali che interessano i sardi e le nostre realtà produttive in grande sofferenza come l’agricoltura”.

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Assessorato Agricoltura
Si completa oggi il fascicolo per la presentazione formale dell’istanza di riconoscimento dell’Organismo pagatore regionale (Opr) della Sardegna. L’ultimo atto sarà, infatti, la sottoscrizione del protocollo d’intesa tra il settore Coordinamento dell’Agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura (Agea) e l’Agenzia Argea Sardegna sull’utilizzo del Sistema informativo agricolo nazionale. Il prossimo mercoledì 8 agosto il report sarà formalmente presentato al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf), organismo deputato al rilascio del riconoscimento, che attraverso una struttura indipendente effettuerà un’audizione prevista dalla nuova normativa comunitaria in materia. La stessa norma, applicata per la prima volta in Italia, impone vincoli rigorosi per il riconoscimento di organismi pagatori autonomi in virtù dell’esigenza di tutelare gli interessi finanziari dell’Unione europea.

«Con il passaggio di domani si completa la prima impegnativa fase di costruzione dell’Organismo pagatore sardo che ha preso avvio nel febbraio del 2017 con l’approvazione da parte della Giunta Pigliaru del progetto presentato da Argea e del nuovo Statuto divenuto esecutivo nel successivo mese di marzo dopo il parere favorevole espresso dalla Commissione Attività produttive del Consiglio regionale – ha detto l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria -. A dicembre 2017 la Giunta aveva quindi individuato le risorse finanziarie per consentire l’avvio della realizzazione del nuovo Sistema informativo dell’Organismo pagatore e per procedere alla definizione delle convenzioni con i CAA (Centri di assistenza agricola) e con altri soggetti delegati. Dal primo luglio di quest’anno – ha concluso Pier Luigi Caria – Argea ha adottato la nuova struttura organizzativa capace di assicurare il rispetto delle disposizioni europee che prevedono una rigorosa segregazione delle funzioni di autorizzazione, esecuzione e contabilizzazione del pagamento degli aiuti per i fondi FEASR e FEAGA.».
Il fascicolo che verrà inoltrato al ministero delle Politiche agricole l’8 agosto si compone di decine di atti approvati dall’Esecutivo e dalla direzione generale di Argea, di numerosi manuali sulla regolamentazione dell’attività gestionale di competenza dell’Opr, sul trattamento dei dati personali e sull’assenza di conflitti d’interessi. Il fascicolo è anche frutto di una corretta collaborazione tra uffici regionali e nazionali, in particolare Agea Coordinamento, e con la competente direzione generale del Mipaaf che avrà il compito di valutare l’istanza presentata da Argea e di rilasciare l’atteso riconoscimento. È prevista, intanto, per il prossimo settembre la visita nelle sedi di Argea della struttura indipendente di valutazione individuata dal ministero. L’appuntamento sarà una tappa fondamentale nell’iter istruttorio del fascicolo regionale, poiché l’esito dell’audit sarà determinante per la definizione dell’atto di riconoscimento da parte del Mipaaf.

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agricoltura

L’Agenzia regionale Laore Sardegna ha pubblicato la graduatoria provvisoria sul secondo bando “Terra ai giovani”. Con il progetto, la Regione ha messo a disposizione di agricoltori e allevatori sardi under 41 anni circa 650ettari di proprietà incolte o non utilizzate dall’amministrazione: 15 diversi lotti, localizzati in 13 Comuni saranno concessi in affitto agevolato per 15 anni, eventualmente rinnovabili una sola volta. I territori interessati dal bando si trovano ad Alghero, Arborea, Arbus, Gonnosfanadiga, Luras, Marrubiu, Palmas Arborea, San Basilio, San Vito, Serramanna, Siliqua e Villasor. Fra le proprietà messe a bando anche due ex siti militari, a Siliqua e Villasor. Lo scorso 5 aprile, data di scadenza per la presentazione delle domande, erano pervenute negli uffici di Laore ben 240 richieste, il doppio rispetto alla prima edizione del 2016 quando le domande furono 128. Le eventuali osservazioni sulla graduatoria dovranno essere presentate entro il prossimo 10 settembre 2018. Al seguente link si possono consultare tutti i materiali relativi al bando: goo.gl/TgGc1G
«Se tutto dovesse procedere come da calendario – ha spiegato l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria – entro la prima metà di ottobre si potrebbero già firmare i contratti con i nuovi assegnatari e fare quindi un bilancio sulle attività messe in campo dai vincitori del primo bando. Chiusa questa fase, ci metteremo subito al lavoro per lanciare, all’inizio del prossimo anno, un terzo bando su un progetto tanto ben riuscito e accolto dal mondo delle campagne.»

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La commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale conferma il suo sostegno ai lavoratori Aras e Apa impegnati in una dura vertenza in difesa del loro posto di lavoro. Nella tarda serata di ieri ha incontrato i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Confederdia che hanno illustrato i contenuti dell’incontro avuto in mattinata con gli assessori all’Agricoltura e al Personale Pier Luigi Caria e Filippo Spanu. I sindacati hanno espresso soddisfazione per il percorso avviato dalla Regione con il Ministero per ottenere l’applicazione della legge 3 del 2009 che prevede l’assorbimento del personale Ara all’interno dell’Agenzia Laore. «Auspichiamo una risposta in tempi brevi da parte del Governo – hanno detto Raffaele Lecca (Cgil), Bruno Olivieri, Gaia Garau (Uil) e Osvaldo Ibba (Confederdia) – la situazione di incertezza sta mettendo a dura prova i lavoratori e, a lungo andare, potrebbe mettere a rischio la qualità dei servizi erogati». Dopo la decisione dei vertici di Aras di mettere in liquidazione la società, nonostante il parere contrario della Regione, i lavoratori lamentano il mancato pagamento di due stipendi e della quattordicesima. «Nonostante questo i dipendenti Aras continuano a svolgere il proprio lavoro pagando di tasca le spese per gli spostamenti nelle aziende zootecniche – hanno sottolineato i sindacati – questa situazione non è più sopportabile». I sindacati chiedono l’applicazione della legge 3 a tutto il personale Aras, compresi i lavoratori a tempo indeterminato che hanno maturato tre anni di anzianità, e garanzie sulla prosecuzione delle attività finora svolte a favore di oltre 10mila azienda agropastorali.

«Siamo alla ricerca della migliore soluzione possibile per tutti i lavoratori – ha detto il presidente della Commissione Luigi Lotto – la Commissione lavora fianco a fianco con la Giunta perché il percorso previsto dalla legge n.3/2009 si concluda nel più breve tempo possibile. Oggi è necessario assicurare ai lavoratori il pagamento delle spettanze arretrate ma ancora più importante è lavorare perché gli stipendi vengano pagati anche in futuro e per garantire alle aziende sarde un servizio essenziale.»

Critiche all’operato della Giunta e dell’Agenzia Laore sono state invece espresse dai consiglieri Antonello Peru (Fi), Gianni Lampis (FdI) e Marco Tedde (Fi): «Ci sono forti ritardi – hanno detto gli esponenti della minoranza – la responsabilità è tutta della Giunta che non ha dato seguito all’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale lo scorso mese di marzo. Quel documento dava 45 giorni di tempo all’esecutivo per predisporre un disegno di legge ad hoc. Sulla mancata applicazione della legge del 2009 non si può negare il ruolo decisivo giocato dall’Agenzia Laore». Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha invece sollecitato una soluzione rapida come quella trovata per i precari dell’Ats: «I soggetti in campo sono gli stessi (Regione, sindacati e Ministero) – ha affermato Luigi Crisponi – non si capisce perché in un caso si procede alle stabilizzazioni e nell’altro si frappongono tutti questi ostacoli».

Dubbi sul percorso individuato dalla Regione sono stati manifestati anche dal consigliere di maggioranza Antonio Gaia (Upc): «Sull’applicazione della legge del 2009 non possono esserci tempi certi – ha detto Antonio Gaia – il rischio è trovarsi tra qualche mese a discutere delle stesse cose. Ci sono altri strumenti tecnico-legislativi per risolvere la questione».

Un plauso all’azione della Giunta è stato invece rivolto da Fabrizio Anedda («La Regione è parte lesa») ed Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp): «Non esistono altre soluzioni all’applicazione della legge n. 3 – ha sottolineato Eugenio Lai – bene ha fatto la Giunta a seguire questo percorso affiancata dall’Agenzia Laore che da tempo è impegnata per dare una prospettiva di lavoro ai dipendenti Aras».

Il presidente Luigi Lotto, a conclusione dei lavori, ha invitato i lavoratori a fare fronte comune con la Regione: «Non siamo noi la controparte. Siamo in attesa di una risposta del Governo. Per il momento non c’è una soluzione alternativa all’applicazione della legge n.3, se arriverà una risposta negativa dal Governo penseremo a una soluzione diversa. Intanto occorre spingere per la nomina di un commissario ad acta che superi gli ostacoli rappresentati dalla procedura di liquidazione e garantisca la prosecuzione dei servizi assicurati da Aras e dia una prospettiva futura ai lavoratori».

 

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Indennizzi per circa 160 aziende agricole che avevano subito danni durante le alluvioni del 18 e 19 novembre 2013 ed erano rimaste finora escluse. Lo prevede una delibera approvata oggi dalla giunta regionale su proposta dell’assessore dell’Agricoltura Pier Luigi Caria. “In questo modo – spiega Pier Luigi Caria – riusciamo finalmente a garantire l’accesso agli aiuti alla totalità delle aziende che avevano diritto al ristoro dei danni subiti ma non avevano ricevuto soldi per ragioni non riconducibili in alcun modo alla loro volontà o condotta”.

Alla data del 19 novembre 2017, scadenza dell’intervallo temporale di quattro anni dall’evento entro i quali vanno erogati gli aiuti, infatti, le imprese beneficiarie erano state 290, per un importo complessivo di poco inferiore ai 2 milioni di euro. “Rimaneva escluso – dice l’assessore dell’Agricoltura – un congruo numero di aziende che ricadevano nei territori colpiti, avevano subito danni e possedeva tutti i requisiti per l’accesso ai risarcimenti”.

Per sanare questa situazione, la delibera prevede che anche alle imprese siano riconosciuti i benefici previsti dal fondo speciale per la compensazione della riduzione del reddito aziendale derivante dalla perdita delle produzioni, istituito dal comma 11 dell’articolo 5 della legge finanziaria 2014, con le modifiche apportate da due successive delibere dell’esecutivo del novembre 2014 e agosto 2015. Gli aiuti saranno pertanto erogati in regime de minimis, secondo quanto stabilito dai regolamenti europei sugli aiuti alle imprese agricole operanti nella produzione primaria e nel settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.

“La copertura finanziaria – conclude Pier Luigi Caria – è garantita dalle risorse residue del fondo speciale, già nelle disponibilità dell’agenzia regionale ARGEA. Pertanto contiamo di andare a pagamento in tempi brevissimi e di dare subito risposte concrete agli imprenditori agricoli che, oltre ai danni dell’alluvione, hanno dovuto subire l’attesa dei mancati pagamenti”.

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Venerdì 3 agosto la rabbia degli agricoltori ed allevatori sardi si concentrerà a Tramatza, dove la CIA regionale Sardegna ha convocato gli stati generali delle campagne per discutere dei gravi problemi che affliggono il comparto base dell’economia isolana. L’appuntamento è per le ore 10.00, alla sala Convegni sulla strada statale 131, dove imprenditori, associazioni di categoria e rappresentanti delle istituzioni saranno chiamati a discutere i sulle vertenze sempre aperte del settore e proporre soluzioni alla crisi economica e strutturale diventata ormai cronica.

Al confronto sono stati invitati l’assessore regionale dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, il direttore generale Argea, Gianni Ibba, il presidente della commissione Attività produttive della Regione Sardegna, Luigi Lotto, e il presidente del Consorzio del Pecorino romano, Salvatore Palitta. Ha annunziato la sua partecipazione anche il presidente nazionale della Confederazione Italiana Agricoltori, Dino Scanavino, a sottolineare la valenza dell’iniziativa e per supportare a livello nazionale le proposte che scaturiranno dal confronto.

Gli argomenti che la Cia riverserà sul tavolo, chiedendo con forza alla politica e alle Istituzioni risposte e progetti, saranno tanti: crisi di mercato dei prodotti; ritardo nelle procedure di indennizzo per calamità naturali e danni da fauna selvatica; ritardi nei pagamenti del PSR.

La riunione sarà anche l’occasione per informare e discutere delle prospettive della PAC 2021/2027 e per mettere in capo azioni utili a invertire la tendenza in atto dalle prime proposte della Commissione dell’UE, che vedrà altrimenti penalizzata l’agricoltura italiana e sarda.

«La CIA Nord Sardegna parteciperà compatta con le delegazioni degli allevatori e agricoltori provenienti dalla Gallura, dal Monte Acuto-Goceano, dal Meilogu e dalla Nurra di Sassari ed Alghero – dichiara il presidente provinciale, Michele Orecchioni -. In assenza di risposte convincenti da parte delle istituzioni e della politica, anche a livello provinciale, con il coinvolgimento degli amministratori locali, daremo il via alla mobilitazione della categoria tesa a rilanciare l’attenzione sui temi dello sviluppo e delle prospettive del comparto agricolo.»

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Gli stati maggiori della filiera lattiero-casearia ovina sarda si sono incontrati oggi in Regione in occasione del Tavolo del latte convocato dell’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, per fare il punto sullo stato di salute del comparto, con la chiusura dell’ultima campagna ormai in vista e alle porte della prossima stagione 2018-2019.
Tutti intorno a un tavolo per ragionare innanzitutto su produzioni del latte e trasformazione dei formaggi, tenendo sempre ben a mente i margini di tenuta o di crescita dei mercati nell’ottica di garantire un prezzo del latte dignitoso per i pastori. Ai lavori hanno partecipato, oltre a Pier Luigi Caria, i direttori generali dell’Assessorato e delle Agenzie Agris, Argea e Laore, i rappresentanti delle associazioni di categoria agricola, del mondo della cooperazione, quindi Abi e ConFidi. E poi l’Oilos, le organizzazioni dei produttori dei pastori, la trasformazione privata e cooperativistica, i Consorzi di tutela di Pecorino romano, Fiore sardo e Pecorino sardo, e altri portatori di interesse.
Il direttore generale di Agris Sardegna, Roberto Zurru, ha illustrato alcuni dati, ancora in elaborazione e che saranno presentati nei prossimi giorni, sulle produzioni del latte ovino in Sardegna nelle ultime stagioni. Pier Luigi Caria ha quindi invitato tutti i presenti a «misurare le dichiarazioni e i commenti sugli andamenti produttivi di latte e formaggi, poiché spesso capita che certe notizie, date anche in buona fede, possono causare danni al precario equilibrio della filiera».
«Con ragionamenti oculati e con una programmazione delle produzioni casearie attenta – ha concluso l’assessore – si possono affrontare i prossimi mesi con maggior forza e stabilità.»
Durante il lungo faccia a faccia si è parlato di Pegno rotativo e diversificazione delle produzioni, di programmi per l’internazionalizzazione delle vendite dei formaggi e di nuove collaborazioni con il neo ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio.
La Sardegna, con circa 3milioni di pecore allevate sull’Isola, produce ben oltre la metà del latte ovino d’Italia. Questa materia prima viene trasformata per circa il 60% nelle tre DOP casearie sarde, mentre la parte rimanente, se lavorata e non rivenduta come latte grezzo fuori regione, è utilizzata per altri tipi di formaggi.