22 November, 2024
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La biodiversità identitaria della pecora nera di Arbus e le idee per la sua valorizzazione saranno al centro della tavola rotonda di venerdì 28 luglio ad Arbus, organizzata dall’omonimo Comune e dall’Agenzia regionale Laore, in collaborazione con Confartigianato Imprese Sardegna, e promossa dal Comitato per la biodiversità “Pecora nera di Arbus”.

L’incontro, che metterà insieme amministratori comunali, esperti, imprenditori, enti regionali ed associazioni di categoria, si svolgerà nell’ambito della “7ª Sagra della Pecora Nera di Arbus” e avrà l’obiettivo di raccogliere proposte per la costruzione di un progetto di valorizzazione di una biodiversità animale che affonda le proprie origini nella storia e nella cultura del territorio arburese a forte vocazione turistica e artigianale, oltre che agricola e agroalimentare.

Secondo i dati dell’Associazione Interprovinciale Allevatori, in tutta la Sardegna sono circa 5mila i capi di razza “Nera di Arbus” (4.693 femmine e 260 maschi) allevati in 70 aziende zootecniche (23 in provincia di Cagliari, 11 a Nuoro, 29 a Oristano e 7 a Sassari).

I lavori, che si svolgeranno nell’aula consiliare di Arbus in via Pietro Leo con inizio alle 17.00, verranno aperti dai saluti del sindaco e vicesindaco Antonello Ecca e Michele Schirru. Coordinati da Francesco Sanna, tecnico di Laore Sardegna, si susseguiranno gli interventi di Mauro Lampis, dell’Azienda Agricola Funtanazza (“Aspetti storici e culturale legati alla pecora nera di Arbus”), di Massimiliano Venusti, Tecnico di Laore Sardegna (“Idee innovative per la valorizzazione dei formaggi di pecora nera di Arbus”), Marco Floris, della Società Ideas (“Strategie di marketing turistico e territoriale legate alla pecora nera di Arbus”), Stefano Mameli, Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna (“Quale artigianato per valorizzare i prodotti della pecora nera di Arbus”), Pietrina Atzori di San Sperate (“Esperienze di lavorazione della lana di pecora nera di Arbus”) e Antonio Marrocu, Presidente del GAL Linas Campidano (“Le strategie del PdA del GAL per valorizzare la biodiversità del territorio”).

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Si chiama Poseidonia la perfomance costruita da Rosaria Straffalaci (Assemini) e Pietrina Atzori (San Sperate) con l’attrice Mixa Fortuna andata in scena domenica 23 ottobre alle 7.30 del mattino al mercato di Sant’Elia. Si tratta di un progetto dotato di diverse sfaccettature che vanno dall’aspetto sociale a quello etico-morale passando da quello nutrizionale, toccando anche delle punte di spiritualità, verrà presentato interamente il 12 novembre ad Alig’Art – Lazzaretto di Sant’Elia,  evento organizzato da Susteneble Happynes.Performance

La profuga arriva con il peschereccio, si alza, lacerata dalle ferite, consumata dal mare e gravida. La profuga inizia a dimenarsi, a piangere, a ridere istericamente. Raccoglie tutti i detriti che sono davanti a lei, portati dal mare. Se li strofina addosso fino a che alcuni di questi diventano parte integrante del suo abbigliamento. Sicinge il capo con una corona di fil di ferro arrugginito. Trova un bicchierino di plastica dove era stato consumato un caffè e se ne nutre leccando lo zucchero rimasto sul fondo. A questo punto è di nuovo a terra svenuta. Il pescatore la raccoglie, la carica nel bagagliaio dell’auto insieme al pescatore del giorno e la portano al mercato rionale del pesce della domenica a Sant’Elia. La profuga viene dunque adagiata sopra una bancarella del pesce in vendita con un cartello “offerta 35 euro”.

La maggior parte degli spettatori, comuni passanti, sono ignari, non sanno che si tratta di una perfomance. Le reazioni sono molteplici: dalla paura al pianto all’allarmismo (qualcuno ha persino chiamato l’ambulanza) alla presa di coscienza – ecco, questa è la realtà di oggi – esclama una donna del pubblico incuriosito.

La profuga rimasta per almeno tre quarti d’ora immobile, sembrava morta. I pesci freschi agonizzanti strisciano sul suo corpo fino all’emissione di un forte urlo, cui seguono alcuni passi della donna verso la ruota del mezzo che l’aveva condotta fino a lì, raggiunta la quale sviene di nuovo.

Come nasce l’idea? Perché Poseidonia?

«L’idea – dichiara l’artista Rosaria Straffalaci – nasce da Mimma, la mia mamma che vedendo le continue immagini di sbarchi di migranti una sera mi disse: “Ma ti rendi conto di come è cambiato il mondo? Oggi gli animali mangiano gli uomini. Non mangerò più pesci”. Le sue affermazioni, il suo rifiuto di non voler mangiare più i pesci, hanno fatto scattare nella mia mente un’immagine precisa. Ho visto la scena e l’ho sentita forte. Ne ho dunque parlato con Pietrina Atzori, artista tessile di San Sperate, e da lì abbiamo insieme costruito la perfomance “Poseidonia”. Poseidonia, l’alga che è nutrimento e ossigeno del mare e anche donna. È anche Poseidon, al maschile, il Dio del mare. Abbiamo scelto di mettere sotto gli occhi di tutti – aggiunge l’artista Straffalaci – la realtà così com’è, abbiamo voluto scuotere gli animi ma, anche gridare. Lo abbiamo fatto raccogliendo attraverso immagini e filmati le reazioni più svariate del pubblico. Ovviamente, ci tengo a menzionarlo – conclude Rosaria Straffalaci – senza il contributo del pescatore Orlando Masala e la Cooperativa Pescatori Porticciolo di Sant’Elia, questa perfomance sarebbe rimasta un’utopia.»

L’abito della migrante è stato realizzato da Pietrina Atzori, il trucco da Rosaria Straffalaci. Hanno collaborato al progetto i fotografi Ivan Bravi e Donatello Tore; riprese video a cura di Maura Angioi.

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Terra Mobile

Dalla fregola popolare, preparata con il coinvolgimento dei cittadini, ai prototipi di orti mobili, pensati per avere l’orto a portata di mano, sino ai filmati dedicati all’ambiente promossi dalla Fondazione Sardegna Film Commission.

Dopo il primo modulo di settembre, da domani, sabato 28 novembre, ritornano gli appuntamenti con Terra Mobile, la rassegna (inserita all’interno dell’asse tematica Passaggi e legami di Cagliari capitale 2015 della Cultura), che celebra lo spazio urbano attraverso progetti di contaminazione con la cultura rurale.

Ancora una volta a ospitare la manifestazione, che in questo secondo modulo metterà in primo piano il tema del cibo, sarà il rione Sant’Elia. Sarà qui, negli spazi della Cooperativa pescatori Porticciolo Sant’Elia, che sabato, alle 9.00, prenderà le mosse “Orto d’asporto”, progetto a cura dell’associazione Sustainable Happiness in collaborazione con l’associazione Mazzamurru, che prevede la costruzione di un prototipo di orto mobile, trasportabile ad esempio nelle mense scolastiche o negli ospedali pediatrici.

Il laboratorio vedrà coinvolte diverse classi dell’Istituto Agrario di Senorbì, che dietro la guida di un gruppo di esperti (due architetti, un ingegnere, un imprenditore del legno, utilizzerà materiali usati nell’idraulica, come la ghisa, ma anche il legno. Il progetto coinvolgerà anche i giovani di due comunità di recupero, come Punto e a capo che ospita ragazzi interessati dall’istituto della messa alla prova.

Insieme a “Orto da asporto”, sabato prenderà il via anche “L’orto ApPeso”, laboratorio curato anch’esso da Sustainable Happiness, che prende le mosse dal progetto “Geografie sommerse” partito la scorsa estate nel territorio del Sarrabus-Gerrei. L’attività prevede la creazione di bombe vegetali: specie arboree mediterranee, donate dall’Ente Foreste della Sardegna, saranno decorate con materiali come la lana, e poi caricate negli Orti d’asporto. Non solo: l’artista di San Sperate Pietrina Atzori porterà le sue creazioni di lana di feltro e di tinture naturali per un’installazione originalissima.

Sempre sabato, alle 9.00, l’appuntamento è anche con il laboratorio di Fregola popolare: l’artista relazionale, ricercatore e designer Daniele Pario Perra ritorna a Cagliari, proprio nel quartiere Sant’Elia, dove per l’edizione 2013 del festival Alig’Art aveva realizzato  una residenza artistica Low Cost Design. Pario Perra lavorerà (massimo 30 partecipanti) a un percorso sulle dinamiche di gruppo, mentre Donatella Pusceddu, abitante di Sant’Elia, insegnerà ai partecipanti come cucinare la fregola. Un processo di partecipazione e condivisione che si concluderà alle 13.00, con la degustazione del piatto cucinato.

Per l’intera giornata, la sede della Cooperativa Pescatori di Sant’Elia ospiterà la proiezione di alcuni filmati sul tema dell’ambiente, sostenuti dalla FondazioneSardegna Film commission, e realizzati all’interno del progetto Heroes 20.20.20. Si tratta delle puntate pilota delle serie web: “Il filo di lana”, per la regia di Tomaso Mannoni, e di “Nuova era”, per la regia di Emanuele Trullu, e dei cortometraggi “Piccoli grandi Eroi”, regia e produzione di Giorgia Soi;  “Domus”, di Salvo Nicotra, “Ogni cosa al suo posto”, per la regia di Paolo Zucca, e “Il mio cane si chiama vento” di Peter Marcias.

Il laboratorio “Orto d’asporto” proseguirà sino al 5 dicembre, giorno in cui alle 15.30 l’orto, finalmente finito, sarà caricato con le specie arboree mediterranee e trasportato nella Mediateca del Mediterraneo.