23 November, 2024
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«La Conferenza Episcopale Sarda ha scritto ai neo deputati dicendo che condivide le difficoltà che vivono i Sardi a causa dell’insularità. Sia quindi conseguente e ci aiuti concretamente nella raccolta di firme per fare approvare la legge di iniziativa popolare per “inserire in Costituzione il principio di insularità”. La Conferenza Episcopale non sia osservatore ma protagonista nella raccolta di firme e, soprattutto, sia da stimolo verso i neo parlamentari eletti, affinché prescindendo da schieramenti e partiti si raggiunga questo grande obiettivo. Si tratta di una grande risorsa per abbattere il gap di costi e disagi che affliggono i Sardi da decenni.»

Lo ha detto oggi il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Pietrino Fois.

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Anche il Centro Studi di Mestre da ragione alla nostra battaglia “Risparmi dei Sardi annullati dai prelievi su carburanti”.

Lo sostiene Pietrino Fois, coordinatore regionale dei Riformatori sardi.

«E’ un insopportabile balzello, lo sosteniamo da anni, proseguirà la nostra battaglia sulle accise e il fisco sui carburanti pesano il 63% per il gasolio ed il 66% per la benzina – aggiunge Pietrino Fois – e, oltre al danno ambientale non c’è nessun ristoro per i Sardi. I Governi continuano a far finta di nulla su una vertenza da affrontare immediatamente. In Sardegna circolano più di un 1.100.000 di mezzi tra autovetture private, autobus ed autocarri, è facile pensare quali sarebbero il risparmio e il beneficio su famiglie ed imprese se ci venisse riconosciuto quanto ci è dovuto ormai da decenni, il 47% della spesa dei mezzi arriva dai carburanti. Sono dati confermati anche dall’ufficio studi della “Cgia di Mestre”.»

«Con questa battaglia – conclude Pietrino Fois – riusciamo ad ottenere una grande boccata d ossigeno per i Sardi, mentre la Giunta Pigliaru non ha resistito in giudizio facendosi prendere in giro dal Governo

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«Libertà di voto per tutti i Riformatori». Questa è la decisione presa dal coordinamento regionale all’unanimità e comunicata con una nota del coordinatore regionale Fois. 

«Le scelte e le modalità con cui la coalizione di centrodestra ha definito collegi e candidati non fanno parte del nostro modo di fare politica. Si parla tanto di autonomia e di decisioni che devono essere prese in Sardegna – spiega Pietrino Fois – mentre anche questa volta si sono subite imposizioni da Roma, da parte di chi dimostra di non conoscere la realtà della Sardegna. A queste imposizioni dall’alto abbiamo detto “NO”.»

«Invitiamo pertanto tutti i sardi che sostengono i Riformatori sardi – conclude Pietrino Fois – ad andare comunque a votare, scegliendo in piena libertà e con serena valutazione chi meglio incarni il voto di speranza e di cambiamento di cui l’Italia ha bisogno.»

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Il dipartimento delle Finanze ha trasmesso ai Comuni la circolare del 20.11.2017 che indica la procedura per i rimborsi dei pagamenti TARI in eccesso.

«È l’ennesima ingiustizia vessatoria nei confronti dei cittadini – afferma Pietro Fois, coordinatore regionale dei Riformatori sardi – i cittadini costretti a mettere rimedio agli errori di chi amministra; siamo al paradosso. Il Governo si faccia carico del proprio errore e trasmetta una nuova circolare che escluda qualsiasi tipo di responsabilità ed iniziativa da parte di chi, oltre ad aver pagato di più, deve caricarsi l’onere di fare domande di rimborsi che dovrebbe invece ricevere per diritto.»

«Diversamente – conclude Pietrino Fois – è chiaro il perché ormai solamente una sempre più bassa percentuale di cittadini va a votare, solo doveri e pochi diritti.»

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«È un governo che sa solo rinviare gli impegni e che poche settimane fa, in occasione della visita in Sardegna, è ora di chiudere le vertenze ancora aperte. Ma l’unica cosa certa, ad oggi, è il procrastinare incontri e impegni senza capire che le risorse dovute alla Sardegna non sono un optional.» Lo dice Pietrino Fois, coordinatore regionale dei Riformatori sardi.

«La finanziaria 2018 non potrà ancora contare su risorse determinanti per far fronte alle difficoltà che vivono le imprese e alla disoccupazione. Pigliaru e la sua Giunta ormai si limitano a comunicare l’ennesimo incontro saltato – conclude Pietrino Fois -. E’ un appiattimento che umilia la Sardegna e i Sardi.»

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Il presidente del Comitato promotore Roberto Frongia.

Il comitato promotore del referendum sull’insularità ha centrato l’obiettivo delle 15.000 firme (sono già 18.000).

Per il Movimento Referendario “Insularità in Costituzione”, si chiude oggi la fase iniziata venti giorni fa: abbiamo già raccolto 18.000 firme, è stato raggiunto e superato l’obiettivo minimo, che ci consente di dire che i sardi voteranno nella prossima primavera!

Lo ha dichiarato con soddisfazione il presidente del comitato promotore, Roberto Frongia, che ha aggiunto: «E’ stata davvero una fase entusiasmante, portata avanti con determinazione e passione da gruppi di volontari e amministratori locali volenterosi, che si sono appoggiati in larga parte alla piccola struttura dei Riformatori, spendendo pochi euro. Ma da oggi, la nostra sfida cambia marcia: vogliamo che il progetto dell’insularità sfondi in tutta la Sardegna e diventi realmente una battaglia di tutti, nella quale non ci sia alcun copyright, una battaglia intorno alla quale si uniscano tutti i sardi. L’obiettivo è così importante e centrale per la nostra isola che non ci possono essere primogeniture, né gelosie, né diserzioni!».

Michele Cossa, consigliere regionale dei Riformatori sardi: «Essere “un’isola” può apparire a chi non ci vive una cosa pittoresca. La realtà è che comporta costi aggiuntivi che devono essere compensati in nome della coesione nazionale, con l’obiettivo di rendere uguali i punti di partenza di tutti i cittadini italiani. Siamo italiani e vogliamo diritti di cittadinanza uguali a tutti gli altri italiani: uguali i punti partenza, saranno diversi i punti di arrivo in rapporto alla capacità e al talento di ciascuno! Sia data ai sardi la possibilità di dimostrare il proprio valore, senza la partenza ad handicap dell’insularità!»

«Non si tratta soltanto di difendere la nostra Autonomia – ha aggiunto il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Pietrino Fois – ma di interpretare una nuova stagione di Autonomia 4.0, che coniughi responsabilità e innovazione e rappresenti una vera rivoluzione culturale per l’intera Sardegna! La nostra cultura, la nostra storia millenaria e le nostre tradizioni rappresentano la consapevolezza della nostra identità che diventa il presupposto per l’abbandono del vecchio modello di sviluppo, basato sull’assistenza. I sardi non vogliono più ricevere il “pesce pescato da altri e regalato dallo Stato”, proseguendo un andazzo che mortifica ogni capacità di dimostrare quanto valiamo e ci condanna ad essere servi senza dignità. Vogliamo invece che siano azzerati gli attuali svantaggi strutturali legati all’insularità e che sia, dunque, finalmente consentito ai sardi di competere con pari punti di partenza e pari opportunità con tutti gli altri cittadini italiani!»

«L’obiettivo finale – ha concluso il parlamentare dei Riformatori sardi Pierpaolo Vargiu – può sembrare un sogno, ma non lo è affatto: vogliamo raccogliere 100.000 firme autenticate e certificate, un risultato mai ottenuto prima d’oggi in Sardegna nelle diverse campagne referendarie, che può certificare in modo inequivocabile che questa non è una battaglia di una parte politica, ma la madre di tutte le battaglie per tutti i sardi! Da oggi dunque chiediamo a tutti un “cambio di passo”: la classe dirigente sarda sta aderendo in modo autorevole e massiccio, è il momento di contagiare a tutti i sardi il nostro entusiasmo, gridando con forza quanto “noi ci crediamo!”.»

Sono poi intervenuti:

Enrico Altieri, già presidente della sezione tributaria della Corte di cassazione: «Si tratta di una iniziativa importante, perché incide sull’identità Costituzione della nostra nazione. Apre la strada a una serie di opportunità sinora negate, soprattutto sul piano della fiscalità di vantaggio».

Roberto Deriu, consigliere regionale del Pd: «Con questa iniziativa riprende vigore l’iniziativa riformatrice. Un ampio fronte proveniente da diverse aree politiche si riunisce per un obiettivo che potemmo definire in controtendenza, giacché nasce non per dividere me per unire, e si muove sul piano costituzionale, com’è corretto che sia».

Pietro Pittalis, consigliere regionale Forza Italia: «I referendum lombardo e Veneto del ottobre ci impongono di batterci per riaffermare la nostra specialità. Ringrazio i Riformatori sardi er la lungimiranza che hanno avuto nel promuovere l’iniziativa, e vorrei richiamare anche la battaglia fatta nel parlamento europeo dal nostro europarlamentare Salvatore Cicu, che ha portato ad una importante risoluzione del parlamento europeo».

Vanni Lobrano, docente di diritto romano presso l’Università di Sassari: “Iniziativa dal grandissimo significato costituzionale”.

Maria Antonietta Mongiu, già presidente del Fai: «Lavoriamo perché la maggior parte della popolazione sia con noi. Se riusciremo, la battaglia sarà vinta».

Rita Dedola, Presidente dell’ordine degli avvocati di Cagliari, che ha dichiarato: «Il traguardo di firme raggiunto conferma che avevamo visto lungo e giusto: in Sardegna è indispensabile una svolta culturale che individui un nuovo percorso di sviluppo, che unisca tutti i sardi, dando diritti di cittadinanza pari agli altri italiani. Anche lo smantellamento del sistema dei Tribunali a cui rischiamo oggi di assistere in Sardegna è figlio di una logica che rifiutiamo, non certo perché vogliamo assistenza statale, ma perché chiediamo che vengano calcolati e risarciti i maggiori costi per il buon funzionamento della Giustizia nell’Isola!»

Franco Sabatini, consigliere regionale Pd: «Sono temi che per loro natura sono trasversali, ed è significativo che ci siano consiglieri regionali di diverse parti politiche. Accanto ad essa tuttavia è necessario mettere in campo una forte azione politica rivolta all’Europa».

Stefano Altea, avvocato, esperto di Diritto Europeo: «L’iniziativa referendaria avente oggetto la (re)introduzione del principio di insularità all’interno della Carta Costituzionale trae legittimazione giuridica dall’art. 1 lettera f della L.R. 17 maggio 1957, n. 20 che regolamenta le Norme in materia di referendum popolare regionale. Ai sensi dell’art. 1, lettera f, infatti, può essere indetto referendum popolare per esprimere parere su questioni di particolare interesse sia regionale che locale. E’ di tutta evidenza come la costituzionalizzazione del principio di insularità sia una questione di particolare interesse per la Sardegna per due motivi. Il primo risiede nella necessità di affermare le pari opportunità, il secondo riguarda la questione fondamentale per riaffermare la specialità della nostra Regione in ambito nazionale. A livello contenutistico il quesito referendario si presenta del tutto legittimo dal punto di vista della legalità costituzionale in quanto non mira a derogare l’iter naturale di revisione della Costituzione di cui l’art. 138 ma vuole rappresentare un importante stimolo per la Giunta Regionale al fine di intraprendere i percorsi istituzionali necessari per la presentazione di una proposta di Legge Costituzionale».

Alessandra Zedda, consigliere regionale di Forza Italia: «L’affermazione del principio di insularità all’interno della Costituzione ci consentirà, nei confronti dell’Europa e del resto dell’Italia, una revisione totale sia del concetto di aiuto di stato, che di concorrenza. Questo determinerebbe un impatto fortissimo sulle potenzialità di sviluppo e potenziamento sia dei settori produttivi tradizionali che innovativi».

Piero Comandini, consigliere regionale del PD: «Tanti problemi della Sardegna nascono proprio alla condizione di insularità, mai veramente riconosciuta; è un dato di fatto, siamo lontani dalla terra ferma è una condizione che non possiamo cambiare, ma possiamo, dobbiamo, abbiamo il diritto/dovere di farne un vantaggio. Ecco perché ritengo che il referendum sia importante, perché sarà la voce di tutti i sardi, una voce unita e forte, perché il riconoscimento della nostra insularità ci darà la possibilità di liberarci dei tanti vincoli che altro non fanno che tenerci isolati. Il popolo sardo deve avere il giusto riconoscimento e la tutela che merita. Il referendum deve essere il punto di partenza per un nuovo grande Piano di Rinascita Regionale, sostenuto e riconosciuto a livello nazionale ed europeo».

Domenico Gallus, consigliere regionale gruppo Psd’az, La base e sindaco di Paulilatino: «Nuovo protagonismo degli amministratori locali, su un tema di rilevanza straordinaria. Ho avuto i moduli da pochi giorni eppure mi sono reso conto che le persone aderiscono con entusiasmo. È un segnale da non sottovalutare».

Marco Tedde, consigliere regionale di Forza Italia: «Siamo cittadini diversamente comunitari, questo è il frutto dell’insularità. Che è anche un fattore culturale determinante».

Giuseppe Fasolino, consigliere regionale di Forza Italia e sindaco di Golfo Aranci: «Fondamentale che il valore su cui noi qui presenti convergiamo non è l’appartenenza politica ma una battaglia comune per la nostra terra. Ma non dimentichiamo che il referendum è solo un punto di partenza».

Giovanni Pileri, coordinatore dei Riformatori sardi Gallura: «Ci sono terrori come la Gallura dove l’insularità pesa più che altrove. La gente risponde immediatamente, e questo oggi è un fatto straordinario. Riconoscimento fondamentale per la ripresa della nostra economia».

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«Deve essere il governo a venire in Sardegna, basta viaggi inutili a Roma. Ha ragione il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini, che mette sotto tutela la Giunta Pigliaru, ma gli ricordo che quella che lui cerca di difendere è la stessa Giunta che non ha resistito in giudizio per la questione “accise”. Tutto perché il Governo aveva promesso di evitare ulteriori accantonamenti per la Sardegna.»

Lo scrive, in una nota, Pietrino Fois, coordinatore regionale dei Riformatori sardi.

«Siamo a 3,3 miliardi di denari che lo Stato si trattiene e veniamo trattati come tutte le altre regioni a statuto ordinario. Questo dopo decine di incontri  fatti a Roma con le relative promesse. Franco Sabatini chieda al governo di venire in Sardegna – conclude Pietrino Fois – e non abbia paura di sostenere il nostro referendum sul principio di insularità che rimane l’unico principio solido su cui contare per avere un rapporto alla pari in forma definitiva.»

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Nella giornata in cui scade il termine per la presentazione di osservazioni ed opposizioni al progetto nazionale per l’individuazione del deposito unico nucleare, il coordinatore regionale ed il presidente dei Riformatori sardi, Pietrino Fois e Roberto Frongia, si schierano contro qualsiasi ipotesi che la scelta possa ricadere sulla Sardegna.

«La Sardegna si è dichiarata totalmente contro qualsiasi ipotesi di deposito unico nucleare già nel 2003 e poi nel 2011 – sostengono Pietrino Fois e Roberto Frongia -. Ricordiamo a tal proposito lo straordinario risultato del referendum. E’ inaccettabile l’idea che l’isola possa ospitare un deposito unico nucleare. Per la Sardegna, già abbondantemente devastata dal punto di vista ambientare, sarebbe il colpo di grazia. Piuttosto siamo ancora in attesa di conoscere quali sono le volontà della Giunta regionale in merito alle mancate bonifiche in numerosissime zone dell’isola. Ne ricordiamo alcune: Iglesias ed il Sulcis, Porto Torres, Portovesme, Ottana.»

«I sardi – concludono Pietrino Fois e Roberto Frongia -, pagano un prezzo altissimo anche per le immense aree occupate dalle servitù militari.»

 

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Una battaglia referendaria, di tutti i sardi, per inserire nella Costituzione italiana in principio dell’insularità della Sardegna: la chiedono i Riformatori sardi con una lettera inviata questa mattina al presidente della Regione, Francesco Pigliaru.

I Riformatori sardi prendono le mosse dai referendum consultivi per il principio di sussidiarietà che a ottobre prossimo si terranno in Veneto e in Lombardia e rilanciano il tema al popolo sardo. Per il consigliere regionale Luigi Crisponi «nella testa dei sardi non c’è ancora una piena consapevolezza di cosa valga in concreto l’insularità e di quanto sia determinante. Vogliamo un nuovo corso per la Sardegna, un new deal: possiamo scrivere tutti insieme una nuova pagina».

Per l’on. Michele Cossa «non si tratta di andare dal governo con il cappello in mano ma di comprendere che questo tema è trasversale e nodale per la Regione. Abbiamo un gap nei trasporti che comporta un onere spalmato su tutti i sardi, ingiustamente. In Lombardia e in Veneto si preannuncia un plebiscito che avrà ricadute evidenti sui trasferimenti statali, che saranno diminuiti, verso il  Mezzogiorno e le Isole. E’ davvero l’ora che la nostra non eliminabile insularità sia fatta valere in concreto».

Anche il consigliere Attilio Dedoni è intervenuto e ha aggiunto: «E’ una battaglia che viene da lontano, dai tempi delle “autostrade del mare” lanciate da Mario Segni. Ma è sempre attuale. Basta una piccola riforma, piccola solo in apparenza, a migliorare la vita dei sardi. Su questo vogliamo stimolare anche le forze indipendentiste, per evitare che di insularità si chiacchieri soltanto, come accaduto finora».

Per il coordinatore del partito, Pietrino Fois, «la Sardegna è la terza regione d’Italia per estensione ma conta poco più di un milione e mezzo di abitanti. La Lombardia è la quarta ma ha undici milioni. Ecco, sarei curioso di vedere se i tanti capaci imprenditori lombardi sarebbero altrettanto lumbard e bravi se provassero a fare gli imprenditori in Sardegna, con i limiti che abbiamo noi a causa dell’insularità».

Il presidente del partito, Roberto Frongia, ha aggiunto che il percorso di modifica della Costituzione parte da un referendum: «A partire da settembre raccoglieremo le firme. Vogliamo fare del caso Sardegna un caso nazionale e invitiamo tutte le forze politiche  a condividere questo percorso democratico».

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I Riformatori sardi rilanciano il loro progetto politico alternativo al Partito democratico e alla Giunta Pigliaru «per smantellare la cappa asfissiante fatta di clientele ed assistenzialismo che impedisce alla Sardegna di decollare», risultato da raggiungere anche rafforzando il radicamento sul territorio del partito fondato da Massimo Fantola.

«L’ottimo risultato ottenuto dai Riformatori sardi nelle ultime elezioni amministrative – ha detto il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Pietrino Fois, aprendo questo pomeriggio alle Terme di Sardara gli stati generali del partito  è stato conseguito grazie alla forza della nostra base e alla nostra classe dirigente, con una storia che dura da 20 anni e che fa dei Riformatori sardi l’unico partito autenticamente sardo non di sinistra. I Riformatori sardi hanno vinto le elezioni amministrative, conquistato comuni importanti e confermato la presenza alla guida di città grandi. Siamo stati fondamentali in questa straordinaria vittoria: le nostre liste hanno lavorato con una passione e un entusiasmo mai viste prima, mettendo una seria ipoteca sulle prossime elezioni regionali. Adesso andiamo avanti con le primarie per la scelta del candidato alla presidenza della Regione. Ma, soprattutto, vogliamo far ripartire la nostra Isola, restituire ai sardi speranza e prospettive.»