23 December, 2024
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«Lo scorso 25 febbraio il Governo Nazionale ha disposto la sospensione dell’erogazione del secondo acconto dei contributi pubblici 2016 alle emittenti radiotelevisive locali, atto questo che si rifletterà in modo sempre più negativo sull’andamento occupazionale e sulle condizioni di lavoro dei lavoratori delle TV private sarde.»

Lo afferma Piero Comandini, esponente del Partito Democratico, rieletto in Consiglio regionale.

«Il nuovo regolamento (DPR 146/2017), voluto dal governo Gentiloni, disciplina i criteri di riparto e le procedure di erogazione delle risorse finanziarie del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione assegnate al Ministero per la concessione dei contributi di sostegno alle emittenti televisive e radiofoniche locali, che vengono concessi sulla base di criteri che tengono conto del sostegno all’occupazione, dell’innovazione tecnologia e della qualità dei programmi e dell’informazione anche sulla base dei dati di ascolto – aggiunge Piero Comandini -. Inoltre, sarebbe dovuto essere uno strumento più snello e garantire stanziamenti più rapidi – prosegue l’esponente PD – ma ad oggi il risultato è che i contributi dovuti anche per il 2017 e il 2018 son ancora fermi, e questo mette a rischio il funzionamento delle emittenti con conseguente rischio che venga meno il diritto all’informazione.»

«Le emittenti tv private della Sardegna rappresentano un patrimonio da valorizzare, conservano e tutelano l’archivio della memoria storica della Sardegna, garantiscono occupazione e qualità dell’informazione; vigileremo – conclude Piero Comandini – affinché i lavoratori vengano tutelati con il rispetto dei CCNL da parte delle imprese beneficiarie dei contributi regionali e, chiedendo al nuovo governo regionale che venga garantito alle emittenti tv private un finanziamento stabile e puntuale così come normato dalla L.R. 3/2015.»

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Nella XVI legislatura, nonostante l’introduzione della doppia preferenza di genere, solo il 13,33% dei consiglieri è donna. Fanno parte dell’Assemblea: Alessandra Zedda (Forza Italia), Desirè Alma Manca (Movimento 5 Stelle), Maria Laura Orrù (Sardegna in Comune con Massimo Zedda), Elena Fancello (Movimento 5 Stelle), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), Carla Cuccu (Movimento 5 Stelle), Sara Canu (Lega Salvini Sardegna), Laura Caddeo (Noi, la Sardegna con Massimo Zedda).  Il numero delle consigliere della legislatura che sta per cominciare è lo stesso della  XIV, della XI (le elette furono 8 su 80) e della XIII 8 donne consigliere su  85). Nelle 16 legislature su un totale di 1174 consiglieri, le elette sono state 69 con una percentuale del 5,87%.

Il nuovo Consiglio regionale sarà profondamente rinnovato, con ben 40 seggi su 60 assegnati a nuovi consiglieri.

Tornano, infatti, nell’Aula di via Roma soltanto 6 consiglieri con 2 o più legislature alle spalle. Oltre al consigliere “anziano” Giorgio Oppi dell’Udc (7) faranno parte della nuova Assemblea anche Michele Cossa dei Riformatori sardi con oltre 2 legislature (alla sua prima esperienza subentrò a Massimo Fantola), Alessandra Zedda ed Antonello Peru di Forza Italia (2 ciascuno), Cesare Moriconi del Pd e Daniele Secondo Cocco di Leu, anch’essi con 2 legislature già maturate.

Le riconferme rispetto alla legislatura appena conclusa sono invece 20: Piero Comandini, Gianfranco Ganau, Giuseppe Meloni, Valter Piscedda, Cesare Moriconi e Roberto Deriu del Pd, Antonello Peru ed Alessandra Zedda di Forza Italia, Stefano Tunis (ora con Sardegna20venti), Nanni Lancioni del PSd’Az, Giovanni Satta (ora nel Psd’Az), Eugenio Lai e Daniele Secondo Cocco di Leu, Francesco Agus di Campo Progressista, Paolo Truzzu di Fratelli d’Italia, Giorgio Oppi e Gian Filippo Sechi dell’Udc, Alfonso Marras e Michele Cossa dei Riformatori e Domenico Gallus (ora con Sardegna 20venti).

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Ieri, 20 marzo, dopo 24 giorni (esattamente come 5 anni fa), poco dopo le 14.00, l’ufficio elettorale della Corte d’appello del Tribunale di Cagliari ha finalmente consegnato in Consiglio regionale il plico contenente i nomi degli eletti della XVI legislatura. Di lì a qualche ora, sono esplose le polemiche e si profila una pioggia di ricorsi. Il primo ad annunciare il ricorso è stato Antonello Peru (Forza Italia), vicepresidente uscente del Consiglio regionale, che seppur rieletto, si è ritrovato nell’elenco degli eletti e delle preferenze attribuite (3.638), ben 1.986 preferenze in meno rispetto a quelle realmente ottenute (5.624), che pure sono state puntualmente registrate, aggiornate, nel sito del Consiglio regionale. Lo stesso Antonello Peru ha rimarcato che con 5.624 preferenze gli spetta il record di preferenze, che viceversa l’elenco consegnato dall’ufficio elettorale della Corte d’Appello ha attribuito a Piero Comandini, del Partito Democratico, con 5.225.  Così è avvenuto anche per gli altri candidati. La domanda sorge spontanea? Perché l’Ufficio elettorale della Corte d’appello ha consegnato in Consiglio regionale elenchi con conteggi delle preferenze sbagliati, praticamente gli elenchi precedenti alle verifiche, per le quali si sono resi necessari 24 giorni dal giorno del voto?

Dai conteggi sono scaturiti altri risultati che fanno discutere e, che con ogni probabilità, porteranno a dei ricorsi. Tra questi l’elezione di Francesco Mura (Fratelli d’Italia) nella circoscrizione di Oristano (che così ha avuto 7 seggi contro i 6 potenziali iniziali), con 1.272 preferenze (ma in realtà sono 1.311) a scapito del consigliere regionale uscente Gianluigi Rubiu, il più votato con 2.678 preferenze, nella circoscrizione di Carbonia Iglesias (che così ha avuto “solo” 2 seggi contro i 4 potenziali iniziali); e quella di Alfonso Marras (Riformatori sardi) nella stessa circoscrizione di Oristano, a scapito di Ivan Piras (Forza Italia).

Quanto accaduto rafforza la convinzione in molti osservatori che la legge elettorale sia pessima e debba essere immediatamente riscritta, perché non risponde alle legittime esigenze di rappresentatività dei territori. E’ assurdo che un territorio, quale quello di Oristano, ad esempio, abbia eletto 7 consiglieri regionali, ed un altro, non molto più piccolo, quale il Sulcis Iglesiente, soltanto 2!

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In Consiglio regionale è ripreso l’esame della proposta di legge per l’istituzione della provincia della Gallura. La seduta stamane è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere del Pd Franco Sabatini, riferendosi all’ordine del giorno, ha chiesto la sospensione della seduta, «per poter proseguire – ha spiegato – utili interlocuzioni fra i gruppi che potrebbero portare alla condivisione di alcuni emendamenti di sintesi».

Sempre sull’ordine dei lavori, il consigliere di Forza Italia Antonello Peru ha rilanciato la complessa vertenza dei lavoratori licenziati della Secur di Sassari, osservando che «le stesse sollecitazioni del presidente Gianfranco Ganau non sono state ascoltate dalla commissione Lavori del Consiglio e dal presidente Piero Comandini, lasciando da soli quei ragazzi che da oltre un mese protestano in piazza d’Italia a Sassari». «In queste settimane – ha ricordato Antonello Peru – hanno ricevuto la solidarietà di molti esponenti politici e forse di tutti visto che li ha incontrati anche il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, ma questo non è bastato a smuovere la commissione Lavoro, inadempiente dopo 5 sedute fatte a luglio e settembre». Provo tanta amarezza e tanta tristezza per il trattamento riservato a questi ragazzi, ha concluso il consigliere, «e mi rivolgo ancora una volta al presidente Gianfranco Ganau ed al presidente Francesco Pigliaru perché quello dei lavoratori Secur è un problema di tutta la politica che, pur essendosi resa conto di aver commesso una ingiustizia, non sa o non riesce a rimediare».

Ancora sull’ordine dei lavori, il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha auspicato «una sana riflessione del Consiglio prima che i populisti occupino questi scranni forse per colpa di una classe dirigente che ha rinviato senza motivo provvedimenti importanti come la legge contro la fibromialgia e quella sull’istituzione della fondazione Sardegna beni culturali, nuove soggetto di governo in un settore che occupa 800 unità». «Queste iniziative sono state affossate in modo irresponsabile – ha protestato Attilio Dedoni – accreditando l’immagine negativa di un Consiglio che non fa quello che è necessario fare mettendoci la faccia».

Con un intervento dedicato in parte allo stesso argomento ha poi preso la parola il consigliere del Pds Augusto Cherchi, che ha ricordato la presenza fuori dall’Aula «di decine e decine di pazienti che protestano contro un fatto ingiusto, la mancata approvazione della proposta di legge contro la fibromialgia votata in commissione all’unanimità ma con l’iter ancora incompleto perché la commissione sanità non si riunisce da un mese, mentre basterebbero pochi minuti». «Condizionerò la mia presenza in Aula all’approvazione di questa legge – ha concluso Cherchi – e chiedo a questo scopo l’immediata convocazione della conferenza dei capigruppo».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi invece, rivolto al presidente Pigliaru, ha annunciato «la decisione di molti cittadini di Oliena di rinunciare al voto alle regionali ed alle europee in segno di protesta contro il mancato ripristino del ponte di Oloè, dopo l’alluvione di 4 anni fa». «Su questa vicenda – ha lamentato Luigi Crisponi – la Giunta regionale si è distratta nonostante le pressanti richieste di molti esponenti politici e di tutta la comunità, abbandonando nel disagio e nell’isolamento migliaia di cittadini lavoratori e studenti: una autentica vergogna».

Il consigliere di Art. 1 – Sdp Luca Pizzuto, come componente della commissione Sanità, ha manifestato la disponibilità a favorire l’approvazione della legge contro la fibromialgia.

Il capogruppo del Pd Pietro Pietro Cocco, sottolineando che l’impegno comune dei gruppi ad approvare la legge contro la fibromialgia, ha sollecitato la convocazione della conferenza dei capigruppo in modo da discutere la legge direttamente in Aula in base all’art. 102 del regolamento.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Gianfranco Ganau ha sospeso la seduta come da richiesta del consigliere Franco abatini, convocando nello stesso tempo la commissione Sanità per l’esame della proposta di legge contro la fibromialgia.

Dopo la sospensione l’on. Franco Sabatini (Pd) ha comunicato che «non sono stai presentati emendamenti di sintesi». E così l’on. Francesco Agus (Campo progressista), che ha detto: «Ogni tentativo esperito non sembra essere andato a buon fine, probabilmente ha inciso in maniera non secondaria il fatto che questo sia l’ultimo giorno di legislatura, Non si può legiferare bene in questa situazione».

Per l’on. Giuseppe Fasolino (FI), «il percorso legislativo è arrivato in aula con una mediazione e chiediamo che il lavoro fatto finora ci venga riconosciuto. Il nord est della Sardegna è arrivato a questo punto e non capisco per quale motivo non ci sia concesso tutto questo. Perché non si può scrivere la verità e fare una cosa giusta per il nostro territorio? Perché si vuole lasciare tutto al prossimo consiglio regionale? Io sfido i colleghi a togliere anche nord est da quell’emendamento, sono disponibile a ogni modifica ma siate davvero coerenti».

Della stessa opinione l’on. Giuseppe Meloni (Pd): “Il mio timbro di relatore non è valido per una porcata quale sarebbe una legge emendata con lo scopo di farla deragliare. Il problema sembra essere proprio il riconoscimento del nord est da parte vostra, per assimilare il nostro territorio ad altri che non si sono pronunciati. Chi ha stabilito che questa è l’ultima seduta del consiglio regionale? Siamo pagati, lavoriamo a oltranza fino alla fine. Io non scapperò da quest’Aula».

Poi l’on. Luca Pizzuto (Leu) «l’appello di Giuseppe Fasolino va recepito perché è una mediazione di buon senso che non può essere buttata via. Chiedo pertanto un’altra sospensione».

Anche l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc) ha chiesto certezze all’Aula: «Le prove muscolari non servono a nessuno e non ci portato da nessuna parte ma c’è una proposta di mediazione che ancora non è stata valutata con attenzione: la sospensione dei lavori è necessaria altrimenti si va in aula e succede quel che succede».

Per Daniele Cocco (Leu) è stato «assunto un impegno e non possiamo buttarlo all’aria», mentre l’on. Giovanni Satta (Psdaz) ha chiesto: «Dove eravate voi consiglieri che perorate la causa di Sassari città metropolitana quando il nord est chiedeva questa legge? Dovete gettare la maschera e dire che siete contrari alla provincia della Gallura. Punto».

Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia, ha confermato il sostegno alle richieste del Nord Est: «Noi siamo coerenti e abbiamo preso un impegno con i sindaci del nord est. Oggi vogliamo votare la proposta e siamo disponibili a una sintesi ma senza rinnegare la provincia della Gallura e senza soluzioni strambe. Avete trasferito la Ats a Sassari perché non aveva la città metropolitana come Cagliari: io ho memoria».

Per Attilio Dedoni (Riformatori), «è intollerabile tutto questo, non possiamo far leggi se siamo intimiditi da certe posizioni».

L’on. Giorgio Oppi (Udc) si è rivolto al presidente Gianfranco Ganau e ha detto: «Manca la volontà politica di risolvere il problema. Decidiamo cosa vogliamo fare: chi ha il coraggio chieda il numero legale e così vediamo chi sta tornando indietro e chi sta alle posizioni prese».

L’emendamento 59 è stato messo in votazione e respinto.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in discussione l’emendamento n. 65 Pinna e più). Il consigliere Franco Sabatini (Pd) ha avanzato un’ulteriore richiesta di interruzione dei lavori «per cercare di arrivare a un emendamento di sintesi». Il presidente della commissione Bilancio ha ribadito la sua posizione: «Questo provvedimento non dà le stesse opportunità ai territori della Sardegna – ha detto Franco Sabatini – ricordo al consigliere Giovanni Satta che non siamo stati inerti. C’era una proposta di legge che prevedeva l’istituzioni di tutte le altre province. Non riesco a capire perché non sia stato presa in considerazione. Non si dica dove eravate, eravamo qui. Non si riesce a capire perché debba essere privilegiato un solo territorio e danneggiati gli altri territori della Sardegna. Questo è inammissibile. C’erano tutte le condizioni per trovare un accordo e non lo si è fatto».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha invece difeso il provvedimento in esame: «Non stiamo avvantaggiando nessuno. Si è fatto un percorso chiaro e questo è oggi all’attenzione del Consiglio. Ringrazio il centrodestra perché rimane in aula a differenza del partito di maggioranza che dovrebbe guidarla. Il Pd fa il cecchino».

E’ poi intervenuto il consigliere Luca Pizzuto (Art. 1 – Mdp) per chiedere una sospensione dei lavori.

Giuseppe Meloni (Pd) ha espresso rammarico per l’andamento della discussione: «Quando succedono queste cose si entra in campagna elettorale e diventa tutto più difficile – ha detto Giuseppe Meloni – voglio ricordare, perché si sappia fuori da quest’aula, la prima commissione non ha fatto nessun blitz. L’altra proposta di legge è datata 3 ottobre 2018, un settimana prima dell’approvazione della legge per l’istituzione della provincia Gallura che si discuteva da un anno».

Per Pietro Cocco (Pd) la riforma in discussione «è delicatissima e non si può fare nell’ultimo giorno di legislatura. Le province sono state cancellate dai cittadini, solo i cittadini possono decidere di restituire loro vita – ha detto il capogruppo del Pd – i cittadini devono essere chiamati a pronunciarsi, sono contrario a blitz di fine legislatura. E’ politicamente sbagliato».

Il presidente della commissione Autonomia, Francesco Agus, si è detto indisponibile ad avvallare soluzioni pasticciate: «Tutti i territori meritano rispetto. Se questa possibilità di avere sviluppo dipende dall’avere un ente di riferimento questo deve essere approfondito. La Commissione ha iniziato i lavori con la provincia Gallura sulla spinta di tutte le forze politiche. Le altre non erano istanze di serie B. per la Gallura, però,  c’era una spinta di tutta la società – ha sottolineato Francesco Agus – sono contrario a a decisioni lontane dalla gente e dal sentire comune. Ha fatto bene il collega Cocco a a ricordare che le province sono state sconfessate pubblicamente. Quel sistema creato dal Consiglio non aveva un consenso popolare e per questo è stato scardinato dalla sua interezza. Non voglio essere complice di qualcosa di simile»

Luigi Lotto (Pd) ha detto di condividere le considerazioni del presidente Francesco Agus. «Una materia come questa – ha aggiunto Luigi Lotto – non può essere discussa alla fine della legislatura. Il presidente della Quinta commissione ha sottolineato che è necessario trovare una condivisione: “non ho alcun pregiudizio nei confronti della provincia della Gallura – ha concluso Luigi Lotto – credo però che chiudere oggi con un’approvazione a maggioranza sia un errore. Troviamo una sintesi ,  sono disponibile ma non facciamo pasticci».

Per Roberto Deriu (Pd) legiferare senza un’adeguata istruttoria non va bene. La Prima commissione ha valutato mature le condizioni per varare una provincia del Nord est. Ma è necessario non distaccarci dal percorso costituzionale, in caso contrario si producono “mostri”. Quindi, è indispensabile il referendum per far pronunciare le popolazioni interessate. Roberto Deriu ha annunciato che non parteciperà a percorsi sbagliati.

Emilio Usula (Misto) ha sottolineato di essere favorevole al massimo decentramento politico e amministrativo e di credere nelle province elettive come strumento di democrazia reale. Questa proposta di legge però  è parziale e confusa. E’ sbagliato l’approccio, il momento, il metodo. Non parteciperà al voto.

L’emendamento 65 è stato bocciato.

Franco Sabatini  ha posto una pregiudiziale: «I Consigli della regioni ordinarie esercitano la loro funzione, per legge, fino al 46 esimo gg prima delle elezioni. In base a  diverse sentenze questa norma si applica anche alle regioni a Statuto speciale. E’ anomalo che procediamo su una legge che certamente non è né obbligatoria né urgente. Questo Consiglio non può legiferare».

Luca Pizzuto (Art. 1 – Sinistra per la democrazia e il progresso) ha chiesto di sospendere i lavori e tentare un percorso unitario.

Per Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) è ormai  evidente a tutti che ci siano frange importanti del centrosinistra che vogliono bloccare la provincia del Nord Est e della città metropolitana di Sassari. E’ arrivato il momento di scegliere. Marco Tedde ha definito la pregiudiziale posta da Franco Sabatini uno “sberleffo giuridico” le sentenze non ci interessano, noi siamo legislatori.   

Giuseppe Fasolino (Forza Italia Sardegna) è convinto che la proposta di legge sarà approvata ed ha chiesto di andare ad oltranza, senza interruzione fino all’approvazione della legge.

Il presidente Gianfranco Ganau ha convocato la Conferenza dei capigruppo.

Al rientro il Presidente ha sospeso la seduta. I lavori sono ripresi alle 16.00. Primo punto all’ordine del giorno il testo sulla fibromialgia, approvato oggi in commissione Sanità.

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Sono oltre 5.000 gli atti prodotti da Giunta e Consiglio nel corso di 4 anni e mezzo di questa XV Legislatura, che volge al termine, e che sono stati esaminati da Confartigianato Imprese Sardegna attraverso il “Rating della Regione Sardegna”.

Con questo “rapporto” di fine mandato, realizzato da OpenPolis, società specializzata in rilevazioni e studi, sono stati “radiografati” gli atti di Giunta e Consiglio generati in 1.656 giorni di attività, dal 17 febbraio 2014 al 31 agosto 2018.

Delibere, proposte di legge, relazioni, interrogazioni, risoluzioni, mozioni, ordini del giorno e interpellanze; tutto è stato letto, analizzato, vagliato e valutato secondo 7 priorità che gli imprenditori avevano individuato già prima delle elezioni, quali burocrazia, fisco e costo del lavoro, credito e pagamenti, sviluppo territoriale e programmazione, istruzione e formazione, infrastrutture e trasporti e riforma dell’Artigianato.

«In questi anni sono stati analizzati, categorizzati e georeferenziati una mole importante di dati che Confartigianato mette a disposizione della società – commentano Antonio Matzutzi e Stefano Mameli, presidente e segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – e, perché no, della stessa politica regionale. Sottolineiamo come la stragrande maggioranza degli atti, nella legislatura, sia stato licenziato dalla Giunta (4.114 atti) contro i 925 del Consiglio. Sul totale, 1.550 hanno inciso sulle priorità artigiane: 325 sono stati i favorevoli, 1.197 quelli neutrali e solo 28 i contrari. Attraverso questo studio  emerge come al settore artigiano non sia stato dato l’adeguato rilievo che avrebbe meritato, considerata l’importanza che questo riveste nell’economia regionale.»

Infatti, le oltre 35mila imprese artigiane, che offrono lavoro a oltre 100mila persone, rappresentano il 22% dell’economia della Sardegna.

Il dossier conferma anche il dato, registrato nel corso dell’intera legislatura, che vede un’ampia maggioranza di atti prodotti da assessori e consiglieri non intercettare le priorità e le istanze espresse dagli artigiani e raccolte da Confartigianato prima dell’avvio della legislatura. Dalla lettura dei dati rilevati emerge un incremento dell’attenzione verso i temi delle piccole imprese e del settore artigiano soltanto nella parte finale della legislatura, probabilmente troppo tardi per dare segnali di attenzione adeguati ed efficaci verso le imprese artigiane.

Al contrario, per le piccole realtà è stata l’istituzione della “Commissione speciale sulla grave situazione delle imprese dell’artigianato e del commercio”, dalle cui attività è scaturita una proposta di legge confluita nella Manovra finanziaria 2019 appena approvata, l’atto più influente della legislatura, però non valutato nel dossier che, come detto, ha “scattato la fotografia” il 31 agosto scorso. Nonostante questo, l’attività registrata intorno alla prioritaria riforma del settore artigiano risulta insufficiente.

Secondo Confartigianato Sardegna, in ogni caso, «va registrato come, spesso, atti emanati dalla Giunta o dal Consiglio, valutati positivamente, si siano poi spesso rivelati in sede di attuazione, totalmente non rispondenti alle aspettative (è il caso degli incentivi alle imprese come i cosiddetti T1 e T2). In alcuni casi, a distanza di tempo, alcuni atti non hanno nemmeno visto l’avvio del relativo iter amministrativo (è il caso degli incentivi ai birrifici artigianali). In questi casi, occorrerebbe indagare quali siano state le criticità politiche e/o tecniche che hanno ostacolato il percorso attuativo di tali atti. E’ quello che faremo con il nuovo rating nella prossima legislatura».

Un altro aspetto riguarda il grado di coinvolgimento delle Organizzazioni di Rappresentanza all’interno dei processi decisionali delle politiche regionali, e in particolare di Confartigianato Imprese Sardegna. «Coinvolgimento – sottolineano il presidente ed il segretario – che avrebbe potuto essere maggiore. Al netto di alcuni casi meritevoli di apprezzamento (vedasi la cabina di regia dell’internazionalizzazione) numerose politiche sono state elaborate senza un adeguato coinvolgimento dell’associazione, la quale avrebbe potuto esprimere la propria voce mediante proposte vicine alle istanze del settore, ma anche rivestire un ruolo di collaborazione con la Regione in fase attuativa delle stesse (uno degli esempi è il programma “Entrepreneurship and back”)».

Entrando nel dettaglio, nella prima parte del rapporto è stata fatta un’analisi quantitativa dell’attività di Giunta e Consiglio fino a ad agosto 2018.

Esattamente come nelle passate edizioni del Rapporto, l’ambiente mantiene il primo posto tra gli argomenti più trattati (946 atti). Il tema del bilancio però guadagna diverse posizioni e, in questa edizione, si pone al secondo posto con 891 atti, coerentemente con la crescita del numero di atti firmati dall’assessore al bilancio Raffaele Paci. Seguono come nello scorso rapporto: enti pubblici (679), sanità (639) e finanziamenti pubblici (442). Il tema degli enti pubblici si conferma molto trasversale quanto a diversi tipi di atti conclusi, ma non in maniera netta come nella prima parte della legislatura. Del resto una delle ragioni per cui questo tema è stato molto trattato è legata al riordino delle autonomie locali avvenuto tra il 2015 e il 2016 che ha portato alla definizione di cinque enti di area vasta: la città metropolitana di Cagliari e le province di Sud Sardegna, Nuoro, Oristano e Sassari. E proprio il capoluogo sardo si conferma primo in termini di geolocalizzazione degli atti sia per quanto riguarda le aree vaste che rispetto ai comuni.

In modo molto diverso sono state trattate, da assessori e consiglieri, le “7 priorità espresse dagli artigiani e dalle piccole imprese sarde” e rilevate da Confartigianato Sardegna. Lo “sviluppo territoriale”, è stata quella più trattata negli atti della regione (612 atti). A seguire il potenziamento delle infrastrutture, dei trasporti e della politica energetica (510) che, dopo due anni di legislatura, risultava al primo posto. I due temi sono connessi tra loro e sono in qualche modo i più generici, riguardando lo sviluppo della regione in generale con importanti ricadute sul settore dell’artigianato. Il terzo obiettivo più trattato si conferma quello che coinvolge l’istruzione e la formazione professionale (284), con cui si passa dall’investimento sul territorio a quello sul capitale umano. Al quarto posto troviamo poi il tema della burocrazia, associato comunque a un numero considerevole di atti (228), mentre i rimanenti tre si confermano decisamente meno frequenti.

La quantità però non è tutto, anzi. Nella grande maggioranza dei casi gli atti prodotti non hanno inciso né in maniera positiva, nè in maniera negativa. Seguono quelli su cui è stato dato parere favorevole, mentre sono abbastanza rari gli atti su cui l’associazione degli artigiani ha dato parere contrario. Si differenziano in parte da questo schema due priorità: la terza (credito e pagamenti), dove il numero di atti con parere contrario (12) non è così inferiore al numero di quelli con parere favorevole (17), e la settima (riforma dell’Artigianato) l’unica su cui l’associazione degli artigiani ha dato più pareri favorevoli (35) che neutrali (32).

L’agenda politica appare consolidata rispetto alla scorsa edizione con l’unica differenza che le prime due priorità invertono la loro posizione.

Secondo la “fredda analisi numerica” degli atti che hanno intercettato le priorità artigiane, emerge come nella maggioranza Raffaele Paci sia risultato l’assessore più attivo con 320 atti da primo firmatario ed il capogruppo Pietro Cocco (26 atti da primo firmatario) il consigliere più “produttivo” al contrario di Fabrizio Anedda che ha registrato solo 2 atti da primo firmatario. Tra i consiglieri di opposizione, il più efficiente è stato da Marco Tedde con 21 atti da primo firmatario, seguito da Paolo Truzzu con 14 atti e da Luigi Crisponi con 13.

Il percorso dal 2013 ad agosto 2018

Assemblee territoriali con gli artigiani: rilevazione delle necessità (fine 2013)

Confartigianato, durante una serie di assemblee svolte a fine 2013 in tutte le province, incontrò gli artigiani che individuarono un cospicuo numero di “necessità” sulle quali la politica sarebbe dovuta intervenire.

L’elaborazione delle priorità delle imprese (fine 2013)

L’associazione artigiana rielaborò le necessità degli imprenditori condensandole in 7 punti programmatici prioritari quali “Burocrazia”, “Fisco e costo del lavoro”. “Credito e pagamenti”, “Sviluppo territoriale e programmazione”, “Istruzione, formazione e lavoro”, “Infrastrutture, trasporti ed energia” e “Riforma dell’Artigianato”. Ogni punto, al suo interno, contiene gli “Obiettivi” e le “Azioni” da sviluppare ovvero delle vere e proprie “linee guida da seguire e mettere in pratica”.

L’atto di impegno dei candidati a Consigliere regionale (febbraio 2014)

Durante l’ultima campagna elettorale, Confartigianato chiese a tutti i candidati di sottoscrivere una “dichiarazione di impegno” dove venivano elencate tutte “le priorità dell’artigianato e delle PMI in Sardegna per la legislatura segionale”. Tra gli attuali componenti, sottoscrissero il documento il presidente Francesco Pigliaru ed i consiglieri Piero Comandini, Eugenio Lai, Giuseppe Fasolino, Marco Tedde e Truzzu.

Rilevazione, analisi e valutazione dell’attività di Giunta e Consiglio (febbraio 2014 ad agosto 2018).

Dopo 4 anni e mezzo dall’inizio della legislatura, è stato dato uno “stop” agli atti da analizzare. In questi anni, ogni singolo atto degli assessori e dei consiglieri, è stato analizzato e valutato secondo le “7 priorità” ovvero secondo le necessità delle imprese.

Elaborazione dossier (febbraio 2014 – agosto 2018)

Da febbraio 2014 è stato eseguito il lavoro di classificazione e valutazione degli atti di Giunta e Consiglio sulla base delle priorità espresse degli artigiani e dalle piccole imprese sarde.

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Il Consiglio regionale ha dato il via libera alla legge di semplificazione nell’ultima seduta dell’anno.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con gli articoli e gli emendamenti del Disegno di legge n. 542/A – Legge di semplificazione 2018.

Il Consiglio ha approvato i primi 21 articoli del testo, alcuni dei quali sono stati modificati dopo il voto favorevole ad emendamenti collegati.

In particolare, il testo dell’Art. 2 è stato modificato dagli emendamenti n. 27 (Lotto e più) e 28 (Tendas e più) sulla somministrazione di alimenti e bevande nell’accoglienza straordinaria presso le strutture agrituristriche.

Il testo dell’art. 6 è stato soppresso dopo l’approvazione dell’emendamento n. 17 (Comandini e più).

Il testo dell’art. 7 è stato modificato dall’emendamento n. 13 (Giunta) sulle trasformazioni del bosco e gli elementi selvicolturali, dall’emendamento collegato n. 36 (Cocco Daniele e più) sui requisiti per ricoprire l’incarico di commissario liquidatore dei consorzi Zir, e n. 14 (Giunta) sulla nozione di bosco estesa alle aree coperte da cisto per più del 20%.

Il testo dell’art.18 è stato modificato dall’emendamento n. 22 (Comandini e più) sulla disciplina delle dotazioni di parcheggi compresi nelle categorie funzionali urbanisticamente rilevanti.

L’art. 19 è stato modificato dall’emendamento n. 5 (Giunta) che riguarda le conferenze di co-pianificazione Regione-Enti locale nell’iter dei Piani urbanistici comunali, e dagli emendamenti all’emendamento n. 47 (Giunta) sul coordinamento degli atti amministrativi affidato alla Giunta, e n. 41 (Giunta) sui termini di 90 giorni per il coordinamento degli atti. Inoltre è stato approvato l’emendamento n. 6 (Giunta) sulle procedure ed i termini per l’approvazione dei Piani urbanistici comunali, collegato agli emendamenti all’emendamento n. 43 (abrogazione del comma 6 dell’emendamento principale), n. 42 (Giunta) sui termini per l’entrata in vigore, n. 44 (definizione delle varianti non sostanziali). Approvato anche l’emendamento n. 7 (Giunta) sulla semplificazione delle procedure per l’adeguamento dei Piani urbanistici comunali al Piano paesaggistico regionale.

L’art. 20 è stato modificato dall’emendamento n. 8 (Giunta) sul ruolo delle Unione dei Comuni in materia urbanistica e paesaggistica, n.9 (Giunta) sulla composizione degli organi consultivi ed il ruolo del Comitato tecnico dell’urbanistica in materia di adeguamento dei Piani urbanistici al Piano paesaggistico regionale, n. 10 (Giunta) sul controllo degli atti degli Enti locali in materia di pianificazione urbanistica e sui termini per l’adozione definitiva dei Piani, che passano da 90 a 30 giorni per effetto dell’approvazione di un emendamento orale del capogruppo del Pds Gianfranco Congiu.

Inoltre, in collegamento con l’emendamento n.10 sono stati approvati anche gli emendamenti n. 50 (pareri di coerenza), n.47 (coordinamento degli atti) e n.45 (conferenza di co-pianificazione).

L’art.21 è stato modificato da un emendamento orale dell’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu sul regolamento edilizio-tipo dei Comuni.

E’ stato approvato l’articolo 22 e anche il 23 con gli emendamenti 18, 19, 11 e 38. Invito al ritiro per 31, che è stato appunto ritirato.

Approvati gli articoli il 24 e il 25 e il 26 con gli emendamenti 12 e 40 sui nuovi contratti di immobili regionali ad uso non abitativo.

Via libera senza emendamenti anche agli articoli 27, 28, 29 e 29 bis, 30, 30 bis.

Sull’articolo 30 ter l’Aula si è pronunciata favorevolmente sino al comma 5 compreso e  ha detto sì anche all’emendamento 26 (Lotto e più) che disciplina le strutture ricettive extralberghiere.

Sull’emendamento 32 all’articolo 33 l’on. Valerio Meloni (pd) ha annunciato il ritiro ma ha spiegato: “Mi rendo conto che sia altamente probabile il rischio di impugnazione da parte del governo statale ma deve essere chiaro a tutti noi che c’è un problema per le concessioni nelle aree di retr demanio dei luoghi che non sono riconosciuti come litorale urbano. Insomma, bisogna dare pari dignità a tutti i concessionari anche d’inverno: in alternativa è difficile ipotizzare l’allungamento di stagione e chiedere agli imprenditori di investire”.

Anche l’on. Eugenio Lai (Art. 1) si è detto contrario all’impianto normativo: «Con questo emendamento non avremmo inciso sulla cubatura ma solo sulla possibilità di offrire servizi e garantire occupazione, soprattutto nell’area del litorale cagliaritano».

L’on. Giuseppe Fasolino ha fatto proprio l’emendamento 32 appena ritirato dal collega Valerio Meloni e ha aggiunto: “Senza questa norma ogni anno il 31 ottobre decine di strutture dovranno essere smontate il primo ottobre e rimontare il primo aprile, con un inutile aggravio di costi. Facciamo uno sforzo una volta per tutte ed evitiamo in anticipo i problemi, invece di risolverli per rincorrerli. E’ chiaro che se non facciamo così un domani si presenta l’antipolitica e dice di aver trovato una soluzione che, invece, è già alla nostra portata oggi”.

Per l’assessore Cristiano Erriu (Enti locali) “l’emendamento 32 avrebbe creato problemi di contrasto con il governo ma è chiaro che bisogna consentire attraverso le linee guida dei Pul di realizzare nei litorali manufatti sostenibili sotto il profilo ambientale e paesaggistico per garantire che le strutture possano lavorare anche d’inverno”.

Approvato l’articolo 33 e poi respinti gli emendamenti 37 (sulla trasformazione fino alla revisione delle linee guida delle concessioni demaniali semplici in complesse), il 48 e il 32.

Approvati gli articoli dal 34 al 42.

Sull’articolo 42 bis l’Aula ha dovuto pronunciarsi a causa un gran numero di emendamenti e il presidente Ganau ha disposto una sospensione per consentire al Consiglio regionale di valutare i singoli testi.

L’emendamento 2 riguardava il destino amministrativo del Comune di Seulo. L’on. Eugenio Lai (Art. 1) ha detto che “non è possibile più non ascoltare il grido d’aiuto del Comune di Seulo, che con referendum ha chiesto con chiarezza di voler aderire alla provincia di Nuoro. Si tratta di ascoltarli”. Per il presidente della commissione Autonomia, on. Agus, che ha sollecitato l’invito al ritiro, “è giusto ascoltare i cittadini di Seulo  ma non avendo noi una legge statutaria in vigore per normare il referendum ai sensi dello Statuto dobbiamo applicare il Testo unico degli enti locali e ai sensi di Tuel è necessario consultare la provincia di Cagliari e quella di Nuoro. Dunque, con le norme vigenti è necessario procedere con il doppio referendum o modificare le norme, come io ho stesso ho proposto . In alternativa è evidente la violazione della disposizione statutaria e dunque l’impugnazione”.

L’on. Alessandra Zedda (FI) ha concordato con la posizione del presidente della commissione Autonomia e ha aggiunto: “Non possiamo con un emendamento dell’ultimo minuto cambiare questo regime ma da parte nostra siamo pronti a modificare in altra sede le norme per consentire agli abitanti di Seulo di far parte della provincia di Nuoro”.

L’on. Lai ha ritirato l’emendamento 2 e poi  l 15.

Approvati gli emendamenti 21, 23, 20 e 39.

Sull’emendamento 24, relativo all’istituzione della Fondazione circuito multidisciplinare per lo spettacolo dal vivo, l’on. Alessandra Zedda (FI) ha chiesto “lumi sul senso di una norma del genere dentro una legge di semplificazione burocratica e amministrativa”.

L’on. Piero Comandini (Pd) ha sollecitato l’approvazione, ricordando che “La Sardegna è l’unica regione ad esserne priva” e che  si tratta di un “passo necessario per le realtà dello spettacolo che operano in Sardegna”. La Fondazione sarà un ente senza scopo di lucro.

Via libera all’emendamento 34 (Agus) sulle progressioni professionali del personale del comparto di contrattazione regionale.

Approvato anche l’allegato A) e poi il voto finale sulla legge, che ha preceduto gli auguri all’Aula del presidente Gianfranco Ganau.

Il Consiglio regionale è convocato per l’otto gennaio alle 11.00.

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Il Consiglio regionale ieri sera ha approvato l’articolo 6 della legge di stabilità 2019. La seduta pomeridiana è ripresa con la votazione degli emendamenti all’art.6 della Legge di Stabilità 2019-2011. L’aula ha respinto, in rapida successione, tutti gli emendamenti soppressivi presentati dall’opposizione. Approvato invece l’emendamento n. 99 (Pinna e più) che stanzia 350mila euro per garantire alle coppie residenti in Sardegna l’accesso alle tecniche di procreazione assistita eterologa da effettuare presso strutture pubbliche nazionali ed internazionali. All’emendamento ha chiesto di apporre la propria firma anche il consigliere Augusto Cherchi (Pds). Si è poi passati all’esame dell’emendamento 530 emendato dal 581. Le due proposte destinano, a specifici capitoli di bilancio, le somme di 200mila euro per l’adroterapia e protonterapia e 150mila euro per l’assistenza a cittadini comunitari indigenti.

Il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha ricordato il monito della Corte dei Conti sugli elevati tassi di scostamento della spesa farmaceutica. «La Sardegna ha la più alta spesa a livello nazionale. Nel primo semestre del 2018 risulta in ulteriore aumento. Mi chiedo: di cosa stiamo parlando?».

Ad Alessandra Zedda ha replicato l’assessore Luigi Arru. «I rilievi della Corte Conti si riferiscono alla spesa per i dispositivi ortopedici e cardiologici. Questo è un caso diverso. I conti della spesa farmaceutica sono migliorati. Siamo passati dall’ultimo al terzultimo posto. Abbiamo fatto una battaglia perché la Sardegna non può utilizzare i biosimilari. Stiamo cercando di governare il fenomeno». Messi in votazione gli emendamenti sono stati approvati.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in discussione l’emendamento n.34 sul quale inizialmente il consigliere Augusto Cherchi (Pds) aveva espresso forti perplessità perché convinto si trattasse di un intervento per la proroga delle graduatorie concorsuali del sistema sanitario.

Il consigliere Gianni Lampis (Fratelli d’Italia) ha chiarito la questione spiegando che la norma va a sanare la situazione dei lavoratori in utilizzo che prestano la loro opera al servizio di comuni e strutture sanitarie stabilendo una proroga al 2021, con impiego continuativo per 12 mesi e almeno 30 ore settimanali.

A favore anche il capogruppo del Pd Pietro Cocco: «Si tratta di circa 380 lavoratori in utilizzo per cui ogni anno si fanno provvedimenti ad hoc. Non c’entrano le graduatorie. Si tratta di porre regole certe per chi lavora da anni al servizio degli stessi enti». Dello stesso avviso Piero Comandini (Pd): «E’ un atto di giustizia per i lavoratori in utilizzo».

Augusto Cherchi si è scusato con l’aula e ha annunciato il suo voto favorevole. L’emendamento n. 34 è stato approvato all’unanimità.

Via libera anche al n. 158 (Zedda P. e più) che estende agli immobili esistenti la possibilità di interventi di ristrutturazione previsti per le zone agricole

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in votazione il testo dell’articolo 6che è stato approvato con 35 voti a favore e 14 contrari.

L’aula ha poi esaminato gli emendamenti aggiuntivi.

Disco verde, senza discussioni di merito, per l’emendamento n. 140 (Ruggeri- Pinna-Forma) che stanzia 100mila euro extra Lea per pazienti affetti da malattie rare.

Respinti invece  gli emendamenti n.192 e il 579 presentati dal gruppo di Forza Italia con i quali si chiedeva di introdurre i pagamenti con cadenza mensile per i pazienti con disturbi psichici e in condizioni di disagio. Alessandra Zedda (Forza Italia) ha chiesto all’assessore di trovare una soluzione.

A sostegno della collega Alessandra Zedda si sono schierati Edoardo Tocco (Forza Italia) firmatario dell’emendamento all’emendamento n. 579 e Oscar Cherchi: «Perché non è possibile prevedere erogazioni a cadenza mensile? Il problema del ritardo dei pagamenti sta diventando cronico».

Anche Francesco Agus (Campo Progressista) ha segnalato il problema: «Ho presentato un emendamento sugli stessi temi. Lo ritirerò ma mi accodo alla richiesta di una soluzione per governare il fenomeno ed evitare che famiglie e lavoratori vadano in sofferenza. Sui fondi finanziati con la legge 20 occorre una riflessione attenta».
Dello stesso tenore l’intervento di Roberto Desini (Pds): «Colgo l’occasione per fare una considerazione sulle leggi di settore. I comuni hanno problemi di carattere oggettivo. Il sistema non è adeguato alle esigenze degli utenti. I comuni si trovano spesso costretti ad anticipare i fondi».

Ai consiglieri ha replicato l’assessore Raffaele Paci: «Il tema è reale ma fa parte del problema più grande dell’efficienza della pubblica amministrazione. Non dipende dalla volontà dell’assessore. Mettere un pagamento mensile non fa altro che aggravare i problemi. L’idea è fare un pagamento  a marzo in un’unica soluzione per il trasferimento di tutte le risorse ai comuni. Si faccia un ordine del giorno in cui si da mandato all’esecutivo per favorire questo percorso».

Alessandra Zedda (Forza Italia) si è detta d’accordo con Paci. Messi in votazione i due emendamenti sono stati bocciati.

Via libera invece all’emendamento n. 582 (sostitutivo totale del 534) presentato dalla Giunta e finalizzato ad assicurare l’equilibrio del servizio sanitario regionale con la previsione di un transito di risorse liberate dalla riduzione del disavanzo nei bilanci delle Asl.

Approvato anche il n. 612 (sostitutivo totale del 10) sul quale ha espresso forti perplessità il consigliere del Pds Pier Mario Manca: «Stiamo dando 40mila euro ai dirigenti per il potenziamento delle loro competenze. Esiste un contratto nazionale con relative provvidenze a favore dei dirigenti. Stiamo andando a dare dei soldi senza capire la vera finalità. Mi si spieghi la ratio del provvedimento. E’ una questione di serietà. Se qualcuno mi dà delle spiegazioni lo voto».

A fianco di Pier Mario Manca si è schierato Oscar Cherchi (Forza Italia): «Chiedo al primo firmatario Cesare Moriconi di spiegare il senso della proposta – ha detto Augusto Cherchi – capiamo la necessità di un potenziamento delle capacità manageriali ma occorre verificare quale è il percorso individuato».

Cesare Moriconi (Pd) ha difeso la sua proposta. «La materia attiene alla qualità del servizio sanitario. Occorre intervenire per garantire professionalità e competenze. La cifra complessiva di 40mila euro è irrisoria. Si parla di qualità del servizio sanitario. Ritengo un dovere del Consiglio considerare questa esigenza».

D’accordo con Moriconi il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda: «Parliamo di dirigenti e di una cifra che in confronto a qualche altro intervento è bassa. Intervenire sulla formazione è doveroso».

E’ quindi intervenuto il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini: «Si fa polemica sul nulla. Non è un compenso ai dirigenti ma si tratta di costituire un fondo dedicato alla formazione su cui riversare finanziamenti nazionali ed europei. Questa è al finalità».

Favorevole a un fondo per la formazione dei dirigenti anche il capogruppo di fratelli d’Italia Paolo Truzzu: «Occorre però scrivere meglio l’emendamento. Non spetta a noi indicare le modalità con cui scegliere le persone che debbono fare la formazione. Le scelte spettano alla struttura amministrativa. Sono d’accordo sul merito ma se non si scrive meglio non lo voto».

Contro l’emendamento si è espresso invece Luigi Crisponi (Riformatori):«Si interviene solo sulla formazione dei dirigenti e in un comparto che succhia oltre il 50% del bilancio regionale. Ci sono dipendenti regionali di serie A e di serie B».

Posto in votazione l’emendamento n. 612 è stato approvato con 28 sì e 17 no.

Approvato poi l’emendamento di sintesi degli emendamenti 57, 97 e 139 sull’efficacia delle graduatorie dei concorsi pubblici nella sanità sarda. “Perplessità per i possibili ricorsi” sono state espresse dal consigliere Agus (Campo progressista). Anche l’on. Rossella Pinna (Pd) ha parlato del “rischio di impugnativa da parte del governo statale per invasione del campo legislativo, come già avvenuto con la legge della Valle d’Aosta”. Anche l’assessore Filippo Spanu ha confermato il rischio di impegnativa. Per il capogruppo del Pds, on. Roberto Desini, “ci sono responsabilità politiche che ci dobbiamo assumere insieme al rischio di impugnativa. E’ giusto salvaguardare le persone che hanno subito ingiustizie in questi anni”.

Per Forza Italia è intervenuto l’on. Marco Tedde che ha ribadito i rischi giuridici  dell’emendamento di sintesi, che è poi stato approvato.

Approvato l’emendamento 134 (Daniele Cocco) per mettere a disposizione dei Comuni le sedi dei medici di base non più utilizzate.

L’Aula ha discusso a lungo sull’emendamento 285 (Truzzu) sul fenomeno del randagismo nelle campagne del Medio Campidano, sulla loro sterilizzazione e più in generale sul problema delle centinaia di cani che si trovano nei canili municipali sardi, a carico totale sulla collettività. Per l’on. Emilio Usula “si può sostenere questa norma, visto che è un progetto sperimentale che potrà essere esteso poi in tutta la Sardegna”. L’on. Sabatini ha ribadito che “nel prossimo triennio ci sono 9 milioni per i Comuni sardi per questo intervento, nell’articolo 6 al comma 21 e al 22: sono denari destinati alla lotta al randagismo e alla sperimentazione.  E abbiamo stanziato anche 300 mila euro per le associazioni che si occupano del problema. Mi sembra francamente che questa discussione sia inutile”. L’emendamento 285 è stato respinto.

Approvato l’emendamento 575 (Pinna e più): 100 mila euro a favore delle cure delle persone colpite dalla Sindrome di Lynch. L’on. Lorenzo Cozzolino ha precisato che in Sardegna ci sono circa 100 pazienti con questa forma tumorale ed ha aggiunto: “Centomila euro per la prevenzione mi sembrano pochi”.

Ok anche agli emendamenti 28 (Tendas – associazioni della terza età), 29 (Tendas – contributo locali per organizzazioni che si occupano di indigenti), 52 (Congiu – centri antiviolenza), 206 (A. Zedda e Sabatini – reddito di libertà per le donne vittime di violenza).

Approvato l’emendamento 26 (Forma e Deriu) che prevede un rimborso per gli esami prevaccinali per i bambini della scuola dell’infanzia e primaria a rischio di reazioni indesiderate. Per l’on. Roberto Deriu “è necessario togliere ogni alibi alla propaganda antivaccinista”. Contrario l’on. Franco Sabatini: “C’è un capitolo apposito per questa funzione”. L’emendamento 44 è stato comunque approvato.

L’Aula ha detto sì anche all’emendamento 69 (Busia) che finanzia le attività dei centri ai quali si rivolgono gli autori di violenza di genere. Sull’emendamento 205 (A. Zedda e Sabatini) dedicato alle prestazioni sanitarie fornite dalle strutture private accreditate l’Aula ha deciso di sospendere temporaneamente la discussione, anche su richiesta dell’assessore Paci e passare agli altri emendamenti.

Approvato anche il 207 (A. Zedda – interventi a favore dell’inserimento lavorativo dei disabili) e poi il 590 e 250  (Crisponi – fondo regionale autosufficienza), 508 (Agus – 50mila euro per interventi sociali per il quartiere Sant’Elia), il 536 (Agus – sulla figura e il ruolo dei biologi nella sanità pubblica sarda) ed il 600 (D. Cocco – sostegno alle organizzazioni di genitori di soggetti autistici).

Il Consiglio ha approvato l’emendamento orale all’emendamento 536, presentato del consigliere Francesco Agus (Campo Progressista) e sostenuto anche dal consigliere del Pd, Roberto Deriu: “Le risorse al capitolo Sc 05.001 sono integrate di euro 20mila al fine di consentire alle Aziende sanitarie della Sardegna la ricognizione delle figure professionali compatibili con l’applicazione del DL 75 del 2017. A questo scopo le aziende in base alle loro attuali e comprovate esigenze strutturali e organizzative, sono autorizzate a istituire nuovi posti in dotazione organica corrispondenti alla figura del collaboratore professionale biologo”.

Il Consiglio ha approvato gli emendamenti 537 della Giunta regionale (aggiunge al comma 32 il 32bis che per le stesse finalità della legge regionale 13.04.2017 n.5 è autorizzato la spesa di euro 7.439.023,22) e 556 presentato dal consigliere del Pd Roberto Deriu (contributo di 50mila euro a favore della Lega italiana per la lotta contro l’Aids per sostenere campagne di informazione, sensibilizzazione, prevenzione e contrasto della diffusione della malattia). L’Aula ha anche approvato l’emendamento 564 (Deriu e più) che stanzia 5 milioni a favore delle associazioni onlus e cooperative sociali convenzionate con il servizio di emergenza-urgenza 118. Il testo originariamente era stato proposto con un contributo di 6 milioni, ma è stato emendato oralmente dal presidente della Terza Commissione, Franco Sabatini, ma con l’impegno assunto dall’intero Consiglio regionale, su proposta del consigliere Augusto Cherchi, di trovare le ulteriori risorse nel prossimo esercizio finanziario. I gruppi di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Partito dei sardi, Art. 1 – Sinistra per la democrazia e il progresso, i Riformatori sardi, Psd’Az-La Base, Cristiano popolari socialisti e Fratelli d’Italia hanno accolto l’emendamento e l’hanno sottoscritto, sottolineando l’importanza del lavoro quotidiano svolto per tutti i cittadini sardi dai volontari, fondamentali per il sistema dell’emergenza-urgenza.

L’Aula ha invece bocciato l’emendamento 565 che prevedeva un sostegno economico di 150mila euro alla Fondazione Marreri onlus che si occupa dei pazienti affetti da autismo (19 voti favorevoli e 23 contrari). L’emendamento era stato fatto proprio dai Riformatori sardi, dopo che il proponente, Roberto Deriu (Pd), l’aveva ritirato in seguito alle rassicurazioni avute dall’assessore Luigi Arru. L’esponente della Giunta ha garantito che affronterà la situazione dopo l’approvazione della Finanziaria. Crisponi e Dedoni (Riformatori), Coinu, Tocco (FI), Busia (Misto) hanno sottolineato la necessità di sostenere le associazioni e le Fondazioni che offrono sostegno ai pazienti affetti da autismo e alle loro famiglie, che vivono spesso in solitudine il dramma della malattia che colpisce i propri cari.

Il Consiglio ha approvato poi l’emendamento 567 (Deriu e più) che autorizza un contributo di 85mila euro per il 2019 a favore della Conferenza episcopale sarda per il miglioramento delle sicurezza degli edifici di culto di propria competenza.

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Piero Comandini, presidente della II Commissione Lavoro, esprime grande soddisfazione per l’approvazione dell’emendamento a favore dei lavoratori destinati a procedura di licenziamento collettivo.

L’emendamento, fortemente voluto dal presidente della Commissione e sottoscritto da diversi colleghi, prevede la spesa di euro 4.700.000 euro, per il 2019, per l’attuazione di un programma di interventi in favore di quei lavoratori che hanno già beneficiato degli ammortizzatori sociali e per coloro i quali il beneficio cesserà nel corso del 2019, destinati alla procedura di licenziamento collettivo e in stato di disoccupazione.

L’obiettivo, precisa Piero Comandini, è attuare un programma che riconosca ai lavoratori l’opzione di scelta tra diverse misure individuate nel programma, i cui criteri e modalità di attuazione saranno definiti con delibera della Giunta Regionale su proposta dell’assessore competente per materia.

L’intervento interesserà i lavoratori ex Sardinia Green Island, Keller, Vesuvius, Ottana Polimeri ed Ottana Energia e S. & B. Olmedo.

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Gli stabilimenti della Vesuvius, azienda produttrice di materiali refrattari chiusa nel 2016 potrebbero presto passare di mano. Una manifestazione di interesse per la fabbrica è stata presentata nelle scorse settimana dal gruppo emiliano Lumatec all’assessorato all’Industria.  Il prossimo 31 dicembre scadranno però gli ammortizzatori sociali per gli ex lavoratori di Vesuvius. Una scadenza che preoccupa i sindacati ricevuti in mattinata dalle commissioni “Lavoro” ed “Attività Produttive” del Consiglio regionale, riunite in seduta congiunta.

«Dal 1 gennaio, senza una proroga degli ammortizzatori sociali, 100 famiglie si troveranno senza alcuna fonte di reddito – hanno detto i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil Giampiero Manca, Efisio Ibba ed Elena Dejas – serve un intervento straordinario della Regione che vada a coprire il periodo dal 31 dicembre fino alla auspicata ripresa produttiva. L’interesse dell’azienda emiliana è concreto, si parla di 15 milioni di investimento e 200 nuovi posti di lavoro. Sarebbe una boccata d’ossigeno per il sito industriale di Macchiareddu, in crisi ormai da anni.»

I sindacati, oltre alla richiesta di una proroga degli ammortizzatori sociali, hanno sollecitato tempi rapidi per la chiusura della trattativa con Lumatec: «In questi casi la velocità è molto importante – hanno detto Manca, Ibba e Dejas – la Regione deve fare di tutto perché questi imprenditori non scappino».

I presidenti delle Seconda e Quinta Commissione Piero Comandini e Luigi Lotto hanno assicurato il massimo impegno per arrivare a una soluzione positiva: «Stiamo verificando con gli uffici quale norma possa essere utilizzata per venire incontro alle richieste dei lavoratori – ha detto Piero Comandini – gli ammortizzatori sociali finora utilizzati sono finanziati con risorse nazionali. Per intervenire si potrebbe ricorrere a fondi europei che, come noto, sono però sottoposti a rigidi vincoli. Nella stessa situazione di Vesuvius si trovano, inoltre, altre 4 o 5 aziende sarde. Per questo occorre trovare una soluzione complessiva, economicamente e giuridicamente sostenibile. Nei prossimi giorni saremo in grado di dare una risposta chiara, senza prendere in giro i lavoratori».

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Domani, martedì 11 dicembre, riprenderanno i lavori di alcune commissioni del Consiglio regionale.

La seconda (Lavoro), presieduta da Piero Comandini (Pd), recupererà alle 10.30 la seduta rinviata la settimana scorsa. All’ordine del giorno precedente, che comprendeva l’audizione del direttore generale dell’Aspal e l’esame delle diverse proposte di legge presentate in materia di beni culturali, sono state aggiunte le audizioni del Corecom, dei sindacati che stanno seguendo la vertenza dei lavoratori Vesuvius, ed il Piano degli interventi per lo sviluppo delle attività musicali popolari.

Sempre alla 10.30 la commissione Bilancio presieduta da Franco Sabatini (Pd), inizierà ad esaminare gli emendamenti presentati alla Legge di stabilità 2019 ed al Bilancio triennale 2019.2021.

Alle 12.00, infine, la quinta (Attività produttive), presieduta da Luigi Lotto (Pd), si occuperà anch’essa della vertenza Vesuvius, per le parti di competenza, ascoltando le organizzazioni sindacali.

Successivamente sarà esaminato il Piano per l’abbattimento dei costi di funzionamento dei Consorzi di bonifica.