22 November, 2024
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«È un’importante occasione di approfondimento dei temi proposti all’interno della legge. Un’opportunità offerta a tutti i portatori di interesse, ai cittadini, agli ambientalisti e agli amministratori locali di poter intervenire e portare il loro punto di vista sul disegno di legge.»

Lo ha detto stamane, a Olbia, l’assessore regionale dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, nel corso del secondo incontro pubblico sul disegno di legge di Governo del territorio. Ai lavori hanno partecipato oltre un centinaio di persone, tra cui il presidente della commissione consiliare competente Antonio Solinas, i consiglieri regionali del territorio, l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria, i sindaci della Gallura, l’amministratore unico di Forestas Giuseppe Pulina, i rappresentanti delle Associazioni imprenditoriali e ambientaliste, delle organizzazioni sindacali e degli Ordini professionali.

«È un dibattito che, per la prima volta, viene organizzato dalla Regione con questo livello di pervasività che coinvolge tutta la Sardegna – ha sottolineato l’assessore Cristiano Erriu -. Chiunque ha la possibilità di partecipare e dire la sua. Oggi abbiamo offerto una possibilità ulteriore, per gli interessati, di scendere maggiormente nei particolari dei vari temi, anche rispetto a quanto è successo nel primo incontro, che si è tenuto a Cagliari lo scorso 27 aprile, soprattutto per i punti che attengono il governo del territorio costiero e delle zone interne. Un altro aspetto molto importante – ha concluso Cristiano Erriu – riguarda le modalità di approvazione dei Piani urbanistici comunali, con l’idea di accelerare i tempi di approvazione dei Puc e allo stesso tempo dare certezza giuridica alle famiglie, alle imprese e alle Amministrazioni comunali.»

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ambiente, acqua, risorse idriche

«Siamo stati e continuiamo a essere in costante contatto con gli uomini di Enti e Agenzie regionali che da giorni stanno lavorando per ridurre e contenere le criticità dovute al maltempo. Appena superata l’emergenza, l’Assessorato attiverà tutti gli uffici competenti di Argea Sardegna, e se necessario anche di altre Agenzie, per avviare una prima valutazione sul campo delle criticità causate alle aziende agricole sarde soprattutto da pioggia, esondazioni di fiumi e torrenti o da altri fattori metereologici avversi.»

Lo ha dichiarato l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, nel commentare i fenomeni di maltempo che in questi ultimi giorni hanno interessato diversi territori dell’Isola.
«Le tanto attese precipitazioni, di cui le nostre campagne e i nostri bacini di invasamento avevano estremamente bisogno – ha proseguito Pierluigi Caria -, hanno causato numerose difficoltà nei centri abitati e nelle nostre campagne rallentando, in taluni casi anche di molte ore, le attività soprattutto nelle aziende zootecniche poiché strade di penetrazione agraria o vie di collegamento delle zone più impervie erano state invase dall’acqua, dai detriti o danneggiate. In situazioni estreme sono dovute anche intervenire le squadre di soccorso, per aiutare allevatori rimasti isolati. Come Regione – ha concluso l’assessore dell’Agricoltura – faremo tutto quello che il ruolo istituzionale e le risorse finanziare ci permetteranno di attivare per venire incontro alle esigenze e alle difficoltà degli imprenditori agricoli sardi colpiti dal maltempo.»

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L’assessore Pierluigi Caria ed il presidente della Commissione Attività produttive del Consiglio regionale, Luigi Lotto, hanno incontrato ieri una delegazione delle associazioni ARAS ed APA guidata dai commissari straordinari, Enrico Leccisi e Vito Tizzano, e dal rappresentante dell’Associazione italiana allevatori (AIA), Vincenzo Greco. Al tavolo hanno inoltre partecipato i rappresentanti degli assessorati della Programmazione e del Personale.
L’incontro ha visto tutti i partecipanti impegnati a trovare una soluzione condivisa sulla gestione delle sofferenze finanziarie che interessano l’Associazione regionale allevatori della Sardegna (ARAS) e le Associazioni provinciali allevatori (APA).
Alla luce del dissesto di bilancio in cui versano ARAS ed APA, motivo di forte preoccupazione di istituzioni, dipendenti e allevatori, la Regione ha più volte ribadito che vanno tutelati i posti di lavoro e le mansioni svolte dalle 5 associazioni nelle aziende zootecniche isolane: dall’assistenza tecnica sul benessere degli animali alla gestione dei libri genealogici delle razze.

Ad oggi, ARAS conta 299 dipendenti e le 4 APA complessivamente 81. Secondo un primo calcolo potrebbero essere accompagnati alla pensione fra le 10 e le 15 persone sul totale generale. Garantiti i lavoratori e le prestazioni per le imprese agricole, la Regione è disponibile a trattare sulla stipula di una nuova convenzione con un aumento delle mansioni e quindi delle risorse. Per poter procedere, Pierluigi Caria ha chiesto ai Commissari di avere e di visionare un piano aziendale che sia sostenibile con la nuova riorganizzazione. Nel ribadire la totale volontà della Giunta a trovare le giuste soluzioni, è stata inoltre chiesta garanzia affinché la filiera delle attività e della gestione del futuro organismo rimangano in Sardegna, così come è stata avanzata la proposta di rivedere lo statuto e i suoi organi di rappresentanza.

All’orizzonte ci sono tre ipotesi di riforma: nella prima si procederebbe alla costituzione di una nuova associazione privata, che stipulerebbe direttamente con la Regione convenzioni a lungo termine, associazione che quindi assorbirebbe i dipendenti sia di ARAS che delle 4 APA. All’interno di essa potrebbero nascere due sottosezioni, che andrebbero di fatto a seguire le attività svolte dalle attuali 5 associazioni. Altra ipotesi, qualora fosse autorizzata una deroga governativa, riguarda il transito con concorso di un numero ancora non definibile di lavoratori all’interno di Laore Sardegna. La parte rimanente andrebbe invece inquadrata fra le fila del nuovo soggetto privato che, come nel primo caso, stipulerebbe direttamente con la Regione convenzioni a lungo termine. Terza ipotesi, avente le medesime finalità di salvaguardia dell’organico e di continuità dei servizi agli allevatori, vedrebbe costituito un nuovo soggetto giuridico, derivante dalla trasformazione di ARAS in una società di servizi a partecipazione pubblico/privata, parallelamente alla riorganizzazione delle 4 APA in un’unica associazione regionale.

Pierluigi Caria ha proposto di incontrare a breve, insieme ai Commissari, le rappresentanze sindacali così da illustrare i possibili scenari che potrebbero portare alla chiusura della vertenza. Nei primi giorni di maggio il titolare dell’Agricoltura, il collega del Personale, Filippo Spanu, e una delegazione di consiglieri regionali parteciperanno a una serie di incontri tecnico-politici in programma al ministero della Funzione pubblica e in quello delle Politiche agricole, alimentari e forestali.

«Abbiamo fatto un importante passo avanti. Stiamo battendo tutte le strade possibili per salvare i posti di lavoro e garantire al contempo professionalità importanti al mondo allevatoriale sardo.» Così Pierluigi Caria che ha aggiunto: «Abbiamo un mandato forte dall’intero Consiglio regionale, anche per reintegrare i dipendenti APA licenziati alcune settimana fa, e con tutta la politica e i portatori di interesse siamo disponibili a collaborare per chiudere quanto prima questa crisi che abbiamo ereditato noi, i lavoratori e gli allevatori della Sardegna».

«Apprezziamo l’impostazione data dalla Regione e con l’ultimo confronto possiamo dire di aver imboccato concrete strade per una possibile chiusura della vertenza.» Lo ha detto il Commissario Enrico Leccisi, mentre il collega Vito Tizzano ha commentato: «Rimane ancora tanto da fare ma siamo convinti che, con il clima collaborativo che caratterizza i tavoli di confronto, la via d’uscita sia sempre più vicina».

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«Si tratta di una buona notizia, tanto attesa dopo queste lunghe settimane di interlocuzioni costanti con il Ministero – ha detto l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria -. Ci siamo attivati da subito per difendere i nostri tre ippodromi sardi spiegando che l’insularità e la poca popolazione della Sardegna erano elementi che non permettevano ai nostri centri di poter concorrere alla pari con gli altri ippodromi nazionali. Abbiamo chiesto e richiesto al Ministero di rivedere la norma ed il risultato di oggi, di fatto una sospensiva fino al prossimo 31 dicembre, è un primo passo che ci impone di continuare il confronto con il prossimo inquilino del MIPAAF con cui dobbiamo arrivare a una revisione dei parametri di valutazione. Come Esecutivo – ha aggiunto Pierluigi Caria – stiamo investendo risorse importanti sul mondo del cavallo, sostenendo rassegne e appuntamenti anche internazionali, gare, ristrutturazioni degli impianti e, soprattutto, rilanciando l’allevamento del cavallo di razza anglo-araba. Grazie a questi interventi, già da qualche anno, si respira in Sardegna un’aria diversa, più rivolta verso il rilancio del comparto. Come Regione continuiamo a fare tutto il possibile per tutelare un settore che può produrre economie importanti in diversi territori dell’Isola. Il traguardo di oggi – ha concluso l’assessore dell’Agricoltura – è frutto di un lavoro di squadra costruito con la preziosa e determinante collaborazione dell’Agenzia Agris Sardegna, degli ippodromi e di alcuni amministratori locali a cui va tutto il mio ringraziamento.»

«Il decreto di riammissione in ruolo arriva anche a seguito del nostro progetto di rilancio inviato al Ministero. Ci auguriamo tuttavia che il TAR accolga il ricorso e bocci tutto il decreto Castiglione che, con il parametro di valutazione basato sulle scommesse, ci ha messo in questa brutta situazione – ha detto il presidente del consiglio di amministrazione dell’ippodromo di Chilivani, Nicola Fois -. Ci auguriamo inoltre che al Ministero tengano conto delle specificità dell’allevamento sardo, della sua lunga tradizione e che valorizzino aspetti in cui, per esempio qui a Chilivani, siamo ai vertici nazionali come cavalli partenti. Da oggi più che mai – ha concluso Nicola Fois – saremo sempre in contatto con le istituzioni regionali e locali per cercare di tutelare gli interessi di un mondo che sta ripartendo e che per la Sardegna vuol dire tanto in termini di occupazione e lavoro.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la mozione n. 413 (Lotto e più) e l’ordine del giorno Rubiu (Udc) e più, sulla difesa delle produzioni di agnello IGP di Sardegna dalle imitazioni e dall’introduzione sul mercato di agnelli provenienti dall’estero macellati nell’Isola e marchiati IGP di Sardegna. Approvata anche la mozione n. 331 (Cherchi Augusto e più) sulla mancata attuazione delle disposizioni della legge 15 marzo 2010, n. 38, concernente “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il presidente ha comunicato al Consiglio una delibera della Giunta per le elezioni con la quale viene contestata formalmente l’incompatibilità prevista dalla legge ai consiglieri Christian Solinas e Gavino Manca eletti rispettivamente al senato ed alla Camera, che non hanno esercitato il diritto di opzione per la carica prescelta entro 10 giorni. Di conseguenza il Consiglio, chiamato a votare a scrutinio segreto per l’avvio della procedura di contestazione si è espresso favorevolmente con 27 sì, 13 no e 2 astenuti (Fasolino e Tedde di Forza Italia).

Il presidente ha illustrato poi una seconda delibera della Giunta con la quale, dopo le dimissioni di Pietro Pittalis risulta subentrante in base alla documentazione ufficiale Stefano Coinu, che viene proclamato eletto e presta giuramento.

Subito dopo l’Aula ha iniziato la discussione della mozione n. 311, primo firmatario Augusto Cherchi del Pds, sull’introduzione delle cure palliative e della terapia del dolore nel sistema sanitario regionale.

Nel suo intervento, Augusto Cherchi ha ricordato che «fin dal 2015 erano state presentate specifiche istanze al presidente Francesco Pigliaru ed all’assessore Luigi Arru, seguite da una interpellanza nel 2016 e questa mozione nel 2017 mentre Lo Stato ha approvato all’unanimità nel 2010 una ottima legge-quadro presa ad esempio dall’Organizzazione mondiale della Sanità, per porre le basi per l’applicazione diffusa di questa terapia che riguarda 80 milioni di persone nel mondo, costa il 20% della sanità in Europa, 19 miliardi in Italia e 600 milioni in Sardegna». «Ma al di là dei numeri – ha aggiunto Augusto Cherchi – la terapia ha un alto significato sul piano etico e morale, oltre che economico, per la Sardegna che ha poli di eccellenza dove però ci sono liste d’attesa di oltre un anno e problemi di personale: chiediamo perciò l’attuazione della legge 38/2010».

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco, vice presidente della commissione Sanità, ha affermato che «il reparto attivo presso il Brotzu non funziona a pieno regime ed ha gravi carenze di organico oltre che liste d’attesa inaccettabili di circa 12 mesi, per cui in un momento così drammatico per la sanità sarda è urgente intervenire sul reparto che va messo in condizioni di funzionare con piena efficienza».

Sempre per Forza Italia il vice capogruppo Marco Tedde ha definito la situazione di tanti pazienti sardi che soffrono «immorale, anche se non partiamo da zero perché nel 2013 e nel 2014 sono stati adottati importanti atti preliminari istituendo la rete della terapia del dolore; poi però si è fermato tutto e si tratta di una negligenza che dimostra la gestione debole della sanità sarda». La maggioranza, secondo Marco Tedde, «ha imposto una riforma sanitaria piena di lacune imponendo al Consiglio tappe forzate mentre si attende da 6 mesi l’approvazione del Ministero ed anche la vicenda dei diabetici sardi è emblematica perché diversi da tutti gli altri perché non possono utilizzare farmaci e supporti».

Per i Riformatori sardi, il consigliere Luigi Crisponi, «oltre alla legge su terapia del dolore c’è la 26/14 sull’endometriosi approvata all’unanimità dal Consiglio e mai attuata neanche nella parte che prevedeva specifiche esenzioni per le pazienti, mentre il governo nel 2017 ha adottato i Lea che comprendono queste esenzioni: è su queste cose che l’assessore deve dare risposte».

Antonello Peru, di Forza Italia, che in apertura ha dichiarato di voler aggiungere la sua firma alla mozione, ha sottolineato l’importanza della legge nazionale di riferimento e le risorse in essa contenute, impiegate anche dalla Sardegna per realizzare a suo tempo 3 hospice ma queste strutture, ha segnalato, «sono del tutto insufficienti e quelle attive non funzionano al meglio, dimenticando che le persone hanno diritto di poter vivere in modo dignitoso anche le malattie gravi, una esigenza che va recepita non solo realizzando le strutture ma anche promuovendo l’assistenza domiciliare». «Sui diabetici – ha concluso – è stato fatto un primo passo ma occorre fare di più a partire dalla dotazione degli strumenti di monitoraggio sottocutanei».

Ancora per Forza Italia il capogruppo Alessandra Zedda, cercando di capire le ragioni della mancata attuazione della legge e delle stesse delibere della Giunta, ha sottolineato «l’evidente menomazione del diritto alla salute dei sardi anche perché le liste di attesa di oltre un anno mezzo sono di fatto virtuali perché mancano le strutture in grado di prendere in carico i pazienti». La situazione complessiva, ha continuato, «fa capire che non si crede in questa terapia nonostante la Regione sostenga per intero i costi della sanità con ricorse pari a circa il 60% del proprio bilancio».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, che ha definito l’argomento «molto delicato», ha ricordato gli atti compiuti nella legislatura precedente che, nella sostanza, «in molti casi non coincidono e parlano di strutture molto carenti nonostante la disponibilità significativa di risorse». Fra l’altro, ha detto ancora Cocco, «è stato istituito un tavolo tecnico che ha prodotto una relazione che individua precise problematiche nella formazione del personale tanto è vero che sono state stanziate risorse aggiuntive per 480.000 ripartite in 3 master, uno dei quali partito venerdì scorso». Affrontando in generale lo stato della sanità sarda, Pietro Cocco ha auspicato «una discussione seria su riforma sulla nuova rete ospedaliera perché su questo abbiamo scommesso, i problemi che emergono sul campo sono tanti ma ci sono anche molte notizie infondate, insomma serve una operazione-chiarezza».

In qualità di capogruppo, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha detto che «prima di dare giudizi avventanti è bene documentarsi perché non è vero che la Sardegna non ha fatto niente, tanto è vero che la struttura del Brotzu è stata realizzata nei primi 2000 e, siccome non c’erano centri pubblici, molti privati li hanno realizzati col contributo di associazioni». «Ci sono quindi ampie responsabilità di tutti – ha sostenuto ancora Giorgio Oppi – e sotto questo profilo la mozione deve spingerci ad operare concretamente e c’è molto da fare anche per dare attuazione alla riforma della rete ospedaliera, che segna il passo al ministero ma non si può aspettare la fine della legislatura perché questo vuoto paralizza la sanità sarda». «E poi – ha concluso – bisogna dare basta al balletto dei privati che scaricano tutte le responsabilità sulla Regione».

Per la replica l’assessore Luigi Arru ha ringraziato l’on. Cherchi per aver sollevato il problema in aula e ha detto: «La legge è del 2010, non nel 2014. E cosa è accaduto sino a oggi? E cosa non si è fatto dal 2010 al 2014? Cure palliative e terapia del dolore sono materie che si intrecciano ma sono cose diverse. Il problema è creare reti e personale, che deve essere formato adeguatamente. Presto con l’Università attiveremo un master di secondo livello per la terapia del dolore e abbiamo già un’eccellenza, Olbia, che è stata certificata dal Sole 24 ore».

Per l’assessore alla Sanità «grazie a dei colleghi che operano all’Oncologico siamo bravissimi anche con le terapie invasive e non userei il parametro delle liste d’attesa per affrontare questo problema perché spesso i ritardi derivano da responsabilità altrui e dalla nostra decisione di risistemare, con opere urgenti, gli ospedali che ne hanno bisogno. Da quando si è arrivati si è detto che la Sardegna spende troppo per la Sanità: mettiamoci d’accordo su questo. Noi siamo convinti che la nostra proposta di riorganizzazione della rete ospedaliera sia la più efficace sotto il profilo della governance ed è molto più importante per noi togliere il dolore che lasciare medici in ospedali dove ci sono reparti che lavorano pochissimo. Dobbiamo portare la cultura antalgica fuori da Cagliari e formare medici specialisti nella terapia del dolore».

L’on. Cherchi (Pds) ha replicato: «Questa mozione ha tre anni di gestazione e alla fine del mio intervento rifarò la domanda con la quale ho aperto l’intervento. Non confondiamo i malati di tumore con la terapia del dolore e nemmeno le cure palliative con il dolore. Non abbiamo in Sardegna un solo posto letto per le cure palliative pediatriche eppure sono mediamente trenta ogni anno i pazienti pediatrici che si avviano alla fine della vita. Noi non abbiamo la rete delle terapie del dolore ma non c’è hub senza rete: chiedo all’assessore se intende costituire o no la rete prevista dalla legge 38 del 2010?».

L’on. Marco Tedde (FI) ha chiesto di aggiungere la sua firma alla mozione Cherchi e ha aggiunto rivolto all’assessore Luigi Arru: «Lei è diventato abilissimo a glissare sulle questioni centrali. Con molta eleganza interpreta il suo ruolo, ma senza impegno. Lei non ha mosso un passo per attuare la legge 38 e questi sono i fatti: com’è andata a finire la riorganizzazione della rete ospedaliera, non aggiri le domande e non dia risposte evasive».

L’assessore Arru ha ripreso la parola per dire che intende «applicare la legge 38, con i tempi che avete utilizzato voi, dal 2010 al 2013».

Per l’on. Pietro Cocco (Pd) «il collega Tedde ha sbandato ma stiamo ad ascoltarlo lo stesso».

La capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, ha detto: «Continuate pure con questo andazzo ma la risposta sarà uguale a quella che avete ottenuto il 4 marzo».

Per il Pds è intervenuto l’on. Roberto Desini, secondo cui «c’è una mozione e a  quella l’assessore Arru è chiamato ad attenersi. Da anni siete chiamati a dare attuazione alla legge 38, è arrivato il momento di recuperare il tempo perduto».

Il sardista Angelo Carta ha ricordato che «l’Aula è d’accordo sulla mozione» e così l’on. Daniele Cocco (Art. 1): «Fare l’assessore a fine mandato non è un regalo per nessuno ma oggi è necessario applicare immediatamente la legge 38. I sardi hanno aspettato abbastanza».

La mozione 331 è stata approvata.

La mozione 413 sulla difesa degli agnelli marchiati IGP Sardegna è stata presentata dall’on. Luigi Lotto (Pd), presidente della commissione Agricoltura. L’oratore ha detto: «Una vicenda di cronaca della scorsa settimana porta alla ribalta sulla stampa ancora una volta il tema della certificazione dei prodotti sardi e della protezione della loro origine mediante un marchio. Sembrerebbe che degli agnelli siano stati importati in Sardegna dalla Romania, macellati in Sardegna e poi esportati di nuovo con il marchio sardo. E’ fondamentale il ruolo del consorzio in questo caso come in tutti i casi di protezione dei prodotti con un marchio nostro. E’ chiaro che servono norme nuove, anche penali, contro la contraffazione: lasciamo alla magistratura il compito di occuparsene, accanto al Parlamento presso il quale giace un disegno di legge. Con chiarezza però viene alla luce del sole un fatto che tutti sospettavamo: il marchio sardo ha un valore enorme se qualcuno si preoccupa di portarli dalla Romania, macellarli e rivenderli come prodotto di Sardegna. Siamo certi che il Consiglio regionale vorrà prendere una posizione chiara e univoca su questa vicenda, che ci porta a stare a fianco al Consorzio di tutela in questo caso e più in generale ai marchi dell’olio, del vino e del settore lattiero caseario. Dobbiamo lavorare per ottenere anche altri marchi di origine, allargando le nostre produzioni e tutelandole nel commercio. Questa vicenda va condannata ma ci deve servire da monito».

Nella discussione è intervenuto l’on. Gianluigi Rubiu (Udc), che ha ringraziato il collega Lotto per la mozione: «Il problema è grave e va oltre il fatto fine a se stesso: nel 2015 in Italia i reati agroalimentari sono cresciuti del 215 per cento». L’oratore ha annunciato e poi depositato un ordine del giorno che auspica l’intensificazione dei controlli sul fronte della contraffazione e delle frodi agroalimentari. 

Per Art. 1 l’on. Lai ha detto: «Questo tema va discusso anche per un fatto di orgoglio della buona politica. L’anno scorso abbiamo stanziato 15 milioni di euro per il comparto ovino e le nostre buone risposte e pratiche non possono essere messe in discussione da chi fa cose poco serie come queste. Basta con queste contraffazioni, che sono un grande danno per l’economia sarda: abbiamo stanziato altri 20 milioni per la pastorizia e per l’agricoltura sarda, chiediamo che si spendano quelle risorse».

Il Pds ha preso la parola con l’on. Piermario Manca, che ha ringraziato il presidente Gianfranco Ganau per aver portato in Aula con tempestività la mozione: «Noi sapevamo che erano necessarie le stalle di sosta nei porti per controllare il bestiame, l’ho detto tre anni fa. Perché non lo abbiamo fatto? Questo è il vero problema e questo dobbiamo fare se vogliamo arginare il fenomeno e fermare certe truffe alimentari».

La consigliera Daniela Forma (Pd) si è complimentata con l’assessorato dell’Agricoltura ed ha chiesto all’assessore di riferire circa le interlocuzioni ministeriale sulla possibile risoluzione delle problematiche inerenti il declassamento degli ippodromi sardi. Nel merito degli argomenti oggetto della mozione l’esponente della maggioranza ha parlato di “fatti di straordinaria gravità” ed ha ricordato gli sforzi fatti per la valorizzazione dell’agnello sardo Igp. La consigliera ha inoltre evidenziato ruolo e funzione del consorzio di tutela ed ha concluso il suo intervento auspicando un incremento degli stanziamenti in sede di assestamento di bilancio per aumentare il numero di agenti vigilatori.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha lamentato la mancata discussione delle due proposte di legge a suo tempo presentate per l’istituzione di controlli portuali e aeroportuali al fine di meglio tutelare le produzioni agricole sarde e la salubrità dei. Antonio Gaia (Upc-Socialisti) ha fatto riferimento ad un suo precedente intervento in Aula del 2015 per riproporre il divieto al taglio delle orecchie degli agnelli al momento della macellazione. Mantenere la targhetta auricolare fino al momento dell’acquisto del prodotto nelle macellerie – a giudizio del consigliere della maggioranza – è la soluzione semplice e immediata per garantire il consumatore dalle frodi.

L’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, intervenendo in sede di replica, ha ribadito l’impegno per la tutela dell’agnello sardo e del marchio Igp ed ha confermato la frode scoperta nel periodo dell’ultima Pasqua quando dodicimila agnelli provenienti dalla Romania sono stati macellati e spacciati come agnello sardo Igp nel mercato isolano. L’assessore ha inoltre illustrato per sommi capi un importante progetto sperimentale per la tracciabilità elettronica delle carni ed ha assicurato un incremento delle azioni di vigilanza a tutela dei marchi qualità conquistati dalla Sardegna. Pierluigi Caria ha inoltre ribadito la volontà di procedere nelle iniziative per il riconoscimento di ulteriori marchi per le produzioni tipiche isolane ed ha aggiornato il Consiglio sulla situazione che riguarda Ara e Apa.

In ordine al Vinitaly ha confermato la partecipazione di 97 cantine sarde  ed ha uspicato una sempre maggiore aggregazione tra produttori e aziende.

Sulla questione degli ippodromi, l’assessore ha confermato la firma al ministero delle Politiche agricole del decreto che consentirà lo svolgimento delle gare nell’ippodromo di Chilivani da domenica 22 aprile, nonché una possibile moratoria per scongiurare gli effetti del declassamento degli ippodromi della Sardegna.

Il presidente della commissione Attività produttive, Luigi Lotto, ha confermato la messa in votazione della mozione di cui è primo firmatario e dell’ordine del giorno presentato dal capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, in qualità di primo firmatario L’esponente della maggioranza ha ricordato che sulla questione degli ippodromi è al lavoro la sottocommissione per portare all’attenzione dell’Aula una proposta normativa condivisa per dare una svolta al comparto e garantire un futuro all’ippica in Sardegna. Il consigliere del partito dei Sardi, Piermario Manca, ha ribadito che la migliore soluzione per tutelare i prodotti sardi e scongiurare le frodi alimentari è rappresentata dalla realizzazione delle cosiddette stalle di sosta in prossimità di porti e aeroporti per il controllo degli animali e delle piante.

Daniela Forma (Pd) ha sottolineato procedure, adempimenti e normative statali e europee che dovrebbero tutelare produzioni tipiche e consumatori ed ha auspciato in futuro una maggiore comunicazione tra gli organi ministeriali deputati al controllo.

Il capogruppo Pds, Gianfranco Congiu, ha denunciato un atteggiamento punitivo da parte dello Stato nei confronti della sardegna per quanto attiene ilr ecepimentod elle norme europee in materia di tutela delle razze autoctone. A giudizio di Congiu lo schema ministeriale inibisce la Regione, laddove volesse istituire l’ente selezionatore e dunque la Sardgena non potrebbe tutelare il suo patrimonio.

Il consigliere Upc, Antonio Gaia, ha riproposto la conservazione della targhetta auricolare ricordando che prima dell’istituzione del consorzio per la tutela Igp, le orecchie degli agnelli non venivano tagliati in sede di macellazione.

Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha proposto di portare in discussione la proposta di legge per istituire i controlli nei porti e negli aeroporti e il consigliere del Pd, Mario Tendas, ha dichiarato voto favorevole per la mozione e l’ordine del giorno.

Posta in votazione la mozione Lotto e più che impegna la Giunta a garantire la sicurezza dell’immagine dell’agnello sardo Igp è stata approvata all’unanimità con 41 voti a favore.

La capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha quindi precisato che i contenuti della mozione sul tema presentata a suo tempo dagli ex consiglieri di Forza Italia, Ugo Cappellacci e Pietro Pittalis, sono stati inseriti nell’ordine del giorno Rubiu e più che dà mandato al presidente della Giunta di adottare ogni utile iniziativa per contrastare la contraffazione alimentare dei prodotti agricoli sardi.

Dopo il parere favorevole espresso dalla giunta l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità con 38 voti favorevoli.

Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato conclusi i lavori dell’Aula ed ha convocato il Consiglio per domani, giovedì 19 aprile, alle 10.00.

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Il Consiglio regionale stamane ha approvato il bilancio di previsione triennale 2017-2019 e 2018-2020.

Il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno affrontando come primo punto il documento relativo allo schema n. 5 delle norme attuazione che prevede l’istituzione del Collegio revisori dei conti.

Prima di procedere alla discussione del testo la consigliera del Pd Daniela Forma, sull’ordine dei lavori, ha chiesto che l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria possa riferire nel pomeriggio sulla situazione degli ippodromi sardi, per i quali si attendeva un decreto ministeriale che ne evitasse il declassamento.

Sempre sull’ordine dei lavori il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha rilanciato il tema dei lavoratori del progetto lavor@bile che il presidente Gianfranco Ganau ha recentemente incontrato, per sollecitare un nuovo incontro con l’assessore che faccia chiarezza sulle motivazioni che ancora impediscono la copertura dei posti riservati agli invalidi se non in minima parte.

Il presidente Gianfranco Ganau ha accolto la proposta.

Ancora sull’ordine dei lavori, il consigliere Mariano Contu, dichiarando conclusa la sua adesione tecnica al gruppo Sardegna, ha annunciato il suo ritorno in Forza Italia.

Per Forza Italia Alessandra Zedda ha ricordato l’imminente scadenza della riorganizzazione delle strutture Aras e Anpa, i tempi stringenti e l’impegno di incontrare ancora l’assessore sia per fare il punto sulle attività gestionali che per verificare i contenuti del nuovo disegno di legge annunciato per il prossimo 7 maggio. Su questi argomenti, ha concluso, è opportuno sentire l’assessore Pierluigi Caria.

Iniziando la discussione sullo schema delle norme di attuazione che prevedono l’istituzione del Collegio dei revisori dei conti, il presidente della prima commissione Francesco Agus (Misto-Cp) ha affermato che, nella riunione congiunta della prima commissione e della terza commissione «è stata sentita la commissione paritetica per chiarire alcuni aspetti, sia sul raccordo Corte dei conti che sull’autonomia del Consiglio il quale peraltro non ha ancora una legge statutaria». Agus ha proposto infine un ordine del giorno nel quale, dopo il parere favorevole sulle norme di attuazione e l’istituzione del Collegio, si introducono alcune modifiche impegnando il presidente Pigliaru a sostenerle presso il Governo centrale.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha affermato di essere rimato in dubbio prima di aderire al documento «dopo aver sentito l’assessore Raffaele Paci in commissione che spesso ha dimenticato di difendere autonomia della Sardegna ritirando i ricorsi senza chiedere permesso al Consiglio ed anche in questa circostanza ha agito all’ultimo momento: non so quindi quale Raffaele Paci bisogna prendere per buono». So però, ha aggiunto, «che in questo caso ha sostenuto la posizione della Corte dei conti come aveva sostenuto la posizione dello Stato sugli accantonamenti nonostante la Val d’Aosta, fin dal 2015, ne abbia ottenuto la totale cancellazione dopo aver vinto un ricorso, con la motivazione che si paga la sanità; se è per questo anche la Sardegna se la paga eppure versa allo Stato più di 700 milioni l’anno di accantonamenti, per cui anche noi dobbiamo chiedere l’annullamento totale ed è strano che su questo tema le componenti più autonomistiche della maggioranza non si facciano sentire».

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu ha paragonato il provvedimento al canto del cigno con il quale la terza commissione ha preso atto «dell’introduzione da parte dello Stato della ennesima misura di coordinamento della finanza pubblica che lo stesso Stato, con l’avallo della Corte costituzionale, utilizza da tempo come grimaldello per bypassare l’autonomia regionale, eppure si tratta di un dato strutturale molto preoccupante». La prima commissione, ha sostenuto, «si è lavata la coscienza con una osservazione quando ha detto che la commissione paritetica non sacrifica le prerogative dell’autonomia e quindi siamo tranquilli, mentre la terza ha sottolineato che il Consiglio regionale è una specie di parlamento e quindi nella prassi si è mosso quasi esercitando una autodichìa ed infatti ha precisato di voler tutelare questa autonomia; poi per non appesantire il procedimento abbiamo soprasseduto ammainando la bandiera, io almeno l’ho detto».

A nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele ha condiviso le deliberazioni delle commissioni congiunte comprese integrazioni e modifiche, precisando che «il Collegio dei revisori è fondamentale per trasparenza della Regione e non averlo ci priva di organo fondamentale per la nostra autonomia».

Successivamente il Consiglio ha approvato l’ordine del giorno proposto dal presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini.

Dopo lo scrutinio il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, recentemente eletto alla Camera dei deputati, ha annunciato le sue dimissioni dalla carica consigliere regionale dove, ha ricordato, «ho trascorso quasi cinque lustri scanditi spesso da passioni ed irruenze improntate sempre alla volontà di servire il popolo sardo». Forse non sempre riusciti nei nostri intendi, ha proseguito, «come testimoniano tante questioni ancora aperte come quelle di disoccupati, precari e poveri per i quali bisogna fare molto di più in Sardegna come a Roma». Pietro Pittalis ha infine ringraziato il presidente Ganau, tutti i consiglieri, il personale del Consiglio, il presidente della Giunta Pigliaru e tutto l’esecutivo ed i giornalisti delle testate sarde. Un ringraziamento particolare, infine, lo ha rivolto al gruppo di Forza Italia ed alla collega Alessandra Zedda, che sarà il nuovo capogruppo.

Il presidente Gianfranco Ganau ha formulato a Pietro Pittalis i migliori auguri di buon lavoro ed ha sospeso brevemente la seduta.

Alla ripresa dei lavori il Consiglio ha iniziato la discussione del Disegno di legge n.499 (Giunta regionale) ed il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza Franco Sabatini (Pd).

Sabatini ha ricordato che il provvedimento, che non comporta aumenti di spesa, ha lo scopo di recepire le indicazioni della Core dei conti sulla corretta contabilizzazione delle anticipazioni di liquidità all’interno del bilancio, attraverso la costituzione di un apposito fondo.

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha auspicato che, al di là delle questioni tecniche, siano finalmente superate le difficoltà nella parifica dei bilanci della Regione da parte della Corte.

Per l’Esecutivo, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha affermato che «la recente deliberazione della Corte dei conti ha tracciato un percorso preciso per inserire nei bilanci le anticipazioni di liquidità per cui abbiamo adeguato i bilanci 2017 e 2018 per evitare problemi interpretativi».

Successivamente il Consiglio ha approvato la legge, composta da 3 articoli e 15 allegati, con 45 voti.

Subito dopo l’Assemblea ha iniziato la discussione del disegno di legge n. 501 che prevede l’esenzione Irap per le Onlus nei limiti degli aiuti de minimis disciplinati dalla normativa europea.

Il relatore di maggioranza Franco Sabatini (Pd) ha sottolineato che la legge lascia invariati i saldi finanziari ed introduce alcune variazioni bilancio a parziale correzione della finanziaria 2018.

A nome della minoranza, Alessandra Zedda di Forza Italia ha osservato che «l’esenzione Irap per le Onlus sarde risale al 2004 libera da normativa Ue, quindi la modifica proposta è peggiorativa e potrebbe avere ricadute negative sulle Onlus; mancano poi indicazioni precise sulla platea dei beneficiari, la stima degli effetti finanziari e degli oneri sulla finanza regionale». Lo Statuto, ha aggiunto, «riconosce peraltro alla Regione il potere di introdurre agevolazioni fiscali che quindi potrebbero continuare fermo restando obbligo di notifica alla Ue ed inoltre, in generale, va tenuto conto che l’albo nazionale delle associazioni non è ancora completo per cui la legge appare un salto in avanti di dubbia efficacia, mentre sarebbe necessario accompagnare le Onlus verso il nuovo regime favorendone la crescita».

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha comunicato che la Giunta ha presentato un emendamento per abrogare art.1 «proprio per sgombrare il campo da questioni interpretative, nel merito però deve essere chiaro che il de minimis sarà applicato in via amministrativa pena la responsabilità dei funzionari e delle stesse associazioni, e del resto non possiamo fare diversamente in base ad una legge dello Stato». Dal 2017, ha concluso Raffaele Paci, «c’è l’albo nazionale delle associazioni ammesse a questo beneficio che recepisce la riforma del codice del Terzo settore che definisce una platea più ampia consentendo quindi di inserire nuovi soggetti, così come stanno facendo tutte le Regioni: faremo i calcoli con esattezza e in finanziaria presenteremo un adeguamento dettagliato». 

Per l’on. Gianfranco Congiu (PDS) “ci stiamo adeguando a un testo unico che ha avuto nel suo processo di gestazione una motivazione del tutto avulsa dal diritto dell’Unione europea. Caro assessore Paci, non posso accettare che la Sardegna si pieghi a un diktat nazionale, che se ne frega delle regioni che sul terzo settore hanno una disciplina propria. Noi siamo titolari di una prerogativa statutaria”.

L’on. Franco Sabatini, presidente della commissione Bilancio, ha detto che “è importante che la Giunta con l’assessore Raffaele Paci annunci il ritiro dell’articolo 1, ne riparleremo in commissione Bilancio quanto prima e non aprirei qui oggi ulteriori discussioni. Valuteremo se è necessario un disegno di legge regionale a favore delle onlus sarde”.

Sulla stessa posizione anche l’on. Attilio Dedoni (Riformatori), che ha detto: “Bene ha fatto l’assessore a ritirare l’articolo 1, non dobbiamo essere soggetti passivi ma tra coloro che mettono davanti a tutto gli interessi della Sardegna”.

L’Aula ha votato il passaggio agli articoli e la commissione e la giunta si sono espresse sugli emendamenti presentati.

Approvati l’emendamento soppressivo all’articolo 1 e poi di seguito l’articolo 1 bis, 1 ter, 1 quater. Approvato l’emendamento aggiuntivo 1 all’articolo 1 quinquies e poi l’articolo 1 quinquies.

Approvato a seguire anche l’articolo 2, l’articolo 3 e l’allegato 1 come modificato dall’emendamento 2.

Il Consiglio regionale ha approvato anche l’allegato 2 il testo definitivo della legge. 

L’on. Agus, presidente della commissione Autonomia, ha illustrato il Dl 489 (interventi regionali in materia di protezione civile) e ha aggiunto: “E’ un tema sollecitato dall’assessore Spano nel corso di una seduta della commissione della scorsa settimana. Dobbiamo facilitare la procedura di adozione del piano regionale di protezione civile”.

Il presidente ha messo in votazione l’articolo 1 e poi il 2, il 3. A seguire è stato approvato anche il testo della legge.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dichiarato conclusa la seduta per consentire nell’immediato l’apertura dei lavori della Giunta per le elezioni e in contemporanea quelli della Prima commissione.

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Agricoltura vigneti uva vendemmia vino
La Sardegna ha conquistato la vetta della prestigiosa rassegna internazionale del Vinitaly di Verona. Alla vernaccia del 2004 di Silvio Carta è stato assegnato il riconoscimento di Primo vino in assoluto della 52ª edizione. La storica cantina di Baratili San Pietro, in provincia di Oristano, rinomata anche per i distillati, sbaraglia quindi gli agguerriti competitor mondiali e raggiunge l’Olimpo dei vini.
«Questo risultato è una vittoria per tutta la Sardegna e per le sue tante imprese vitivinicole che da anni hanno dimostrato nei mercati internazionali di avere le carte in regola per sedere fra i grandi nomi – ha detto l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria -. La qualità delle produzioni, la storia di un territorio e la tradizione nelle lavorazioni sono la vera marcia in più con cui la Sardegna può conquistare nuovi mercati e consolidarsi in quelli storici.»
Un commento a caldo anche da parte del vincitore Silvio Carta: “È stato un grosso piacere ricevere questo riconoscimento, non solo per noi ma per la Sardegna intera. Come regione abbiamo ancora tanto da esprimere in termini di qualità delle produzioni e sul piano della promozione dei vini e dei territori. La nostra è una terra straordinaria e dobbiamo investire ancora di più nel proporci al mondo”.
L’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, intanto, ha consegnato, a Verona, in occasione della 52ª edizione del Vinitaly, il prestigioso “Premio Angelo Betti”, con la Medaglia Cangrande 2018, all’enologo Piero Cella titolare della Cantina Quartomoro di Sardegna, con sede ad Arborea. 

«Le imprese stanno facendo un buon lavoro e la Regione sta cercando di sostenerle ancora di più nel fare sistema. Si tratta di un tema che non riguarda solo la Sardegna, ma anche tutto il resto del Paese al punto che oggi è stata la parola d’ordine rilanciata alla conferenza di apertura del Vinitaly – ha detto Pierluigi Caria a margine della consegna della Medaglia Cangrande -. Questo mettere assieme le aziende ha l’obiettivo di poter consentire al Sistema Italia di essere ancora più presente sul panorama internazionale.»

«Le imprese stanno facendo un buon lavoro e la Regione sta cercando di sostenerle ancora di più nel fare sistema – ha aggiunto Pierluigi Caria -. Si tratta di un tema che non riguarda solo la Sardegna, ma anche tutto il resto del Paese al punto che oggi è stata la parola d’ordine rilanciata alla conferenza di apertura del Vinitaly. Questo mettere assieme le aziende ha l’obiettivo di poter consentire al Sistema Italia di essere ancora più presente sul panorama internazionale.»
Così Pierluigi Caria a margine della consegna della Medaglia Cangrande. «L’unione fa la forza – ha proseguito l’assessore -, perché fare sistema vuol dire essere uniti e credo che, nonostante la diversità delle imprese, questo comparto sia molto avanti rispetto ad altri. In Sardegna, l’agroalimentare, il turismo e l’artigianato – ha concluso Pierluigi Caria – devono essere messi assieme, a fare sistema, e valorizzati così da aggredire sempre di più e con maggior forza i mercati nazionali ed esteri». 
«Vediamo tanti giovani che operano nel nostro settore, le aziende che fioriscono e diventano una bella espressione del nostro territorio, nella qualità del lavoro e in un clima di grande professionalità». Questo il primo commento, appena ricevuta la Medaglia Cangrande, del noto enologo Piero Cella che ha poi aggiunto: «È per me grande orgoglio e grande responsabilità portare questo riconoscimento. Mi sento sempre al punto zero: tanta esperienza, tanto vino passato nei bicchieri, tanta uva lavorata, ma non basta mai. Quindi bisogna sempre guardarsi intorno e studiare e studiare. Fare sistema – ha proseguito Piero Cella – vuol dire avere un buon grado di umiltà, grande capacità di visione, viaggiare con l’obiettivo principale di acquisire e di condividere. Quindi una conoscenza piena, uno studio condiviso. Con la visione di un mondo agricolo, nella trasformazione dei suoi frutti e in questo caso dell’uva trasformata in vino, che diventa un bellissimo ambiente dove produrre ricchezza che porta benessere, reddito e serenità nella nostra agricoltura». 
La premiazione dei Benemeriti della Viticoltura italiana è un riconoscimento, istituito nel 1973, che ogni assessore regionale dell’Agricoltura consegna tutti gli anni alla figura che si è particolarmente distinta per aver valorizzato e promosso la cultura vitivinicola della sua regione.

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Il mondo della Pesca, dell’Acquacoltura e della attività in laguna della Sardegna si è riunito oggi a Olbia in una ricca giornata di confronto sul futuro del comparto isolano alla luce degli sviluppi dei mercati locali e internazionali. I lavori si sono svolti nel Museo Archeologico nell’ambito del convegno: “La filiera ittica in Sardegna. Stato dell’arte e prospettive“. All’iniziativa, organizzata dai Gruppi di azione costiera (Flag nord Sardegna, Flag Sardegna orientale e Flag sud occidentale), in collaborazione con l’Agenzia regionale Laore, l’AMA (Associazione mediterranea acquacoltori), l’API (Associazione piscicoltori italiani) e il Comune, hanno partecipato l’assessore dell’Agricoltura, competente anche per la pesca, Pierluigi Caria e la vice presidente della commissione Pesca del Parlamento europeo, Renata Briano.
Al mattino le attività sono state scandite da numerose relazioni dei rappresentanti territoriali dei pescatori, da studiosi delle università e da imprenditori del comparto. Nel pomeriggio invece si sono tenuti workshop più specifici.
Il comparto sardo. Con 1.709 chilometri di perimetro la Sardegna è la regione d’Italia con la maggiore estensione di coste, il 21,6% del totale nazionale, seguita dalla Sicilia con .1430 chilometri. Terza regione per numero di battelli, circa 1.350, dopo i poco meno di 3mila della marineria siciliana e i circa 1.500 della Puglia. Secondo i dati illustrati durante il convegno (fonte Camere di Commercio), sono circa 4.500 gli addetti del comparto isolano che con l’indotto superano le 12mila unità. I pescatori sardi lavorano anche su poco meno di 9mila ettari di lagune costiere produttive a fronte di circa 40mila ettari presenti in tutta Italia. In tali superfici si trovano molte eccellenze della pesca isolana: dai mitili (cozze, vongole, ostriche), ai crostacei, cefali, spigole, orate e anguille. Le attività di pesca nelle zone umide hanno garantito in questi anni la tutela e la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità.

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Il deputato di Forza Italia, Pietro Pittalis, interviene in seguito all’ennesimo tentativo di truffa a danno dei consumatori sardi attraverso l’immissione nel mercato isolano di 12mila agnelli, con marchio IGP, provenienti dalla Romania. Pietro Pittalis sollecita il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e l’assessore regionale dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, ad adottare nuove ed ulteriori misure di contrasto a questi fenomeni gravemente lesivi per un comparto fondamentale dell’economia isolana e per i consumatori.

«Ora più che mai – dichiara Pietro Pittalis – l’Amministrazione regionale deve mettere in campo le risorse e le politiche adeguate a difesa delle nostre produzioni e, in particolare, del comparto ovicaprino. Si deve incentivare la tracciabilità delle produzioni locali con procedure che siano semplificate e, pertanto, accessibili alle imprese sarde. È necessario – conclude Pietro Pittalis – rilanciare la filiera dei prodotti a marchio di qualità con operazioni di significativo contrasto all’importazione di prodotti non riconoscibili o di dubbia provenienza.»

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Grande successo di partecipazione per la seconda edizione del Progetto Terra ai giovani. Per i 15 lotti di terre incolte, di proprietà regionale e messi a bando su input dell’assessorato dell’Agricoltura, sono state presentate 240 domande. Il prossimo martedì 10 aprile, alle ore 10.00, nella sede dell’Agenzia Laore Sardegna in via Caprera 8 a Cagliari, si terrà l’apertura pubblica delle buste inviate dai partecipanti. Espletate le prime verifiche sul rispetto delle formalità di rito, la commissione incaricata di valutare domande e progetti si metterà subito al lavoro. Il crescente interesse verso l’iniziativa, realizzata grazie alla collaborazione tra gli assessorati dell’Agricoltura, degli Enti locali e delle Agenzie Laore, incaricata di seguire e curare il bando in tutte le procedure, ed Agris Sardegna, è dimostrato dai numeri relativi alle adesioni dei giovani agricoltori: si è passati, infatti, dalle 128 domande inviate per la prima edizione alle 240 di oggi.
Il progetto, lanciato nel 2016 dall’Esecutivo Pigliaru per favorire il ricambio generazionale in agricoltura anche attraverso il riutilizzo di terre incolte e libere di proprietà regionale, ha permesso di mettere a disposizione verso gli agricoltori under 41 sardi oltre 1.300 ettari con affitti agevolati per 15 anni, eventualmente rinnovabili una sola volta. In quest’ultimo bando erano disponibili 648 ettari suddivisi in 15 lotti localizzati nei territori di 12 Comuni: Alghero, Arborea, Arbus, Gonnosfanadiga, Luras, Marrubiu, Palmas Arborea, San Basilio, San Vito, Serramanna, Siliqua e Villasor. Fra le proprietà disponibili anche due ex siti militari, a Siliqua e Villasor, che dopo i passaggi di dismissione e ripresa in carico seguiti dalla Regione potranno essere rivalorizzati dai nuovi assegnatari sardi.
«Terra ai giovani è uno di quegli obiettivi di legislatura che possiamo definire innovativi e fortemente apprezzati dai cittadini. Come Sardegna siamo fra le Regioni leader nel paese nel rimettere in produzione terre pubbliche abbandonate attraverso interventi che puntino sul ricambio generazionale in agricoltura con costi ridotti per i nostri imprenditori. Mentre altri progetti o altre istituzioni vendono all’asta le terre, noi le concediamo a canoni assai agevolati – 
ha detto l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria -. L’idea che abbiamo messo in campo è vincente. Ecco perché, una volta chiuse le assegnazioni di questi 15 lotti, ci metteremo subito al lavoro per avviare la terza edizione dei bandi. In Sardegna infatti ci sono ancora tante terre regionali inutilizzate, che meritano di essere assegnate ai nostri giovani capaci di valorizzarle attraverso progetti innovativi e produttivi».