2 November, 2024
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«La Giunta regionale dice di aver deciso di non versare allo Stato i 285 milioni di accantonamenti: peccato che la Giunta non versi proprio nulla ma sia lo Stato a trattenere i soldi alla fonte». Lo denunciano Pietrino Fois, coordinatore regionale dei Riformatori sardi, e Franco Meloni, presidente del Centro Studi del partito. «La Regione – spiegano Fois e Meloni – non versa nulla allo Stato ma è esattamente il contrario, lo Stato raccoglie le imposte e versa alla Regione la quota prevista dallo Statuto, meno la parte che le leggi nazionale anno per anno destinano ai cosiddetti accantonamenti. In poche parole la Regione Sardegna non si tratterrà proprio nulla ma al contrario sarà lo Stato a trattenersi dalle entrate regionali la quota che riterrà di sua competenza in base alle leggi approvate dal Parlamento: per il 2019 la bellezza di 754,6 milioni, non un centesimo di meno». «In poche parole – dicono ancora Fois e Meloni – la Giunta tenta per l’ennesima volta di prendere i sardi per i fondelli, non è vero che tratterrà soldi che non ha nelle sue disponibilità e lo Stato si prenderà anche quest’anno i soldi che l’imperizia, l’inesperienza, l’incapacità, la presunzione professorale e l’arroganza infinita di questa Giunta gli hanno consentito di accaparrarsi». Una presa in giro che arriva, aggiungono gli esponenti dei Riformatori, “dopo cinque anni di imbarazzante sudditanza ai voleri romani”.

Lettera appello dei Riformatori sardi, una sorta di “Manifesto della Sardegna Unita”, a tutte le forze politiche dell’Isola. A firmarla sono Pietrino Fois, Michele Cossa, Attilio Dedoni, Luigi Crisponi e Alfonso Marras. «Si avvicinano le elezioni regionali e – come è normale – ciascuno di noi legittimamente partecipa con determinazione alla costruzione del progetto di governo del proprio schieramento politico, nella convinzione di mettere a disposizione della Sardegna lo strumento che possa darle nuova speranza e dignità». Ma, aggiungono i Riformatori sardi, «pur consapevoli delle tante diversità che ci rendono avversari leali nella prossima competizione elettorale», dopo il voto per alcune questioni importanti sarà necessaria, «un’alleanza oltre i confini degli schieramenti, di interesse di tutti i sardi». Non ovviamente un’alleanza di governo, ma un patto che veda tutta la Sardegna impegnata su temi decisivi per l’Isola. «Se fossero da tutti condivisi, crediamo che sia una cosa buona sottrarli alle polemiche e all’animosità della campagna elettorale, trasmettendo ai sardi la certezza che – qualunque sia il risultato elettorale – ci sono comunque battaglie che combatteremo tutti insieme perché sappiamo che non sono di parte e – soltanto tutti insieme – potremmo avere la speranza di vincere davvero». Gli obiettivi, spiegano i Riformatori sardi, sono tre: l’insularità, le accise e, infine, identità e qualità. Sull’insularità, «i sardi chiedono di avere pari diritti di cittadinanza rispetto a tutti gli altri italiani. E’ finito il tempo dell’assistenzialismo e delle elemosine di Stato. Serve invece la misurazione e la compensazione dei gap infrastrutturali (trasporti, energia, reti tecnologiche, alta formazione, sanità, fiscalità di vantaggio), legate allo svantaggio dell’insularità. I sardi chiedono uguaglianza di punti di partenza per poter finalmente dimostrare “se e quanto valiamo”. E la strada per raggiungere il traguardo è segnata: in Parlamento è depositata la iniziativa sarda di riforma della Costituzione italiana».

Sulle accise, «bisogna ripartire dalla norma della legge Finanziaria per il 2014 che ci assegnava 1 miliardo di euro. Lo Stato impugnò la norma, che non venne difesa dalla Giunta Pigliaru davanti alla Corte Costituzionale». Infine, identità e qualità. «La Sardegna ha bisogno di riconoscersi in un’identità da nazione senza stato, che permetta di valorizzare la sua storia, le sue tradizioni, i suoi valori, le sue ricchezze ambientali. È arrivato il momento di trasformare questa nostra identità – in cui tutti ci riconosciamo – nel valore aggiunto comunicativo ed economico che ci consenta di presentare e di rendere immediatamente percepibile al resto mondo, l’unicità del “sistema Sardegna”».

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«Le tensioni interne ai partiti vanno scongiurate, al centrodestra non servano primi della classe, ma laboriosità e spirito di sacrificio che portino ad un nome che sia condiviso da tutti e che soprattutto piaccia ai sardi: verso le elezioni lo schieramento deve essere unito.»

E’ l’invito che il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Pietrino Fois, rivolge agli alleati in vista delle regionali di febbraio. Un appello che arriva due giorni dopo il secondo tavolo della coalizione e lo strappo interno a Forza Italia dove in sei hanno firmato una lettera indirizzata a Silvio Berlusconi invocando un cambio alla guida regionale del partito.

«Così non va – aggiunge Pietrino Fois – solidità e credibilità sono legati alla qualità del programma che presenteremo e all’autorevolezza delle persone che sceglieremo per realizzarlo, ma anche dai rapporti interni alla coalizione e dal clima che si respira all’interno delle forze politiche che la compongono. Basta, poi, con le iniziative personali che portano solo confusione e disorientamento nell’elettorato, noi non vogliamo essere complici in clima di scontri che non ci appartiene.»

«Ai Riformatori sardi – conclude il coordinatore – non mancano certo figure autorevoli da proporre per la presidenza della Regione, ma ci siamo sottratti per il bene della coalizione.»

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«L’Osservatorio economico della CNA lancia un doloroso grido d’allarme, la Giunta Pigliaru continui pure a parlare come ha fatto in questi 5 anni.»

Il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Pietrino Fois, richiama alle proprie responsabilità la Giunta regionale, dopo la diffusione dei dati fatta dalla CNA sul fallimento di alcune centinaia di imprese sarde, travolte dalla crisi.

«263 le imprese sarde che hanno portato i libri in tribunale, tra procedure di amministrazione controllata, concordati, stati di insolvenza, liquidazione coatta. Le procedure sono aumentate del 25% in Sardegna contro una media nazionale dell’11%. Non solo, è il dato peggiore di tutto il mezzogiorno, Basilicata, Abruzzo, Molise, Calabria. Questo è il segno tangibile della mancanza di politiche attive capaci di far produzione e sviluppo. Il settore edile non da segni di ripresa confortanti, anzi. Il credito nei confronti degli artigiani e piccole imprese tira sempre di più i cordoni – conclude Pietrino Fois -, stiamo rischiando di andare incontro ad un fine 2018 che può toccare il record per la chiusura di attività, la finanziaria che sta per varare questa giunta, leggendo i numeri, sta semplicemente garantendo la propria sopravvivenza contabile, ma non certamente quella delle imprese.»

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«La consegna in Senato della proposta di legge sull’insularità sostenuta da 100mila firme non è la fine ma l’inizio di una battaglia che ci vedrà impegnati nei prossimi mesi.»

Lo dicono i Riformatori sardi, all’indomani del deposito della proposta di iniziativa popolare che ha visto mobilitato tutto il partito per mesi e non solo in Sardegna ma in tutte le regioni italiane. Tra l’altro, gli uffici del Senato seguiranno da vicino l’iter della proposta di legge: è quanto emerso dall’incontro con la presidente di Palazzo Madama, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e una rappresentanza del comitato promotore per l’Insularità: il senatore Emilio Floris (Forza Italia) che ha organizzato il colloquio, il consigliere regionale Michele Cossa (Riformatori) e Luciano Uras (Sel). «L’impegno per la raccolta delle firme è stato trasversale – spiega Michele Cossa – e assieme ad altre associazioni e forze politiche siamo riusciti a coinvolgere migliaia di persone non solo in Sardegna ma in tutta Italia. Nonostante sia una nostra battaglia crediamo fortemente che la vittoria possa arrivare solo con una mobilitazione unitaria di tutte le forze politiche sarde e della Sardegna intera».

«Importantissimo – dice il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Pietrino Fois – è stato l’apporto degli emigrati sardi, della Fasi, che con i loro circoli sparsi nelle diverse regioni italiane, ha consentito di dare a questo grande progetto una spinta decisiva e importantissima. Lo stesso vale per l’associazione dei Comuni delle Isole Minori e di tutte le associazioni che assieme a noi hanno organizzato tavolini, banchetti, feste e manifestazioni a sostegno della proposta di legge.»

«L’introduzione del principio di insularità in Costituzione – aggiungono i Riformatori sardi – ci consentirà di rivendicare ancora con più forza ciò che ai sardi spetta di diritto. L’Italia ha un debito di riconoscenza nei confronti della nostra Isola, un debito che risale a quasi un secolo fa e che non è mai stato saldato.»

La raccolta di firme è stata un successo senza precedenti. «In migliaia – dice ancora Pietrino Fois – si sono presentati ai tavolini per sostenere un diritto fondamentale per tutti i sardi. La Sardegna dovrà dimostrarsi estremamente compatta in questa battaglia vitale per le sue prospettive. E sarà in quel momento che capiremo davvero chi sta dalla parte della Sardegna e chi, invece, non lo è.»

«Anche perché – conclude Pietrino Fois -. tutti noi sardi sappiamo che vivere in un’isola ha costi che non sono paragonabili a quelli che ha chi abita in altre regioni: l’energia, i trasporti, la sanità, l’istruzione, richiedono spese che poi si riflettono sulla qualità di vita, sull’opportunità di lavoro e sul benessere. I Riformatori su questo faranno una grande battaglia e non si fermeranno sino a quando l’Isola non avrà quanto le spetta. Perché per noi ci sono prima i sardi e la Sardegna.»

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«Sono state disattese tutte le previsioni della stagione estiva della Giunta Pigliaru: frenano i consumi, famiglie ed imprese sempre più in difficoltà, stiamo assistendo ad un decadimento economico e sociale senza precedenti.»

Lo scrive, in una nota, Pietrino Fois, coordinatore regionale dei Riformatori sardi.

«La stagione estiva è nella sua fase conclusiva e le imprese hanno registrato segnali negativi o incrementi dello zero virgola, una situazione che se non affrontata col giusto vigore rischia di certificare la chiusura di molte aziende – aggiunge Pietrino Fois – col Pil che nelle previsioni passa da 1,3 %nel 2018 a 1,1 %nel 2020 con 5 miliardi in meno di spesa, la Sardegna rimarrà stritolata più del resto d Italia. Se la legge di bilancio e finanziaria regionale che la Giunta sta per presentare non terrà conto di una straordinaria emergenza provvedendo un immediato soccorso alle aziende, assisteremo ad un altro autunno in cui ci si leccherà le ferite. Le famiglie e imprese pagano i costi, dell’isolamento, di non avere ancora una legge urbanistica, i prezzi dei trasporti, leggi sbagliate sulla caccia, sui vincoli della pesca, leggi sistematicamente impugnare dal governo, viabilità interna disastrosa, tutto fermo, lento, ma le imprese e le famiglie devono andare avanti, questa Giunta di centrosinistra quando si accorgerà di tutto questo? Sempre che non scattino gli aumenti iva, a quel punto si possono restituire le chiavi, entrerebbe in crisi l’Italia figuriamoci cosa succederà nella nostra isola.»

«La Giunta Pigliaru si muova, inizi a guardare le cose con il giusto peso, i dati di previsione ipotizzati prima della stagione sono tutti saltati, negativi e preoccupanti», conclude il coordinatore Regionale dei Riformatori sardi Pietrino Fois.

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I Riformatori sardi rilanciano la vertenza sulle accise. «Lo Statuto della Sardegna non ammette tradimenti e deve essere attuato nel modo corretto, riconoscendo il diritto sovrano del popolo sardo sancito dal contenuto dell’articolo 8 – sostengono in una nota -. Oltre tre miliardi di euro all’anno: questa è l’entità del credito cui la Regione avrebbe diritto se venisse riconosciuta all’Isola la quota di compartecipazione sulle accise gravanti su tutti i prodotti petroliferi fabbricati e consumati nella nostra Sardegna».

«Un tesoretto non di poco conto, perdipiù stimato per difetto. Perché a livello statale la somma che entra nelle casse statali ammonta a circa 25 miliardi di euro (secondo il bilancio 2016), e perché i prodotti petroliferi fabbricati dalle nostre parti attraverso la Saras, hanno inciso negli ultimi dieci anni per una media del 20% su base nazionale. I Riformatori sardi non ci stanno e rilanciano la battaglia per le accise, che altre non sono se non le imposte di fabbricazione sui prodotti petroliferi. Lo Stato nega alla Sardegna un diritto: quello di ottenere risorse economiche dovute, data la presenza a Sarroch della Saras, una delle più importanti del mondo», afferma il coordinatore regionale Pietrino Fois.

«Su quella produzione – dicono i Riformatori – i sardi devono ottenere quanto è dovuto, mentre ad oggi lo Stato trasferisce alla Regione solo le accise calcolate sulla benzina e sul gasolio consumati nell’isola. Errore clamoroso che erano riusciti a far iscrivere nel Bilancio Regionale 2014 la somma forfettaria di un miliardo di euro – poi bocciata dalla Corte Costituzionale su ricorso del Governo.»

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«Solamente ieri due autorevoli Presidenti di commissione in Consiglio Regionale hanno dichiarato in conferenza stampa il fallimento del rapporto Stato/regione Sardegna, evidenziando l’assurdo accantonamento di risorse che, a dir loro è di 1,5 miliardi. Oggi l’assessore alla programmazione Paci ci conferma la grande quantità di risorse comunitarie non spese e tende a scaricare la colpa sui passaggi burocratici eccessivamente complicati e lunghi, come se lui fosse estraneo ad ogni tipo di responsabilità.»

A sostenerlo è Pietrino Fois, coordinatore regionale dei Riformatori sardi.

«Sono invece notizie certificate da chi ci governa oggi in Sardegna – conclude il coordinatore regionale dei Riformatori sardi – utili solo a coprire la loro totale inadeguatezza e a mortificare imprese e famiglie che attendono risposte certe per uscire da questa spirale di crisi da cui non se ne vede la fine, ma tutto ciò è quantomeno utile per far capire ai Sardi le profonde responsabilità di chi oggi governa la Sardegna.»

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Il consigliere regionale Alfonso Marras ha lasciato il gruppo dell’UDC ed ha aderito ai Riformatori sardi. L’annuncio è stato fatto stamane, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte anche il coordinatore regionale dei Riformatori sardi Pietrino Fois, il capogruppo Attilio Dedoni, i consiglieri Michele Cossa e Luigi Crisponi.
Alfonso Marras ha ringraziato per l’accoglienza e ha sottolineato come la sua adesione ai valori dei Riformatori nasca dall’apprezzamento della loro incessante azione per la nascita di una nuova cultura dello sviluppo della Sardegna, che possa finalmente portare la nostra Isola fuori dalle secche dell’assistenzialismo e del clientelismo, che hanno distrutto ogni cultura d’impresa, togliendole ogni dignità e identità.
«La sfida sui temi dell’insularità – ha aggiunto Alfonso Marras -, è figlia della intuizione politica dei Riformatori sardi ed è davvero destinata ad essere la madre di tutte le battaglie della Sardegna, segnando il confine della nostra nuova specialità.»
Fois, Dedoni, Cossa e Crisponi, nel dare il benvenuto al consigliere regionale, lo hanno ringraziato per la sua adesione, «che da ulteriore forza al progetto politico di innovazione e cambiamento della Sardegna».
«All’orizzonte – hanno concluso i quattro esponenti dei Riformatori sardi – c’è la scadenza elettorale del febbraio prossimo. Ci avviciniamo consapevoli del fallimento dell’attuale maggioranza, determinati sino in fondo a vincere le elezioni per cogliere l’ultima frontiera di speranza per tutti i sardi che vogliono lavorare insieme per non rassegnarsi al disastro che incombe sulla Sardegna.»

Alfonso Marras era stato nominato consigliere regionale a seguito della sentenza della Corte di Cassazione n. 22047/2016 in sostituzione del consigliere regionale Ignazio Giovanni Battista Tatti, dichiarato ineleggibile avendo egli rivestito la carica di consigliere d’amministrazione dell’Ente Foreste della Sardegna.

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A distanza di poche ore dal voto amministrativo nei Comuni sardi, il coordinatore regionale dei Riformatori sardi esprime «soddisfazione per la tenuta delle nostre liste e per i ballottaggi che siamo convinti di vincere».

«Si è concluso il primo tempo di una campagna elettorale difficile – aggiunge Pietrino Fois – che ha riservato importanti conferme per le nostre liste e i nostri candidati. La coerenza e la serietà del nostro lavoro sono stati premiati ed i risultati dei ballottaggi lo certificheranno. Nel grande agone politico che oramai ha visto le alleanze più disparate e nuove, l’elettorato ha dimostrato di avere le idee chiare nel confermare ai Riformatori sardi la propria fiducia.»