4 November, 2024
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“Cari simpatici vecchini” è il titolo dell’esito finale del laboratorio “La guerra dentro casa”, condotto da Pierpaolo Piludu con gli allievi della Scuola di Arti Sceniche La Vetreria di Cada Die Teatro. Domani, sabato 1° giugno, alle 21, e domenica 2 alle 18, lo spettacolo verrà messo in scena al Teatro La Vetreria di Pirri.

«In questi anni un gran numero di spettatori ha visto i venti allievi della nostra Scuola di Arti Sceniche interpretare la parte di scolaretti nello spettacolo ‘Cagliari 1943. La guerra dentro casa’. Ora sono diventati ‘grandicelli’…», spiega Pierpaolo Piludu, che cura anche la regia dell’esito conclusivo del laboratorio. Nel sequel «molti di loro sono ospiti in una delle case di riposo ‘Anziani gaudenti’ dei fratelli Carnazzo, dove i maltrattamenti sono all’ordine del giorno». Talvolta ad alcuni ricoverati sembra di tornare indietro, nella Cagliari del ’43, tra i banchi di scuola di fronte alla temuta maestra: «Ricordano quando li costringeva a stare inginocchiati sui ceci se dicevano una parola in sardo – racconta ancora Pierpaolo Piludu – o quando si sforzava di temprarli per farli diventare uomini senza paura, che se ne fregano della vita e della morte, che considerano bello e onorevole avere tanti nemici. Oggi, nella casa di riposo, nonostante le angherie, i ricoverati non si arrendono e, quando si ritrovano a raccontare e ad ascoltare i ricordi dei compagni, riescono addirittura a scherzare e a divertirsi!».

Sul palco del Teatro La Vetreria salirà na nutrita compagnia: Rita Anedda, Clara Belfiori, Salvatore Cao, Alessandro Congeddu, Patrizia Congia, Riccarda Curreli, Giannella Manca, Antonella Matta, Carlo Onnis, Rosalba Palla, Angela Palmas, Maria Antonietta Pinna, Susanna Pinna, Massimo Pisano, Nora Pisano, Rita Safina, Mariella Vella, Ida Ximenes, con la partecipazione di Luisella Cherchi, Fulvio Gennamari, Sergio Massenti, Cinzia Mocci, Rosalba Pillai (il disegno luci è di Emiliano Biffi, il suono di Matteo Sanna, fotografo di scena Tonino Pisu, aiuto regista Massimo Pisano).

 

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“Se non son gigli”: è il titolo dell’esito conclusivo del laboratorio “Con-passione”, condotto da Pierpaolo Piludu, che va in scena domani, sabato 18 maggio, alle 21.00, al Teatro La Vetreria di Pirri. A salire sul palco, sotto la regia dello stesso Piludu, gli allievi della Scuola di Arti Sceniche La Vetreria di Cada Die Teatro: Luisella Cherchi, Alessandro Congeddu, Carla Demuro, Fulvio Gennamari, Sergio Massenti, Cinzia Mocci, Patrizia Mura, Rosalba Pillai, Barbara Piras, Maria Zedda (disegno luci: Giovanni Schirru; suono: Matteo Sanna). Che interpretano i ruoli di donne e uomini non particolarmente gentili ed arguti, che di sicuro non son gigli, ma pur sempre figli, vittime di questo mondo.

«Forse la colpa è dei raggi del sole del buon Dio che non riescono a scaldare a sufficienza i cuori degli abitanti delle palazzine di Piazzetta Sirboni», è scritto nelle note sullo spettacolo. «Dicono che il loro motto sia sempre stato ‘Ma frigarindi! Ma ita ti nd’impo’!’. Dicono che ultimamente stiano sdoganando anche i pensieri più beceri ed egoisti: sembra non possano fare a meno di avere qualcuno da combattere o da sbeffeggiare, soprattutto quando sono in gruppo, ‘chi deaici si spassiaus de prus!’».

«Questo laboratorio è stato per me e per gli allievi della nostra Scuola di Arti Sceniche una importante opportunità di ricerca e riflessione sulle follie dei nostri giorni – sottolinea Pierpaolo Piludu -. Abbiamo cercato di non limitarci a legittimi giudizi di denuncia e condanna… So che può apparire ingenuo, eppure, forse per via di un’adolescenza vissuta a San Michele o dell’esperienza di alcuni anni fa coi detenuti della sezione Alta Sicurezza del carcere di Buoncammino, sono convinto che anche nell’essere umano più infido e insensibile possa esserci un’opportunità di rinascita

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Si terrà mercoledì 3 aprile, alle 11.30, nello spazio Fucina Teatro della Vetreria di Pirri, la conferenza stampa di presentazione di “Aprile alla Vetreria Aprile resistente”, la rassegna teatrale organizzata congiuntamente, per il terzo anno consecutivo, da Cada Die Teatro e da Il Crogiuolo, in collaborazione con Cemea (Centri di Esercitazione ai Metodi dell’Educazione Attiva).

Titolo significativo, che sintetizza, mettendole insieme, le risorse artistiche e le energie delle due storiche compagnie cagliaritane. A illustrare e spiegare il fitto e denso cartellone saranno Pierpaolo Piludu e Alessandro Mascia (Cada Die Teatro),  Rita Atzeri (Il Crogiuolo), il musicista e cantautore Stefano Giaccone, uno dei protagonisti della rassegna.

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Minitour in Lombardia per “Laribiancos”, produzione storica di Cada Die Teatro, tratta dal romanzo “Quelli dalle labbra bianche” di Francesco Masala. Lo spettacolo, adattato per il palcoscenico da Pierpaolo Piludu, che ne è anche il protagonista sotto la regia di Giancarlo Biffi e con le musiche originali di Paolo Fresu (disegno luci di Giovanni Schirru e suono di Giampietro Guttuso e Matteo Sanna), sarà in scena domani, giovedì 28 febbraio, alle 20.30, al Teatro Cesare Volta di Pavia e venerdì 1 marzo, alle 11.00, all’Auditorium San Dionigi di Vigevano.

“Quelli dalle labbra bianche”, pubblicato per la prima volta nel 1962, è un capitolo importante della letteratura sarda. Al centro del romanzo di Francesco “Cicitu” Masala il villaggio di Arasolè, con le sue storie dolorose legate alla tragedia della seconda guerra mondiale sul fronte russo. Ad Arasolè, un giorno, il campanaro Daniele Mele – la voce narrante delle memorie del villaggio – chiama a raccolta il paese per rendere omaggio, dopo vent’anni, ai caduti in guerra. Mele è l’unico superstite fra i dieci compaesani che partirono per la Russia verso l’impresa più ardua della loro vita, in una trincea in mezzo alla pianura russa ghiacciata, una disastrosa avventura dal tragico epilogo. Ad Arasolè erano “quelli dalle labbra bianche”sos laribiancos, i poveri, i “vinti”.

Note sullo spettacolo: “Li chiamavano “sos laribiancos”, “quelli dalle labbra bianche”: era il segno distintivo, inconfondibile, dei poveri di Arasolè, un paesino della Sardegna, ai confini con le foreste del Goceano. Sos laribiancos si riconoscevano subito: mangiavano poca carne, pochi carboidrati, poche proteine… mangiavano troppo poco. Lo spettacolo nasce da un profondo interesse e dall’alta considerazione per l’opera di Francesco Masala. In diverse occasioni il poeta-scrittore di Nughedu San Nicolò mi ha manifestato il desiderio di vedere in scena il testo teatrale Sos laribiancos, nella versione sardo logudorese. “… e se invece di una messa in scena fedele, provassi a narrare la vicenda?”. E’ nato così un racconto che si rifà sia al romanzo Quelli dalle labbra bianche, che ad altre opere di Masala dove compaiono a più riprese Culubiancu, Mammutone, Tric Trac e gli altri laribiancos di Arasolè partiti un pomeriggio di sole del 1940, sopra un carro bestiame, per andare a fare la guerra. Dove possibile ho cercato di lasciare inalterata la suggestione poetica delle parole dell’autore. Allo stesso tempo, spero con il giusto rispetto, ho dovuto scegliere, aggiungere, assemblare, tradire”. (Pierpaolo Piludu)

Sempre venerdì 1 marzo, Pierpaolo Piludu si trasferirà poi in Emilia, dove al Teatro delle Ariette di Castello di Serravalle (Bologna), alle 20.30, racconterà della ricerca, che va avanti da più di quindici anni, sui testimoni dei bombardamenti su Cagliari del 1943. Interverrà Gerardo Guccini, docente di Storia del teatro e dello spettacolo al DAMS di Bologna e profondo conoscitore del teatro di narrazione. Verrà presentato un frammento del documentario “Quando scappavamo col cappotto sul pigiama”, prodotto da Rai Sardegna, con la regia dello stesso Pierpaolo Piludu e di Cristina Maccioni, e un trailer teatrale dello spettacolo “Cielo nero”, scritto insieme a Francesco Niccolini, con la regia di Mauro Mou.

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Seconda guerra mondiale, Cagliari, 17 febbraio 1943: la città subisce uno degli attacchi aerei più pesanti da parte delle forze angloamericane. Dopo quei bombardamenti apparirà spettrale, semidistrutta. Il ricordo di quei giorni neri ritorna, ancora una volta, con “CAGLIARI 1943: LA GUERRA DENTRO CASA”, la produzione di Cada Die Teatro con la regia di Pierpaolo Piludu, che va in scena proprio domani, domenica 17 febbraio, alle 18.00, al Teatro La Vetreria di Pirri. Dello spettacolo sono in programma anche alcune rappresentazioni per le scuole per la rassegna Terza ora Teatro: lunedì 18 alle 10.00, martedì 19 e mercoledì 20 alle 11.00 (Teatro La Vetreria).

Cada Die Teatro, in collaborazione con la Cattedra di Antropologia Culturale dell’Università di Cagliari e con l’ISRE di Nuoro, ha portato avanti a partire dal 2006 una ricerca certosina per arrivare alla creazione di un video-archivio dei testimoni dei bombardamenti del 1943. Pierpaolo Piludu, in quel contesto, ha condotto un laboratorio teatrale con venti adulti, alcuni dei quali testimoni diretti di quei giorni di cielo nero, conclusosi con uno spettacolo teatrale, che ogni anno viene replicato in occasione dell’anniversario dei bombardamenti sulla città.

Quegli allievi della Scuola di Arti Sceniche La Vetreria tornano così a indossare i pantaloni corti e le divise da Piccole Italiane, per rivivere tra i banchi delle scuole cagliaritane le giornate degli anni ’40. La maestra è severa: i bambini devono cercare di memorizzare le frasi del duce in ogni momento della giornata, anche quando giocano con le cerbottane o a “tzacca e poni”. All’inizio anche il suono degli allarmi, la corsa verso i rifugi sembrano quasi un gioco. Fino a quel tragico 17 febbraio del 1943… Un esempio, “La guerra dentro casa”, di scena popolare e di teatro civile, a cui Cada Die dedica un filone importante del suo impegno culturale. Sul palco, insieme agli altri diciannove compagni, anche Paola Ferro, allieva ottantaseienne, testimone diretta di quella pioggia di bombe. «A conclusione della rappresentazione è sempre particolarmente commovente sentire raccontare dalla sua viva voce i ricordi della guerra: le bombe che distruggono la sua casa, la fuga con la famiglia verso un paese dell’interno, la fame, il baratto della sua unica bambola per un po’ di cibo…», racconta Pierpaolo Piludu. Prima dello spettacolo verranno proiettati alcuni frammenti del documentario, prodotto dalla sede Rai della Sardegna, “Quando scappavamo col cappotto sul pigiama” di cui lo stesso Pierpaolo Piludu è autore e regista insieme a Cristina Maccioni.

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Cagliari, la guerra, i bombardamenti del 1943, che rasero quasi al suolo la città. La Stagione di Teatro La Vetreria, organizzata come sempre sul palco del centro culturale di Pirri da Cada Die Teatro, prosegue con la storia di due fratelli, la Storia e i suoi drammi, frutto di una lunga ricerca d’archivio. Ancora domani, domenica 25 novembre, alle 18.00, va in scena al Teatro La Vetreria “Cielo Nero”, di Francesco Niccolini e Pierpaolo Piludu, con lo stesso Piludu, la regia di Mauro Mou, la collaborazione alla messa in scena di Alessandro Mascia, Mario Madeddu, Marilena Pittiu e Silvestro Ziccardi (voci bambini registrate: Luca Pisano e Ousseynou Seck; disegno luci: Giovanni Schirru; sonorizzazione: Matteo Sanna; produzione: Cada Die Teatro).

Il lavoro ripercorre la vita di Efisio ed Antioco, due gemelli del quartiere di Stampace che vissero durante il fascismo. Protagonisti di una storia più grande di loro, sono testimoni della follia della guerra e della distruzione della città di Cagliari. «Un viaggio lungo venticinque anni, dove si torna da una guerra e si parte per un’altra, ci si innamora e si fa a botte, si gioca, si ride e si fa l’amore: insomma si diventa adulti, si soffre di gelosia e solitudine, si seppelliscono i propri cari e una città bellissima e amata diventa un cumulo di macerie – spiegano gli autori -. Efisio e Antioco Mereu sono gemelli, due gemelli che più gemelli di così non si può. Eppure sono diversissimi, nei pensieri e nei destini: il primo è indifferente al fascismo che si avvicina, il secondo è anarchico e antifascista nell’animo e quando scoppia la guerra viene spedito sul fronte peggiore che ci sia, la Russia. Efisio, invece, finisce in Marina, al sicuro, sul lungomare di Cagliari. Fino al ’43, quando i bombardieri americani riducono in polvere buona parte della città».

“Cielo nero” è l’ultima tappa di una ricerca portata avanti dal 2005 da Pierpaolo Piludu e da Cada Die Teatro, in collaborazione con l’Università di Cagliari e l’Istituto Superiore Regionale Etnografico della Sardegna, sui bombardamenti su Cagliari del 1943. Da questo paziente lavoro sono nati un video-archivio con i racconti dei testimoni, uno spettacolo teatrale dal titolo “Cagliari 1943. La guerra dentro casa” (con 20 allievi della scuola di Arti Sceniche La Vetreria), un libro (edito da Aipsa) e un documentario prodotto dalla RAI.  

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Cagliari, la guerra, i bombardamenti del 1943, che rasero quasi al suolo la città. La Stagione di Teatro La Vetreria, organizzata come sempre sul palco del centro culturale di Pirri da Cada Die Teatro, prosegue e riparte dalla storia di due fratelli, dalla Storia e dai suoi drammi, da una lunga ricerca d’archivio. Domani, sabato 24, alle 21.00, e domenica 25 novembre, alle 18.00, al Teatro La Vetreria va in scena “Cielo Nero”, di Francesco Niccolini e Pierpaolo Piludu, con lo stesso Piludu, la regia di Mauro Mou, la collaborazione alla messa in scena di Alessandro Mascia, Mario Madeddu, Marilena Pittiu e Silvestro Ziccardi (voci bambini registrate: Luca Pisano e Ousseynou Seck; disegno luci: Giovanni Schirru; sonorizzazione: Matteo Sanna; una produzione di Cada Die Teatro).

Il lavoro ripercorre la vita di Efisio ed Antioco, due gemelli del quartiere di Stampace che vissero durante il fascismo. Protagonisti di una storia più grande di loro, sono testimoni della follia della guerra e della distruzione della città di Cagliari. «Un viaggio lungo venticinque anni, dove si torna da una guerra e si parte per un’altra, ci si innamora e si fa a botte, si gioca, si ride e si fa l’amore: insomma si diventa adulti, si soffre di gelosia e solitudine, si seppelliscono i propri cari e una città bellissima e amata diventa un cumulo di macerie – spiegano gli autori -. Efisio ed Antioco Mereu sono gemelli, due gemelli che più gemelli di così non si può. Eppure sono diversissimi, nei pensieri e nei destini: il primo è indifferente al fascismo che si avvicina, il secondo è anarchico ed antifascista nell’animo e quando scoppia la guerra viene spedito sul fronte peggiore che ci sia, la Russia. Efisio, invece, finisce in Marina, al sicuro, sul lungomare di Cagliari. Fino al ’43, quando i bombardieri americani riducono in polvere buona parte della città».

“Cielo nero” è l’ultima tappa di una ricerca portata avanti dal 2005 da Pierpaolo Piludu e da Cada Die Teatro, in collaborazione con l’Università di Cagliari e l’Istituto Superiore Regionale Etnografico della Sardegna, sui bombardamenti su Cagliari del 1943. Da questo paziente lavoro sono nati un video-archivio con i racconti dei testimoni, uno spettacolo teatrale dal titolo “Cagliari 1943. La guerra dentro casa” (con 20 allievi della scuola di Arti Sceniche La Vetreria), un libro (edito da Aipsa) ed un documentario prodotto dalla RAI.

 

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Transistor – nuove generazioni e.mo.ti.con (memoria emotiva), giornata numero tre, ancora densa di appuntamenti. Il festival dedicato alle giovani generazioni ideato e organizzato da Cada Die Teatro, in collaborazione con l’associazione Cultarch e con “I libri aiutano a leggere il mondo”, e diretto da Mauro Mou, propone per domani, sabato 3 novembre, al Teatro La Vetreria di Pirri, un menù ricco e variegato.

Si parte dalla mattina, quando, dalle 10.00 alle 13.00, Antonio Catalano porterà a termine Piccoli diari sentimentali, il suo laboratorio di costruzione poetica per re-imparare a meravigliarsi!
L’artista artigiano piemontese ritorna anche nella sessione serale, a partire dalle 21.00, al Teatro La Vetreria, proprio con “Piccoli diari sentimentali”, installazione collettiva con la direzione musicale del maestro e compositore Daniele Ledda (Casa degli Alfieri/ Antonio Catalano/ TiconZero). Daniele Ledda utilizzerà il suo sistema “Snake”, un vocabolario gestuale nato per guidare le improvvisazioni musicali, per creare delle composizioni istantanee del gruppo, coordinando corpi, suono, parola, movimento e visione.

Subito dopo “Tessiture tipografiche”, con Stefano Asili (Associazione CAP09), laurea in Fisica, grafico, docente alla Facoltà di Architettura dell’Università di Cagliari, si occupa di identità visiva, design, di allestimenti e architettura di interni. Le Tessiture Tipografiche sono un modo nuovo di raccontare la Sardegna, l’amore per la propria terra, attraverso la lettura e le lettere, rispettandone l’anima e la storia ma inventando qualcosa che prima non c’era per cercare di sorprenderla.

Sarà poi Pierpaolo Piludu, attore storico di Cada Die Teatro, a salire sul palco del Teatro La Vetreria con Pòsidos. Molto legato alle tematiche della Sardegna, per oltre un mese ha ascoltato ininterrottamente, mattina, sera e talvolta anche di notte, storie e leggende del Montiferru.  

Infine, alle 23.00, ma al Muzak – genuine music, in via Stretta 3 a Cagliari, Eleonora Marroccu, in arte Su Fogu, giovane fotografa sarda, originaria di Pimentel, presenta Tempus – Diario fotografico emotivo con didascalia -, con la partecipazione di Francesco Bachis, antropologo, e musicista, e Marco Trincas, educatore.

 

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Autunno 2018, arriva, puntuale, la Stagione di Teatro La Vetreria, organizzata come sempre sul palco del centro culturale di Pirri da Cada Die Teatro, sotto la direzione artistica di Giancarlo Biffi. Un cartellone che, dal 19 ottobre al 9 dicembre, propone novità assolute (due prime nazionali) insieme a produzioni significative della storica compagnia cagliaritana e un festival (Transistor) fatto di incontri, spettacoli, concerti, installazioni, laboratori.

Si parte venerdì 19 alla Vetreria di Pirri (il teatro che ospiterà quasi tutta la stagione), alle 21.00, con uno spettacolo che trae ispirazione da, e dedicato a, un’icona della storia, non solo sportiva, di Cagliari e dell’intera Sardegna: RIVA LUIGI ‘69 ‘70. CAGLIARI AI DÌ DELLO SCUDETTO. Una prima nazionale (repliche anche il 20 e 21 ottobre, sempre alle 21.00, poi il primo e il 2 dicembre), di e con Alessandro Lay, prodotta da Cada Die Teatro (le luci sono di Giovanni Schirru, il suono di Matteo Sanna, le scene di Mario Madeddu, Marilena Pittiu, Matteo Sanna, Giovanni Schirru).
«Nel 1970, quando il Cagliari divenne campione d’Italia, io avevo 8 anni», scrive nelle note di presentazione Alessandro Lay. «Non ricordo molto dello scudetto, ma ricordo come era la città, come ci vestivamo, come ci appendevamo ai tram per non pagare, l’album della Panini e le partite ‘a figurine’ sui gradini della scuola elementare. Ricordo il medagliere, con i profili dei giocatori del Cagliari sulle monete di finto, fintissimo oro da collezionare. E ricordo vagamente un ragazzo schivo, a volte sorridente, che guardava sempre da un’altra parte quando lo intervistavano. Un ragazzo che puntava i pugni in terra e si faceva tutto il campo correndo ogni volta che segnava un gol…».
Pier Paolo Pasolini, grande appassionato di calcio, scriveva: «Che cos’è una lingua? ‘Un sistema di segni’, risponde, nel modo oggi più esatto, un semiologo. Il gioco del football è un ‘sistema di segni’; è, cioè, una lingua, sia pure non verbale. La sintassi si esprime nella ‘partita’, che è un vero e proprio discorso drammatico. Ci può essere un calcio come linguaggio fondamentalmente prosastico e un calcio come linguaggio fondamentalmente poetico. Per spiegarmi darò alcuni esempi: Bulgarelli gioca un calcio in prosa: egli è un ‘prosatore realista’; Riva gioca un calcio in poesia: egli è un ‘poeta realista’».

Si prosegue domenica 28 ottobre, alle 18.00, con STORIE METICCE, di e con Alessandro Mascia (hanno collaborato al testo Francesca Caminoli, Davide Madeddu e Mario Madeddu, le musiche sono curate da Alessandro Ligas, Davide Madeddu e Nicola Spanu, una produzione Cada Die Teatro). Il progetto teatrale ha preso le mosse dal libro di Francesca Caminoli «Perché non mi dai un bacio?», sull’avventura umana di Zelinda Roccia e dell’Associazione Los Quinchos, che opera in Nicaragua per aiutare i bambini di strada di quel territorio. «Mentre lo rileggevo – spiega Alessandro Mascia – mi ritornavano costantemente in mente le immagini dei bambini da me conosciuti nel 2016, in Grecia, nel campo profughi di Kara Tepe… Quelle immagini a loro volta mi hanno fatto ricordare di altri bambini e bambine, della mia vita, come in un rimbalzo di emozioni che dentro di me si erano casualmente messe in contatto, avvicinate perché simili». Da qui il desiderio, e l’esigenza, di raccontare e mischiare “storie meticce” di varie parti del mondo. Cosa abbiamo fatto noi adulti o non abbiamo fatto per il futuro dei nostri figli? Ecco il quesito che emerge. In “Storie meticce” si ricercano e confrontano storie di ordinaria violenza o solitudine, determinate da un’umanità che si è voltata dall’altra parte, con storie di ordinaria bellezza di altre umanità, che alla violenza e alla solitudine hanno risposto con la “passione umana” e l’impegno civile.

Un’altra prima nazionale è in programma venerdì 9 novembre: al Teatro Massimo di Cagliari, alle 21.00, va in scena ECUBA, ULTIMO ATTO. Per un girotondo sulle macerie del mondo, di Giancarlo Biffi, che cura regia e scene, una produzione Cada Die Teatro in collaborazione con Sardegna Teatro (repliche sabato 10, sempre alle 21, e domenica 11, alle 19).
Lo spettacolo, che rientra nel cartellone di 10 Nodi – i festival d’autunno a Cagliari, vede protagonisti Chiara Aru, Lia Careddu, Marta Proietti Orzella, Carla Stara e Alessandro Mascia, che ha collaborato anche alla drammaturgia (direzione tecnica: Giovanni Schirru; disegno luci: Emiliano Biffi; sonorizzazione: Matteo Sanna; costumi: Marco Nateri; realizzazione elementi scenografici: Marilena Pittiu e Mario Madeddu; movimenti scenici: Ornella D’Agostino).

Il 24, alle 21, e il 25 novembre, alle 18.00, ritorna sul palcoscenico del teatro La Vetreria CIELO NERO di Francesco Niccolini e Pierpaolo Piludu, con lo stesso Piludu, la regia di Mauro Mou, la collaborazione alla messa in scena a cura di Alessandro Mascia, Mario Madeddu, Marilena Pittiu e Silvestro Ziccardi (voci bimbi registrate: Luca Pisano e Ousseynou Seck; disegno luci: Giovanni Schirru; sonorizzazione: Matteo Sanna; una produzione di Cada Die Teatro).

Sabato 1 dicembre (alle 21.00) e domenica 2 (alle 18.00) verrà riproposto alla Vetreria RIVA LUIGI ‘69 ‘70. CAGLIARI AI DÌ DELLO SCUDETTO, di e con Alessandro Lay.

Il sipario sulla Stagione autunnale di Teatro La Vetreria calerà il 9 dicembre, alle 18, quando ad andare in scena sarà BARTLEBY, con Luca Radaelli, che ha curato anche la traduzione (lo spettacolo è tratto dall’omonimo romanzo breve di Melville), regia e scenografie di Renato Sarti (luci e tecnica: Graziano Venturuzzo; musiche Carlo Boccadoro; una produzione Teatro Invito – Teatro della Cooperativa).

Anche quest’anno Cada Die Teatro, in collaborazione con Cultarch, organizza, a partire da giovedì 1 novembre, fino a domenica 4, il festival TRANSISTOR – nuove generazioni e.mo.ti.con (memoria emotiva), parte integrante del festival 10 Nodi. Quattro giorni di incontri, spettacoli, concerti, installazioni, laboratori, incentrati sul tema della memoria delle emozioni, e in cui saranno coinvolti studenti, insegnanti, artisti, musicisti, architetti, creativi, esperti di social network.

Il programma di Transistor verrà presentato in una conferenza stampa apposita.

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E’ arrivato il mese di ottobre e ripartono i corsi di teatro della Scuola di Arti Sceniche de La Vetreria, organizzati nel centro comunale d’arte e cultura di Pirri da Cada Die Teatro. Agli attori, e registi, della storica compagnia cagliaritana il compito di condurre i laboratori:

 “Il gioco del teatro”, diretto da Silvestro Ziccardi e rivolto ai ragazzi dagli 11 ai 13 anni; “Cuori di panna smontata”, condotto da Mauro Mou e dedicato agli adolescenti e ai giovanissimi (fra i 13 e i 17 anni); a giovani e adulti, senza vincoli d’età (dai 20 anni in su), con o senza precedenti esperienze teatrali, sono invece aperti i corsi tenuti da Alessandro Lay, “Il mestiere dell’attore”, Alessandro Mascia, “Migranti” (rivolto in particolare all’area del disagio psichico, fisico e sociale), e Pierpaolo Piludu, “Con-passione”.

l percorsi hanno l’obiettivo di fornire ai partecipanti, con le diverse sfumature legate alle differenti fasce d’età e al target a cui sono dedicati, gli elementi fondamentali della pratica dell’attore, in un cammino formativo che prevede l’utilizzo delle tecniche di recitazione (improvvisazione, uso dello spazio, della voce, elementi di costruzione del personaggio), scrittura collettiva, composizione scenica, ritmica e sonora, studio delle scene e della drammaturgia, costruzione e utilizzo delle scenografie, luci e musica.