21 November, 2024
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«In questa sanità sarda che, pure ormai si regge soltanto sullo spirito di sopportazione e di sacrifico di chi ci lavora, la vicenda della Radiologia del SS. Trinità è comunque allucinante!». Lo ha detto il deputato dei Riformatori sardi Pierpaolo Vargiu, presentando un’interrogazione urgente al ministro Beatrice Lorenzin.

«Nel febbraio del 2014 (più di un anno e mezzo fa!) è stata comprata una macchina di altissima tecnologia (un angiografo digitale), costata quasi un milione e mezzo di soldi pubblici, che permetterebbe alla ASL 8 di dare risposte di altissima qualità specialistica, oggi spesso assenti a Cagliari.»

«Invece, siamo all’assurdo – prosegue Vargiu – : i locali che dovrebbero accogliere la nuova macchina e la sala ibrida sono eternamente in preparazione (i lavori sembrerebbero peraltro incredibilmente fermi!) mentre la TC perfettamente funzionante che li occupava è ora “temporaneamente fuori servizio”, per cui tutto il carico del lavoro TAC è svolto dall’unica apparecchiatura funzionante, al Pronto Soccorso, ovviamente intasata da una mole di esami enorme!»

«Nel frattempo – sottolinea ancora Vargiu – l’azienda fornitrice dell’angiografo minaccia azioni legali per il danno subito e, soprattutto, i pazienti del SS. Trinità vivono disservizi straordinari e si vedono negate le prestazioni che solo la nuova macchina può eseguire.»

«Una situazione surreale, di spreco e di disservizio – conclude Vargiu – per cui è urgente l’intervento di vigilanza del Ministro, che sblocchi l’incredibile vicenda!»

Pierpaolo Vargiu 4 copia

Matteo Renzi copia 2Attendati Alcoa 2

I deputati sardi hanno consegnato una lettera al presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, nella quale chiedono un intervento istituzionale per affrontare a portare a compimento la vertenza che riguarda il futuro dello stabilimento Alcoa di Portovesme e quello dei lavoratori.

Questo il testo integrale.

«Gentile Presidente,

con la presente vogliamo portare alla Sua attenzione il contenuto e le determinazioni assunte in occasione dell’incontro presso la Camera dei Deputati che ha visto intorno allo stesso tavolo deputati della Sardegna, sindacalisti e lavoratori dello stabilimento ALCOA di Portovesme, l’unico – se riattivato – nelle condizioni di mantenere in Italia la produzione di alluminio primario, attualmente sospesa.Con l’occasione ci pare opportuno ricordare le fasi salienti che hanno caratterizzato la difficile vertenza “Alcoa”.

Nel gennaio 2012 Alcoa annunciò di voler arrestare la produzione dello stabilimento a causa degli elevati costi di produzione;

il 27 marzo 2012, presso il ministero dello Sviluppo economico, è stato raggiunto un accordo tra Alcoa, sindacati, Regione Sardegna e Governo per la gestione della crisi. L’azienda, in seguito all’intesa raggiunta, ha acconsentito a mantenere attivo lo stabilimento fino al 31 dicembre 2012 e ad assicurare, per almeno un anno, adeguate condizioni di efficienza, così da garantire – nel caso di subentro di nuovi azionisti – una pronta ripresa della produzione. L’accordo prevedeva inoltre un impegno straordinario del Governo per trovare una soluzione al problema del costo dell’energia elettrica e, da parte delle istituzioni regionali e locali, l’impegno a migliorare la dotazione infrastrutturale del territorio;

il processo di fermata dell’impianto di Portovesme si è concluso alla fine del 2012 e i dipendenti (circa 1.000, 500 dei quali direttamente dipendenti e gli altri 500 occupati nell’indotto), hanno avuto accesso alla Cassa integrazione straordinaria dal 1° gennaio 2013;

Alcoa si è occupata della manutenzione dello smelter di alluminio primario fino a fine luglio 2014, ma il 25 agosto dello stesso anno ha comunicato la decisione di chiusura definitiva dello stabilimento; lo scorso 10 novembre è stato fatto un rilevante passo in avanti nella vertenza. Il Governo, la Regione Sardegna e la società Glencore hanno sottoscritto un protocollo d’intesa concernente le condizioni fondamentali perché Glencore avvii un confronto con Alcoa circa la possibile acquisizione e riattivazione dello smelter di Portovesme; l’obiettivo della ripresa della produzione di alluminio primario è perseguito anche attraverso l’impegno di Alcoa a favorire, in assoluta buona fede, il riutilizzo produttivo dell’impianto;

il Governo e la Regione hanno invitato Glencore, proprietaria nella stessa area di Portovesme di un importante stabilimento di produzione di metalli non ferrosi, a discutere quali condizioni fondamentali debbano sussistere per considerare la possibilità di riavviare l’impianto: Glencore è apparsa pronta a verificare, attraverso ulteriori approfondimenti questa opportunità;

il confronto fra Governo, Regione e Glencore si è quindi sviluppato prevalentemente sulle condizioni economiche e di fornitura dell’energia, sulle possibilità di sostenere con risorse pubbliche gli investimenti necessari e sul miglioramento delle condizioni di contesto infrastrutturale. L’esito dell’operazione è tuttavia subordinato al completamento da parte di Glencore di una esaustiva due dilegence in relazione all’impianto e alle condizioni della sostenibilità della gestione delle attività nel lungo termine;

dagli esiti dell’ultima riunione della Task Force sullo stato del confronto Alcoa-Glencore che si è tenuta al Mise lo scorso 6 febbraio, si apprende che la trattativa tra le due multinazionali prosegue nel rispetto di quanto previsto nel citato protocollo d’intesa. Risultano inoltre in corso di definizione gli strumenti di carattere nazionale che, soprattutto in tema di contenimento del costo dell’energia, possano favorire la competitività delle produzioni strategiche.

Ora, se è vero che in questi anni il corso del prezzo dell’alluminio nelle borse internazionali non ha brillato, gli analisti convergono nel definire prospettive future di mercato senza dubbio positive. Vi sono, dunque, condizioni economiche e industriali per la riattivazione degli impianti.

E’, dunque, assolutamente indispensabile portare a conclusione il lungo percorso istituzionale di sopra riassunto, percorrendo “l’ultimo miglio” consistente nel verificare in sede di Unione Europea che le previste condizioni normative e regolatorie sull’approvvigionamento di elettricità non confliggano in alcun modo con i trattati istitutivi, a garanzia dei futuri investimenti pubblici e privati.

Per questo motivo, signor Presidente, Le chiediamo che la cura del dossier presso gli uffici della Commissione abbia non solo la priorità temporale necessaria ad una conclusione rapida e positiva dei procedimenti autorizzativi, ma sia trattata al giusto livello di interlocuzione politica e non solo amministrativa, e sia considerata uno degli obiettivi del Suo Governo nelle relazioni con le istituzioni comunitarie.

Lo chiediamo, tutto questo, non solo rappresentandoLe l’urgenza di un caso di crisi industriale che può trovare soluzione e la preoccupazione per il lavoro di migliaia di famiglie, ma anche l’opportunità che l’Italia si confermi un Paese che – al pari degli altri più importanti stati membri dell’Unione – mantenga una presenza nel settore, quale quello dell’alluminio, capace di esaltare il nostro “saper fare”, le nuove opportunità tecnologiche e gli spazi di lavoro che si aprono in vari settori, non ultimo quello della ricerca.

Gradisca, Presidente, i sensi della massima considerazione.

I deputati della Sardegna

Emanuele Cani

Francesco Sanna

Giovanna Sanna

Giampiero Scanu

Romina Mura

Siro Marrocu

Marco Meloni

Michele Piras

Caterina Pes

Paola Pinna

Pierpaolo Vargiu

Roberto Capelli

Settimo Nizzi».

«C’è da compiere, alla luce del percorso già fatto – commenta Emanuele Cani -, l’ultimo sforzo per il quale è necessaria un’interlocuzione politica di alto livello. Un passaggio importante verso cui già da tempo la presidenza del Consiglio dei ministri aveva mostrato attenzione e interesse. In ballo c’è il futuro, non solo dello smelter e dei suoi lavoratori, ma un comparto produttivo importante per l’intero paese.»

aDSC_0911aDSC_0924Hotel Cervo 1 Porto Cervo copia Porto Cervo 2 copia

Franco Mulas, area manager Starwood Costa Smeralda, ha illustrato questa mattina, a Porto Cervo, il bilancio turistico del 2014 e anticipato le previsioni per il 2015 nei 4 alberghi di proprietà del Qatar e gestiti dalla Starwood.

Il bilancio 2014 per i quattro alberghi di proprietà del Qatar gestiti dalla Starwood hotels è positivo. Il Cala di Volpe, il Pitrizza, il Romazzino e il Cervo lo scorso anno hanno confermato il trend positivo del 2013 e incrementato i dati relativi all’occupazione delle camere. Nel 2014 sono state circa 50mila le presenze complessivamente registrate nei quattro hotel di proprietà del Qatar in Costa Smeralda durante la stagione iniziata a maggio e conclusasi a ottobre. Le camere occupate sono state 27 mila 300. Il Cervo è rimasto aperto tutto l’anno; il Romazzino ha lavorato a pieno regime fino al 24 ottobre; il Pitrizza e il Cala di Volpe hanno terminato la stagione il 27 settembre. Per il 2015 è prevista un’ulteriore crescita in termini di occupazione delle camere e dunque una stagione decisamente positiva.

In un mercato sempre più internazionale quello italiano continua a mantenere il primato in termini di presenze con il 13%, seguito da quello russo (11%) e Stati Uniti (11%) con quello a stelle e strisce in netta crescita con un miglioramento del 21% rispetto all’anno precedente.

Nel 2014, grazie all’andamento positivo della stagione, l’attività dei quattro alberghi Starwood ha generato un indotto rilevante nell’economia del territorio sardo. La spesa in Sardegna, per l’acquisto di cibo e bevande (carne, pesce, frutta, verdura, vino, formaggi, per cui alimenti di consumo immediato), è stata di 2,5 milioni di euro. Starwood ha poi speso altri 4,7 milioni di euro per altri servizi sempre offerti da aziende sarde.

Un altro dato importante è quello relativo al numero dei coperti preparati nei quattro hotel e nei cinque ristoranti e locali della Starwood in Costa Smeralda: nella stagione turistica 2014 sono stati offerti 260mila pasti per un numero equivalente di persone.

Starwood ha pagato stipendi per un ammontare complessivo di circa 14 milioni di euro con un aumento di 750mila euro rispetto al 2013. I dipendenti assunti nel picco stagionale sono stati 842 il 91% dei quali residenti in Sardegna.

L’indotto totale generato nel 2014 in Sardegna dal settore ricettivo Starwood ha sfiorato i 20 milioni di euro.

A Porto Cervo per il ponte pasquale saranno aperti, oltre all’hotel Cervo, i due locali Portico e Sole e diverse boutique. Nel contesto dei flussi turistici rilevati dalla Starwood in Costa Smeralda, l’hotel Cervo rappresenta un paradigma fondamentale per valutare l’andamento della stagione turistica. Per quanto riguarda i flussi di Pasqua, il trend del Cervo è estremamente positivo: le stanze occupate saranno oltre 50 su 80, quindi l’indice di riempimento si attesta intorno al 70 per cento per una media di tre notti per ciascuna prenotazione. «Per il sesto anno di fila manteniamo l’hotel Cervo aperto per dodici mesi – sottolinea Franco Mulas, area manager Starwood – riteniamo sia un nostro dovere per dare un contributo all’economia del territorio».

La previsione per il 2015 è di 6.500 camere occupate in più rispetto al 2014. Questo trend di crescita porterà un incremento nell’occupazione dei dipendenti con una trentina di assunzioni in più nel picco stagionale. La Starwood erogherà un milione di euro in più ai dipendenti rispetto all’anno precedente.

Gli alberghi della Costa Smeralda puntano anche su nuovi mercati, oltre al consolidamento di quelli tradizionali.  Si investirà sulla crescita delle presenze dei mercati indiano, brasiliano e turco oltre che sui flussi turistici di altri Paesi del sud America. Resta sempre forte l’interesse per la Cina attraverso l’elaborazione di una politica a medio e lungo termine. Si inserisce in questo contesto la strategia di promozione dell’immagine della Sardegna nelle riviste di bordo in business class già sperimentata sugli aerei di Qatar Airways e British Airways e che verrà sviluppata su Air China e Air India.

«Ritengo sia più utile e realistico parlare di differenti target turistici in rapporto ai mercati di riferimento – spiega Franco Mulas – piuttosto che dividere l’anno di attività in alta e bassa stagione. Esistono diversi tipi di turisti da intercettare, alcuni sono interessati esclusivamente all’offerta balneare, altri sono attratti anche da un’offerta più completa: dall’ippica al trekking, dal benessere al biking passando per la valorizzazione del turismo culturale con le straordinarie ricchezze archeologiche del territorio.»

Nella previsione di budget per il 2015 gli alberghi Starwood valutano con grande attenzione il mercato Medio Orientale. In questo senso è stato tenuto in considerazione i fatto che il Ramadan sarà osservato dal 17 giugno al 17 luglio prossimi. Presumibilmente i clienti di fede mussulmana, cominceranno a viaggiare dal 20 luglio e questo potrebbe avere un impatto positivo sugli alberghi della Costa Smeralda.  Riveste un ruolo importante anche la variabile relativa al conflitto russo-ucraino dal momento che una fetta importante dei flussi turistici proviene dai due Paesi.

Per quanto riguarda invece la vetrina mondiale dell’Expò di Milano 2015, sarà «un appuntamento importante per far conoscere la Sardegna – spiega Franco Mulas – e una occasione favorevole per migliorare la promozione di una meta turistica che, al di fuori dei confini europei, in alcuni casi non è abbastanza conosciuta». La Starwood Costa Smeralda punta anche sulla promozione della Sardegna come meta turistica internazionale attraverso il messaggio de “L’isola della longevità” legato agli studi scientifici che dimostrano come in Sardegna ci sia una aspettativa della vita fuori dal comune.

Infine, nell’ambito del progetto Taste of Sardinia che punta a portare i prodotti sardi in giro per il mondo, dal 12 dicembre al 29 marzo il ristorante Cala di Volpe con 10 cuochi e 10 camerieri si è trasferito a Courchevel, rinomata località turistica sulle Alpi francesi. Inoltre, la Starwood sta pianificando un’iniziativa simile (ma con durata annuale) a Londra. Anche nella capitale londinese ci saranno i prodotti e le maestranze griffate Cala di Volpe.

Non farsi vincere dalla malattia, ma combattere giorno dopo giorno per sentirsi sempre vivo. E’ questo e molto altro ancora il messaggio del libro di Cesare Corda “Benvenuto Mister Parkinson: reportage di quattro anni di battaglie dal fronte della malattia. Così ho zittito il mostro”, che sarà presentato venerdì 20 febbraio (alle 16.00) nell’Aula Magna della Facoltà di Medicina, nella Cittadella universitaria di Monserrato.

Parteciperanno all’evento, oltre all’autore, Giorgio Sorrentino commissario dell’Azienda Ospedaliero universitaria di Cagliari; Pierpaolo Vargiu, presidente della commissione Affari Sociali della Camera; Francesco Marrosu direttore della Clinica Neurologica dell’azienda mista; Anthony Muroni direttore dell’Unione Sarda; Paolo Contu preside della Facoltà di Medicina; Maria Del Zompo direttore del Dipartimento Scienze Biomediche; Filippo Peretti presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sardegna; Antonino Cannas responsabile del Centro per la Diagnosi e Cura del Morbo di Parkinson; Paolo Solla, neurologo; Micaela Morelli, neurofarmacologa; il regista Mario Faticoni.

Modererà il dibattito il giornalista Francesco Birocchi.

Cesare Corda copia

Pierpaolo Vargiu 6 copia

Domani alle 15.00, al question time della Camera, in diretta televisiva, il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini risponderà al deputato dei Riformatori sardi Pierpaolo Vargiu sulle iniziative del Ministero per evitare altri 30 anni di beffa alla città di Cagliari, con riferimento alla vicenda dell’Ospedale Marino, dal 1982 un triste relitto, assolutamente inutile allo sviluppo turistico ed economico della città di Cagliari, che sfregia il Poetto, spiaggia ufficiale di Expo 2015.

Il deputato cagliaritano dei Riformatori sardi Pierpaolo Vargiu, presidente della Commissione Sanità della Camera ha rivolto un’interrogazione urgente al ministero dei Beni e Attività Culturali e Turismo per chiedere un intervento immediato sulla «ormai surreale vicenda dell’ex Ospedale Marino di Cagliari».

Interrogazioni analoghe saranno presentate nei prossimi giorni dai Riformatori sardi in Consiglio regionale e nel Consiglio comunale di Cagliari.

In una nota i Riformatori sardi ricostruiscono l’iter fin qui seguito per la valorizzazione del bene, non approdato ad alcun risultato concreto.

Il 28 marzo 2006, la Giunta regionale della Sardegna deliberò le direttive per la valorizzazione dell’ex Ospedale Marino di Cagliari, che furono alla base del successivo bando del 21 luglio dello stesso anno. Tali direttive impedivano di fatto la trasformazione in albergo (la “residenzialità” veniva esclusa), ma sottolineavano la vocazione “turistico ricreativa” del bene.

Il 18 dicembre 2014, l’assessore regionale dell’Urbanistica ed Enti locali della Regione Sardegna annuncia alla stampa che la “never ending history” dell’ex Ospedale Marino si conclude ingloriosamente: «sarebbero state rilevate alcune irregolarità, che rendono impossibile la stipula del contratto». Nei giorni successivi, nella conferenza stampa di fine anno, il sindaco di Cagliari conferma contatti in corso con la Regione, che andrebbero verso destinazioni ricettive alberghiere.

A tutt’oggi, la notizia dei nove anni persi e del rudere in mezzo alla spiaggia del Poetto non è ancora ufficiale: manca qualsiasi atto ufficiale di annullamento della gara, per cui l’ultimo atto ufficiale della Regione è dell’APRILE 2014 ed è l’affidamento definitivo del bene al vincitore del bando di gara, un atto che va dunque in direzione opposta rispetto alla volontà annunciata dall’assessore!

In due successive interrogazioni, la prima in data 22.12.2011, la seconda in data 27.07.2012, Pierpaolo Vargiu e il Gruppo dei Riformatori sardi in Consiglio regionale avevano interrogato la Giunta regionale, denunciando come il progetto che stava andando avanti avrebbe sostituito il “vecchio ospedale Marino”, con una “nuova casa di cura privata”, una scelta schizofrenica rispetto alle esigenze di sviluppo turistico ed economico della città di Cagliari e dell’intera Sardegna!

Una scelta sostanzialmente contraria al bando, ma soprattutto, una scelta implicitamente impercorribile per la volontà manifestata dallo stesso vincitore della gara che, nella presentazione generale della propria proposta, chiaramente faceva riferimento al Piano sanitario regionale della Sardegna e alla necessità che la nuova offerta sanitaria dell’ex Ospedale Marino venisse adeguatamente valorizzata attraverso il convenzionamento dei posti letto da parte dell’assessorato regionale della Sanità.

Considerato che la Regione Sardegna ha potuto accreditare i nuovi posti letto del San Raffaele di Olbia soltanto attraverso una deroga di legge è del tutto evidente quando sia stato e sia surreale pensare ad accreditamenti di nuovi posti letto!

La prima tragedia – secondo i Riformatori sardi – è dunque che la Regione Autonoma della Sardegna abbia aspettato anni per prendere atto di ciò che era da tempo evidente a chiunque conoscesse i termini del problema ed era stato denunciato a più riprese dai Riformatori sardi.

LA seconda tragedia è che oggi la Giunta regionale della Sardegna, duettando con il sindaco di Cagliari con gli stupori e i candori francamente inaccettabili di Alice nel Paese delle Meraviglie, annunci in pompa magna la propria intenzione di annullare il bando e i suoi effetti, ma non abbia di fatto adottato nessun provvedimento in merito.

La terza tragedia è che questo atteggiamento di annunci senza atti ufficiali, di fumo senza arrosto della Giunta regionale, associato alle fantasticherie di fine anno del sindaco di Cagliari lasciano intendere che il Poetto, alla faccia del riconoscimento di “spiaggia ufficiale di Milano Expo 2015” – concludono i Riformatori sardi – rimarrà ancora a lungo sfregiata dal rudere dell’ex Ospedale Marino perché sulla vicenda è tutto incerto, tranne una cosa: Regione e comune di Cagliari sono accomunati dal non avere la più pallida idea di cosa fare.

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Manifestazione, domani mattina, alle 10.30, organizzata dai Riformatori sardi, di fronte ai cancelli della Saras, a Sarroch. Saranno presenti il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa; il presidente della commissione Affari sociali della Camera, Pierpaolo Vargiu; il presidente dei consiglieri regionali dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni; il consigliere regionale Luigi Crisponi; il presidente del Centro Studi dei Riformatori sardi, Franco Meloni; l’avvocato Roberto Frongia. L’obiettivo è convincere la Giunta regionale a fare la sua parte nella vertenza sulle accise.

Saras di notte copia

È stata presentata oggi in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati, alla presenza del tesoriere dei Radicali italiani Valerio Federico, dell’economista Tito Boeri e del Presidente dell’Adam Smith Society Alessandro De Nicola, la proposta di legge (AC 2717) firmata dal deputato dei Riformatori sardi, Pierpaolo Vargiu, e sottoscritta da parlamentari di tutte le aree politiche, dal PD a FI, a SC, alla nuova Costituente Popolare (NCD-UDC), che ha l’obiettivo di spezzare definitivamente i legami tra le banche e la politica, evitando che in futuro possano ripetersi scandali inaccettabili, come quello che ha travolto il Monte dei Paschi di Siena.

Nel concreto, la proposta sottoscritta da Vargiu impone l’obbligo per le Fondazioni di dismettere la propria partecipazione azionaria all’interno degli Istituti di Credito entro i quattro anni successivi all’approvazione della legge, affidando all’autorità di Vigilanza e al MEF gli atti sostitutivi in caso di inadempienza.

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“Cagliari e la risorsa Mare” è il titolo del convegno che si terrà domani, sabato 4 ottobre, a Cagliari (ore 9.30, Hotel Panorama, sala panoramica) promosso dai Riformatori sardi.

Al convegno parteciperanno ospiti illustri del panorama marittimo e velico nazionale: il presidente di Azimut (e deputato) Paolo Vitelli, il presidente dell’Associazione Scuola Italia in Vela, Franco Ricci, il presidente dello Yachting Club Cagliari, Alberto Floris. Il convegno sarà moderato dal presidente della commissione Affari sociali della Camera, Pierpaolo Vargiu, e dal coordinatore cittadino dei Riformatori di Cagliari, Noemi Migliavacca.

Introdurrà i lavori Paolo Ritossa, professore della Facoltà di Ingegneria Trasporti marittimi.

Pierpaolo Vargiu A copia

La commissione Sanità della Camera ha espresso parere favorevole sulle norme contenute nel decreto #Sblocca Italia che rendono possibile l’investimento della #Qatar Foundation Endowment presso l’ex Ospedale #San Raffaele di Olbia.

Nell’esprimere il parere sul decreto #Sblocca Italia, la Commissione, attraverso il presidente e relatore, Pierpaolo Vargiu (Riformatori), ribadisce la necessità di «introdurre modifiche volte a garantire l’attento monitoraggio da parte della Regione e del ministero della Sanità dell’effettiva rispondenza della qualità delle prestazioni sanitarie e della loro piena integrazione con la restante offerta sanitaria pubblica in Sardegna, nonché a definire un limite temporale ravvicinato per la adozione del proprio piano di razionalizzazione della rete ospedaliera».

Per Pierpaolo Vargiu, «l’accordo sull’ex San Raffaele è un investimento che mira a sollevare la qualità della sanità e della ricerca in Sardegna: è, dunque, opportuno che la Regione e il Ministero controllino, con attenzione e senza sconti, quanto e come i cittadini sardi ne beneficeranno e per questo presenterò un emendamento per migliorare il provvedimento».

Come accertato durante la missione della #commissione Sanità di Montecitorio, tenutasi in luglio a Cagliari e Olbia, l’impegno economico della #Qatar Foundation – specifica il parere – non appare affatto straordinario: annunciato nell’ordine del miliardo di euro in dieci anni, è in realtà in larga parte coperto dalla contropartita di prestazioni garantite in regime d’accreditamento da parte della Regione, per ben 556 milioni di euro nel decennio.

La straordinarietà dell’intervento del presidente del Consiglio e delle due modifiche di legge è invece giustificata dalle complessive opportunità di sviluppo per la nostra Isola: la collaborazione tra la Sardegna e la #Qatar Foundation nei settori dell’energia, della ricerca e dell’ICT può aprire nuove frontiere e dare nuove prospettive ai sardi.

Nel dare, dunque, l’ok alle due deroghe legislative per la Regione Sardegna, che consentono l’aumento del numero dei posti letto e l’incremento sino al 6% del tetto della spesa per l’acquisto di prestazioni da privati accreditati, la #Commissione Sanità ricorda che esse sono circoscritte soprattutto al triennio 2015-2017 e che il loro peso economico è comunque interamente a carico della Regione sarda: una sfida impegnativa per una Regione che ha un disavanzo in sanità che oggi oscilla intorno ai 400 milioni di euro.