22 November, 2024
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L’assessore regionale della Salute, Mario Nieddu ed il direttore generale dell’Areus, Giorgio Lenzotti, insieme al direttore amministrativo, Angelo Maria Serusi, sono stati auditi nella Sesta commissione del Consiglio regionale (presidente, Domenico Gallus, Udc-Cambiamo) sull’emergenza Covid-19.

L’assessore Mario Nieddu, in apertura del suo intervento, ha parlato “di numeri stabili” ed ha confermato il positivo trend dell’evolversi della pandemia nell’Isola, evidenziando l’assenza di nuovi focolai di contagio, la riduzione dei ricoveri in terapia intensiva ed il solo caso di positività riscontrato a Sassari nella giornata di ieri. Il responsabile della Salute nell’esecutivo Solinas si è quindi concentrato sulla cosiddetta “Fase 2”, con particolare riferimento, in ambito sanitario, alla ripresa delle attività ambulatoriali. «Puntiamoha dichiarato Mario Niedduad una omogeneità di comportamenti, pur in assenza di specifiche linee guida da parte dell’Inail, con l’auspicio di garantire al più presto la ripresa, in sicurezza e con l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, delle attività ambulatoriali, anche alla luce della necessità di arginare l’incremento delle liste di attesa».

Il direttore generale dell’azienda regionale per l’emergenza e urgenza, Giorgio Lenzotti, non è si è risparmiato nell’illustrare con schiettezza i due mesi di battaglia, condotta senza risparmio di risorse e energie, da parte di soccorritori e medici, contro il Covid in Sardegna ed a proposito della “Fase 2”, ha affermato: «La battaglia contro il virus si vince sul territorio e non già negli ospedali».

Nel mezzo, la cronache di due mesi che hanno messo a dura prova dirigenti, lavoratori, operatori e volontari dell’Areus, chiamati a gestire, in alcuni frangenti in “perfetta solitudine”, un’emergenza epocale con una serie di difficoltà aggiuntive, prima tra tutte quella legata all’approvvigionamento di mascherine, guanti e tute protettive. «Abbiamo fatto tutto il possibile ha spiegato Giorgio Lenzotti per dotare le postazioni 118 dei Dpi, seppure non sia in capo ad Areus la gestione diretta di tali postazioni, così come abbiamo introdotto un sistema di monitoraggio per avere contezza delle disponibilità dei presidi che, è bene precisarlo, sono stati assicurati anche alle associazioni di volontariato, tenendo conto del numero degli interventi da loro effettuati. Ancora oggi riscontriamo enormi difficoltà nel reperire le tute protettive, soprattutto per le dotazioni nell’area Nord dell’Isola, così come abbiamo avuto difficoltà per la certificazione delle barelle biocontenitrici». Giorgio Lenzotti ha rimarcato il «ruolo dell’associazioni del volontariato e delle cooperative sociali» nella complessa gestione dell’emergenza ed urgenza («l’Areus non può farne a meno visto che svolgono più della metà degli interventi») e non ha nascosto una sottolineatura critica per la decisione dell’Ats di trasformare in punti di primo intervento, i pronto soccorso di Muravera, Isili, Sorgono, La Maddalena, Ghilarza, Bosa. «È chiaroha spiegato il direttore generaleche i codici rossi e gialli trasportati dai mezzi dei volontari non possono essere condotti negli hub regionali del pronto soccorso ma vengono accompagnati all’ospedale più vicino, per la cosiddetta stabilizzazione del paziente».

Nell’immediato futuro, il dottor Giorgio Lenzotti, immagina un’attività ancora più intesa dell’emergenza e urgenza nel territorio, con ancora maggiori sollecitazioni per equipaggi e postazioni del 118 regionale. «Incrementare gli equipaggi con il medico a bordoha aggiunto il direttore ed anche quelli con a bordo l’infermiere, è una esigenza non più rinviabile, così come serve registrare la presenza dei mezzi del soccorso in quei centri particolarmente difficili da raggiungere nel tempo stabilito di venti minuti».

I costi sostenuti, nei primi due mesi di lotta al Covid, dall’Areus, ammontano a circa 500 mila euro e – così ha affermato il direttore amministrativo, Angelo Maria Serusi – riguardano principalmente l’acquisto di mascherine, guanti e tute protettive.

Nel corso nell’audizione non è mancato il confronto, a tratti polemico, con alcuni consiglieri. La consigliera della Lega, Annalisa Mele, ha chiesto chiarimenti sulle procedure adottate per la stipula o la modifica di alcune convenzioni sottoscritte con alcune associazioni di volontariato ed ha ricordato la nota di protesta trasmessa ai prefetti lo scorso 11 maggio. Il consigliere Schrirru (Psd’Az) ha difeso l’operato dell’Areus ed ha posto in dubbio la rappresentatività delle associazioni promotrici della protesta. «Tante associazioni e numerose cooperativeha confermato Giorgio Lenzottici hanno scritto per dissociarsi formalmente dalla nota dell’11 maggio e ricordo che dall’agosto scorso, per la prima volta, abbiamo introdotto una serie di regole, prima inesistenti, per la stipula delle nuove convenzioni».

Il consigliere Francesco Agus (Progressiti) e Antonio Mario Mundula (Udc-Cambiamo), seppur con differenti accenti politici, si sono soffermati sulla “Fase 2” e sulla necessità di riattivare i servizi ambulatoriali e garantire la sicurezza negli ospedali sardi.

Articolata, invece, la richiesta di chiarimenti del consigliere Gianfranco Ganau che, tra gli altri, ha sollevato il caso del direttore della centrale operativa 118 di Sassari, Piero Delogu, ritornato al lavoro dopo il pronunciamento del tribunale che ha annullato “le ferie forzate” ordinate dal direttore Giorgio Lenzotti. «Basta con atteggiamenti persecutori verso il dottor Deloguha tuonato il capogruppo Pde basta interferenze nell’organizzazione della centrale sassarese da parte del neo direttore sanitario, dottor Marcello Acciaro». Il direttore dell’Areus ha quindi escluso qualunque atteggiamento persecutorio nei confronti del dottor Delogu («l’ho invitato a qualche giorno di riposo, considerato che conta 140 giorni di ferie arretrate») ed ha raccontato di una situazione di “fortissima tensione” nella direzione del 118 sassarese («il dottor Piero Delogu ha litigato fino allo scontro fisico con un medico») culminata nella lettera sottoscritta da cinque medici, su sei in servizio, contro l’operato del direttore.

Daniele Cocco (Leu), unitamente ai consiglieri di maggioranza e minoranza prima indicati, con il presidente della commissione Domenico Gallus, hanno quindi rivolto una serie di quesiti all’assessore su specifiche vicende e su singole questioni che vanno dalle forniture dei Dpi, all’impiego dei medici rianimatori di Oristano, piuttosto che sull’attivazione delle Usca.

L’assessore Mario Nieddu, nel suo intervento conclusivo, ha ribadito le difficoltà della Regione nel garantire l’approvvigionamento costante dei dispositivi di protezione individuale («il governo di recente ci ha spedito delle tute da imbianchino invece che quelle protettive») ed ha ammesso di essere preoccupato «per una possibile recrudescenza della patologia infettiva in autunno».

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Una telefonata alla Prefettura da parte dell’Unità di crisi locale per la gestione dell’emergenza che segnala la presenza di un presunto caso di Ebola a Sassari. Un’ambulanza arriva nell’area della “camera calda” di Malattie Infettive con a bordo un paziente all’interno di una speciale barella isolata dall’esterno. Attorno all’area ospedaliera, si dispone un cordone sanitario a delimitare gli accessi e garantire la sicurezza. È iniziata così, alle ore 8 di sabato mattina 26 ottobre, l’esercitazione per il “trasporto di paziente in biocontenimento dal domicilio al reparto di Malattie infettive”. Un vero e proprio schieramento di “forze” che ha visto impegnate, in sinergia tra loro, l’Assl Sassari-Ats Sardegna, l’Aou di Sassari e l’Areus con le ambulanze del sistema 118.

Due ambulanze del 118, partite dal domicilio del paziente, sono arrivate di prima mattina davanti all’ingresso di Malattie infettive. A bordo operatori sanitari, gli addetti alla sanificazione e, soprattutto, il paziente a rischio biologico, posizionato su una barella isolata dall’esterno. Deve essere portato al terzo piano del reparto dove si trovano le camere di isolamento.

Il personale coordinato dalla Direzione medica di presidio, dal Servizio Gestione del rischio, dal Servizio di Prevenzione e sicurezza, dal Dipartimento infermieristico e dall’Ufficio tecnico dell’Aou, intanto, ha già sgomberato le stanze del terzo piano e isolato l’intero percorso sino alle camere di isolamento.

All’ingresso dell’edificio, il personale di vigilanza ha predisposto un cordone sanitario per consentire l’accesso al solo personale di servizio e il passaggio delle ambulanze scortate da una pattuglia in motocicletta della polizia locale del Comune di Sassari. All’ingresso di Malattie infettive il percorso è stato tracciato, così da consentire il rapido spostamento, senza sbagli, sino alla stanza d’isolamento. Il paziente viene adagiato sul letto, viene prelevato del sangue e le fiale inserite in contenitori speciali per essere inviati al Laboratorio analisi di via Monte Grappa e spediti al centro di riferimento nazionale. C’è, infatti, un volo dell’Aeronautica militare pronto a partire, allertato dalla Prefettura di Sassari. Gli operatori seguono le procedure per l’uscita dalla stanza del paziente. I medici e gli infermieri del reparto si svestono all’uscita della stanza dove vengono anche sottoposti a sanificazione, quelli del 118 raggiungono l’area della svestizione, dove si sottopongono a sanificazione. La barella, vuota, segue il percorso inverso e, dopo essere stata caricata sull’ambulanza, raggiunge il luogo predisposto per la sanificazione, a San Camillo. È qui che il test si conclude.

«Siamo molto contenti di questa esercitazione – afferma il professor Sergio Babudieri, direttore della struttura complessa di Malattie infettive – perché il significato era quello di fare emergere eventuali criticità e disallineamenti tra le tre aziende. Non è facile mettere assieme diversi protocolli e un numero consistente di operatori. Chi opera sul paziente sono, ogni volta, un medico e un infermiere ma il numero di persone che vengono coinvolte in tutta l’organizzazione è cospicuo. Pur avendo studiato nelle riunioni i diversi protocolli, oggi abbiamo avuto la possibilità di valutare con precisione gli ulteriori correttivi da apportare alla nostra operatività». C’è soddisfazione quindi nelle parole del direttore della struttura il quale ricorda che «due volte al mese le nostre equipe si esercitano nella vestizione, svestizione e ingresso nelle camere ad alto biocontenimento, perché è rischioso quando si è in presenza di malattie infettive in cui, per contatto, si può essere contagiati», conclude Sergio Babudieri.

«Le esercitazioni sono sempre utili e devono essere ripetute più volte – afferma il direttore sanitario dell’Areus Piero Delogu -. Questa di oggi, fatta in collaborazione con l’Igiene pubblica dell’Ats Sardegna e le Malattie infettive dell’Aou e il nostro servizio 118, ha testato le problematiche nella gestione dei pazienti ad alto rischio infettivo. L’esercitazione è andata bene, emergono sempre delle criticità che servono a farci crescere e migliorare, così da trovare la condizione ottimale, la qualità e la perfezione che servono qualora dovesse avvenire un evento di questo tipo.»

«Abbiamo scelto di fare questa esercitazione, con un ipotetico caso di Ebola, perché recentemente – afferma Marco Mannazzu dirigente medico di Malattie infettive – c’è stato un allerta ministeriale per una nuova epidemia che si è sviluppata in Congo. Dall’assessorato regionale e dalla nostra azienda abbiamo ricevuto un impulso a essere pronti. A Sassari, nella scorsa epidemia del 2014-2015 abbiamo ospitato uno dei 4 casi al mondo di infezione da virus Ebola diagnosticata nelle zone di epidemia e poi manifestata nei territori di ritorno degli operatori sanitari. In quella occasione siamo riusciti a rispondere a un’emergenza così importante. Dopo una lunga preparazione, come Malattie infettive abbiamo chiesto di avere tutto quello che serve per essere pronti a fronteggiare emergenze di tipo infettivologico. L’esercitazione di oggi è un primo passo e una prima risposta.»

Il caso registrato a Sassari, come si può verificare dai report dell’Oms, è quello che ha determinato il minor numero di contatti senza trasmissione dell’infezione: soltanto 19 e molti di questi, per altro, legati al personale tecnico e ai familiari. I 19 casi sono stati monitorati per il tempo necessario dall’ufficio dell’Igiene pubblica.

«Il fatto che siano stati soltanto 19 – conclude Marco Mannazzu – evidenzia la buona organizzazione nella gestione del paziente, senza rischiare contatti inutili e pericolosi per la popolazione.»

 

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Intervento salvavita per un paziente trasportato da Carbonia a Sassari con una nuova “missione” Ecmo mobile, con l’utilizzo cioè del macchinario per ossigenare il sangue artificialmente. L’eccezionalità dell’intervento realizzato domenica, che ha visto collaborare l’Aou di Sassari, l’Areus e l’Assl di Carbonia con l’ospedale Sirai, sta nell’organizzazione messa in campo, con l’impiego dell’elicottero di base a Olbia e di una nuova ambulanza tecnologicamente avanzata.

L’equipe Ecmo infatti, composta da un anestesista, un cardiochirurgo, un perfusionista e un infermiere di area critica, è partita da Sassari alle 17,30 ed è arrivata in soli 35 minuti a Carbonia trasportata dal mezzo dell’elisoccorso. Al rientro, invece nel tragitto Carbonia-Sassari, con partenza alle 23 è stata impiegata una nuova ambulanza in dotazione all’Aou di Sassari.

L’equipe è intervenuta su un paziente sessantenne ricoverato nella Rianimazione dell’ospedale di Carbonia per una grave insufficienza respiratoria, refrattaria ai trattamenti convenzionali. Il paziente adesso si trova ricoverato nella Rianimazione del Santissima Annunziata in condizioni stabili, sotto trattamento extra corporeo totale.

«Sassari si conferma centro di riferimento regionale Ecmo. Quanto messo in campo – afferma il direttore generale dell’Aou di Sassari – dimostra che il lavoro fatto in questi anni, coordinato dal professor Pierpaolo Terragni, ha reso la struttura in grado di intervenire ogni mese dell’anno, non soltanto durante la stagione influenzale.»

La collaborazione con Areus quindi ha consentito all’equipe Ecmo di salire a bordo dell’elicottero per raggiungere Carbonia in tempi rapidissimi. In casi come questo, infatti, è importante quanto prima la stabilizzazione e la messa in sicurezza del paziente.

«Per le missioni Ecmo, come quella di domenica – afferma Piero Delogu, direttore sanitario di Areus Sardegna – abbiamo ottenuto la certificazione aeronautica Enac all’utilizzo di queste apparecchiature sull’elicottero. Adesso, seguirà una procedura condivisa tra Areus e Aou per meglio definire le strategie operative da utilizzare in questi casi.»

Grazie a questa nuova autorizzazione al volo, la Sardegna si propone tra le poche regioni disponibili al trasporto di questa tipologia di paziente.

Ad essere utilizzato domenica, è stato l’elicottero di stanza a Olbia, il più grande a disposizione della flotta Areus. Sul campo sono stati impegnati nella missione Ecmo l’anestesista rianimatore Luigi Solinas, il cardiochirurgo Giangiacomo Carta, il perfusionista Alessio Moretto e l’infermiera Maria Dore. Il professor Pierpaolo Terragni da Sassari è rimasto in costante contatto con l’ospedale di Carbonia e il medico Mariano Cabras della Rianimazione, sino al termine dell’operazione di centralizzazione alla struttura di Sassari.

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Sono stati 292 gli interventi del nuovo servizio di elisoccorso nei primi due mesi della sua attività: 147 nel mese di luglio, 145 ad agosto. Per il 76% dei casi, si è trattato di interventi primari (l’elicottero soccorre e trasporta il paziente), secondari (trasporto da ospedale a ospedale) per il 24%.

Per l’87% degli interventi, gli elicotteri hanno soccorso pazienti in codice rosso, per lo più politraumatizzati o con problemi neurologici. La base maggiormente attivata è stata quella di Olbia (che dal 1 agosto è partita con i voli notturni, quindi h24) per il 51,7% dei casi, quindi quella di Cagliari (h12) per il 40,8%, poi quella di Alghero Fertilia (partita dal 15 agosto), con il 7,5%.

I mezzi dell’elisoccorso hanno raggiunto la quasi totalità dei Comuni della Sardegna, effettuando tre trasporti anche fuori dall’Isola (ad Alessandria, Torino e Milano).

«È un servizio che la Sardegna aspettava da moltissimo tempo: oggi abbiamo un servizio essenziale che prima non c’era, funziona tutti i giorni e funziona bene», ha detto il presidente Francesco Pigliaru, presentando questa mattina un primo bilancio del servizio, insieme all’assessore della Sanità, Luigi Arru, ai vertici dell’Azienda regionale per l’emergenza-urgenza, Giorgio Lenzotti (direttore generale), Piero Delogu (direttore sanitario) Angelo Serusi (direttore amministrativo), al presidente del Servizio Regionale Sardegna Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, Carlo Taccori. «Contiamo già quasi 300 interventi, molte vite salvate, tempi rapidissimi per portare persone con patologie urgenti esattamente nei luoghi dove ricevere il miglior trattamento possibile. Sono un passo avanti enorme e continuiamo a lavorare per migliorare ancora. Parliamo di un tassello molto importante nella riforma sanitaria che abbiamo attuato e stiamo portando avanti – ha proseguito Francesco Pigliaru -, una riforma tanto complessa quanto obbligata di cui la rete ospedaliera è un punto qualificante: l’elisoccorso, garantendo le connessioni con la massima velocità di spostamento, è determinante per far funzionare il sistema – ha concluso il Presidente, che ha ringraziato tutti coloro che si sono impegnati – con passione, competenza, coraggio per realizzare un servizio tanto importante e che ha richiesto un lavoro molto complesso sia sul lato giuridico che su quello tecnico.»  

Per l’assessore Luigi Arru «questi dati, ufficiali e certificati, contano più di mille polemiche pre-elettorali. Dimostrano il grande lavoro fatto dai vertici dell’Areus, con l’Ats e la direzione generale dell’assessorato della Sanità e quello che fanno quotidianamente gli operatori dell’elisoccorso con quelli del Soccorso Alpino della Sardegna». L’esponente della Giunta ha ricordato quanto fatto in passato dai Vigili del Fuoco e la collaborazione ancora in corso. «E’ importante capire – ha detto ancora – che il sistema dell’emergenza urgenza non è solo l’elisoccorso, ma include il soccorso a terra, con le autoambulanze: a breve ne avremo 40 nuove e moderne».

Il direttore generale dell’Areus, Giorgio Lenzotti, ha ringraziato tutti gli operatori dell’azienda e del servizio e ricordato che, in pochi mesi, si è messa in piedi una struttura che prima non esisteva, è stata fatta una gara che ha superato lo scoglio di vari ricorsi, sono state aperte e attivate tre basi con altrettanti mezzi. «Ancora qualcosa va messo a posto – ha detto il direttore generale – ma i numeri dimostrano che il servizio funziona, che salva vite umane e questo vale più di qualsiasi strumentale polemica».

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Prosegue il confronto tra i vertici dell’Areus e la Direzione regionale dei Vigili del Fuoco. Nel rispetto della pre-intesa firmata a fine luglio dall’assessore della Sanità, Luigi Arru, e dal direttore regionale Massimiliano Gaddini, il direttore generale dell’Areus, Giorgio Lenzotti, affiancato dal direttore sanitario dell’azienda, Piero Delogu, ha avviato il primo di una serie di incontri sulle modalità di coordinamento negli interventi di soccorso, tra personale e mezzi Areus e quelli dei VVFF.
Nelle prossime settimane, con i vertici regionali dei Vigili del Fuoco saranno sviluppati, tra l’altro, programmi di formazione e addestramento del personale, sia sul fronte della gestione delle patologie tempo-dipendenti che di quella delle maxi emergenze.
La pre-intesa prevede, inoltre, l’allargamento del tavolo di coordinamento alle Forze di Polizia, alle Forze Armate e alla Capitaneria di Porto.

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Il manager dell’Areus, Giorgio Lenzotti, ha nominato il direttore sanitario ed il direttore amministrativo. Si completa così la squadra dirigenziale con i due più stretti collaboratori: per la Direzione sanitaria Giorgio Lenzotti ha individuato Piero Delogu, per quella amministrativa l’incarico è andato ad Angelo Maria Serusi.
Piero Delogu, 59 anni, attualmente dirige la Centrale operativa del 118 del Nord Sardegna; Angelo Maria Serusi, 59enne di Gavoi, è responsabile della Programmazione e Controllo di gestione della Assl di Nuoro e, ad interim, del Servizio Affari Generali e Comunicazione della ASSL di Sassari e della Direzione dell’Ats.
«L’Areus ha gambe per partire – commenta Giorgio Lenzotti – ho scelto professionisti con grande esperienza e che potranno dare un importante contributo ad una azienda che nasce e deve rapidamente poter dare risposte ai cittadini». 

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Il dottor Giorgio Lenzotti, 64 anni, originario di Tortolì, è il nuovo direttore generale dell’Areus, l’Azienda per le emergenze urgenze. Per la nomina del direttore generale dell’Areus, sollecitata da diversi mesi da numerosi consiglieri, sia di maggioranza sia di opposizione, la Giunta regionale ha superato tutti i dubbi tra la candidatura di Giorgio Lenzotti e quella di Piero Delogu, attuale responsabile della centrale operativa del 118. La candidatura di Giorgio Lenzotti, era sostenuta dall’assessore regionale della Sanità Luigi Arru, sostenitore di una guida “manageriale” per l’Azienda dell’emergenza e urgenza. Giorgio Lenzotti in passato ha diretto la Asl di Sassari, la Asl di Olbia dal 2007 al 2009, fino all’ultima esperienza alla guida della Asl di Modena. La candidatura di Piero Delogu era sostenuta da una parte del Partito democratico, dal presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, e dalle associazioni convenzionate con il 118.

 

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Attilio Dedoni 2 copia

La commissione d’inchiesta sull’efficienza ed i costi del sistema sanitario regionale, presieduta dall’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha sentito in audizione i responsabili del servizio di emergenza-urgenza “118” di Cagliari, Giuseppe Iaziello, e Sassari, Piero Delogu.

Giuseppe Iaziello ha affermato in apertura che «il servizio consiste soprattutto in un lavoro sul territorio che poggia sulla collaborazione disciplinata da una convenzione-tipo con le associazioni di volontariato che mettono a disposizione le ambulanze (14 per l’area Sud Sardegna, 24 in tutta la Regione) e gli equipaggi», sottolineando però che per quanto riguarda le risorse assegnate «non esiste un budget specifico ma i fondi confluiscono in un capitolo indistinto». «La pianificazione e l’organizzazione del servizio – ha aggiunto – sono affidate ad un comitato di gestione formato dai direttori generali delle Asl di riferimento ma questo organismo si riunisce una o due volte l’anno».

Piero Delogu, dopo aver sintetizzato i passaggi normativi legati all’istituzione del 118, ha dichiarato che «la dislocazione dei mezzi sul territorio è piuttosto datata ed occorre fare notevoli sforzi per assicurare la copertura di alcune aree critiche soprattutto nell’Ogliastra, nel Nuorese ed in Gallura». Al servizio, ha precisato, «manca una regia unitaria senza la quale ogni azienda opera in autonomia e non è possibile creare un vero e proprio sistema che comprenda anche la medicina generale ed i punti di pronto soccorso; da questa situazione complessiva, quindi, nascono dati territoriali disomogenei che vanno messi in ordine».

E’stato poi affrontato il problema dell’eli-soccorso, partendo dal dato che configura la corretta tempistica dell’intervento in 20 minuti di volo per raggiungere la struttura più vicina ed attrezzata in cui il paziente può essere stabilizzato.

Per raggiungere questo obiettivo vanno però definite diverse questioni ancora aperte: individuazione delle due basi degli elicotteri, logistica, caratteristiche dei messi e requisiti degli operatori, rapporti fra Regione e vigili del fuoco.

Nel dibattito successivo hanno preso la parola i consiglieri regionali Emilio Usula (Soberania-Indipendentzia), Fabrizio Anedda (Misto) ed il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta.

Nelle conclusioni il presidente della commissione Attilio Dedoni, dopo aver chiesto ai responsabili del 118 una nota di dettaglio sul servizio comprendente anche il riferimento puntuale alle risorse assegnate, ha dichiarato che «nelle attuali condizioni il sistema non va bene e mostra profonde carenze di programmazione e di governance sulle quali occorre intervenire con urgenza».

Attilio Dedoni ha poi annunciato una risoluzione che, partendo da una serie di episodi sottoposti all’attenzione della commissione, formuli indirizzi ancora più puntuali e rigorosi sul mandato dei commissari delle aziende sanitarie sarde.

La commissione è stata riconvocata a domicilio per predisporre un nuovo calendario di audizioni, compatibilmente con i lavori programmati dell’Aula e delle altre commissioni.