18 July, 2024
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«La Sardegna si deve porre un obiettivo ambizioso: con coraggio e determinazione deve candidarsi come Regione pilota per accogliere l’idrogeno come combustibile del futuro mettendosi per la prima volta al passo degli standard europei». Lo sostiene il segretario generale della Uiltec Sardegna, Pierluigi Loi a proposito del dibattito sul futuro energetico della Sardegna e del diniego da parte del Mise alla realizzazione del piano di metanizzazione dell’isola.

«Se la Sardegna perderà il prezioso treno del metano non riuscirà ad arrivare alla prossima stazione dal quale partirà l’unico treno veloce dell’idrogeno – evidenzia il segretario della Uiltec Sardegna -. Oggi il destino occupazionale delle due centrali sarde (Fiumesanto e Portoscuso) è appeso ad un filo, mentre Ep ed Enel attendono le determinazioni governative per mettere in campo eventuali investimenti di riconversione e mentre il comparto industriale sardo continua a subire l’handicap energetico non essendo appetibile per nuove realtà industriali: la conseguenza è che la nostra isola continua a rimanere sempre più isolata a livello infrastrutturale, industriale e occupazionale

«Se si vuole avere una visione di insieme ed europeista è necessario avere il coraggio e la lungimiranza di osservare come gli altri paesi dell’Europa stanno attuando le proprie politiche in materia energetica e, nello specifico, la loro visione sulla delicatissima fase della transizione energeticaevidenzia Pierluigi Loi -. La Germania e la Francia hanno infatti già individuato nell’idrogeno l’elemento fondamentale per realizzare una concreta e competitiva transizione energetica. La Germania ha deciso di investire sull’idrogeno quasi un quinto delle risorse di stimolo all’economia messe a sua disposizione dal Recovery Fund europeo. Sette miliardi di euro supporteranno la propria industria dell’idrogeno e la realizzazione di 5.000 MW di impianti di elettrolisi entro il 2030. Ad iniziare dal sito di Duisburg della Thyssenkrupp, il più grande sito di produzione integrata di acciaio d’Europa che si pone l’obiettivo di ridurre le sue emissioni di CO2 del 30% entro il 2030. Anche la Francia sceglie di guardare lontano e punta su una rivoluzione verde dedicando 30 miliardi all’efficientamento energetico, alla ricerca e all’innovazione, a cominciare dalla produzione di batterie elettriche o all’utilizzo dell’idrogeno nel campo dell’automotive.»

«Mentre i nostri vicini di casa mettono in atto idee concrete, in Italia continuiamo inesorabilmente a dividerci “ideologicamente” fra guelfi e ghibellini per qualsiasi parere di prospettiva lasciando che il volere ideologico di pochi possa contrastare processi innovativi e di prospettiva tecnicamente e validamente realizzabili. L’Italia viaggia strutturalmente al suo interno a tre velocità differenti, rendendo le regioni sempre più deboli, meno competitive, lontane da quegli standard infrastrutturali europei così futuristici e non raggiungili, con la conseguenza che il paese si stia inesorabilmente spaccando sotto i colpi dell’antidecisionismo – conclude Pierluigi Loi -. Uno degli esempi più lampanti è il trentennale arrivo del metano in Sardegna il quale vede oggi, da una parte, il sindacato confederale unito, la Regione Sardegna, il mondo imprenditoriale sardo, metà della maggioranza del Governo nazionale convinti dell’utilità della dorsale come veicolo per poter convogliare il metano a tutti i cittadini sardi. Contrari, invece, quella parte di Governo che fa riferimento al Ministero dello Sviluppo economico, che con troppa faciloneria e arroganza non considera il parere univoco di un’isola che sostiene uno sviluppo sostenibile che passi per il metano e la sua dorsale.»

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«Apprendiamo con grande preoccupazione e stupore le dimissioni del Presidente del consiglio di amministrazione della Sotacarbo dott. Alessandro Lanza in un momento delicato per la società in quanto gli impegni assunti dall’Assessorato alla Programmazione sono stati disattesi.»
Lo scrivono, in una nota, Emanuele Madeddu, segretario territoriale FILCTEM-CGIL Sulcis. Mario Marras, segretario regionale FLAEI-CISL e Pierluigi Loi, segretario regionale UILTEC-UIL.

«Nell’incontro tenuto lo scorso 19 giugno con l’assessore della Programmazione Giuseppe Fasolinoaggiungono i tre segretari -, avevamo ricevuto rassicurazioni rispetto alle soluzioni, sia immediate che di prospettiva, della problematica di Sotacarbo SpA. In particolare era stato prospettato che entro il 30 giugno sarebbero state identificate le soluzioni strutturali necessarie alla stabilizzazione ed al rilancio dell’Azienda, mentre già era stato deliberato dalla Regione Sardegna un un “incremento del finanziamento CEEP 2” anticipo di alcune centinaia di migliaia di euro rispetto ai progetti di Sotacarbo per l’anno 2020. Per quanto a nostra conoscenza, tali somme non sono state ancora accreditate all’Azienda, che versa in situazioni estremamente critiche riguardo la liquidità disponibile, con le ovvie conseguenze in termini di rispetto delle scadenze (retribuzioni, pagamento fornitori, pagamenti imposte, ecc.).»
«Rispetto all’identificazione della “soluzione strutturale”, nulla ci è stato comunicato, nonostante l’impegno assunto. Il solo “annuncio” di eventuali soluzioni da adottare non è di per sé risolutivo dei problemi, come già evidenziato durante l’incontro richiamato; è necessario avviare un percorso per “costruire” le azioni identificate per raggiungere gli obiettivi che Lei ha confermato essere  quelli della Regione Sardegnaaggiungono Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi -. La società di ricerca continua ad ottenere importanti risultati e riconoscimenti internazionali ma poi di fatto non è nelle condizioni di operare al meglio e avere un futuro certo.
Lo scorso 23 luglio abbiamo sollecitato un incontro per richiedere degli interventi immediati volti a:
– far pervenire alla Sotacarbo le risorse relative alla delibera sopra richiamata;
– mettere a conoscenza delle nostre organizzazioni sindacali delle determinazioni della Regione rispetto alle soluzioni strutturali identificate.
Conseguentemente coinvolgere le nostre organizzazioni sindacali nella costruzione fattiva e condivisa delle soluzioni strutturali, nel rispetto delle sfere di competenza e responsabilità delle parti.»
«Purtroppo, degli impegni assunti lo scorso 19 giugno ad oggi non abbiamo nessun riscontro, anzi le dimissioni del dott. Alessandro Lanza rappresentano un segnale assolutamente negativo così pure la situazione economica della Società stessa – concludono i tre segretari sindacali -. Per questo motivo ribadiamo la necessità di avere un incontro in tempi brevissimi per affrontare i temi noti, in attesa di un riscontro immediato la mobilitazione sarà l’unica risposta possibile.»

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Superata la fase più acuta dell’emergenza Coronavirus, torna d’attualità il tema della metanizzazione dell’Isola e della scadenza del 2025 per il phase out dal carbone nell’alimentazione delle centrali elettriche Grazia Deledda di Portovesme e Fiumesanto.

«La politica regionale intervenga decisamente affinché non si verifichi l’ennesimo scippo ai danni della Sardegna Pierluigi Loi lo chiede con forza a proposito del “Tyrrhenian Link”, il cavo di collegamento elettrico fra Sicilia e Sardegna che Terna realizzerà entro il 2025 e che potrebbe penalizzare i circa mille lavoratori che gravitano nel comparto energia in Sardegna. La UILTEC Sardegna denuncia il silenzio delle istituzioni isolani sui temi dello sviluppo energetico a pochi anni dal phase out dal carbone, previsto nel 2025, che rischia di rappresentare una mannaia per l’economia sarda e soprattutto per il settore industriale dell’isola.

«Lo sviluppo energetico è un tema strategico e vitale per la nostra isolascrive il segretario generale della Uiltec Sardegna Pierluigi Loi -. Un argomento delicato che fino a cinque mesi fa trovava spazio e priorità nell’agenda della politica regionale e nazionale. Da essa, infatti, dipende il destino dell’arrivo del metano in Sardegna, la conseguente realizzazione della dorsale ed il futuro delle due centrali elettriche sarde in relazione all’imminente phase out dal carbone del Paese, prevista anch’essa nel 2025.»

«Inspiegabilmente ed ingiustificatamenteevidenzia il segretario regionale Uiltec Sardegna su tali temi è calato il più totale silenzio, a tal punto che lascia sgomenti il fatto che non si prenda più in considerazione il fattore tempo, che impone nel 2025 una verosimile ghigliottina per l’economia del nostro territorio e nello specifico per l’intero settore industriale isolano. L’ultimo segnale governativo palesato nell’incontro al Mise a fine gennaio, tramite la sottosegretaria Alessandra Todde, tendeva ad una visione attendista e confusionaria, la quale escludeva l’arrivo del nuovo combustibile nella nostra Regione. L’8 aprile, come se non bastasse, Terna ha confermato il suo nuovo Piano di sviluppo 2020 da oltre 14 miliardi, dichiarando prossima la realizzazione del “Tyrrhenian Link”, il cavo di collegamento elettrico fra Sicilia e Sardegna.»

«Apparentemente parrebbe un importante investimento realizzato da un player strategico nazionale, ma per capire al meglio le ripercussioni che tale opera avrebbe sulla nostra regione sarebbe opportuno porsi alcune semplici domandesottolinea Pierluigi Loi -:

  • A chi giova tale infrastruttura?
  • Che ripercussioni avrà sullo sviluppo complessivo della nostra isola?
  • Con quale energia verranno alimentati i poli industriali sardi?
  • Quanto costa e, soprattutto, chi pagherà l’infrastruttura se non le bollette dei cittadini?

Il “Tyrrhenian Link” costerà 3,7 miliardi di euro, entrerà in esercizio entro il 2025 e collegherà elettricamente la Sicilia con la Sardegna.»

«Ma vi è un punto sul quale focalizzare l’attenzione evidenzia Pierluigi Loi -. Le due isole partono da una condizione energetica diversa e distante: mentre in Sardegna le due centrali di proprietà Ep ed Enel sono alimentate a carbone (si è in attesa che la classe politica prenda una posizione chiara, univoca e celere sul post-decarbonizzazione con l’inquietante incognita dell’assenza del metano), la Sicilia si sta apprestando a riconvertire le sue centrali attraverso l’uso del metano. Se a questa semplice constatazione si somma l’insediamento del prossimo cavo Terna, si può prendere atto che la Sardegna possa ricoprire fra qualche anno, in campo energetico, il ruolo di regolatore della produzione energetica altrui, con il rischio reale di una fermata definitiva delle due centrali sarde.»

«Tutto questo a discapito dei quasi 1.000 lavoratori diretti e indiretti, delle aziende che come Ep hanno già messo in campo idee progettuali concrete per una riconversione a biomasse e di un intero territorio che sarebbe totalmente dipendente da terzi dal punto di vista energetico. Se poi si considera il fatto che il cavo terna costerebbe quasi il doppio rispetto alla dorsale, e che il costo del progetto avrebbe importanti ricadute sulle bollette degli utenti, a chi gioverebbe l’infrastruttura Terna? Non certo alla Sardegna e ai sardi che da questo progetto avrebbero solo da perdere conclude Pierluigi Loi -. Per questo motivo, come UILTEC SARDEGNA, chiediamo con forza e determinazione che la politica regionale intervenga decisamente affinché non si verifichi l’ennesimo scippo ai danni della nostra Regione.»

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Le Segreterie di FILCTEM CGIL, FLAEI CISL, UILTEC UIL hanno deciso le prime azioni di mobilitazione contro la Regione che «dopo oltre 6 mesi non si preoccupa di una sua Azienda partecipata», la Sotacarbo.
«Sono passati più di 6 mesiaffermano Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi, rispettivamente Segretari della FILCTEM CGIL Sulcis, FLAEI CISL Sardegna e UILTEC UIL Sardegnada quando avevamo richiesto all’assessore al Bilancio Giuseppe Fasolino un incontro per affrontare la complessa situazione finanziaria e operativa di Sotacarbo. Nonostante i solleciti e contatti informali, nulla è stato fatto dalla Regione, che non si può certo nascondere dietro l’emergenza Covid-19 per giustificare la propria totale assenza.»
«Le preoccupazioni di lavoratrici e lavoratori oggi sono confermate dalla stessa Azienda, che evidenzia un bilancio in rosso e gravi problemi a ricevere le risorse necessarie a portare avanti i progetti di ricerca; quel tracollo che si paventava a inizio anno si sta pericolosamente avvicinando aggiungono i tre segretari sindacali -. Il tempo è scaduto e non vogliamo permettere che ulteriori attese provochino danni irreparabili a impresa e lavoratori. Per questo non lasceremo nulla di intentato per richiamare tutti alle proprie responsabilità, a partire dalla Regione Sardegna che come proprietaria di Sotacarbo deve immediatamente intervenire e chiarire le proprie determinazioni.»
«È arrivato il momento della mobilitazione che FILCTEM, FLAEI e UILTEC hanno dichiarato, dopo una partecipata assemblea dei dipendenticoncludono Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi -, inizieremo con un presidio davanti all’assessorato del Bilancio della RAS a Cagliari il prossimo 24 giugno, e se sarà necessario proseguiremo con altre e più forti iniziative: qualcuno nei palazzi regionali si dovrà svegliare, ascoltare questo grido d’allarme e trovare soluzioni immediate.»

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I segretari FILCTEM-CGIL Sulcis Emanuele Madeddu, FLAEI-CISL Sardegna Mario Marras e UILTEC-UIL Sardegna Pierluigi Loi, hanno chiesto un incontro urgente all’assessore regionale della Programmazione, Giuseppe Fasolino, e al presidente del Consiglio di Amministrazione Sotacarbo Alessandro Lanza, sulla situazione della Sotacarbo SpA.

«Con la nostra lettera del 6 dicembre 2019, ormai oltre 5 mesi fa, avevamo chiesto un incontro, allora urgente, per affrontare la situazione della Sotacarbo SpA, azienda partecipata dalla regione e sottoposta alla direzione del Suo Assessorato scrivono i tre segretari sindacali -. Non avendo ottenuto alcuna risposta, il 29 gennaio scorso abbiamo sollecitato detto incontro, stante l’ulteriore aggravamento della già pesante situazione economico-finanziaria aziendale. Nemmeno a seguito di contatti informali con l’Assessorato siamo riusciti ad ottenere il richiesto incontro.»
«Nel tempo la pesante condizione aziendale si è ulteriormente compromessa, anche a causa dei ritardi riscontrati nell’approvazione dei nuovi progetti di ricercaproseguono i tre segretari sindacali -. Le vicende connesse alla emergenza Covid-19 non hanno inciso se non in misura marginale sulla condizione aziendale, che già soffriva e continua a soffrire di problematiche strutturali riguardanti la capitalizzazione dell’azienda ed il sistema di remunerazione delle attività svolte.»
«Consideriamo quindi che la situazione debba essere affrontata con assoluta priorità e, pertanto, Le chiediamo un’immediata convocazione, unitamente alla stessa Azienda in modo da approfondire congiuntamente e ricercare  immediatamente soluzioni già praticabili, al fine di evitare il precipitare della situazione concludono Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi -. Purtroppo, ci troviamo costretti, anche per tutelare i lavoratori e la stessa Azienda, ad avviare, in caso di mancanza di immediato riscontro, le più opportune iniziative di lotta e sensibilizzazione della opinione pubblica.»

 

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«Per la seconda volta il ministero ha ascoltato le posizioni delle parti, ma non ha sciolto i nodi e tanto meno ha dato indicazioni sulla transizione energetica della Sardegna
l segretario generale della Uiltec Sardegna, Pierluigi Loi, esprime forte insoddisfazione e preoccupazione dopo l’attesa riunione per il phase out dal carbone delle centrali sarde tenutasi questa mattina al ministero dello Sviluppo economico.

«Nella riunione di oggi non sono state date indicazioni sull’alimentazione dei 400 MW a gas previsti dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), non sono date risposte sulla dorsale a gas, né sui tempi autorizzativi delle infrastrutture necessarie alla transizione – spiega Pierluigi Loi -. Pertanto, come UILTEC esprimiamo forte insoddisfazione ma anche preoccupazione, in quanto su una materia così delicata pare si voglia prendere tempo e non si decida. La transizione energetica verso uno sviluppo sostenibile si fa con i fatti e gli investimenti non con le chiacchere e tempi biblici. Oggi ci saremo aspettati risposte concrete dal sottosegretario Alessandra Todde, ma queste risposte non sono arrivate

Secondo la Uiltec la transizione energetica e sostituzione del carbone con altre fonti, il cui completamento è previsto nel 2025, deve inevitabilmente passare attraverso la metanizzazione dell’isola.

«Tutti, a partire dalla politica nazionale, devono prendere responsabilmente coscienza del problema e dare risposte concrete senza farsi prendere dalla sindrome dello slogan ambientale di comodo: la Sardegna ha bisogno di fatti concreti.»

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Le Segreterie di FILCTEM CGIL, FLAEI CISL, UILTEC UIL sollecitano l’assessorato al Bilancio a sostenere la Sotacarbo, una realtà aziendale preziosa per la nostra Regione.

«In un incontro con la Sotacarbo Spa – affermano Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi, rispettivamente Segretari della FILCTEM CGIL Sulcis, FLAEI CISL Sardegna e UILTEC UIL Sardegna – abbiamo appreso che la situazione finanziaria dell’Azienda è critica, perché messa a rischio dal ritardo nei pagamenti da parte del ministero dello Sviluppo economico. L’impresa è costretta ad anticipare milioni di euro per sviluppare i progetti di ricerca che solo dopo anni vengono pagati dalle istituzioni che hanno affidato a Sotacarbo le attività.»

«Sotacarbo è una realtà preziosa per la nostra Regione – aggiungono i segretari delle organizzazioni sindacali – attraverso la ricerca nel settore energetico ha ottenuto riconoscimenti e brevetti internazionali, in un settore dove si confronta con colossi industriali e finanziari. In pochi anni ha raddoppiato gli addetti e impiega fior di ricercatori il cui lavoro dà grandi benefici nel campo delle energie rinnovabili e dello sviluppo di sistemi innovativi per il settore energetico.»

«La Regione Sardegna proprietaria al 50% di Sotacarbo deve definire rapidamente il proseguimento di alcuni progetti di grande valore economico, che sono vitali per questo importante centro di ricerca – concludonoE manuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi -. Queste incertezze sulle future attività di questa piccola ma importante realtà Sarda, rischiano di provocarne il crollo, proprio in un territorio come il Sulcis Iglesiente già martoriato dalla crisi economica. Per questo le Organizzazioni Sindacali hanno chiesto un incontro urgente all’Assessore al Bilancio e Programmazione Regionale Fasolino, nella speranza che la Regione Sardegna dia il suo contributo a risolvere, una volta per tutte, i problemi che affliggono Sotacarbo Spa ed i suoi dipendenti.»

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«La classe politica non può mistificare la realtà sostenendo banalmente che i cavi di Terna sostituiscono la dorsale di trasporto del metano.»
Lo sostiene il segretario generale della Uiltec Sardegna, Pierluigi Loi.

«E’ necessario che il ministero dello Sviluppo economico dia finalmente una risposta chiara al fatto che in Sardegna l’energia termica costi di più rispetto al resto d’Italia. E’ una risposta dovuta sia per i bacini di utenza industriale che per quelli di utenza civile», aggiunge Pierluigi Loi.

Quanto alla transizione energetica e sostituzione del carbone con altre fonti, secondo il segretario della Uiltec Sardegna, questa inevitabilmente deve passare attraverso la metanizzazione dell’isola.

«Tutti, a partire dalla politica nazionale, devono prendere responsabilmente coscienza del problema e dare risposte concrete senza farsi prendere dalla sindrome dello slogan ambientale di comodo, per prendere ancora tempo – conclude Pierluigi Loi -: la nostra regione ha bisogno di fatti concreti.»

 

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«Quanto sta accadendo ai lavoratori del Porto Canale di Cagliari, oltre 200 che rischiano i licenziamenti collettivi e ai quali manifestiamo vicinanza e solidarietà, non può essere trascurato né sottovalutato. Perché alla vertenza dei lavoratori portuali è legato anche il sistema dell’esportazione dei prodotti sardi.»
A sostenerlo sono Emanuele Madeddu, segretario Filctem Sardegna Sud Occidentale; Lorenzo Mallica, segretario della Femca Cisl Medio Campidano; e Pier Luigi Loi, segretario Uiltec Uil.
«Come avviene per il settore delle ceramiche, è il caso della Ceramica Mediterranea operante nel Medio Campidano, che rischiano di vedere compromesso tutto il settore export proprio a causa della crisi che sta investendo l’ambito portuale. Giusto per fare un esempio si profilano rincari che arrivano anche al 30 per cento, soprattutto per destinazioni che comprendono Canada, Israele ma anche Taiwan, Americhe e Grecia dove le tariffe sono già raddoppiate – si legge in una nota -. Per questo motivo è necessario che si costituisca un fronte comune tra le diverse organizzazioni e le istituzioni si adoperino per affrontare la problematica in maniera globale, tenendo conto del fatto che, col perdurare della situazione di incertezza, ai 200 lavoratori portuali potrebbero sommarsene altri se non ci dovessero essere soluzioni tali garantire la movimentazione delle merci e assicurare alle aziende sarde che si occupano di esportazione di vedere i propri prodotti consegnati nei tempi stabiliti e previsti dalle commesse.»

Emanuele Madeddu.

 

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«Quella del metano in Sardegna è un’emergenza che deve essere risolta con tempi certi: Palazzo Chigi faccia sedere ad un tavolo la Regione Sardegna, le parti sociali e le imprese interessate per risolvere una volta per tutte questo problema

E’ l’appello lanciato oggi a Cagliari dal segretario generale della Uiltec Paolo Pirani, durante la riunione con i delegati sindacali della sigla che rappresenta i lavoratori dell’industria tessile, dell’energia e della chimica (22 i Contratti Nazionali rappresentati).

«In questi anni ci hanno fatto immaginare di tutto sulla metanizzazione dell’isola – ha spiegato il numero uno della Uiltec -: la verità è che il caso Sardegna è sempre stato accantonato. Mentre si tratta di una battaglia per lo sviluppo economico del territorio

Secondo la Uiltec oggi è improcrastinabile la creazione di una infrastruttura che possa finalmente distribuire il metano in tutta la regione, ma è anche necessario sensibilizzare l’opinione pubblica. «Occorre un investimento pubblico o in ogni caso un sistema di finanziamento che possa drenare e remunerare dei capitali privati – ha spiegato Paolo Pirani -. Ma soprattutto occorrono delle procedure emergenziali per superare gli ostacoli burocratici visto che per trasformare una centrale dal carbone alle rinnovabili occorrono tempi lunghissimi: undici anni solo per una autorizzazione».

Per la Uiltec non è possibile pensare dall’oggi al domani ad una transizione energetica (dai combustibili fossili alle rinnovabili) senza creare problemi sociali. Anche la Germania – come ha ricordato Paolo Pirani – pur non essendo una nazione poco attenta all’ambiente, per gestire questo periodo di transizione si è scelta la lignite, cioè il carbon fossile.

Da tempo al Mise è in programma un incontro per cercare di risolvere il caso Sardegna, ma nelle more la Uiltec chiede un intervento in pressing del presidente della Regione Christian Solinas. «Sollecitiamo il presidente Christian Solinas ad una forte pressione sul Ministero dello Sviluppo Economico per sbloccare i fondi per la metanizzazione in Sardegna – ha detto il segretario regionale della Uiltec Sardegna Pierluigi Loi -. Il progetto della società nazionale metanodotti (Snam) c’è ma è necessaria una programmazione: per questo chiediamo che la deroga per la decarbonizzazione venga prorogata almeno fino al 2030. Vogliamo che in Sardegna il prezzo del gas sia uguale a quello delle altre regioni e soprattutto chiediamo che del costo del metanodotto in Sardegna si faccia carico l’intera collettività».

oznor

sdr

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