19 July, 2024
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Gli assessori dell’Agricoltura Pierluigi Caria e degli Affari generali Filippo Spanu, hanno partecipato alla Tavola Rotonda promossa, a Cagliari, dalla Flai-Cgil sul tema “Agricoltura e zootecnia: una strategia per lo sviluppo”.

«Nessuna forma di assistenzialismo ma la necessità di rafforzare, con scelte mirate e risorse erogate con una logica ben definita, lo sviluppo del comparto agricolo che, per la sua particolare tipologia e l’importanza che riveste nel contesto sociale ed economico, ha bisogno di un’attenzione costante», ha detto nel suo intervento l’assessore dell’Agricoltura.

Filippo Spanu ha evidenziato il ruolo dell’agricoltura «nella tutela del territorio, nella cura del paesaggio e nella crescita complessiva delle comunità». «Esiste un binomio inscindibile tra agricoltura e foreste, due valori assoluti che arricchiscono il nostro ambiente e il paesaggio rurale. Dobbiamo insistere sugli investimenti che puntano sulla qualità delle nostre produzioni e sull’equilibrio tra le nuove frontiere della tecnologia e le competenze antiche. Per sostenere lo sviluppo delle aziende stiamo portando la fibra ottica in tutti i territori. 75 comuni hanno già a disposizione la nuova rete che garantisce connessioni internet notevolmente più veloci rispetto all’attuale standard», ha aggiunto l’assessore degli Affari generali.

Pierluigi Caria ha ricordato che «sono in corso i pagamenti previsti dalla legge 20/17 approvata dal Consiglio regionale nello scorso mese di settembre per sostenere e mettere in sicurezza il comparto ovicaprino. Abbiamo in cassa 45 milioni di euro e grazie al lavoro delle strutture di Laore, Argea e Agris stiamo dando risposta agli allevatori nei tempi previsti».
L’assessore dell’Agricoltura ha aggiunto che «i 185 milioni di euro stanziati annualmente nell’ambito del Programma di sviluppo rurale offrono l’opportunità di tutelare le aziende svantaggiate e contrastare lo spopolamento delle campagne». Ha inoltre evidenziato le misure sul lato del credito, come il pegno rotativo e il prestito di conduzione, e il buon esito del bando “Terra ai giovani” per favorire il ricambio generazionale.

Pierluigi Caria e Filippo Spanu, infine, hanno ribadito che la Giunta Pigliaru è sempre disponibile al dialogo e al confronto sui problemi dell’intero sistema agricolo.

Alla tavola rotonda ha preso parte il segretario regionale della CGIL Sardegna, Michele Carrus, e il presidente della commissione Attività produttive del Consiglio regionale, Luigi Lotto. Hanno inoltre partecipato ai lavori Salvatore Pala, presidente dell’Organismo interprofessionale latte ovino sardo (OILOS), ormai giunto al traguardo della piena operatività, e Pierluigi Pinna, presidente dell’industria casearia Pinna di Thiesi.

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Da domani, 15 novembre, e fino al prossimo 15 aprile 2018, si potrà pescare il riccio di mare in tutti gli spazi acquei della Sardegna. L’ultimo scoglio formale è stato superato oggi con la firma del decreto, siglato dall’assessore dell’Agricoltura con delega alla Pesca Pierluigi Caria, che licenzia le nuove direttive e il calendario per la stagione 2017-2018. Le novità, dedicate ai 189 operatori subacquei che godono delle autorizzazioni di pesca concesse dalla Regione Sardegna, sono state già annunciate lo scorso 9 novembre a chiusura dei tavoli di confronto promossi dall’Assessorato con i ricciai e le loro rappresentanze di categoria.
«A fronte di una risorsa che in questi ultimi anni sta rischiando di scomparire dalle coste sarde, soprattutto, a causa dei prelievi sconsiderati e illegali dei pescatori abusivi – ha osservato Pierluigi Caria – i nostri imprenditori del mare hanno dimostrato una maturità e una serietà davvero apprezzabile nel proporre di ridurre i quantitativi di ricci da prelevare, le giornate e le ore di lavoro. Da parte nostra, come Regione – ha aggiunto l’assessore dell’Agricoltura – cercheremo di sollecitare tutti i soggetti coinvolti a fare ancora di più la propria parte, in particolar modo sul versante dei controlli nei confronti dei pescatori di frodo. Regolamentare il comparto, difendendo la risorsa, significa investire per il futuro di un settore che se ben governato può garantire economie e posti di lavoro nei diversi territori dell’Isola. Un plauso per il lavoro svolto – ha concluso Pierluigi Caria – va inoltre al Comitato della Pesca e alle strutture regionali competenti.»
Una delle novità più importanti sulla stagione in avvio riguarda la diminuzione dei quantitativi di pescato da raccogliere. I pescatori professionisti, che operano dalle imbarcazioni, ridurranno il numero di ceste di ricci, concesse per ogni giornata: si passerà da 6 a 4 ceste e da un totale di 3.000 esemplari a 2mila. A chi invece lavora dalla riva sarà concesso raccogliere 2 ceste invece che 3 e quindi 1.000 ricci a fronte di 1.500.
La pesca sportiva sarà consentita nelle giornate di sabato, domenica e festivi con una raccolta massima di 50 ricci al giorno.
Con l’obiettivo di garantire una maggior tutela della risorsa e per contrastare il fenomeno dell’abusivismo, i pescatori regolari hanno proposto una giornata di fermo pesca settimanale a seconda delle esigenze specifiche dei territori. In tutti i comprensori marittimi della Sardegna sarà vietato operare la domenica, salvo in quello del Nord Sardegna (Alghero-Porto Torres) dove il fermo sarà messo in atto il lunedì.
Se fino a ieri i pescatori professionisti potevano stare in acqua dall’alba fino alle 15.00, dalla prossima stagione si potrà lavorare dalle 6.00 alle 13.00.

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assessore Caria a Thiesi
Oltre cento persone tra allevatori, agricoltori, amministratori locali, esponenti delle associazioni di categoria, ma anche agronomi e rappresentanti politici del territorio si sono confrontati venerdì con l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, nella sala Aligi Sassu di Thiesi. Ad aprire i lavori, che hanno spaziato a 360 gradi su tutte le maggiori tematiche di interesse agricolo, il sindaco Gianfranco Soletta. Dopo l’intervento di bilancio sulle attività portate avanti in questi 7 mesi di mandato, l’assessore dell’Agricoltura ha iniziato a rispondere alle numerose domande poste dal pubblico. Un question time fittissimo di argomenti che ha animato il confronto per oltre 3 ore.
«Uno degli strumenti migliori per arricchire e migliorare l’attività svolta in questi mesi – ha detto Pierluigi Caria – è andare nei territori per confrontarsi con i cittadini e gli operatori del settore. Solo in questo modo le azioni della politica possono avere le giuste integrazioni e le buone proposte per migliorare l’efficacia degli interventi.»
Fra i numerosi temi affrontati, subito quello della legge 20/17 sui 45 milioni dedicati al comparto ovicaprino per i danni da siccità e la riduzione del prezzo del latte di queste ultime stagioni. Proprio lo scorso 8 novembre, a 47 giorni dall’entrata in vigore della norma, la Regione ha iniziato a pagare le domande di aiuto sui 13 euro a capo ovino e caprino presente nelle aziende sarde al 30 giugno 2017. Fino a questo week end erano state mandate in liquidazione oltre 400 pratiche a fronte delle 5mila già presentate dai pastori nei 32 sportelli territoriali dell’Agenzia Laore Sardegna. «Tutte le circa 12mila aziende del comparto sono beneficiarie del finanziamento», ha ricordato l’assessore che rivolgendosi alla platea ha aggiunto: «I soldi ci sono per tutti. Presentate le domande». Su invito anche di alcuni interventi venuti dal pubblico Pierluigi Caria è tornato sulla questione della regolarità dei pagamenti INPS: «Si tratta di verifiche obbligatorie per legge, una legge nazionale, che tutti gli Enti pubblici sono tenuti a effettuare prima di erogare qualsiasi tipo di pagamento alle imprese. Qualora gli imprenditori agricoli non fossero tuttavia in regola con i pagamenti ci si può accordare con l’INPS per una rateizzazione del dovuto o per una compensazione totale attraverso l’ammontare dell’aiuto dei 13 euro». Anche coloro che quindi avessero qualche rata in arretrato nei pagamenti previdenziali sarebbero sempre beneficiari dell’intervento.
L’assessore ha poi ricordato che il riconoscimento da parte del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) della declaratoria presentata dalla Regione sull’emergenza siccità, e nello specifico sulla riduzione delle produzioni foraggere, permetterà a tutte le aziende zootecniche, quindi anche a coloro che allevano bovini o cavalli, di poter accedere agli strumenti messi a disposizione dal Fondo di solidarietà nazionale: dalla possibilità di richiedere, per dodici mesi, la riduzione fino al 50% dell’INPS, all’attivazione della sospensione delle rate sui mutui agrari. Sul versante delle criticità dovute al perdurare della siccità Caria ha ribadito l’impegno preso lo scorso 5 settembre, da parte della Giunta e del Consiglio regionale con le associazioni di categoria agricola, nel cercare di reperire ulteriori 20 milioni di euro per il comparto bovino e per il resto dell’agricoltura, attraverso fondi da individuare nella prossima legge finanziaria o con la rimodulazione di risorse già esistenti per interventi di carattere strutturale. «Stiamo lavorando a una declaratoria sulla siccità per i danni che hanno colpito tutti gli altri comparti agricoli – ha aggiunto Pierluigi Caria – dove dobbiamo completare i controlli sul campo e le rendicontazioni sulle diverse criticità affrontate dai territori». 
Sul piano delle azioni di contrasto alla siccità si è poi fatto il punto sull’investimento da 30milioni di euro di fondi FSC per il miglioramento delle funzionalità dei Consorzi di bonifica, piuttosto che dei 50milioni stanziati dall’Assessorato dei Lavori pubblici per aumentare le capacità di raccolta delle acque nelle dighe o per effettuare i collaudi sui nuovi interventi fatti negli invasi.
«Senza la conoscenza dei dati sulla produzione del latte in Sardegna, ancora sconosciuti fino a oggi, è impensabile ragionare seriamente su qualsiasi intervento di programmazione delle produzioni dei formaggi e quindi di calmierizzazione delle fluttuazioni finanziarie che, fra rialzi e crolli ingovernabili, fanno pagare ai pastori il prezzo più alto di queste crisi». Lo ha voluto puntualizzare Pierluigi Caria nel ricordare che aver chiesto ai pastori le fatture sulle produzioni del latte delle stagioni 2015-2016 e 2016-2017 servirà finalmente per fare chiarezza sul reale stato dei numeri che interessano il comparto. L’assessore dell’Agricoltura ha inoltre ricordato che «qualora gli aventi diritto all’aiuto dei 13euro a capo non avessero emesso fatture di vendita o corrispettivi sulla produzione del latte, avendolo autoconsumato o trasformato in formaggi, verranno comunque ammessi all’erogazione delle risorse». L’aiuto spetta a tutti anche ai pastori che non hanno fatture del latte prodotto nelle due annualità richieste. Si può infatti inviare una mail PEC all’Agenzia Agris Sardegna con una autocertificazione delle produzioni di latte autoconsumate.
Una riflessione è stata poi dedicata all’Organismo interprofessionale latte ovino sardo, dove sono rappresentati tutti i portatori di interesse del comparto: dai pastori ai trasformatori privati o del mondo della cooperazione. «Il prezzo del latte – ha osservato l’assessore – non lo possiamo decidere noi Regione o Oilos. Lo decide il mercato. Per cercare di far risalire il prezzo del latte è necessario puntare seriamente sulla diversificazione e fare in modo che i tanti mercati internazionali in crescita, che chiedono sempre di più formaggi o derivati del latte ovicaprino, abbiano a disposizioni le nostre produzioni. Per questo abbiamo promosso un bando sulla diversificazione investendo 3milioni dove per le prima volta tutte e tre le Dop sarde (Pecorino romano, pecorino sardo e fiore) si muovono assieme. Abbiamo uno studio di mercato che ci prospetta, qualora le cose dovessero andare come da programma, una crescita delle vendite del 20% nel prossimi anni». 
Il pagamento dei 45milioni è stato il banco di prova per le strutture regionali, e in particolare per l’Agenzia Argea Sardegna, sul piano della gestione finanziaria autonoma in campo agricolo. Anche sul versante della programmazione e della costruzione degli applicativi, in autonomia rispetto all’Agea nazionale, l’Argea sta dimostrando di saper fare da sola. Negli ultimi mesi infatti, in mancanza dei software che Agea si era impegnata a far avere alla Regione Sardegna per la gestione delle Misure 4.1, 4.2, e 6.1, sono stati creati dalla nostra Agenzia. Si è quindi passati da istruttorie fatte a mano, con carta e penna, a istruttorie lavorate con i programmi informatici: nelle prossime settimane dovrebbero arrivare novità importanti attraverso la pubblicazione delle graduatorie. «L’iter per l’istituzione dell’Ente pagatore autonomo – ha spiegato Pierluigi Caria – è a un buon punto e presto porteremo in Giunta una delibera che ci farà fare un nuovo passo in avanti così da far nascere l’Organismo pagatore regionale alla fine del 2018». 
Con 1 miliardo e 308 milioni di euro, la Sardegna ha il quarto Programma di sviluppo rurale più ricco di tutta Italia. Le risorse dedicate agli investimenti che riguardano soprattutto le Misure 6.1, sul primo insediamento dei giovani in agricoltura, 4.1 sugli investimenti nelle aziende agricole, 4.2 sugli investimenti a favore degli impianti di trasformazione/commercializzazione, hanno ormai esaurito le risorse. A fronte di tutte le domande ricevute in questa programmazione sarà necessario attendere il nuovo PSR 2020-2026, che partirà presumibilmente fra il 2022 e il 2023. «Dobbiamo decidere quindi se vogliamo una programmazione agricola che punti sugli investimenti o sul sostegno – ha chiesto l’assessore ai presenti in sala – perché la coperta dei fondi disponibili è corta. I soldi per far crescere la nostra agricoltura sono quasi tutti impegnati. Possiamo rimodulare il PSR e trovare nuove economia, ma questo lo dobbiamo decidere insieme. Ecco perché, probabilmente all’inizio del prossimo anno, faremo gli Stati generali sull’agricoltura: un momento di confronto importantissimo dove tutti i portatori di interesse del mondo delle campagne potranno dire la loro su come programmare il futuro agricolo della nostra regione. In quell’occasione – ha concluso Pierluigi Caria – tutti noi saremo chiamati ad assumerci le nostre responsabilità». 
Tanti altri temi sono stati poi affrontati nel corso dei lavori thiesini: dai programmi sul Pegno rotativo finanziati per i formaggi in stagionatura e non ancora venduti, al Prestito di conduzione agraria costruito in accordo con le banche per la compensazione degli interessi a 12 mesi da parte della Regione verso gli agricoltori. E poi i ritardi sui pagamenti del PSR e le nuove anticipazioni attese per il prossimo mese, il bando sui riproduttori bovini e il benessere animale sempre dei bovini.
All’assemblea era presente, intervenendo in sala, il presidente della Commissione Attività produttive del Consiglio regionale, Luigi Lotto.

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Nei prossimi giorni l’assessore regionale dell’Agricoltura firmerà il decreto attuativo del nuovo calendario e delle direttive sulla pesca del riccio di mare, che riguarda i 189 operatori subacquei in tutta la Sardegna. E’ il risultato dell’accordo raggiunto al tavolo regionale, conclusosi ieri sera negli uffici dell’assessorato, a Cagliari, con i ricciai e le loro rappresentanze di categoria.

«I tavoli di confronto che si sono tenuti in queste settimane hanno prodotto buoni risultati – ha spiegato Pierluigi Caria -, soprattutto perché frutto delle proposte venute dai pescatori di ricci di mare che hanno mostrato particolare maturità nel salvaguardare una risorsa che sempre di più rischia di scomparire dalle nostre coste. Nell’apprezzare questo impegno, ricordo anche il fondamentale lavoro fatto dal Comitato della Pesca e dai nostri uffici regionali.» 
«L’accordo di oggi – ha aggiunto Caria – ci ha permesso di fare un passo avanti nel progetto più ampio di organizzazione e valorizzazione della filiera che, nel tutelare la risorsa, può permettere un importante sviluppo economico e occupazionale del comparto. Allo stesso modo tutti i portatori di interesse saranno responsabilizzati ancora di più nella lotta all’abusivismo che tanti danni ha causato e continua a causare al settore.»
Importanti novità riguarderanno la prossima stagione di pesca che partirà, fra pochi giorni, il 15 novembre per chiudersi il 15 aprile 2018. I pescatori professionisti che operano dalle imbarcazioni ridurranno il numero di ceste di ricci, concesse per ogni giornata: si passerà da 6 a 4 ceste e da un totale di 3.000 esemplari a 2.000. A chi invece lavora dalla riva sarà concesso raccogliere 2 ceste invece che 3 e quindi 1.000 ricci a fronte di 1.500.
La pesca sportiva sarà consentita nelle giornate di sabato, domenica e festivi con una raccolta massima di 50 ricci al giorno.
Con l’obiettivo di garantire una maggior tutela della risorsa e per contrastare il fenomeno dell’abusivismo, i pescatori regolari hanno proposto una giornata di fermo pesca settimanale a seconda delle esigenze specifiche dei territori. In tutti i comprensori marittimi della Sardegna sarà vietato operare la domenica, salvo in quello del nord Sardegna (Alghero-Porto Torres) dove il fermo sarà messo in atto il lunedì.
Se fino a ieri i pescatori professionisti potevano stare in acqua dall’alba fino alle 15.00, dalla prossima stagione si potrà lavorare dalle 6.00 alle 13.00.
I pescatori dovranno comunicare giornalmente l’area di prelievo, l’orario di inizio e di fine delle operazioni di raccolta all’Autorità marittima competente.

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La commissione “Attività produttive” ha sentito in audizione gli assessori dell’Agricoltura, dell’Industria e del Turismo sulla manovra finanziaria 2018-2020.

L’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria, in premessa, ha comunicato alla Commissione la buona notizia dello sblocco dei 45 milioni di euro stanziati dal Consiglio a favore dei pastori per far fronte ai danni provocati dalla siccità. «Ieri abbiamo firmato il primo decreto di pagamento. E’ stata una procedura ultraveloce se si considera che la legge è stata approvata il 21 settembre scorso. Finora sono arrivate circa 4.300 domande, 3.500 sono state già trasmesse ad Argea per i pagamenti. E’ questa un’occasione importante per testare la macchina regionale in vista della costituzione del nostro ente pagatore». Su quest’ultimo punto, l’assessore ha aggiunto che l’iter per l’accreditamento di Argea come ente pagatore autonomo procede senza intoppi: «Siamo a buon punto, credo che rispetteremo la data di ottobre 2018 come termine ultimo per la sua costituzione».

Pierluigi Caria ha poi illustrato le parti della manovra finanziaria dedicate al settore agricolo. Per il 2018, l’assessorato avrà a disposizione 172 milioni di euro, gran parte dei quali destinati al funzionamento delle agenzie regionali Agris, Argea e Laore (complessivamente 83,5 milioni di euro) e dei Consorzi di bonifica (31,8 milioni di euro). «La manovra metterà a disposizione del Consiglio 20 milioni di euro – ha detto Pierluigi Caria – occorre decidere su quali settori intervenire e con quali modalità. L’altro aspetto da verificare è la presenza di spazi per interventi strutturali oltre alle misure per contrastare le emergenze e garantire un sostegno ai comparti in crisi».  

L’assessore, infine, ha affrontato due questioni spinose che nei giorni scorsi sono state esaminate dalla Commissione: il bando per la  certificazione del Grano Cappelli e gli indennizzi ai pescatori per i danni causati dai delfini.

Sul primo punto, l’assessore ha comunicato di essere in attesa di una interlocuzione con il Ministero: «Vogliamo capire se la gara si è svolta regolarmente – ha detto Pierluigi Caria – la preoccupazione è che la decisione di affidare la certificazione del grano a una multinazionale (Sis) possa avere effetti negativi sulla filiera regionale. Nostro obiettivo è trovare forme di tutela per tutti i soggetti interessati e garantire un prodotto di qualità a prezzi accessibili, questa è una battaglia da combattere tutti assieme, noi faremo la nostra parte».

Per quanto riguarda i danni causati dai delfini alla piccola pesca, Caria ha illustrato i contenuti del disegno di legge predisposto dalla Giunta: «E’ un testo snello che punta a migliorare il quadro normativo ed evitare che gli stanziamenti a favore dei pescatori sardi possano essere cassati dalla Ue come aiuti di stato – ha sottolineato Pierluigi Caria – il provvedimento cancella le precedenti disposizioni inserite nella legge finanziaria dello scorso anno e individua una nuova fonte di finanziamento nella misura 1/40 del Feamp. Per il prossimo anno prevediamo uno stanziamento di 2 milioni di euro». L’articolato del Dl è stato approvato dal parlamentino delle Attività Produttive e trasmesso alla Commissione Bilancio per il parere finanziario. La prossima settimana potrebbe arrivare il voto finale.

L’assessorato dell’Industria guidato da Maria Grazia Piras avrà a disposizione 109 milioni di euro per il 2018. «La proposta di bilancio – ha detto l’assessore Piras – risponde a due istanze strategiche: consolidare e rinvigorire il lavoro svolto negli anni scorsi e portare a compimento gli obiettivi del programma di governo collegati al Piano regionale di sviluppo e le attività finanziate con i fondi statali ed europei.»

Nel 2018 la voce più importante del bilancio dell’assessorato riguarderà la razionalizzazione delle società partecipate: «Un occhio di riguardo sarà riservato ad Igea – ha sottolineato Maria Grazia Piras – proseguiremo il percorso di risanamento orientato verso la specializzazione nelle bonifiche e dell’ingegneria ambientale. Per il complesso delle attività, abbiamo stanziato 23 milioni di euro. Di questi 3,5 saranno utilizzati per il reimpiego di 118 ex lavoratori del Parco geominerario».

Attenzione anche per l’attuazione del piano di internalizzazione delle imprese e per il piano energetico regionale con misure di supporto alla realizzazione di smart grid per l’uso razionale dell’energia, il finanziamento di progetti per la mobilità elettrica, il completamento della rete di distribuzione del metano e l’efficientamento energetico delle strutture produttive.

Altri interventi riguarderanno la prosecuzione del piano di dismissioni della Carbosulcis, la messa in sicurezza della miniera di Silius (5,3 milioni) e la liquidazione delle ZIR (7,6 milioni).

Un milione e trecentomila euro, infine, serviranno a implementare la semplificazione delle procedure dello Sportello unico per le attività produttive e l’edilizia (Suape) con un supporto sempre più forte nei confronti delle amministrazioni comunali.

53 milioni di euro è invece la somma destinata al Turismo, artigianato e commercio.

Tre le macroaree su cui si concentra l’azione dell’assessorato: 1) la campagna di comunicazione veicolata attraverso il sistema del trasporto aereo per la promozione dell’immagine della Sardegna (12 milioni) 2) il potenziamento dei centri commerciali naturali (1 milione), 3) la rivitalizzazione dell’artigianato artistico (500mila euro).

«L’elemento più rilevante rimane anche quest’anno la promozione turistica – ha sottolineato Barbara Argiolas . oltre alla comunicazione sul sistema di trasporto aereo la Regione partecipa a 17 fiere internazionali. Nel 2018 sarà presente anche ad alcune fiere dedicate a settori specifici».

Si punta anche sulla valorizzazione dell’artigianato artistico: «Investiamo 1 milione di euro, raddoppiando lo stanziamento dello scorso anno, per rimettere al centro della scena questo importante settore – ha detto Argiolas – il 2018 deve essere l’anno della svolta». Sui centri commerciali naturali c’è la volontà di riprendere un discorso parzialmente interrotto. Le domande per la creazione di nuovi Ccn ricevute nel 2017 sono 12.

Saranno incrementati anche i fondi per la promozione della Sardegna attraverso il Cagliari Calcio e la Dinamo Sassari (da 3 a 3,5 milioni di euro) ed il finanziamento di grandi manifestazioni di interesse turistico (da 675 a 725mila euro). Risorse anche per la L. 949 sull’artigianato (500mila euro) e la L.7 sulle manifestazioni sportive  (300mila) Confermati in bilancio i finanziamenti alle Pro loco (700mila euro). 2,4 milioni di euro andranno inoltre a finanziare le province e i comuni per gli oneri relativi al personale ex Ept e Aast.

«Altro obiettivo dell’assessorato – ha concluso Barbara Argiolas – sarà quello di dare gambe alla legge del turismo approvata nei giorni scorsi dal Consiglio regionale con la definizione dei decreti attuativi.»

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Caria contributi allevatori

L’Agenzia Argea Sardegna, competente per le erogazioni in agricoltura, ha mandato in pagamento ieri le prime richieste di aiuto inviate dai pastori di pecore e capre per far fronte all’emergenza siccità che, fra la primavera e l’estate scorsa, ha colpito l’intero territorio regionale. Tutti i circa 12mila allevatori ovicaprini sardi saranno beneficiari dell’aiuto da 13euro a capo, sugli animali presenti in azienda al 30 giugno 2017. Le domande si potranno presentare fino al prossimo 18 dicembre nei 32 sportelli territoriali dell’Agenzia Laore Sardegna.
«Su 11 Regioni in stato di criticità per la siccità solo la Sardegna ha richiesto e avuto il riconoscimento della declaratoria da parte del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf). In tutta Italia solo la Regione Sardegna ha investito proprie risorse, ben 45milioni di euro, per far fronte all’emergenza siccità sul comparto ovicaprino – ha detto stamane l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, durante la conferenza stampa dove sono stati illustrati i diversi passaggi che hanno portato all’avvio dei pagamenti -. Il riconoscimento della declaratoria sulla riduzione delle produzioni foraggere ha permesso l’attivazione degli strumenti del Fondo di solidarietà nazionale. Tutta la zootecnia isolana, e non solo l’ovicaprino, possono quindi richiedere la riduzione fino al 50% dei pagamenti previdenziali e la sospensione delle cambiali agrarie.»

L’assessore ha poi ringraziato le strutture dell’Assessorato e delle Agenzie Agris, Argea e Laore per l’importante e celere lavoro svolto. «In un mio intervento in Consiglio regionale – ha ricordato Pierluigi Caria – avevo pubblicamente detto che se entro novembre non fossero partiti i pagamenti sarebbe stato un fallimento e me ne sarei personalmente preso le responsabilità. Oggi, grazie a un grande lavoro di squadra portato avanti con gli uffici regionali, la Giunta e il Consiglio, possiamo dire di aver mantenuto l’impegno preso e di aver lavorato il più in fretta possibile per venire incontro alle esigenze di migliaia di pastori, costretti a combattere con la tragedia della siccità. Invito ancora una volta tutti gli aventi diritto – ha concluso Pierluigi Caria – a presentare quanto prima la domanda di aiuto: i soldi ci sono.»
Alla conferenza stampa di oggi erano presenti i direttori generali di Assessorato e Agenzie agricole Agris, Argea e Laore, Sebastiano Piredda, Roberto Zurru, Gianni Ibba e Maria Ibba.
Fino a ieri sera le domande ricevute da Laore Sardegna erano 4768, mentre quelle trasmesse da Laore ad Argea per l’istruttoria finale erano 3459. 
Sono circa 70 gli addetti impegnati fra i 32 sportelli territoriali di Laore dedicati ad accogliere le domande, il punto di ricevimento delle mail PEC inviate ad Agris e la task force di Argea incaricata dell’istruttoria e dei pagamenti.
La legge è stata approvata dal Consiglio regionale il 14 settembre 2017, entrando in vigore il 21 settembre con la pubblicazione sul Buras. Il 27 settembre la Giunta approva due delibere che riguardano l’iter legislativo della legge 20/17: una sulla variazione di bilancio, indispensabile per rimodulare le risorse allocate precedentemente su altri capitoli di spesa, e un’altra sulla declaratoria per lo stato di emergenza da siccità. Il 2 ottobre la declaratoria viene inviata al Mipaaf, mentre il giorno seguente la Giunta licenzia la delibera sulle linee guida per l’attuazione della legge. Fino al 16 ottobre, giorno di apertura dei termini per la presentazione delle domande di aiuto, si lavora per l’organizzazione della task force dedicata alla raccolta e all’istruzione delle pratiche e per la costruzione degli applicativi informatici che dovranno gestirle. Il 27 ottobre il ministro Maurizio Martina firma il riconoscimento della declaratoria che entra in vigore il 3 novembre con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale. Ieri sera, 8 novembre, sono partiti i primi decreti di pagamento.

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Le problematiche della piccola pesca, con particolare riferimento ai danni causati dai delfini, sono state al centro della seduta odierna della commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale con l’audizione dei rappresentanti della Flai-Cgil e della Uila-Pesca.

«La pesca in Sardegna è un comparto che non ha ancora espresso tutte le sue potenzialità – ha detto la segretaria di Uila Pesca Gaia Garau – finora non c’è stata la dovuta attenzione per un settore che potrebbe garantire lavoro e reddito. Il 70% del pesce consumato nella nostra isola arriva da fuori». Entrando nello specifico, Gaia Garau ha chiesto tempi rapidi per l’approvazione del disegno di legge predisposto dalla Giunta che consente di spendere le risorse stanziate nel 2015 e 2016 per gli indennizzi sui danni causati dai delfini. La norma, nel rispetto della normativa europea sugli aiuti di stato, permetterà di spendere i 200mila euro già stanziati e finora non spesi per paura di incorrere nei rilievi di Bruxelles. «I soldi sono però insufficienti – ha sottolineato Gaia Garau – è necessario prevedere un incremento dei fondi. I danni causati dai delfini al pescato e alle reti sono ingenti». Secondo Luciano Marica, storico leader dei pescatori del Sulcis, per venire incontro alle necessità del settore servirebbero circa 5 milioni di euro: «Chiediamo un indennizzo da erogare a ogni pescatore imbarcato – ha detto Luciano Marica – finanziare l’acquisto di nuove attrezzature non serve a nulla. I delfini distruggono ogni giorno le nostre reti e mangiano il poco pesce rimasto. Le risorse devono andare a ristorare il mancato reddito».

Quello della eccessiva presenza dei mammiferi acquatici, specie protetta a livello internazionale, sta diventando un problema serio per tutte le marinerie della Sardegna. «Dai delfini non ci si può difendere – ha affermato il responsabile Ambiente e Territorio della Flai Cgil Raffaele Lecca – i dissuasori acustici si sono rivelati inefficaci. Occorre prevedere adeguati indennizzi per i pescatori. Non so però se potranno essere utilizzate le risorse Feamp (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca), di solito destinate al superamento delle criticità del settore. Forse sarebbe meglio intervenire con un contributo straordinario come è stato fatto per fronteggiare le calamità naturali in agricoltura».

Dai rappresentanti dei pescatori è poi arrivato un appello perché si intervenga sulla pesca a strascico. «Chiediamo che gli attuali limiti dei 50 metri di profondità e la distanza di 1,5 miglia marine dalla costa per poter svolgere questa attività sia portato a 100 metri e a 3 miglia – ha detto Luciano Marica – lo strascico distrugge i fondali e danneggia le nostre attrezzature. Ci sono forti tensioni nelle nostre marinerie, il problema va risolto». Dalla piccola pesca, infine, l’invito a prevedere un fermo biologico di due mesi per la cattura dei polpi (dal 15 agosto al 15-30 ottobre): «Solo così si può consentire il ripopolamento – ha concluso Marica – è una misura necessaria, per noi pescatori è importante garantire l’equilibrio ambientale. Siamo disposti a fermarci senza chiedere nessun indennizzo».

Da tutte le forze politiche presenti in Commissione è arrivato l’impegno a trovare una soluzione. Gianluigi Rubiu (Udc) ha sollecitato l’istituzione di un Dipartimento per la pesca all’interno dell’assessorato all’Agricoltura, mentre Marco Tedde (Forza Italia) ha invocato una legge organica di settore: «Serve una disciplina complessiva per il comparto – ha detto Tedde – altrimenti ogni intervento si rivelerà solo un pannicello caldo». Giudizio condiviso da Paolo Dessì (Misto): «Le nostre coste sono diventate terra di conquista, il mare sardo è occupato da pescatori provenienti da altre regioni. La Sardegna ha la possibilità di legiferare sull’attività svolta entro le 12 miglia marine, eserciti questa sua potestà».

Di diverso avviso il consigliere Piero Comandini (Pd): «Gli strumenti per intervenire ci sono abbiamo a disposizione 36 milioni di euro del Feamp ancora da spendere, 14 sono stati messi a bando nel mese di ottobre, l’obiettivo è quello di accelerare la spendita delle risorse. Sul fonte della programmazione invece occorre agire sui Flag  (Gruppi di azione locale per la pesca). A loro è affidata la programmazione, mettiamoli nelle condizioni di operare al meglio».

Il presidente Luigi Lotto ha assicurato massima attenzione da parte della Commissione: «Domani sentiremo l’assessore Pierluigi Caria sul disegno di legge della Giunta – ha detto Luigi Lotto – le risorse già stanziate saranno sbloccate al più presto. Per quanto riguarda l’eventuale incremento degli indennizzi per i danni dei delfini occorrerà verificare le disponibilità di bilancio. La Commissione lavorerà inoltre per rendere immediatamente disponibili i 36 milioni del fondo Feamp».

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«Il Consiglio regionale ha tutto l’interesse a tutelare le produzioni di qualità della Sardegna. Insieme alla Giunta proveremo a trovare una soluzione per tutelare la filiera che ruota intorno al grano Cappelli». Lo ha affermato il presidente della Commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale, Luigi Lotto, al termine dell’audizione dei rappresentanti del Consorzio “grano Cappelli” preoccupati per la decisione del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) di assegnare alla Società Italiana Sementi la certificazione del prodotto. La multinazionale semenziera bolognese avrà il diritto in esclusiva sulla varietà di frumento nata nel 1915 grazie al genetista Nazareno Stampelli e ribattezzata Cappelli in omaggio al senatore Raffaele che alla fine dell’800 diede il via alle trasformazioni agrarie in Puglia.

«E’ un’autentica ingiustizia che non tiene conto del lavoro fatto da noi sardi negli ultimi 25 anni – ha detto Santino Accalai, titolare della ditta semenziera Selet di Tuili che per prima, nei primi anni ’90 decise di scommettere sulla riscoperta di questa varietà di grano – con l’esclusiva alla Sis si mette in ginocchio un’intera filiera. Intorno al grano Cappelli è nato un Consorzio che comprende agricoltori, mugnai, panificatori e commercianti. Una realtà importante per l’economica sarda che rischia adesso di sparire.»

«In Sardegna si producono 8.000 quintali di grano da seme e 10.000 da macina – ha aggiunto Roberto Congia, socio del Consorzio – con la decisione del Crea nessun agricoltore potrà in futuro certificare il proprio prodotto. Noi chiediamo di lavorare e di poterlo fare serenamente.»

Dello stesso avviso Valentina Sirigu, titolare di Kentos, azienda che da nove anni ha deciso di puntare sul pane di qualità: «La mia azienda lavora solo grano biologico – ha affermato Valentina Sirigu – il Consorzio è nato per sopperire alla carenza della materia prima. Con l’aggiudicazione del bando a Sis, che promette di pagare il prodotto a 80 euro al quintale, si rischia di drogare il mercato. Aziende come la nostra rischiano di non essere più competitive.»

Tutti i componenti della Commissione hanno espresso preoccupazione per la situazione creatasi e sollecitato un approfondimento con la Giunta per studiare un’azione comune a tutela della filiera. Il consigliere del Pd Piero Comandini, dopo aver rimarcato il ritardo con cui si arriva ad affrontare la questione ha sollecitato l’approvazione di una risoluzione in Commissione. Proposta che potrebbe essere attuata dopo le interlocuzioni con l’assessore all’Agricoltura Pierluigi Caria, la cui audizione è in programma per giovedì 9 novembre. «Il Crea non ha tenuto conto del percorso che ha portato alla valorizzazione del grano Cappelli – ha detto Comandini – in  questo modo si autorizza uno scippo e si va verso una situazione di monopolio con tutte le conseguenze del caso».

Da parte del consigliere Antonio Gaia (Cps) è invece arrivata la proposta di costituire un marchio Deco coinvolgendo i comuni dove si produce il grano Cappelli: «Il marchio comunale a tutela delle produzioni di qualità potrebbe essere la soluzione per arginare il dominio delle multinazionali».

«Perdere una produzione di eccellenza è inaccettabile – ha aggiunto Gianluigi Rubiu dell’Udc – sarebbe una sconfitta per il Consiglio che da poco ha approvato una legge sul pane di qualità. La Sardegna faccia fronte comune con la Puglia contro la multinazionale emiliana». Una soluzione positiva ha invocato anche il consigliere Fabrizio Anedda di Sinistra Sarda mentre Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha chiesto di accertare eventuali responsabilità delle agenzie regionali per l’agricoltura.

«La Sardegna non può subire inerme questo scippo – ha detto il consigliere del Pd Alessandro Collu – il Consorzio ha creato le condizioni per una filiera perfetta. Adesso che si gioca una bella partita qualcuno ha deciso di venire a prendersi il pallone.»

Mario Tendas (Pd), infine, ha sollecitato un coinvolgimento dell’Ufficio legale della Regione: «La gara è ormai aggiudicata – ha detto Mario Tendas – ho paura che si possa risolvere solo per via giudiziaria accertando se il bando è stato regolare o meno».

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Il Movimento dei pastori sardi non ritira la richiesta di dimissioni dell’assessore all’agricoltura Pierluigi Caria e rivendica procedure rapide per l’erogazione dei 45 milioni di euro stanziati a settembre dal Consiglio regionale per far fronte alle difficoltà del settore ovicaprino. La linea del Movimento è stata illustrata in tarda mattinata da una nutrita delegazione dei pastori ricevuta dai capigruppo del Consiglio regionale. «Abbiamo deciso di sospendere la protesta di oggi dopo l’incontro con il prefetto – ha detto il leader di Mps Felice Floris – il nostro giudizio sull’operato dell’assessore e della struttura burocratica dell’assessorato all’Agricoltura non cambia. Chiediamo al Consiglio di agire con forza perché faccia rispettare le leggi che vota. E’ assurdo che una norma approvata in tempi rapidissimi dall’Assemblea rischi di non trovare applicazione».

I pastori, dunque, confermano la tregua firmata sabato scorso davanti al prefetto di Cagliari Giovanna Costantino: «Aspetteremo fino al 10 novembre – ha detto Felice Floris – l’assessore Caria ha garantito l’erogazione delle risorse entro cinque giorni a partire dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della dichiarazione ministeriale dello stato di calamità naturale per la Sardegna. In assenza di risposte concrete siamo pronti a tornare in piazza con nuove e clamorose azioni di protesta». Mps contesta la procedura che impone ai beneficiari di stornare dai contributi per la siccità i debiti nei confronti dell’Inps. «Sono soldi del bilancio regionale – hanno detto in coro i rappresentanti del Movimento – servono a sfamare il bestiame e non entrano nelle tasche dei pastori. E’ assurdo che una Regione da anni in conflitto con lo Stato per il mancato trasferimento delle compartecipazioni erariali trasferisca i suoi soldi nelle casse romane».

A difesa dell’assessore, i rappresentanti della maggioranza: «Tutta la Regione (Consiglio, assessore e struttura burocratica) è consapevole della difficoltà della situazione – ha detto il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto – si è fatto tutto in tempi rapidissimi, ora si tratta di superare gli ultimi ostacoli. A oggi l’assessorato ha ricevuto 1907 richieste di contributo, la media è di 400 al giorno. Credo che entro novembre tutte le 12mila aziende sarde riusciranno a presentare una richiesta alla Regione. La speranza è che i 45 milioni stanziati dal Consiglio vengano spesi entro l’anno».

Di diverso avviso il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Non chiediamo le dimissioni di Caria ma le responsabilità dell’assessorato sono sotto gli occhi di tutti – ha affermato Pittalis – la situazione delle campagne è gravissima. Noi chiediamo che sia la presidenza della Giunta a prendere in mano la situazione».

A difesa dell’operato dell’assessore si è schierato anche il capogruppo del Pd Pietro Cocco: «Chiedere le sue dimissioni non ha senso – ha detto Cocco – l’assessore ha lavorato con serietà per far arrivare rapidamente i soldi ai pastori. Adesso occorre portare a casa il risultato per cui si è lavorato in questi mesi. Tutti i pastori devono fare domanda all’assessorato. L’obiettivo è superare insieme le difficoltà burocratiche».

D’accordo sulla necessità di arrivare presto a una soluzione anche gli altri capigruppo. Una strategia complessiva per il comparto ovicaprino ha invocato il numero uno del Pds Gianfranco Congiu per il quale la scelta di puntare su contributi a pioggia è stata sbagliata, mentre per Antonio Gaia (Cristiano Popolari Socialisti) l’unica soluzione per permettere ai pastori di incassare i premi è quella di una sospensione ministeriale dei pagamenti Inps.

Proposta condivisa anche da dai capigruppo di Art1-Mpd, Daniele Cocco, e dell’Udc, Gianluigi Rubiu, che hanno suggerito di lavorare per ottenere la deroga da parte del Governo e allo stesso tempo rimuovere tutti gli ostacoli burocratici (trasmissione domande via Pec e documentazione Inps) attraverso il ricorso all’autocertificazione. Secondo Fabrizio Anedda (Misto) un’altra via per sbloccare la situazione di stallo potrebbe essere quella della rateizzazione dei debiti Inps, soluzione che consentirebbe ai pastori di incassare da subito i contributi.

Angelo Carta (Psd’Az) e Attilio Dedoni (Riformatori), infine, hanno offerto la loro disponibilità a un fronte comune per affrontare la drammatica crisi del comparto. Per il primo «il ruolo di Mps è importantissimo. La speranza è che si possano gettare le basi per individuare una strategia complessiva ed efficace da mettere al servizio del mondo delle campagne», mentre Dedoni ha insistito sulla necessità «di scardinare un sistema burocratico sardo che troppe volte limita le aspettative dei cittadini. Sarebbe utile capire quando costano le agenzie agricole e quali benefici portino al comparto».

«E’ stato un incontro molto proficuo – ha detto il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau al termine della riunione – è servito a chiarire le posizioni e a individuare un obiettivo comune. C’è stato un difetto di comunicazione, probabilmente legato alla rapidità con la quale sono state messe in campo le procedure per l’erogazione dei contributi. Credo che non ci saranno difficoltà ad accogliere le richieste dei pastori per uno snellimento delle pratiche con l’autocertificazione. Sul fonte dei contributi Inps, aspettiamo di capire quale sarà la risposta del Ministero, in ogni caso il problema potrebbe essere risolto con una richiesta di rateizzazione del debito. Auspico che entro il 10 novembre sia tutto risolto e che ci si possa ritrovare per festeggiare il risultato per cui si è lavorato duramente in questi mesi».

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«Una volta incassata la pubblicazione del decreto di declaratoria sulla siccità, già firmato dal Ministro Martina lo scorso 26 ottobre, e ricevuti i codici di pagamento, attesi qualche giorno dopo la pubblicazione, daremo immediato avvio all’erogazione dei 13euro a capo ovicaprino sulle domande finora istruite. A seguire partiremo con i lavori per dare attuazione agli impegni assunti con le organizzazioni di categoria e volti al reperimento di risorse per gli interventi sui comparti bovino e agricolo.»
Lo ha detto l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, che ha aggiunto: «Non c’è tempo da perdere: coinvolgeremo la Giunta e tutti i Consiglieri regionali per intervenire nella prossima legge Finanziaria con proposte che guardino ai comparti finora esclusi dal pacchetto di aiuti dedicati all’ovicaprino per la sofferenza del settore e i danni da siccità». 
Qualche giorno fa, nella sede dell’assessorato dell’Agricoltura, Pierluigi Caria ha incontrato una delegazione di giovani allevatori di bovini. Con loro si è confrontato sulle maggiori tematiche e sulle criticità che interessano il settore: dalle azioni per l’immediata emergenza a quelle strutturali di più ampio respiro. Si è parlato di siccità, della mancanza di pascoli e dei vaccini sulla lingua blu necessari per la movimentazione dei capi. Ma anche della Misura PSR sul Benessere degli animali, di centri di ingrasso, di costi delle materie prime e dei mangimi, spesso acquistati dalla Penisola, e di reti irrigue per le aziende. Caria ha ricordato che il riconoscimento della declaratoria per l’emergenza siccità da parte del Ministero riguarda la riduzione delle produzioni foraggere e quindi interessa, per l’accesso al Fondo di solidarietà nazionale e per gli strumenti a esso correlati, tutta la zootecnia isolana.
«Anche gli allevatori di bovini – ha spiegato Pierluigi Caria – potranno richiedere la riduzione fino al 50% dell’INPS e la sospensione dei pagamenti delle rate sui muti agrari, così come previsto dal decreto legislativo 102/2004.»