Dopo la dichiarazione dello stato di agitazione dei dipendenti della provincia Sud Sardegna, i segretari sindacali territoriali hanno inviato una lettera aperta al governatore Francesco Pigliaru.
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Le organizzazioni sindacali territoriali, tre giorni fa, su richiesta dei dipendenti della provincia Sud Sardegna, hanno dichiarato lo stato di agitazione, dopo l’approvazione del bilancio di previsione 2018/2020, avvenuta dopo che il collegio dei revisori ha espresso parere negativo sia al progetto di bilancio di previsione 2018/2020, sia al DUP 2018/2020 («ritenendo non licenziabile il documento senza tenere conto delle spese relative al contributo dovuto alla finanza pubblica nella sua interezza e che tale questione influenza e condiziona in modo determinante gli equilibri del bilancio, tale da essere considerata assorbente anche rispetto alle verifiche di attendibilità coerenza e congruità delle altre poste di bilancio»), ed oggi, fortemente preoccupati per gli sviluppi che la questione assume per la gestione dell’Ente, hanno scritto una lettera aperta al governatore Francesco Pigliaru, che riportiamo testualmente.
«Egregio Presidente, è di pochi giorni or sono la Sua presa di posizione particolarmente positiva sullo stato di attuazione della legge n. 2 del 2016 con la quale venne ridisegnato l’assetto istituzionale degli enti intermedi della regione Sardegna. Non vogliamo entrare in una polemica politica che non ci appassiona, ma certamente non possiamo tacere di una situazione drammatica che coinvolge principalmente la neo-istituita Provincia del Sud Sardegna. A poco meno di due anni dal riassetto degli Enti locali e dalla nascita della Provincia del Sud Sardegna, assistiamo impotenti, come organizzazioni sindacali e come dipendenti, alla triste cronaca di una morte annunciata del nostro ente. Un ente privato delle risorse e del personale necessario, scippato delle prerogative elettive e governato, negli ultimi sei anni, da amministratori straordinari non investiti da un mandato popolare quanto piuttosto espressione della politica regionale. La Regione Sardegna, infatti, non ha mai consentito alle province di eleggere – uniche nel panorama nazionale – gli organi rappresentativi, preferendo la nomina di Amministratori Straordinari che, nel nostro territorio, non hanno attuato alcun progetto funzionale alla riorganizzazione dell’Ente, destinandolo ad una lenta asfissia finanziaria che ne decreterà il prossimo dissesto. Constatiamo che la politica regionale che ha partorito l’enorme Provincia del Sud Sardegna, frutto di una operazione di “fusione fredda”, non è riuscita a governare il cambiamento. Fin dall’origine infatti, questo nuovo soggetto istituzionale è stato abbandonato a se stesso, privo dei finanziamenti necessari per il suo funzionamento e totalmente disarmato dinnanzi ad una miope politica nazionale che impone un insostenibile prelievo forzoso. Senza risorse la Provincia non è più in grado di assicurare interventi sulle strade provinciali, ridotte a dei percorsi ad ostacoli tra le buche oramai troppo spesso trasformate in trappole mortali per gli automobilisti, né garantire la manutenzione nelle scuole, molte delle quali fatiscenti e insicure. In tale situazione appare inoltre precluso ogni serio intervento in materia ambientale, con conseguente aggravamento del rischio di dissesto idrogeologico, come confermano le gravi e luttuose situazioni verificatesi negli ultimi mesi. Pertanto questo Ente, privo delle risorse necessarie, si trova nell’impossibilità di assicurare i livelli minimi dei servizi primari per i cittadini e le imprese.
La Regione Sardegna negli ultimi cinque anni, non ha garantito, alle Province le risorse finanziarie ed il personale necessari al loro fabbisogno. La stessa nomina degli Amministratori Straordinari, succedutisi negli ultimi anni, non ha consentito un rapporto dialettico e paritetico tra Amministratori Provinciali e R.A.S. L’eliminazione della retribuzione degli organi eletti, è stata bypassata dalla RAS riconoscendo emolumenti agli amministratori di propria nomina che comportano costi simili a quelli sostenuti per le indennità di carica delle giunte abolite dalla legge del Rio. Grave l’annuncio effettuato in una conferenza stampa convocata dall’amministratore straordinario della Provincia ing. Mossa che nel bilancio 2018 sarebbero stati disponibili i 15 milioni di euro trasferiti recentemente con delibera approvata dalla città metropolitana di Cagliari. In realtà tali risorse erano già state iscritte nel bilancio 2017 per coprire parte del prelievo della finanza pubblica e rendicontate nel bilancio consuntivo 2017, pertanto tali somme non risultano utilizzabili e iscrivibili a bilancio per l’annualità 2018. Al fine di approvare il bilancio di previsione 2018/2020 in “pareggio” l’Amministratore in carica ha deciso di iscrivere lo stanziamento relativo al contributo alla finanza pubblica, non nell’intera misura prevista dal legislatore nazionale, ma nell’importo ridotto in misura sufficiente a garantirne il pareggio. Tutto ciò in spregio alla deliberazione n. 2/SEZAUT/2018/QMIG della Sezione delle Autonomie della Corte dei Conti Regione Sardegna, la quale ha espressamente negato la possibilità di iscrivere in bilancio solo una parte delle somme dovute a titolo di contributo alla finanza pubblica richiesta dallo Stato. Le ripercussioni dell’approvazione di questo Bilancio di previsione 2018, nonostante il parere negativo del Collegio dei Revisori contabili, che presenta con irregolarità contabili dichiarate ed omissioni volontarie, ricadranno sui cittadini, sugli studenti, sulle imprese e, più in generale, sugli utenti finali dei servizi erogati dalla Provincia. Un fallimento annunciato per incapacità della Politica! Presidente, ci preoccupa il silenzio assordante della Regione Sardegna. Ci chiediamo se tale silenzio sia frutto di una non conoscenza della situazione attuale o peggio, costituisca acquiescenza all’operato dei “Suoi” amministratori.»
Le segreterie territoriali
FP CGIL Giovanni Zedde
CISL FP Claudio Nuscis Pier Luigi Mereu
UIL FPL Efisio Aresti
CSA RAL Giovanni Piras