19 July, 2024
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mucche

L’Istituto Zooprofilattico della Sardegna acquisterà 20 mila dosi di vaccino per il siero tipo 4 della Blue Tongue. Lo comunicano gli assessori della Sanità, Luigi Arru, e dell’Agricoltura, Pierluigi Caria. I vaccini, fanno sapere i due esponenti della Giunta, serviranno per consentire l’immunizzazione dei 10 mila capi bovini che si stima saranno movimentati nei prossimi mesi. I fondi per l’acquisto delle dosi sono previsti in uno specifico capitolo di spesa dell’assessorato dell’Agricoltura.

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Con il convegno “Akinas – Vitigni unici dalla biodiversità della Sardegna” si è conclusa la prima edizione del progetto “Territori del vino e del gusto”, organizzato dall’assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio in collaborazione con l’assessorato dell’Agricoltura, col supporto delle agenzie regionali Laore e Agris e il coinvolgimento delle amministrazioni comunali interessate, delle quattro Strade del Vino della Sardegna e del Consorzio di tutela del Carignano. Il convegno, all’Auditorium del Cis – Intesa San Paolo, ha dato l’occasione per stilare un bilancio della rassegna “Territori del vino e del gusto” e ha ospitato la presentazione della ricerca sui vitigni autoctoni della Sardegna che potrebbero portare importanti sviluppi sul fronte della produzione enologica sarda. 
“Territori del vino e del gusto” ha seguito due binari: da fine giugno a settembre ha proposto 8 eventi aperti al pubblico in altrettanti Comuni della Sardegna (Baunei, Nuoro, Orosei, Atzara, Aggius, Sant’Antioco, La Maddalena e Cabras), con l’obiettivo di presentare a turisti e cittadini il patrimonio enogastronomico, culturale, paesaggistico, architettonico e artigianale dei territori coinvolti attraverso degustazioni in piazza, convegni e con il coinvolgimento di buyers e giornalisti di Germania, Austria e Svizzera. A suggello, una coda di appuntamenti scientifici, svoltisi in grandi centri di studio e commercio dei vini di qualità come Milano (Università Bicocca, lo scorso 7 settembre) e Asti (in concomitanza con il Douja d’Or 2017, il 15 settembre) più, appunto, la chiusura a Cagliari.
«Chiudiamo questa prima edizione – ha detto l’assessore del Turismo Barbara Argiolas – con la consapevolezza che l’incrocio tra il nostro patrimonio culturale con quello produttivo può diventare un valore aggiunto per la Sardegna, grazie alla storia millenaria del vino nell’isola e al lavoro che la Regione, mediante le agenzie Laore e Agris, sta mettendo in campo per avere vigneti sempre più produttivi e curati e favorire al ritorno dei giovani all’agricoltura grazie a progetti di qualità legati al vino. Come dimostrano le esperienze in altre parti d’Italia e del mondo, la vinocoltura ha un valore anche per il turismo: le nostre eccellenze – e fra queste sono da annoverare anche i vitigni autoctoni – rappresentano infatti pienamente i nostri territori, il nostro paesaggio, la nostra cultura e come tali possono offrire al turista l’occasione per vivere una esperienza autentica e unica, attraverso itinerari che valorizzino le risorse delle aree interne dell’isola e il nostro patrimonio di saperi.»
«Turismo, agricoltura e produzioni agroalimentari, espressione dei diversi territori dell’Isola, sono il modo migliore per raccontare la Sardegna in tutto il mondo – ha sottolineato l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria -. Con questa manifestazione, che merita di essere riproposta, abbiamo legato la tradizione e la storia alle ricchezze ambientali, le bellezze del paesaggio rurale sardo alle migliori eccellenze dei nostri cibi. Milioni di turisti sono alla ricerca di esperienze uniche e nuove. Di viaggi che li accompagnino nella ricerca di storie, alimenti tipici e identità delle terre che li accolgono.»
E la volontà di continuare il percorso inaugurato con “Territori del vino e del gusto” è confermata da Maria Ibba, direttrice dell’agenzia LAORE: «Il progetto – ha detto – ha consentito di sperimentare e promuovere nuove forme di integrazione tra il settore agricolo e alimentare e quello turistico. Ha permesso di dare risalto e il giusto riconoscimento alle rispettive eccellenze e costituisce un esempio, anche per il futuro, di come pubblica amministrazione e imprenditorialità su obiettivi precisi e condivisi possano conseguire risultati e produrre favorevoli impatti sul mondo della produzione. Oggi abbiamo parlato di innovazione della ricerca, di trasferimento alle imprese e di scommesse e successi raggiunti.»
Il direttore di Agris Roberto Zurru ha evidenziato «come l’attività di ricerca in agricoltura sia utile per creare condizioni di supporto agli agricoltori. Il nostro obiettivo è creare valore economico in maniera sostenibile, cercando di salvaguardare le nostre risorse». Zurru ha sottolineato la soddisfazione per i risultati raggiunti dalla ricerca e dalla divulgazione, in un lodevole sforzo di collaborazione multidisciplinare, con l’auspicio di un confronto diretto con le imprese che sole potranno indicare le loro priorità per lo sviluppo delle attività nella direzione prospettata.
Il risultato del progetto Akinas è stato presentato da Gianni Lovicu di Agris: la ricerca ha restituito alla Sardegna e alle sue aziende un gran numero di vitigni, spesso veri e propri unicum (cioè coltivati e vinificati a livello mondiale solo in Sardegna), capaci di migliorare e diversificare il vino prodotto nell’isola. I vitigni recuperati dal progetto Akinas rappresentano una ulteriore possibilità di sviluppo di nuovi prodotti enologici e di marketing di quelli esistenti. 

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Il Consiglio regionale ha approvato ieri sera la legge che finanzia il comparto ovi-caprino per 47 milioni di euro, 45 dei quali destinati direttamente ai pastori e 2 al bando indigenti per acquisto pecorini sardi.

«Abbiamo mantenuto un impegno preso con il mondo delle campagne e con le sue associazione di categoria. Un intervento di urgenza per il comparto ovicaprino spinto anche dall’emergenza della siccità che si è sommata alla crisi del prezzo del latte, sceso a livelli bassissimi nelle ultime due stagioni», ha detto l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, nel commentare l’approvazione del disegno di legge, licenziato dalla Giunta il primo settembre scorso, che predispone l’incremento del finanziamento iniziale di 17milioni di euro per il comparto ovicaprino con ulteriori 30milioni. Ben 45 milioni saranno quindi destinati direttamente ai pastori, mentre i rimanenti due sono dedicati ad aumentare il primo stanziamento da 4,1 milioni per il bando sull’acquisto dei pecorini sardi da destinare agli indigenti.
L’erogazione dei 45milioni sarà gestita direttamente da una task force costituita ad hoc con personale dell’assessorato dell’Agricoltura e dell’Agenzia regionale Argea Sardegna. I pastori dovranno comunicare il numero dei capi allevati, le produzioni di latte per le annualità del 2015-2016 e del 2016-2017. Sulla base di tali dati saranno quindi subito emessi i decreti di pagamento.
L’Assessore ha inoltre ricordato l’impegno della Giunta nel provare a reperire ulteriori risorse, anche attraverso gli strumenti del Programma di sviluppo rurale e le interlocuzioni con il governo nazionale, per venire incontro alle criticità di tutto il resto del mondo zootecnico e agricolo isolano. Caria ha poi fatto il punto su tutte le azioni e gli stanziamenti sul piano strutturale che l’Esecutivo ha messo in campo negli ultimi mesi: dai 30milioni di euro destinati ai Consorzi di Bonifica, ai 50 milioni per incrementare la raccolta delle acque nelle dighe e negli invasi della Sardegna, passando per il sostegno alla creazione dell’Organismo interprofessionale latte ovino sardo (Oilos).

 

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Paolo Luigi Dessì ha giurato ieri pomeriggio in Consiglio regionale al posto del dimissionario Ignazio Locci, neo sindaco di Sant’Antioco. L’ex sindaco di Sant’Anna Arresi è ritornato così in Consiglio regionale per gli ultimi 17 mesi della legislatura, dopo l’esperienza maturata dal 2009 al 2014.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Ganau che, dopo le formalità di rito, ha ricordato la figura dell’on. Giannetto Mariani, medico originario di Orune, consigliere regionale nella XIV legislatura nelle file dell’Italia dei Valori, scomparso il 2 marzo scorso.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi comunicato all’Aula le dimissioni del consigliere Ignazio Locci (Forza Italia), eletto il 12 giugno scorso sindaco del comune di Sant’Antioco. Vista l’incompatibilità tra la carica di consigliere e quella di primo cittadino, Ignazio Locci ha deciso di optare per quest’ultima. Il presidente Ganau, ai sensi dell’articolo 85 della legge regionale n.7/79, ha ricordato la facoltà riservata all’Assemblea di ricevere ed accettare le dimissioni dei propri membri ed ha invitato la Giunta delle elezioni a riunirsi e ad indicare il nome del subentrante. La seduta è stata quindi sospesa per 10 minuti.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha comunicato la decisione della Giunta delle elezioni: al posto del consigliere Ignazio Locci entra in Consiglio Paolo Luigi Dessì, primo dei non eletti nel Sulcis nella lista di Forza Italia. Il neoconsigliere, chiamato in Aula, ha prestato giuramento e si è formalmente insediato nel nuovo ruolo.

L’Aula è quindi passata all’esame del primo punto all’ordine del giorno: nomine di competenza del Consiglio nei Cda di alcuni enti regionali.

Sull’ordine dei lavori è intervenuto il consigliere Michele Cossa. L’esponente dei Riformatori sardi ha chiesto il parere dell’Aula e del presidente sulle dichiarazioni rilasciate alla stampa da Fausto Marino, sovraintende per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio delle province di Cagliari e Oristano contro la proposta di nuova legge urbanistica presentata dalla Giunta. «Cosa pensa il Consiglio delle valutazioni irrituali e inappropriate espresse da un alto funzionario dello Stato su atti all’esame del Consiglio? Ricordo che il mio gruppo ha votato contro la legge di manutenzione urbanistica e ha espresso contrarietà alla nuova legge di riordino – ha detto Michele Cossa – quello che si è verificato rappresenta però un grave oltraggio al Consiglio regionale. Cosa accadrebbe domani se il comandante generale dell’esercito decidesse di polemizzare con la Regione in tema di servitù militari? Pongo il problema all’Aula e al presidente in quanto garante della dignità dei sardi».

E’ quindi intervenuto il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu (Pds) che ha chiesto chiarimenti sulle nomine inserite all’ordine del giorno. «Non sappiamo di cosa si tratta – ha detto Gianfranco Congiu – pensiamo che si tratti dell’Ersu, se così non fosse il presidente informi l’Aula». Gianfranco Congiu ha poi chiesto delucidazioni sulle ultime due nomine nel Cda dell’Ersu decise dal presidente Ganau: «Non c’è stato nessun tavolo di sintesi. Renda conto del suo operato in quanto organo super partes. Una delle nomine è espressione di una fucina politica ben identificata».

Gianfranco Congiu ha subito replicato il presidente: «Le nomine dell’Ersu erano iscritte da tempo all’odg. Non essendo arrivati a una sintesi politica mi è stato chiesto di esercitare i poteri sostitutivi. Questo ho fatto nominando i signori Giovanni Maria Cubeddu e Stefano Perrone».

E’ quindi intervenuto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis per chiedere l’inversione dell’ordine del giorno: «Visto che non c’è accordo sulle nomine sarebbe meglio discutere subito il Dl sulla pastorizia».

La proposta di Pittalis è stata accolta e il Consiglio è quindi passato all’esame del disegno di legge n. 448 della Giunta che modifica la legge regionale n. 19/2017 incrementando la dotazione finanziaria a sostegno del comparto ovi-caprino messo in ginocchio dal calo del prezzo del latte. Il provvedimento prevede un ulteriore stanziamento di 30 milioni di euro che andranno ad aggiungersi ai 17 già stanziati nei mesi scorsi.

Nel primo intervento della discussione generale il consigliere Piermario Manca (Pds) ha ricordato la grave difficoltà del comparto agropastorale dovuta alla siccità. «La grave situazione di crisi era già chiara nel mese di maggio. Il Nord Sardegna si è mobilitato per sensibilizzare la politica. Sono state raccolte migliaia di firme per chiedere un intervento immediato di sostegno. Il 6 giugno di quest’anno sindaci e organizzazioni di categoria hanno presentato un pacchetto di richieste al presidente Pigliaru che riguardava in particolare il riconoscimento dello stato di calamità naturale, l’istituzione di un tavolo interassessoriale, l’acquisto di scorte alimentari per tutte le aziende, il congelamento delle rate Inps e dei mutui Agrari, l’immediato pagamento dei premi comunitari. Nonostante l’allarme lanciato dal mondo rurale – ha affermato Manca – solo dopo alcune settimane è stata presentata la richiesta di calamità naturale. Finora la Regione  non ha speso un euro».

L’esponente del Partito dei Sardi si è poi detto d’accordo sullo stanziamento di ulteriori risorse: «Oggi ci apprestiamo a stanziare altri 30 milioni di euro destinati al comparto ovicaprino con l’impegno a trovarne altri 20 per gli altri settori colpiti dalla siccità. Il provvedimento va votato ma servono alcune correzioni. I soldi vanno destinati all’intero comparto zootecnico. Riconoscere le somme solo agli allevatori di pecore e capre crea discriminazioni. Alla manifestazioni di agosto erano presenti non solo allevatori di pecore ma anche di vacche. Non possiamo assumerci la responsabilità di dividere il settore».

Giovanni Satta (Psd’Az – La Base) ha annunciato il suo voto a favore sottolineando però alcune criticità. «La decisione di triplicare lo stanziamento è giusta – ha detto Satta – ma ci arriviamo con un anno di ritardo. Ho presentato una mozione nel settembre scorso per chiedere interventi immediati a favore del mondo agropastorale. E’ una cosa gravissima, non si è mostrata attenzione per il settore. Oggi si tampona un’emergenza e non si interviene sul prezzo del latte che grazie a Dio è risalito da solo perché la produzione è calata. L’auspicio è che in futuro ci sia maggiore attenzione da parte della Giunta. Serve una vera riforma organica dell’intero comparto agricolo».

Per Domenico Gallus (Psd’Az-La Base) il disegno di legge è «una manifestazione di buona volontà della Giunta per dare sollievo al comparto agropastorale». Gallus ha ricordato la grave situazione di disagio in cui si trova il mondo delle campagne: «Oggi si parla di misure a favore del settore ovino. Sono d’accordo e voterò a favore – ha detto il consigliere – le risorse messe a disposizione non sono sufficienti, tuttavia l’iniziativa è positiva perché potrà consentire al comparto di agganciare la ripresa. Il prezzo del latte registra un incremento di valore grazie anche alle sagge politiche di alcune cooperative. Ci sono però altri comparti che meritano attenzione come quello dell’olivicoltura. Servirebbe un provvedimento anche per questo settore».

Gaetano Ledda (Psd’Az-La Base) si è detto d’accordo con il provvedimento ma ha espresso preoccupazione per i tempi di erogazione delle risorse.

«Vorrei ricordare come si è arrivati a questo disegno di legge – ha detto Ledda – in finanziaria, visto il calo del prezzo del latte pagato 50/60 centesimi al litro, si decise di stanziare i primi 17 milioni dei quali però non si è speso ancora un euro. I tempi sono troppo lunghi. Chiedo all’assessore quando e come saranno spesi i soldi che stanziamo oggi.»

Dopo l’on. Ledda ha preso la parola l’on. Attilio Dedoni (Riformatori), che ha annunciato il voto a favore della legge, «a prescindere di quello che sarà il voto del mio gruppo. Tutte le disgrazie che l’agricoltura sarda ha patito e sta patendo hanno bisogno di risposte concrete ma non vorrei che anche questa legge fosse inviata alla Corte Costituzionale dal solito governo amico. E’ adesso l’inizio dell’anno agrario, il Capudanne dei sardi: non possiamo perdere altro tempo. Cosa ne pensa il ministero di queste norme? Ci saranno altri ritardi? Ecco, vorrei essere rassicurato su questo».

Per l’on. Daniele Cocco (Mdp) «oggi si va a tradurre concretamente l’impegno preso il 2 agosto scorso da tutti i capigruppo insieme al presidente Pigliaru. Certo, il governo che troppo spesso si è dimostrato poco amico potrebbe impugnare la legge ma immagino che l’assessore abbia avuto tutte le sue interlocuzioni con il ministero. Sappiamo bene che anche un’altra parte del mondo agricolo è in sofferenza e la Giunta sta aprendo un tavolo verde tecnico. Avrei voluto che fossero i Comuni a gestire la partita dell’erogazione dei fondi, visto che per la blue tongue i Comuni sono stati bravissimi e veloci. Ma l’assessore ha scelto un’altra procedura e noi ci fidiamo».  L’oratore ha aggiunto: «Non so se sia il caso di rimodulare il Psr, alcuni settori hanno già esaurito il plafond mentre altri rischiano di non spendere tutto. Ma intanto oggi si inaugura una nuova stagione di unità, non solo con chi sta in campagna a lavorare ma anche con le istituzioni della Regione. Sappiamo bene che con la legge di oggi risolviamo poco ma questo poco è molto importante».

Per l’Udc ha preso la parola l’on. Gianluigi Rubiu, che ha definito il provvedimento tardivo, inconsistente e non risolutivo. «Quarantacinque milioni di euro sono come curare un tumore con un’aspirina. Il minimo sindacale è destinare alle campagna l’uno per cento del bilancio regionale, come ha chiesto il leader del Movimento pastori. Nei convegni noi diciamo sempre che l’agricoltura è trainante per la Sardegna ma poi qui dentro le parole rimangono tali». Rivolto all’assessore all’Agricoltura ha detto: «E’ grave che la Giunta non individui in maniera univoca da dove verranno attinti i 45 milioni di euro. Quindi, è giusto dire che i tempi rischiano di essere lunghi, anche un anno. E che la legge, per come è scritta, non darà nessun tipo di risultato».

Per l’on. Gianfranco Congiu (Partito dei Sardi) «abbiamo iniziato un percorso per alleviare le sofferenze del mondo agropastorale e il percorso che abbiamo articolato consisteva in una rimodulazione del Psr. La nostra strategia avrebbe evitato quelle pericolose differenziazioni nel mondo delle campagne che oggi ci troviamo davanti, veicolando le risorse sulla misura 5.2. Si è scelto di rimodulare il bilancio regionale ma in un’incertezza procedurale che mi fa allarmare. Stiamo attenti a spendere le risorse nel miglior modo: questi soldi devono uscire e devono arrivare e non vedo nel testo della legge quella certezza di riposta del comparto».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto di «riportare la discussione a quello che è il testo della legge: destinare 30 milioni al comparto ovicaprino della Sardegna. E’ evidente che non si risolvono i problemi della pastorizia sarda ma non ci sono alternative da parte di quelli che oggi dicono di non essere d’accordo e sollevano anche ora dubbi. Abbiamo accolto il grido di dolore che si solleva dal mondo agropastorale, che rappresenta il presidio civile delle zone interne della Sardegna e non solo». L’oratore ha aggiunto: «Questa legge è concreta e abbiamo assunto l’impegno all’inizio di agosto, ascoltando la piazza. Ed è bene che tutto il Consiglio regionale ne vada fiero, non solo la maggioranza di centrosinistra. Il vero tema è invece la velocità dei pagamenti: dobbiamo rispettarli».

Il presidente del Consiglio ha dato la parola al capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, che ha detto: «Poco fa un’agenzia di stampa ha dato la triste notizia del licenziamento di tutti gli operai di Ottana. E non è questa l’occasione di ragionare sulle cause ma certo una scellerata politica distrusse la solida economia agropastorale ha arricchito gli imbroglioni dell’industria pesante e oggi lascia macerie. Da quel periodo è iniziata la parabola della nostra economia: questi santoni che promettevano lo sviluppo e l’eldorado sono stati aiutati. Io non voglio che in Sardegna un girono si scriva che è finita l’era della pastorizia. Al contrario: dobbiamo vedere le nostre campagne in un’ottica nuova. E da sardi dobbiamo fare una battaglia nei confronti dello Stato e della Ue. La nostra economia agropastorale non è quella padana né quella olandese, non è possibile che le risorse dell’Ue non arrivino nelle campagne sarde». L’on. Pietro Pittalis ha poi aggiunto: «Sono oppositore di questa giunta ma sono fiero di votare questo provvedimento, sollecitato dal popolo dei pastori. Perché noi votiamo le cose positive e non cerchiamo il pelo nell’uovo a ogni costo. Approveremo dunque oggi questo provvedimento ma il presidente Pigliaru deve assumere l’impegno solenne che le risorse non si perderanno nelle pastoie della burocrazia. Perché di burocrazia non si campa».

Per la Giunta ha preso la parola l’assessore Pierluigi Caria, che ha ricordato la breve storia del provvedimento in esame: «E’ una legge per tutelare i pastori e si deve sapere che non abbiamo comprato le eccedenze del pecorino romano perché quell’acquisto non avrebbe portato un euro nelle tasche dei pastori. Oggi stiamo mantenendo un impegno assunto con forza da tutta la politica. Certo, è vero che non stiamo facendo un intervento strutturale: stiamo colmando un’emergenza che si è creata nei mesi scorsi nel settore che deve rappresentare l’ossatura principale dell’economia sarda». Per l’assessore «metteremo altri 20 milioni per gli altri comparti di allevamento insoddisfatti con il provvedimento di oggi e per l’agricoltura». Rispondendo all’on. Congiu ha detto: «Le misure del Psr non potevano essere adottate per questa risposta sollecitata dal mondo pastorale. Noi usiamo le norme sulla calamità naturale (nevicate, gelate e siccità), come ci ha suggerito il ministero. Sarà l’assessorato con Argea a occuparsi dei pagamenti e dovremo essere bravi a spendere tutti i 45 milioni, è una scommessa che mi assumo. Gli allevatori dovranno semplicemente indicare nella domanda i propri capi di bestiame e la produzione di latte delle ultime due annate». L’oratore della Giunta ha proseguito: «Con le organizzazioni agricole stiamo lavorando per un Psr di sviluppo e non di sostegno”.

Per dichiarazione di voto ha preso la parola l’on. Gianmario Tendas (Pd): «Non è un provvedimento risolutivo ma straordinario a fronte di una vera emergenza. Dobbiamo ora riprendere il discorso generale del settore».

L’on. Anedda (Misto) ha annunciato il voto a favore e ha detto: «Tutte le imprese sono oggi in difficoltà e le risorse sono aggiuntive e non ledono la dignità se creano sviluppo e non assistenza». E’ intervenuto anche l’on. Ledda (Psd’Az-La Base) e ha annunciato il voto a favore anche l’on. Tedde (FI), che ha detto: «E’ evidente che la piazza ha fatto paura al governo regionale e ora, ai pannicelli caldi, devono seguire misure capaci di incidere sul sistema agropastorale, dichiarando una volta per tutte lo stato di crisi».

Il consigliere Antonio Gaia (Cps), favorevole, ha affermato che «il provvedimento è condivisibile, un punto di partenza per il Consiglio che, con il contributo di tutto il mondo agro-pastorale, deve lavorare per arrivare ad una nuova legge organica sul pastoralismo per passare finalmente dalle parole ai fatti e consentire agli agricoltori sardi di far crescere le loro aziende».

Il consigliere Alessandro Collu, del Pd, ha ribadito il voto favorevole del suo gruppo, sottolineando che «con la legge si mettono in condizioni le aziende di salvarsi e di fare buona programmazione per le prossime annate; piuttosto, è necessario che la Regione intervenga presso lo Stato per aumentare le risorse nazionali che, con appena 17 milioni per l’intera penisola, sono del tutto insufficienti».

La consigliera Annamaria Busia (Misto), favorevole, ha dichiarato che «con la legge si imbocca la strada giusta per risolvere i problemi che stiamo vivendo, ma per il futuro le questioni del mondo agricolo dovranno essere affrontate in modo diverso, in linea con i cambiamenti del mondo agro-pastorale e con lo sguardo proiettato verso la costruzione di nuovo modello agricolo».

Il capogruppo dell’Udc Rubiu ha ribadito le sue preoccupazioni per la scelta dell’assessore di puntare sul riconoscimento dei danni da calamità naturale che a suo giudizio, nel negoziato con il Governo, «determineranno l’esclusione di molte aziende mentre, per quanto riguarda i tempi, è facile ipotizzare che i pagamenti reali arriveranno nella prossima primavera: tutto questo è preistorico».

Il capogruppo di Sdp – Art. 1 Daniele Cocco si è limitato a ricordare che i fondi previsti dalla legge saranno ripartiti solo in base al numero dei capi.

Luigi Lotto, presidente della commissione Agricoltura (Pd), favorevole, ha confermato che «si tratta di un intervento che va fatto, significativo nella sua dimensione, fortemente richiesto, necessario anche se non risolutivo». «Al Consiglio – ha proseguito – è affidato il compito di avviare da domani un percorso che, accanto a procedure più celeri, preveda anche un ruolo importante di altri soggetti, a cominciare da quello dell’agro alimentare organizzato, un modo che si deve cimentare assieme alle istituzioni nel difficile compito di individuare un nuovo modello per l’agricoltura sarda, in grado di creare ricchezza e benessere».

Subito dopo il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli della legge.

Sull’art 1, il consigliere Antonio Solinas, Pd, ha sottolineato che «il settore agro-pastorale ha una funzione strategica nell’economica regionale; il provvedimento in esame ha una funzione emergenziale ma deve essere approvato e ne vanno riconosciute sia la tempestività che la consistenza dal punto di vista finanziaria». Sulle modalità di attuazione, Solinas ha osservato che «è vero che Argea sarà organismo pagatore a livello regionale ma la straordinarietà della situazione richiede uno sforzo in più, soprattutto per evitare che il lavoro sui fondi della legge metta in secondo piano il Psr, ed assicurare i pagamenti entro Natale, sia utilizzando il personale di altre agenzie agricole o del sistema Regione sia, come ha suggerito il collega Pittalis, attraverso la costituzione di una task force esterna, ipotesi da non trascurare».

Al termine dell’intervento di Solinas il Consiglio ha approvato all’unanimità i 5 articoli della legge e le 7 tabelle allegate.

Prima del voto finale è stato presentato un ordine del giorno con primo firmatario il consigliere Michele Cossa dei Riformatori sardi con cui si impegna la Giunta a individuare misure di sostegno a favore delle aziende agricole ed agrituristiche danneggiate dagli incendi nella stagione 2017.

Illustrando il parere favorevole della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha assicurato che, all’interno delle regole sugli aiuti di Stato, si farà il possibile come per le precedenti calamità.

L’ordine del giorno è stato approvato.

In sede di dichiarazione di voto il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha confermato l’impostazione del suo partito «soprattutto dopo l’intervento dell’assessore Caria», confermando che, a suo giudizio, «si è trattato di una cattiva interpretazione della misura 5 del Psr che, invece, risarcirebbe anche il patrimonio strutturale delle aziende colpite da calamità perchè in realtà si fa riferimento anche ai danni al potenziale produttivo delle aziende».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, favorevole, ha sostenuto che «la legge non è un punto di arrivo ma di partenza anche in riferimento al documento consegnato al Consiglio dai pastori il 2 agosto scorso, un documento in cui ci sono molti punti non applicati soprattutto in materia di alleggerimento fiscale, servizio idrico, viabilità e strutture per la conservazione del latte». «Il provvedimento di oggi va bene – ha concluso – ma altri problemi restano a cominciare da quelli indicati dal movimento pastori».

L’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria è intervenuto nuovamente per precisare che, «per danni al potenziale si intende perdita degli animali ma questo non si è verificato, per cui intervenendo sul quella parte di Psr con una rimodulazione significava mandarlo alla Ue, con tempi molto più lunghi rispetto al disegno di legge».

Subito dopo il Consiglio ha approvato la legge con 48 voti.

Passando ad un punto successivo dell’ordine del giorno, il presidente ha formulato la proposta di rinvio della votazione riguardante l’elezione del Garante regionale dell’Infanzia. Il Consiglio ha approvato.

Successivamente l’Aula ha iniziato l’esame della proposta di legge n. PL 446 – modifiche alla legge regionale sul turismo ed il presidente ha dato la parola al primo firmatario, il capogruppo del Pd Pietro Cocco.

Nel suo intervento, Cocco ha affermato che la legge ha lo scopo di riportare la normativa regionale sul turismo alla sua vera natura, sopprimendo il comma 4 sia per considerazioni di ordine politico che per riserve sulla sua legittimità costituzionale, concludendo che il Consiglio potrà comunque disciplinare meglio il problema dell’accoglienza con altre norme specifiche.

Il relatore di minoranza Marco Tedde (Forza Italia), ha parlato di norma singolare e mai vista «prima approvata e poi modificata in 24 ore». Nel merito, ha aggiunto, «il giudizio sulla proposta è negativo perchè crea una pericolosissima commistione fra imprenditori del turismo e dell’accoglienza, finanziata da altre risorse; l’emendamento di Peru alla legge sul turismo era di buon senso e cancellarlo è sbagliato».

Luigi Crisponi, per i Riformatori sardi, ha messo l’accento sul fatto che «tutto l’armamentario verbale della legge sul turismo, accuse di razzismo comprese, era del tutto fuori luogo: distinguere fra imprenditori turistici ed imprenditori dell’accoglienza è segno di saggezza e significa guardare in faccia la realtà e, al contrario, se una Regione ad economia turistica come la Sardegna fa confusione su questo sbaglia di grosso».

Il consigliere di Forza Italia Antonello Peru ha espresso dispiacere «per dover intervenire a spiegare ancora una volta il senso dell’emendamento approvato dal Consiglio; la proposta afferma un principio di buon senso e per certi versi scontato, cioè che i contributi previsti dalla legge sul turismo spettano a chi fa turismo, mentre altri fanno accoglienza dei migranti, un’opera nobile e meritoria ma radicalmente diversa, che gode di specifiche misure di sostegno pubblico». «Se il Consiglio ritiene di fare una legge sull’accoglienza – ha continuato – sono totalmente disponibile ma è un’altra cosa, il turismo è la vocazione della Sardegna e merita attenzione e consapevolezza, per questo chiediamo il ritiro della proposta di legge, nata da un voto non controllato ma che ha prodotto un esito positivo che è sbagliato correggere con una prova muscolare».

Sempre per Forza Italia il consigliere Giuseppe Fasolino ha ricordato le espressioni irriguardose rivolte al suo gruppo dopo l’approvazione di quell’emendamento, affermando che «Peru ha dato una spiegazione molto puntuale di quel voto su cui si era registrata una convergenza della maggioranza». Siamo alle solite, ha protestato: «tutti dicono che il turismo deve essere un settore trainante della nostra economia e tutti ci siamo compiaciuti dei risultati di questa stagione anche se determinati in parte da una congiuntura internazionale, poi però quando ci sono da fare strategie per rilanciare il settore le cose cambiano». «Magari capiterà l’esclusione di una struttura ricettiva a favore di una di accoglienza – ha concluso Fasolino – e forse allora capirete l’errore di aver tolto risorse al turismo in una Regione turistica».

Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha iniziato dicendo di non pensare che «fosse necessario un supplemento di discussione su questo argomento perché, proprio ieri, l’assessore del Turismo Barbara Argiolas, al di là del titolo fuorviante sui troppi turisti, ha espresso considerazioni condivisibili sulla sostenibilità del sistema regionale per le presenze fortemente concentrate nel mese di agosto, quando si finiscono scorte d’acqua, i depuratori vanno al limite e le spiagge sono eccessivamente affollate anche in piccoli Comuni». A questo punto, secondo Truzzu, «o la Regione fa le scelte strategiche o le fa il mercato; ecco perché la legge sul turismo destina risorse a chi opera nel settore e non ad altri, le risorse per l’accoglienza sono diverse e ci sono, quindi la legge nasce da una visione ideologica di cui le stesse associazioni di categoria del turismo non si fanno una ragione».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha sostenuto che «la legge andrà ricordata fra le cose obbrobriose di questa legislatura confondendo fra turismo ed accoglienza, errore già fatto in materia di turismo cancellando la legge sul golf; adesso la maggioranza deve dire chiaramente alla gente che si stanno togliendo risorse al turismo».

Il consigliere di Sdp – Art.1 Luca Pizzuto, favorevole, ha ribadito il suo punto di vista evidenziando che «chi ha realizzato una struttura turistica ha scelto questo settore cambiando poi la sua attività, magari per sopravvivere, come dimostrano i dati che parlano di agriturismi e non di alberghi sul mare». «Per noi – ha dichiarato – è in gioco un principio inalienabile di giustizia e di solidarietà sociale che non può essere cancellato da un emendamento capzioso; il problema non è come riorganizzare il sistema turistico ma come organizzare localmente e non centralmente il sistema dell’accoglienza e comunque non possiamo restare indifferenti davanti alla sofferenza di milioni di persone».

La consigliera Alessandra Zedda, intervenendo in qualità di capogruppo Fi, ha definito “terribile” la scelta della maggioranza di modificare la legge approvata poco più di un mese fa dal Consiglio ed ha accusato il centrosinistra di non avere «un’idea di turismo e di sviluppo turistico». «La norma che proponete – ha dichiarato l’esponente della minoranza – è uno scempio e ribadisco condivisione per il contenuto dell’emendamento Peru: con la vostra iniziativa state facendo un danno serio alla Sardegna». «La vocazione turistica non è l’accoglienza – ha concluso la consigliera Zedda – ed invito la maggioranza a riflettere ritiro della proposta di legge».

Il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, ha dichiarato parere conforme a quello della maggioranza e il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis ha escluso richieste di votazioni a scrutinio segreto: «Vogliamo che la maggioranza si assuma la responsabilità dell’approvazione di un simile provvedimento che niente c’entra con la politica dell’accoglienza».

Posto in votazione il passaggio agli articoli è stato approvato con 25 sì e 12 no e dopo una breve sospensione dei lavori il presidente della Quinta commissione, Luigi Lotto (Pd), ha dichiarato il parere sugli emendamenti e quello della Giunta è risultato conforme a quello della commissione.

Non approvati gli emendamenti soppressivi dell’articolo 1 (n. 5 e n. 7) il presidente ha posto in votazione l’articolo 1 (Abrogazione) ed ha constatato, al termine dello scrutinio elettronico (solo 28 presenti) la mancanza del numero legale.

Il presidente Ganau ha dichiarato dunque conclusi i lavori ed ha convocato il Consiglio per questa mattina alle 10.00.

 

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Nuova Giunta 4 luglio 2017

La Giunta regionale ha nominato Antioco Porcu amministratore unico dell’Arst Spa per gli esercizi 2017 e 2018. Porcu prende il posto del dimissionario Francesco Marras.
L’Esecutivo ha destinato 45mila euro alle società sportive, per l’abbattimento dei costi delle trasferte nelle isole minori. L’ha deciso la giunta su proposta di delibera dell’assessore dello Sport Giuseppe Dessena.
Per le manifestazioni celebrative di figure di protagonisti della storia e della cultura sarda, come Grazia Deledda, Antonio Gramsci, Sebastiano Satta, Francesco Alziator, Mario Delitala e altri, la giunta ha stanziato 100mila euro. Su proposta dell’assessore della Cultura Giuseppe Dessena, il contributo sarà destinato alle istituzioni private che si occuperanno della organizzazione degli eventi e della rendicontazione.
Su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, la Giunta ha approvato il Bilancio di previsione dell’Agenzia regionale Laore Sardegna per gli anni 2017-2019. L’esecutivo ha inoltre votato l’integrazione dell’elenco dei Comuni colpiti dalle gelate tardive dello scorso mese di aprile con l’inserimento del comune di Zeddiani.
E’ stato approvato, su proposta dell’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, l’accordo di programma del progetto di sviluppo territoriale “Tepilora: patrimonio accessibile a tutti”, sottoscritto lo scorso 7 agosto a Bitti. Cultura e identità, fruibilità dei siti, governance territoriale i punti di forza su cui il progetto punta per sviluppare un’offerta turistica differenziata dal punto di vista sociale, sportivo, ambientale e culturale. Il progetto ha un valore complessivo di circa 15 milioni di euro tra fondi nazionali (FSC, fondi sviluppo e coesione) ed europei.

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Va in archivio l’edizione 2017 della “Festa manna di Gaddura” che si è svolta a Luogosanto dal 7 al 9 settembre. Tre giorni in cui la “Città Mariana” è stata al centro della vita sociale e religiosa in Gallura. «Sono stati dei giorni impegnativi ma davvero soddisfacenti – commenta il sindaco di Luogosanto, Agostino Pirredda – il bilancio finale della “Festa manna” non può che essere molto positivo. Tutto si è svolto alla perfezione: dall’organizzazione dei riti religiosi ai concerti di Alex Britti, degli Istentales e dei Tressardi. Va detto che il Comitato Fidali ’73, che ha avuto l’onere e l’onore di organizzare la festa, ha azzeccato i protagonisti dei due concerti. Ormai è stato raggiunto un livello davvero alto e l’auspicio, per il 2018, è proprio quello di mantenere questa qualità e, semmai, di migliorarla». Se l’esibizione del cantautore romano Alex Britti è stato, come da facile previsione, l’evento più seguito (con migliaia di persone davanti al palco), il momento più significativo ed emozionante della “Festa manna” è stata, come sempre, la conclusione della processione religiosa: «L’attimo più suggestivo anche quest’anno è stato l’ingresso del simulacro della Madonna nella Basilica – spiega Pirredda – circondata e protetta  dai cavalieri, dai gruppi folk, dalle autorità civili e religiose e da tutta la popolazione di Luogosanto e non solo. Quando la processione termina senza intoppi e tutto si svolge in perfetto ordine, allora significa che il primo, grande passo verso una festa riuscita è stato compiuto. Voglio ringraziare la Pro Loco di Luogosanto, che ha curato la direzione artistica della processione». Un commento su Alex Britti: «Una persona straordinaria, un grande professionista che ha fatto due ore di concerto suonando musica di alto livello».

La “Festa manna di Gaddura” è stata estremamente partecipata con un lungo elenco di gruppi folk e di confraternite presenti: a partire dal “Civitas Mariana di Luogosanto, per proseguire con il gruppo folk “Santa Maria” Arzachena; “Città di Arzachena”; i due gruppi di Sant’Antonio di Gallura, quello omonimo e il gruppo “Lu Naracu”; “Lu rizzatu Caragnanesu” di Calangianus; “Nuovo gruppo folk Lungoni” di Santa Teresa Gallura; “Gruppo folk Bortigiadas”; “Li Frueddhi” di Telti; i due gruppi folk di Trinità d’Agultu e Vignola, quello omonimo e il gruppo “La Trinitai”; i due gruppi folk di San Pantaleo, quello omonimo e il gruppo “Balbacana”; il gruppo folk olbiese e, infine, il gruppo “Ampuriesu” di Valledoria. Le confraternite presenti provenivano da Olbia, Calangianus, Monti, Bortigiadas ed Aggius. Anche la parte politica e amministrative della Sardegna ha voluto omaggiare la 789esima edizione della festa: erano presenti, infatti, i due assessori regionali Pierluigi Caria e Cristiano Erriu, i consiglieri regionali Giuseppe Fasolino e Giuseppe Meloni, il presidente dell’Anci Emiliano Deiana, il senatore Silvio Lai, oltre ai sindaci di Santa Teresa, Aglientu, Badesi, Calangianus, Sant’Antonio di Gallura, Telti, Loiri – Porto San Paolo, Monti, La Maddalena e i rappresentanti di Padru, Olbia, Tempio e Luras. «I rappresentanti delle istituzioni ci hanno omaggiato della loro vicinanza e questo ci riempie di orgoglio, cosi come la presenza di tutti i gruppi folk e delle confraternite: li sentiamo vicini, devo ringraziarli tutti – dice Agostino Pirredda – questo è, in effetti, il riconoscimento migliore e ufficiale per la “Festa manna di Gaddura”».

Venerdì prossimo si svolgerà l’ultimo appuntamento della tradizione: la “Festa di l’ottu” che si svolge, appunto, otto giorni dopo l’inizio dei festeggiamenti. In quell’occasione il Comitato uscente consegnerà la bandiera a quello entrante. «Noi del ’73 faremo il passaggio di consegne a quelli del ’74 – racconta il sindaco – i quali entro il 30 settembre si costituiranno ufficialmente in Comitato Fidali 74 e inizieranno a organizzare l’edizione del 2018. Il sistema dei comitati, istituito decenni fa, è importantissimo e funziona alla perfezione, non c’è nulla da cambiare ed è proprio grazie a questa dinamica che, ogni anno, la festa è sempre molto bella e partecipata. I comitati devono continuare a lavorare come hanno sempre fatto».

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Ammontano a 2 milioni e 176mila euro i pagamenti sbloccati ieri da Agea (Agenzia nazionale per le erogazioni in Agricoltura) a favore degli imprenditori agricoli regionali aderenti al Psr, il Programma di sviluppo rurale, sulle diverse misure.
«Sul fronte dello sblocco dei pagamenti abbiamo ottenuto un risultato a beneficio dei nostri imprenditori agricoli – spiega l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria -. Ad oggi la spesa complessivamente effettuata dal 1 gennaio 2016 sul programma di sviluppo rurale della Sardegna ammonta ora a 225 milioni di euro, di cui 92 milioni erogati nell’anno in corso. Continueremo a sollecitare il pagatore nazionale Agea a garantire tempi certi per i pagamenti, poter permettere alle aziende di programmare attività e investimenti.»
La quota principale, oltre 969mila euro, è destinata alla misura sulla difesa del suolo, mentre 302mila euro sono stati impiegati per le aziende che hanno applicato i metodi dell’agricoltura biologica. La cifra di 510mila euro è stata utilizzata per il saldo degli aiuti su misure a investimento (investimenti aziendali e viabilità rurale) e altri 196mila euro per interventi forestali. La differenza restante è stata utilizzata per il pagamento di alcune decine di domande relative al miglioramento del benessere degli animali e per indennità compensative.

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Riparte il Sardegna Jumping Tour 2017, evento-clou dell’equitazione in programma nell’impianto di Tanca Regia, ad Abbasanta, dal 15 al 17 settembre e dal 22 al 24 settembre. La manifestazione, che attende un pubblico di appassionati e di produttori di cavalli, riservata al cavallo nato e allevato nell’Isola viene organizzata dal comitato regionale Fise, la Federazione italiana sport equestri, e dall’agenzia regionale per l’innovazione in agricoltura Agris.
«La Giunta Pigliaru ha dedicato una nuova attenzione per risollevare il mercato ippico sardo, piuttosto sofferente sia sotto l’aspetto dell’allevamento che della commercializzazione. Sosteniamo finanziariamente questa manifestazione di eccellenza nel nostro disegno di rilancio del comparto, che più di altri, ha bisogno di programmazione» ha affermato l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria. Su sua proposta l’Esecutivo aveva approvato il programma annuale di interventi a favore del comparto ippico con una dotazione finanziaria di un milione di euro, trasferita all’Agenzia Agris.

«Nell’azione di rilancio – ha aggiunto l’assessore dell’Agricoltura – contempliamo anche il parametro dell’attrattività turistica e dell’artigianato per il contesto territoriale di pregio dell’Isola e quello della rivitalizzazione delle strutture di Agris che ben si prestano a queste iniziative. Ci auguriamo che sia un’edizione di successo e una valida vetrina per i nostri produttori. Due settimane di permanenza in Sardegna degli animali in gara, infatti, permetteranno ai compratori di entrare in contatto con il mondo dell’allevamento sardo per valutare l’acquisto di esemplari nati e allevati in Sardegna». 
Agris, impegnata in tutte le azioni di impulso all’allevamento e di valorizzazione del comparto, gioca un ruolo di primo piano anche in qualità di co-organizzatore e ospita la manifestazione nei suoi impianti di Tanca Regia, ad Abbasanta.
«L’Agenzia, tra i compiti di innovazione che le competono e ai fini di un programma coordinato di interventi per il rilancio del comparto, porta avanti un programma di selezione finalizzato alle peculiarità e agli obiettivi del sistema allevatoriale della Sardegna. Agris ha tra l’altro sviluppato una buona sinergia con la Fise Sardegna per l’organizzazione e la promozione delle discipline sportive di riferimento, finalizzate anche a verificare gli esiti dei processi selettivi nelle varie discipline», hanno spiegato il direttore generale dell’Agenzia, Roberto Zurru, e il direttore Dipartimento di ricerca per l’incremento ippico, Raffaele Cherchi.
Come nell’edizione passata, infatti, la manifestazione richiama nell’isola cavalieri di prestigio nazionale, patiti del salto ostacoli e il mondo degli allevatori che verificheranno le performance degli esemplari in gara. Il montepremi è di 98.200 euro divisi per due concorsi nazionali ‘6 stelle’ a weekend, con un totale di 60 gare. Inoltre, si disputerà la finale del ‘Trofeo Nuraghe’, riservato ai cavalli nati e allevati in Sardegna con un montepremi di 56mila euro ripartito nelle quattro categorie (4, 5, 6 e 7 o oltre 7 anni), come ha spiegato il presidente del Comitato regionale Fise, Stefano Meloni, presente alla conferenza stampa insieme al responsabile tecnico Gianleonardo Murruzzu.
«Siamo riusciti a fare un trofeo per il cavallo sardo, il Trofeo Nuraghe e se riusciamo a dargli continuità i cavalieri riprenderanno ad acquistare cavalli sardi – ha sottolineato Stefano Meloni -. Negli ultimi anni si sono preferiti cavalli esteri. Un tempo il cavallo italiano era il cavallo sardo. Dobbiamo ritornare a quella situazione: Agris deve riprendere in mano l’allevamento sul solco della selezione sarda tendendo conto degli orientamenti genetici attuali, la Fise deve alzare la competizione per far diventare competitivo il cavallo sardo. Siamo al top nazionale, questo è un concorso a 6 stelle. Se riusciamo a programmarlo per almeno cinque anni possiamo raggiungere gli obiettivi.»

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agricoltura

Sono stati pubblicati sul sito istituzionale i bandi di Argea, dedicati all’erogazione di aiuti per gli imprenditori produttori di cereali e di leguminose.
I bandi dell’agenzia regionale per la gestione e l’erogazione degli aiuti in agricoltura della Regione Sardegna sono frutto di due interventi, del valore di quasi 2 milioni di euro, deliberati dalla Giunta regionale lo scorso primo agosto su proposta dell’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria. Con i provvedimenti dell’Esecutivo vengono premiate le coltivazioni del grano duro con 1,5 milioni di euro e, con uno stanziamento da 500mila euro, quelle dei cereali minori, grani antichi e leguminose da granella. In entrambi i casi interessa gli imprenditori che aderiscono ad accordi di filiera e, per quanto riguarda il grano duro, l’intervento comprende le adesioni con imprese sia di prima sia di seconda trasformazione (mulini, pastifici e panifici). Nel primo intervento la concessione degli aiuti prevista è pari a 150 euro per ettaro, incrementabili fino a 200 euro qualora vengano usate sementi certificate. La superficie minima è pari a cinque ettari per azienda, mentre quella ammissibile agli aiuti non può superare i 20 ettari. Nel secondo bando è fissata a 200 euro a ettaro la concessione per i produttori regionali di cereali minori, grani antichi e leguminose da granella. In questo caso, tenuto conto del carattere innovativo della misura, la superficie minima per azienda è di un ettaro, quella massima è di 20 ettari.
Il capofila degli accordi di filiera dovrà presentare ad Argea entro il 30 settembre la proposta di accordo, che sarà esaminata dagli Uffici regionali per una verifica di congruità. Seguirà la formalizzazione degli accordi e la presentazione delle domande delle imprese agricole secondo il calendario riportato negli avvisi pubblici. Le condizioni di accesso agli aiuti sono pubblicate sull’home page del sito della Regione. 

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Pigliaru Caria Paci agricoltura siglata dichiarazione congiunta

E’ stata siglata ieri sera in Consiglio regionale, una dichiarazione congiunta tra l’Esecutivo, la maggioranza in Consiglio regionale e le associazioni agricole sulle problematiche delle campagne, con lo scopo di individuare le risorse sia per l’emergenza sia per gli interventi strutturali.
Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, gli assessori dell’Agricoltura e del Bilancio, Pierluigi Caria e Raffaele Paci, i presidenti delle commissioni Bilancio e Agricoltura in Consiglio e i capigruppo, si sono riuniti con i rappresentanti di Coldiretti e Agrinsieme, coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari per sottoscrivere il documento.
La stipula prevede la ricerca, nel più breve tempo possibile nel quadro dell’iter legislativo, di ulteriori 20 milioni di euro per compensare le gravi perdite subite da tutti i comparti agricoli.