24 November, 2024
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«Dopo aver scongiurato la sospensione delle attività del reparto di Neurochirurgia per il periodo estivo, ho voluto visitare il San Francesco per ringraziare personalmente gli operatori sanitari, che hanno permesso di dare continuità a un servizio fondamentale per il territorio del Nuorese e non solo.»

Sono le parole dell’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, oggi in sopralluogo all’ospedale San Francesco di Nuoro. Una ricognizione approfondita reparto per reparto, in linea con i sopralluoghi eseguiti negli ultimi tre mesi negli ospedali e presidi territoriali dell’Isola.

«Sin dall’inizio del mio mandato – aggiunge l’assessore Mario Nieddu – ho ritenuto che il modo corretto di affrontare i problemi fosse quello di toccarli con mano. Raccogliamo un’eredità pesante e stiamo lavorando seriamente per dare risposte. A Nuoro ho trovato una struttura valida, con diverse eccellenze e grandi professionalità, a testimonianza che non ci sono solo ombre nella nostra sanità, ma anche luci. Qualità che vanno preservate. Stiamo lavorando per trovare soluzioni per quanto riguarda la carenza di personale sanitario e confidiamo che molte criticità, come la carenza di posti letto in alcuni reparti possano essere risolti con la riorganizzazione dei servizi sul territorio.»

Al sopralluogo hanno partecipato anche la direttrice dell’Assl di Nuoro, Grazia Cattina, ed i consiglieri regionali del territorio Pierluigi Saiu, in prima linea sin dagli esordi della crisi dei reparti di Neurochirurgia e Chirurgia vascolare del San Francesco, e Giuseppe Talanas.

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Le prospettive di riforma dell’ordinamento regionale e degli Enti locali sono state al centro delle audizioni dei costituzionalisti dell’Università di Cagliari davanti alla commissione Autonomia, presieduta da Pierluigi Saiu (Lega).

Il prof. Pietro Ciarlo, ricordando che si tratta di argomenti dei quali “si parla da decenni”, ha invitato tutti a considerare il fattore tempo e l’esperienza fin qui maturata suggerendo, piuttosto che impegnarsi «in grandi leggi di riforma di difficile praticabilità», di concentrare l’azione legislativa su “alcuni nodi” del sistema. Da questo punto di vista, ha proseguito, sono fondamentali le norme di attuazione, che il Trentino Alto Adige ha usato in maniera molto efficace costituendo fin dalla nascita della Regione un ufficio di specialisti che ha lavorato a stretto contatto con la commissione paritetica Stato-Regione: una buona pratica che la Sardegna può replicare.

Secondo il prof. Andrea Deffenu la riforma del Titolo V della Costituzione che doveva essere seguita dall’adeguamento degli Statuti regionali, ha aperto un lungo periodo di transizione e criticità che ha avuto, come conseguenza indiretta, anche una giurisprudenza costituzionale sfavorevole alle Regioni, «anche in casi recenti che hanno riguardato la Sardegna come i contratti pubblici e gli usi civici». Da questa situazione di stallo, ha continuato, si può uscire con un uso appropriato delle norme di attuazione e, per quanto riguarda gli Enti locali, prendendo atto che «lo scenario previsto dalla legge regionale 2/2016 (che non le considerava) è cambiato e quindi le Province sono enti costituzionali necessari».

La professoressa Ilenia Ruggiu si è invece soffermata sul ruolo dei Comuni «che storicamente hanno preceduto lo Stato e la Regione» ed hanno percepito la riforma del 2016 come un provvedimento calato dall’alto, «non accompagnato da una volontà reale della Regione di applicare il principio della leale collaborazione, di stabilire con gli Enti una vera alleanza, di coinvolgerli pienamente nella programmazione regionale, attraverso competenze più incisive di Cal ed Anci». Le Province, ha osservato, potrebbero avere funzioni differenziate, distinguendo quelle di prossimità da quelle di area vasta ma poi, sullo sfondo, va ridefinito il ruolo della Regione, che deve mandare alle autonomie locali “un messaggio anche simbolico di delocalizzazione” sia istituzionale che burocratica.

La crisi della politica e l’aumento dell’astensionismo hanno caratterizzato la riflessione del prof. Roberto Cherchi, che l’ha attribuita ad una contraddizione di fondo «fra l’elezione diretta del presidente della Regione, che genera sempre forti aspettative, ed una prassi parlamentare che nel tempo sposta il baricentro dell’azione di governo verso l’Assemblea e la rallenta». L’art.102 del regolamento del Consiglio regionale, ad avviso di Roberto Cherchi, è un esempio classico perché consente ad una proposta di legge, purché sostenuta da tutti i capigruppo, di superare il passaggio in commissione ma analoga procedura non è prevista per i disegni di legge della Giunta.

Per il prof. Marco Betzu le difficoltà del rapporto fra Regione ed Enti locali nascono dalla incompleta definizione del ruolo del Cal, «costituito con i migliori auspici ma poi rivelatosi incapace, non per sua responsabilità, di interpretare il principio della leale collaborazione». Nella sua configurazione attuale, ha spiegato, il Consiglio delle Autonomie fornisce pareri dei quali (anche per semplici questioni di tempo) si può prescindere ed interviene su testi legislativi in commissione che poi possono anche cambiare radicalmente al termine del dibattito in Consiglio. Per correggere questa situazione, ha proposto, «si potrebbero prevedere procedimenti rafforzati e/o un obbligo di motivazione da parte della Regione». In generale comunque, ha concluso, anche sulla base delle migliori esperienze è preferibile l’esperienza di una Regione minimale che lascia uno spazio adeguato alla Conferenza Regione-Enti locali (o, se si preferisce, il Cal ma non entrambi gli organismi che finiscono col sovrapporsi).

Il prof. Gian Mario Demuro (ex assessore degli Affari generali) ha sostenuto che, da un lato, «l’idea di autonomia speciale della Sardegna va inquadrata nella prospettiva del riconoscimento della sua insularità a livello europeo» ma, dall’altro, deve anche caratterizzarsi per la capacità della Regione di “fare il primo passo” intervenendo in una realtà con tante differenze. Questo obiettivo, ha aggiunto, si può raggiungere seguendo due percorsi: le norme di attuazione e la legge statutaria, che andrebbe a toccare anche il totem della legge 1/77 sull’organizzazione della Regione, immaginata allora sul modello ministeriale dei “silos lontani”. «Un modello di governo da riformare – ha aggiunto – con l’istituzione di deleghe assessoriali a tempo selezionate per obiettivi e con una marcata azione di decentramento della Regione in un nuovo quadro istituzionale in cui le Province dovrebbero assumere le funzioni di area vasta.»

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri Massimo Zedda e Diego Loi dei Progressisti. Zedda ha messo l’accento sulle difficoltà complessive del sistema politico, «che ha perso slancio e capacità di contatto con la società reale, fenomeni all’origine del largo astensionismo». Questo è un problema della Regione che, con un nuovo assetto delle Province, deve accelerare il decentramento. «Se potessimo tracciare una mappa dello spopolamento della Sardegna – ha concluso – ci accorgeremmo che è perfettamente sovrapponibile a quella di territori dove progressivamente sono scomparsi servizi essenziali per le comunità».

Diego Loi ha ricordato in apertura che «lo Stato sul territorio sono i Comuni e bisogna partire da qui, perché qui sono organizzate e realizzate le politiche pubbliche delle quali i cittadini hanno una percezione negativa perché ci sono ancora troppe carenze, non ultima quella del digital divide che allontana ancora di più dai nuovi contesti civili quanti vivono in realtà marginali». L’assetto degli Enti locali di questi anni, ha concluso, non è stabile ma sarebbe sbagliato abbandonare del tutto e senza alternative la strada delle Unioni dei Comuni che ha fatto segnare importanti momenti di crescita”.

Nelle conclusioni il presidente Pierluigi Saiu ha dichiarato che «sulle riforme la commissione ha un approccio laico ed intende lavorare su un terreno sgombro da soluzioni precostituite». «Accogliamo quindi con estremo interesse e con una certa dose di entusiasmo, il contributo prezioso dei giuristi sulle riforme ed i loro suggerimenti sulla disciplina dei rapporti Stato Regione attraverso le norme di attuazione e su interventi mirati rivolti ad alcuni temi centrali come legge statutaria, organizzazione della Regione e riordino del sistema delle autonomie locali. Su quest’ultimo punto – ha concluso – intendiamo impegnarci per un nuovo Testo unico degli Enti locali sardi dove trovino spazio materie come finanza locale, status degli amministratori, piccoli Comuni e realtà montane».

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«Questa mattina ho incontrato i sindaci di Torpè e Siniscola. Sono andato in comune da loro per avere notizie sui danni causati dagli incendi di sabato. A Torpè il fuoco ha bruciato circa 90 ettari di terreni adibiti a pascolo nella zona di Santu Martine. Dal sindaco Omar Cabras è arrivata la conferma del lavoro prezioso della Protezione Civile e della Compagnia Barracellare, ma anche la richiesta di avere più mezzi antincendio e soprattutto mezzi moderni, capaci di far fronte a una piaga con cui spesso, purtroppo, si ha a che fare nel periodo estivo.»

Lo scrive, in una nota, Pierluigi Saiu, consigliere regionale Lega e presidente della Commissione Autonomia e Riforme.

«La stessa richiesta, quella cioè di poter contare su nuovi mezzi antincendio, è arrivata dal sindaco di Siniscola Gianluigi Farris – aggiunge Pierluigi Saiu -. Anche qui la difesa del territorio è affidata alla Compagnia barracellare ed alla costituenda Protezione civile. Gli incendi, che hanno colpito le aree limitrofe alla zona industriale e la zona di Oreo, hanno richiesto l’intervento di un canadair e di due elicotteri. Il territorio del comune di Siniscola è molto esteso e richiede un controllo costante.»

«Riferirò all’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis – conclude il presidente della commissione Autonomia e Riforme -, il contenuto di questi incontri, così da aggiornarlo relativamente alle richieste che arrivano dai sindaci e mettere in campo le azioni necessarie.»

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«Il reparto di Neurochirurgia dell’ospedale San Francesco non chiuderà. È un’ottima notizia. Il lavoro portato avanti in questi giorni dall’assessore Mario Nieddu ha consentito di arrivare alla soluzione di un problema molto complesso.»

Lo ha detto Pierluigi Saiu, consigliere regionale della Lega e presidente della Commissione Autonomia e Riforme del Consiglio regionale.

«Il 24 giugno scorso ho reso nota la comunicazione della direzione dell’Area Socio Sanitaria Locale in cui si dava notizia della chiusura estiva del reparto per tre settimane – ha aggiunto Pierluigi Saiu -. Da quel momento è partita non solo una mobilitazione territoriale a cui hanno aderito anche altre forze politiche, ma è iniziata una vera e propria corsa contro il tempo, che ha visto impegnati in prima persona l’assessore alla Sanità e il gruppo della Lega in Consiglio regionale. Ci siamo occupati di un’emergenza dovuta allo stato del sistema sanitario regionale così come lo abbiamo trovato. Affrontata e risolta l’emergenza però, dobbiamo adesso occuparci di dare al reparto di Neurochirurgia la dotazione di personale necessaria. Il lavoro svolto dallo staff del reparto in questi anni, e in queste condizioni, è stato eroico. Hanno saputo supplire alla carenza di personale lavorando di più e sacrificandosi. Hanno potuto, in questo modo, garantire che il reparto di Neurochirurgia dell’ospedale San Francesco conservasse i livelli di eccellenza che conosciamo. A loro deve andare il ringraziamento di tutta la nostra comunità. Dobbiamo – ha concluso Pierluigi Saiu – impegnarci ora per sbloccare i concorsi che permetteranno l’assunzione di nuovi medici. Sappiamo che l’assessore della Sanità è già al lavoro in questa direzione. Vogliamo dare soluzioni strutturali ai problemi che abbiamo trovato e che sono davvero tanti. Abbiamo ereditato una sanità a pezzi e stiamo lavorando per rimetterla in piedi.»

 

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Il Consiglio regionale ha approvato le nuove disposizioni in materia di status di consigliere regionale (disegno di legge n. 19 – Oppi e più).

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. In apertura il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha chiesto la cancellazione della sua firma dalla proposta di legge, dichiarando che sarebbe intervenuto in seguito con toni critici.  Sull’ordine dei lavori è intervenuto il consigliere del Pd, Piero Comandini, criticando l’assenza in aula del presidente della Regione Christian Solinas, così come la Giunta anche nella riunione del Mibact che non ha concesso l’autorizzazione paesaggistica per l’area del Porto Canale. Piero Comandini ha reso noto che la Contship ha depositato, il 9 luglio, alla Camera di Commercio di Cagliari lo scioglimento della Contship Italia, «ciò significa che il 31 agosto la compagnia licenzierà tutti i lavoratori». Il consigliere, ricordando la mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale e che riguarda il futuro di 250 lavoratori, ha chiesto che il presidente Solinas venga a riferire in aula e intervenga a tutela del Porto Canale e dei lavoratori.

Eugenio Lai (Leu) ha chiesto che si parli nella seduta odierna della situazione dei lavoratori dell’Aras, che «non hanno una prospettiva», visto che non è stato ancora approvato il bilancio di Laore. Lai ha chiesto di chiedere all’assessore dell’Agricoltura di riferire in aula.

Critiche all’assenza del presidente Solinas sono state mosse anche dal capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, anche per l’importanza del provvedimento in discussione sui rapporti tra la Regione e lo Stato, la risoluzione n. 1. Il consigliere ha quindi chiesto al presidente Pais di farsi garante affinché sia presente in aula il presidente Christian Solinas o il vice presidente.

Critico anche il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, che ha chiesto, visto l’assenza del capo dell’Esecutivo, il rinvio della discussione sulla risoluzione n. 1 “Sulla ridefinizione dei rapporti economico-finanziari tra lo Stato e la Regione autonoma della Sardegna”.  

Il consigliere di Forza Italia, Emanuele Cera, ha chiesto di togliere la firma dalla proposta di legge sul taglio dei vitalizi.

Daniele Cocco (capogruppo di Leu) ha chiesto di discutere oggi in Consiglio la mozione sulla situazione dei lavoratori dell’Aras.

Il presidente Pais ha proposto di andare avanti con il primo punto all’ordine del giorno, sulla proposta di legge 19/A, e poi valutare la proposta del capogruppo del Pd.

Di seguito i consiglieri della Lega Salvini Sardegna, Michele Ennas, Andrea Piras, Ignazio Manca, e Sara Canu, hanno chiesto di apporre la propria firma sulla proposta di legge sui vitalizi.

E’ poi intervenuto il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, che ha accolto favorevolmente la richiesta del consigliere Gianfranco Ganau sul rinvio dell’esame della risoluzione.

Il presidente Michele Pais ha, quindi, aperto la discussione sul primo punto all’ordine del giorno e ha dato la parola al relatore, Pierluigi Saiu (Lega Salvini Sardegna), presidente della commissione Autonomia e Riforme.

«La Prima commissione, nella seduta del 4 luglio 2019, ha inserito all’ordine del giorno il testo della proposta di legge n. 19 stabilendo, all’unanimità, di stralciare il Capo II della medesima contenente la disciplina per la cosiddetta “indennità differita”. Come è emerso dal dibattito in commissione, tale scelta nasce dall’intento di valutare in modo più approfondito l’opportunità di prevedere questo istituto già adottato da numerose Regioni e basato sulla disciplina in vigore presso la Camera dei deputati», ha affermato Pierluigi Saiu.

«La commissione, in seguito allo stralcio, ha dunque preso in esame il Capo I della proposta di legge, approvando all’unanimità i singoli articoli e licenziando il testo nel suo complesso. Come è noto il testo licenziato dalla Prima commissione, reca disposizioni per l’attuazione della disciplina introdotta dal bilancio di previsione dello Stato per il 2019 e si conforma all’Intesa, sancita in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, siglata il 3 aprile di quest’anno», ha aggiunto Pierluigi Saiu -. La normativa e l’Intesa citate, ai fini del contenimento della spesa pubblica e del coordinamento della finanza pubblica, hanno impegnato le singole Regioni a rideterminare, in riduzione, la disciplina dei cosiddetti “vitalizi” già in essere in favore dei consiglieri regionali, prevedendo come sanzione, in caso di inadempimento entro i termini, la riduzione di una considerevole quota dei trasferimenti erariali. Nel caso della Regione sarda le misure interessano i consiglieri che hanno ricoperto la carica fino alla quattordicesima legislatura (2009-2014)».

Pierluigi Saiu ha aggiunto: «Rispetto al testo dei proponenti, la commissione ha inserito uno specifico articolo relativo alla norma finanziaria in quanto la disciplina approvata, prevedendo un evidente risparmio di spesa, non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio del Consiglio regionale. La prima proiezione di risparmio di 1,6 milioni è stata rivista ed è, invece, di 2 milioni. Gli altri articoli approvati dalla commissione, invece, risultano identici a quelli contenuti nel Capo I del testo del Proponente che riproducono i criteri, stabiliti nell’Intesa citata, per la rideterminazione dei vitalizi. La commissione, sotto questo aspetto, si è dunque attenuta a quanto già stabilito in sede di Intesa al fine di rispettare, in nome del principio di leale collaborazione, gli impegni assunti in sede di conferenza Stato-Regioni”». In conclusione Pierluigi Saiu ha chiesto di apporre anche la sua firma alla proposta di legge 19/A.

La capogruppo del Movimento 5 stelle, Desirè Manca, ha ricordato che era il 4 giugno quando è stata presentata una proposta di legge suddivisa in due capi: il primo sulla rideterminazione dei vitalizi “su cui eravamo d’accordo”, il secondo su quello che veniva chiamata “indennità differita”. Desirè Manca ha ricordato di aver chiesto la divisione del testo in due per approvare subito la prima parte e di riportare il secondo capo in commissione per valutare una proposta su una pensione contributiva. “Ci avete messo un mese”, ha detto, “e quello che è cambiato, rispetto al 4 giugno è che i termini sono scaduti e che ci saranno probabilmente delle penali”. Manca ha affermato che voterà a favore perché quello del taglio dei costi della politica è uno degli obiettivi principali del Movimento 5 Stelle.

E’ intervento il vice presidente della Commissione Autonomia, Diego Loi (Progressisti), il quale ha ripercorso il lavoro fatto dalla commissione, che ha fatto una sintesi opportuna, votando in maniera unitaria la proposta di legge che stralciava la seconda parte del testo. Loi ha poi aggiunto che la proposta di legge arrivata in commissione prevedeva una seconda parte che necessitava, però, di essere approfondita e valutata in tutti i suoi aspetti. Il testo in esame, ha aggiunto, consentirà una riduzione dei costi per il Consiglio regionale di 1,6 milioni che potranno essere utilizzare a favore della collettività e va nella direzione di avvicinare i cittadini alla politica. Loi ha, inoltre, ribadito che la proposta di legge è stata licenziata all’unanimità dalla commissione, quindi ha già avuto il favore di tutte le forze politiche e ha annunciato il voto è favorevole.

Giorgio Oppi (Udc) si è detto assolutamente contrario, ricordando che ci sono anche diritti da difendere come quelli delle vedove di consiglieri regionali, che si potrebbero trovare in difficoltà. Giorgio Oppi ha ricordato che sono 13 le regioni che hanno approvato la legge sulle indennità differite, alcune all’unanimità, tra cui Abruzzo, Calabria, Campania, Liguria, Molise, Puglia, Valle d’Aosta e Veneto.

Per Giorgio Oppi alla base di questa discussione c’è scarsa conoscenza che porta a non capire determinate situazioni. Oppi ha sottolineato che non parla per interesse personale, in quanto lui non viene coinvolto in questo provvedimento, ma che vuole riportare ordine e chiarezza su un argomento che forse pochi conoscono a fondo, ricordando che non devono essere danneggiate le persone che si sono messe a disposizione della collettività e che quando andranno in pensione, magari da dipendente di livello non elevato, si vedranno mortificati.

Giorgio Oppi ha ricordato che già dalla XIII legislatura lui è stato uno dei sostenitori dei tagli delle indennità dei consiglieri regionali e dell’eliminazione delle indennità aggiuntive per le altre cariche ricoperte nelle commissioni e nell’ufficio di presidenza e che non ha bisogno dei consigli di chicchessia. Oppi ha ricordato tra l’altro che tra i 309 vitalizi ci sono 90-100 ultranovantenni e che, quindi, sarà un costo che andrà via non fra tantissimi anni. Oppi ha affermato che bisogna smetterla di parlare di privilegi e di caste, perché sono altre le caste, e non va svilito il ruolo istituzionale di consigliere e dell’Istituzione che si rappresenta. Il consigliere dell’Udc ha annunciato il suo voto contrario.

Eugenio Lai (Leu) ha ricordato che da subito tutte le opposizione si sono schierate per eliminare il secondo capo della proposta di legge, anche perché c’era una richiesta da parte della cittadinanza ed è necessario che si lavori per riavvicinare i cittadini alla politica. Quindi sì alla rideterminazione dei vitalizi, ma bisogna fare attenzione a non delegittimare il più alto Parlamento sardo, se no si rischia che la politica diventi accessibile soltanto ai ricchi, con un danno per la democrazia. Eugenio Lai ha auspicato che, nonostante il ritardo, si riesca a evitare il  taglio dei  trasferimenti da parte dello Stato alla Sardegna.

Per Ignazio Manca (Lega Salvini Sardegna) si è assistito, nell’approccio a questa proposta di legge, all’azione di una categoria di persone, definite “vetrinisti”, che agiscono anteponendo il loro ego al lavoro da svolgere in questo Consiglio, e che cercano soltanto una vetrina mediatica, senza pensare che il ritardo nell’approvazione di questa proposta potrebbe portare a un taglio delle risorse per la Sardegna e, quindi, a un danno per i sardi. Manca ha auspicato che per il futuro le forze politiche sappiano dialogare lealmente per la Sardegna e per le migliaia di disoccupati.

Massimo Zedda (Progressisti) ha ricordato che nella riunione  citata dalla capogruppo del Movimento 5 Stelle furono portate tre proposta: i vitalizi, il ripristino dei fondi ai gruppi e il raddoppio personale degli uffici di gabinetto degli assessori. Il consigliere di opposizione ha confermato quanto sostenuto dal collega Giorgio Oppi, ossia che la norma opera per pochissime persone, ma ha ricordato che in quei giorni di giugno quando si ragionava sui vitalizi i sardi stavano ricevendo una decurtazione sulle loro pensioni. Massimo Zedda ha poi ricordato al presidente Michele Pais, che se ci fosse stata l’urgenza di portare entrambi i capi della legge, oggi ci sarebbero state due proposte di legge, invece l’urgenza era soltanto per il primo capo. Il consigliere ha ricordato anche che quando il vitalizio era stato introdotto non era stato pensato per portare ai ricchi più benefici o per creare un cumulo tra il vitalizio da consigliere regionale, deputato, senatore ed europarlamentare, ma per dare ristoro a coloro che avevano dedicato una vita alla politica. Massimo Zedda ha annunciato il voto favorevole sulla proposta di legge così licenziata dalla commissione Autonomia e ha rivendicato la sua autonomia nel decidere di non appoggiare e non accettare ciò che ritiene non giusto o che non condivide.

Il presidente Michele Pais, replicando all’intervento del consigliere Massimo Zedda, ha tenuto a precisare che il dibattito in Consiglio non è sede di propaganda.

Il consigliere Giovanni Satta (Psd’Az) riferendosi all’ultima seduta della commissione in cui si è operato lo stralcio della prima proposta presentata, ha ricordato che il Consiglio ha fatto in precedenza tagli molto consistenti, portando da 80 a 60 il numero dei consiglieri, abolendo i vitalizi, generando risparmi nella precedente legislatura per 10 milioni di euro; siamo sicuramente la Regione che ha fatto di più ed è una buona ragione per non abbandonarsi al populismo. Per quanto riguarda la seconda parte, ha proseguito, è improprio parlare di vitalizio e ne potremo discutere, senza fare niente di diverso rispetto a quanto fatto da altre Regioni in materia di adeguamento contributivo alla retribuzione dei consiglieri, come è stato fatto a livello nazionale con la c.d. legge Fico, presidente della Camera. Giovanni Satta ha poi ricostruito il percorso dei provvedimenti di riduzione della spesa pubblica, citando le tante battaglie della sinistra sulla giusta retribuzione dei consiglieri regionali. Ora, ha detto infine, lavoriamo sulla normativa attuale che consente ai gruppi di assumere solo pochissimi collaboratori in comando trascurando ad esempio giovani laureati e disoccupati, ritrovando il coraggio delle proprie azioni perché anche queste sono riforme da fare.

Il consigliere Piero Comandini (Pd), parlando del clima mediatico che ha accompagnato il dibattito su questi temi, ha affermato che è difficile doversi difendere prima ancora di essere attaccati, affrontando un pregiudizio prima del giudizio, e tuttavia va difeso senza riserve il ruolo del Consiglio come luogo della rappresentanza del popolo sardo. Riprendendo in parte l’intervento del collega Giovanni Satta, Piero Comandini ha ribadito l’azione forte ed incisiva del Consiglio nella precedente legislatura ed ancora prima del governo Monti, che ha visto la Regione prima in Italia nel taglio dei costi della politica. La conferenza Stato Regioni, ha aggiunto, ci ha invitato ad applicare un principio di equità, dopo alcune situazioni del passato giustamente giudicate scandalose come andare in pensione a 41 anni ma per il futuro è necessario discutere del nostro status con tranquillità, compresa la proposta controversa della cosiddetta indennità differita; ne riparleremo in commissione con trasparenza ma chiarito subito che non è vitalizio ma riempie un vuoto legislativo, quello che attualmente si determina quando chi fa politica vede un “buco” nel suo percorso previdenziale.

Il consigliere Pierluigi Saiu (Lega) ha dichiarato che il dibattito impone un dovere di verità verso l’opinione pubblica, il popolo sardo e l’Aula e si per questo soffermato sui passaggi legislativi che hanno preceduto il provvedimento: l’accordo raggiunto in sede di conferenza Stato Regioni del 3 aprile scorso che, collegato alla legge 145/18, chiarisce che i vitalizi di cui si parla oggi sono solo quelli degli ex consiglieri regionali, e l’ordine del giorno approvato il 17 aprile all’unanimità dalla conferenza dei presidenti dei Consigli regionali con il quale si recepisce uno schema di legge relativo all’indennità differita (non attribuibile quindi a nessun intervento del Consiglio regionale della Sardegna) per unificare i trattamenti in tutte le Regioni armonizzandoli con quelli di Camera e Senato. La nostra proposta nasce da questo contesto, ha continuato, e per questo con dolore ho assistito al linciaggio di chi non ha messo la firma e non ha nessuna responsabilità, ad un tentativo di aggressione ingiusto e disonesto superato solo dalla fine della campagna elettorale. Non c’è nessun ingiusto privilegio come dicono i 5Stelle, ha detto ancora, perché il trattamento di cui parliamo è lo stesso dei deputati e dei senatori del vostro partito, ma semmai una disciplina uniforme in tutto il territorio nazionale. La seconda parte, ha concluso, la vedremo in un momento successivo perché non è una priorità di oggi, fermo restando che con questo provvedimento otteniamo due grandi risultati, risparmi: un risparmio di 2 milioni secondo le ultime proiezioni, a la sicurezza di non subire da tagli perché la stessa 145/18 dice che scatterebbero semmai nell’esercizio successivo: raccontare balle non porta consensi ma sfiducia nelle istituzioni.

Il consigliere Franco Mula, capogruppo del Psd’Az ha definito imbarazzante il clima venutosi a creare, che mette in discussione la dignità dei consiglieri regionali. Come dice Comandini, è giusto riprendere alcuni argomenti vanno ripresi per far capire che non stiamo ripristinando alcun privilegio e nella seconda parte della legge si parlava solo di poter assumere alcune figure di staff al di là di quelli in comando, a parte il fatto che già oggi i gruppi possono retribuire solo 2 o 3 collaboratori provenienti in prevalenza da Cagliari perché se provenissero dal resto della Sardegna le risorse non basterebbero. Nel mondo dei media, ha lamentato, spesso si continua a dire che abbiamo reintrodotto i vitalizi ma è falso perché quelli dei consiglieri regionali sono stati già tagliati con consiglieri regionali a differenza dei parlamentari nazionali che non hanno toccato nulla. Basta con questo clima forcaiolo, ha protestato ancora il consigliere, ricordo manifestazioni sotto il palazzo del Consiglio con manichini che vano attaccato il nome di ogni consigliere e cappi al collo. Ricordo, infine, ha concluso, che per indennità differita intendiamo un versamento di 580 euro mensili per una integrazione pensionistica che arriverà a 65 anni e non è certo un vitalizio, se continuiamo così finiremo con l’essere tutti additati come ladri, dimenticando che nella politica ci sono altri sprechi.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, dopo aver ribadito che la legge dà attuazione alla normativa nazionale ed all’accordo Stato Regioni, colmando un divario fra cittadini e classe dirigenti e generando risparmi per due milioni, non ha nascosto le molte divergenze con la minoranza che spesso però, a suo giudizio, non ha lavorato per migliorare il testo ma per mettere alla gogna il presidente del Consiglio. Lo stralcio della seconda parte, ha osservato, lo ha condiviso anche la maggioranza, pienamente consapevole che non bisogna imporre niente dall’alto ma aprirsi al confronto di merito con la massima trasparenza. Il nostro intento, ha concluso, è e resta quello di combattere i privilegi non solo per una necessità di adeguamento ma per convinzione.

Daniele Cocco, capogruppo di Leu, dopo aver premesso che è difficilissimo parlare di queste cose ha voluto chiarire che oggi non si sta facendo altro che prendere atto di una norma nazionale che andava recepita e quindi è sbagliato abbandonarsi alla deriva della delegittimazione che investe tutto il Consiglio, facendo passare un messaggio contrario alla verità e, purtroppo, facendo dimenticare che siamo stati i primi in Italia dal 2011 a fare i tagli e ad abolire i vitalizi, aprendo una strada che nessuno ha seguito nonostante i grandi proclami. E’giusto, ha sostenuto, che i consiglieri siano equiparati a tutti i cittadini e lavoratori ed abbiamo gli stessi diritti, per questo occorre recuperare serenità e dare il giusto valore al nostro ruolo, fermando la tendenza che a livello nazionale annuncia continuamente riduzione di parlamentari e indennità alimentando un pessimo clima. Il rischio è, a suo avviso, che alla fine la politica potranno farla solo quelli che dispongono di grandi mezzi economici, mettendo veramente a rischio la democrazia perché i costi della politica non vanno mai confusi con quelli della democrazia.

Dopo che il presidente ha messo in votazione il passaggio agli articoli, alcuni consiglieri hanno preso la parola per dichiarazione di voto.

Il consigliere Stefano Tunis (Sardegna 20/20) ha preannunciato la sua astensione, criticando una legge parziale, esaminata sotto una pressione eccessiva di opinione pubblica, che lascia intatte alcune diseguaglianze presenti nella precedente ed in questa legislatura, tanto più che lo stesso dibattito non è stato sul provvedimento in esame ma sul problema nel suo complesso, lasciando fuori altri argomenti sui quali bisognerà tornare.

Il consigliere Michele Ennas (Lega), favorevole, ha spiegato l’iniziativa sua e di altri colleghi di sottoscrivere la proposta è stata dettata da motivi di opportunità, dopo che alcuni con motivazione diverse ne hanno preso le distanze. Non ci deve essere dubbio, ha ribadito, sulla posizione della Lega che riafferma la missione di tagliare i privilegi senza paragonare la politica al lavoro e di concentrare il proprio impegno a favore dei cittadini e dei lavoratori, affrontando serenamente in un momento successivo il problema della copertura previdenziale dei consiglieri regionali.

Il capogruppo del Pd Roberto Deriu ha ricordato in apertura che il compenso dei delegati fu istituito in Grecia da Pericle mentre oggi si affronta solo una parte del problema intervenendo a posteriori nei confronti di qualcuno, una operazione abbastanza banale che, questo è l’auspicio, spero sia seguita da una valutazione seria dei principi costituzionali che consentono a tutti, senza eccezione, di partecipare alla vita della Repubblica, al di là di propaganda, bugie e conformismo.

Angelo Cocciu (Forza Italia), favorevole, ha affermato che chi fa politica deve essere uomo tutti i giorni non solo in Aula ma anche in commissione, cosa che qualcuno ha dimenticato, esprimendo poi la sua solidarietà al presidente Michele Pais al centro di attacchi ingiusti. Sulla seconda parte, ha citato il colloquio con un suo amico consigliere regionale che durante il mandato ha perso il posto di lavoro, un caso che non deve essere sottovalutato perché, da una parte, è giusto lavorare su alcuni privilegi ma senza dimenticare il riconoscimento del lavoro svolto e, soprattutto senza paragonare ad un vitalizio il versamento di 500 euro lordi che consentiranno di prenderne 200 a 65 anni.

Gian Franco Satta (Progressisti) ha confessato di provare un certo imbarazzo assistendo ad un dibattito che dimentica la situazione di molti Sindaci che prendono 416 euro al mese. Il Consiglio, ha poi ricordato, ha approvato l’anno scorso un regolamento che prevedeva rimborsi forfettari a valere sui bilanci comunali ed è offensivo per chi lavora senza risparmio ogni giorno con enormi responsabilità.

Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli della legge con 49 voti favorevoli e 5 astenuti. Subito dopo sono stati approvati i 7 articoli della legge, l’allegato e le due tabelle che la compongono.

Michele Cossa (capogruppo Riformatori) ha dichiarato voto favorevole ed ha definito la discussione sul provvedimento “imbarazzante, per un atto dovuto a causa degli eccessi della politica”. Il consigliere della maggioranza ha salutato il ritorno “ad una certa sobrietà della politica” ed ha ricordato “i tagli draconiani fatti in Sardegna ai costi della politica”. «Ma è tempo – ha concluso Michele Cossa – che si restituisca dignità al Consiglio consentendogli di operare al meglio».

Francesco Agus (capogruppo Progressisti) ha dichiarato voto a favore e si è detto soddisfatto del lavoro svolto dalla Prima commissione («bene ha fatto a limitarsi a presentare in Aula solo la prima parte del testo originario»). L’esponente della minoranza ha quindi affermato che il ricalcolo dei vitalizi è un obbligo politico («mai la specialità può essere utilizzata per salvaguardare privilegi») ma ha criticato il principio introdotto dallo Stato (taglio dei trasferimenti se non si adempie alle disposizioni statali) per vincolare la nostra  Regione che è autonoma («non è affatto corretto e non rappresenta un buon precedente»).

Aperta la votazione finale, la legge è stata approvata con 50 voti a favore e tre astensioni.

Il presidente Michele Pais ha quindi sospeso la seduta e convocato la riunione della capigruppo. Alla ripresa dei lavori, ha riferito le risultanze: il Consiglio è convocato martedì 23 luglio per la discussione del rendiconto del Consiglio, la discussione del disegno di legge n. 24 (Mater Olbia) e la risoluzione della commissione Autonomia in materia di accantonamenti (n. 1).

 

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La Prima commissione (Autonomia e Riforme), presieduta da Pierluigi Saiu (Lega Salvini Sardegna) ha approvato all’unanimità il Capo I del testo sulla “rideterminazione degli assegni vitalizi diretti e indiretti”, prima parte della proposta di legge n. 19 “Disposizioni in materia di status di consigliere regionale”.

«Il taglio dei vitalizi è il primo provvedimento legislativo esitato dalla Commissione che presiedo. Esprimo soddisfazione – ha affermato il presidente Pierluigi Saiu – per il lavoro svolto e per l’impegno profuso da tutti i commissari. Con l’approvazione della proposta di legge si può mettere la parola fine a una polemica strumentale su vitalizi e privilegi. L’unico dato certo è che la Commissione ha approvato, con la massima celerità, un testo che taglia i 309 assegni oggi erogati a ex consiglieri regionali ed ex presidenti della Regione per un totale di 1,6 milioni di euro annuale. Come avevamo promesso non solo ci sarà un risparmio importante per il Consiglio regionale, ma non verrà tolto alla Sardegna un solo centesimo di trasferimenti da parte del Governo nazionale. Adesso il testo arriverà in Aula per l’approvazione definitiva che spero avvenga in un clima sereno e costruttivo degno della Massima Assemblea legislativa della Sardegna.»

«Un provvedimento dovuto – ha affermato il vice presidente della Prima Commissione, Diego Loi (Progressisti) – che si allinea a quanto stabilito dal provvedimento Stato-Regioni e che consentirà alla Regione Sardegna un considerevole risparmio di circa 1,6 milioni di euro annui.»

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La Prima commissione (Autonomia e Riforme), presieduta da Pierluigi Saiu (Lega Salvini Sardegna), è convocata per giovedì, 4 luglio. All’ordine del giorno l’esame della proposta di legge n. 19 “Disposizioni in materia di status di consigliere regionale”.

«La Prima commissione è convocata per iniziare la discussione sul taglio dei vitalizi ad ex consiglieri regionali ed ex presidenti della Regione. Così come concordato con il presidente del Consiglio regionale Michele Pais – ha affermato Pierluigi Saiu, presidente della Commissione Autonomia – il provvedimento dovrà essere esitato dalla commissione il prima possibile per evitare le sanzioni che potrebbero arrivare in caso di mancata approvazione. È preciso dovere del Consiglio regionale, così come ribadito dal Presidente dell’Assemblea, impedire che la Sardegna perda anche un solo centesimo di trasferimenti statali. Il carattere d’urgenza del provvedimento, quindi, non è venuto meno.»

Il presidente Pierluigi Saiu ha poi proseguito: «Sentiti i consiglieri sottoscrittori, ho deciso di dividere il provvedimento sul taglio dei vitalizi e discutere subito la rideterminazione dei 309 assegni oggi erogati dal Consiglio regionale. Il passaggio dal metodo retributivo a quello contributivo consentirà un risparmio annuo di 1.600.000 euro. Mi auguro che tutte le forze politiche possano affrontare il provvedimento con equilibrio e serenità. Si tratta di un atto dovuto rispetto al quale nessuno può tirarsi indietro. Sul progetto di legge si sono agitate polemiche dirette a inquinare il recente confronto elettorale in alcuni importanti comuni della Sardegna. Adesso – ha concluso – serve, da parte di tutti, senso di responsabilità affinché il Consiglio regionale sardo si esprima a favore di un testo condiviso».

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Settimana di lavoro per le Commissioni permanenti del Consiglio regionale. La Prima commissione (Autonomia e Riforme), presieduta da Pierluigi Saiu (Lega Salvini Sardegna), si riunirà mercoledì, 3 luglio, alle 10.00. All’ordine del giorno: l’audizione del presidente del Cal e dei componenti dell’Ufficio di presidenza del Cal sulle “Prospettive di riforma del sistema degli enti locali della Sardegna”.

La Seconda commissione (Lavoro, cultura e formazione professionale), presieduta da Alfonso Marras (Riformatori sardi), si riunirà domani, 2 luglio, alle 10.00. All’ordine del giorno: l’audizione dei sindacati UILFPL e SNALS su personale Lista speciale L.R. 3/2008 /art.6, comma 1, lett.f). I lavori proseguiranno alle 11.00, in seduta congiunta con la Sesta Commissione, per l’esame della “situazione dei lavoratori dell’ex Gruppo Secur Spa non riassorbiti dall’appaltatore dei servizi integrati di vigilanza armata e portierato per l’Aou e la Assl di Sassari”. Nel pomeriggio, alle 15.00, il Parlamentino si riunirà nuovamente e sentirà in audizione l’Associazione Editori Sardi in merito alla partecipazione della Regione Sardegna e degli editori sardi alla trentaduesima edizione del Salone internazionale del libro di Torino e, a seguire, sentirà il “Gruppo stabilizzandi Enas” in merito alle criticità della procedura di stabilizzazione presso Enas. La Seconda commissione, infine, esaminerà la proposta di legge n. 16 (Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo).

La Terza commissione (Programmazione, bilancio e politiche europee), presieduta da Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) si riunirà domani, 2 luglio, alle 12.00. All’ordine del giorno esame del Disegno di legge n. 24 “Prima variazione di bilancio per l’avvio delle attività del Mater Olbia”, in seduta congiunta con la Sesta commissione (Sanità) e l’esame della proposta di risoluzione sulla ridefinizione dei rapporti economico – finanziari tra lo Stato e la Regione autonoma della Sardegna ai sensi dell’art. 1, comma 851, della L. 205/2017 e dell’art. 1, comma 875, della L. 145/2018 e alla luce dei criteri di contribuzione sanciti nella sentenza della Corte costituzionale 6/2019.

La Quarta commissione (Governo del Territorio, ambiente, infrastrutture, mobilità), presieduta da Giuseppe Talanas (Forza Italia) è convocata per domani, 2 luglio, alle 16.00. All’ordine del giorno l’audizione del Comitato istituzionale dell’Autorità di Bacino regionale, dei Sindaci di Terralba, Uta, Assemini, San Nicolò d’Arcidano, Olbia, Decimomannu, Elmas, Samassi, Villasor e della Città Metrolpolitana di Cagliari sulle problematiche connesse al piano alluvioni della Sardegna. Alle 17,30 saranno sentiti in audizione l’Amministratore straordinario della Provincia di Nuoro, il Direttore generale dell’Agenzia regionale del distretto idrografico, l’Amministratore unico di Abbanoa s.p.a. e l’Assessore regionale dei Lavori pubblici sulle problematiche connesse all’approvvigionamento idrico della Bassa Baronia. Alle 18.00 il Parlamentino sentirà in audizione il sindaco del Comune di Posada sull’emergenza idrica di Posada.

La Quinta commissione (Attività produttive), presieduta da Piero Maieli (Partito sardo d’Azione),  si riunirà domani, 2 luglio alle 16. All’ordine del giorno: l’esame delle problematiche riguardanti l’andamento del prezzo del latte ovino. I lavori della Commissione proseguiranno mercoledì, 3 luglio, alle 10.30, con l’audizione della cantina Il Nuraghe di Mogoro sulla situazione e le problematiche del settore vitivinicolo. Giovedì, 4 luglio alle 10.30, la Commissione sentirà in audizione l’Assessore regionale dell’Agricoltura, i Direttori generali di Argea e Laore e la Federazione degli Ordini degli Agronomi della Regione Sardegna sulla stato dei pagamenti relativi al Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020.

La situazione dei lavoratori ex Gruppo Secur spa, lo scorrimento delle graduatorie per l’assunzione degli operatori socio sanitari e l’avvio dell’attività del Mater Olbia saranno i temi che affronterà, domani 2 luglio, la Sesta commissione (Sanità), presieduta da Domenico Gallus (Udc). Alle 11.00, si riunirà in seduta congiunta con la Seconda Commissione (Lavoro), per affrontare la situazione che vivono i lavoratori dell’ex Gruppo Secur spa non riassorbiti dall’appaltatore dei servizi integrati di vigilanza armata e portierato per l’Azienda Ospedaliera universitaria e la Assl di Sassari.

La Commissione Sanità, poi, esaminerà la proposta di Risoluzione sullo scorrimento delle graduatorie dei concorsi per Operatori socio sanitari (OSS) approvate dal 01 gennaio 2010 al 31 dicembre 2013. Alle 12.00, i lavori proseguiranno, in seduta congiunta con la Terza Commissione, presieduta da Paolo Truzzu (FdI), con l’esame del disegno di legge n. 24 (Prima variazione di Bilancio per l’avvio delle attività del Mater Olbia). Alle 13.00, infine, la Commissione sentirà in audizione l’assessore dello Sport sul Parere/3 (Programma annuale 2019 degli interventi per lo sviluppo dello sport in Sardegna. L.R. 17 maggio 1999, n. 17, art. 4. Missione 06, Programma 01 – Sport e tempo libero. Approvazione preliminare).

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«Ho già concordato con il presidente della Prima commissione la necessità di approvare celermente la rideterminazione, con il metodo contributivo, degli assegni vitalizi di cui beneficiano gli ex consiglieri regionali. Si tratta di un dovere al quale intendo dare immediato adempimento in osservanza dell’intesa Stato-Regioni siglata in data 3 aprile 2019.»

Il presidente del Consiglio regionale Michele Pais sottolinea di aver già condiviso con il presidente della prima commissione Pierluigi Saiu, la necessità di approvare celermente il provvedimento sul taglio dei vitalizi.

«L’approvazione della decurtazione – ricorda Michele Pais – consentirà un’effettiva riduzione della spesa per i vitalizi, evitando le sanzioni previste dalla legge dello Stato per le Regioni inadempienti. Ritengo che non siano venute meno né l’urgenza di approvazione del testo, né la volontà di ottemperare all’obbligo previsto dalla legge. Non capisco il vero motivo del ritiro delle firme da parte di alcuni componenti dell’Ufficio di Presidenza – conclude Michele Pais – spero che non significhi una presa di distanza da un impegno già assunto con lo Stato e con i cittadini.»