19 July, 2024
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Su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, la Giunta regionale ha deliberato il finanziamento di 3 milioni di euro a favore dei Consorzi di bonifica della Sardegna per il pagamento del personale avventizio.
I Consorzi prevedono l’assunzione nelle proprie dotazioni organiche, per almeno otto mesi di ciascun anno, del personale che ha prestato per loro, alla data di approvazione della L.R. n. 6/2008, attività lavorativa con contratti a tempo determinato per almeno 390 giornate lavorative. Tale previsione comporta inevitabilmente un aggravio di costi che, se non coperti da contributo regionale, andrebbero a gravare sulla comunità consorziata: agricoltori e pastori. Da qui la necessità di provvedere alla copertura dei maggiori oneri. I 3 milioni previsti nel Bilancio di previsione triennale 2017-2019 sono stati così ripartiti: Sardegna meridionale 1.511.595,60 euro; Nord Sardegna 42.135,68 euro; Oristanese 1.446.268,72 euro.

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Si è svolto a Cagliari l’incontro della Cabina di regia, coordinata dall’assessorato dell’Industria, sul Programma Regionale triennale per l’internazionalizzazione delle imprese, aggiornamento 2017-2020. All’incontro erano presenti gli assessori dell’Industria e dell’Agricoltura, Maria Grazia Piras e Pierluigi Caria, i rappresentanti dell’Assessorato del Turismo e quelli delle diverse categorie produttive. Il Programma è stato avviato nel 2015 ed è in pieno svolgimento. Le azioni si sono mosse su tre linee: erogazione di finanziamenti e aiuti alle micro, piccole e medie imprese; servizi di assistenza alle imprese; attività istituzionali di promozione e internazionalizzazione. Notevole lo sforzo finanziario messo in campo dalla Regione: 32 milioni e 281mila euro, di cui oltre 24 destinati a Bandi e aiuti, 2,4 milioni per gli interventi di assistenza e quasi 5 milioni e mezzo di euro per le attività istituzionali.
«Continuiamo a sostenere il tessuto imprenditoriale sardo con investimenti importanti – ha detto l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras -. Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti con la prima parte del Programma triennale e stiamo seguendo da vicino l’attuazione delle diverse iniziative, monitorando i progetti di penetrazione commerciale predisposti dalle imprese che hanno partecipato ai bandi e ai percorsi formativi organizzati a Cagliari, Sassari e negli altri territori. Proprio in questi giorni – ha aggiunto Maria Grazia Piras – abbiamo pubblicato il nuovo bando per l’Export Lab, la cui prima edizione ha riscosso un grande interesse da parte delle imprese. Riteniamo che la parte formativa sia un pezzo fondamentale del Programma perché la Sardegna ha bisogno sempre più di imprenditori preparati e qualificati, che sappiano confrontarsi con le sfide difficili dei mercati esteri.»
«L’agroalimentare sardo è una fetta importante del più ampio progetto di internazionalizzazione delle produzioni isolane che, come Giunta, stiamo cercando di valorizzare – ha detto l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria -. Su questo settore abbiamo investito 9 milioni e 310mila euro con l’obiettivo di conquistare nuovi mercati emergenti e di consolidarci in quelli storici. Un’attenzione speciale alle piccole e medie imprese, che per esempio sul vitivinicolo e sul caseario hanno avuto e continueranno ad avere un convinto sostegno. Ieri – ha ricordato Pierluigi Caria – abbiamo presentato il progetto di promozione delle tre Dop dei formaggi ovini sardi, dove la Regione ha investito 3 milioni, mentre oggi è stato pubblicato il bando sulla sottomisura 3.2 del PSR dedicato al Sostegno per attività di informazione e promozione, svolte da associazioni di produttori nel mercato interno, con una dotazione finanziaria di 1,5 milioni.» 
L’aggiornamento del Programma ha tenuto conto, oltre che degli ultimi indicatori statistici sull’export, anche delle informazioni relative alle 200 imprese che hanno presentato domanda in forma singola o associata sui bandi pubblicati nel 2016 e 2017 con i quali sono stati finanziati piani export per circa 8 milioni di euro. Il Programma, quindi, mette a fuoco i settori produttivi più sensibili alle dinamiche di internazionalizzazione e identifica i mercati e i Paesi obiettivo scelti dalle aziende sarde per promuovere i propri prodotti. I settori verso i quali la Regione ritiene strategico indirizzare gli interventi del Programma sono: agroalimentare, turismo, bioedilizia e costruzioni, ICT, meccanica, energia, attività artistiche, lapideo, sughero, moda, tessile, artigianato artistico e sistemi di logistica avanzata e nautica. Europa, Nord America, Penisola Araba, Asia orientale, America Latina e area del Mediterraneo sono invece le macro-aree geografiche di riferimento.
La fase di aggiornamento del Programma prevede la pubblicazione di nuovi bandi per imprese in forma singola, aggregata e partenariati, la seconda edizione di Export Lab (il bando è stato appena pubblicato), incontri tecnico-formativi sul territorio, Export Pass e Export Focus, organizzazione di missioni istituzionali, e le attività previste nel Piano export Sud, cioè il Programma pluriennale di promozione e di formazione elaborato dal MISE e ICE Agenzia e finanziato con fondi UE. I nuovi bandi per l’industria hanno una dotazione finanziaria di 5 milioni di euro, mentre quelli dell’Agricoltura possono contare su risorse pari a 7 milioni e 200mila euro. La seconda edizione di Export Lab, che si articolerà in corsi in aula a Cagliari e Sassari, consulenze in azienda, affiancamento all’estero e redazione di piani export, sarà destinata a 40 aziende. Oltre ai numerosi incontri tecnico-formativi e ai percorsi di assistenza e crescita sui temi export, il Programma stabilisce una serie di eventi in Italia e all’estero: dalle missioni a Londra, Singapore e Las Vegas alla partecipazione al Vinitaly e Artigiano in Fiera a Milano. Denso di appuntamenti anche il cartellone delle iniziative istituzionali che sono in capo all’Assessorato del Turismo che si articoleranno non solo in partecipazioni a fiere e mostre del settore ma soprattutto in educational tour per giornalisti e troupe televisive nel territorio regionale.

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Apicoltura

La Giunta regionale ha approvato, su proposta dell’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria, l’integrazione finanziaria delle risorse destinate al comparto apistico attraverso misure dedicate agli investimenti: si passa dai 220mila euro della prima assegnazione, deliberata a dicembre 2016, ai 520mila raggiunti con l’integrazione di 300mila euro licenziati oggi. Il primo stanziamento prevedeva contributi dedicati all’acquisto di mezzi di trasporto per la movimentazione delle arnie e sulla linea di questo intervento sono state confermate le nuove risorse.

«Si tratta di un investimento fondamentale che viene incontro alle richieste del comparto – ha spiegato Pierluigi Caria – e che giungono in una delle peggiori annate produttive degli ultimi decenni. I 520mila euro sono un di più rispetto al programma apistico regionale che, per il triennio 2017-2019, prevede un aiuto per l’acquisto di arnie per nomadismo, per l’acquisto di sciami, nuclei, famiglie, pacchi d’api e api regine».

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La Giunta regionale ha stanziato 28 milioni e 350mila euro per interventi di manutenzione, concorso alle spese di funzionamento e per il sostegno dei costi sull’energia elettrica dei 9 Consorzi di Bonifica della Sardegna. Il via libera, licenziato dall’Esecutivo su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, prevede due fasi di ripartizione: nella prima sono stati destinati 17,7 milioni per i costi di manutenzione degli impianti di bonifica; 3 milioni per il funzionamento e 650mila euro per le spese sull’energia elettrica, per un totale di 21 milioni e 350mila. Un successivo provvedimento interverrà sulla programmazione di altri 7 milioni di euro, di cui 2 milioni già previsti per il Consorzio di bonifica dell’Oristanese e dedicati a far fronte a costi diretti o indiretti dell’Ente a decorrere dall’anno 2004.

I 17,7 milioni sono stati così ripartiti nei Consorzi di Bonifica sardi: Sardegna Meridionale € 5.033.831,29; Basso Sulcis € 932.891,20; Cixerri € 800.141,26; Oristanese € 4.296.219,85; Sardegna Centrale € 1.941.154,11; Ogliastra € 809.561,74; Nurra € 1.356.667,20; Gallura € 1.343.436,21; Nord Sardegna € 1.186.097,14.
I 3milioni destinati a cofinanziare le spese sul funzionamento dei Consorzi sono invece così ripartiti: Sardegna Meridionale € 882.171,27; Basso Sulcis € 136.926,52; Cixerri € 176.503,60; Oristanese € 543.014,80; Sardegna Centrale € 284.560,12; Ogliastra € 138.355,11; Nurra € 364.005,27; Gallura € 153.130,37; Nord Sardegna € 321.332,93.

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La Giunta regionale scende in campo in difesa della filiera del grano Cappelli. «Siamo pronti a mettere in campo tutte le azioni politiche possibili per difendere la filiera del grano senatore Cappelli, la tradizione e le esperienze trentennali dei nostri agricoltori e trasformatori agroalimentari. Si tratta di una battaglia che non ha colori e dove coinvolgeremo la Commissione competente in Consiglio regionale, tutta l’Aula e i nostri parlamentari. Già la prossima settimana contatterò il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali per chiedere chiarimenti sull’assegnazione dei nuovi diritti di esclusiva per la commercializzazione e l’uso delle sementi del grano Cappelli. Chiederemo inoltre al Mipaaf di valutare tutte le azioni possibili per difendere un marchio di qualità e un know how professionale che non va assolutamente disperso – ha detto l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, durante l’incontro che si è tenuto nella sede dell’assessorato, a Cagliari, con una delegazione del Consorzio del grano senatore Cappelli -. È stato un confronto chiaro e propositivo in cui mi è stato descritto tutto il quadro della situazione e i passaggi che hanno portato alle criticità di oggi. Con altrettanta franchezza ho spiegato che ci troviamo di fronte a una sfida non facile, dove non lasceremo, tuttavia, niente di intentato anche attraverso una consulenza da seguire attraverso gli uffici legali della Regione».

I rappresentati del Consorzio si sono dichiarati soddisfatti per il buon esito dell’incontro. «Adesso – hanno sottolineato – dobbiamo fare fronte comune per far valere le ragioni di centinaia di lavoratori e famiglie che gravitano attorno a questo comparto».

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Il vicepresidente del Consiglio regionale Eugenio Lai, insieme al gruppo consiliare Articolo Uno – SDP, alla vigilia dell’incontro tra l’assessore all’agricoltura della Regione Sardegna, Pierluigi Caria e una delegazione del consorzio sardo Grano Cappelli, comunicano che presenteranno una mozione per la salvaguardia della produzione delle filiere di Grano Cappelli in Sardegna.

Il gruppo consiliare ritiene, infatti, che il via libera ad una sementeria nell’Emilia Romagna di questo particolare grano, sia un grave attacco alla produzione della nostra Isola, che vanta un mercato in via di espansione. Questa azione si presenta come la solita inaccettabile speculazione economica a danno degli agricoltori sardi.

Il gruppo SDP si schiera al fianco dell’assessore regionale dell’Agricoltura e della sua netta presa di posizione e dichiara che sarà al suo fianco in questa battaglia. I consiglieri auspicano, inoltre, che la Giunta e il Consiglio tutto adottino azioni forti che possano chiarire e risolvere in tempi brevissimi questo problema.

«Non si possono mandare in fumo anni di sacrificio e lavoro e non si possono tanto meno disperdere gli ottimi e fruttuosi risultati raggiunti grazie alle filiere che si sono sviluppate in Sardegna – diconoEugenio Lai, Daniele Secondo Cocco, Luca Pizzuto e Paolo Zedda – e si sono fatte apprezzare in tutto il territorio nazionale.»

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Su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, la Giunta ha approvato ieri le direttive di attuazione del programma di interventi, da 45 milioni di euro, a sostegno delle imprese del comparto ovino e caprino per far fronte al deterioramento delle condizioni di produzione e di mercato del latte nella campagna 2016/2017. Al fine di accelerare i tempi di attuazione del provvedimento, gli aiuti saranno erogati conformemente a quanto previsto dal decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, che regola l’accesso agli interventi del Fondo di solidarietà nazionale (FSN). Si favorirà così la ripresa economica e produttiva delle imprese agricole nelle zone colpite da calamità naturali o eventi eccezionali. Saranno quindi concessi, direttamente ai pastori, 13 euro a capo presente in azienda al 30 giugno 2017.
L’anomalo andamento climatico dei primi sei mesi del 2017 ha determinato su tutto il territorio della Sardegna uno stato di grave siccità che ha già posto l’intero comparto zootecnico in una condizione di forte sofferenza e raggiunto livelli tali da assumere il carattere di straordinaria emergenza. Dall’attività di accertamento dei danni condotta dall’Agenzia Argea emerge, infatti, che i danni a carico dei pascoli e delle produzioni foraggere delle aziende ovicaprine hanno intensità variabili tra il 50 e il 70%, a seconda che le superfici ricadano o meno all’interno dei comprensori irrigui dei Consorzi di bonifica. Per questa ragione, con la deliberazione n. 45/12 del 27 settembre 2017, la Giunta ha già richiesto al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) il riconoscimento del carattere di eccezionalità della prolungata siccità per la primavera e l’estate 2017, che ha interessato l’intero territorio regionale, per i danni ai pascoli e alle produzioni foraggere del comparto ovino e caprino, e il riconoscimento delle provvidenze previste nel decreto legislativo n. 102/2004.
L’aiuto è concesso per tutti i capi ovini e caprini presenti in azienda al 30 giugno 2017, secondo gli elenchi riportati dalla Banca dati nazionale dell’anagrafe zootecnica (BDN) e relativi alla consistenza dei capi identificati elettronicamente o dal censimento degli animali detenuti. L’importo unitario dell’aiuto è determinato dal rapporto tra i 45 milioni disponibili per il programma e il numero complessivo di capi ovini e caprini ammissibili. L’importo unitario dell’aiuto è quindi fissato in 13 euro, mentre le eventuali risorse che si rendessero disponibili, come per esempio quelle del Fondo di solidarietà nazionale, saranno ulteriormente ripartite. Possono ricevere l’aiuto le piccole e medie imprese (PMI) attive nella produzione agricola primaria, operanti nel territorio regionale, condotte da imprenditori agricoli singoli o associati e che allevano ovini e caprini. Il beneficiario deve inoltre essere proprietario e detentore degli animali. Qualora il richiedente sia esclusivamente detentore di animali, è necessario fornire una dichiarazione di assenso del proprietario che autorizzi la presentazione della domanda. Gli animali devono infine essere detenuti nel rispetto degli obblighi di identificazione e registrazione.
Per l’accesso agli aiuti, le imprese dovranno comunicare i quantitativi di latte prodotti e conferiti al primo acquirente nel corso delle campagne 2015/2016 e 2016/2017. Nel caso di produttori che provvedano direttamente alla trasformazione in azienda, tale comunicazione riguarderà i quantitativi trasformati. Le imprese dovranno quindi predisporre copia delle fatture o di documenti contabili di valore probatorio equivalente. In mancanza di tale comunicazione e delle relative fatture si è esclusi dal beneficio. La comunicazione sui quantitativi di latte prodotti e conferiti al primo acquirente o trasformati in azienda non ha rilevanza ai fini istruttori, su cui sarà fatto un controllo finalizzato a determinarne la congruità.
L’assessorato dell’Agricoltura si impegna ad adottare l’avviso con la fissazione dei termini per la presentazione delle domande entro 10 giorni dall’approvazione del programma di sostegno. A tal proposito, sarà predisposto un supporto informativo ad hoc per la compilazione delle domande, alimentato con le informazioni disponibili nel fascicolo aziendale del Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN) e nella BDN. Le domande di aiuto potranno essere presentate, nelle more dell’adozione del decreto di declaratoria da parte del Mipaaf, a decorrere dalla data fissata con l’avviso predisposto dall’Assessorato e, comunque, entro 45 giorni dalla pubblicazione del decreto di declaratoria nella Gazzetta Ufficiale. I pastori potranno presentate le domande negli Sportelli unici territoriali (SUT) dell’Agenzia Laore che, sulla base delle informazioni pre-caricate nel supporto informativo, assisteranno le imprese nella verifica delle informazioni già disponibili e nella compilazione di quelle mancanti. Sono 32 i SUT dislocati in tutta la Sardegna. L’Agenzia Argea provvederà invece all’erogazione degli aiuti.
Su tutte le domande presentate sarà fatto un controllo teso a verificare la sussistenza dei requisiti di ammissibilità, la correttezza e completezza documentale, in particolare sulla presenza della comunicazione riguardante i quantitativi di latte prodotti. Sarà inoltre effettuato un controllo a campione su almeno il 5% delle domande pervenute, così da verificare la veridicità delle dichiarazioni, il rispetto delle condizioni di accesso, i requisiti di legittimazione e dei presupposti per l’accesso all’aiuto.

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La Giunta regionale ha deciso, su proposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru, di programmare le risorse per interventi volti a favorire la natalità e che abbiano carattere di innovatività rispetto alle misure previste a livello nazionale. La Regione si impegna a cofinanziare con almeno il 20% le attività dei progetti che saranno realizzati con le risorse del “Fondo per le politiche della famiglia”.
Su proposta dell’assessora Maria Grazia Piras, la Giunta ha dato il via libera all’assegnazione di contributi per favorire le attività delle Confederazioni delle Imprese Industriali e delle Piccole Medie imprese sui problemi dello sviluppo economico e sociale. La somma stanziata è di 200mila euro.
La Giunta, infine, ha approvato il disegno di legge sul comparto pesca per il risarcimento dei danni causati dai delfini. Il testo, proposto dall’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, prevede che agli operatori del settore ittico possano essere risarciti i danni alle catture causati da mammiferi protetti. Tale provvedimento gode di uno stanziamento di 100mila euro per gli anni 2015, 2016 e 2017.

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Su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, la Giunta regionale ha deliberato oggi la costituzione di un fondo di garanzia, da due milioni di euro, per favorire interventi funzionali per l’accesso al credito delle piccole e medie imprese (PMI) operanti nel settore della pesca e dell’acquacoltura.
«Con il provvedimento licenziato oggi – ha spiegato Pierluigi Caria – la Regione interviene per la prima volta in materia di strumenti finanziari dedicati proprio al comparto della pesca: non era mai successo. Le risorse saranno destinate quindi al potenziamento del sistema delle garanzie per il tramite dei Confidi che svolgono attività a favore delle PMI condotte da imprenditori della pesca.»
Le somme stanziate saranno erogate nel rispetto delle normative comunitarie che regolano gli aiuti in de minimis del comparto.

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Su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, la Giunta ha votato ieri la declaratoria, da inviare al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, per l’accesso alle provvidenze del Fondo di solidarietà nazionale che interverrebbero sui danni causati dall’eccezionale siccità di quest’anno.

«L’attività di accertamento in campo per la verifica dei danni agricoli – ha spiegato l’assessore Caria – è già stata ultimata per quanto riguarda i pascoli e le produzioni foraggere delle aziende del comparto ovicaprino, mentre per le colture orticole, cerealicole, frutticole, viticole, olivicole, la produzione apistica e gli altri comparti della zootecnia, poiché l’evento non è ancora concluso, sono ancora in esecuzione le verifiche da parte dell’Agenzia Argea Sardegna. Una volta incassato il via libera dal parte del Mipaaf e stornate le risorse finanziarie regionali dall’Assessorato della Programmazione verso Argea – ha proseguito l’assessore – potremo procedere e accelerare su tutte le procedure per la partenza del bando e i successivi accrediti ai pastori dei 45milioni di euro stanziati per l’ovicaprino regionale. La legge che finanzia tali risorse infatti – ha concluso Caria – è entrata in vigore con la pubblicazione avvenuta sul Buras lo scorso venerdì 22 settembre.»
Con la delibera di ieri, la Giunta chiede al Mipaaf il riconoscimento, attraverso un provvedimento, del carattere di eccezionalità per la prolungata siccità. Si richiede quindi la concessione, per le aziende ovicaprine, delle provvidenze previste dall’art. 5 del decreto legislativo 102/2004 e delle successive modiche che, con la legge 123 del 3 agosto 2017 recante “Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno”, permetterà a tutte le aziende sarde, anche a quelle non coperte da assicurazione, di poter accedere alle misure previste dalla normativa.
Per favorire la ripresa economica e produttiva delle imprese possono essere concessi: contributi in conto capitale per i danni alle produzioni e alle scorte aziendali; prestiti ad ammortamento quinquennale per le esigenze di esercizio dell’anno in cui si è verificato l’evento dannoso e per l’anno successivo. Possono essere inoltre prorogate per una sola volta e per non più di 24 mesi le scadenze delle rate delle operazioni di credito agrario di esercizio e di miglioramento e di credito ordinario effettuate dalle imprese agricole; può essere concesso l’esonero parziale, fino a un massimo del 50%, del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali propri e per i lavoratori dipendenti, in scadenza nei dodici mesi successivi alla data in cui si è verificato l’evento. Tali aiuti possono essere attivati in forma singola o combinata, tenuto conto della dotazione finanziaria assegnata al Fondo, delle esigenze e dell’efficacia dell’intervento.
Dalla relazione sugli accertamenti dei danni, già formulata da Argea, emerge che quelli a carico dei pascoli e delle produzioni foraggere delle aziende ovicaprine hanno intensità variabili tra il 50 e il 70%, a seconda che le superfici ricadano o meno all’interno dei comprensori irrigui dei Consorzi di bonifica. I danni sono stati causati dalla situazione di estremo stress idrico e dalla persistenza di elevate temperature, superiori alla media del periodo, associata nei primi mesi dell’anno a una forte escursione termica tra il giorno e la notte. Prima della siccità le campagne erano infatti già provate dalle condizioni climatiche anomale dei mesi di gennaio e di aprile con le nevicate del 16 e 17 gennaio, il ciclone extratropicale del 21 gennaio e le gelate della seconda decade di aprile.
Dai dati della rete pluviometrica regionale risulta che già nell’anno idrologico 2015-2016 sono state registrate piogge inferiori alla media con deficit di circa il 20%. Nell’anno in corso, fatta eccezione per le aree del Flumendosa e della Gallura, si registrano deficit di pioggia che vanno da un minimo del 30% del Campidano a un massimo del 45% del Logudoro. In termini di frequenza storica si sottolinea che per il Logudoro si tratta dell’anno più siccitoso dall’inizio delle osservazioni nel 1922 e per le altre aree comunque fra i primi casi critici registrati negli ultimi 100 anni. Ancora più drammatica la situazione degli ultimi tre mesi primaverili, strategici per le esigenze idriche delle campagne, con deficit intorno al 70% per tutte le aree, con punte prossime al 90% in Gallura e Flumendosa. Inoltre, le precipitazioni registrate da alcuni anni sul territorio regionale sono state così ridotte che il quadriennio 2013-2017 si sta rivelando come uno dei più critici mai registrati in Sardegna a partire dal 1922.