18 July, 2024
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Il Consiglio regionale ha approvato le modifiche alla legge regionale n. 16 del 28 luglio 2017 “Norme in materia di turismo”.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione generale della proposta di legge n. 508 (Lotto e più) in materia di turismo.

Sull’ordine dei lavori, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, ha protestato per l’inserimento all’ordine del giorno di una interpellanza sull’Aias, ricordando che la procedura seguita viola il regolamento anche perché è stata assegnata alla commissione dove peraltro attendiamo da tempo risposte dell’assessore della Sanità.

Il presidente Ganau ha concordato con l’interpretazione del consigliere, assicurando che l’interpellanza non sarà iscritta all’ordine del giorno.

Riprendendo la discussione generale sulla proposta di legge 508 il consigliere Edoardo Tocco, di Forza Italia, ha ricordato che «la legge di riferimento in materia turistica che la norma in esame vuole parzialmente modificare (la n.16 del 2017) fa registrare una bassissima capacità di spesa delle risorse assegnate, fatto gravissimo che blocca lo sviluppo della Sardegna». Il turismo invece, ha sostenuto, «è un settore strategico per la Sardegna sul quale occorre lavorare a fondo collegando ogni possibile soluzione a quella del problema dei trasporti, oggi purtroppo all’attenzione dell’opinione pubblica per il caro-tariffe che rende la nostra Regione di fatto inaccessibile; serve perciò un tavolo costante, una sorta di conferenza di servizi permanente, per rendere davvero efficace la regia della Regione sulle più importanti questioni strategiche».

Ancora sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha rilanciato la questione Aias contenuta nell’interpellanza che, ha detto, ha la firma della capogruppo del Misto e se ne è parlato in conferenza dei capigruppo. Il problema, ha aggiunto, «è che i lavoratori non hanno ancora percepito gli stipendi nonostante la Regione abbia fatto quanto di sua competenza, per cui siamo preoccupati sia per i pazienti che per i lavoratori».

Il presidente Gianfranco Ganau ha annunciato che l’interpellanza è stata ripresentata al protocollo e potrà essere discussa stasera ma non ci potrà essere alcun dibattito.

Il consigliere Giorgio Oppi ha nuovamente protestato, ribadendo che in base al protocollo deve andare in commissione ed il regolamento vieta procedure diverse; è chiaro che qualcuno vuole farsi pubblicità.

Il presidente Gianfranco Ganau ha precisato che la procedura seguita non pregiudica i lavori di commissione e che l’interpellanza è stata ripresentata con la firma di un capogruppo.

Successivamente è ripresa la discussione generale sulla proposta di legge 508.

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha ricordato la sua astensione sulla legge 16 motivata dall’auspicio che fossero introdotte alcune modifiche per sanare evidenti criticità fra le quali, ha detto Pierfranco Zanchetta, «l’aumento dal 25 al 35% delle cosiddette casette amovibili nei campeggi, aumento sbagliato perché mentre ci prepariamo ad affrontare la legge urbanistica in cui si parla di ricettività alberghiera di alto profilo, stiamo qui a parlare di casette con i piedi a bagno nelle zone di maggior pregio della Sardegna, favelas in riva al mare e diciamo no ad aumenti della qualità delle nostre strutture ricettive realizzate da architetti famosi tutto il mondo». Se vogliamo aumentare l’apporto del turismo al nostro pil, ora all’8%, ha proseguito Pierfranco Zanchetta, «dobbiamo avere una visione certamente molto più moderna e, per quanto riguarda le casette, mi riservo di presentare uno specifico emendamento». Voglio però richiamare l’attenzione del Consiglio, ha continuato il consigliere, «su un altro rischio che corre il turismo sardo ed in particolare il settore nautico nel cui ambito rischia di scomparire il comparto noleggio con conduttore che conta 3000 aziende con grandi professionalità, a causa di un decreto legislativo del 2017 che qualifica la loro attività come traffico». Abbiamo già informato l’assessore Carlo Careddu, ha ricordato il capogruppo di Cps, «ma dal Consiglio deve partire un messaggio chiaro per modificare quella legge profondamente sbagliata, così come occorre intervenire su boat & breakfast e marina resort, con norme certe soprattutto per evitare assalto esterno di abusivi che penalizzano i nostri operatori».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha affermato che «questa legge doveva essere semplice ed apportare alcune correzione alla 16/2017 ma poi sono emersi molti grandi problemi a cominciare da quello dei trasporti, da Air Italy alla Tirrenia, ed altre questioni che solo apparentemente sono di minore importanza: i cosiddetti condohotel infatti non sono altro che una forma ibrida fra condominio ed hotel (inserita in una legge nazionale) che però crea un mercato preferenziale per modificare le strutture, aggira le norme urbanistiche, favorisce la speculazione e l’evasione fiscale, snaturando in Sardegna il tessuto ricettivo di alta qualità».

Il primo firmatario della legge Luigi Lotto (Pd) ha lamentato che la legge sia stata caricata di significati al di là delle intenzioni di coinvolgere i privati come sollecitato dalle associazioni di categoria. Forse abbiamo trascurato di prevedere procedure certe, ha osservato Lotto, «ma è improprio (anche se legittimo) parlare a tutto campo di turismo e peraltro va ricordato che la legge 16 sta andando bene e stiamo per chiudere il piano strategico di settore; i condohotel sono una categoria nuova prevista a livello nazionale in vigore a prescindere dal nostro recepimento, per cui concentriamoci sul passaggio di cui si parla nella norma».

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha protestato in apertura per il modo schizofrenico di legiferare, «in questo caso nascondendosi dietro la normativa nazionale che peraltro esisteva già al momento dell’approvazione della 16/17». Siete fuori dal mondo, ha detto rivolta alla maggioranza, «perchéè il turismo non può vivere di stati di avanzamento, improvvisazioni, visioni particolari sganciata da una visione unica del problema; analisi e statistiche di Federalberghi denunciano infatti l’abusivismo come una delle peggiori piaghe del turismo sardo che voi ora incentivate». La soluzione invece è quella della chiarezza, ha sostenuto la Zedda, «altro che demonizzare la riqualificazione delle strutture esistenti e collocare nelle zone interne le strutture di serie B; abbiamo perso tante occasioni dalle legge 16 in poi mancando l’occasione di un salto di qualità, anzi proprio sulla legge 16 sono stati impegnati appena 9 milioni impegnati sui 27 stanziati, un fallimento».

Ha quindi preso la parola l’assessore al Turismo Barbara Argiolas per la replica.

L’esponente dell’esecutivo ha fatto il punto sullo stato di attuazione della legge n.16 del 2017: «Il Dmo è il primo esempio di società partecipate costituito in Italia dopo l’approvazione della legge Madia – ha spiegato Barbara Argiolas – l’aggiustamento serve a garantire che la legge nasca secondo i dettami della nuova normativa delle recenti disposizioni emanate dall’Autorità nazionale anticorruzione».

Sul Piano strategico per il turismo, Barbara Argiolas ha ricordato che nei mesi scorsi la Giunta ha promosso oltre 60 incontri sul territorio regionale ai quali hanno preso parte circa 500 soggetti interessati. Quanto alle modifiche introdotte all’art. 7 della legge n.16, l’assessore ha ribadito che si tratta di una proposta discussa con i rappresentanti delle Camere di Commercio e degli aeroporti. «Stiamo spostando competenze dall’assessorato al turismo al DMO». Barbara Argiolas ha quindi annunciato l’imminente presentazione di una delibera per la definizione e regolamentazione della Rete dei Borghi (entro luglio).

Sul bando per la destagionalizzazione, infine, l’assessore ha spiegato i contenuti del provvedimento: «Si tratta di un investimento da 27 milioni di euro per l’acquisto di spazi pubblicitari e campagne di comunicazione. Su questo bando sono stati individuati 16 lotti, hanno partecipato in dieci e sono stati tutti aggiudicati – ha affermato Barbara Argiolas – era un progetto pilota, ci stiamo interfacciando con soggetti stranieri che non  sono abituati a lavorare con le nostre norme. Non è facile, però il bando funziona e ha riscosso grande interesse».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli. Per dichiarazione di voto è intervenuto il consigliere dei Rossomori Emilio Usula che ha annunciato la presentazione di alcuni emendamenti per chiedere la modifica della legge 16 nell’articolo che prevede un incremento degli spazi destinati a strutture amovibili (casette e bungalow) all’interno dei campeggi: «La legge n.16 ha modificato la normativa su capacità e tipologia ricettiva dei campeggi. Si è passati dal 25 al 35% delle strutture amovibili. E’ una norma incoerente con la legislazione vigente – ha detto Emilio Usula – la Giunta aveva dato rassicurazioni sulla correzione di questa norma. Recentemente ha approvato una delibera che va in questa direzione. Ho presentato alcuni emendamenti per rafforzare quanto previsto in quella delibera per la tutela di zone sensibili e di alto pregio. Chiedo coerenza».

A favore della proposta di Emilio Usula si è schierato il consigliere Antonio Gaia (Cristiano Popolari) che ha però difeso l’impianto del provvedimento: «Non si fa altro che recepire le norme nazionali – ha rimarcato Antonio Gaia – si è rinviato all’Aula per coinvolgere anche la minoranza. Lo si è fatto tenendo conto dei rilievi dell’opposizione in Commissione. Voglio mettere in evidenza che quando si recepiscono normative nazionali non si fa l’interesse di nessuno. Siamo parte della Patria italiana e dobbiamo tener conto delle leggi nazionali».

Marco Tedde (Forza Italia) rivolgendosi all’assessore Barbara Argiolas le ha ironicamente rivolto i complimenti «per aver tentato di giustificare i ritardi con sofismi di alto livello». Secondo Marco Tedde, i fatti sono però incontestabili: «Il Piano strategico sul Turismo doveva essere approvato entro sei mesi, siete in fortissimo ritardo. Un’ammissione di responsabilità sarebbe stata ben accetta. Sono sicuro dell’impegno dell’assessore ma i risultati non rispondono alle aspettative – ha affermato il consigliere azzurro – l’assessore non può non ammettere che i problemi sono serissimi».

Voto contrario ha annunciato Luigi Crisponi (Riformatori): «Su questa legge c’è bisogno di ulteriori chiarimenti. Non si può non pensare di mettere in discussione almeno moralmente le norme dello Stato italiano che si vogliono applicare dappertutto senza distinzioni. Rientra nelle nostre prerogative democratiche censurare e dire che si tratta di una legge farsa – ha detto Luigi Crisponi – il territorio sardo è diverso da quello dell’Emilia Romagna. Non ci sono le condizioni per l’applicazione degli articoli 2 e 3». L’esponente dei Riformatori sardi si è poi soffermato sulla necessita di governare i flussi turistici: «Si dica come sta realmente andando questa stagione. La luna di miele è terminata, gli accidenti che hanno consentito un incremento di presenze in Sardegna per terrorismo e guerre stanno venendo meno. Egitto, Turchia e Marocco si sono riorganizzati con massicce campagne promozionali».

Voto contrario ha annunciato anche il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu: «L’assessore è riuscita a non rispondere a nessuna domanda.  Questa leggina si trascina un’ambiguità terribile – ha affermato Gianluigi Rubiu – con i condhotel si incrementa la speculazione edilizia, l’abusivismo e l’evasione fiscale. Una misura che non porterà bene al turismo e alla Sardegna. Stiamo creando un mostro che a livello nazionale sta muovendo i primi passi. Ha radici in America, ma il nostro modello di turismo è diverso e dovremmo tutelarlo».

In difesa del provvedimento è intervenuto il relatore Piero Comandini (Pd): «Non è questa la legge sul turismo, è solo un aggiustamento reso obbligatorio dall’approvazione delle nuove norme nazionali – ha spiegato Piero Comandini – non si sta creando nessun mostro e non c’è nessuna speculazione edilizia. I condhotel grazie allo “Sblocca Italia” può permettere alle strutture ricettive di riqualificarsi. E’ una misura appoggiata dalle associazioni di categoria. E’ la possibilità di dare benefici finanziari agli albergatori per creare un’offerta mista. La norma favorisce l’emersione del sommerso».

Il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda nell’annunciare il voto contrario del suo gruppo ha difeso il diritto di esprimere in aula opinioni diverse. «Il turismo oscuro porta solo un incremento del carico antropico. Se crediamo di poter esercitare la nostra autonomia la dobbiamo esercitare. Si parla di condomini, quale albergo dell’entroterra può avvalersi dei condomini? Prima di dire va tutto bene dobbiamo essere realisti e capire quali possono essere le azioni più incisive per far crescere il Pil del turismo»

Il Consiglio ha quindi approvato il passaggio agli articoli con voti 26 favorevoli e 14 contrari.

Si è quindi passati all’esame dell’art. 1 “Modifiche all’articolo 7 della legge regionale n. 16 del 2017 (Destinazione Sardegna DMO)” . Ottenuto il parere di Commissione e Giunta il presidente Ganau ha messo in discussione l’articolo e i relativi emendamenti.

Secondo il consigliere di Forza Italia Marco Tedde l’assessorato ha dimostrato di non avere la capacità di leggere le esigenze del turismo in Sardegna. «Oggi ha certificato questa sua incapacità. Chiediamo per questo la soppressione dell’articolo 1 perché è monco. Introduciamo una norma che, nel caso in cui sia contemplata la partecipazione di soggetti privati al Dmo, non prevede che la scelta avvenga attraverso procedure di evidenza pubblica. Questa è una lacuna difficile da colmare».

Marco Tedde ha poi citato una recente indagine del Sole24Ore sull’andamento dell’economia italiana: «I dati evidenziano che le province sarde sono molto indietro rispetto a quelle italiane. Questo è dovuto in gran parte alle dinamiche sul turismo. La colpa è vostra – ha sottolineato Marco Tedde – governate da 4 anni la Sardegna ma siete stati un disastro in tema di trasporti e turismo. Avete fatto proclami sul bando sulla destagionalizzazione. Pigliaru non sapeva che la legge era al palo. Il termine di sei mesi per esitare il Piano strategico sul turismo non sono stati rispettati. E’ passato più di un anno. I primi denari dovevano essere spesi nel 2017. Non so quali siano i problemi, in ogni caso sta a voi risolverli. Dovete smettere di comunicare ciò che non riuscite a fare».

Stefano Tunis (Forza Italia), in apertura del suo intervento, ha citato una dichiarazione dell’assessore Barbara Argiolas sull’indice di sopportazione del carico antropico da parte del sistema costiero: «L’assessore ha detto che il limite massimo è stato raggiunto nei mesi centrali della scorsa stagione estiva. Cosa vuol dire? Era quella la nostra massima capacità recettiva determinata da una serie di congiunture favorevoli? Io credo che il Pil non ne abbia tratto benefici, i dati occupazionali erano appena superiori al passato, in autunno la Sardegna non si è scoperta più ricca».

Secondo Tunis dire che il futuro dell’Isola è nel turismo significa fare solo propaganda. «Ci saremmo aspettati soluzioni strutturali capaci di moltiplicare il Pil del turismo e trasformarlo nel reale motore dell’economia sarda – ha detto Tunis – questo testo è contraddittorio e orientato al ribasso, carica ulteriormente dal punto di vista antropico la Regione ma senza leve economiche capaci di trasferire ricchezza ai sardi. Manca una visione strategica. Per questo il nostro atteggiamento sarà costantemente negativo».

Critica anche la capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda: «Credete davvero che il comma b) dell’art. 1 possa risolvere gli svantaggi dell’insularità? Se è così, fate voi».

Messo in votazione l’emendamento soppressivo totale n. 1 è stato respinto con 23 no e 14 sì.

Respinti in rapida successione anche gli emendamenti soppressivi parziali n. 2, 3, 4, 5 e 6 e l’emendamento sostitutivo parziale n. 7.

L’Aula ha quindi approvato il testo dell’articolo 1 con 28 voti a favore e 14 contrari

Sull’emendamento aggiuntivo n. 8 il Consiglio ha espresso voto contrario.

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 2 “Modifiche all’articolo 13 della legge regionale n. 16 del 2017 (Denominazione delle strutture ricettive)”.

Il presidente ha messo in votazione l’emendamento soppressivo totale n.9 che è stato respinto con 24 voti contrari e 17 a favore.

Subito dopo è stato approvato il testo dell’articolo 2.

Dopo il parere sugli emendamenti di Commissione e Giunta si è aperta la discussione sull’art. 3 “Modifiche all’articolo 14 della legge regionale n. 16 del 2017 (Definizione delle strutture ricettive alberghiere)”. Il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione l’emendamento soppressivo totale n. 10. E’ subito intervenuta la capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda per annunciare il suo voto favorevole: «Non avete nessuna voglia di dare gambe ad alcuna azione che potrebbe essere utile per caratterizzarci e per dare risposte al territorio in modo da incrementare l’offerta turistica e valorizzare le eccellenze – ha rimarcato Alessandra Zedda – i vostri emendamenti dimostrano che ci sono cose da correggere. Non è vero che va tutto bene».

Sulla stessa lunghezza d’onda Luigi Crisponi che ha annunciato il suo voto favorevole all’emendamento soppressivo totale dell’art. 3. «Se lo approvate così state attenti a non cambiare destinazione d’uso a strutture ricettive che hanno ottenuto il via libera dalla Regione Sardegna per incrementi volumetrici. La legge nazionale è un autentico pasticcio».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha ribadito la sua contrarietà alla legge. «La definizione di condhotel è diversa da quella contenuta nella legge nazionale. Si tratta di norme contraddittorie. Mi dovete spiegare a cosa vi riferite. Cosi come è scritta non significa niente». Messo in votazione l’ emendamento n. 10 è stato respinto con 24 voti contrari e 15 favorevoli.

Via libera invece al testo dell’articolo con 29 sì e 12 no.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento aggiuntivo n.17 presentato dal consigliere dei Rossomori Emilio Usula: «Con questo emendamento vogliamo riportare alla percentuale originaria del 25% la presenza di casette amovibili nei campeggi. L’introduzione della percentuale del 35% rischia di stravolgere la finalità di quelle strutture ricettive. La Regione rispetti le sue stesse disposizioni contenute nella delibera di Giunta recentemente approvata. Chiedo coerenza».

Il capogruppo dei Cristiano popolari Socialisti Pierfranco Zanchetta ha annunciato il suo voto favorevole chiedendo di poter apporre anche la sua firma all’emendamento. «Mi sorprende che nonostante gli impegni della Giunta non siano state prese decisioni conseguenti per modificare una norma offensiva di un modello di turismo che vogliamo darci e non contempla la presenza di favelas fronte mare».

D’accordo con Emilio Usula e Pierfranco Zanchetta, anche il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu: «E’ questo il momento utile per intervenire. Se non lo facciamo sarà impossibile farlo dopo. C’è l’impegno della Giunta a mantenere la percentuale del 25% e a non trasformare i campeggi in altro».

Anche secondo Fabrizio Anedda (Gruppo Misto) le regole vanno rispettate: «La legge ignora le nuove esigenze di alcune tipologie di turisti come i camperisti. I campeggi devono essere trasformati e adeguati alla nuova domanda. I camperisti hanno bisogno di stare all’aria aperta e di spazi dove scaricare acqua e rifornirsi. Se poi i campeggi vogliono fare altro rispettino le regole».

Il presidente della commissione “Attività produttive” Luigi Lotto (Pd) ha confermato l’impegno della maggioranza a correggere la norma: «Abbiamo detto che lo avremmo fatto con la legge urbanistica e lo faremo – ha detto Luigi Lotto – pertanto, chiedo al collega Usula di ritirare l’emendamento». Rivolto all’on. Gianluigi Rubiu (Udc) Lotto ha poi difeso la norma sui condhotel: «Abbiamo dato la possibilità all’ufficio di presentare norme di attuazione che regolano questo tema».

Anche il presidente della Commissione Urbanistica Antonio Solinas (Pd) ha invitato il consigliere Usula al  ritiro dell’emendamento. «La Commissione ha iniziato ad affrontare problema, ci saranno uno o due articoli che faranno riferimento ai campeggi».

Ha poi preso la parola il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia) che ha chiesto lumi sulle politiche della Giunta in materia di turismo: «In che direzione vogliamo andare? Occorre avere le idee chiare. Ci arrabattiamo sulla legge urbanistica per migliorare le strutture alberghiere nella fascia dei 300 metri e poi consentiamo ai campeggi di realizzare strutture nella stessa fascia. Occorre essere coerenti. Bisogna vedere cosa chiede il mercato».

Secondo Luigi Crisponi (Riformatori) «la maggioranza ha perso la bussola. Chiede ad Usula di ritirare emendamento e poi introduce una forma spuria di turismo ricettivo e consente di avere strutture alberghiere accanto ad appartamenti da affittare».

E’ quindi intervenuta l’assessore Barbara Argiolas che ha ribadito la richiesta di ritiro dell’emendamento confermando l’impegno della Giunta a rivedere la questione all’interno della legge urbanistica.

Richiesta non accolta dal consigliere dei Rossomori Emilio Usula: «Confermo l’emendamento perché voglio porre rimedio ad un errore. Non credo che l’approvazione di questo emendamento possa metter in discussione l’impianto della legge urbanistica».

Posto in votazione l’emendamento n. 17, nonostante il parere contrario di Giunta e Commissione, è stato approvato con 23 voti a favore e 15 contrari.

Ritirato l’emendamento n. 18 (Usula), la capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda è intervenuta a sostegno dell’emendamento n. 19 (Alessandra Zedda e più) che non è stato approvato (20 contrari e 19 favorevoli) e con il medesimo scrutinio non è stato approvato l’emendamento n. 20 (Alessandra Zedda e più) mentre ha avuto il via libera dell’Aula (45 sì su 45 votanti), l’emendamento n. 21 (Alessandra Zedda e più) per il riconoscimento della “Rete dei borghi della Sardegna” come patrimonio dell’Unesco.

Non approvato (23 contrari e 17 favorevoli)  l’emendamento n. 23 (Alessandra Zedda e più) che puntava a sgravare dell’Irap le imprese turistiche di nuova costituzione e dopo che l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, aveva chiesto il voto contrario definendo la proposta di modifica avanzata dalla minoranza «discriminatoria, illegittima e senza la necessaria copertura finanziaria».

Dichiarato inammissibile l’emendamento 24, è stato approvato (24 a favore e 14 contrari) l’emendamento n. 25 (Lotto e più) che aggiunge l’articolo 4 bis e prevede una sanzione amministrativa da 200 a 1000 euro per l’operatore che non rispetta gli obblighi di comunicazione stabiliti in legge. Approvato (39 sì e 3 no) l’emendamento all’emendamento n. 34 (Crisponi e più) che modifica l’emendamento 26 (Lotto e più), approvato con 40 a favore e un voto contrario, e che riguarda le comunicazioni al Comune e quelle ai fini statistici in materia di locazione occasionale.

Approvati per alzata di mano gli emendamenti n. 27 (Lotto e più) che introduce modifiche in ordine alla possibilità di offrire la colazione nei bed and breakfast; l’emendamento n. 28 (Lotto e più) che introduce modifiche al piano per la gestione della RES (rete escursioni); l’emendamento n. 29 (Lotto e più) ancora in materia di prima colazione ma con riferimento all’attività occasionale di ospitalità.

Il presidente ha quindi dichiarato inammissibili gli emendamenti 31, 32, 33 e 35 ed aperta la discussione sull’articolo 4 “Modifiche alla legge regionale n. 2 del 2018 (Bilancio di previsione triennale 2018-2020)” e agli emendamenti, l’Aula, con distinte e successive votazioni, ha respinto gli emendamenti 11, 12, 13, 14 e 15 ed ha invece approvato il testo dell’articolo.

Il capogruppo Fi, Alessandra Zedda, è intervenuta a sostegno dell’emendamento aggiuntivo n. 30, di cui è prima firmataria, ma la proposta di modifica non è stata approvata e si è quindi proceduto con il via libera all’articolo 5 (entrata in vigore) e poi all’approvazione finale della legge con 20 voti favorevoli.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame della Proposta di legge n. 164 (Pinna e più) – “Interventi per la promozione e valorizzazione della figura della figura dell’amministratore di sostegno a tutela dei soggetti deboli”.

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Il Consiglio regionale ha approvato la risoluzione della Quarta Commissione sulla vicenda Air Italy. Il presidente Ganau ha aperto la seduta con la commemorazione dell’on. Gesuino Muledda, scomparso ieri a 76 anni. Nato a Oniferi, laureato in lettere, Muledda per oltre cinquant’anni è stato uno dei protagonisti della vita politica sarda, dapprima da apprezzato sindaco di Gairo. Poi il salto: consigliere regionale del Pci nella VII e poi ancora per altre tre legislature oltre che assessore regionale nella giunta di Franco Rais e poi nelle giunte di Mario Melis. Alla fine degli anni ’90 l’approdo, sempre da sinistra, sulle rive del sardismo fino alla costituzione del Partito Rossomori.

Sull’ordine dei lavori, il consigliere Edoardo Tocco ha poi ricordato che «oggi si sarebbe dovuta tenere l’audizione dei parenti dei pazienti della clinica di Decimomannu. Ma vista l’urgenza e i trasferimenti continui dei pazienti chiedo che al presidente Ganau che si faccia carico di incontrarli». Il presidente Gianfranco Ganau ha accolto la richiesta.

Sempre sull’ordine del lavori, l’on. Franco Sabatini (Pd) ha sollevato il problema dei trasporti marittimi: «Siamo in piena stagione turistica e il trasporti marittimi soffrono di grandi difficoltà. Mi preme segnalare che è negato il diritto alla mobilità dei sardi e i prezzi per i turisti sono troppo alti. Per questo chiedo se non sia il caso di valutare la convocazione sul punto di una conferenza dei capigruppo e una convocazione straordinaria del Consiglio da dedicare soltanto a questo tema, addirittura anche a Olbia che è un luogo simbolo di questo problema. Ci sono responsabilità di questa maggioranza ma c’è una responsabilità diffusa nel tempo che ci costringe a costruire un percorso comune, tutte le forze politiche insieme».

L’on. Pierfranco Zanchetta (Cristiano popolari socialisti) ha ribadito la necessità di «intervenire presso il ministro dei Trasporti perché rischiano di sparire i noleggiatori di imbarcazione con conducente» mentre per l’on. Francesco Agus (Cps) «non è più possibile andare in ordine sparso in questa materia. Se abiti un’isola hai l’obbligo di farti amico il mare e mai come in questo periodo il mare ci sembra ostile. Mi accodo alla proposta dell’on. Sabatini».

Favorevole anche il gruppo dei Riformatori sardi con l’on. Michele Cossa. «E’ un tema strategico, non possiamo non aderire». Sì anche dal sardista on. Angelo Carta: «Il Consiglio regionale prenda in carico il problema e produca risultati concreti». Per Forza Italia è intervenuto l’on. Giuseppe Fasolino: «Non possiamo non essere d’accordo con la proposta Sabatini e mi trattengo a sforzo nel non criticare il fatto che sono passati quattro anni e mezzo prima di certificare il fallimento di questa modello di continuità territoriale». La capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, ha detto: «Non ci siamo mai sottratti davanti a un problema ma deve essere chiaro che per tutto questo tempo avete tenuto in ostaggio i sardi, impedendo loro di relazionarsi con il resto del mondo».

Per l’Udc l’on. Gianluigi Rubiu ha «condiviso la proposta dell’on. Franco Sabatini. Oggi l’Unione Sarda evidenzia che la Corsica ha 4 volte il numero di aerei e navi pagati dalla Francia, nonostante la popolazione sia di poco superiore alle 350 mila persone. Mi sembra che non ci sia nulla da aggiungere perché si tratta di un’offesa al popolo sardo».

Favorevole al dibattito sui trasporti anche il gruppo Fratelli d’Italia. «E’ l’occasione buona per fare il punto sulla situazione dei trasporti, ricordo che due anni fa dal palco della Leopolda fu annunciato che i sardi avrebbero pagato soltanto 14 euro in nave. Mi risulta che i prezzi siano ben altri», ha detto l’on. Gianni Lampis.

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’Az) «è giusto, anche simbolicamente, tenere il Consiglio regionale straordinario a Olbia perché è la città simbolo di questo sfascio e dello sfascio di Air Italy, senza che la regione controlli e impedisca il danno che subiscono i sardi».

Dello stesso avviso anche l’on. Pietro Cocco, capogruppo Pd: «La richiesta dell’on. Sabatini aveva il senso di evidenziare il problema. Ma il problema esisteva da molto, non è recente di sicuro. Cosa dire della flotta sarda, quando fallì miseramente? Nessuno qui può sollevare la voce, troviamo un momento di unità e in un luogo simbolico». 

Il capogruppo Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha puntato il dito contro le dichiarazioni del capogruppo Pd («dà sempre le colpe agli altri») e ha lamentato la mancata convocazione in sede di Consiglio dei ministri del presidente della Regione sulle questioni di interesse regionale. L’esponente della minoranza ha criticato anche l’atteggiamento politico tenuto dalla Quarta commissione consiliare in occasione dell’audizione con Cin-Tirrenia («sono stati trattatati con i guanti, è una vergogna!»). Giuseppe Meloni (Pd) ha auspicato una forte unità delle forze politiche presenti in Consiglio sul tema chiave dei trasporti ma e si è detto contrario alla convocazione dell’assemblea in seduta straordinaria a Olbia.

Il presidente della Quarta commissione, Antonio Solinas (Pd) ha quindi illustrato la risoluzione approvata in commissione «sulle problematiche legate al rispetto agli accordi da parte della compagnia aerea Air Italy». Antonio Solinas ha ricordato la decisione unilaterale della compagnia con sede a Olbia, acquisita dalla Qatar Airways, di trasferire altri 51 lavoratori del settore amministrazione dalla Sardegna a Malpensa. «Con tale decisione – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – il management si  dimostra inaffidabile e disattende gli accordi a suo tempo sottoscritti con il governo». La risoluzione impegna la Giunta regionale proseguire con la richiesta della convocazione di un “tavolo di crisi ex Meridiana” e a richiedere la corretta applicazione degli impegni  assunti con l’accordo del 2016 nei confronti dei lavoratori e per il potenziamento delle attività in Sardegna. Un ulteriore impegno è rivolto ai parlamentari sardi per chiedere al governo il rispetto degli accordi che prevedono la permanenza in Sardegna delle attività della compagnia Air Italy.

L’assessore dei Trasporti, Carlo Careddu, ha ricordato la complessa trattativa per il passaggio del pacchetto di controllo dell’ex compagnia Meridiana alla Qatar Airways e i diversi incontri con i nuovi vertici della compagine qatarina per scongiurare qualunque forma di delocalizzazione e ribadire l’impegno per lo sviluppo delle attività della ex Meridiana in Sardegna e soprattutto a Olbia. L’assessore ha quindi riaffermato la volontà della Giunta perché siano rispettati accordi e impegni assunti con i lavoratori e la Regione ed ha confermato l’incontro, nella giornata di domani, a Roma, con il neo ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli.

A favore della risoluzione si sono espressi il consigliere Angelo Carta (Psd’Az-La Base) e il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu («i trasferimenti di Cin-Tirrenia e Air Italy sono un’offesa per i sardi»). Favorevole anche il consigliere di Fi, Giuseppe Fasolino; il capogruppo Psd’Az-La Base, Gaetano Ledda e il capogruppo Upc, Pierfranco Zanchetta che ha criticato apertamente l’operato del ministro dello Sviluppo e vice premier, Luigi Di Maio. Hanno preannunciato disco verde anche Luigi Crisponi (Riformatori sardi), Giuseppe Meloni, Pd («il cambio del governo non può significare un cambio di rotta sugli accordi fatti con Air Italy»); Marco Tedde, Fi, («ci sarebbe piaciuto riscontrare le sensibilità che si registrano oggi anche quando Ryanair ha abbandonato il Nordovest») e Gianni Lampis, Fratelli d’Italia («dobbiamo interrogarci anche sul fatto del perché la Sardegna sia considerata non idonea a garantire competitività a Air Italy»).

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, favorevole, ha sottolineato l’ampiezza del mandato conferito all’assessore Carlo Careddu, relativo cioè alla dignità della comunità regionale, non solo quindi la rivendicazione del rispetto di un contratto ma la riaffermazione della dignità della Sardegna che vuole svolgere nel panorama europeo ed internazionale il ruolo naturale di hub dei trasporti.

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, riprendendo le argomentazioni di Congiu, ha affermato che domani l’assessore «porta a Roma il diritto dei sardi alla mobilità contro ogni delocalizzazione di cui purtroppo è piena la storia recente dei rapporti fra grandi imprese e la Sardegna; il governo nazionale ha annunciato provvedimenti contro le delocalizzazioni ed ora avrà l’occasione di dimostrare questa sua volontà, mentre la Sardegna dovrà battere i pugni sul tavolo con la forza della Sardegna unita».

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha ricordato che il personale sardo ha fatto tanto per Meridiana, compagnia che per i sardi negli anni è sostanzialmente diventata la compagnia di bandiera; «oggi il mondo dei trasporti è cambiato e l’azienda ha strategie diverse, e forse in materia di trasporti non siamo molto credibili perché altrimenti non saremmo a questo punto, comunque il mandato pieno dà all’assessore la forza di invertire finalmente questa tendenza negativa».

Sempre per Forza Italia il consigliere Antonello Peru ha accusato Air Italy di essersi rimangiata «quello che aveva detto e scritto nei tavoli dell’accordo per salvare Meridiana e la Sardegna deve costruire perciò le condizioni perché le società private abbiano interesse ad insediarsi ed a restare in Sardegna, dicendo però basta ai vertici Ue che bloccano la continuità aerea ed allo stallo dei trasporti marittimi». «Battere i pugni sul tavolo sì – ha aggiunto – ma purché cessino i litigi interni, come si sta facendo sulla legge urbanistica che invece contiene messaggi importanti per rilanciare vocazioni storiche della Sardegna come turismo ed agricoltura; anche questo significa stimolare le imprese a scegliere la Sardegna».

Ancora per Forza Italia il consigliere Stefano Coinu, favorevole, ha detto che «il mandato per l’assessore va oltre la vertenza per arrivare alla continuità territoriale mancata cioè per cambiare una politica che cura il male senza aggredire i sintomi; Air Italy è una società privata e gli strumenti a disposizione della Regione non sono tanti al di là del convincimento, ma resta centrale il dovere di assumere davanti ai Ministeri un atteggiamento forte per ricordare la necessità di tutelare il diritto della Regione ad essere considerata al pari delle altre». «La delocalizzazione dalla Sardegna verso il continente – ha concluso – è per molti aspetti uguale a quelle che colpiscono l’Italia e vanno contrastate».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione la risoluzione che il Consiglio ha approvato all’unanimità con 45 voti.

Successivamente l’Assemblea ha iniziato la discussione della Proposta di legge n. 508 (Lotto e più) in materia di turismo.

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha annunciato il ritiro della sua firma dalla proposta perché, ha spiegato, «sono venuti meno alcuni principi di riferimento».

Ritiro della firma anche da parte di Luigi Crisponi, dei Riformatori, che si è riservato di motivare il suo dissenso, del capogruppo del Psd’Az Gaetano Ledda, di Mariano Contu e Marco Tedde di Forza Italia. Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, invece, ha aggiunto la sua firma alla proposta.

Il consigliere del Pd Piero Comandini, sostenendo le ragioni del progetto di legge, ha affermato che «si tratta di dare gambe  alla legge regionale 16 sul turismo prevedendo un ruolo incisivo per i privati, peraltro richiesto dalle imprese di settore che rischiano risorse proprie». «La nuova classificazione alberghiera molto discussa in conferenza Stato-Regioni – ha concluso – può essere una risposta ulteriore alla domanda degli operatori turistici consentendo a realtà residenziali ed alberghiere di convivere in uno stesso Comune, per diversificare l’offerta».

Luigi Crisponi, dei Riformatori sardi, ha dichiarato che il ritiro della sua firma è dovuto ad alcune parti non convincenti della legge, «che appare adatta a Regioni come Emilia Romagna, Veneto o Trentino Alto Adige, molto diverse dalla nostra; in pratica ogni destinazione alberghiera può venire a cadere aprendo la strada a speculazioni di seconde case occulte, con camere di hotel che si trasformano in quote condominiali, insomma in Sardegna c’è un rischio grave di distorsioni».

Il consigliere di Fdi Gianni Lampis ha affermato che  i problemi della legge nascono «dal conflitto di competenze mai risolto fra Stato e Regioni in materia di turismo e sarebbe meglio arrivare ad una competenza concorrente, definendo la cornice a livello centrale e lasciando alla Regioni la normativa di dettaglio». «Le preoccupazioni di Crisponi devono richiamare la nostra attenzione – ha aggiunto – ma è pur vero che non bisogna cedere alla paura e che per certi aspetti la norma può aiutare le realtà più deboli migliorando l’esistente, recuperando porzioni dei centri storici e dando più liquidità ad imprenditori che potrebbero trovare opportunità di crescita e di posizionarsi sul mercato».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha sottolineato che la scelta di ritirare la firma nasce «dalla consapevolezza che una nuova struttura turistica potrebbe determinare contraccolpi negativi sulla realtà regionale e del resto non è una novità che ogni volta che la Sardegna legifera in materia di turismo e trasporti sbaglia, perché non si tratta di adeguarsi ad una evoluzione naturale della normativa nazionale di settore quanto di applicabilità, posto che i privati vanno coinvolti con procedure ad evidenza pubblica che però non possono essere attivate perché mancano i provvedimenti attuativi, attesi da un anno e ancora non emanati dalla Giunta». Tedde si poi espresso in modo molto critico sul recente bando per la destagionalizzazione «per il quale si è partiti a luglio scorso per fare in fretta ma non è accaduto nulla ed il bando è sostanzialmente fermo mentre qualche compagnia comincia a minacciare l’abbandono e poco fa, ad Alghero, si è dimesso il direttore generale dell’aeroporto:  significa che il problema c’è eccome».

Al termine dell’intervento di Marco Tedde, il presidente Gianfranco Ganau ha tolto la seduta riconvocando il Consiglio per domattina alle 10.00.

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Parte dal Consiglio regionale della Sardegna un tentativo di riforma del Parlamento italiano e di quello europeo: questa mattina sono state presentate dall’on. Roberto Deriu (primo firmatario) le proposte di legge elettorale per la Camera e il Senato e per l’elezione dei membri italiani del Parlamento di Strasburgo.

«Si tratta di proposte di legge chiaramente antifasciste perché è necessario richiamare in continuazione il vaccino democratico contenuto nella Costituzione. Leggi come queste sono proprie dei sistemi democratici ed è per questo che in un Parlamento italiano appena rinnovato, attento alla democrazia diretta e alle istanze dei territori, sono sicuro che la nostra proposta troverà rapida discussione», ha detto Roberto Deriu, che ha siglato i testi insieme ai colleghi di maggioranza Francesco Agus, Piero Comandini, Antonio Gaia, Raimondo Perra e Pierfranco Zanchetta. Spetta ora al presidente Gianfranco Ganau inviare le due proposte alla presidenza della Camera per l’avvio dell’iter legislativo.

Alla presentazione ha preso parte anche Maurizio Turco, esponente italiano del Partito radicale. Per Maurizio Turco «quelli che sono diventati dittatori, anche in epoca recente, lo sono diventati attraverso elezioni e leggi elettorali apparentemente democratiche. Ormai la declinazione di democrazia è sempre più sfumata ma per fortuna in Sardegna ancora si ragiona sui pilastri e sui fondamentali della democrazia. E spero che altre regioni vogliano sostenere questa proposta, che va contro i regimi totalitari e risponde agli esiti di referendum disattesi del tutto dal Parlamento italiano».

Per l’on. Piero Comandini «le leggi elettorali vigenti sono una delle cause dell’astensionismo registrato in Italia a livelli mai visti. Dobbiamo eliminare il pericolo che i candidati eleggibili davvero siano calati dall’alto e le nostre iniziative vanno in questa direzione».

Nel merito, la proposta di legge elettorale per Camera e Senato prevede l’introduzione del sistema uninominale a turno unico con voto diretto attribuito ai candidati che concorrono in circoscrizioni uninominali.

Quanto alla proposta per il Parlamento europeo, l’attribuzione dei seggi è prevista con il sistema proporzionale. La ripartizione dei seggi si effettuerà dividendo il numero degli abitanti della Repubblica per il numero dei membri che spettano all’Italia in seno al Parlamento europeo.

 

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Sei consiglieri di maggioranza, Francesco Agus, Anna Maria Busia, Roberto Deriu, Piero Comandini, Valter Piscedda e Giuseppe Meloni, hanno presentato un’interrogazione all’assessore regionale della Pubblica istruzione, Giuseppe Dessena, sui ritardi nel saldo delle risorse del programma “Tutti a Iscol@” messe a disposizione per l’anno scolastico 2016/2017.

«Si tratta dei laboratori scolastici della Linea B2 – relativa alle attività extracurriculari di laboratori innovativi –  realizzati dagli operatori economici che nel precedente anno scolastico hanno progettato e realizzato i laboratori tecnologici nelle scuole sarde, e che, nonostante siano concluse da mesi le attività di rendicontazione, ancora attendono una risposta dalla Regione per il pagamento del saldo dei finanziamento. Una situazione inaccettabile – spiega l’esponente di Campo Progressista Sardegna, Francesco Agus – considerando che le risorse sono disponibili nelle casse regionali, che i laboratori si sono svolti tutti entro l’estate scorsa e che le attività di rendicontazione sono state completate da tempo. Tutti a Iscol@” è un piano lodevole e strategico per la scuola sarda, sul quale la Regione ha investito oltre 20 milioni di euro. Ha inoltre permesso a numerosi professionisti di lavorare in questo settore, promuovendo nella scuola l’innovazione al servizio dei ragazzi e del loro futuro, specialmente nei piccoli centri a rischio spopolamento. Purtroppo, il grande sforzo finanziario rischia di essere reso meno utile da inaccettabili ritardi burocratici che non permettono l’erogazione di compensi.»

«La Presidenza della Regione e l’assessorato alla Pubblica Istruzione risolvano l’impasse ed evitino che un programma meritorio come “Tutti a Iscol@” si trasformi in un boomerang. La macchina regionale ha gravi difficoltà organizzative che, senza interventi più incisivi, rischiano di rendere meno efficace anche la politica più meritoria. In questo caso parliamo di 70 operatori economici – sottolinea Francesco Agus – molti dei quali hanno svolto più laboratori. Si tratta per lo più di piccole società che hanno investito tempo, denaro, energie, ma che oggi si trovano in difficoltà nell’adempiere agli obblighi fiscali e tributari, piccole realtà economiche che non dispongono della capacità finanziaria necessaria per farsi carico dei ritardi della Regione, e di lavoratori che mensilmente sono tassativamente chiamati a saldare rate di mutui e prestiti.»

«Al di la di tutti i ritardi finora accumulati – conclude Francesco Agus –  e così come già avvenuto in altre situazioni simili, ritengo che su questo tema ci debba essere tutta l’attenzione dell’Esecutivo regionale per la risoluzione del problema, da effettuarsi in giorni e non in settimane e men che mai in mesi.»

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La commissione speciale «sulla grave situazione delle imprese attive nell’artigianato, nel commercio e sulle politiche commerciali della grande distribuzione», presieduta da Roberto Deiru (Pd), in seduta congiunta con la commissione Bilancio, guidata da Franco Sabatini (Pd), nell’ambito delle audizioni finalizzate alla predisposizione di una proposta di legge per fronteggiare la crisi dei due comparti, ha ascoltato in audizione i vertici del Banco di Sardegna (il direttore, Giuseppe Cuccurese ed il presidente, Antonello Arru); il direttore dell’Area imprese di Intesa – San Paolo (Marco Cannas); il direttore e il presidente della Sfirs (Gabor Pinna e Paolo Sestu); il direttore di Confidi, Alessandro Tronci; il responsabile regionale ed il responsabile delle agevolazioni alle imprese di Artigiancassa (Gianfranco Bua e Daniele Sciarrilli).

Al centro dell’incontro le problematiche di accesso al credito delle imprese artigiane e commerciali che, nonostante il generale miglioramento dei consumi hanno visto ridotto il numero degli operatori attivi e lamentano una diffusa situazione di crisi. «Mai come in questi tempi – ha però affermato il direttore del Banco, Giuseppe Cuccurese – sono in essere così numerose azioni di sostegno per le imprese artigiane e del commercio e non corrisponde al vero che, in Sardegna, il credito abbia costi superiori rispetto a quelli sostenuti nel resto dell’Italia, anzi in alcuni casi tassi e condizioni sono di importo inferiore rispetto ad altre aree del Paese». Giuseppe Cuccurese ha quindi evidenziato due misure straordinarie attualmente in vigore, in grado di offrire un consistente aiuto ad artigiani e commercianti: il programma nazionale “Resto al Sud” (35% a fondo perduto e il 65% senza interessi) e il piano regionale “Lavoras” (12mila euro di sgravi nel triennio per le assunzioni).

Di “merito del credito” ha poi parlato il presidente del Banco, Antonello Arru, per riaffermare il ruolo  e il compito dell’istituto di credito che su 14.500 aziende artigiane ne affida 3.800 per complessivi 310 milioni («la metà delle aziende affidate presenta un rischio molto basso») mentre su un totale di 20mila aziende del commercio le affidate sono 7.400 per complessivi 167 milioni di euro («anche in questo caso il rischio è basso per la metà degli affidati»).

La nota dolente, soprattutto con riferimento alle piccole e piccolissime imprese, è rappresentata dai 3 miliardi e 800 milioni di crediti in sofferenza del sistema bancario sardo che si aggiungono a un tasso di morosità delle imprese pari al 27%, superiore cioè di circa sette punti percentuali rispetto al resto dell’Italia. Il presidente del Banco di Sardegna sul punto è stato chiaro: «Chi è in sofferenza deve scordarsi altra finanza da parte del sistema creditizio ed è diseducativo il contributo a fondo perduto promosso dal sistema pubblico».

La Sfirs, che gestisce le pratiche dei bandi di agevolazione alle imprese (T1, T2, etc), con il direttore Gabor Pinna ed il presidente Paolo Sestu ha rassicurato il rafforzamento dell’organico con l’inserimento di professionisti al fine di snellire pratiche e procedure amministrative. Il direttore Gabor Pinna ha quindi sinteticamente esposto i dati relativi al fondo di garanzia per le piccole imprese (commercio: 700 imprese interessate per complessivi 70 milioni di investimenti e 24 milioni di garanzia; artigianato: linee di affidamento per 28 milioni con il ricorso a oltre 13 milioni di garanzia) e del microcredito (1.105 attività finanziate per un importo complessivo di 26 milioni) per il quale si propone l’innalzamento del tetto massimo concedibile da 25mila euro a 50mila euro («la misura che non prevede garanzie reali ha ben funzionato e si può aumentare il limite dell’importo»).

«Serve stimolare le aziende ad intercettare le opportunità offerte per l’accesso al credito – ha dichiarato Marco Cannas di Intesa San Paolo – anche attraverso le attività di formazione, soprattutto digitale, ed è necessario far crescere l’export, così da fare in modo che le aziende crescano per utilizzare al meglio le linee di credito di cui dispongono.»

Per Artingiancassa lo strumento efficace sono le misure contenute nella legge 949/52 finalizzata al sostegno e allo sviluppo delle imprese artigiane («bisognerebbe estendere tali benefici anche al comparto del commercio per avere effetti positivi sui due settori chiave della nostra economia»), mentre il direttore del Confidi, Alessandro Tronci, ha insistito sulla intersettorialità («bene ha fatto la Regione ad istituire il fondo unico di garanzia a disposizione dei consorzi fidi piuttosto che mantenere una pluralità di fondi») ed ha salutato con favore la riproposizione del “voucher garanzia”.

L’assessore della Programmazione ha sinteticamente elencato i principali stanziamenti destinati alle imprese artigiane e del commercio ed ha evidenziato la «molteplicità degli strumenti a disposizione degli operatori” rimarcando la necessità di una “informazione profonda nei confronti delle imprese per favorirne l’utilizzo».

A giudizio dell’assessore, in tale contesto, le difficoltà maggiori sono rappresentate dalle micro imprese che, in alcuni casi, contano sul singolo artigiano o sul singolo commerciante che impegna il suo tempo esclusivamente nel lavoro e trascura bandi e iniziative, a volte complessi e di difficile lettura, promossi dall’amministrazione pubblica.

Su una più efficace e corretta informazione alle imprese e su azioni mirate alla semplificazione delle procedure, ha posto l’accento il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini, che, in conclusione del suo intervento, ha invitato il sistema creditizio sardo «a contribuire per far uscire le imprese che vi si trovano, dalla situazione di sofferenza”.

Al termine degli interventi e dei quesiti di chiarimento posti dai consiglieri Fabrizio Anedda (Misto), Luigi Crisponi (Riformatori), Raimondo Cacciotto (Pd), Piero Comandini (Pd), il presidente della commissione speciale Roberto Deriu (Pd) ha illustrato una proposta al vaglio del parlamentino dell’Artigianato e commercio e che riguarda l’istituzione di un fondo (gestito da un operatore bancario da individuare attraverso un bando) finalizzato a garantire la contribuzione previdenziale annua dell’imprenditore in cambio di una percentuale sull’imponibile, senza escludere uno stanziamento regionale ad hoc. «Tale intervento – ha spiegato Roberto Deriu -, aiuterebbe a superare il problema della interposizione tra le piccole imprese e il sistema del credito, della previdenza, del fisco, che rappresenta una delle criticità che compromettono l’intero sistema e il corretto operare delle aziende, spingendo piccoli artigiani e commercianti verso l’economia sommersa».     

 

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Una legge per contrastare il bullismo ed il cyberbullismo in Sardegna, con un piano regionale che preveda il coinvolgimento delle scuole e delle forze dell’ordine. E con un obiettivo chiaro: prevenire più che punire, aiutando sia le giovani vittime che gli autori, ed insegnando a tutti l’uso corretto dei social network.

E’ il senso della proposta di legge 496 presentata oggi in Consiglio regionale dal Partito democratico (primo firmatario l’on. Piero Comandini) ma estesa a tutti i partiti presenti in Aula. «Auspichiamo un voto corale di unanimità per un provvedimento che si è reso assolutamente necessario, anche dopo i fatti gravissimi della ragazzina di Muravera, avvenuti un anno fa – ha detto Piero Comandini –. Il senso di questa proposta è attivare una prevenzione profonda nella società sarda, per arginare questo fenomeno. Per questo chiederemo che la proposta arrivi in Aula con la procedura d’urgenza».

L’on. Piero Comandini ha ricordato l’incidenza del bullismo in Sardegna, citando dati Istat del 2014: «Si registra che tra i ragazzi e gli adolescenti 11-17enni, il 12,4 per cento hanno subito comportamenti offensivi una o più volte al mese; il 36,8% qualche volta all’anno e il 50,8 mai». L’on. Daniela Forma ed il presidente della commissione Sanità, Raimondo Perra, hanno sottolineato l’importanza di «fare rete tra le istituzioni per combattere il fenomeno». Per Maria Grazia De Matteis, Garante per l’infanzia e l’adolescenza, «questa è una proposta di legge che aiuta la vittima e nello stesso tempo il bullo, e che punta a insegnare un approccio corretto allo strumento informatico». Il presidente del Corecom, Mario Cabasino, ha parlato della «disponibilità dell’ente a cofinanziare gli interventi previsti dal ddl». Misure che la legge finanzierà con 250mila euro l’anno per il triennio 2018-2020.

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L’on. Francesco Agus (Campo Progressista Sardegna), ha annunciato oggi la presentazione di un’interrogazione sulla vertenza degli ex lavoratori del call center Dynamicall di Cagliari.

«L’ennesimo call center della zona di Cagliari chiude, lasciando per strada e senza stipendio 18 lavoratori e altrettante famiglie. Eppure si tratta di lavoratori che troverebbero impiego immediato nella nuova azienda a cui è stata affidata la commessa Enel Energia, se non fosse che le storture del sistema degli appalti e degli incentivi per le assunzioni rappresentino una tentazione non trascurabile per le imprese meno attente ai risvolti sociali ed etici delle proprie attività.»

Agus, nell’interrogazione sottoscritta dai consiglieri Roberto Deriu, Franco Sabatini, Piero Comandini ed Emilio Usula, contesta i meccanismi sulla base dei quali sono affidati i servizi di call center.

«Il meccanismo contorto degli appalti di servizi dei call center, invece di generare vantaggi e tutele per i lavoratori e le imprese virtuose, offre opportunità a chi vuole trarre vantaggi a discapito dei lavoratori del settore. I trasferimenti dei lavoratori da un’impresa all’altra comportano spesso riduzione dell’orario di lavoro, decurtazione delle retribuzioni, azzeramento anzianità di servizio, rispetto alle medesime mansioni svolte per la stessa commessa affidata all’appaltatore precedente. Altre volte, come nel caso Dynamicall, lasciano a casa i “vecchi” lavoratori per lasciare spazio a nuove assunzioni per svolgere le medesime attività. Tutto il settore dei call center – aggiunge Francesco Agus – è caratterizzato da procedure di affidamento dei servizi nelle quali è ricorrente che gli appaltatori scarichino totalmente sui lavoratori la minimizzazione dei costi di produzione, mi auguro che in Parlamento affrontino il problema.»

«In tutta l’area di Cagliari quello delle telecomunicazioni è un settore fondamentale, nei soli call center si contano almeno 10.000 impiegati. Negli ultimi 10 anni la generazione dei 30/40enni ha trovato occupazione che riteneva fosse stabile: occorre vigilare per non disperdere questo enorme capitale di professionalità e per tutelare i diritti dei lavoratori, giovani e meno giovani. Chiedo – conclude Francesco Agus – che su questo settore ci sia tutta l’attenzione della Giunta regionale e della politica sarda

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Il consigliere regionale del Partito democratico Piero Comandini ha depositato assieme ai colleghi del Gruppo consiliare, la proposta di legge “Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo” di cui è primo firmatario.

Venerdì 8 giugno 2018, alle ore 10.30, nella saletta del Consiglio regionale, la proposta n. 496 del 14 marzo 2018, verrà presentata alla stampa e agli operatori del settore.

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Garantire per almeno altri quattro mesi le attività di assistenza tecnica in zootecnia svolte dall’associazione regionale allevatori della Sardegna (Aras), nonostante la messa in liquidazione dell’associazione ed a fronte dell’anticipazione, da parte dell’agenzia per l’attuazione dei programmi regionali in campo agricolo (Laore), delle somme relative al secondo quadrimestre 2018 e quantificate in circa 4.600.000 euro. È questa l’ipotesi che nelle prossime ore vedrà impegnati tecnici e amministratori regionali e che ha registrato una sostanziale condivisione nella Quinta commissione del Consiglio regionale, a conclusione della sessione di audizioni che sul tema ha avuto come protagonisti i sindacati, i commissari di Aras ed i vertici di Laore.

Una situazione, quella dell’Aras e delle Apa, particolarmente complicata e che richiede – a giudizio dei sindacati e dei commissari del parlamentino presieduto da Luigi Lotto (Pd) – una soluzione immediata per non perdere i circa 47 milioni di euro destinati alle aziende sarde, a valere sulla misura relativa al cosiddetto benessere animale, le cui domande scadono il prossimo 15 giugno e che non possono essere riconosciute in sede comunitaria senza la necessaria attività (notificata in sede Ue) dell’Aras.

Ma non solo, sono a rischio i 296 dipendenti dell’associazione regionale allevatori e gli 81 lavoratori delle quattro associazioni provinciali (Apa). Non è un segreto, infatti, che agli stessi lavoratori sia già stata comunicata, quale data ultima per la trasmissione delle lettere di licenziamento, quella del prossimo 6 giugno.

Il caso che contrappone i commissari di Aras e i vertici di Laore nasce dalle controversie relative alla rendicontazione delle attività svolte nel 2014, 2015, 2016 e 2017 ed è precipitato a seguito della formalizzazione del mancato riconoscimento, da parte di Laore, di un presunto credito di Aras pari a 1.987.761 euro (a fronte di un contributo complessivo di 54.200.000  euro) per il periodo sopra indicato. Da qui la messa in liquidazione dell’associazione regionale allevatori a cui segue la nota di Laore che, il 16 maggio dichiara, non solo di non avere alcun debito con Aras ma di vantare crediti nei confronti dell’associazione allevatori per 2.075.708 euro, ed un’altra comunicazione, datata 17 maggio 2018, con la quale l’assessorato regionale degli Enti locali evidenzia che a seguito dello scioglimento dell’Aras, tutti gli immobili funzionali all’esercizio dei servizi resi, devono ritornare nella disponibilità dell’amministrazione regionale.

Nel corso delle rispettive audizioni i commissari Aras (Vitangelo Tizzano e Enrico Leccisi) e i vertici Laore (Maria Ibba, direttore generale; Tonino Selis, direttore del servizio attività zootecniche) anche sollecitati dagli interventi dei consiglieri Piermario Manca (Pds), Marco Tedde (Fi), Gianni Lampis (FdI), Luigi Crisponi (Riformatori), Fabrizio Anedda (Misto), Gianmario Tendas (Pd), Franco Sabatini (Pd), Piero Comandini (Pd), Gianluigi Rubiu (Udc), Antonello Peru (Fi) e Gaetano Ledda (Psd’Az – La Base), hanno ribadito le proprie ragioni ed hanno sostenuto con forza la correttezza del rispettivo operato. In particolare, i dirigenti di Laore, hanno insistito sulla necessità di poter effettuare verifiche efficaci e stringenti sulla rendicontazione delle attività svolte da Aras ed hanno anche dichiarato piena disponibilità per un contradditorio, così da far venir meno le anomalie che, a giudizio di Ibba e Selis, non consentono all’agenzia Laore di poter erogare le somme che l’associazione allevatori vanta come presunto credito per le annualità comprese tra il 2014 e il 2017.

La preoccupazione per il futuro lavorativo degli oltre 350 addetti impiegati  tra Aras ed Apa è stata invece manifestata dalle rappresentanze sindacali.

Confederdia, con Osvaldo Ibba, Giuseppe Lai e Paola Naitana, ha affermato con nettezza il proprio favore per il ricorso alle previsioni contenute nella legge 3 del 2009 che all’articolo 2 comma 40 autorizza l’agenzia Laore a inquadrare, attraverso prove selettive concorsuali per soli titoli, il personale dipendente Aras alla data del 31 dicembre 2016. Per la piena applicazione di tali disposizioni serve però il via libera del ministero per superare i vincoli assunzionali imposti alle pubbliche amministrazioni.

Gaia Garau (Uil), Raffaele Lecca (Cgil) e Francesco Piras (Cisl) hanno confermato, in via di principio, il proprio sostegno per l’inquadramento del personale Aras in Laore, ma non hanno nascosto le perplessità sulla effettiva possibilità per l’ottenimento della necessaria deroga ministeriale al fine del superamento dei vincoli nelle assunzioni. I confederali, evidenziando la professionalità e la disponibilità di tutti i dipendenti Aras, e sottolineando il mancato pagamento degli stipendi, a partire dalla retribuzione di dicembre scorso, hanno mostrato disponibilità a valutare la prosecuzione del lavoro e delle attività attualmente svolte da Aras ed Apa anche attraverso la costituzione di una nuova società o di una nuova associazione, in accordo con Laore e la Regione.

A margine delle audizioni sulla vertenza Aras, la commissione ha ascoltato l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, sulla situazione della Keller. L’audizione, richiesta dal consigliere FdI, Gianni Lampis, ha consentito di fare il punto sulla  fabbrica di Villacidro che, fondata nel 1983 per produrre carri ferroviari, è stata liquidata nel 2011. Lo stabilimento (250.000 metri quadrati di superficie) è stato acquisito dal locale consorzio industriale per rilanciarne le attività ma dopo i tre bandi di vendita del tribunale di Cagliari, è andato deserto anche il bando ad offerta libera pubblicato dal consorzio industriale. L’assessore ha quindi informato i commissari del coinvolgimento di Invitalia al fine di individuare operatori interessati allo stabilimento della Keller. Il consigliere Lampis, ricordando che il prossimo dicembre scadranno gli ammortizzatori per gli ultimi cento lavoratori beneficiari, ha sollecitato il ricorso a tutti gli strumenti utili a garantire un reddito agli ex Keller.

Il presidente della commissione Luigi Lotto, ha domandato invece all’assessore Maria Grazia Piras notizie sul futuro della miniera di Olmedo e la responsabile dell’Industria ha assicurato che entro la fine del mese sarà pubblicato il bando per la concessione della miniera auspicandone esiti positivi anche in considerazione del miglioramento dei prezzi nel mercato della bauxite.

L’ulteriore argomento trattato dalla Quinta commissione è stata la proposta di legge n. 506 (Lotto e più) che ha l’obiettivo di regolamentare la lavorazione, la trasformazione e il confezionamento di prodotti agricoli esclusivamente aziendali. Luca Saba (Coldiretti), Pietro Tandeddu (Copagri) e Serafino Casula (Confagricoltura) hanno espresso un giudizio sostanzialmente positivo sulla proposta ed hanno rimarcato la necessità chiarezza in ordine all’applicazione delle disposizioni in materia di igiene e sanità, così da non ingenerare confusione e fraintendimenti  tra gli operatori agricoli.

Il direttore generale dell’assessorato della Sanità, Giuseppe Maria Sechi e la responsabile dei servizi veterinari, Daniela Mulas, hanno confermato la piena applicazione delle norme nazionali e comunitarie in materia di igiene, somministrazione e lavorazione degli alimenti, nonché hanno suggerito di attendere le annunciate linee guida ministeriali in materia di home food e home restaurant.

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La consigliera regionale del Partito Democratico Daniela Forma che nei giorni scorsi si è fatta carico delle proteste degli operatori insediati nelle aree industriali di Tossilo e Bonu Trau di Macomer per gli aumenti spropositati nelle tariffe che si avrebbero quando dal 1 giugno 2018 Abbanoa spa subentrerà nella gestione del Servizio Idrico Integrato, ha depositato sul merito una mozione.

La mozione di cui è prima firmataria Daniela Forma è sottoscritta dai capigruppo Pietro Cocco, Annamaria Busia, Daniele Cocco, Pierfranco Zanchetta e dai consiglieri regionali Piero Comandini, Lorenzo Cozzolino, Roberto Deriu, Antonio Gaia, Giuseppe Meloni, Valerio Meloni, Cesare Moriconi, Rossella Pinna, Valter Piscedda ed Antonio Solinas. 

«Vorrei ricordare – dichiara Daniela Forma – che gli operatori dell’area industriale di Macomer (Tossilo e Bonu Trau) sono stati invitati, a stretto giro di posta ed entro il 18 maggio, a sottoscrivere il nuovo Contratto di servizio con Abbanoa spa che subentrerà dal prossimo mese nella gestione del Servizio Idrico Integrato al Consorzio Industriale di Macomer.

Tale trasferimento di funzione che consentirà il passaggio di 5 dipendenti dal Consorzio di Tossilo ad Abbanoa spa, comporterà però un aumento delle tariffe per gli operatori in alcuni casi fino ad oltre il 400%: una situazione quindi insostenibile che ha comportato la sollevazione delle aziende e il rifiuto di sottoscrivere il nuovo contratto di servizio con Abbanoa spa.

Di contro Abbanoa spa – aggiunge Daniela Forma – annuncia interventi per 725.000 euro sulla rete idrica consortile, risorse che non sono certo messe a disposizione da Abbanoa spa bensì dalla Regione Sardegna, precisamente dell’assessorato regionale dell’Industria, che ha autorizzato l’erogazione di euro 725.000 in favore di EGAS, che si avvarrà di Abbanoa spa per la realizzazione degli interventi di cui necessita il sistema idrico consortile di Macomer, come si può facilmente evincere dalla deliberazione della Giunta regionale n. 38/36 del 08/08/2017.

Inutile dire – sottolinea ancora Daniela Forma – che la Regione Sardegna deve necessariamente dire parole chiare sugli effetti certamente non preventivati che tale trasferimento di funzione rischia di far abbattere sugli operatori di Macomer e lo deve fare prima che tale passaggio avvenga. Se è necessaria una proroga rispetto alla data del 1 giugno 2018 per verificare meglio questi aspetti, tale proroga deve essere subito notificata.

Non è infatti pensabile – conclude Daniela Forma – che dopo tutti gli sforzi che stiamo mettendo in campo per rendere appetibili agli investitori i nostri insediamenti industriali perché portino produzione ed occupazione nelle aree interne, si corra il rischio con questa maldestra operazione di far chiudere i battenti anche a chi fino ad ora ha resistito ed ha garantito sviluppo ed occupazione nella Sardegna Centrale.»