22 November, 2024
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Un sensore sotto pelle che consente di misurare con un’app sullo smartphone la glicemia, una vera svolta in termini di prevenzione e miglioramento della qualità di vita. Una nuova tecnologia che l’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, tra le prime in Italia, ha messo a disposizione dei suoi pazienti del Centro diabetico logico del San Giovanni di Dio. I primi cinque sensori sono stati impiantati oggi con successo.

Il nuovo sistema è ancora in fase sperimentale ma promette bene, spiega il responsabile del centro diabetologico dell’Aou di Cagliari, Pierpaolo Contini. «Recentemente il progresso tecnologico ha permesso di avere a disposizione nuovi sensori per il monitoraggio della glicemia – dice Pierpaolo Contini – e per noi e i nostri pazienti è davvero un bellissimo giorno». Grande la soddisfazione di Giorgio Sorrentino, direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari. «L’Aou – dice Giorgio Sorrentino – si muove all’insegna dell’innovazione e della qualità sempre al servizio del cittadino. Al Policlinico e al San Giovanni di Dio i nostri pazienti sono al centro di ogni nostra attenzione. Un grande riconoscimento al lavoro del Centro diabetologico di Pierpaolo Contini per quanto ha fatto e continuerà a fare».

Il glucometro impiantabile si chiama CGM Eversense, distribuito dalla Roche, non ancora in commercio in Italia, è un sensore impiantabile attraverso una piccola incisione orizzontale di circa un centimetro da praticare sul braccio che permette di infilare un tubicino con il quale si crea una tasca all’interno della quale viene posizionato il sensore che ha per adesso una durata di 90 giorni che presto diventeranno 180.

Si tratta di un sensore a fluorescenza che fornisce una valutazione più precisa delle glicemie rispetto agli attuali in commercio. Il sensore comunica con un piccolo trasmettitore posizionato sul  braccio che invia i valori delle glicemie all’app dello smartphone, permettendo in tal modo al paziente il un controllo glicemico più comodo, immediato e, soprattutto, continuo.

Caratteristica importante e innovativa è a capacità di emettere delle vibrazioni di durata e numero differenti che segnalano al paziente la tendenza verso la ipoglicemia o la iperglicemia, prima che questa si verifichi. Consentendo, in tal modo, di intervenire sulla terapia con efficacia: la previsione del andamento delle glicemie costituisce l’ostacolo maggiore perché costringe il paziente a programmare qualsiasi attività, anche la più banale.

«I sistemi di monitoraggio finora utilizzati tramite sensori – aggiunge Pierpaolo Contini – sono ugualmente sensibili ed efficaci, ma con una durata decisamente inferiore che rende necessaria una più frequente sostituzione. Il Servizio di Diabetologia dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari è stato scelta come uno dei centri pilota in Sardegna e in Italia per la sperimentazione di questo innovativo strumento per il monitoraggio continuo della glicemia, che rappresenta una svolta importante nella gestione della terapia del paziente diabetico.»

 

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Il percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) della Retinopatia diabetica con l’ausilio della Telemedicina fa capo al progetto di tesi presentato dal neolaureato in medicina Tommaso Ercoli al Forum Innovare per eccellere tenutosi lo scorso dicembre. Al lavoro scientifico hanno collaborato gli specialisti del servizio di Diabetologia, con in prima fila Rosangela Maria Pilosu, Pierpaolo Contini, Margherita Gessa, Carlotta Macis, Michela Denti e Maria Vitalia Ortu con i colleghi della Clinica oculistica universitaria del San Giovanni di Dio, Maura Casu, Maurizio Fossarello e Luisa Murgia. Un risultato proficuo che testimonia l’importanza della collaborazione medica in staff a vantaggio dei pazienti, del percorso clinico e del sistema sanitario regionale.

La Retinopatia diabetica colpisce il 34,6 per cento delle persone con il diabete, ovvero il 5,5 per cento della popolazione generale. Tenuto conto che in Sardegna i diabetici sono 90.223 (Istat 2014), oltre 30mila pazienti potrebbero avere una Retinopatia diabetica. «Nell’isola esiste una rete di assistenza diabetologica e oculistica diffusa sul territorio con possibilità di consulenze programmate con inevitabili liste d’attesa. Ma – spiega Tommaso Ercoli – non c’è una vera mappa del problema Retinopatia e un registro dei pazienti Retinopatici perché i sistemi attualmente utilizzati non consentono la raccolta e l’archiviazione dei dati in modo strutturato». L’obiettivo principale del progetto è nitido: «Migliorare l’assistenza ai diabetici facilitando l’interazione tra la Clinica oculistica e il reparto di Diabetologia, sfruttare l’innovazione tecnologica fornita dal Retinografo, strumento di ultima generazione capace di scattare e archiviare le foto al fondo dell’occhio senza dilatazione farmacologica pupillare, associato a un sistema di Telemedicina che – rimarca il dottor Ercoli – collega via internet il medico diabetologo con lo specialista retinologo».

Lo studio presentato al Forum Innovare per eccellere si sviluppa sull’interazione dei reparti dell’ospedale San Giovanni di Dio. Ovvero, tra servizio di Diabetologia, che ospita il retinografo, e Clinica oculistica, entrambi afferenti all’Azienda ospedaliero-universitaria. Il retinografo, non richiede una dilatazione farmacologica, è facilmente utilizzabile da personale non tecnico, pertanto l’installazione nel reparto di diabetologia permette un controllo opportunistico dei pazienti al momento di un normale accesso diabetologico. «La foto al fondo dell’occhio è estemporanea, veloce, facilmente ripetibile ed archiviabile. La possibilità di collegare l’apparecchio a un servizio di telemedicina è la vera rivoluzione nel campo dello screening della Retinopatia. Abbiamo creato – aggiunge Tommaso Ercoli – un Percorso diagnostico terapeutico assistenziale che garantisce ai pazienti diabetici un controllo sulle complicanze oculari. Si tratta di pazienti a rischio di possibile sviluppo di una Retinopatia diabetica importante che vengono mandati al reparto di oculistica dove svolgono un esame oftalmologico completo con i vari accertamenti. Il punto di forza del progetto è la capacità di creare, grazie all’innovazione tecnologica della Telemedicina e dei suoi strumenti associati, un collegamento più efficace tra il servizio di Diabetologia e la Clinica oculistica. Di fatto, un ruolo attivo del personale medico e infermieristico della diabetologia, ma soprattutto un risparmio di tempo per il paziente al quale viene offerto il monitoraggio continuo dello stato di salute della retina e un accesso più rapido alle cure».