24 November, 2024
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Originale iniziativa dei #Riformatori sardi: «Dieci miglia di proposte: viaggio itinerante tra bellezze e incompiute dell’Isola». Con questo slogan si sono imbarcati oggi a Palau per una dibattito a bordo della #Motonave Virginia. Durante il viaggio-dibattito sono stati affrontati numerosi temi: i trasporti, le infrastrutture ex G8, le servitù militari.

Sul ponte di comando del partito fondato da Massimo Fantola, c’erano il coordinatore del collegio Olbia Tempio, Giovanni Pileri, e gli esponenti di punta del partito in Gallura: Luca Montella e Fabio Lai; il coordinatore regionale, Michele Cossa; il presidente della commissione Affari Sociali della Camera, Pierpaolo Vargiu; il capogruppo in Consiglio regionale, Attilio Dedoni. Decine di attivisti e dirigenti provenienti da tutta la Sardegna.

Lungo l’itinerario: prima partenza, alle 10.00 da La Maddalena, seconda partenza alle 10.30 da Palau, alle 10.45 giro di presentazione del territorio, alle 12.00 dibattito a Cala Corsara (Isola di Spargi), alle 14.00 breve pausa all’isola di Budelli, alle 16.00 rientro al Porto di Palau.

Dieci miglia di idee e proposte, a partire dalle aggiorni questioni che interessano l’isola di la Maddalena e la Gallura. Iniziando dall’isolamento territoriale dei mesi invernali, che penalizza le imprese e lo sviluppo economico, soprattutto dopo che gli americani sono andati via. Sono stati spesi inutilmente 400 milioni di euro, per strutture ha sono abbandonate e stanno andando in malora è che potrebbero essere preziose per un incremento del turismo nel territorio. «Ma Su infrastrutture e trasporti – hanno spiegato i Riformatori sardi – la Regione è lenta e incapace di programmare. E la Gallura e l’intera Sardegna ne risentono. Da quando la Giunta si è insediata sono passati ormai sei mesi e non è stato prodotto alcun risultato. Non c’è uno straccio di idea di come far rinascere la Sardegna».

«L’unico risultato ottenuto da Francesco Pigliaru – hanno concluso i Riformatori sardi – è stato di svendere la Sardegna a Roma: prima un accordo suicidio sul pareggio di bilancio dando al governo la possibilità di decidere sulle nostre entrate, poi la questione delle servitù militari gestita malissimo e sfuggita di mano. Infine, una continuità territoriale monca e fuori controllo.»

«Con i cento milioni di euro per il #Medio Campidano la Giunta può realizzare un nuovo ospedale, visto che il vecchio è in condizioni disastrose ma, evitando progetti faranoici, inutili e insostenibili,  puo’ anche tagliare le tasse per le imprese e creare nuove opportunità di lavoro.»

Lo hanno detto i #Riformatori sardi durante la conferenza stampa di questa mattina davanti all’ospedale di San Gavino. Il coordinatore regionale dei Riformatori, Michele Cossa, ed il deputato e presidente della commissione Sanità della Camera, Pierpaolo Vargiu che, hanno poi visitato la struttura, guidati dal sindaco di San Gavino Carlo Tomasi e dal direttore amministrativo della Asl Paolo Cannas, incontrando medici, operatori sanitari e gli esponenti del Comitato per il nuovo ospedale di San Gavino.

Cossa e Vargiu sono stati categorici: «Se ci sono davvero i 100 milioni di euro, i Riformatori sardi propongono che l’intera cifra resti comunque nel territorio di San Gavino e del Medio campidano, che ne hanno vitale bisogno». Secondo i Riformatori sardi, “una parte di questa cifra servirebbe a costruire un «ospedale a misura di sanità moderna», senza iperbolici monumenti alla “medicina dei primariati” e alla industria dei posti letto, insostenibili economicamente, con grande attenzione invece alle esigenze dell’hospice e della riabilitazione e della lungodegenza. «I possibili risparmi dovrebbero essere  destinati a potenziare l’assistenza sanitaria nel territorio, mentre la restante cifra, sarebbe comunque “di proprietà” del Medio Campidano, che potrebbe decidere cosa farne: potrebbe decidere ad esempio di cancellare interamente l’Irap per tutte le imprese che operano nel Medio Campidano, utilizzando davvero i soldi nel modo più utile all’interesse generale, sia quando è necessario tutelare la salute degli individui, sia per rilanciare lo sviluppo economico di una zona che, se muore definitivamente, purtroppo non avrà più neppure bisogno dell’Ospedale».

«Ci preoccupa – ha aggiunto Cossa – lo stato confusionale del debolissimo assessore Arru, che rinuncia a qualsiasi logica di programmazione complessiva e sembra ingoiare passivamente le imposizione della politica, dal San Raffaele al finto “super ospedale” di San Gavino, senza riuscire a dare un’idea della sanità futura che la Giunta ha in mente.»

«Ancora una volta, siamo gli unici che scelgono di non prendere in giro i residenti di San Gavino e degli altri comuni interessati. La sanità sarda è in disavanzo di circa 400 milioni di euro l’anno. Con il nuovo # San Raffaele di Olbia diventeranno 450. Siamo sicuri che ci siano davvero i 68.4 milioni di euro o è la solita bufala di agosto? E, se anche ci fossero i 68 milioni di euro, come si farebbe a realizzare un ospedale da 250 posti letto, che già nel settembre 2008 si prevedeva che sarebbe costato 95 milioni di euro (Soru dixit?). I sangavinesi  (e non solo loro!) sono ancora disponibili a frasi prendere in giro? Noi crediamo di no.»

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Forse per la prima volta nella recente storia italiana, parte dalla Sardegna una delle più importanti “novità” della politica, che aspira a dare un riferimento di modernità e di innovazione a quella parte di società civile che non si riconosce nel centrosinistra e che vuole cambiare metodi e facce di questo centrodestra, ormai vecchio e superato nei programmi e nelle persone. L’iniziativa è stata presenta questa mattina nella sede regionale dei #Riformatori sardi dal deputato Pierpaolo Vargiu e dal coordinatore del partito Michele Cossa.

I “Riformatori” sardi sbarcano, dunque, oltre Tirreno e nascono i #Riformatori italiani che raccolgono subito l’adesione di cinque deputati e di centinaia tra amministratori locali ed esponenti della società civile che vogliono finalmente far ripartire l’economia e la speranza del Paese.

«La sfida del merito, delle capacità e dei talenti, contro il freno a mano tirato della conservazione dei privilegi e della lentezza della burocrazia – hanno detto Vargiu e Cossa – può oggi far ripartire gli ascensori sociali di un Paese che ha bisogno di discontinuità con le scelte del passato.» 

Oltre a Pierpaolo Vargiu, tra i promotori della nuova associazione de “I RIFORMATORI ITALIANI” ci sono i parlamentari Andrea Causin (leader di un movimento civico del Veneto), Stefano Dambruoso (lombardo, magistrato, notissimo per il suo impegno contro il terrorismo), Salvatore Matarrese (pugliese, si dimise dalla vicepresidenza dell”Associazione Nazionale Costruttori per svolgere il suo nuovo ruolo di deputato) e Paolo Vitelli (imprenditore piemontese, titolare dell’azienda nautica Azimut Benetti).

«Ma soprattutto – ha spiegato Vargiu – c’è l’entusiasmo di centinaia di sottoscrittori del MANIFESTO dei RIFORMATORI ITALIANI, che vengono dalle amministrazioni locali di tutta Italia, dal mondo delle professioni, delle associazioni, dell’impegno civile e stanno già costituendo i gruppi di lavoro regionali in molte realtà italiane.»

Si apre ora una fase di “adesioni on line”, aperta a tutti coloro che vogliono contribuire a “costruire il centrodestra che non c’è”, attraverso il nuovo sito www.riformatori.eu, che consentirà di contribuire ad estendere il definitivo MANIFESTO dei RIFORMATORI ITALIANI, che verrà approvato nel corso di una grande manifestazione nazionale, prevista per il SABATO 4 OTTOBRE, a Roma.

Il caso #Fondazione Banco di Sardegna approda in Parlamento. Con una doppia interrogazione, una in Consiglio regionale del gruppo consiliare dei #Riformatori sardi (primo firmatario il coordinatore regionale, Michele Cossa) e l’altra presentata alla Camera dal deputato Pierpaolo Vargiu, si chiede da un lato alla Regione e dall’altro al governo di far luce sulla situazione della Fondazione e su alcune operazioni del Banco. Questioni importanti anche perchéil patrimonio di circa 900 milioni di euro èdei sardi, sulla base della Carta delle Fondazioni.

In particolare Vargiu e Cossa chiedono se ministro e presidente della Regione non ritengano opportuno  verificare, «per quanto di propria competenza e attraverso i propri organi di vigilanza:

a) se non ritengano che la Fondazione Banco di Sardegna debba essere chiamata a rispondere del proprio operato circa leffettivo perseguimento dellesclusivo interesse della collettivitàsarda, anche tramite la netta separazione tra finanza e politica

c) se la Fondazione Banco di Sardegna abbia messo in atto tutti gli opportuni strumenti per ottenere un profondo cambiamento delle regole di governance, nella direzione di una chiara e trasparente rappresentativitàdegli organi e della garanzia del necessario ricambio dei vertici.

d) per quale motivo sia stato siglato un patto para-sociale tra Banco di Sardegna e Banca popolare dellEmilia Romagna che sembrerebbe ad esclusivo vantaggio di questultima e quali siano le ragioni che hanno indotto il Banco di Sardegna a svendere” la #Sardaleasing alla controllata della BPER».

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E’ stato costituito lo scorso 7 luglio, a Cagliari, l’#Osservatorio Sardo Riforme Istituzionali.

Alla costituzione dell’organismo si è pervenuti a seguito dell’iniziativa delle associazioni culturali #Fondazione Sardinia, #Carta di Zuri e #Sardegna Soprattutto, che hanno promosso a Cagliari, palazzo viceregio, il recente seminario-convegno “Est ora, move(m)us”, nelle due giornate del 9 e del 23 giugno u.s.

All’Osservatorio aderiscono liberamente singoli cittadini, tra i quali parlamentari sardi, consiglieri regionali, operatori politici, sociali e culturali di diverse associazioni e gruppi.

L’Osservatorio si propone di monitorare costantemente quanto accade nel Parlamento italiano in materia di riforme istituzionali, paventando e contrastando il pericolo della perdita della nostra specialità sarda e dello svuotamento del nostro statuto autonomistico.

I partecipanti opereranno informandosi e informando su quanto sta avvenendo, valutando le possibili conseguenze e decidendo le eventuali iniziative di contrasto.

Il lavoro dell’Osservatorio, senza preclusioni di sorta, giacché riguarda tutti i sardi, corrisponde e dà seguito all’urgenza segnalata dalla commissione regionale Autonomia nel documento del 26 giugno 2014 e intende fornire uno strumento utile alle finalità da esso proposte.

Già nella prima riunione costitutiva sono state segnalate alcune iniziative possibili:

• riunione solenne dei parlamentari sardi tra loro e con il Consiglio regionale;

• riunione solenne dei parlamentari e consiglieri sardi coi parlamentari e coi consiglieri delle altre regioni a statuto speciale;

•creazione di una rete tra tutti i soggetti interessati, compresi i canali informatici;

• diffusione dell’informazione in materia sia attraverso la stampa e i media locali, come avviene in altre regioni a statuto speciale, e attraverso internet;

• riunioni periodiche dell’Osservatorio e promozione di incontri pubblici.

All’Osservatorio hanno aderito al momento i parlamentari Roberto Cotti, Michele Piras e Pierpaolo Vargiu, i consiglieri regionali Gavino Sale e Paolo Zedda, i sindaci Piersandro Scano (Villamar) e Guido Tendas (Oristano), insieme a operatori politici, sociali e culturali di diverse associazioni e gruppi come Gianluca Argiolas, Bachisio Bandinu, Vito Biolchini, don Pietro Borrotzu, Mario Carboni, Nello Cardenia, Salvatore Cubeddu, Bustianu Cumpostu, Federico Francioni, Enrico Lobina, Piero Marcialis, Pierluigi Marotto, Piero Marras, Monica Mascia, Valerio Medda, Mario Medde, Franco Meloni, Giacomo Meloni, Vincenzo Migaleddu, Nicolò Migheli, Luigi Mossa, Giancarlo Nonnis, Fabrizio Palazzari, Lorenzo Palermo, Oreste Pili, Vindice Ribichesu, Michele Schirru, Carlo Serra.

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Accise e taglio del costo della benzina è il momento della verità: la #Corte Costituzionale ha fissato l’udienza (il 25 gennaio 2015) del ricorso del governo contro la legge Finanziaria regionale che consente alla Sardegna di incamerare le accise sui prodotti petroliferi per poi utilizzarle anche per dimezzare il costo dei carburanti. Ricorso contro cui la Regione, una volta di più serva e prona verso gli interessi del governo nazionale, ha battuto in ritirata, costringendo i #Riformatori sardi a presentare, da soli, opposizione. Parte dunque la grande mobilitazione della Sardegna: sei mesi di mobilitazione che prevedono, tra l’altro, una grande manifestazione a Roma per il 6 ottobre davanti al Palazzo della Consulta e a quello del Quirinale. Non solo: 100mila cartoline inonderanno il Quirinale per chiedere al presidente della Repubblica di valutare lo scioglimento del Consiglio regionale con lo slogan “Inquinamento ai sardi, le tasse altrove”. Ad annunciarlo sono stati – in una manifestazione sotto il Palazzo del Consiglio regionale – i Riformatori sardi guidati dal coordinatore regionale, Michele Cossa, da Gabriele Marini (leader dei Riformatori di Quartu), dal sindaco di Burcei, Pino Caria, dal capogruppo dei Riformatori sardi in Consiglio regionale, Attilio Dedoni e dal presidente della commissione Sanità della Camera, Pierpaolo Vargiu.

«Siamo rimasti noi, gli unici a opporci al governo che vuole cancellare un nostro diritto e noi non ci fermiamo. Certo è vergognoso che la Giunta regionale non si sia posta neppure il minimo problema di difendere una legge della Regione, approvata all’unanimità da tutte le forze politiche e che quindi non rappresenta il volere di una coalizione ma di tutto il popolo sardo. La Giunta Pigliaru batte in ritirata, anzi diserta la battaglia per la Sardegna. E a metterci l’elmetto siamo noi. Sappiamo che non sarà facile, ma non molleremo neanche di un millimetro.»

«La costituzione in giudizio da parte dei consiglieri regionali,  è certamente un fatto eccezionale, così come è eccezionale che la Giunta abbia rifiutato di difendere una legge della Regione approvata da tutti i gruppi e le forze politiche presenti in Consiglio regionale. Del resto i consiglieri – depositari del potere di iniziativa legislativa -– hanno il dovere di fare di tutto per resistere a un attacco del governo alla sovranità del popolo sardo.»

L’opposizione al ricorso del governo sarà sostenuta davanti ai giudici della Consulta dagli avvocati costituzionalisti, Andrea Panzarola e Massimo Proto. «La scelta regionale di non costituirsi – sostiene il coordinamento regionale dei Riformatori – è grave perché senza difesa la legge regionale sarebbe stata certamente respinta. Ecco perché siamo scesi in campo noi. La decisione della Regione di rimanere “contumace” nel giudizio introdotto dal presidente del Consiglio, favorendo un esito di accoglimento del ricorso statale e di annullamento della legge regionale, avrebbe pregiudicato fatalmente gli interessi regionali alla cui tutela la medesima legge era preordinata. Ne avrebbero ricevuto senz’altro un danno la Comunità sarda nella sua globalità. Per questa ragione i Riformatori Sardi hanno deciso di agire in modo concreto costituendosi nel giudizio davanti alla #Corte Costituzionale. Lo hanno fatto con convinzione e, soprattutto, legittimamente».

«L’atteggiamento della Giunta regionale che non difende gli interessi dei sardi è un atto criminoso la Sardegna rivendica solo quanto le spetta e per questo, per difendere gli interessi dei sardi, abbiamo deciso di scendere in campo ricorrendo direttamente alla Corte Costituzionale, con un atto solidamente motivato e decisamente innovativo. Del resto ci saremmo aspettati che la Giunta si schierasse a difesa dei sardi e di una legge che non una coalizione ma tutte le coalizione e tutti i partiti hanno approvato». Ecco perché «siamo noi ad andare davanti alla Consulta e ci dispiace che questa Giunta non capisca quanto sia importante  marciare uniti per difendere i sardi».

 

 

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Missione sarda della #XII commissione “Affari sociali” della Camera per conoscere i dettagli del progetto presentato dalla Qatar Foundation sull’ospedale San Raffaele di Olbia. Il parlamentino, presieduto dal deputato sardo Pierpaolo Vargiu, ha incontrato il presidente della Regione Francesco Pigliaru, il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, l’assessore alla Sanità Luigi Arru e il presidente della “Commissione Sanità” Raimondo Perra.

All’incontro hanno partecipato i componenti della Commissione Affari sociali Paola Binetti (PI), Roberto Capelli (CD), Massimo Baroni (M5S), Donata Lenzi (PD) e Settimo Nizzi (Forza Italia) oltre ai parlamentari sardi Silvio Lai (Pd), Emanuela Serra  (M5S), Siro Marroccu (Pd) e Marco Meloni (Pd).

Il presidente della Commissione parlamentare ha introdotto i lavori chiarendo i motivi della visita: «La vicenda San Raffaele – ha detto Vargiu – assume una valenza di carattere nazionale. Per la prima volta viene adottata una procedura straordinaria con il Governo disponibile a concedere delle deroghe per la programmazione sanitaria e l’allentamento dei vincoli di spesa. Un modello che potrebbe essere replicato in altre parti d’Italia».

Subito dopo. è intervenuto il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau, che ha ringraziato la Commissione parlamentare per l’attenzione riservata alla vicenda ed espresso soddisfazione per i modi e i tempi con i quali si è mossa la politica sarda sul progetto #San Raffaele. «Grazie al lavoro della Giunta e agli impegni del Governo – ha detto Ganau – si apre l’iter per la realizzazione di un intervento che porterà nell’Isola investimenti straordinari e favorirà una riorganizzazione complessiva del sistema sanitario fondata sull’integrazione e l’esaltazione delle eccellenze».

Ha quindi preso la parola il presidente della Regione Francesco Pigliaru che ha subito rivendicato il ruolo autonomo della Regione nella interlocuzione con gli investitori della #Qatar Foundation.

«Il Governo – ha detto Pigliaru – è intervenuto su nostra richiesta. Noi abbiamo seguito un percorso molto semplice: garantire un investitore serio dal punto di vista della certezza giuridica e dei tempi. Per questo servivano precise rassicurazioni da parte del Governo sulle deroghe per la programmazione dei posti letto e l’incremento della spesa sanitaria oggi vincolati dalla spending review. In questa vicenda c’è un forte protagonismo locale che ha trovato il sostegno del livello centrale.»

Francesco Pigliaru ha poi chiarito le caratteristiche principali dell’operazione “San Raffaele”. «E’ un progetto che punta all’integrazione del sistema sanitario e allo sviluppo della ricerca – ha sottolineato Pigliaru – non ci sarà una sovrapposizione delle specialità. Il nuovo ospedale farà da complemento alle realtà già esistenti. Si punterà su quei settori che oggi generano la migrazione sanitaria. I sardi che oggi si curano altrove spendono circa 60 milioni di euro all’anno. Il nostro obiettivo è di abbattere la spesa del 50%. Allo stesso tempo con la creazione servizi di qualità puntiamo ad accogliere in Sardegna pazienti che arrivano da fuori».

«Questo progetto offre grandi opportunità anche per la ricerca – ha detto ancora il presidente -. La #Qatar Foundation ha accettato di riservare una quota di 10 milioni di euro alla Sardegna per programmi di studio ai quali potranno collaborare le Università sarde, il Crs4 e il Cnr. Ci auguriamo che questo ospedale faccia fare un salto internazionale alla ricerca, ci aspettiamo che l’investimento faccia da volano ad altre importanti iniziative».

L’assessore della Sanità Luigi Arru è entrato invece nei dettagli del progetto. «L’ospedale – ha  detto – svilupperà  un piano d’azione in due fasi: la prima, a partire dal 2015, prevede 178 posti letto nella fase di avvio (108 per acuti e 70 post acuti), per arrivare poi a 242 a regime (142 acuti e 100 post acuti) con 50 posti per “solventi”.»

Arru ha poi fatto l’elenco delle specialità individuate. «Abbiamo puntato soprattutto sulla pediatria e la chirurgia pediatrica – ha detto l’assessore – non solo per il brand del Bambin Gesù (partner scientifico della Qatar Foundation)  ma soprattutto perché è il settore che genera più mobilità sanitaria passiva: tanti piccoli sardi vanno oggi a curarsi a Roma e al Gaslini di Genova. Per il resto, si è cercato di sviluppare le specialità carenti nel territorio come l’oncologia, la chirurgia, l’oculistica, l’ortopedia, la neurologia». L’assessore ha chiarito, infine, il finanziamento che la Regione metterà a disposizione: circa 56 milioni di euro all’anno.

Raimondo Perra presidente Commissione Sanità del Consiglio regionale ha sottolineato la rapidità del lavoro svolto dal parlamentino da lui presieduto.«C’è stata grande responsabilità da parte di tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione. La politica ha capito che si trattava di un provvedimento importante per la Sardegna. Questo investimento potrà fare da stimolo a tutta la sanità sarda».

Chiusi gli interventi, il presidente e i componenti della Commissione parlamentare hanno rivolto alcune domande al presidente Pigliaru e all’assesore Arru in ordine alla effettiva concessione delle deroghe da parte del Governo, all’ammontare reale dell’investimento e ai costi di gestione della struttura.

Su questi punti, Pigliaru e Arru hanno ribadito le cifre fornite alla stampa nei giorni scorsi: l’investimento sarà di circa un miliardo di euro in 10 anni. Il costo fisso è di 163 milioni di euro, la stima di quello operativo è di 70 milioni. La ricerca avrà invece un budget di 10 milioni.

Sulle deroghe attese dal Governo, Francesco Pigliaru si è detto sicuro: «C’è l’impegno dell’esecutivo, quando arriverà la disposizione normativa, probabilmente entro luglio, potremo partire». Pigliaru ha precisato, infine, le ulteriori azioni pensate dalla Giunta: «Il San Raffaele – ha concluso il presidente della Regione – ci darà la possibilità di orientare la formazione professionale in Sardegna e di far tornare nell’Isola alcuni dei tanti studenti sardi che sono andati fuori a studiare grazie al Master and Back».

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Con un articolo nell’edizione inglese del principale quotidiano del #Qatar, #Gulf Times, il presidente della commissione Sanità della Camera Pierpaolo Vargiu, apre il dibattito su una collaborazione che potrebbe diventare un importante volano di opportunità sia per la Sardegna, che per il #Qatar.

In attesa degli incontri ufficiali tra la Commissione Sanità della Camera dei Deputati e la #Qatar Foundation, programmati ad Olbia per venerdì 4 luglio (giovedì 3 la commissione sarà a Cagliari), insieme alla visita al cantiere dell’ex #San Raffaele e all’incontro con la struttura di supporto del #Bambin Gesù, Pierpaolo Vargiu interviene sul Gulf Times indicando la frontiera dello scambio di competenze e know how tra due realtà profondamente diverse tra loro, accomunate dalla necessità di confrontarsi con la sfida dell’innovazione.
Da un lato la storia, l’identità, le competenze professionali, la conoscenza della Sardegna, dall’altro la voglia e la determinazione del partner arabo di diventare protagonista nei nuovi scenari di sviluppo della globalizzazione.
Con l’intervento di Vargiu sul Gulf Times (che verrà tradotto anche in lingua araba nei prossimi giorni) si apre il dibattito su ipotesi di collaborazione che possono essere preziose per entrambi i popoli.

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Contro l’abbandono degli animali parte l’operazione #Sos4zampe, servizio regionale promosso dal gruppo Giovani dei #Riformatori sardi e dall’Associazione #Angeli a 4 zampe. L’iniziativa sarà presentata domani 28 giugno, alle ore 17 00, in piazza Giovanni XXIII a Cagliari. Nelle prossime settimane il servizio sarà esteso in altri centri della Sardegna.

Alla conferenza stampa saranno presenti anche il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, e il presidente della commissione Affari sociali della Camera, Pierpaolo Vargiu.

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I #Riformatori sardi hanno preso posizione sulla vicenda legata al progetto del #San Raffaele di Olbia. «Matteo Renzi non deve mollare sulla questione San Raffaele di Olbia – hanno detto questa mattina il presidente della commissione Sanità della Camera, Pierpaolo Vargiu, il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, il presidente del Centro Studi dei Riformatori sardi, Franco Meloni e il gruppo dei Riformatori in Consiglio regionale -. In caso contrario in Sardegna non se ne farà  nulla perché i conservatori vogliono resistere all’innovazione e al cambiamento bloccando tutto.»

Pierpaolo Vargiu ha anche annunciato di aver già convocato il governo in audizione perché la partita del San Raffaele non è solo un caso sardo ma ormai è diventato di importanza nazionale.

«Riteniamo – ha detto Vargiu – che il presidente del Consiglio debba prendere in mano la questione con forza e vigore per superare le resistenze conservatrici. Sappiamo che lo sta facendo in queste ore, deve perseverare e non fermarsi». In una lettera inviata a Matteo Renzi, il presidente della commissione Sanità spiega che l’intervento di Renzi è necessario in quanto «il progetto San Raffaele nasce sotto l’autorevole garanzia della Presidenza del Consiglio e sua personale e servirà per chiarire ogni dubbio insorto alla firma del protocollo e per  aiutare la Regione Sardegna a portare il suo lavoro a buon esito, evitando che  possa sfumare un’opportunità che apparirebbe oggi irripetibile, sia per le sue  ricadute economiche immediate, che per le potenzialità future».

«Matteo Renzi ci ha messo la faccia – concludono i Riformatori sardi – e ora gli chiediamo di mettercela sino alla scadenza del 24 giugno: non possiamo permettere che la Sardegna perda questa grande occasione. Per la nostra Isola si tratta di un’occasione di crescita importante sia sul fronte della ricerca sia sul fronte economico. Non possiamo chiuderci a riccio col rischio che ricerca e finanziamenti finiscano da altre parti d’Europa.»