23 November, 2024
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È il momento giusto per lasciare da parte la conflittualità e tornare a riflettere attentamente e con coscienza sull’Assemblea costituente del Popolo sardo. Un’idea alta, lo strumento in grado di mettere insieme le migliori energie della Sardegna con l’obiettivo di riscrivere la nostra Carta fondamentale, lo Statuto di autonomia, e un nuovo patto tra la Sardegna e lo Stato. A lanciare l’appello – «i tempi sono maturi ma un Consiglio regionale conflittuale e lacerato non può essere la sede giusta per una riflessione pacata» – sono ancora una volta i Riformatori sardi, per bocca del capogruppo Michele Cossa dei consiglieri Aldo Salaris, Giovanni Antonio Satta ed Alfonso Marras, e del Coordinatore regionale Pietrino Fois.

Il buon senso, la fede nelle istituzioni e l’esperienza insegnano che se si vogliono portare a compimento riforme profonde l’unico modo serio è mettere da parte conflittualità e piccoli interessi elettorali e comunicativi per concentrarsi su un obiettivo comune: rendere l’assetto istituzionale della Sardegna funzionale a vincere la sfida del nuovo regionalismo che si sta affermando nei fatti in Italia (Riforma delle Autonomie). La costituzione materiale sta infatti registrando significativi mutamenti. Il principio di coesione nazionale su cui essa si basava sta progressivamente lasciando il passo all’egoismo territoriale, che non potrà che tradursi nella penalizzazione delle aree più deboli del Paese.

Per questo motivo su una riforma dello Statuto che nasca dalla consapevolezza del momento storico che attraversa il Paese non possono esserci divisioni tra chi ha davvero a cuore il futuro dei sardi e della Sardegna. Proprio questo ha spinto il 95% dei sardi a votare SI nel referendum del 2012. D’altra parte gran parte della sinistra e dei suoi esponenti più autorevoli diedero un contributo fondamentale al Movimento per la Costituente, che negli anni a cavallo del millennio segnò uno dei momenti più esaltanti e significativi dell’intera storia dell’Autonomia. Oggi più che mai è necessario trovare una sede e un terreno comune di confronto tra i sardi: un Consiglio regionale lacerato e conflittuale non può essere considerato la sede giusta per perseguire questo risultato.

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«La drammatica situazione dell’Ospedale di Lanusei è l’ennesima conferma del disastro che il centrosinistra ha lasciato nella sanità sarda».

Lo ha dichiarato il coordinatore regionale dei Riformatori, Pietrino Fois, insieme al coordinatore provinciale dell’Ogliastra, Andrea Piroddi e ai sindaci di Barisardo, Ivan Mameli ed Elini, Rosalba Deiana. 

«Ormai, ogni giorno c’è un nuovo annuncio di tagli ai servizi sanitari – aggiungono i tre esponenti dei Riformatori sardi – mentre i reparti chiudono per mancanza di medici, i Pronto Soccorso condannano i pazienti ad attese vergognose e le liste d’attesa sfondano ogni limite della decenza. Come stupirsi se – in questa situazione – aumenta sempre di più il numero dei sardi che sceglie di curarsi fuori dall’Isola, con un costo annuo che si avvicina ormai ai 100 milioni di euro, dirottati lontano dal nostro Sistema Sanitario? La chiusura seppur momentanea del reparto di ortopedia di Lanusei è una beffa per tutto il territorio.  Occorrono risposte immediate», aggiunge Ivan Mameli. 

«Non c’è più un istante da perdere – concludono Fois, Piroddi e Mameli – alla nostra nuova maggioranza spetta l’onere di restituire speranza al sistema, difendendo uno dei principali diritti di cittadinanza dei sardi: il diritto ad essere curati bene, nella propria terra! Sappiamo bene che sarà una scommessa difficile, che richiederà l’impegno appassionato di tutti: i Riformatori sardi ci sono e sono pronti a fare sino in fondo la propria parte!»

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I Riformatori sardi hanno chiesto al presidente del Consiglio regionale di sollecitare l’accelerazione dell’iter della legge sull’insularità, ferma in commissione Affari costituzionali.

«Si tratta di una battaglia forte, autentica e identitaria, convalidata dalle firme di 100mila sardi e riconosciuta da tuti i partiti, ma per portarla a termine è necessario e urgente dimostrarci uniti e fare quadrato. Noi Riformatori non arretreremo di un centimetro, siamo arrivati fino al Senato e abbiamo il dovere di proseguire una battaglia che non è nostra ma di tutti i sardi», hanno ribadito gli esponenti dei Riformatori sardi Michele Cossa (presidente del gruppo in Consiglio), Roberto Frongia (presidente dei Riformatori sardi), Pietrino Fois (coordinatore regionale) che hanno incontrato il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais. 
Per i Riformatori sardi quello che sta accadendo a livello nazionale avrà ricadute importanti sulla Sardegna se i sardi non si muoveranno uniti come stanno facendo Veneto e Lombardia, i cui presidenti già hanno in
«Anche noi – hanno evidenziato Michele Cossa, Roberto Frongia e Pietrin Fois – dobbiamo pretendere di avere la possibilità di spiegare l’unicità assoluta e peculiare della nostra condizione di insularità e di perifericità e chiedere che, attraverso l’inserimento del principio di insularità in Costituzione, l’intera comunità nazionale si faccia garante del nostro diritto ad avere uguali diritti di tutti gli altri cittadini italiani.»
Impegno comune che guarda a Roma. Gli esponenti dei Riformatori sardi hanno condiviso con il presidente Michele Pais tutte le nuove iniziative sull’insularità, prime fra tutte un incontro urgente con il presidente della commissione Affari Costituzionali in Senato e con i capigruppo del Senato, con l’obiettivo di accelerare l’iter della legge, al momento ferma proprio in Commissione. 
 

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I Riformatori invitano tutti i partiti e movimenti civici che si riconoscono nella coalizione del centrodestra sardo per definire i punti programmatici chiave dell’azione di governo dei prossimi 10 anni della città di Cagliari.

«Basta perdere tempo, dobbiamo svegliare Cagliari da questi 8 anni di torpore.»

È questo il punto di partenza della proposta di confronto che Giacomo Fantola, referente dei Riformatori sardi per le Comunali di Cagliari, lancia agli alleati.

«È indispensabile anche definire il criterio di scelta del candidato sindaco unitario. Scelta che deve necessariamente avvenire in Sardegna senza alcuna imposizione d’oltremare. Non abbiamo la pretesa di imporre alcun nome. Per noi il metodo più adatto è quello delle primarie, ma se non fosse ampiamente condiviso siamo pronti a confrontarci per identificare il nome che rappresenti al meglio Cagliari.»

«Stiamo già lavorando ad una bozza di programma snello e di facile applicazione che parta dalla necessità di far ripartire l’economia cittadina, creando le condizioni perché ci sia lavoro e quindi creando opportunità per le imprese», sottolinea Pietrino Fois, coordinatore Regionale dei Riformatori sardi.

«Questo obiettivo può essere raggiunto attraverso l’uso corretto di tutte le risorse che la Città possiede, partendo dalla valorizzazione del costruito e recuperando la proprietà delle aree demaniali, importante patrimonio da un punto di vista della gestione del territorio», aggiunge Noemi Migliavacca del Coordinamento Cittadino.

Sarà quindi necessario dotarsi finalmente di uno Strumento Urbanistico in grado di comprendere le reali esigenze del mercato adeguando l’attuale alle norme del Piano Paesaggistico Regionale. Opportunità che verranno date anche a chi deciderà di investire in settori trascurati negli ultimi anni come la Cultura, il Commercio, il Sociale, l’ Imprenditoria Femminile e lo Sport.

Aspetto fondamentale sarà la messa a punto della Città Metropolitana, è evidente, proseguono i Riformatori sardi, che senza un’accurata gestione metropolitana continueremo ad assistere al collasso della città di Cagliari in termini demografici e economici a discapito di una disordinata espansione dei centri limitrofi. Cagliari deve essere una Città Accessibile a tutti, in grado di migliorare il suo potenziale attrattivo anche dal punto di vista turistico, interpretando realmente il ruolo di Destinazione Turistica «Giorgio Angius continua ad essere per noi la personalità migliore per guidare la nostra città – conclude Matteo Rocca, portavoce per Cagliari – ma è necessario che la scelta venga fatta in un tavolo nel quale ci si possa confrontare sui temi essenziali per il rilancio di Cagliari e solo dopo convergere sul nome, ovvero l’esatto contrario di quello che invece è accaduto in queste settimane».

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«La spinta sull’acceleratore impressa dalle regioni del Nord, che chiedono più poteri e risorse, non può e non deve lasciarci indifferenti. E’, al contrario, l’occasione per pretendere il riconoscimento principio di insularità.»

Lo sostengono il coordinatore regionale dei Riformatori, Pietrino Fois e i consiglieri regionali dei Riformatori Michele Cossa, Alfonso Marras, Aldo Salaris, Giovanni Antonio Satta, che  hanno chiesto un incontro urgente al Presidente del Consiglio Regionale, Michele Pais, per condividere tutte le nuove iniziative sull’insularità nei confronti del Governo e del Parlamento.

Il federalismo differenziato procede, sottolineano i Riformatori, e proprio in queste ore Zaia (Veneto) e Fontana (Lombardia) hanno incontrato le commissioni parlamentari per spiegare le ragioni della loro richiesta di maggiore autonomia e di maggiori risorse economiche. Dinamismo e tempistiche, quelli delle regioni del Nord, che non devono passare inosservati. Da qui il monito: «Dopo la disponibilità manifestata verso i sardi da tanti autorevoli esponenti della politica nazionale, non ultimi il vice presidente del Consiglio Salvini ed il sottosegretario della Presidenza Giorgetti di sostenere il principio di insularità, è indispensabile che i sardi vadano a Roma a difendere il proprio diritto ad avere pari opportunità con tutti gli altri italiani!».

«Noi sardi siamo consapevoli che le richieste delle regioni del Nord Italia rischiano di innescare processi di rivendicazione egoistica che possono creare nuovi problemi alle regioni più deboli – proseguono i Riformatori sardi -. E’, dunque, indispensabile che i sardi, guidati dalle loro massime rappresentanze istituzionali,  passino subito dalle parole ai fatti e vadano immediatamente a Roma a spiegare l’unicità assoluta e peculiare della nostra condizione di insularità e di perifericità, chiedendo che – attraverso l’inserimento del principio di insularità in Costituzione – l’intera comunità nazionale si faccia garante del nostro diritto ad avere uguali diritti di tutti gli altri cittadini italiani.»

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Archiviate le elezioni regionali, i Riformatori sardi riprendono la battaglia per il riconoscimento del principio di insularità. La trattativa avviata dalle regioni ricche del nord (Lombardia, Emilia Romagna e Veneto) per nuove forme di autonomia preoccupa i vertici del partito: «Il regionalismo differenziato di cui si parla oggi va contro gli interessi della Sardegna – ha detto l’ex deputato dei Riformatori sardi Pierpaolo Vargiu – noi non osteggiamo una riforma che punta a una sana competizione tra le regioni e combatte le politiche assistenzialiste per il Mezzogiorno. Chiediamo però di poter combattere ad armi pari. La Sardegna è una regione con problemi speciali che vanno affrontati in un tavolo specifico. Siamo un’isola e per giunta periferici, nessuna altra regione è nelle nostre condizioni di svantaggio. Per questo, già da due anni, stiamo portando avanti la battaglia per l’inserimento del principio di insularità in Costituzione e per la restituzione dei diritti economici sulle accise».

Sulla stessa lunghezza d’onda i componenti del Centro Studi del partito, Gianbattista Melis e Stefano Altea: «Il riconoscimento del principio di insularità e la definizione della partita sulle accise ci consentirebbe di drenare nuove risorse – ha detto Gianbattista Melis – anche se non basterebbe a risarcire la Sardegna per i danni ambientali provocati dall’Industria».

«La nostra non è una richiesta di assistenzialismo – ha aggiunto Stefano Altea – la Sardegna deve avere le stesse opportunità delle altre Regioni. La nuova formulazione dell’art. 119 della Costituzione apre la strada all’accoglimento delle nostre istanze.»

Alla conferenza stampa è intervenuto anche il leader di Fortza Paris Gianfranco Scalas che ha suggerito di tener presente il tema della lingua sarda: «Siamo la più grande minoranza linguistica della Repubblica italiana – ha detto Gianfranco Scalas – questo ci dà più forza nel confronto con lo Stato e, soprattutto, con l’Europa. E’ un elemento da sfruttare per veder riconosciuta la nostra specialità».

Dal riconoscimento del principio di insularità passa il futuro della Sardegna, secondo il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Pietrino Fois: «Occorre che il nuovo esecutivo regionale concluda al più resto il contratto con lo Stato – ha detto Pietrino Fois – la Sardegna ha un bilancio ingessato con una massa manovrabile molto ridotta. Senza nuove risorse la nostra Regione è destinata ad arrancare».

I temi cari ai Riformatori sardi saranno posti con forza all’attenzione del nuovo presidente della Regione Christian Solinas: «Abbiamo sollecitato a più riprese la giunta uscente e lo stesso faremo con la maggioranza di centrodestra di cui facciamo parte – ha detto ancora Pierpaolo Vargiu – chiediamo a tutti i sardi e a tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento di unirsi alla nostra battaglia sull’insularità e sulle accise».

 

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Il segretario regionale dei Riformatori sardi, Pietrino Fois, ha indirizzato al neoeletto Presidente della Regione, Christian Solinas, una lettera-appello con la quale gli chiedono di recarsi subito a Roma per i diritti dei sardi.

«Ora che è terminata la campagna elettorale e che i sardi ti hanno eletto con grandissimo consenso – scrive Pietrino Fois – per tutti noi arriva la parte più difficile: dobbiamo riuscire a fare quel deciso cambio di marcia che è indispensabile per dare un futuro diverso alla Sardegna.»

«Sappiamo bene – aggiunge Pietrino Fois – che le battaglie per noi più importanti si giocano a Roma, dove si decidono le partite dell’insularità e delle accise: dobbiamo vincerle entrambe per dare ai sardi opportunità pari a quelle di tutti gli altri italiani ed uscire finalmente dal tunnel dell’assistenzialismo, che ci ha tolto la dignità.»

«Non c’è un istante da perdere – conclude Pietrino Fois – in queste settimane, a Roma, si discute la nuova prospettiva del regionalismo. La Sardegna deve essere presente, con tutta la forza delle centinaia di migliaia di firme raccolte tra i sardi, a sostegno dei propri diritti. Partiamo subito Presidente: sarai tu la nostra bandiera e intorno a te, determinati e risoluti come non mai, si raccoglieranno tutti i sardi!»

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«L’enfasi dell’assessore della Programmazione Raffaele Paci sulla spendita dei fondi europei è del tutto fuori luogo: se i finanziamenti non arrivano ai destinatari in tempi ragionevoli i bandi della Regione sono solo un terribile boomerang, che affossa le aziende anziché aiutarle. I dati formali e contabili sono una cosa, ma la realtà economica è ben diversa.»

Questo l’attacco a Raffaele Paci di Pietrino Fois, coordinatore regionale Riformatori sardi e del consigliere regionale Michele Cossa.

«Il rispetto dei parametri è fondamentale; esso è anche il frutto di un lavoro iniziato prima che arrivasse Raffaele Paci. Dove la Giunta Pigliaru ha clamorosamente fallito è nell’efficientamento delle procedure, che sono ancora più lente del passato. Le imprese, specie quelle piccole e piccolissime, non vengono aiutate nella partecipazione ai bandi e nelle fasi successive; la riforma della Regione, tanto annunciata e sbandierata, si è argentata chissà dove. Il risultato è che la Regione era e resta nemica delle imprese, un Moloch che sembra esistere per disturbare e non per aiutare il mondo economico – aggiungono i due esponenti dei Riformatori sardi -. Avevamo già denunciato che l’inaccettabile stallo dei bandi agevolati del Por Fesr 2014-2020, che Paci ha derubricato a semplici ritardi. La verità è che ancora oggi chi vince un bando si legando una pietra al collo, giacché non può contare sulla garanzia di tempi certi. Questa è la situazione di gran parte dei bandi regionali: il risultato – concludono Pietrino Fois e Michele Cossa – è che non soltanto risorse decisive per la ripresa economica della nostra Isola non vengono effettivamente immesse nel sistema, ma si alimenta l’illusione di poter contare su finanziamenti che arrivano, purtroppo letteralmente, “a babbo morto”.»

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«Stamattina ho consegnato a Matteo Salvini i dossier su accise ed insularità, due temi strategici per la Sardegna sui quali i Riformatori hanno fatto una battaglia che ha coinvolto oltre 100mila sardi. Ho visto con soddisfazione che Salvini ha ben presenti le implicazioni che ad esse sono connesse, e per questo ha assicurato tutto il suo appoggio a Roma e a Bruxelles.»

Così il coordinatore regionale dei Riformatori sardi Pietrino Fois, che oggi ha partecipato a Cagliari all’incontro tra i partiti del centrodestra.

«Accise ed insularità sono i due punti più importanti del programma della coalizione di cui facciamo parte – ha aggiunto Pietrino Fois – ma certo la loro attuazione ha bisogno di un forte sostegno ai massimi livelli istituzionali. La chiara presa di posizione del leader leghista ci conforta nella convinzione che le ragioni della Sardegna siano così forti che la comunità nazionale non può non tenerne conto. Ecco perché su questi temi andremo avanti fino in fondo.»

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I consiglieri regionali del gruppo dei Riformatori sardi (Michele Cossa, Attilio Dedoni, Luigi Crisponi e Alfonso Marras) hanno presentato una proposta di legge ideata insieme ai professionisti del settore, Sergio Sorgi (fondatore di Progetica) e Francesco Mastino (vice presidente dell’associazione Socrate) finalizzata ad accrescere il benessere sociale con l’educazione economica e finanziaria dei giovani e degli adulti. Nove articoli con uno stanziamento previsto di 500.000 euro l’anno, per favorire la promozione e la diffusione delle competenze in materia finanziaria e formare così cittadini-risparmiatori più responsabili.

«Il livello di conoscenza dell’economia e della finanza anche in Sardegna – ha dichiarato il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Pietrino Fois – è sempre più carente, nonostante gli effetti della crisi su famiglie e imprese siano stati devastanti. A dieci anni dal fallimento della Lehman Brothers – ha aggiunto Michele Cossa – è fondamentale favorire la consapevolezza nella gestioni dei diversi strumenti finanziari». A giudizio del capogruppo, Attilio Dedoni, la materia deve trovare spazio nelle scuole e nelle Università, per completare il sistema culturale e della formazione, aiutando i sardi a comprendere e a difendersi dalle insidie della finanza. «Sono norme che impattano direttamente con la vita reale dei nostri concittadini – ha affermato Alfonso Marras – che meritano una migliore informazione e una più approfondita conoscenza del sistema bancario che, purtroppo, è ancora percepito come un “nemico” piuttosto che come un’opportunità».

«Servono competenze e un’appropriata divulgazione degli strumenti e delle iniziative del sistema bancario – ha concluso Luigi Crisponi – per permettere alle imprese e alle famiglie di saper cogliere e valorizzare le proposte del sistema creditizio e della finanza».

«Aiutiamo le famiglie, i giovani e gli adulti – hanno spiegato Sorgi e Mastino – a migliorare la loro qualità di vita, educandoli a gestire il budget familiare e anche le difficoltà nei conti, il risparmio e la spesa, per far crescere e salvaguardare il proprio patrimonio e il livello di benessere sociale.»

L’educazione economica e finanziaria è normata da una legge quadro statale ed alcune Regioni, ad incominciare dal Veneto, si sono dotate di specifiche leggi per favorirne la promozione anche in collaborazione con enti locali, scuole, università e associazioni sia pubbliche che private.