22 November, 2024
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Tremila persone hanno riempito ieri sera Piazza IV Novembre, a San Giovanni Suergiu, per il concerto dei Tazenda, il gruppo musicale più amato dai sardi, con Gigi Camedda, Gino Marielli e Nicola Nite. Un bagno di folla, nonostante le elevate temperature serali, che ha seguito con passione ed entusiasmo le oltre due ore di concerto. Un repertorio misto tra i brani del nuovo album Antistatis e le canzoni che li hanno resi celebri a partire dallo straordinario successo al festival di Sanremo, con l’indimenticabile Andrea Parodi, in coppia con l’altrettanto indimenticabile Pierangelo Bertoli.

Alcune generazioni in piazza, grandi e piccini galvanizzati da uno spettacolo musicale colorato, intenso, coinvolgente e partecipato. Un evento musicale atteso da tempo.

«Abbiamo fatto un grande lavoro di squadra affinché la nostra comunità potesse rivivere la gioia di un concerto dopo oltre due anni di pandemia, di chiusure e di criticità sanitarie ha commentato la sindaca di San Giovanni Suergiu, Elvira Usai -. E tutti meritavano per le tante difficoltà che stiamo vivendo, di trascorrere una serata all’insegna della musica e della spensieratezza.»
E’ stata una straordinaria occasione – centrata – per animare il paese ed il territorio e, soprattutto, per risvegliare l’economia delle attività commerciali. Ed il pubblico non ha deluso le attese!

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Manca poco alla nuova edizione del “Premio dei Premi”, il contest che riunisce i vincitori dei concorsi italiani di canzone d’autore intitolati ad artisti scomparsi. L’appuntamento è per sabato 5 ottobre, dalle ore 20.00, al Teatro Masini di Faenza, come sempre all’interno del Mei (in programma quest’anno dal 4 al 6 ottobre).

Ospiti della serata saranno artisti di altissimo livello, come Riccardo Sinigallia (premiato per il suo “Ciao cuore” come miglior disco del 2018 dal “Forum del Giornalismo musicale”), Giovanni Truppi (premio PIMI 2019), Ginevra di Marco & Cristina Donà (che riceveranno un premio speciale del Mei per il loro progetto insieme disco/tour).

La serata sarà anche una occasione unica per vedere, tutti insieme, molti dei migliori cantautori emergenti del nostro Paese, in quella che è stato definita la “Champions League” della nuova canzone d’autore.

In lizza ci saranno: Apice (per il Premio De André), Valentina Balistreri (per il Premio Lauzi), Chiara Effe (per il Premio Mario Panseri), gli Estro (per il Premio Pigro – Ivan Graziani), i Folk n’ Roll (per il Premio Manente), i Frigo (per il Premio Ciampi), Francesca Incudine (per il Premio Bianca D’Aponte), Giacomo Rossetti (per il Premio Pierangelo Bertoli), Micaela Tempesta (per il Premio Bindi).

Ognuno dei partecipanti proporrà, come sempre, un brano proprio ed una cover di un protagonista della musica italiana, in una sorta di passaggio di testimone. Quest’anno ci saranno brani di Bertoli, Bindi, Ciampi, Dalla, Daniele, De André, Graziani, Lauzi, Modugno.

In sala ci sarà una nutrita e prestigiosa giuria di giornalisti e addetti ai lavori che decreterà il vincitore. A lui andrà una Targa e alcuni bonus: un premio in denaro di 500 euro offerto da Ilivemusic, uno speciale su JamTV e una corposa intervista per il bimestrale “Vinile”. Ed in più la possibilità di partecipare come ospite a “EdicolAcustica” di Grosseto. Saranno inoltre assegnate delle menzioni per testo, musica e interpretazione.

Le prime due edizioni dell’iniziativa, ideata e diretta da Enrico Deregibus e Giordano Sangiorgi, sono state vinte da Roberta Giallo (2017) e Daniela Pes (2018), mentre una prima sperimentale edizione nel 2008 aveva visto la vittoria di Ettore Giuradei. Roberta Giallo quest’anno sarà fra i presentatori della serata, come già lo scorso anno.

Durante la serata sarà assegnato un Premio speciale “Indie Music Like” a Margherita Zanin per il suo disco “Distanza in Stanza”. Consegnerà il premio Michele Monina a nome del Festival di Anatomia Femminile.

L’ingresso è libero con prenotazione. Per prenotare scrivere a segreteria@materialimusicali.itcon oggetto “Prenotazione Teatro Masini 5 ottobre Faenza” con nome, cognome e numero di cellulare.

La giuria che decreterà il vincitore è in via di formazione. Ad oggi sono confermati:

Antonio Albanese (Premio int. Lexenia Arte e Giustizia)

Maria Amato (Assoc. Indipendenti Australia)

Giuseppe Anastasi (cantautore e autore)

Salvatore Battaglia (Radio Zenith)

Giancarlo Bolther (Rock Impressions)

Francesco Bommartini (Doc magazine)

Luca Bulgarelli (fotografo)

Davide Catinari (Voxday)

Vincenzo Cimino (critico musicale)

Marcello Corvino (Corvino produzioni)

Roberto Costa (produttore Dalla, Carboni)

Luca D’Ambrosio (Musicletter)

Simone d’Andria (L’Olifante)

Angelo De Cave (Studio Rocca Romana)

Massimo Della Pelle (Rete dei festival)

Federico Durante (direttore Billboard)

Gabriele Finotti (Orzorock)

Cinzia Fiorato (Tg1)

Luca Fornari (ATCL)

Walter Giacovelli (Musplan)

Giovanna Gobbi (San Marino tv)

Paolo Gresta (Parallel Vision)

Bruno La Corte (promoter)

Alessandra Lanza (The vision)

Sara Lauricella (italianmusicnews)

Michele Lionello (Voci per la libertà)

Elisabetta Malantrucco (RadioRai)

Marco Mangiarotti (QN – ll Giorno)

Renato Marengo (Classic Rock)

Vincenzo Martorella (critico musicale)

Maya Erika (noteinvista)

Michele Monina (critico musicale)

Marco Mori (direttivo Audiocoop)

Mattia Pace (manager)

Vincenzo Rossi (Roccalling)

Marco Santoro (Dams Università di Bologna)

Rosetta Savelli (4live.it)

Tiziana Sconocchia (manager Phd)

Michele Scuffiotti (EdicolAcustica)

Tiberio Snaidero (Mescalina)

Francesco Spadafora (Radio Salentina)

Fiorella Tarantino (Indygesto)

Barbara Urizzi (Radio Capodistria)

Rossella Vetrano (Radio Leila).

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Ritorna il “Premio dei Premi”, il contest che riunisce i vincitori dei concorsi italiani di canzone d’autore intitolati ad artisti scomparsi.

La prossima edizione si terrà sabato 5 ottobre al Teatro Masini di Faenza, come sempre all’interno del Mei (in programma quest’anno dal 4 al 6 ottobre). Ognuno dei partecipanti proporrà, come sempre, un brano proprio ed una cover di un protagonista della musica italiana, in una sorta di passaggio di testimone.

La serata sarà una occasione unica per vedere, tutti insieme, i migliori cantautori emergenti del nostro Paese, in quella che è stato definita la “Champions League” della nuova canzone d’autore.

A fronteggiarsi saranno: Apice (per il Premio De André), Valentina Balistreri (per il Premio Lauzi), Chiara Effe (per il Premio Mario Panseri), gli Estro (per il Premio Pigro – Ivan Graziani), i Folk n’ Roll (per il Premio Manente), i Frigo (per il Premio Ciampi), Francesca Incudine (per il Premio Bianca D’Aponte), Giacomo Rossetti(per il Premio Pierangelo Bertoli), Micaela Tempesta (per il Premio Bindi).

Le prime due edizioni dell’iniziativa, ideata e diretta da Enrico Deregibus e Giordano Sangiorgi, sono state vinte da Roberta Giallo (2017) e Daniela Pes (2018), mentre una prima sperimentale edizione nel 2008 aveva visto la vittoria di Ettore Giuradei. Roberta Giallo quest’anno sarà fra i presentatori della serata, come già lo scorso anno.

In sala ci sarà una nutrita e prestigiosa giuria di giornalisti e addetti ai lavori che decreterà il vincitore. A lui andrà una Targa e alcuni bonus: un premio in denaro di 500 euro offerto da Ilivemusic, uno speciale su JamTV e una corposa intervista per il bimestrale Vinile. Ed in più la possibilità di partecipare come ospite a “EdicolAcustica di Grosseto. 

Saranno inoltre assegnate delle menzioni per testo, musica e interpretazione.

Ospiti della serata con dei live appositamente realizzati saranno artisti di altissimo livello, come Riccardo Sinigallia (premiato per il suo “Ciao cuore” come miglior disco del 2018 dal “Forum del Giornalismo musicale”), Giovanni Truppi (premio PIMI 2019), Ginevra di Marco & Cristina Donà (che riceveranno un premio speciale del Mei per il progetto insieme costituito da un disco e da un tour).

La serata sarà trasmessa da Radio Popolare con uno speciale con interviste ed esibizioni.

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È la sarda Daniela Pes la vincitrice del “Premio dei Premi” 2018, il contest che riunisce i vincitori dei concorsi italiani di canzone d’autore e world music intitolati ad artisti scomparsi.

L’evento si è tenuto sabato nell’ambito del Mei di Faenza ed ha visto un podio tutto al femminile. Infatti, dietro la vincitrice, che rappresentava il Premio Andrea Parodi di Cagliari, si sono piazzate, a pari merito, Federica Morrone (in lizza il Premio Bianca d’Aponte di Aversa) ed Agnese Valle (per il Premio Mario Panseri di Cairo Montenotte).

La serata è stata una occasione unica per vedere, tutti insieme, i migliori cantautori emergenti del nostro Paese, in quella che è stato definita la “Champions League” della nuova canzone d’autore.

Alla vincitrice numerosi bonus: un “immediate video” della propria canzone, realizzato da Marco Billeci, videomaker e giornalista di Gedi Digital, che sarà pubblicato su repubblica.it; uno speciale su JamTV e una corposa intervista per il bimestrale “Vinile”. Ma per Daniela Pes ci sarà anche la possibilità di partecipare come ospite a “EdicolAcustica” di Grosseto e al Festival Internazionale della Sardegna Città di Uta.

A Federica Morrone invece è andato il premio speciale dell’Officina della Musica e delle Parole di Milano, consistente nella possibilità di partecipare a un corso della stessa Officina del valore di euro 1500.

Nel Premio dei Premi, ideato e diretto da Enrico Deregibus e Giordano Sangiorgi, si sono fronteggiati anche Salvario in rappresentanza del Premio Pierangelo Bertoli, Lisbona per il Premio Bindi, i Yosh Whale per il Premio Buscaglione, La Quadrilla per il Premio Alberto Cesa/Folkest, Luchi per il Premio Ciampi, i Mislead per il Premio Augusto Daolio, Giulio Wilson per il Premio Bruno Lauzi e gli Helena per il Premio Manente.

Ognuno di loro ha eseguito un brano proprio ed una cover di un protagonista della musica italiana, in una sorta di passaggio di testimone. Ad esempio Daniela Pes ha proposto “Carne”, di un personaggio di rilievo della scena indipendente degli ultimi anni come Iosonouncane, mentre Federica Morrone ha cantato “Mi sono innamorato di te” di Luigi Tenco ed Agnese Valle “Un paese di gente bambina” di Mario Panseri. Ma si sono ascoltate anche canzoni di Niccolò Fabi, Fabrizio De André, CCCP, Francesco De Gregori, Piero Ciampi, Mina, Pierangelo Bertoli, Fred Buscaglione.

A presentare lo stesso Deregibus insieme alla cantautrice Roberta Giallo, che era stata la vincitrice della scorsa edizione e che si è anche esibita in chiusura di serata. A salire sul palco in veste di ospiti ci sono stati anche Mauro Ermanno Giovanardi (a cui è andato un premio speciale del Mei) e il duo composto da Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo che ha presentato un omaggio a Nick Drake. Ad inizio serata spazio anche per la giovane band Il generatore di tensione, presentata dalla Fondazione Lucio Dalla. Il “Premio dei Premi” era dedicato ai 40 anni del disco “Pigro” di Ivan Graziani, omaggiato dal cantautore triestino Cortellino.

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Torna al MEI 2018 sabato 29 settembre il Premio dei Premi, il contest che l’anno scorso ha riunito i vincitori dei più importanti concorsi italiani di canzone d’autore e world music intitolati ad artisti scomparsi.

Saranno presenti quest’anno sul palco del Teatro Masini di Faenza i vincitori di questi concorsi: Premio Pierangelo Bertoli, Premio Umberto Bindi, Premio Buscaglione, Premio Alberto Cesa, Premio Piero Ciampi, Premio Bianca d’Aponte, Premio Fabrizio De André, Premio Bruno Lauzi, Premio Andrea Parodi.

La scorsa edizione, ideata e diretta da Enrico Deregibus e Giordano Sangiorgi, ha visto prevalere la bolognese Roberta Giallo, con al secondo posto i siciliani Pupi di Surfaro e al terzo la siculo-belga Sighanda.

Anche quest’anno ogni artista eseguirà un brano proprio ed una cover di un nome storico della musica italiana, in una sorta di passaggio di testimone dai grandi protagonisti della nostra canzone ai giovani che ne stanno raccogliendo l’eredità. A decidere il vincitore sarà una nutrita giuria composta da importanti addetti ai lavori italiani e internazionali e da giornalisti aderenti al Forum del giornalismo musicale.

Nella serata si esibiranno poi vari ospiti, che saranno annunciati prossimamente.

Fra i partner dell’evento ci sarà l’Officina della Musica e delle Parole di Milano, che, grazie ai responsabili Alberto Salerno e Tino Silvestri, offrirà al vincitore una borsa di studio del valore di euro 1.500. Oltre a questo, il vincitore avrà diritto ad un pacchetto promozionale del circuito del Mei e a vari altri bonus che sono in via di definizione.

Resta aperta per chiunque, la possibilità di proporre premi e bonus.

 

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La crema dei nuovi cantautori italiani si ritroverà sabato 30 settembre al Mei di Faenza per “Il Premio dei Premi”, un contest che riunisce i vincitori dei più importanti concorsi italiani di canzone d’autore e world music intitolati a cantautori scomparsi. Ogni artista eseguirà un brano proprio ed una cover di un nome storico della musica italiana, da Pierangelo Bertoli a Fred Buscaglione, da Bruno Lauzi a Fausto Mesolella, da Lelio Luttazzi a Mia Martini, da Sergio Endrigo ad Andrea Parodi, sino a Luigi Tenco. Una sorta di passaggio di testimone dai grandi protagonisti della nostra canzone ai giovani che li stanno sostituendo.

L’appuntamento è alle 20 al Teatro Masini di Faenza. Saliranno sul palco: Mezzania per il Premio Bertoli, Roberta Giallo per il Premio Bindi, i Blindur per il Premio Buscaglione, Giulia Mei per il Premio Cesa, Sighanda per il Premio d’Aponte, i Tamuna per il Premio De André, Guido Maria Grillo per il Premio Lauzi, Carmen Ferrari per il Premio Luttazzi, Rusty per il Premio Mia Martini, i Pupi Di Surfaro per il Premio Andrea Parodi.

Il vincitore si aggiudicherà un premio in denaro più un pacchetto promozionale a cura dell’Altoparlante e uno spazio promozionale nei canali del Mei.

A decidere il vincitore sarà una nutrita giuria composta da addetti ai lavori come Alberto Salerno (Officina della musica e delle parole), Tino Silvestri (manager), Matteo Zanobini (Picicca), Michele Lionello (Voci per la libertà), Leopoldo Cavalli (Fonoprint), Daniela Esposito (Strategie di comunicazione), Giuseppe Marasco (Calabriasona), Massimo Roccaforte (Goodfellas). Con loro alcuni dei giornalisti aderenti al 2° Forum del giornalismo musicale, che si terrà il 30 settembre e 1° ottobre al Mei con incontri, corsi di aggiornamento, premiazioni e una assemblea finale. Si tratta di Roberta Balzotti, Tiziana Barillà, Giancarlo Bolther, Valentina Brunelli, Cinzia Canali, Giuseppe Catani, Piero Chianura, Luca D’Ambrosio, Elisabetta Malantrucco, Michele Manzotti, Claudia Marchetti, Vincenzo Martorella, Marco Messineo, Nello Pappalardo, Federico Savini, Alessandro Sgritta, Francesco Spadafora, Dejan Uberti, Barbara Urizzi, Rossella Vetrano.

Il Premio dei Premi è realizzato con la consulenza artistica di Enrico Deregibus.

Nella serata si esibiranno in veste di ospiti Daniele Isola, Braschi, Gianluca Secco e Leo Folgori, mentre Brunori Sas sarà premiato dal Mei con il Pimi 2017 come Artista indipendente dell’anno. Ingresso gratuito.

Il Mei, giunto alla 23ª edizione, si svolge dal 29 settembre al 1° ottobre a Faenza con un fitto programma, consultabile su www.meiweb.it .

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Inizia oggi, a Giba, il Festival “Boxis de Perda” , una tre giorni di concerti live in un piccolo paese del Sulcis.

Questa sera si alterneranno diversi gruppi con musica rap e rock. Spicca il nome del gruppo Golaseca ed il gruppo Menhir.

Organizzato dalla Pro Loco di Giba assieme all’Associazione Folkloristica Luciano Loi e al comune di Giba e sponsorizzato da aziende sarde come Cantina Mesa, E.JA SpA, Birra Ichnusa, Cantina Giba, il festival della durata di tre giorni è ricco di appuntamenti dalla mattina sino alla sera. 

«Si potrà assistere alla preparazione e degustazione del pane, partecipare a seminari sulle tradizioni alimentari, si terranno incontri letterari, e ci si potrà immergere nel passato grazie alla riscoperta di giochi antichi sardi; si potrà assistere a diversi spettacoli e concerti e si potrà dormire sotto un cielo stellato, in quanto vi è la possibilità di fare campeggio – spiega Roberto Cossu, voce e autore dei testi del gruppo Golaseca –Giba è un piccolo paese del Sulcis, un paese che si sta spopolando, ma ricco delle sue tante tradizioni. Credere in un festival organizzato a Giba, un evento meraviglioso in una piccolissima realtà, sarà un modo per far nascere una scintilla negli abitanti di questo piccolo centro. Le vere eccellenze, le vere tradizioni e autenticità delle piccole realtà non possono essere dimenticate.»

I Golaseca nascono a Carbonia dall’incontro tra Roberto Cossu ed alcuni musicisti locali, subito dopo la loro popolarità sale a livello nazionale a seguito delle proteste e dell’occupazione dell’Alcoa di Portovesme, dove alcuni membri della band lavorano, diventando veri e propri esportatori musicali della protesta. Amano definire il loro genere come “Rock Fiabesco”, molto vicini alla musica mediterranea, per suoni e identità, tuttavia nei loro brani è presente una forte influenza sarda. Cantano alla propria terra sedotta, usata e depredata da uno Stato distratto, che per anni ha conquistato l’isola come una splendida donna, per poi abbandonarla. Tutti questi eventi segnati dalle lotte in corso all’Alcoa e su tutta l’isola portano la band a comporre “La rogna dei Re” un brano che troverà un forte impatto mediatico anche sul sito dell’Ansa.

Tra il 2011 e il 2014, nonostante qualche modifica nell’Ensemble che porterà a una rodata stabilità, riescono a comporre un Demo e a vincere diverse Rassegne, tra le più importanti il contest dell’Unione Sarda (storico giornale dell’isola), il FestivalPub Italia (con la presenza di Radio e Video Italia) e l’Accademy di Sanremo. Inoltre apriranno i concerti di Eugenio Finardi, Pino Scotto e suoneranno con Omar Pedrini, leader dei Timoria, e Franco Caforio, batterista storico dei Litfiba.

I Golaseca sono orgogliosi di aver partecipato e di esser stati presentati da Fiorella Mannoia al live in piazza San Giovanni a Roma davanti a 100mila persone (diretta nazionale Rai News 24 & Sky Tg 24). Tra il 2013 e il 2014, grazie alla collaborazione con 2 registi isolani, pubblicano ben 3 video musicali con migliaia di visualizzazioni su Youtube.

I Golaseca sono stati tra gli otto finalisti nella sezione giovani alla quarta edizione del Premio Pierangelo Bertoli, che si è tenuta a Modena il 26 novembre scorso, al Teatro Storchi, con il singolo “Sud dei Sud”, brano dedicato all’integrazione, un chiaro rifiuto in chiave rock del razzismo fomentato da una certa parte politica. Il video del brano è interpretato da attori non professionisti di varie nazionalità.

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I Golaseca nascono a Carbonia dall’incontro tra Roberto Cossu ed alcuni musicisti locali, subito dopo la loro popolarità sale a livello nazionale a seguito delle proteste e dell’occupazione dell’Alcoa di Portovesme, dove alcuni membri della band lavorano, diventando veri e propri esportatori musicali della protesta. Amano definire il loro genere come “Rock Fiabesco”, molto vicini alla musica mediterranea, per suoni e identità, tuttavia nei loro brani è presente una forte influenza Sarda. Cantano alla propria terra sedotta, usata e depredata da uno Stato distratto, che per anni ha conquistato l’isola come una splendida donna, per poi abbandonarla. Tutti questi eventi segnati dalle lotte in corso all’Alcoa e su tutta l’isola portano la band a comporre “La rogna dei Re” un brano che troverà un forte impatto mediatico anche sul sito dell’Ansa.

Tra il 2011 e il 2014, nonostante qualche modifica nell’Ensemble che porterà a una rodata stabilità, riescono a comporre un Demo e a vincere diverse Rassegne, tra le più importanti il contest dell’Unione Sarda (storico giornale dell’isola), il FestivalPub Italia (con la presenza di Radio e Video Italia) e l’Accademy di Sanremo. Inoltre apriranno i concerti di Eugenio Finardi, Pino Scotto e suoneranno con Omar Pedrini, leader dei Timoria, e Franco Caforio, batterista storico dei Litfiba.

I Golaseca sono orgogliosi di aver partecipato e di esser stati presentati da Fiorella Mannoia al live in piazza San Giovanni a Roma davanti a 100mila persone (Diretta nazionale Rai News 24 & Sky Tg 24). Tra il 2013 e il 2014, grazie alla collaborazione con 2 registi isolani, pubblicano ben 3 video musicali con migliaia di visualizzazioni su Youtube.

I Golaseca sono stati tra gli otto finalisti nella sezione giovani alla quarta edizione del Premio Pierangelo Bertoli, che si è tenuta a Modena il 26 novembre scorso, al Teatro Storchi, con il singolo “Sud dei Sud”, brano dedicato all’integrazione, un chiaro rifiuto in chiave rock del razzismo fomentato da una certa parte politica. Il video del brano è interpretato da attori non professionisti di varie nazionalità.

Roberto Cossu, originario di Cortoghiana, è la voce e l’autore dei testi del gruppo Golaseca.

Ascoltando i tuoi testi troviamo espressioni legate ad un impegno civile, sociale e politico contro il sistema attuale e come ex operaio cassaintegrato Alcoa di Portovesme, cosa ne pensi dello sviluppo industriale in Sardegna?

«Vivo un conflitto di interesse di cuore. Sono cresciuto in una terra di minatori e operai che hanno lavorato duramente con tantissime difficoltà, anche io ho lavorato dentro un sistema alienante pertanto conosco bene le dinamiche e le logiche politiche. Una parte di me riconosce l’utilità delle industrie e delle fabbriche le quali hanno dato per tanto tempo un lavoro stabile a diversi sardi, ma con il passare del tempo tutto ciò si è rivelato un sistema fallimentare che vede la nostra terra usata, sfruttata ed ecologicamente distrutta.»

Avete raggiunto tante vette, vinto diverse rassegne quali il Festival Pub Italia e l’Accademia di Sanremo. Siete oramai riconosciuti a livello nazionale, avendo aperto diversi concerti da Eugenio Finardi a Pino Scotto, avete lavorato fianco a fianco ad artisti illustri come Fiorella Mannoia e Piero Pelù e tutto ciò vi ha sicuramente confermato la validità del vostro progetto. Ma qual è esattamente la vostra missione? Il vostro credo?

«La nostra missione principale è quella di stimolare le persone affinché si armino e l’unica arma da utilizzare (parlo da pacifista) è la “cultura”. E’ necessaria, la consapevolezza che solo attraverso la cultura, il popolo sardo potrà essere autonomo, sicuro di sé, cosciente della propria identità, evitando la pericolosità di seguire senza riflessione qualsiasi proposta. A tal proposito, vi racconto un breve aneddoto: mi trovavo come ospite in un Teatro, nel giorno de Sa die de sa Sardegna e dopo vari interventi celebrativi chiesi la parola per un breve intervento. Ordinai, a tutti i presenti, con tono poco ortodosso, dialzarsi in piedi e di stare zitti. Senza esitazione, tutti obbedirono. A quel punto feci notare  che tutti, senza porsi domande, senza nemmeno conoscermi, fecero ciò che chiesi.

Questo è ciò che succede al popolo sardo da ormai 100 anni: obbediscono a uno sconosciuto senza porsi domande, questo è il nostro più grande difetto.»

Nei tuoi testi evidenzi il forte legame con la cultura sarda, la tua musica si trasforma in impegno educativo?

«Una persona che ha cultura si pone delle domande, e ovviamente la cultura non si ottiene solamente con un titolo di studio, inizia dal nostro vissuto e dal nostro passato, dalla conoscenza della storia della Sardegna, quella stessa storia che si dovrebbe insegnare ai bambini sin dalle elementari, occorrerebbe conoscere le tradizione del nostropopolo, la lingua o meglio la Limba perché senza tutto ciò la nostra identità scomparirà inevitabilmente.»

I Golaseca cantano anche in sardo?

«Ovviamente, il sardo è ben radicato in noi e abbiamo scelto di non cantare solamente in italiano ma anche nella nostra lingua.»

I vostri testi spesso sono provocatori, un canto sociale, politico, di protesta dove esprimete il malessere attuale diffuso nei confronti della Politica. Quali sono i limiti dei sardi? E quali le soluzioni?

«I sardi in troppe situazioni hanno rinunciato alla libertà di poter decidere a casa loro. Non amo sentirmi una colonia, non sopporto i sussidi, non sopporto che il nostro pecorino venga copiato, i problemi sono tanti e i colpevoli di tutto ciò siamo proprio noi sardi.

Manca l’ unione tra noi, manca l’imprenditoria in Sardegna.

La politica è il rispecchio della società, d’altronde siamo noi che scegliamo chi votare.

Ogni giorno ci sarebbero delle battaglie da fare, incendi, inquinamento, bonifiche non effettuate e nessuno dice nulla. Perché?

Forse perché siamo un popolo povero, e la povertà genera ignoranza e ricatto.

La politica tende a speculare il prossimo, e attualmente è rappresentata da chi gestisce le stanze dei bottoni, oltretutto come ben sapete il politico è colluso con la finanza. La cultura identitaria è la nostra salvezza. Ho tanta speranza, altrimenti sarei andato via dalla mia terra, invece resto qui, vivo in Sardegna, e combatto dando il mio piccolo contributo in termini di comunicazione.»

Nei vostri testi c’è tanta rabbia ma anche tanto amore. Dove trovate l’ispirazione?

«In passato ho cantato con rabbia e sofferenza, ma con il tempo ho compreso che non era la giusta via da seguire. Il nostro messaggio deve arrivare a più persone possibili pertanto abbiamo deciso di raccontare la rabbia sociale, le disuguaglianze sociali con un sorriso musicale. Un modo di cantare molto dolce, raccontando delle storie, aride realtà, ma in maniera dolce, per questo amiamo definire il nostro genere Rock Fiabesco. Una fiaba amara che deve arrivare a tutti in maniera dolce. Ovviamente la mia Musa ispiratrice per i testi che scrivo è la nostra Madre Terra, la Sardegna.

Vivo in Sardegna e mi sento a casa in ogni angolo della mia terra, non mi sento a casa quando visito luoghi sardi tipo Costa Smeralda, dove i prezzi sono alle stelle, dove la gestione non è nostra, con spiagge private e ciò non mi piace affatto.»

Esistono aziende, istituzioni che vi supportano in questa battaglia e impegno civile?

«Fortunatamente c’è stato l incontro con E.JA. E.JA è la prima azienda sarda, i primi imprenditori che hanno creduto e che continuano a credere nel progetto di Golaseca. All’inizio è stato destabilizzante emotivamente, mi trovavo boicottato nella mia stessa terra, non volevo entrare nel classico giro musicale e il vedere un azienda seria come E.JA scegliere di appoggiarci è stato bellissimo, una sensazione particolare che non avevo mai provato. Per un attimo mi son sentito come Don Chisciotte che (invece di combattere) parlava ai mulini a vento.»

Qual è l’etica che unisce Golaseca e E.JA? Due realtà molto diverse: un gruppo musicale unito ad un azienda sarda che commercia energia elettrica.

«E.JA mi ha colpito profondamente per il suo respiro sardo, mi ha fatto dimenticare la rincorsa al denaro e ha stimolato in noi la qualità dei messaggi da dover diffondere. E’ un azienda che comunica in sardo, un azienda che utilizza abbigliamento sardo, consuma sardo e assume tanti ragazzi sardi.

E’ un’azienda che sponsorizza gli antichi mestieri, il pastore e la sua pecora, come Desolina e il suo pastore, sponsorizza le feste, come il Palio degli asinelli, la Sartiglia, aiuta lo sport, la musica e diffonde la cultura come l’ultimo progetto da loro finanziato che vede Anthony Muroni realizzare una serie di documentari per dar voce alla Sardegna più  autentica, quella che potrebbe scomparire per sempre. E.JA a mio avviso dà voce alla Sardegna ma non a fueddus, nei fatti. Questa è l’etica che ci unisce a loro, ed è la giusta sinergia che vede lavorare assieme artisti e aziende»

Il nome Golaseca cosa significa?

«Golaseca è un nome che deriva dal paese di mio padre “Ulatirso”, Ula significa gola, quindi la gola del Tirso, situato nel territorio del Lago Omodeo. Ero piccolo e nel periodo di grave siccità mio nonno disse: “Ocannu puru sa ula est sica”, e io gli chiesi come potessero crescere degli alberi altissimi senz’acqua.

Mio nonno mi disse che quando gli alberi hanno sete, spingono le proprie radici in profondità alla ricerca dell’acqua e più le radici sono profonde più il tronco dell’albero sarà solido e resisterà alle intemperie della vita.

“Golaseca” è quindi una metafora della vita: una terra difficile e arida di idee che cerca instancabilmente di resistere, con radici sarde profonde. Il mio obiettivo è vedere tutti i sardi uniti, dalla punta più alta del nord sino alla punta più bassa del sud, lontani dalle gelosie e da vecchi attriti che hanno sempre diviso il popolo e come ben sappiamo un popolo diviso è facilmente governabile. Di contro invece un popolo unito può far paura a chiunque.»

Dove potremo ascoltarvi?

«Potete seguirci su Facebook, dove saranno pubblicati tanti prossimi appuntamenti in Sardegna e in Italia. Vi invito al Festival denominato “Boxis de Perda” che si terrà a Giba organizzato assieme alla Pro Loco di Giba, all’Associazione Folkloristica Luciano Loi e al comune di Giba e sponsorizzato da E.JA e da altre aziende come Cantina Mesa, Cantina Giba e Ichnusa, previsto per tre giornate 18-19-20 agosto, ricche di appuntamenti, dalla mattina alla sera. Una tre giorni, dove si potrà assistere alla preparazione del pane, partecipare a seminari sulle tradizioni alimentari, si terranno incontri letterari, e ci si potrà immergere nel passato grazie alla riscoperta di giochi antichi sardi; si potrà assistere a diversi spettacoli compreso il nostro concerto che si terrà la sera del 18 agosto e si potrà dormire sotto un cielo stellato, in quanto vi è la possibilità di fare campeggio.

Giba è un piccolo paese del Sulcis, un paese che si sta spopolando, ricco di tante tradizioni.

Credere in un festival organizzato a Giba, un evento meraviglioso in una piccolissima realtà, sarà un modo per far nascere una scintilla negli abitanti di questo piccolo centro, una scintilla che racchiude la speranza e la voglia di rinascita, una voglia di fare e di investire su se stessi. E’ proprio dai piccoli paesi che bisogna iniziare, perché le vere eccellenze, le vere tradizioni e autenticità, si trovano nelle piccole realtà.»

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L’armonica a bocca sarà la protagonista assoluta questa sera, al festival blues “Narcao Blues”, che nell’edizione di quest’anno (la numero ventisette) onora la memoria di un grande interprete proprio di quello strumento a fiato: l’americano James Cotton, nome di spicco  a Narcao cinque estati fa, venuto a mancare lo scorso marzo, quasi ottantaduenne; un musicista che è stato capace di trasformare l’armonica in una “nave a vapore, un treno, un sassofono, un uragano, un usignolo”, come scrisse in un suo numero la celebre rivista statunitense Down Beat

A salire per primo, alle 21.30, sul palcoscenico di piazza Europa sarà una vecchia conoscenza del festival nel paese dell’alto Sulcis: Fabio Treves, tra i musicisti più importanti della scena blues nazionale, che ha festeggiato di recente i suoi prolifici quarant’anni di carriera (nel 2014 ha ricevuto l’Ambrogino d’oro dal Comune di Milano per i suoi meriti artistici), quattro decenni percorsi con coerenza e passione sulla lunga e tortuosa strada della “musica del diavolo”: un cammino cominciato nel 1974 quando l’allora ventiquattrenne armonicista lombardo fonda la Treves Blues Band con l’intento di divulgare i valori del blues, le sue storie e i suoi impareggiabili interpreti. Unico italiano ad aver condiviso il palcoscenico con Frank Zappa, “il puma di Lambrate” ha suonato nel corso della sua carriera con pilastri del genere come Sunnyland Slim, Johnny Shines, Homesick James, Billy Branch, Dave Kelly, Paul Jones, Alexis Korner, Bob Margolin, Sam Lay, David Bromberg, Eddie Boyd e Mike Bloomfield, ha ospitato nei suoi dischi e dal vivo Roy Rogers, Chuck Leavell, Willy DeVille, John Popper, Linda Gail Lewis, Warren Haynes e ha prestato la sua armonica anche a molti artisti italiani, come Angelo Branduardi, Pierangelo Bertoli, Elio e le Storie tese, Eugenio Finardi, Ivan Graziani, Shel Shapiro, Francesco Baccini, Giorgio Conte, Marco Ferradini, Riccardo Cocciante. Domani sera (giovedì 20) si presenterà al pubblico di Narcao alla testa della Treves Blues Band, affiancato da Ale “Kid” Gariazzo (chitarre, mandolino, ukulele, lap steel, voce), Gabriele “Gab D” Dellepiane (basso) e Massimo Serra (batteria, percussioni). 

Alle 22.30 un altro gradito ritorno sotto le stelle del Sulcis: il secondo set vedrà infatti al centro dei riflettori Charlie Musselwhite, autentico genio dell’armonica a bocca, artista rivoluzionario sin dai primi anni Sessanta, capace sempre di innovare e rinnovarsi ma rimanendo allo stesso tempo fermamente legato alle radici del blues. Accanto a lui, sul palco di piazza Europa, Matt Stubbs alla chitarra, Randy Bermudes al basso e June Core alla batteria. Nato nel 1944 da una famiglia di manovali a Kosciusko, nel Mississippi, cresciuto a Memphis dove, ancora ragazzino, lavora come scavatore, è a Chicago che Charlie Musselwhite inizia a costruire la sua carriera di bluesman: di giorno fa il manovale, la sera si intrattiene nei club coltivando amicizie con musicisti come Little Walter, Big Walter, Sonny Boy Williamson, Big Joe Williams, Muddy Waters e Howlin’ Wolf  e  iniziando a venire pagato per suonare nel quartiere dove vive nel South Side. La sua singolare vocalità, la sua melodica armonica e il sound profondamente country blues della sua chitarra, accompagnano perfettamente le sue spesso autobiografiche e memorabili canzoni originali nate nel corso di una carriera costellata di premi e riconoscimenti e che conta oltre trenta album all’attivo, dal primo “Stand Back! Here Comes Charlie Musselwhite’s South Side Band” del 1967, ai più recenti “Get Up!” con Ben Harper, del 2013, e “I Ain’t Lyin’…”, un live del 2015.

Spenti i riflettori sul palco di piazza Europa, la notte a Narcao proseguirà all’insegna dell’armonica anche con l’appuntamento dopo concerto, in località Santa Croce. A tenere banco, stavolta, il giovane talento isolano Moses Concas, musicista che lo scorso anno ha riscosso ampi consensi di pubblico e critica conquistando la corona dell’Italia’s Got Talent (programma televisivo basato sul format anglo-statunitense Got Talent, ideato da Simon Cowell) con il suo trascinante mix di armonica e beatbox: una scelta stilistica maturata attraverso un percorso artistico che dalla Sardegna l’ha portato a viaggiare per l’Europa per approdare successivamente nella ricca e multietnica scena londinese. 

Venerdì 21 luglio il festival vivrà la sua terza serata interamente a stelle e strisce con i concerti del chitarrista Eric Sardinas e del poliedrico Otis Taylor, mentre nel dopo concerto saranno ancora i Superdownhome, già in azione nella serata inaugurale, ad accompagnare ai confini dell’alba la penultima notte della rassegna. 

Il biglietto intero per l’ingresso a ciascuna serata del festival in programma in piazza Europa costa 12 euro, il ridotto 10. 30 euro il prezzo dell’abbonamento per le quattro serate. Prevendita nei punti vendita del circuito Box Office Sardegna.

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Ieri sera, presso la comunità di Via Marconi, a Carbonia, si è svolta una serata per raccogliere fondi a favore dell’omonima associazione che da anni porta avanti “progetti di vita” in favore di persone diversamente abili. L’evento è stato ideato da un affiatato gruppo di artisti: Salvatore Filia, Alfredo Mussetti, Paola Matta, Carlo Giancola e Daniela Matta.

Con un grande lavoro di squadra si è potuta organizzare una serata divertente, nella quale il pubblico si è sentito coinvolto in un’atmosfera di magiche emozioni.

Ad aprire la serata è stata la poetessa Barbara Loi che, con un mix di dolcezza e passione, ha recitato una delle sue poesie, vincitrice tra l’altro di un premio letterario. La simpatia di Suor Barbara e di don Massimiliano ha fatto sì che dalle loro chitarre si sprigionassero note che, accompagnate dalle loro voci, hanno trascinato tutti in un unico coro.

Ma le vere star dell’evento sono stati i concorrenti del gioco del “Musichiere”. Dieci in tutto, due per ogni categoria: per l’imprenditoria Caterina Tuveri e Jenni Mocci, per la cultura Rita Sirtoli e Salvatore Messina, per lo sport Giorgio Fois e Luciano Trebini, per la politica Paola Massidda e Daniela Garau e, infine, per l’informazione Antonella Secci e Giampaolo Cirronis.

Animati da un umorismo contagioso, hanno gareggiato sulle note musicali delle basi lanciate dalla bravissima Elisa Bove.

Ogni concorrente è stato omaggiato da prodotti offerti dalla dottoressa Rita Manca ed i vincitori hanno ricevuto una stampa dell’artista Salvatore Filia.

Oltre che dalla poesia e alla musica, il pubblico è stato deliziato da un breve spaccato teatrale che ha visto protagonisti Susanna Montis, Salvatore Messina e Angiolo D’Ambrosio, tutti frequentanti la scuola di teatro della compagnia La Cernita di Monica Porcedda.

Uno spazio importante durante la serata è stato riservato alla presentazione di un’ opera di Michelangelo Merisi, noto come il Caravaggio: “Le 7 opere di Misericordia”. L’opera, proiettata su uno schermo, è stata presentata ed analizzata da Daniela Matta. Un capolavoro realizzato tra la fine del 1606 e l’inizio del 1607, ancora oggi conservato presso il museo “Pio Monte della Misericordia a Napoli, è la rappresentazione delle “Sette opere di Misericordia corporali”.

 Nello specifico: “Seppellire i morti”, “Visitare i carcerati” e “Dar da mangiare agli affamati” in un unico episodio, “Vestire gli ignudi”, “Curare gli infermi”, “Visitare i carcerati”, “Ospitare i pellegrini”. Dopo l’attenta e precisa spiegazione da parte di Daniela Matta è poi seguito un divertente scherzo in cui il pubblico per un attimo ha temuto di essere coinvolto… si cercavano in sala modelli da ritrarre per realizzare una parte dell’opera in particolare. Compreso lo scherzo, risate e applausi hanno concluso il momento in allegria.

Una valletta d’eccezione, Elvira Loddo, mi ha affiancato elegantemente nella presentazione della serata che si è conclusa con l’esibizione di Elisa Bove che ha interpretato la canzone “Notturno” di Mia Martini.

Come presentatrice posso solo dire che è stata una bellissima avventura che ho avuto l’onore di condividere con un pubblico sorridente e pronto a mettersi in gioco.

Durante la serata, alcuni concorrenti hanno dedicato la vittoria ad una donna che per tanti anni ha portato avanti in maniera egregia la Comunità di via Marconi… l’instancabile Angela Borghero, presidente ed attivista di grande rilievo, da qualche anno sostituita da Vanda Sulas.

La speranza è che nel tempo possano ripetersi eventi di questo tipo, nei quali la forza del gruppo raggiunge mete di solidarietà che vanno a migliorare situazioni difficili e portano un alito di sollievo.

Alleghiamo i filmati delle tre canzoni interpretate da Don Massimiliano e Suor Barbara (“C’era un ragazzo” di Gianni Morandi, “La storia siamo noi” di Francesco De Gregori e “Spunta la luna dal monte” di Pierangelo Bertoli e i Tazenda), lo spaccato teatrale di Susanna Montis, Salvatore Messina e Angiolo D’Ambrosio, la canzone “Notturno” interpretata da Elisa Bove; e la canzone che ha chiuso la serata, interpretata da Elisa Bove, Nadia Pische e Suor Barbara.

Nadia Pische