24 November, 2024
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Il presidente del Comitato promotore Roberto Frongia.

Il comitato promotore del referendum sull’insularità ha centrato l’obiettivo delle 15.000 firme (sono già 18.000).

Per il Movimento Referendario “Insularità in Costituzione”, si chiude oggi la fase iniziata venti giorni fa: abbiamo già raccolto 18.000 firme, è stato raggiunto e superato l’obiettivo minimo, che ci consente di dire che i sardi voteranno nella prossima primavera!

Lo ha dichiarato con soddisfazione il presidente del comitato promotore, Roberto Frongia, che ha aggiunto: «E’ stata davvero una fase entusiasmante, portata avanti con determinazione e passione da gruppi di volontari e amministratori locali volenterosi, che si sono appoggiati in larga parte alla piccola struttura dei Riformatori, spendendo pochi euro. Ma da oggi, la nostra sfida cambia marcia: vogliamo che il progetto dell’insularità sfondi in tutta la Sardegna e diventi realmente una battaglia di tutti, nella quale non ci sia alcun copyright, una battaglia intorno alla quale si uniscano tutti i sardi. L’obiettivo è così importante e centrale per la nostra isola che non ci possono essere primogeniture, né gelosie, né diserzioni!».

Michele Cossa, consigliere regionale dei Riformatori sardi: «Essere “un’isola” può apparire a chi non ci vive una cosa pittoresca. La realtà è che comporta costi aggiuntivi che devono essere compensati in nome della coesione nazionale, con l’obiettivo di rendere uguali i punti di partenza di tutti i cittadini italiani. Siamo italiani e vogliamo diritti di cittadinanza uguali a tutti gli altri italiani: uguali i punti partenza, saranno diversi i punti di arrivo in rapporto alla capacità e al talento di ciascuno! Sia data ai sardi la possibilità di dimostrare il proprio valore, senza la partenza ad handicap dell’insularità!»

«Non si tratta soltanto di difendere la nostra Autonomia – ha aggiunto il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Pietrino Fois – ma di interpretare una nuova stagione di Autonomia 4.0, che coniughi responsabilità e innovazione e rappresenti una vera rivoluzione culturale per l’intera Sardegna! La nostra cultura, la nostra storia millenaria e le nostre tradizioni rappresentano la consapevolezza della nostra identità che diventa il presupposto per l’abbandono del vecchio modello di sviluppo, basato sull’assistenza. I sardi non vogliono più ricevere il “pesce pescato da altri e regalato dallo Stato”, proseguendo un andazzo che mortifica ogni capacità di dimostrare quanto valiamo e ci condanna ad essere servi senza dignità. Vogliamo invece che siano azzerati gli attuali svantaggi strutturali legati all’insularità e che sia, dunque, finalmente consentito ai sardi di competere con pari punti di partenza e pari opportunità con tutti gli altri cittadini italiani!»

«L’obiettivo finale – ha concluso il parlamentare dei Riformatori sardi Pierpaolo Vargiu – può sembrare un sogno, ma non lo è affatto: vogliamo raccogliere 100.000 firme autenticate e certificate, un risultato mai ottenuto prima d’oggi in Sardegna nelle diverse campagne referendarie, che può certificare in modo inequivocabile che questa non è una battaglia di una parte politica, ma la madre di tutte le battaglie per tutti i sardi! Da oggi dunque chiediamo a tutti un “cambio di passo”: la classe dirigente sarda sta aderendo in modo autorevole e massiccio, è il momento di contagiare a tutti i sardi il nostro entusiasmo, gridando con forza quanto “noi ci crediamo!”.»

Sono poi intervenuti:

Enrico Altieri, già presidente della sezione tributaria della Corte di cassazione: «Si tratta di una iniziativa importante, perché incide sull’identità Costituzione della nostra nazione. Apre la strada a una serie di opportunità sinora negate, soprattutto sul piano della fiscalità di vantaggio».

Roberto Deriu, consigliere regionale del Pd: «Con questa iniziativa riprende vigore l’iniziativa riformatrice. Un ampio fronte proveniente da diverse aree politiche si riunisce per un obiettivo che potemmo definire in controtendenza, giacché nasce non per dividere me per unire, e si muove sul piano costituzionale, com’è corretto che sia».

Pietro Pittalis, consigliere regionale Forza Italia: «I referendum lombardo e Veneto del ottobre ci impongono di batterci per riaffermare la nostra specialità. Ringrazio i Riformatori sardi er la lungimiranza che hanno avuto nel promuovere l’iniziativa, e vorrei richiamare anche la battaglia fatta nel parlamento europeo dal nostro europarlamentare Salvatore Cicu, che ha portato ad una importante risoluzione del parlamento europeo».

Vanni Lobrano, docente di diritto romano presso l’Università di Sassari: “Iniziativa dal grandissimo significato costituzionale”.

Maria Antonietta Mongiu, già presidente del Fai: «Lavoriamo perché la maggior parte della popolazione sia con noi. Se riusciremo, la battaglia sarà vinta».

Rita Dedola, Presidente dell’ordine degli avvocati di Cagliari, che ha dichiarato: «Il traguardo di firme raggiunto conferma che avevamo visto lungo e giusto: in Sardegna è indispensabile una svolta culturale che individui un nuovo percorso di sviluppo, che unisca tutti i sardi, dando diritti di cittadinanza pari agli altri italiani. Anche lo smantellamento del sistema dei Tribunali a cui rischiamo oggi di assistere in Sardegna è figlio di una logica che rifiutiamo, non certo perché vogliamo assistenza statale, ma perché chiediamo che vengano calcolati e risarciti i maggiori costi per il buon funzionamento della Giustizia nell’Isola!»

Franco Sabatini, consigliere regionale Pd: «Sono temi che per loro natura sono trasversali, ed è significativo che ci siano consiglieri regionali di diverse parti politiche. Accanto ad essa tuttavia è necessario mettere in campo una forte azione politica rivolta all’Europa».

Stefano Altea, avvocato, esperto di Diritto Europeo: «L’iniziativa referendaria avente oggetto la (re)introduzione del principio di insularità all’interno della Carta Costituzionale trae legittimazione giuridica dall’art. 1 lettera f della L.R. 17 maggio 1957, n. 20 che regolamenta le Norme in materia di referendum popolare regionale. Ai sensi dell’art. 1, lettera f, infatti, può essere indetto referendum popolare per esprimere parere su questioni di particolare interesse sia regionale che locale. E’ di tutta evidenza come la costituzionalizzazione del principio di insularità sia una questione di particolare interesse per la Sardegna per due motivi. Il primo risiede nella necessità di affermare le pari opportunità, il secondo riguarda la questione fondamentale per riaffermare la specialità della nostra Regione in ambito nazionale. A livello contenutistico il quesito referendario si presenta del tutto legittimo dal punto di vista della legalità costituzionale in quanto non mira a derogare l’iter naturale di revisione della Costituzione di cui l’art. 138 ma vuole rappresentare un importante stimolo per la Giunta Regionale al fine di intraprendere i percorsi istituzionali necessari per la presentazione di una proposta di Legge Costituzionale».

Alessandra Zedda, consigliere regionale di Forza Italia: «L’affermazione del principio di insularità all’interno della Costituzione ci consentirà, nei confronti dell’Europa e del resto dell’Italia, una revisione totale sia del concetto di aiuto di stato, che di concorrenza. Questo determinerebbe un impatto fortissimo sulle potenzialità di sviluppo e potenziamento sia dei settori produttivi tradizionali che innovativi».

Piero Comandini, consigliere regionale del PD: «Tanti problemi della Sardegna nascono proprio alla condizione di insularità, mai veramente riconosciuta; è un dato di fatto, siamo lontani dalla terra ferma è una condizione che non possiamo cambiare, ma possiamo, dobbiamo, abbiamo il diritto/dovere di farne un vantaggio. Ecco perché ritengo che il referendum sia importante, perché sarà la voce di tutti i sardi, una voce unita e forte, perché il riconoscimento della nostra insularità ci darà la possibilità di liberarci dei tanti vincoli che altro non fanno che tenerci isolati. Il popolo sardo deve avere il giusto riconoscimento e la tutela che merita. Il referendum deve essere il punto di partenza per un nuovo grande Piano di Rinascita Regionale, sostenuto e riconosciuto a livello nazionale ed europeo».

Domenico Gallus, consigliere regionale gruppo Psd’az, La base e sindaco di Paulilatino: «Nuovo protagonismo degli amministratori locali, su un tema di rilevanza straordinaria. Ho avuto i moduli da pochi giorni eppure mi sono reso conto che le persone aderiscono con entusiasmo. È un segnale da non sottovalutare».

Marco Tedde, consigliere regionale di Forza Italia: «Siamo cittadini diversamente comunitari, questo è il frutto dell’insularità. Che è anche un fattore culturale determinante».

Giuseppe Fasolino, consigliere regionale di Forza Italia e sindaco di Golfo Aranci: «Fondamentale che il valore su cui noi qui presenti convergiamo non è l’appartenenza politica ma una battaglia comune per la nostra terra. Ma non dimentichiamo che il referendum è solo un punto di partenza».

Giovanni Pileri, coordinatore dei Riformatori sardi Gallura: «Ci sono terrori come la Gallura dove l’insularità pesa più che altrove. La gente risponde immediatamente, e questo oggi è un fatto straordinario. Riconoscimento fondamentale per la ripresa della nostra economia».

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«In sanità, anche le cose apparentemente di buon senso, se fatte male, rischiano di creare disastri.»

Pierpaolo Vargiu, deputato dei Riformatori sardi, lo scrive in un’interrogazione urgente presentata al ministro della Sanità per segnalare il rischio che l’accorpamento al Brotzu dell’oculistica del Binaghi rischi di privare la città dell’eccellenza della chirurgia vitreo-retinica, consolidata proprio al Binaghi.

«La fusione delle due equipe deve migliorare la qualità dell’offerta e, pertanto, non può che avvenire salvaguardando le rispettive competenze – aggiunge Pierpaolo Vargiu – ed è noto risaputo in città che il gruppo del Binaghi, guidato dal dottor Nino De Casa, ha raffinato speciali competenze nella chirurgia vitreo-retinica, diventando il centro di riferimento in questo importantissimo tipo di offerta, per numero di sedute operatorie e di pazienti trattati.»

«Al Binaghi sono state appena rifatte le sale operatorie e ci sono dotazioni strumentali oculistiche di assoluta avanguardia che rischiano di non trovare neppure adeguati spazi fisici negli angusti locali del Brotzu, mentre nessuno sembra interessarsi del destino delle competenze chirurgiche appena trasferite al Brotzu! Nelle quotidiane tragedie della sanità sarda, sarebbe la goccia che fa traboccare il vaso:  Cagliari non può permettersi  di perdere anche questa offerta chirurgica che – conclude Pierpaolo Vargiu – mancherebbe soprattutto alle fasce sociali più deboli e rischierebbe di far ripartire i dolorosi viaggi della speranza:»

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Il Comitato Promotore del Referendum per l’inserimento del principio di insularità nella Costituzione, nella giornata di oggi, in Piazza Costituzione, ha inaugurato la raccolta delle firme con un flash mob cui ha partecipato una grande folla di cittadini pronti a mobilitarsi sull’iniziativa. 

Sono intervenuti numerosi componenti del Comitato Promotore, del Comitato Scientifico, che mette insieme alcune tra le più prestigiose personalità del mondo scientifico e del lavoro sardo, e del Comitato degli Amministratori, che ogni giorno cresce in numero ed in autorevolezza e che è composto oramai da più di 80 sindaci.

E’ intervenuta la gran parte dei rappresentanti delle istituzioni, appartenenti a aree politiche diverse, che fanno parte del comitato promotore Roberto Deriu  Piero Comandini,. Alessandra Zedda, Annamaria Busia, Antonio Cappai, Giuseppe Fasolino Pietro Pittalis, Attilio Dedoni, Luigi Crisponi e Michele Cossa,  Emilio Floris e Pierpaolo Vargiu. 

La manifestazione è stata accompagnata dalla prestigiosa partecipazione del Gruppo i Nuraghi. Il coro ha intonato Procurad’ e moderare. L’Innu de su patriottu Sardu a sos feudatarios, passato alla storia come la Marsigliese sarda, rappresenta il canto della nuova rivoluzione sarda.

Tutti hanno manifestato essere cosa necessaria e indispensabile il riconoscimento del “principio di insularità” nella Costituzione Italiana come condizione irrinunciabile ed equa di un pari diritto di cittadinanza.

 

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«Se le notizie che si stanno diffondendo in queste ore fossero vere, l’Università di Cagliari rischierebbe di perdere la scuola di specializzazione in Chirurgia Generale, un vero disastro per l’alta formazione dei medici sardi.» 

Lo sostiene il parlamentare dei Riformatori sardi, Pierpaolo Vargiu, che ha rivolto un’interrogazione urgente al MIUR e al ministro della Sanità perché intervengano e scongiurino il pericolo.

«L’Università di Cagliari ha una solida tradizione chirurgica e un corpo docente di altissima qualità – aggiunge Pierpaolo Vargiu – e la Sardegna ha l’esigenza di formare i propri specialisti per le necessità della salute dei sardi. Sarebbe davvero un disastro se, a causa di qualche vizio formale, la nostra Università venisse privata di una scuola di specializzazione medica assolutamente indispensabile.»

«I Ministeri competenti contattino dunque immediatamente Regione e Università di Cagliari – conclude Pierpaolo Vargiu – per accertare la piena sussistenza dei requisiti tecnici per l’esistenza della scuola, rimuovendo ogni ostacolo formale alla conferma di un’offerta formativa che non possiamo permetterci il lusso di perdere per non impoverire l’Università di Cagliari ma, più ancora, per la garanzia della qualità dell’assistenza sanitaria per tutti i sardi!»

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«Continua il vergognoso furto di sabbia dalle spiagge che offende e violenta l’intera Sardegna. Con l’aggravante che la sfrontatezza e il senso di impunità dai ladri è tale da consentirgli di vendere il bottino per pochi euro sui siti di e-commerce internazionale!»

E’ questo il doloroso grido di allarme lanciato da Pierpaolo Vargiu e Roberto Frongia, rispettivamente deputato e presidente dei Riformatori sardi, con un’interrogazione urgente al Ministero competente sul demanio marittimo, a cui è unito un esposto alle procure della Repubblica sarde, con le schermate del sito www.ebay.de , che mette in vendita per pochi euro la sabbia sarda.

«Il bottino vigliacco di sabbia, che è il frutto del tradimento della ospitalità dei sardi – denunciano Vargiu e Frongia – è messo in vendita nei siti di e-commerce per pochi euro: la sabbia del Poetto, di Cala Sinzias, di Sant’Elmo e di Alghero Maria Pia è stata venduta per 2,50 euro. Per 5,99 euro è stata venduta la sabbia dello Scoglio di Peppino, con 9,99 euro di un “compralo subito” si può ancora portare a casa la sabbia evidentemente più pregiata di Porto Pollo.»

«E’ una vergogna che deve finire! – concludono Vargiu e Frongia -. Il turismo è un’attività economica di scambio tra culture, non può diventare la spoliazione fraudolenta delle risorse ambientali, che sono un bene indisponibile, da tutelare e trasmettere ai figli! E’ per questo che chiediamo l’intervento immediato del Ministero competente e sottoponiamo i fatti alle procure sarde perché accertino – ed eventualmente perseguano – fatti illeciti.»

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«I dati pubblicati dall’ISTAT sono impietosi: il dramma dell’acqua in Sardegna non è soltanto figlio della siccità, ma anche di una delle reti idriche più colabrodo d’Italia!»

Lo denuncia il deputato dei Riformatori sardi Pierpaolo Vargiu che ha rivolto un’interrogazione urgente al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti (oggi in commissione Ambiente per relazionare proprio sull’emergenza idrica) per chiedere le risorse economiche e la nuova tecnologia robotizzata per i necessari interventi infrastrutturali.

«Cagliari è la maglia nera tra i capoluoghi italiani – sottolinea Pierpaolo Vargiu – per la dispersione per Km quadrato: il dato (161,5 metri cubi) è inquietante, con perdite pari al 59,3% del totale (contro una media italiana intorno al 40%). I numeri simili di Sassari, Iglesias e Tempio configurano una situazione regionale davvero disastrosa!»

«Purtroppo – aggiunge Pierpaolo Vargiu – secondo il Blue Book 2017 di Utilitalia, gli investimenti italiani sulla efficienza delle reti sono bassissimi: 35 euro/anno/ pro capite, che scendono a 12 nelle aree più povere, contro una media tra 80 e 120 euro delle altre nazioni europee.»

«Se non vogliamo che il disastro idrico in Sardegna diventi una calamità perpetua – conclude Pierpaolo Vargiu – serve urgentemente un Piano di investimenti nazionale che abbia l’indispensabile attenzione per la tragedia climatica e delle reti di distribuzione della Sardegna.»

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«Nel gennaio del 2015, finalmente il Parlamento ha eliminato i limiti di statura che impedivano a tantissimi sardi di entrare nelle forze dell’Ordine e nei VV.FF. La legge, sollecitata anche dalla Unione Europea, venne salutata con l’entusiasmo legato alla fine di una odiosa e ingiusta discriminazione, particolarmente dolorosa in Sardegna.»

Lo sottolinea il parlamentare dei Riformatori, Pierpaolo Vargiu, che ha rivolto un’interrogazione urgente al ministro dell’Interno per segnalare come «nel dicembre 2015, e cioè quasi un anno dopo l’approvazione della legge, sia stato invece bandito un concorso per vice ispettore di Polizia che riportava ancora i limiti per statura».

«Venti giorni dopo il bando – aggiunge Pierpaolo Vargiu – veniva pubblicato il decreto con i nuovi parametri fisici per l’idoneità. Eravamo dunque tutti convinti che le visite mediche sarebbero state fatte secondo tali nuovi criteri, invece neppure per sogno, i giovani sardi sono stati falcidiati sulla base di norme che non esistono più!»

«Prima che i ricorsi al TAR costino soldi e credibilità al Ministero – conclude Pierpaolo Vargiu – si riammettano dunque immediatamente i giovani ingiustamente esclusi, restituendo fiducia nelle istituzioni, che per avere il rispetto di tutti non possono, esse per prime, aggirare le leggi!»

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«Il disastro occupazionale dell’area di Cagliari non può permettersi di perdere i 400 posti di lavoro del customer care di Wind Tre!»

Lo sostiene il parlamentare dei Riformatori sardi, Pierpaolo Vargiu, che ha presentato un’interrogazione urgente al ministero del Lavoro e a quello dei Trasporti.

«Il paradosso più drammatico – aggiunge Pierpaolo Vargiu – è che questa volta non saremmo di fronte ai licenziamenti di un’azienda in crisi, ma ad una deliberata scelta strategica di esternalizzazione di un colosso delle comunicazioni che funziona perfettamente e che ha un mercato in espansione. Sarebbe davvero una beffa se lo Stato – che esercita un’importante funzione da regolatore del settore – non intervenisse immediatamente per garantire certezza al know how e ai posti di lavoro dei dipendenti!»

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«La vicenda del nuovo bando per l’elisoccorso in Sardegna rischia di diventare l’ennesima farsa tragica di una sanità, quella sarda, la cui qualità sta precipitando senza scampo». Lo sostiene il deputato dei Riformatori, Pierpaolo Vargiu, che ha rivolto un’interrogazione urgente al ministro Beatrice Lorenzin, perché intervenga sul disastro annunciato.

«Tra mille incertezze e tentennamenti – aggiunge Pierpaolo Vargiu – ora la Regione tenta di scaricare le colpe per il ritardo nella pubblicazione del bando per l’elisoccorso sull’autorità Anticorruzione ANAC , da cui attenderebbe un parere, nella tagliola di un protocollo di consultazione che la stessa Regione ha sbandierato come evento epocale al momento della sottoscrizione.»

«Il risultato del tentativo di scaricabarile con ANAC è che la gara per l’elisoccorso non viene bandita, per cui il servizio non verrà assegnato in tempo per la cruciale stagione estiva, lasciando scoperte realtà come La Maddalena, a cui ampie garanzie erano state date all’atto della cancellazione del punto nascita. Non possiamo rassegnarci ad una estate sarda priva di elisoccorso, con la percorrenza gommata impossibile nelle strade costiere: intervenga la Lorenzin – conclude Pierpaolo Vargiu – perché siamo davvero alla lesione dei livelli essenziali di assistenza dei sardi!»

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I Riformatori sardi hanno tenuto stamane una conferenza stampa, nel Palazzo del Consiglio regionale, per denunciare i tempi lunghissimi delle liste d’attesa nel sistema sanitario pubblico della Sardegna. 

Un anno e mezzo per una mammografia all’Ospedale Businco di Cagliari, un anno per una colonscopia al SS. Trinità, quasi nove mesi per una visita cardiologica al Sirai di Carbonia e per una ginecologica a Olbia, otto per un consulto oculistico a Bono. Sono i casi più eclatanti estratti dalle liste d’attesa delle Asl sarde e denunciati questa mattina dai Riformatori sardi.

«In Sardegna i tempi di attesa per una visita specialistica sono di circa 4 mesi contro i 30 indicati dal Piano nazionale – ha detto il coordinatore regionale dei Riformatori Pietrino Fois – tutto questo accade nonostante la Regione destini il 60% del suo bilancio alla copertura delle spese del sistema sanitario.»

«Una situazione che va contro il Codice del Consumo che impone alle amministrazione pubbliche di rispettare precisi standard di qualità nell’erogazione dei servizi sanitari – ha aggiunto il presidente del partito Roberto Frongia – i cittadini hanno diritto a ricevere prestazioni adeguate. In Sardegna purtroppo questo non accade, la disorganizzazione è palese.»

Diverse le cause che influiscono sull’allungamento delle liste d’attesa secondo il deputato Pierpaolo Vargiu, componente della Commissione sanità della Camera: «In Sardegna sono ancora pochi gli investimenti in nuove tecnologie, indispensabili per adeguare l’offerta e monitorare l’appropriatezza delle prestazioni – ha detto Pierpaolo Vargiu – spesso i macchinari sono obsoleti e la classificazione delle prestazioni è fuori controllo. Altra questione riguarda le risorse umane: anche in questo caso servono investimenti per la formazione del personale medico. Una soluzione potrebbe essere rappresentata dal potenziamento dei servizi territoriali e della medicina 2.0 per la gestione dei pazienti da “remoto” – ha aggiunto Vargiu – i malati cronici devono essere intercettati prima che vadano ad intasare le liste d’attesa, altri potrebbero essere gestiti in modo semplice e rapido con l’utilizzo delle nuove tecnologie».

Le informazioni sulle liste d’attesa – hanno spiegato gli esponenti dei Riformatori sardi – sono stati estrapolate dai siti delle Asl sarde. «Si tratta di dati ufficiali – ha detto Attilio Dedoni, consigliere regionale e presidente della Commissione d’inchiesta sui costi della Sanità – il nuovo manager dell’Ats Fulvio Moirano sembra essere interessato ad altro. Preoccupa il fatto che le lungaggini riguardino anche gravi patologie, non c’è una Asl che si salvi. E’ una questione sulla quale si deve intervenire con urgenza, la politica ha il dovere di correggere se stessa senza aspettare che arrivi la magistratura».

Secondo i Riformatori sardi, la Sardegna dovrebbe guardare con attenzione alle pratiche virtuose di altre regioni italiane come l’Emilia Romagna che ha adottato soluzioni molto positive per la riduzione delle liste d’attesa. «Oggi è in via di definizione il nuovo Piano nazionale per la gestione delle liste d’attesa, alcune regioni hanno già approvato i loro piani, la Sardegna è invece in ritardo. Eppure – ha concluso Pierpaolo Vargiu – la nostra spesa sanitaria continua a crescere: secondo un recente studio dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma la spesa media pro capite della nostra Regione è di 2062 euro contro i 1838 della media nazionale».