21 November, 2024
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Pierpaolo Vargiu 4 copia

Il caso San Raffaele di Olbia approda in Parlamento. Domani, sabato 14 giugno, alle 10.30, il presidente della commissione Sanità della Camera, Pierpaolo Vargiu, il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa e il gruppo dei Riformatori sardi in Consiglio regionale, terranno una conferenza stampa nella sede regionale del partito, in via Firenze 20, a Cagliari.

«Basta con la Regione blocca-tutto – secondo i Riformatori sardi – chi vuole investire deve avere risposte.»

Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

Con l’audizione dei parlamentari sardi Emanuele Cani (Pd), Romina Mura (Pd), Francesco Sanna (Pd), Pierpaolo Vargiu (Riformatori), Luciano Uras (Sel), Roberto Cotti (M5S) e Ignazio Angioni (Pd) si è conclusa ieri sera la maratona sulle riforme della #Prima Commissione permanente del Consiglio regionale.

Dai deputati e senatori sardi sono arrivate informazioni utili sull’iter parlamentare della proposta di riforma del #Titolo V della Costituzione e alcune valutazioni di merito su come procedere nel confronto con lo Stato.

Roberto Cotti, senatore del #Movimento Cinque Stelle e componente della Commissione Bicamerale per gli Affari Regionali, dopo aver informato l’organismo consiliare sui lavori svolti in questi mesi, ha manifestato una forte preoccupazione per la direzione presa dalla riforma. «Le autonomie sono a rischio – ha detto Cotti – la modifica dell’art. 117 del Titolo V prevede l’eliminazione della potestà concorrente Stato-Regione e un assorbimento di competenze da parte dell’amministrazione centrale. La norma riguarda le regioni a statuto ordinario ma potrebbe poi estendersi a quelle a statuto speciale. La Sardegna deve rivendicare la natura pattizia del suo Statuto per impedire procedure di modifica senza il suo assenso». 

Per Romina Mura, deputato del Pd, l’attuale fase politico-istituzionale deve essere “necessariamente costituente” se si vuole restituire autorevolezza alle istituzioni. L’esponente del Partito Democratico ha sottolineato la necessità di riflettere sulla mancata attuazione dello Statuto: «L’Autonomia – ha detto Mura – si difende utilizzando le prerogative che discendono dalla specialità». Mura ha poi evidenziato i mutamenti della società sarda durante i 60 anni di autonomia: «Oggi la Sardegna non ha più la stessa popolazione e la stessa organizzazione politica. Eppure nulla è cambiato. Serve un riordino degli enti locali, la specialità si tutela non solo con le rivendicazioni nei confronti dello Stato ma anche declinandola nel territorio. La riforma – ha concluso Mura – dovrà inoltre tener conto del peso dell’Europa nelle scelte delle regioni».

Luciano Uras, senatore di Sel, ha incentrato il suo intervento sulla necessità di studiare un impianto normativo che consenta di riformare le istituzioni e avvicinarle ai bisogni della gente. «Oggi – ha detto Uras – si scontrano due visioni: una centralista (che prevede interventi anticrisi pensati a livello internazionale e insensibili ai bisogni delle persone e delle comunità), e una localista (attenta ai luoghi e allo sviluppo armonico dei territori). Noi preferiamo la seconda». Secondo Uras, spetta alle autonomie locale arginare la deriva speculativa-finanziaria. «Se si vuole questo non ci si può accontentare di utilizzare la legge statutaria per ampliare gli spazi della specialità. Serve una nuova fase costituente – ha concluso Uras – che veda il popolo sardo protagonista».     

 Emanuele Cani, deputato del Pd, ha escluso una volontà accentratrice del Governo Renzi. «La riforma del Titolo V della Costituzione – ha detto Cani – arriva nel momento giusto e rappresenta una grande opportunità per riformare e accrescere la nostra specialità«  L’esponente del Partito Democratico ha definito «urgente la riorganizzazione della macchina amministrativa regionale se si vuole recuperare credibilità e presentarsi con le carte in regola al confronto con lo Stato». Per Cani, occorre costruire un rapporto paritario con il Governo e ridefinire le relazioni con Bruxelles. «Per la sua posizione strategica nel Mediterraneo la Sardegna può ritagliarsi un ruolo di rilievo nell’Europa del futuro».

Francesco Sanna, deputato del Pd, non ha negato il clima sfavorevole in Parlamento nei confronti delle regioni a statuto speciale. «Per questo – ha detto – occorre porsi in modo diverso nei confronti delle istituzioni nazionali». Sanna ha ricordato gli errori fatti in passato e le troppe assenze della Regione nei momenti di confronto con lo Stato. «In questa fase – ha detto il deputato del Pd – serve credibilità, presenza e razionalità. Non servono le battaglie distruttive». «In passato – ha affermato Sanna – abbiamo avuto diverse opportunità che non siamo riusciti a sfruttare». Spesso l’input per il cambiamento è arrivato da Roma, come nel caso della modifica alla legge elettorale. Eppure «non siamo riusciti a far valere la nostra specialità rinunciando ad inserire in quella legge il principio della rappresentanza dei territori più deboli e la norma sulla parità di genere. L’Autonomia può essere rafforzata – ha concluso Sanna – ma molto dipende da noi».

Pierpaolo Vargiu, deputato di #Scelta Civica-Riformatori – ha invocato un intervento sui regolamenti interni delle istituzioni per renderle più efficienti e al passo con i tempi. Per Vargiu è inoltre urgente procedere a un riordino degli enti locali. «Il Consiglio – ha detto il deputato dei Riformatori – non ha dato ancora attuazione al referendum del 2012 che ha abolito le province». Da Vargiu anche una sollecitazione a tenere la barra dritta sulla difesa dei diritti. «Gli accordi si rispettano. Male ha fatto la Regione a non ricorrere alla Corte Costituzionale contro l’impugnazione della norma sulle accise da parte del Governo». Sul metodo con cui avviare le riforme, Vargiu ha ribadito, infine, la posizione del suo partito sull’Assemblea Costituente «unico strumento che assicura la partecipazione e il consenso popolare».

Ignazio Angioni, senatore del Pd, ha espresso apprezzamento per l’orientamento della Commissione sul fronte della semplificazione amministrativa. A distanza di 20 anni dalla legge Bassanini e di 13 anni dalla riforma del Titolo V della Costituzione il sistema si è quasi bloccato. Occorre rimuovere gli ostacoli burocratici che frenano lo sviluppo. Secondo Angioni, restituire potestà esclusiva allo Stato su alcune materie come l’energia e il lavoro non rappresenterebbe un fattore negativo per la Sardegna. «Non tutto quello che si ha in carico si trasforma in attività virtuose – ha detto il senatore del Pd – la potestà concorrente ha, in molti casi, appesantito il sistema Paese. Posizioni solo difensive – ha concluso Angioni – rischiano di far perdere terreno all’Autonomia. La Sardegna dovrà individuare altre ragioni per rivendicare una specialità più moderna, capace di rappresentare gli interessi diffusi».

I lavori della Commissione proseguiranno lunedì 9 giugno. Alle 10.oo è in programma l’audizione di altri parlamentari sardi. Nel pomeriggio, alle 16.00, saranno invece sentiti i rappresentanti di Cgil, Ugl e Uil.

conferenza stampa Montecitorio2

La norma della Finanziaria regionale del 2014, che affida alla Regione le entrate sulle imposte di fabbricazione generate in Sardegna anche se riscosse in altre parti del territorio nazionale (la cosiddetta norma sulle accise), è legittima. Come è legittimo che a difendere una legge approvata all’unanimità, dal Consiglio regionale siano i consiglieri regionali, visto che la Giunta – che rappresenta il potere esecutivo – sta colpevolmente non adempiendo a un obbligo: difendere una legge approvata da tutte le forze politiche. Lo sostiene l’atto di opposizione al ricorso del governo presentato alla Corte Costituzionale dagli avvocati Andrea Panzarola e Massimo Proto, per conto dei consiglieri regionali dei Riformatori sardi Michele Cossa e Attilio Dedoni. Una norma legittima perché non contrasta con altre norme ma anzi le rispetta integralmente. Ed è in linea con la giurisprudenza della Corte e con le direttive europee.

L’atto di opposizione al ricorso è stato illustrato questa mattina in una conferenza stampa a cui hanno partecipato il coordinatore regionale dei Riformatori, Michele Cossa, il deputato e presidente della commissione Affari sociali della Camera, Pierpaolo Vargiu, il capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale, Attilio Dedoni e gli avvocato, docenti universitari, Andrea Panzarola e Massimo Proto.

«L’atteggiamento della Giunta regionale che non difende gli interessi dei sardi è un atto criminoso – ha spiegato Cossa – la Sardegna rivendica solo quanto le spetta e per questo, per difendere gli interessi dei sardi, abbiamo deciso di scendere in campo ricorrendo direttamente alla Corte Costituzionale, con un atto solidamente motivato e decisamente innovativo». Del resto, aggiunge il deputato Pierpaolo Vargiu, «ci saremo aspettati che la Giunta si schierasse a difesa dei sardi e di una legge che non una coalizione ma tutte le coalizione e tutti i partiti hanno approvato. Tanto più dopo la notizia di ieri, dell’intesa per l’eliminazione di fatto del patto di stabilità per la Sardegna: rinunciare a un miliardo di euro, che sono soldi dei sardi, è incomprensibile». Ecco perché, ha detto il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, «siamo noi ad andare davanti alla Consulta e ci dispiace che questa Giunta non capisca quanto sia importante – al di là degli schieramenti – marciare uniti per difendere i sardi».

Due i punti su cui si incentra il ricorso: la legittimità a presentarsi dei consiglieri regionali a presentarsi davanti alla Consulta e la legittimità della norma.

Sul primo punto gli avvocati snocciolano una serie di precedenti e di atti che di fatto ammettono l’intervento di terzi (dunque, altri che non siano Governo e presidente della Regione) davanti alla Corte Costituzionale. Senza considerare il fatto che – se non venisse concessa la possibilità di intervento ai consiglieri regionali che hanno votato la legge – ai sardi non sarebbe datata la possibilità di far valere le loro ragioni in nessun modo.

Sulla legittimità della norma, gli avvocati, spiegano nel dettaglio perché il governo sbaglia nel ricorrere. Secondo il ricorso del presidente del Consiglio dei ministri l’articolo 1, comma 1, della Legge Finanziaria del 2014 (quella appunto che sancisce che nelle entrate spettanti alla Regione sono comprese anche le imposte di fabbricazione su tutti i prodotti che ne siano gravati generate nel territorio regionale anche se riscosse nel restante territorio dello Stato) contrasta con l’art. 8, lett. d) dello Statuto, che devolve alla Regione i nove decimi dell’imposta di fabbricazione su tutti i prodotti che ne siano gravati, “percetta nel territorio della regione”. Questo perché il concetto di “generate” si scontra con quello di percette.

Pierpaolo Vargiu 6 copia

 I Riformatori sardi presenteranno alla Corte Costituzionale l’opposizione al ricorso del Governo contro la Finanziaria regionale in materia di accise e taglio del costo della benzina. Il termine per presentare opposizione scade martedì 3 giugno. Venerdì 30 maggio alle 10.00, nella sala delle conferenza stampa di Montecitorio, a Roma, si terrà la conferenza stampa durante la quale i Riformatori illustreranno l’atto di opposizione. Parteciperanno diversi costituzionalisti, il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, il deputato dei Riformatori sardi e presidente della commissione Affari sociali della Camera, Pierpaolo Vargiu, il presidente dei consiglieri regionali dei Riformatori, Attilio Dedoni, il consigliere regionale Luigi Crisponi, il presidente del Centro Studi dei Riformatori sardi, Franco Meloni, e numerosi dirigenti del partito.

«Il Governo – spiegano i Riformatori sardi – ha deciso di ricorrere contro una legge che venne approvata all’unanimità dal Consiglio, che non risarcisce certo i sardi dei danni ambientali e alla salute umana derivanti dall’inquinamento della lavorazione dei prodotti del petrolio, ma almeno ribadisce il sacrosanto principio che chiunque inquina la Sardegna, quanto meno debba pagare le tasse in Sardegna.»

Dal 14 maggio, dicono ancora i Riformatori, «la Giunta Regionale sarda aveva venti giorni di tempo per costituirsi davanti alla Corte Costituzionale, per combattere e vincere la battaglia giuridica in difesa dei diritti dei sardi. L’accordo Prodi-Soru del 2007 ha caricato sul bilancio della Sardegna il costo della sanità e della continuità territoriale: non è tollerabile  la beffa che ci vengano negate le risorse. Sui soldi che ci spettano si vada alla guerra sino in fondo: non ci sono “governi amici”, la Giunta deve essere “amica” soltanto dei sardi e dei loro legittimi interessi».

Michele Cossa 718 copiaPierpaolo Vargiu A copia

Il coordinatore  regionale dei Riformatori e consigliere regionale, Michele Cossa e il deputato dei Riformatori, Pierpaolo Vargiu, presidente della Commissione Affari Sociali e Sanità della Camera, hanno incontrato oggi il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, per esporgli il profondo malcontento dei sardi per la decisione della Giunta regionale di non difendere davanti alla Corte Costituzionale il diritto dei sardi, ribadito dal comma 1 dell’articolo 1 della legge regionale 7/2014, a percepire le imposte sulla benzina fabbricata in Sardegna.
Secondo i Riformatori sardi, «è difficile pensare che la Sardegna debba pagare il prezzo dell’inquinamento ambientale della lavorazione dei prodotti petroliferi della SARAS, senza neppure avere diritto al risarcimento del danno. Ma, sopratutto, è assolutamente intollerabile che l’attuale Giunta regionale sia talmente pavida e nemica degli interessi dei sardi da arrivare a decidere di non difendere presso la Corte Costituzionale le ragioni giuridiche dei nostri diritti».
Al ministro Alfano, nel suo ruolo di massimo responsabile della sicurezza nell’intero Paese, Cossa e Vargiu hanno inoltre rappresentato l’effetto disastroso per la coesione sociale e per lo stesso sentimento di unità nazionale delle spinte populiste e indipendentiste che verrebbero rafforzate da questo ennesimo schiaffo alle legittime aspettative dei sardi.

«Il ministro Alfano – si legge in una nota dell’ufficio stampa dei Riformatori sardi – dopo aver ascoltato le ragioni esposte da Cossa e Vargiu, ha pienamente compreso la strategicità della vertenza per gli interessi dei sardi e la grande partecipazione con cui l’intera comunità  sarda attende adeguate risposte nazionali e ha pertanto preso l’impegno di approfondire i termini della vicenda per poter adeguatamente intervenire in difesa dei diritti sanciti dal nuovo testo dello Statuto sardo.»

Il ministro dell’Interno ha, infine, preso impegno di confrontarsi, nel corso della sua prossima venuta in Sardegna, con il comitato promotore dell’iniziativa che ha raccolto più di centomila firme, volta ad ottenere che le accise sulla benzina fabbricata in Sardegna restino alla Regione,  nel merito delle strategie che lo stesso ha in animo di intraprendere.

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«La grave azione omissiva del Presidente della Regione Autonoma della Sardegna rischia di impedire, per motivi meramente formali, la possibilità della comunità sarda di difendere il profilo giuridico dei propri diritti davanti all’Alta Corte». Lo scrive il deputato dei Riformatori sardi, Pierpaolo Vargiu, nella lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. presentata questa mattina in una conferenza stampa. Lettera nella quale il deputato e presidente della commissione Sanità della Camera, chiede un incontro urgente al Capo dello Stato per illustrate la questione delle accise e del taglio del costo della benzina, dopo la decisione della Giunta regionale di non opporsi al ricorso del governo davanti alla Corte Costituzionale contro la norma inserita in Finanziaria.

Una lettera-appello, quella di Vargiu, nella quale viene spiegato il caso accise sotto il profilo giuridico. «La vicenda complessiva della quantizzazione delle entrate di spettanza della Regione autonoma della Sardegna – si legge nella missiva – si inserisce, secondo alcuni, nell’ambito di un quadro normativo nazionale non sempre lineare e proprio per questo suscettibile di diverse interpretazioni. Tuttavia va ribadito come, a nostro avviso, tali elementi di dubbio non abbiano ragione d’essere nel caso di specie, in considerazione della chiarezza del secondo comma dell’art. 8, di cui viene di seguito ribadito il dettato».

Nelle entrate spettanti alla regione sono comprese anche quelle che, sebbene relative a fattispecie tributarie maturate nell’ambito regionale, affluiscono, in attuazione di disposizioni legislative o per esigenze amministrative, ad uffici finanziari situati fuori del territorio della Regione».

«Le deduzioni sin qui esposte – prosegue Vargiu nella lettera – appaiono dunque assolutamente esaustive a dimostrare l’infondatezza di tutti i motivi del ricorso proposto dal Governo – nonché la loro profonda ingiustizia – perché ciascuno di essi omette di seguire corretti criteri di interpretazione, sia delle norme costituzionali di cui si sostiene la violazione, sia delle stesse norme statutarie che sono state espressamente adottate per dare piena e coerente attuazione a quelle norme costituzionali.»

Insieme alle valutazioni di carattere squisitamente giuridico, scrive ancora il deputato dei Riformatori, «vanno sicuramente tenute nel debito conto anche quelle relative al legittimo diritto di indennizzo del popolo sardo che, qualora venisse ingiustamente negato, rischia di potenziare le spinte populiste, antinazionali che percorrono e scuotono il tessuto dolente della società sarda».

E’ per questi motivi che, rilegge ancora nella lettera, di fronte all’incomprensibile ricorso proposto dal Governo contro il comma 1 dell’articolo 1 della legge regionale 7/2014, l’intera società sarda ha richiesto a gran voce la difesa strenua dei propri diritti da parte delle istituzioni regionali, per ottenere giustizia davanti all’Alta Corte, nella difesa della norma approvata all’unanimità’ dal Consiglio Regionale e immotivatamente impugnata dal Governo.

«A fronte di tale situazione di potenziale, grave lesione dei diritti del popolo sardo, – dice Vargiu a Napolitano – forse per rispettare equilibri politici incomprensibili alla comunità sarda, il Presidente  della Regione Autonoma della Sardegna, rendendone comunicazione di merito nel corso della seduta del Consiglio regionale del  23.04.2014, ha dolosamente deciso di non costituirsi in giudizio di fronte alla Corte Costituzionale, causando un danno incalcolabile agli interessi del popolo sardo. Purtroppo, come è noto, la procedura relativa ai procedimenti contestativi di impugnativa da parte del Governo di fronte alla Corte Costituzionale prevede che la potestà di costituzione per resistenza sia riservata esclusivamente al Presidente della Regione Autonoma della Sardegna. Pertanto la grave azione omissiva del Presidente della Regione Autonoma della Sardegna rischia di impedire, per motivi meramente formali, la possibilità della comunità sarda di difendere il profilo giuridico dei propri diritti davanti all’Alta Corte.»

Tale situazione, afferma Pino Caria per l’associazione degli enti locali, «è dolorosa e intollerabile per l’intera comunità regionale, che vedrebbe così conculcato il proprio diritto a difendere presso la suprema Corte di Giustizia italiana il contenuto di una norma che è stata condivisa e approvata dall’intero Consiglio regionale sardo».

E proprio, conclude la lettera,«per scongiurare tale evenienza, che rischierebbe di avere conseguenze significative nello stesso rapporto fiduciario tra la comunità regionale sarda e le istituzioni dello Stato, il sottoscritto Pierpaolo Vargiu, deputato alla Camera, eletto in Sardegna, chiede un incontro urgente con la S.V, per poter illustrare alla più alta carica dello Stato le motivazioni sostanziali che fondano il diritto dei sardi a difendere davanti all’Alta Corte i profili giuridici di legittimità della norma di legge adottata dal Consiglio regionale sardo con il comma 1 dell’articolo 1 della legge regionale 7/2014».

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Il deputato dei Riformatori sardi Pierpaolo Vargiu, presidente della commissione Sanità della Camera, attacca il PD sulla bocciatura della mozione sulle accise in Consiglio regionale.

«L’industria del petrolio inquini in Sardegna, ma paghi pure le tasse altrove! E’ questa la sostanza della decisione annunciata oggi in Aula dalla Giunta Pigliaru, che ha scelto di non difendere la legge con cui il precedente Consiglio, PD compreso, aveva disposto di utilizzare in Sardegna le imposte sui prodotti della benzina.» 

«In altre parole – aggiunge Pierpaolo Vargiu -, nel gennaio 2014, il PD in piena campagna elettorale aveva sostenuto la battaglia (e approvato la legge) per il recupero del miliardo di euro delle accise petrolifere. Passata la festa, gabbato lo Santo. I sardi hanno già votato, la loro fiducia non è più necessaria e il PD cambia idea e non difende più le sue convinzioni preelettorali, né i diritti dei sardi.»

«La Giunta sovranista e quasi indipendentista getta la maschera – conclude Vargiu – le accise erano un argomento buono per la campagna elettorale, ora è il tempo della marcia indietro, tutti fermi, tutti immobili, si aspettano le elemosine di Stato. Non è questo che i sardi si attendono da chi li governa!»

Anche il comitato dei sindaci dei Riformatori sardi è durissimo sulla bocciatura della mozione sulle accise.

«La decisione del Consiglio regionale che ha bocciato la mozione che impegnava la Giunta a opporsi al ricorso del governo contro la norma sulle accise è vergognosa. Rinunciando a opporsi al ricorso del governo Renzi – sottolineano in un comunicato congiunto – il centrosinistra ha tradito i sardi, il voto del Consiglio regionale che all’unanimità aveva approvato la norma, e di fatto ha messo una pietra tombale sulla possibilità di tagliare drasticamente il costo della benzina e dei carburanti per le famiglie e le imprese sarde. Una Giunta inaffidabile che dimostra quanto poco abbia intenzione di fare per la Sardegna.»

 

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«Dopo il voto del Senato, è a un passo dal traguardo la legge che porta avanti la cancellazione delle Province. E Matteo Renzi, con l’hastag “lavoltabuona” annuncia trionfalmente su twitter che finalmente “tremila politici smetteranno di ricevere un’indennità dagli italiani”. E’ la conferma che in Sardegna avevano visto lungo i Riformatori e i 525000 sardi che hanno plebiscitariamente votato i referendum per la cancellazione degli enti inutili.»

Lo scrive, in una nota, il deputato dei Riformatori sardi e presidente della commissione Sanità della Camera, Pierpaolo Vargiu.

«Ma è anche un monito a tutti i neorenziani sardi – dice ancora Vargiu – perché sia “lavoltabuona” anche in Sardegna, portando davvero a compimento il processo di abolizione delle Province, che la parte più conservatrice del PD ha sinora impedito. Con la sua coraggiosa azione di innovazione per la cancellazione degli enti inutili, Renzi si guadagna la tessera onoraria dei Riformatori. Analoga benemerenza, qualora si fossero pentiti  seguendo Renzi, i Riformatori sperano presto di poterla consegnare ai tanti strenui difensori delle Province sinora arruolati nelle fila del Partito Democratico.»

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Taglio del costo della benzina per i sardi, i fondi per l’alluvione e il collegio Sardegna per le europee: tre schiaffi alla Sardegna su tre battaglie dei Riformatori sardi. L’ultimo è arrivato ieri con la decisione del Governo guidato da Matteo Renzi di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la norma sulle accise, inserita in Finanziaria e che è stata votata all’unanimità, dunque anche dal Pd, dal Consiglio regionale. E’ la posizione dei Riformatori sardi, espressa durante la conferenza stampa di questa mattina a cui hanno partecipato il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, il capogruppo Attilio Dedoni e il deputato dei Riformatori Pierpaolo Vargiu.

«Per quanto riguarda la questione accise, se l’assessore Raffaele Paci si fosse documentato con i suoi colleghi su come si sono svolti i lavori in commissione e in Aula sulla Finanziaria- sostengono i Riformatori sardi – avrebbe evitato dichiarazioni improvvide e senza nessun fondamento. Infatti l’argomento accise è stato quello più sviscerato e dibattuto che ha caratterizzato, grazie anche al voto del Pd una Finanziaria che diversamente sarebbe stata piatta e inutile. L’assessore Paci inizia supino, figuriamoci come sarà a fine legislatura. C’è da augurarsi che il presidente Francesco Pigliaru non la pensi come lui.»

«Oggi all’ordine del giorno – aggiungono Cossa, Dedoni e Vargiu – è la situazione all’armante per l’autonomia della Sardegna. Soprattutto in considerazione dell’atteggiamento assunto da Pd e Forza Italia al Senato, che hanno bocciato l’emendamento alla legge elettorale per le elezioni europee, che avrebbe consentito di avere un collegio Sardegna separato dalla Sicilia. Il Governo Renzi ha espresso parere contrario e Pd e Forza Italia con il Nuovo Centrodestra hanno votato contro la proposta di modifica: in sostanza alle Europee la Sardegna sarà insieme alla Sicilia e ancora una volta i voti dei sardi serviranno a eleggere parlamentari siciliani. Non è tollerabile che i sardi paghino sempre dazio allo Stato e il governo non tenga in alcun conto le esigenze della Sardegna.»

«In questa situazione – concludono i tre esponenti dei Riformatori sardi – ai sardi non resta altro che l’obiezione di coscienza. Ai sardi se non è concesso di esprimere un loro parlamentare che senso ha votare per le europee? Per questo motivo proporremo agli Stati generali dei Riformatori che si terranno a breve, di scegliere la strada della non partecipazione attiva alle elezioni per il Parlamento europeo.»

 

Lunedì 9 dicembre, al Lù Hotel di Carbonia, si svolgerà il convegno “La sanità che ci a-spetta”, organizzato dal Gruppo consiliuare regionale dei Riformatori Sardi.

La relazione introduttiva, dopo la presentazione di Peppino La Rosa, coordinatore Riformatori Sardi Sulcis Iglesiente, verrà svolta da Pierpaolo Vargiu, presidente della commissione Sanità della Camera dei Deputati.

Sono previsti i seguenti interventi:

“Proposte per un’efficace integrazione ospedale territorio”, del dott. Giuseppe Santeufemia, capo dipartimento ostetricia e ginecologia della Asl 7;

“Rete territoriale dei servizi”: del dott. Giuseppe Ottaviani, responsabile strutture di staff della direzione generale;

“Ridurre il sovraffollamento nei pronto soccorso: il contributo delle professioni sanitarie”, del dott. Antonello Cuccuru, direttore struttura professioni sanitarie;

Le nuove tecnologie: situazione e prospettive”, del dott. Nazareno Pacifico, primario radiologia dell’ospedale Sirai;

“Incidenza delle nefropatie e la dialisi notturna”, del dott. Giorgio Mirarchi, primario di nefrologia e dialisi dell’ospedale Sirai.

I lavori verranno moderati da Michele Cossa, coordinatore regionale dei Riformatori Sardi.

Dopo il dibattito, a trarre le conclusioni sarà Franco Meloni, vice capogruppo consiliare regionale Riformatori Sardi, componente della commissione Sanità.

Sono invitati a partecipare l’assessore regionale alla Sanità, Simona De Francisci; il direttore generale della Asl 7, Maurizio Calamida;  il commissario della Provincia di Carbonia Iglesias, Roberto Neroni; le istituzioni locali; associazioni e organizzazioni pazienti e utenti.

Ospedale Sirai 5