18 July, 2024
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«L’ennesimo licenziamento da parte dell’Aias di un lavoratore sindacalista, Michele Serra, è un fatto molto grave che non può non obbligare la Regione ad una verifica seria sullo stato di applicazione di un servizio erogato in regime di convenzione con il sistema pubblico che deve garantire assistenza sanitaria e riabilitativa dei pazienti.»

Lo scrive, in una nota, Pietro Cocco, capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale.

«Non si può continuare a rimanere insensibili di fronte a fatti così gravi e va definitivamente trovata una soluzione per garantire stipendi arretrati e diritti che paiono sempre più messi in discussione con gravi ripercussioni anche sull’erogazione dei servizi – aggiunge Pietro Cocco -. Non serve granché continuare a fare comunicati di solidarietà nei confronti dell’ennesimo lavoratore licenziato, a cui evidentemente rivolgo un forte attestato di vicinanza, se non si prendono le necessarie contromisure.»

«Il licenziamento di oggi del rappresentante sindacale Michele Serra si aggiunge a quelli già effettuati nei confronti di Roberto Fallo Fp Cisl, Armando Ciosci USB ed Antonello Repetto, fatti gravi su cui la politica regionale ha il dovere di intervenire per ristabilire le condizioni di tutela per i lavoratori. Per questa ragione chiedo non solo che venga rispettato l’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale, di cui sono primo firmatario – conclude Pietro Cocco -, ma che immediatamente sia condotta da parte dell’assessorato della sanità un’adeguata verifica sullo stato della convenzione con l’Aias per decidere se ci sono ancora le condizioni per continuare con l’affidamento dei servizi.»

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Il Consiglio regionale ha eletto il nuovo segretario dell’ufficio di presidenza e designato la terna di nomi per la costituzione del Comitato di indirizzo della Fondazione di Sardegna.

Il nuovo segretario dell’ufficio di presidenza è Giovanni Satta, in rappresentanza del gruppo consiliare Psd’Az-La Base, eletto con 24 voti su 49 votanti.

Per la designazione di una terna di nomi per la costituzione del comitato di indirizzo della Fondazione di Sardegna, dopo la chiamata nominale dei consiglieri, le operazioni di voto e lo spoglio, il presidente Ganau ha comunicato lo scrutinio per l’indicazione della terna: Giulio Steri (32), Antonello Cabras (31) e Gian Giacomo Pisotti (16).

Il Consiglio regionale ha poi affrontato il disegno di legge 473, che detta disposizioni urgenti di modifica alla legge regionale 2 del 2016, ossia la legge di riordino del sistema degli enti locali. Il disegno di legge è stato proposto dall’assessore Cristiano Erriu.

Per primo ha preso la parola l’on. Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, che ha detto: «E’ grazie anche nostra disponibilità e al nostro senso di responsabilità che questo disegno di legge trova ingresso con urgenza nel nostro parlamento, visti i riflessi che il provvedimento avrà nel sistema degli enti locali. Ma il dibattito della Giunta e della maggioranza rischia di passare nel silenzio generalizzato e ne parlano solo i giornali, non il Consiglio regionale. C’è il leader di una forza politica di maggioranza che parla sui media e dà la cifra dello stato di salute di questa maggioranza. Sentire il presidente Francesco Pigliaru che propone piani e provvedimenti e annuncia una Sardegna che non esiste, che è solo scritta nei libri che usano all’Università non è accettabile. Va portata alla luce del sole la crisi politica in atto: fuori da questo palazzo c’è un mondo che non ne può più. Voteremo questo provvedimento perché si tratta di norme nazionali che vanno inserite in legge e perché in tutti questi anni abbiamo dimostrato il nostro senso di responsabilità ma il vostro modo di fare è sempre lo stesso: tutto è straordinario, tutto avviene all’ultimo».

Per il Pd ha preso la parola il capogruppo, l’on. Pietro Cocco, che ha detto: «Io starei all’esame della norme all’ordine del giorno e alle disposizioni normative in materia di associazioni dei Comuni. L’altra norma consentirà ai dottori commercialisti di essere inseriti nell’elenco regionale dei revisori. L’ultima norma riguarda lo sblocco del personale nella città metropolitana e nelle province. Ringrazio comunque l’opposizione per la disponibilità offerta nel portare in Aula rapidamente questo disegno di legge».

Anche l’assessore Cristiano Erriu ha ringraziato il Consiglio per la disponibilità a un esame celere e ha illustrato le norme oggetto del provvedimento, che riguardano appunto i dottori commercialisti, il piano di riordino degli ambiti ottimali dei comuni ai fini del Plus e l’adeguamento alla Finanziaria dello Stato che di recente ha sbloccato il turn over per le assunzioni negli enti locali.

Su proposta del presidente Gianfranco Ganau il Consiglio regionale ha votato il passaggio agli articoli e poi l’articolo 1, 2.

Sull’articolo 3 l’assessore Cristiano Erriu ha presentato un emendamento orale per definire cosa si intende per «il personale andato in pensione nel triennio precedente» e definire dunque quanto nuovo personale può essere assunto in parziale sostituzione. «Non può essere conteggiato il personale che dalla provincia è transitato in Regione nel triennio ai sensi dell’articolo 70 comma 1 della legge regionale 2 del 2016», ha detto l’esponente della Giunta.

L’Aula ha approvato l’articolo 3 così emendato  e poi l’articolo 4, che prevede che non siano introdotti nuovi oneri finanziari per l’attuazione della legge. Il testo finale del provvedimento è stata poi approvato all’unanimità.

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Il gruppo del Partito democratico  ha presentato una mozione in Consiglio regionale, prima firmataria Rossella Pinna, per salvaguardare la continuità produttiva e occupazionale dei lavoratori della Keller di Villacidro, la fabbrica sorta negli anni ‘80 grazie ad importanti finanziamenti statali della ex legge sul Mezzogiorno – per la costruzione, manutenzione e ristrutturazione e allestimento, di carrozze e vagoni ferroviari, è oggetto di una mozione a firma della consigliera del Partito democratico Rossella Pinna e sottoscritta dal capogruppo Pietro Cocco e dal gruppo consiliare del Pd.

Da circa sette anni la Keller è seriamente interessata da un’inarrestabile crisi, culminata con la dichiarazione di fallimento della sezione civile del Tribunale di Cagliari il 12 novembre 2014, che ha prodotto, in un territorio già compromesso dalla fame di lavoro, un vero e proprio dramma sociale in quanto ha  privato oltre 400 lavoratori e le loro famiglie  della principale e spesso unica fonte di sostentamento.

Nonostante l’apertura del tavolo di crisi ed un’attenzione costante da parte della Giunta regionale, dei sindacati e delle forze politiche e istituzionali del territorio, a fronte di imprenditori interessati e dell’azione compiuta negli ultimi mesi dal Consorzio Industriale di Villacidro, che avvalendosi delle prerogative previste dalla legge, ha avviato le procedure per la riacquisizione della proprietà della fabbrica allo scopo di evitare la vendita per lotti da parte dei curatori fallimentari e, dunque, la dismissione definitiva dello stabilimento, l’ipotesi di soluzione concreta sembra non essere imminente.

A fronte dell’elevato grado di criticità raggiunto e malgrado l’impegno dei parlamentari sardi e degli assessori Virginia Mura e Maria Grazia Piras col viceministro Teresa Bellanova per ripristinare gli strumenti di protezione sociale, la situazione si è ulteriormente aggravata con la scadenza, avvenuta lo scorso 31 dicembre 2017, degli ammortizzatori sociali che ha gettato nella disperazione e nell’incertezza oltre 300 famiglie.

La mozione impegna il presidente della Giunta, l’assessore dell’Industria e l’assessore del Lavoro, innanzitutto, «a ripristinare la protezione sociale dei lavoratori, a ricercare una soluzione condivisa attraverso la ricerca in Italia ed all’estero di gruppi imprenditoriali qualificati in grado valorizzare, con un piano industriale serio e credibile, le potenzialità dello stabilimento ed infine a convocare, nel più breve tempo possibile, tutte le parti coinvolte ed attivare tutti i livelli istituzionali, compreso il governo centrale, affinché si facciano carico di un impegno straordinario per il rilancio dell’attività produttiva e il  riavvio della crescita del territorio del Medio Campidano».

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Il Consiglio regionale ha approvato il bilancio di previsione delle entrate e delle spese del Consiglio. 

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con le dichiarazioni di voto finali sulla manovra finanziaria.

Prima degli interventi dei consiglieri il relatore del provvedimento Franco Sabatini (Pd) ha sollecitato in base all’art.89 del Regolamento alcune modifiche a due emendamenti approvati in precedenza, riguardanti le procedure dei Resi (reddito di inclusione sociale) e la scadenza dei corsi destinati alle guide turistiche. Le proposte di modifica sono state accolte.

Aprendo la serie delle dichiarazioni di voto, il consigliere Fabrizio Anedda (Misto-Sinistra sarda), favorevole, ha parlato di «un bilancio appesantito per il 98% dalle spese correnti, mentre il resto è stato lasciato ad iniziative di singoli consiglieri, ad eccezione delle misure del Piano lavoro che ha una dotazione finanziaria pari al doppio di quanto destinato a pastori». Ma più che alla quantità delle risorse, ha suggerito Anedda, «è necessario rivolgere molta attenzione all’utilizzo corretto delle risorse perché nel sistema regionale ci sono ancora sprechi ed inefficienze, solo in questo modo si libereranno risorse vere per sviluppo e lavoro».

Alessandra Zedda, vice capogruppo di Forza Italia, ha sostenuto che quella in esame «non è certo la nostra finanziaria purtroppo lacunosa in settori molto importanti per la Sardegna come trasporti, risorse idriche e programmazione territoriale». Forse, ha proseguito, «gli unici interventi positivi sono quelli sul lavoro perché voluti dal Consiglio; per il resto abbiamo una sanità vicina al collasso nel silenzio della maggioranza e della Giunta mentre proliferano le nuove strutture che determineranno molto probabilmente altri 150 milioni di euro di costi aggiuntivi per tacere dei soldi spesi per appetiti personali di consiglieri o amici».

Roberto Deriu, vice capogruppo del Pd, ha detto di non capire perché la manovra non possa appartenere «anche all’opposizione che ne ha condiviso e votato molte parti; nel documento, a nostro giudizio, c’è finalmente la risposta a problemi antichi dell’Isola, a partire dagli studenti poveri ma meritevoli che potranno accedere agli studi universitari, mentre durante la giunta Cappellacci la metà degli idonei è rimasta fuori; ora da 2 anni tutti i beneficiari hanno le borse di studio e per l’anno prossimo ci saranno 1000 borse di studio in più, risultato eccezionale merito di tutto il Consiglio».

Emilio Usula (Misto-Rossomori), contrario, ha affermato che avrebbe preferito avere qualche dubbio a fronte di un giudizio sulla manovra totalmente negativo a parte i tempi di approvazione. Il problema, ha affermato, «è che comunque gli interventi saranno molto limitati su povertà estreme e famiglie ai margini della vita sociale, lavoro e disoccupazione ancora troppo alte per giovani e donne con molti ragazzi costretti in un quadro in cui è ancora altissimo l’ed abbandono scolastico». Sarebbe stato meglio, ha concluso, «ascoltare di più la Sardegna per capire la realtà e rendersi conto che la Regione è in condizioni drammatiche, il divario con la penisola resta preoccupante e lo stesso piano lavoro è una polverizzazione di misure senza strategia».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha sostenuto che «questa finanziaria è la migliore possibile in questo momento difficile e si danno finalmente alcune risposte concrete nonostante l’atteggiamento negativo dello Stato sugli accantonamenti che grida ancora vendetta con la risposta inaccettabile di appena 15 milioni». Credo molto al progetto LavoRas, ha aggiunto, «che ha visto aumentare le risorse ed auspico che una regia efficiente garantisca la spesa dei fondi disponibili con la massima celerità».

Per Forza Italia Edoardo Tocco ha messo in evidenza che «si tratta di una finanziaria che lascia una profonda amarezza perché manca di una prospettiva convincente ed è piena di contraddizioni come quella dell’assessore che vuole impiegare i fondi per il lavoro in attività di integrazione dei migranti». Resta, ha concluso, «il problema strategico di una Giunta incapace di guardare avanti; i sardi hanno capito ed un primo acconto arriverà il prossimo 4 marzo».

Il consigliere del Pd Walter Piscedda, favorevole, «l’intervento del Consiglio è stato molto significativo rispetto alla proposta originaria, in piena collaborazione con la Giunta e l’intera maggioranza, e contiene interventi tutt’altro che banali, misure strutturali su lavoro, istruzione e sulle politiche sociali».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, contrario, ha parlato di una manovra «non all’altezza delle aspettative e delle esigenze dei sardi, che non ha convinto nemmeno la maggioranza, una manovra che con la corsa agli emendamenti ha corretto solo parzialmente l’impianto della legge, senza tracciare un nuovo modello di sviluppo per la Sardegna dove lavoro, disoccupazione e continuità restano i grandi mali della Sardegna». La nostra percezione, ha concluso, «è la stessa delle categorie produttive, delle forze sociali, di associazioni e dei semplici cittadini: in sintesi pochi soldi, troppa burocrazia, niente coraggio».

Il consigliere Paolo Zedda di Art. 1 – Mdp ha osservato sul piano generale che «approvare la finanziaria entro l’anno sarà un fatto positivo che determinerà una profonda differenza rispetto al passato; inoltre quest’anno si è data attuazione, sia pure parziale, ai principi del bilancio armonizzato, cioè il Consiglio ha svolto il suo ruolo di indirizzo lasciando alla Giunta la definizione di dettaglio ed inoltre è positivo l’impegno sull’istruzione con una dispersione scolastica calata dal 25 al 18%, dato eccezionale che fra l’altro apre spazi importanti per diminuire la disoccupazione».

Il consigliere Giovanni Satta (Misto) ha parlato di una finanziaria «che lascia poco spazio alla fantasia con troppe rigidità, fondi a destinazione vincolata e troppe marchette, perché è vero che le risorse sono poche ma questo è frutto di un rapporto sbagliato con lo Stato a causa della decisione di Soru nel 2006 di mettere a carico della Regione spese ingenti come la sanità, che quest’anno crescerà ancora». Occorre invece una inversione di tendenza nei rapporti Stato-Regione, «per ribaltare, fra gli altri, anche l’accordo-porcheria sulle servitù militari che non ha alcuna ricaduta positiva su nessun fronte, ad esempio la Sardegna ha un indotto della presenza militare di circa 140 milioni mentre la Sicilia più di 600».

Per Gianmario Tendas (Pd), favorevole, «prima di tutto va sottolineato che è stato scongiurato l’esercizio provvisorio ma poi, nel merito, vedo una manovra coerente con le linee politiche e programmatiche dell’amministrazione di centro sinistra su scuola con infrastrutture ammodernamento e didattica, lavoro con un programma di ampio respiro e politiche sociali con un forte incremento delle risorse disponibili: tuttavia serve molta attenzione sulle procedure tecnico-burocratiche per assicurare qualità e velocità della spesa».

Il consigliere dell’udc Giorgio Oppi, contrario, dopo essersi detto meravigliato  per le troppe mancette, ha accusato la Giunta di scarsa autorevolezza e di aver più volte disatteso le scelte del Consiglio a cominciare dalla sanità, «settore molto malato con le persone peggiori collocate nelle posizioni migliori, con un deficit in aumento e con il rebus del Mater Olbia dove bisogna ripartire da capo perché tutto è scaduto il 31 dicembre e forse i posti non ci sono più».

Il capogruppo del Cps Pierfranco Zanchetta, favorevole, ha espresso soddisfazione per la tempistica nell’approvazione, senza enfasi ma con realismo, «di una manovra che assicurerà prospettive migliori ai sardi, respingendo visioni catastrofistiche che non fanno che peggiorare il clima della comunità regionale». Questa finanziaria, ha aggiunto, «è in sintonia con i sardi per sviluppo, lavoro con un provvedimento concreto come LavoRas, istruzione ed attenzione alle fasce più deboli, fermo restando che il 2018 dovrà essere quello della rinegoziazione degli accantonamenti con lo Stato».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), contrario, ha detto che «la legge non può essere la nostra perché ancora una volta il Consiglio ha perso una buona occasione per sganciarsi dalla competizione elettorale, pur avendo approvato interventi su alcuni temi importanti come diritto allo studio ed agricoltura senza però affrontare i veri nodi dello sviluppo». La stessa spesa sociale in aumento, ha lamentato Truzzu, «non è cosa di cui essere contenti perché vuol dire che non ci sono prospettive di crescita; inoltre si è sbagliato nel non ascoltare le nostre proposte in materia di spopolamento e sostegno alla natalità, lasciando spazio a tesi bizzarre come quella dell’assessore Arru che sbaglia anche concettualmente perché i migranti sono tutti uomini e non possono dare alcun contributo positivo alla lotta contro lo spopolamento».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, contrario, ha messo l’accento «su un fatto nuovo che la Giunta ha trattato come sempre, cioè che è iniziato l’ultimo anno della legislatura ed il prossimo 4 marzo ci saranno le elezioni politiche». Purtroppo, ha continuato, «la pioggia di emendamenti dimostra che ha prevalso la volontà di tornare sul territorio con qualcosa in tasca dalla ristrutturazione di una chiesa o dal sostegno ad un premio di poesia; gli stessi ordini del giorno in coda alla finanziaria (quasi tutti della maggioranza) su temi importantissimi per la Sardegna sono il segnale che le risposte davvero importanti non sono arrivate».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi, contrario, ha definito «la finanziaria senza risultati che lascerà tutto come prima, se non peggio, con cittadini di serie A e di serie B, questi ultimi sacrificati e dimenticati per l’ennesima volta come quelli di Ottana; e poi famiglia, povertà, giovani, politiche sociali, componenti della società sarda che confermeranno la posizione della nostra Regione come fanalino di coda incapace di far rialzare la schiena alla comunità regionale».

Sempre per i Riformatori il capogruppo Attilio Dedoni, contrario, ha criticato la scarsa attenzione della Regione nella ricerca di nuove forme di finanziamento da parte Stato, «anzi abbiamo assistito ad una ritirata generale e ad una resa senza condizioni con la rinuncia ai ricorsi». E’mancata insomma, secondo Dedoni, «la capacità di una programmazione forte capace di guardare al futuro con fiducia e si è preferito ripiegare su piccoli favori a piccoli gruppi di interesse trascurando sviluppo, trasporti e soprattutto sanità che, come dicono tutti i sardi, fa schifo».

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Fi) ha annunciato voto contrario ed ha definito la finanziaria “deludente e senza strategia politica, influenzata dal clima elettorale”. «Mi sarei aspettato politiche più importanti per i giovani, i trasporti e il turismo – ha aggiunto l’esponente della minoranza – ed invece avete ricercato solo il consenso a breve». Fasolino ha dichiarato di apprezzare il piano “Lavoras” ed i tempi con i quali si è proceduto nell’approvazione della manovra: «Ma questa manovra non è la “nostra” perché la nostra manovra la faremo il prossimo anno». Mariano Contu (Fi) ha annunciato voto contrario («questa finanziaria di fine legislatura avrebbe dovuto elencare risultati piuttosto che proposte») ed ha lamentato ritardi nelle politiche del lavoro e dello sviluppo.

Il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), ha espresso soddisfazione per lavoro svolto in commissione e in Consiglio («abbiamo migliorato una manovra già bene impostata dalla Giunta») ed ha evidenziato in termini positivi i dati Istat sul lavoro  e l’economia. L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato alcuni significativi stanziamenti per il diritto allo studio, il Reis (45 milioni), l’agricoltura (90 milioni complessivi in pochi mesi) e  100 milioni di nuove risorse per il lavoro. «Abbiamo fatto molto per la Sardegna – ha concluso Sabatini – e moltissimo per aiutare chi è più in difficoltà».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha salutato con favore i tempi di approvazione della manovra («bene il mancato ricorso all’esercizio provvisorio») ed ha definito la manovra “un  documento di bilancio in linea con l’esigenze della società sarda”. L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato i postivi giudizi espressi dai rettori delle Università e dai sindacati ed ha evidenziato i “segnali di ripresa che si registrano nell’Isola” ad iniziare dal Pil e dall’occupazione.

«Via autopromuovete e vi incensate ma dimenticate di dire che cosa hanno prodotto di positivo le vostre  quattro finanziarie approvate dall’inizio della legislatura». Così il capogruppo Fi, Pietro Pittalis, ha preannunciato il voto contrario del gruppo ed ha insistito sui ritardi nella ripresa che si registrano in Sardegna. Per il lavoro, l’esponete della minoranza, ha parlato di “dati drogati dal lavoro stagionale e turistico” ed ha insistito sulla drammatica situazione occupazionale ad Ottana. «Descrivete una Sardegna che non esiste – ha concluso il capogruppo – e il giudizio sul vostro operato lo daranno i sardi il prossimo 4 di marzo».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha posto in votazione la legge di Stabilità  2018 e successivamente il bilancio di previsione triennale 2018-2020 e la Manovra 2018-2020 è stata approvata con 28 favorevoli e 16 contrari.

Si è quindi passati all’esame del bilancio di previsione delle entrate e delle spese del Consiglio regionale che è stato illustrato dal questore Fabrizio Anedda (Misto) che ha rimarcato l’avanzo di 11 milioni di euro nel 2017. Il consigliere del Pds, Piermario Manca ha chiesto lumi sulla mancata spendita di tale consistente cifra ed il presidente Ganau ha evidenziato che si tratta di somme accumulate anche nelle passate legislature.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, annunciando voto favorevole al bilancio del Consiglio non ha mancato di rappresentare  una serie di criticità in ordine al personale ed alla mancata espletazione di bandi e gare. Oppi ha inoltre denunciato il mancato riconoscimento ai consiglieri regionali in aspettativa dei contributi lavorativi. Una lamentazione ripresa anche dai consiglieri Mario Tendas (Pd) («chi è qui in aspettativa deve percepire i contributi previdenziali, come accade a qualunque altro lavoratore») e Roberto Desini (Pds) che ha auspicato nuove formule per il reperimento dei collaboratori dei consiglieri regionali ed ha annunciato un voto di astensione. Il questore Alessandro Unali (Pds) ha assicurato l’impegno del collegio dei questori per risolvere il problema contributivo ed ha rimarcato al restituzione delle somme alla Regione perché non spese. Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha invece denunciato il paradosso che vede l’associazione degli ex consiglieri regionali disporre di risorse per l’organizzazioni di incontri e convegni mentre ai gruppi consiliari non è riconosciuto alcuno stanziamento per la promozione dell’attività politica («sono contrario ad un ritorno ai sistemi di gestione del passato ma si possono ipotizzare soluzioni adeguate alle necessità dei gruppi politici»). Pittalis ha concluso auspicando tempestivi interventi di manutenzione per il palazzo del Consiglio “così da restituire dignità alla casa di tutti i sardi”.

Il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau ha quindi fornito alcune delucidazioni assicurando interventi in sede di contrattazione sindacale “per porre fine alla discrepanza stipendiale tra categorie paritarie di lavoratori in Consiglio” ed ha concordato sulla necessità di un’idonea collocazione per gli autisti. Il presidente ha anche annunciato la dotazione di defibrillatori semi automatici ed ha ricordato che sul tema dei contributi per i Consiglieri è già incardinato un provvedimento che potrà essere esitato in tempi brevi. Gianfranco Ganau ha quindi ricordato l’attivazione di alcuni concorsi per l’assunzione di nuovo personale ed ha rassicurato sugli interventi di manutenzione per il palazzo del Consiglio regionale.

Il consigliere Pds, Piermario Manca, si è detto “non completamento soddisfatto” ed ha confermato il voto di astensione. Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione il quadro riepilogativo delle entrate; quindi il quadro riepilogativo delle spese e la tabella riassuntiva e poi si è tenuta la votazione finale che ha sancito l’approvazione del documento con 28 voti favorevoli. 

Il presidente ha quindi dichiarato chiusa la seduta ed ha convocato il Consiglio per martedì 16 gennaio, alle 16.00.

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Il Consiglio regionale, nella seduta di questa mattina, ha approvato nove ordini del giorno collegati alla Manovra Finanziaria.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con particolare riferimento agli ordini del giorno presentati sulla manovra finanziaria.

Prima di affrontare il contenuto dei singoli documenti, il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, sull’ordine dei lavori, ha ricordato sia il recente incontro dei capigruppo con delegazioni dei lavoratori di Ottana Polimeri ed Ottana Energia e, soprattutto, le 50 lettere di licenziamento ricevute dagli ex dipendenti di Ottana Energia. «In sede di capigruppo – ha affermato Cocco – abbiamo assunto impegni precisi per verificare ogni possibilità, anche attraverso l’intervento di Invitalia, di inserire questi lavoratori nei benefici degli ammortizzatori sociali ed in tal senso sento il dovere di sollecitare l’azione forte ed incisiva del presidente della Regione».

Il relatore di maggioranza della manovra finanziaria Franco Sabatini (Pd), ai sensi dell’art. 89 del Regolamento, ha chiesto di poter modificare alcune parti delle disposizioni in via di approvazione in sede di coordinamento legislativo finale.

Il presidente Ganau ha spiegato che l’intervento potrà essere effettuato al termine degli scrutini sugli ordini del giorno.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame del primo ordine del giorno (primo il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto, del Pd) che riguarda la destinazione alle marinerie sarde del surplus delle quote-pesca del tonno stabilite dall’Unione europea.

Illustrando il documento Luigi Lotto ha affermato fra l’altro che «occorre evitare il rischio la redistribuzione sia articolata solo all’interno delle vecchie quote ignorando la realtà delle marinerie sarde che invece devono essere coinvolte, per cui è necessario sollecitare il Governo nazionale a tenere conto del ruolo dei pescatori sardi».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha chiesto di apporre la firma del suo gruppo al documento.

Adesione anche da parte del consigliere Mariano Contu, di Forza Italia, che ha ricordato complesse vicende precedenti quando, nel 2012, le marinerie siciliane e campane cercarono addirittura di monetizzare la cessione di quote agli operatori sardi. Ora i presupposti sono diversi, ha osservato, «per le aperture dell’Unione europea ma è necessario che la Regione si adoperi presso il ministero per tutelare le esigenze della Sardegna».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha annunciato la sottoscrizione del suo gruppo «per sanare un’ingiustizia che colpisce una Regione dove la pesca del tonno è ben organizzata».

Condivisione anche da parte di Alessandra Zedda, vice capogruppo di Forza Italia, secondo la quale però l’ordine del giorno «è molto limitato e non valorizza appieno le tonnare fisse della Sardegna, per questo l’assessore Pierluigi Caria deve difendere con forza le tonnare di Carloforte e Portoscuso, le uniche tonnare in Italia che non possono essere le ultime della classe e con le quote attuali non sono economicamente sostenibili».

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha annunciato la sottoscrizione della proposta.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, aderendo alla proposta, ha tenuto a sottolineare che «manca una politica estera dell’Italia in materia economica in un panorama Mediterraneo in cui molti paesi nord Africa applicano con disinvoltura le regole della pesca; in altre parole serve più presenza nella Ue per sostenere politiche serie a favore della nostra economia, ora c’è un residuo di quote da distribuire nella Ue e dobbiamo reclamarlo con determinazione».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha annunciato la sua firma «con l’auspicio che possa essere avviata una politica nuova per il rilancio dell’economia locale della Sardegna».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha parlato di «un riequilibrio necessario nelle quote pesca, frutto di una battaglia iniziata da tempo anche con l’istituzione dei distretti del tonno rosso e delle tonnare fisse, per cui serve maggior attenzione della Regione e più sostegno all’azione dei parlamentari sardi perché i risultati positivi auspicati non sono ancora arrivati».

Illustrando il parere della Giunta, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci si è espresso in senso favorevole, sottolineando che «si tratta di un intervento necessario in un settore di grande importanza per Sardegna».

Messo ai voti, l’ordine del giorno è stato approvato con 40 favorevoli.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame del secondo ordine del giorno (Gaia e più) in materia di superamento del precariato nella pubblica amministrazione.

Presentando la sua proposta il consigliere Antonio Gaia (Cps), ha messo l’accento sull’esigenza «di risolvere un problema molto presente non solo nella sanità ma in tutta la pubblica amministrazione secondo gli indirizzi della riforma Madia, e soprattutto di accelerare, soprattutto in sanità dove il precariato dura da troppo tempo determinando situazione anomale come quella del Binaghi di Cagliari dove il centro contro la sclerosi multipla si regge di fatto sul lavoro dei precari».

Il consigliere Francesco Agus (Campo progressista), ha auspicato tempi molto brevi «per incidere su una situazione comune a tutta la pubblica amministrazione negli ultimi 10 anni dopo il blocco delle assunzioni; la Regione ha approvato la legge 37 in anticipo rispetto alla riforma nazionale, ma occorre garantire pari opportunità alle amministrazioni  e processi virtuosi a cominciare dalla sanità dove, su un organico di 16.000 unità sono coperti solo 14.688 posti».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, ha sostenuto che il documento è di grande attualità «dopo la finanziaria regionale che prevede la proroga delle graduatorie in scadenza al 31 dicembre 2017». Quanto alla sanità, ha aggiunto, «bisogna fronteggiare una vera emergenza applicando le nuove norme senza perdere altro tempo e impedendo la prosecuzione dei rapporti con lavoratori interinali che hanno congelato professionalità importanti».

Il presidente della commissione Lavoro Gavino Manca (Pd) ha ricordato che «la Regione ha fatto molto con la legge 37 dando a molti sardi una opportunità importante che va traslata sul settore sanitario, nel quale servono oltre 2.000 unità e già da gennaio si possono fare almeno 1.000 assunzioni, in parte assorbendo il precariato ed in parte con concorsi pubblici».

Il consigliere di Forza Italia Mariano Contu, apprezzando l’iniziativa del collega Gaia, ha definito «doveroso da parte della Regione intervenire su questa materia perché dal superamento precariato non si può escludere la sanità anche perché la legge lo prevede ed, in sede di riforma della rete ospedaliera, tutti abbiamo sottolineato le gravi carenze di personale che richiedono un provvedimento conseguente sulle stabilizzazioni».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, favorevole, ha definito l’iniziativa di Gaia molto concreta e tuttavia, ha osservato, «l’ordine del giorno lascia un po’ il tempo che trova perché la sanità è vicina al collasso e funziona molto peggio di prima proprio a causa della gravi lacune delle piante organiche, altro che ripopolare la Sardegna con immigrati utilizzando tesi sociologiche da quattro soldi».

Illustrando il parere della Giunta, il vice presidente Raffaele Paci ha ricordato che «la Giunta è impegnata nel piano di stabilizzazioni compreso ovviamente il sistema sanitario nel rispetto delle norme nazionali».

Prima del voto, la consigliera del Pd Rossella Pinna ha proposto un emendamento orale per eliminare dal documento il riferimento ai contratti flessibili che, a suo avviso, «potrebbe lasciare aperte forme contrattuali a tempo determinato e interinali».

Il Consiglio ha accolto l’emendamento e, a seguire, ha approvato l’ordine del giorno con 44 voti.

Al termine dello scrutinio l’Aula ha iniziato la discussione sul terzo ordine del giorno, primo firmatario il consigliere del Pd Salvatore Demontis, sui trasporti e, in particolare, sulla destinazione delle economie provenienti della cosiddetta Ct1 all’abbattimento dei costi di trasporto, aereo e non, a favore degli studenti sardi.

Illustrando il documento, Salvatore Demontis ha ricordato che «già nel 2017 la quarta commissione, discutendo sui criteri della nuova continuità, indicò una tariffa minima uguale per tutti con destinazione e Roma e Milano, ma emerse anche una posizione differenziata per una tariffa più alta per non residenti con la produzione di economie e l’utilizzo di risparmi di 20 milioni per abbattere i costi di trasporto per gli studenti». La questione torna attuale, ha sostenuto, «perché la Ue chiede proprio di differenziare le tariffe che, se applicate in modo piatto, potrebbero violare le regole della libera concorrenza».

Il consigliere dei Riformatori sardi Michele Cossa ha affermato che «le intenzioni sono buone ma il problema di oggi è un altro perché il 9 giugno scade la continuità e siamo a terra con la stagione turistica perché non ci saranno aerei, altro che riduzione tariffarie!». In particolare, inoltre, secondo Michele Cossa «gli studenti non chiedono tanto tariffe più basse ma mezzi e collegamenti perché l’Arst non arriva, non parte o non raccoglie tutti i passeggeri in attesa».

Per i Riformatori il consigliere Luigi Crisponi ha messo in luce che «le emergenze dei trasporti sono ben altre e sono molto preoccupato per le dichiarazioni dell’assessore Careddu che parla di febbraio e ottobre, mostrando molta impreparazione su un tema che invece rappresenta un pilastro dell’economia regionale; a febbraio i contratti sono già chiusi e ad ottobre c’è la nuova programmazione di tutto il sistema turistico, per cui siamo di fronte ad una tempistica inaccettabile che danneggia ulteriormente l’economia sarda».

Il consigliere dei Rossomori Emilio Usula ha proposto, con un emendamento orale, che le previste agevolazioni a favore degli studenti sardi siano estese a quanti (anche non sardi) frequentano il sistema regionale dell’istruzione.

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha parlato di una «iniziativa condivisibile ma attuata con uno strumento non adatto come l’ordine del giorno, perché sui trasporti serve una discussione mirata in commissione che non può essere elusa, facendo finta di dimenticare i fallimenti della Giunta in materia di trasporti».

Piermario Manca, del Pds, si è espresso positivamente sul documento, affermando che «in qualche modo ci stiamo portando avanti il lavoro utilizzando le economie per gli studenti, scelta giusta e positiva che va estesa anche ad altri sistemi di trasporto».

Sempre per il Pds il consigliere Roberto Desini ha definito l’ordine del giorno condivisibile, invitando però il Consiglio a «non dimenticare la legge approvata ad agosto all’unanimità, per abbattere i costi delle società sportive per le trasferte nelle isole minori, una legge ancora vergognosamente non applicata, per cui chiedo di bloccare i fondi al Coni regionale finché non si rispetta la legge».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha invitato il collega Demontis a ritirare il documento, «la cosa più seria considerando il dibattito su una materia complessa sulla quale è utile una approfondita riflessione in commissione, anche perché mentre assessore va in pellegrinaggio per l’isola il 9 giugno rischiamo di perdere tutto, nel bene e nel male». Quanto ai benefici destinati agli studenti, Pietro Pittalis ha affermato che «è sbagliato estrapolare un intervento solo per una categoria di fronte di fronte ai rischi di tutto il sistema e comunque, nel merito, con riferimento alle agevolazioni per i non residenti, la Giunta deve dire qualcosa di chiaro sulla competitività turistica della nostra Regione».

Il consigliere Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp) ha annunciato la sua adesione al documento, soprattutto per la condivisione del principio di differenziazione della tariffe fra residenti e non residenti.

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha affermato di sostenere l’ordine del giorno pur riconoscendo la necessità di un dibattito ampio in commissione. Le criticità sulla differenziazione della tariffe ci sono, ha spiegato, «bisogna fare ragionamenti seri sugli studenti come su altre categorie, attivando possibilmente un effetto moltiplicatore che si trasferirà anche alle società sportive come auspicava il collega Roberto Desini, estendendo il discorso anche al cabotaggio marittimo per rimuovere disparità che grava sui residenti nelle isole minori».

La consigliera del Pd Rossella Pinna ha annunciato la sua firma all’ordine del giorno.

A nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha dichiarato che quello delle tariffe agevolate di trasporto per gli studenti è un argomento importante ma, ancora di più, è importante il tema complessivo della continuità territoriale sul quale l’Esecutivo è attivamente impegnato.

Prima del voto il presidente Gianfranco Ganau ha sottoposto all’Aula l’emendamento orale del consigliere Emilio Usula sull’estensione dei benefici anche agli studenti non sardi, che è stato accolto. Quindi ha messo in votazione l’ordine del giorno che è stato approvato con 29 voti favorevoli.

L’aula è quindi passata all’esame dell’ordine del giorno n. 4 (Sabatini – Pittalis e più) sull’esclusione del territorio dell’Ogliastra dalle zone economiche speciali e dal progetto di metanizzazione.

«Il tema è emerso ieri in un convegno organizzato dalla Cisl in Ogliastra – ha detto Franco Sabatini – c’è preoccupazione per il mancato inserimento di questi territori nel “Decreto Sud”. Sappiamo che la Giunta sta predisponendo il Piano Strategico, chiediamo che venga inserita anche l’area industriale di Arbatax tra le zone economiche speciali». Il secondo tema riguarda invece il progetto di metanizzazione della Sardegna: «Anche in questo caso viene esclusa l’area dell’Ogliastra – ha aggiunto Franco Sabatini – eppure i 23 comuni ogliastrini sono stati i primi a creare la rete di distribuzione del gas propanato. Noi chiediamo che tra le aree individuate per la l’installazione dei depositi costieri di gas metano sia inserito anche il porto di Arbatax. In questo modo potremmo servire il porto e distribuire il metano nei comuni».

Sostegno alla proposta è arrivato da capogruppo del Pds Gianfranco Congiu (Pds): «Parlare di Zes in Ogliastra offre l’opportunità per riaprire la discussione sulla fiscalità di vantaggio. Questo Consiglio ha deciso di istituire una commissione ad hoc. Abbiamo nominato i quattro componenti politici che integreranno la parte tecnica. E’ uno strumento importante per dare risposte alle richieste contenute nell’ordine del giorno».

Anche per il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si tratta di un ordine del giorno particolarmente importante. «Non è un odg come gli altri, è un documento che indica un impegno preciso alla Giunta da tradurre in atti concreti. Ci sono circa 200 milioni nella finanziaria nazionale per questi interventi – ha sottolineato Pietro Pittalis – non ci saranno grandi ricadute per la Sardegna ma sarebbe un segnale di attenzione per territori marginali come quello ogliastrino».

Angelo Carta, capogruppo del Psd’Az, dopo aver espresso condivisione per l’ordine del giorno, ha ribadito la necessità di riprendere il tema della fiscalità di vantaggio, «argomento trascurato dalla Giunta e che invece è decisivo per lo sviluppo dell’Isola».

L’assessore alla Programmazione Raffaele Paci, a nome dell’esecutivo, ha espresso parere favorevole all’ordine del giorno. «Il porto di Arbatax sarà inserito all’interno delle Zes – ha assicurato Raffaele Paci – nelle scorse settimane c’è stato un incontro con i rappresentanti dei Consorzi industriali al quale ha partecipato anche Arbatax. La Giunta ha ottenuto dal Governo un ampliamento del decreto di attuazione delle Zes. C’è la possibilità di inserire tutti e sei i porti sardi. Anche sul metano stiamo lavorando: il Piano energetico prevede la costruzione di depositi costieri, ci sono ragionamenti anche su Arbatax. Il deposito sarà poi collegato alle reti urbane esistenti».

Messo in votazione l’odg è stato approvato all’unanimità (44 voti a favore su 44 votanti). Il documento impegna la Giunta a inserire nel piano strategico di attuazione delle Zes il porto e la zone industriale di Arbatax, anche attraverso l’azione e il coinvolgimento delle Autorità Portuali, il Consorzio industriale e tutti gli altri attori interessati. L’ordine del giorno impegna inoltre il presidente della Regione a intervenire in maniera incisiva nei confronti del governo al fine di inserire nel piano di metanizzazione dell’Isola i territori dell’Ogliastra.

Il presidente Gianfranco Ganau ha poi messo in discussione l’ordine del giorno n. 5 (Lotto e più) sullo stato di attuazione del Piano di eradicazione della peste suina africana.

«E’ un tema serissimo che affrontiamo da oltre 40 anni – ha detto il primo firmatario Luigi Lotto (Pd) – è una questione complessa di difficile soluzione che incide sull’economia regionale e nazionale. La Giunta ha dato un’accelerazione all’azione di eradicazione della malattia. Gli abbattimenti delle ultime settimane hanno dimostrato che quasi il 100% dei maiali sono infetti. Serve un’accelerazione e un incoraggiamento alla Giunta per proseguire l’attività e rafforzare il confronto con le popolazioni interessate. L’allevamento dei suini, oggi agonizzante, può essere un settore importante per lo sviluppo economico delle zone interne».

Mariano Contu (Forza Italia) ha invece bocciato l’azione della Giunta e dell’Unità di progetto: «Quello che emerge è che non si è tenuto conto di una raccomandazione decisiva: il coinvolgimento delle amministrazioni e delle popolazioni locali. Un sindaco, quello di Desulo, è stato processato e condannato – ha detto Mariano Contu – è vero che il 90% dei suini abbattuti sono positivi, questo vuol dire che dopo tre anni siamo punto e a capo., non  si riesce a capire quale sia la strategia per l’eradicazione della peste suina africana e quali meccanismi possono convincere gli allevatori a mettersi in regola».

Piermario Manca (Pds), dopo aver espresso condivisione per i contenuti dell’ordine del giorno, ha invitato la Giunta a predisporre interventi ad hoc per rilanciare l’allevamento del suino sardo. «Per questioni burocratiche la razza sarda viene trascurata – ha detto Piermario Manca – è invece una razza particolarmente importante per le produzioni tipiche. E’ una biodiversità che va tutelata come hanno fatto in Spagna in Extremadura».

Dello stesso avviso il collega di partito Gianfranco Congiu: «Occorre far passare un messaggio: serve la collaborazione di tutti per raggiungere un risultato storico. I piani settoriali possono essere uno strumento di persuasione per coinvolgere le popolazioni riottose. Chiediamo concretezza per piano di rilancio del settore suinicolo».

Contrario all’ordine del giorno Gaetano Ledda (La Base): «Non l’ho firmato. Sul Piano di eradicazione si sono fatti tanti proclami ma finora non si sono visti risultati – ha affermato Gaetano Ledda – il settore suinicolo potrebbe essere un’industria, importiamo l’80 % delle carni. In questa operazione non si sono coinvolti i territori, bisognava far emergere l’illegalità finanziando gli allevatori per realizzare doppie recinzioni e i controlli sanitari».

Dubbi sul metodo adottato per contrastare il fenomeno sono stati avanzati anche dal consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi: «La questione è complessa – ha rimarcato Luigi Crisponi – lo stesso responsabile scientifico del Piano di eradicazione della peste suina africana Jose Manuel Vizcaino ha suggerito una linea di azione che affiancasse agli interventi di abbattimento dei capi infetti l’apertura di un dialogo costante con le popolazioni locali. Purtroppo, dopo un’attività che dura ormai da 4 anni, l’unico risultato ottenuto è quello di aver portato alla sbarra un amministratore comunale limpido e onesto come il sindaco di Desulo. E’ un fallimento su tutta la linea. Occorre cambiare rotta. Il Piano di eradicazione va sostenuto ma bisogna far capire alle comunità che dietro c’è un progetto innovativo altrimenti continueremo a discutere dell’eliminazione della peste suina anche nei prossimi anni».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, pur condividendo i contenuti dell’ordine del giorno, ha spiegato all’Aula i motivi della mancata sottoscrizione del documento da parte della minoranza. «Non lo abbiamo firmato per due ragioni: arriva fuori tempo massimo e mostra ancora fiducia in strumenti di contrasto che si sono rivelati fallimentari». Pietro Pittalis ha poi contestato l’uso della forza adottato dall’Unità di Progetto: «Anziché ricorrere agli strumenti della politica, che richiedono il confronto e la compartecipazione delle comunità locali e degli allevatori, si è preferita l’azione manu militari per risolvere il problema. Questo non è ammissibile. E’ una questione annosa che non si risolve con i blitz o circondando gli ovili. Così non si elimina il problema e si crea tensione sociale. Serve cautela, la peste non si elimina con gli abbattimenti, servono altre iniziative».

Giovanni Satta (Uds), in apertura del suo intervento, ha ricordato i precedenti tentativi di eradicazione della peste suina mai portati a termine: «Nel 1979 ci fu un incontro a Desulo in cui si sosteneva la stessa linea che si persegue adesso. I responsabili del Piano dovettero andare via scortati dai carabinieri – ha detto Giovanni Satta – questo vuol dire che la metodologia è sbagliata,il problema della peste suina non si risolve con azioni paramilitari. Soprattutto nei comuni che hanno un territorio gravato da usi civici. Lì è difficile cambiare le consuetudini, i sindaci vanno aiutati. Condivido i principi dell’ordine del giorno ma andrei oltre. La mia proposta è quella di inviare dei commissari per regolamentare l’uso delle terre civiche. Solo così sarà possibile allevare maiali nel suolo pubblico».

Il presidente della Regione Francesco Pigliaru dopo aver annunciato il parere positivo all’ordine del giorno ha difeso l’azione dell’Unità di progetto. «E’ una battaglia importante che la Giunta ha messo in piedi e sta portando avanti con coerenza. Il Piano di eradicazione è basato su modelli internazionali – ha sottolineato Francesco Pigliaru – perché, se esistono altre soluzioni, non sono state adottate prima? Gli abbattimenti sono cruciali: in Spagna, in Exstremadura è intervenuto l’esercito per risolvere il problema. Oggi quel territorio ha un fatturato di 400 milioni all’anno. Quello che stiamo facendo richiede grande coraggio, provo ammirazione per l’Unità di progetto. E’ una battaglia di tutti per liberare le risorse straordinarie che ci sono nelle aree interne. Siamo lì per migliorare le energie e dare sfogo alle potenzialità. Dispiace che ci sia così poca informazione. I dati dimostrano quale sia la portata del problema, si fanno gli abbattimenti ma, allo stesso tempo, si creano le condizioni per far emergere dal nero gli allevatori. Prima esisteva una sanzione di 10mila euro anche per chi aveva pochi maiali. Quella sanzione è stata cancellata su suggerimento delle popolazioni locali. Tutti conoscono i passaggi per emergere dall’illegalità. C’è, è vero, il problema delle terre civiche. Lo affronteremo, nei cantieri di lavoro previsti nel Piano Lavoras c’è un intervento specifico per la predisposizione di aree con doppia recinzione dove poter allevare maiali secondo le regole».

Messo in votazione l’ordine del giorno è stato approvato con l’astensione della minoranza.

Approvato all’unanimità invece l’ordine del giorno n. 6 (Truzzu e più) sul piano straordinario per il lavoro. «E’ un proposta per destinare parte delle risorse del Piano alla creazione di posti lavoro per gli over 50 – ha detto Paolo Truzzu – lo ribadiamo dopo averlo detto durante la discussione della manovra finanziaria».

Al documento ha chiesto di aggiungere la propria firma il consigliere di Forza Italia Mariano Contu.

L’assessore Paci ha espresso parere favorevole e ha garantito l’impegno della Giunta: «Nel Piano Lavoras – ha detto – sono previste specifiche risorse per i lavoratori ultracinquantenni».

L’Aula ha poi dato il via libera anche all’ordine del giorno n.7 (Truzzu e più) che impegna la Giunta a trovare risorse per l’incremento dell’occupazione femminile.

«Anche in questo caso – ha spiegato Paolo Truzzu – vogliamo dare forza a una richiesta già avanzata con un emendamento alla Finanziaria e sulla quale c’è l’impegno della Giunta».

Voto favorevole ha annunciato Mariano Contu (Forza Italia): «Occorre favorire l’occupazione delle donne con figli, soprattutto a quelle con bambini minori di due anni. Solo sostenendo le donne si favoriranno nuove nascite».

Rossella Pinna (Pd) ha rivolto un plauso all’iniziativa di Paolo Truzzu: «E’ importante aver riportato all’attenzione un tema sul quale non ci si deve stancare mai di discutere – ha detto Rossella Pinna – in particolare il secondo comma dell’ordine del giorno propone di riservare parte delle risorse per promuovere la conciliazione tra attività professionale e famiglia. Ricordo che la Regione ha ancora una dotazione finanziaria considerevole di 24 milioni di euro per potenziare i servizi per la prima infanzia. Propongo un’accelerazione alla spendita delle risorse. La Sardegna, le famiglie e le donne ne hanno bisogno».

Favorevole anche Annamaria Busia (Campo Progressista): «Conosciamo i numeri sull’occupazione femminile in Sardegna che sono bassissimi. Sono tante le donne che abbandonano il lavoro dopo la maternità. Ogni intervento indirizzato a superare la discriminazione di genere non possono che essere ben accetti. E’ un ulteriore tassello che si aggiunge a tutti gli altri provvedimenti adottati in questa legislatura a favore delle donne».

Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp), dopo aver chiesto di aggiungere anche la sua firma all’ordine del giorno ha sottolineato l’importanza degli interventi finanziari a sostegno del lavoro femminile: «Uno dei nodi su cui si basa la bassa natalità è l’insufficienza degli aiuti alle donne che decidono di avere figli. Le politiche per la famiglia hanno un ruolo decisivo per evitare lo spopolamento delle zone interne, così come hanno una loro valenza le politiche per l’immigrazione. Le donne che hanno figli non devono sacrificare la loro vita lavorativa. La Sardegna è una delle regioni che sconta maggiormente la disparità di genere. La crisi demografica ci può travolgere».

Rossella Pinna ha quindi proposto un emendamento orale al secondo comma. «Anziché riservare delle risorse del Piano del Lavoro per favorire la conciliazione tra attività professionale e famiglia – ha detto Rossella Pinna – sarebbe meglio procedere all’attuazione di interventi già programmati per agevolare l’accesso dei nuclei familiari ai servizi per la prima infanzia».

Il consigliere Paolo Truzzu ha accolto favorevolmente l’emendamento orale: «Va bene la proposta dell’on. Rossella Pinna – ha detto – la previsione di una riserva era formulata in quel modo  per far spendere soldi già programmati».

Anche in questo caso l’assessore Raffaele Paci ha espresso parere favorevole: «C’è l’impegno della Giunta a favore dell’occupazione femminile e per trovare strumenti che rendano più semplice la conciliazione tra lavoro e famiglia».

L’ordine del giorno n. 7 è stato approvato all’unanimità (45 voti su 45 votanti).

Consiglio unanime anche sull’ordine del giorno n. 8 (Truzzu e più) che impegna la Giunta a individuare misure a sostegno dei genitori soli o separati.

«Anche questa proposta deriva dal dibattito sulla finanziaria e dall’impegno preso dalla Giunta – ha rimarcato Paolo Truzzu – occorre cominciare a occuparsi di coloro che in modo improvviso entrano nel tunnel della povertà per evitare l’esclusione sociale. I dati della Caritas dicono che il 46% dei nuovi poveri è costituito dai padri separati».

Al documento si è aggiunta anche la firma di Daniele Cocco, capogruppo di Art. 1 – Mdp, e di Mariano Contu (Forza Italia). «Ci troviamo di fronte a drammi sociali che investono non solo i genitori ma anche i figli – ha detto Contu – non basta un semplice intervento finanziario, serve anche un supporto psicologico per i giovani spesso sballottati per le crisi tra genitori».

Acquisito il parere favorevole della Giunta, il presidente Ganau ha messo in votazione il documento che ha ottenuto 44 sì su 44 votanti. 

Il presidente del Consiglio ha quindi annunciato la presentazione di un ulteriore ordine del giorno per l’avvio delle procedure adatte al riconoscimento dello status di area di crisi complessa per il polo industriale di Ottana. Il primo firmatario, il capogruppo del Pds, Gianfranco Congiu, ha quindi illustrato il documento evidenziando la drammaticità della situazione occupazionale («ieri sono stati annunciati i licenziamenti degli ex lavoratori della centrale») e l’urgenza di interventi per riconosce lo status si area di crisi complessa, come già è avvenuto in passato per Porto Torres e Portovesme.

Il capogruppo di Art. 1 – Sdp, Daniele Cocco, ha dichiarato piena condivisione per l’iniziativa del suo collega Congiu ed ha annunciato la sottoscrizione del documento, mentre il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, pur condividendo le preoccupazioni per i lavoratori dell’area industriale di Ottana ha posto l’accento su quello che ha definito “il fallimento delle politiche industriali della Giunta Pigliaru”. Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha annunciato al sottoscrizione dell’ordine del giorno ed ha invitato la Giunta ad affrontare il problema di Ottana “in prospettiva” ma soprattutto “pensando all’oggi e alla necessità di risposte per quei lavoratori che sono espulsi dal mondo del lavoro dopo aver esaurito i sostegni degli ammortizzatori sociali”. Dichiarazione analoga è stata fatta dal capogruppo Psd’Az, Angelo Carta, ceh ha insistito sulla necessità di interventi mirati nel verso dell’utilizzo della leva fiscale. Gaetano Ledda (Psd’Az-LaBase) ha dichiarato la sottoscrizione del documento ed ha invitato la Giunta a sostenere le iniziative della “Antica fornace”, un’impresa che opera ad Ottana e che potrebbe garantire posti di lavoro e produzione. Giorgio Oppi (Udc) ha fatto appello all’unità delle forze politiche perché si affrontino concretamente i problemi delle crisi industriali, mentre Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha annunciato voto favorevole all’’ordine del giorno, invitando la Giunta “ad abbassare i toni trionfalistici quando si parla di lavoro e politiche industriali”.

Il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, ha espresso parere favorevole al documento ed ha assicurato l’impiego delle risorse del piano per il lavoro anche  per i lavoratori di Ottana, ribadendo la volontà di procedere con il ministero al fine di riconoscere lo status di area di crisi complessa.

Posto in votazione l’ordine del giorno Gianfranco Congiu e più è stato approvato all’unanimità con 43 votanti.

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«Abbiamo compiuto un passo avanti importante, frutto del lavoro di tutti, ma oggi non c’è niente da festeggiare. Festeggeremo solo il giorno in cui saluteremo l’uscita da questo stabilimento, del primo lingotto di alluminio targato Sider Alloys.»

E’ questo il passaggio più significativo dell’intervento fatto questa mattina dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, nella sala mensa dello stabilimento ex Alcoa di Portovesme che da questa mattina è ufficialmente passato di proprietà dalla multinazionale statunitense Alcoa ad Invitalia (l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa), rappresentata dal suo più alto dirigente, l’amministratore delegato Domenico Arcuri. Presente a Portovesme anche Giuseppe Mannina, amministratore delegato della Sider Alloys, la multinazionale svizzera destinata a rilevare la proprietà dello stabilimento da Invitalia il prossimo 15 febbraio. In questo arco di tempo, proseguiranno gli incontri per definire tutti gli aspetti procedurali e l’11 gennaio è fissato un incontro tra azienda e sindacati, per l’avvio dell’esame del piano industriale (è previsto un investimento iniziale di 135 milioni di euro, 80 dei quali saranno coperti da un finanziamento del Governo da restituire a tasso agevolato, mentre sono previsti una quota di una decina di milioni a fondo perduto ed un concorso della Regione Sardegna per altri 8 milioni di euro) e degli organici che dovranno concorrere alla riapertura ed al rilancio produttivo dello stabilimento.

All’incontro di stamane erano presenti il governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru, accompagnato da quattro assessori (Maria Grazia Piras dell’Industria, Donatella Spano dell’Ambiente, Virginia Mura del Lavoro e Cristiano Erriu dell’Urbanistica ed Enti locali); i parlamentari Francesco Sanna ed Emanuele Cani, i consiglieri regionali Pietro Cocco e Luca Pizzuto; il coordinatore del Piano Sulcis Salvatore Cherchi; e numerosi sindaci dei comuni del territorio.

I rappresentanti delle organizzazioni sindacali ed i lavoratori tutti hanno ringraziato il governatore Pigliaru e, soprattutto, il ministro Calenda, per il lavoro svolto per la soluzione di una vertenza che si trascina da cinque anni, e di aver continuato a lavorare, al fianco dei lavoratori, anche quando tutto sembrava perduto e le speranze di poter vedere la fabbrica ripartire sembravano ormai svanite.

Il ministro Calenda ha sottolineato che l’Italia è diventata un grande paese grazie all’industria ed è con l’industria, affiancata dagli altri settori produttivi, che può rilanciarsi nei prossimi anni.

In serata e domani pubblicheremo un ricco album fotografico della giornata ed alcuni filmati registrati questa mattina durante la visita del ministro Calenda, prima al presidio, poi nella sala mensa, dove sono intervenuti, oltre al ministro Carlo Calenda, anche il governatore Francesco Pigliaru e l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri. E, al termine, sono state poste le firme sul passaggio di proprietà dello stabilimento ad Invitalia.

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Stamane il Consiglio regionale ha approvato l’articolo 4 ed ha iniziato la discussione sull’articolo 5 della Manovra finanziaria 2018/2020.

In apertura il Consiglio ha approvato per alzata di mano il testo dell’articolo passando successivamente all’esame degli emendamenti aggiuntivi. Sono stati approvati, in particolare, i seguenti emendamenti: il n. 31 (Forma e più) che prevede il sostegno alle attività tradizionali di panificazione sul quale il relatore Franco Sabatini ha corretto (in riduzione) lo stanziamento a 200.000 annui per il triennio 2018-2020, il n. 810 (Gaia) che assegna un finanziamento di 110.00 euro al Consorzio industriale di Nuoro per l’installazione di un sistema di controllo del depuratore di Ottana, il n.1015 (Giunta regionale) che prevede lo stanziamento complessivo di 20 milioni a favore delle aziende agricole e zootecniche colpite da siccità e calamità naturali, ed il n. 58 (Lotto) che sostiene le manifestazioni fieristiche agricole di Arborea, Ozieri e Macomer.

Sull’emendamento n.156 riguardante l’economia digitale il proponente Stefano Tunis (Forza Italia) ne ha sottolineato l’importanza perché, ha detto, «si tratta di un settore che una enormi potenzialità di sviluppo anche con l’utilizzo leva fiscale».

L’assessore della programmazione Raffaele Paci, nella replica, ha ribadito che «l’economia digitale è compresa nel pacchetto lavoro, mentre l’intervento sull’Irap appare problematico perché potrebbe essere considerato “aiuto di stato” ed una soluzione potrebbe essere trovata o in sede di accordo fra Regioni o con un apposito disegno di legge».

Il proponente Stefano Tunis, annunciando il ritiro dell’emendamento, ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno in sede di approvazione finale della legge.

Sull’emendamento n. 158 (Rubiu e più) il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha sollecitato maggiori stanziamenti per il comparto agro zootecnico che, ha ricordato, «deve affrontare una gravissima crisi anche per i forti ritardi nel pagamento della domande legate alle legge del Consiglio con cui sono stati stanziati  45 milioni». Su questo punto, ha sostenuto, «occorre capire lo stato dell’arte e le ragioni delle mancate erogazioni» auspicando nello stesso tempo una grande campagna della Regione a favore dell’acquisto e del consumo di agnelli sardi.

Alle argomentazioni di Pietro Pittalis si è associato il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) citando in proposito un suo emendamento di contenuto analogo.

L’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria ha fornito al Consiglio i dati relativi ai pagamenti degli aiuti: al 18 dicembre, data di scadenza delle domande, sono pervenute 10.942 richieste di cui 1.700 negli ultimi 15 giorni; al 15 dicembre sono state pagate 4.482 richieste per un controvalore di e 17 milioni, mentre il 19% sono soggette a verifica Inps in corso, 1.000 sono state sospese perché i proponenti hanno chiesto la modifica dell’Iban dove accreditare le somme. Gli uffici hanno fatto un buon lavoro e siamo intervenuti anche sulla tesoreria, ha concluso l’assessore Caria, «e rispetto al monte-domande le richieste sono state quasi tutte istruite».

Sull’emendamento n. 337 che prevede interventi a sostegno del settore artigiano il consigliere di Forza Italia Mariano Contu ha ricordato la cancellazione del 10% delle partite Iva in Sardegna, dato che segnala la necessità di nuove risorse.

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha replicato che, rispetto alle esigenze del settore artigiano, un emendamento della maggioranza prevede uno stanziamento di 4.5 milioni. Messo ai voti, l’emendamento n.337 è stato respinto.

Con l’emendamento n. 349 il consigliere Paolo Truzzu ha proposto lo stanziamento di 10 milioni a favore dell’Arst per il rinnovo del parco automezzi che, ha lamentato, «è in pessime condizioni».

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha riconosciuto che si tratta di un tema importante «sul quale si sta intervenendo con i fondi coesione e sviluppo sulla base di un programma che sarà concretizzato nelle prossime settimane e nello stesso tempo è stato assegnato ad un finanziamento di 3.4 per chiudere alcune vecchie pendenze».

La consigliera Alessandra Zedda si è dichiarata insoddisfatta della replica dell’assessore perché, ha evidenziato, «non si vede concretezza e mancano anche quelle buone pratiche che consentirebbero di migliorare la mobilità interna».

Messo ai voti, l’emendamento n.349 è stato respinto.

Il Consiglio ha poi approvato l’emendamento n. 350 (Truzzu e più) che prevede il finanziamento di 100.000 euro ai micro birrifici artigianali operanti in Sardegna. Il relatore Franco Sabatini, illustrando il parere favorevole della commissione, ha però ridotto lo stanziamento, appunto, a 100.000 euro rispetto alla previsione iniziale di 300.000.

Sull’emendamento n. 808 (Piermario Manca e più), contenente la proposte di abbattere il carico degli interessi per i mutui delle aziende agricole colpite da calamità naturali, si è sviluppato un ampio dibattito.

Nel dichiararsi favorevole, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ricordato fra l’altro le recenti proteste di numerose aziende agricole di Bono esclude dai benefici  della legge, ha criticato i dati forniti dall’assessore che non sono confortanti perché su 45 milioni disponibili ne sono stati spesi solo 17 ed inoltre si chiede per giunta certificato anti mafia ai pastori, fatto grave e assurdo che accade nel silenzio della politica». Le pratiche, secondo Pietro Pittalis, «dovevano essere istruite prima del 15 dicembre perché le tesorerie delle banche sono chiuse e riapriranno il 15 gennaio, ed anche questa è l’ennesima ingiustizia consumata a danno di migliaia di pastori».

Annunciando la volontà di mantenere l’emendamento, il proponente Piermario Manca (Pds) ha affermato che «la richiesta di 5 milioni è motivata dal fatto che un settore primario è stato totalmente sconvolto dai cambiamenti climatici ed inoltre si tratta non di soldi a pioggia ma di un programma articolato in 5 anni che permetterà alle aziende di ricostituire il proprio capitale».

Il relatore Franco Sabatini (Pd) ha ricordato gli stanziamenti di 20 milioni per il comparto agricolo e di 45 per i pastori in corso di liquidazione, precisando che si tratta di un lavoro molto difficile e smentendo la richiesta del certificato anti mafia. C’è al contrario l’impegno con categorie agricole, ha sostenuto, «per decidere come spendere le risorse disponibili e la proposta del collega Manca sui mutui sarà certamente recepita come decideremo insieme subito dopo la finanziaria».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha messo l’accento sulla «grandissima emergenza del settore anche per problema costi carburante», affermando che «bisogna fare molto di più ed avere più coraggio, anche alzando la voce con il Governo».

Il consigliere Gaetano Ledda (Pasd’Az-La Base) ha parlato di «un intervento necessario per i gravissimi danni provocati dalle gelate e, sotto questo profilo, l’esclusione delle aziende di Bono è ingiusta; in generale i 45 milioni nono sono stati una vittoria e i risultati dei pagamento non sono positivi perché i soldi arriveranno a marzo-aprile».

Il presidente della commissione “Attività Produttive” Luigi Lotto (Pd) ha espresso il suo dispiacere perché, su un tema così importante, «vengono sminuiti i risultati senza precedenti dell’assessorato dell’Agricoltura come dicono i numeri».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha evidenziato che «la proposta colma una lacuna evidente; il collega Lotto e l’assessore sbagliano a non ascoltare la voce del mondo agro pastorale che non ha interesse ad alimentare polemiche, che peraltro sarebbero ben motivate adesso che è comparsa la mafia delle pinnette che manifesta una visione ottusa e burocratica della realtà sarda».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, riprendendo il tema dello stanziamento di 45 milioni a favore dei pastori, ha ricordato che «una somma così elevata non si era mai vista prima ed i ritardi non sono della Giunta o della struttura mentre, sui Comuni colpiti da gelate esclusi, si può assumere un impegno per recuperare le domande tardive».

L’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria, dopo aver assicurato una verifica sulle domande tardive, ha precisato che la richiesta del certificato anti-mafia deriva da una norma nazionale e comunque riguarda solo Psr. Successivamente ha fornito dati ulteriormente aggiornati sui pagamenti: le pratiche pagate sono 5200 per un controvalore di 20 milioni «e non c’è stato nessun ritardo perché le richieste finora non pagate riguardano le mancate comunicazioni sulla produzione di latte, quelle presentate in cartaceo e quelle i cui presentatori hanno chiesto la modifica dell’Iban hanno influito; inoltre abbiamo chiesto una deroga alla tesoreria per proseguire nei pagamenti».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, confermando che il suo gruppo non discute i risultati raggiunti nelle procedure di pagamento, ha messo in evidenza che «come abbiamo più volte sostenuto, sarebbero state preferibili procedure diverse cominciando a lavorare a giugno ed agendo sui consorzi». Con i certificati anti-mafia, ha aggiunto, «stiamo esponendo la categoria ad un cuneo burocratico molto negativo mentre, sul punto specifico dell’emendamento, attendiamo dall’assessore rassicurazione sugli strumenti finanziari».

Prima del voto il primo firmatario Piermario Manca ha annunciato il ritiro dell’emendamento rimarcando però che i problemi restano, non per le risorse ma per le regole ed il peso degli interessi sui muti.

L’emendamento è stato però recepito dal gruppo di Forza Italia e quindi messo ai voti. Il Consiglio lo ha respinto con 31 voti contrari e 15 favorevoli.

All’emendamento 833 (guide turistiche e contributi per consorzi turistici tra enti locali) sono stati presentati alcuni emendamenti aggiuntivi. Tra questi il 1308 (primo firmatario Lotto), è stato giudicato “più adeguato dagli uffici”, come ha riferito l’assessore Paci sollecitandone il voto favorevole.

I capigruppo di maggioranza e opposizione hanno sottoscritto l’emendamento 1308 che è stato dunque approvato all’unanimità mentre gli altri emendamenti all’833 sono stati ritirati.

Approvato poi anche l’emendamento 833. Ritirato l’emendamento 837 (primo firmatario Gavino Manca) a favore di coop ambientali dei cantieri verdi, che sarà inserito all’interno delle misure del piano per il lavoro e, a detta dell’assessore Paci, «troverà anche risorse finanziarie superiori, intorno ai tre milioni di euro, dentro il Piano Lavoras».

L’on. Daniele Cocco (Sinistra) ha sollevato perplessità sulla richiesta di ritiro dell’emendamento mentre il primo firmatario ha spiegato il senso della misura proposta e ha accettato l’invito sotto la garanzia del Piano Lavoras.

L’on. Pietro Pittalis (FI) ha esordito: «Il Piano Lavoras che enunciate ai quattro venti come la soluzione della disoccupazione è in realtà fumo, come ha detto l’on. Cocco poco fa, perché è finalizzato al mantenimento degli occupati e non a generare nuova occupazione. Finalmente è tutto chiaro».

Approvato l’emendamento 1078 (Sabatini), sostitutivo totale dell’emendamento 838 sulle agevolazioni dell’articolo 23 della legge 240 del 1981.

Respinto l’emendamento 860 e così 861, 862, 863.

Approvato con il sostegno della maggioranza l’emendamento 864 (Crisponi) che prevede 30 mila euro a sostegno della rassegna “Autunno in Barbagia”.

Respinto l’emendamento 865, ritirato 866; respinti 867, 868.

Sull’emendamento 923, a sostegno degli alberghi diffusi e degli enti locali per riqualificare i centri storici, ha preso la parola l’on. Peru (FI), primo firmatario. «Sosteniamo questa norma per recuperare i centri storici e per rafforzare il turismo in Sardegna nelle zone interne al di là della stagione estiva». Per Forza Italia si sono espressi favorevolmente anche gli on. Tunis, Tedde, Zedda e l’on. Truzzu (Sardegna). Il primo firmatario ha ricordato all’assessore Paci che sul tema era stato garantito dalla Giunta un impegno preciso in passato, “finalizzato a recuperare il turismo identitario”. L’on. Alessandra Zedda ha ricordato in particolare che il provvedimento a sostegno dell’albergo diffuso “era stato votato nel 2016 all’unanimità da quest’Aula e non capiamo, perché nessuno ce lo dice, perché non abbia avuto attuazione”. Per l’on. Fasolino (FI) «l’albergo diffuso sarebbe un investimento strategico per i territori delle zone interne, un moltiplicatore keynesiano come ha detto prima il collega Peru». Per il riformatore Dedoni «una volta che i turisti arrivano possiamo attirarli con l’albergo diffuso verso le zone interne».

Per l’on. Alessandro Collu (Pd) «è necessario riconoscere che con due milioni di euro non si fa gran che. Esistono altre forme di turismo diffuso efficaci come il bed and breakfast, molto più economico».

L’Udc ha parlato con l’on. Giuseppino Pinna, che ha annunciato il voto favorevole e ha detto: “In Sardegna c’è il peggior dato sulle imprese artigiane”. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha detto che «l’albergo diffuso è davvero alla portata delle persone che abitano nelle zone interne ed è un’opportunità per il recupero di immobili che altrimenti rischiano di crollare. Avete occhi soltanto per alberghi a cinque stelle».

L’emendamento 923 è stato respinto.

Con distinte e successive votazioni, l’Aula non ha approvato gli emendamenti n. 927 e 943. Decaduto l’emendamento 953, il presentatore dell’emendamento 962, Marco Tedde (Fi) è intervenuto per auspicarne l’approvazione («il sostegno al commercio meriterebbe il favore dell’Aula ma si approvano solo le proposte “del tavolo del manuale Marchetti”»), supportato dalla sua collega di gruppo e di partito Alessandra Zedda («nella finanziaria non c’è attenzione né per il commercio, né per l’artigianato») ma il Consiglio non ha dato il via libera. Stessa sorte è spettata al 998 e al 999 sul quale è intervenuta la consigliera Alessandra Zedda («non c’è un solo intervento a favore dell’imprenditoria femminile»).

Decaduto l’emendamento n. 1000 non è stato approvato il 1001. Approvato, invece, con 38 favorevoli e 9 contrari l’emendamento n. 1006 (Giunta regionale) che stabilisce lo stanziamento di 70.000 euro in favore della Camera di commercio di Cagliari per l’affidamento di un “supporto tecnico-specialistico” nell’ambito del tavolo di indirizzo per la riqualificazione della Fiera internazionale della Sardegna.

Approvato (30 favorevoli e 5 contrari) lo stanziamento di 300.000 euro a favore di Laore per l’organizzazione in Sardegna del concorso enologico “Mondiale di Bruxelles” (emendamento 1010-Giunta), il presidente ha dichiarato inammissibile l’emendamento 1063.

L’assessore Raffaele Paci ha quindi invitato al ritiro i presentatori degli emendamenti 1060 e 1080 e si è detto a favore dell’emendamento 1061 (Paolo Dessì- Misto) aggiuntivo all’emendamento 1022 (Giunta) in ordine alle deroghe per il completamento degli interventi programmati ed alle imprese beneficiarie delle agevolazioni del Fse-Por 2000/2006. Dopo il ritiro degli emendamenti 1060 e 1080, l’Aula ha approvato l’emendamento 1061 (41 sì, 4 no) e l’emendamento 1022 (31 sì, 14 no).

Approvato (28 sì, 14 no) l’emendamento 1033 (Pietro Cocco e più) che stanzia 250.000 euro per l’attuazione del progetto sperimentale per il recupero delle antiche vocazioni agricole pre-industriali nel Basso Sulcis, previa precisazione da parte del relatore Sabatini sullo stanziamento solo nel 2018 delle somme su indicate.

Ritirato l’emendamento n. 1034 dopo che, su invito del presentatore Antonio Solinas (Pd), l’assessore dell’Agricoltura ha dichiarato che rispetto al 2017 le somme destinate ai consorzi di bonifica si sono ridotte di un milione di euro.

Ritirato anche il 65, inammissibile il 98, ritirato l’emendamento n. 114, dopo che il presentatore, Salvatore Denmontis (Pd), ha ricevuto rassicurazioni dall’assessore Raffaele Paci sul possibile impiego delle risorse eventualmente risparmiate sulla continuità territoriale aerea, in favore delle agevolazioni nel costo del trasporto a favore degli studenti. 

Non approvati gli emendamenti 347, 822 e 869, si è passati all’esame dell’articolo 5 (disposizioni in materia di sanità e politiche sociali) e degli emendamenti presentati. I gruppi della minoranza hanno quindi confermato il ritiro di tutti gli emendamenti soppressivi e sostitutivi parziali a suo tempo presentati ed il presidente del Consiglio ha quindi elencato le proposte modificative rimaste in votazione: il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), ha espresso il parere di competenza, seguito dall’assessore Raffaele Paci.

Ha aperto la discussione il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde che nel ricordare l’importanza delle disposizioni su sanità e politiche sociali ha dato lettura, con tono polemico, dell’emendamento firmato dal consigliere della maggioranza, Fabrizio Anedda (Misto) che propone lo stanziamento di 120.000 euro all’associazione “Intrepidi Monelli”. A giudizio del consigliere di Fi, tale proposta è l’esempio di come il centrosinistra ha affrontato e continua ad affrontare il tema della sanità («commissariamenti, proroghe su proroghe ed il tutto con un’aurea di clientele») nonostante i proclami del presidente Pigliaru sull’estraneità della politica dalle scelte in sanità. «Le logiche politiche – ha affermato l’esponete della minoranza – hanno invece permeato la sanità sarda ed i ritardi nella nomina del direttore dell’Areus sono l’emblema». Marco Tedde ha parlato di “errori marchiani” da parte della Giunta regionale ed ha criticato le riforme dell’assessore Luigi Arru: «Intanto i costi della Sanità sarda non sono diminuiti e sono aumentate le sperequazioni nei confronti del nord ovest dell’Isola».

Il consigliere del Pds, Augusto Cherchi, ha evidenziato che la commissione Sanità non ha espresso il parere sulle parti della manovra di interesse del parlamentino presieduto da Perra (Upc-Socialisti) ed ha incentrato il suo intervento sulla opportunità di procedere con una “puntuale verifica dei risultati ottenuti dall’Ats, ad un anno dalla sua istituzione”. «La relazione annuale sulle attività – ha precisato l’esponente della maggioranza – è stabilita in legge e chiedo che i direttori generali dell’azienda unica vengano in Aula per riferire sull’attuazione delle riforme approvate dal Consiglio regionale». Augusto Cherchi ha quindi chiesto lumi sull’approvazione del programma sanitario triennale ed ha lamentano “la non coincidenza dei piani di dotazione organica” sulla base di tabelle in suo possesso.

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola alla consigliera Alessandra Zedda (Forza Italia) che ha chiesto di poter intervenire dopo la pausa pranzo. Richeista di interruzione appoggiata dal capogruppo azzurro Pietro Pittalis che ha invitato la maggioranza a un ulteriore esame degli emendamenti: «La tutela della salute è un tema importante vediamo però emendamenti non congrui come quello presentato dall’on. Anedda che prevede un finanziamento di 120mila euro a favore dell’Associazione “Intrepidi monelli”. Se dobbiamo trattare la sanità in questo modo staremo qui anche a Natale. Vi invito a una riflessione».

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«In data odierna l’Aula del Consiglio regionale ha approvato un emendamento  presentato dal sottoscritto insieme ai colleghi Pizzuto e Dessì relativamente alla riprogrammazione di circa 8 milioni di euro di risorse tra quelle assegnate al “Piano Sulcis”, a favore di soggetti privati per consentire la riqualificazione di immobili ed abitazioni.»

Lo scrive, in una nota, dichiara Pietro Cocco, capogruppo del Partito democratico.

«E’ un emendamento che si inserisce all’interno del Piano per il lavoro che questa maggioranza di centro sinistra sta concretamente attivando con la legge finanziaria in discussione, provvedimento che libera risorse da assegnare a favore del territorio del Sulcis per  incentivare interventi di ristrutturazione dell’edilizia privata in aggiunta ai benefici  fiscali esistenti come già accade nel caso del finanziamento per il recupero dei centri storici – aggiunge Pietro Cocco -. Voglio anche precisare che queste somme sarebbero andate perdute e che con un incentivo del venti per cento, si può generare un volume di lavoro pari a quaranta milioni di euro, che apre la strada alla ricrescita in un settore, quello dell’edilizia, che ha subìto l’impatto più pesante della crisi economica.»

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«Il messaggio odierno del ministro Carlo Calenda sulla vicenda che riguarda il rilancio dello stabilimento Alcoa di di Portovesme dopo l’accordo di programma firmato dal Governo e Regione Sardegna  che sancisce il passaggio dello stabilimento a Invitalia e successivamente alla Sider Alloys è un’ottima notizia.»

Lo scrive, in una nota, Pietro Cocco, capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale.

«Ora più che mai siamo vicini ad una svolta, un’iniezione di speranza a cui tutti guardiamo con fiducia – aggiunge Pietro Cocco –. Hanno avuto ragione i lavoratori che da anni sono accampati per difendere i loro diritti e che potranno vedere premiati i loro sforzi. Credo sia giusto riconoscere l’ottimo lavoro svolto dal presidente Francesco Pigliaru, dal Governo Renzi col ministro Carlo Calenda, dai sindacati e da tutti coloro che hanno avuto un ruolo nella lunga e travagliata vicenda.»

«Attendiamo ora la transazione ufficiale, annunciata dal Ministro, alla Sider Alloys, per rivedere in tempi brevi la riapertura degli impianti per la ripresa produttiva dell’alluminio in Sardegna che potrà garantire  il ritorno al lavoro di tante persone, in un territorio, quello del Sulcis Iglesiente – conclude Pietro Cocco -, che vive da tempo una grave e pesante congiuntura economica.»

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Il Consiglio regionale ha approvato stamane la risoluzione sul documento economico e finanziario della Regione.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il presidente ha disposto una breve sospensione della seduta in attesa della discussione dell’art. 1 del disegno di legge n. 455/A (Legge di stabilità 2018) e degli emendamenti collegati.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha dato lettura della risoluzione della commissione Bilancio con cui si approva il Defr (Documento economico e finanziario della Regione).

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha chiesto chiarimenti sul contenuto della risoluzione, ricordando che «il testo lo conoscono solo i componenti della commissione Bilancio e non si sa se, rispetto al testo della Giunta, siano state apportate modifiche; è un punto decisivo perché, in questo caso, occorre avere il testo definitivo».

Il presidente Gianfranco Ganau ha precisato che al testo della Giunta non è stata apportata alcuna modifica ed ha “chiamato” la votazione della risoluzione.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto una breve sospensione della seduta; la richiesta è stata accolta.

Alla ripresa dei lavori, aprendo la fese delle dichiarazioni di voto, il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha affermato che «il documento ripropone l’inadeguatezza della Legge di stabilità 2018, è la sovrapposizione programmatica e finanziaria di scelte che per noi sono insufficienti rispetto ai problemi della Sardegna che soffre, dalle famiglie alle imprese». E’ una finanziaria, ha proseguito, «messa insieme con grande fretta come dimostrato da vicende molto gravi per la Regione come la continuità territoriale».

Sempre per Forza Italia il consigliere Stefano Tunis ha parlato di «buoni intendimenti e promesse che, dall’atto dell’insediamento della Giunta Pigliaru ad oggi, si scontrano con la realtà dei fatti, risultati misurabili non se ne sono visti e la presenza della crisi economica nella prima fase della legislatura non basta ad assolvere la Giunta». «A cominciare dalle politiche attive del lavoro e dell’occupazione – ha concluso – il documento non descrive con concretezza la vera e drammatica situazione della Sardegna».

Ancora per Forza Italia la vice capogruppo Alessandra Zedda ha sostenuto che «il voto contrario gruppo è sul metodo e sul merito, perché il documento è la fotocopia di annunci e strategie che non possono funzionare e, in particolare, contiene una lunga serie di pagine bianche di cose non fatte o realizzate in minima parte come il Piano regionale di sviluppo, il credito a sostegno delle piccole e medie imprese ed i consorzi fidi che, di fatto, non hanno visto un euro».

Il consigliere Giuseppe Fasolino, anch’egli di Forza Italia, ha affermato, «rappresenta una sintesi della strategia finanziaria della Regione per cui non può essere diversa dalla Legge di stabilità e, nel merito, c’è una analisi corretta dell’economia dell’Isola e si individuano i settori che dovrebbero essere incentivati ma, nei fatti, non ci sono risposte concrete sui grandi temi strategici».

Il consigliere Edoardo Tocco, ultimo esponente di Forza Italia ad intervenire, ha detto che «onestamente non si travedono strategie in grado, come si afferma nel documento, di invertire la rotta, scelta necessaria perché i fondamentali dell’economia sono tutti negativi e lo percepiscono in modo molto netto tutte le categorie produttive, in particolare gli operatori del turismo che sono alle prese tutti i giorni con il caos dei trasporti, o della sanità con 2.000 persone che proprio ieri hanno protestato sotto gli uffici dell’assessorato».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha definito il documento «un po’ scontato perché non va al di là dell’analisi della situazione e non riesce a proiettarsi nel futuro limitandosi a proposte generiche, manca inoltre nello specifico una qualunque idea di come contrastare il drammatico calo della natalità in Sardegna, così come non c’è nella Legge di stabilità; non c’è insomma su questo problema uno straccio di proposta che invece è urgente almeno per iniziare a invertire la tendenza».

Il consigliere Mariano Contu (Forza Italia) ha riconosciuto che «il documento appare animato da un certo senso di speranza ma non si coglie la capacità di aggredire i nodi critici del futuro della Regione ed inoltre si traccia una linea di intervento sui territori senza considerare le loro vocazioni ed i loro bisogni, continuando a seminare a pioggia e lo si fa anche adesso con emendamenti mirati della maggioranza; ma così non si può nemmeno sfiorare il problema dello spopolamento».

Il capogruppo dell’Udc Pierluigi Rubiu ha ricordato che «la Sardegna è uscita nel 2016 dalla recessione ma questo processo è frutto di un effetto-trascinamento avviato dall’economia nazionale più che del sistema interno mentre, sullo sfondo, aumentano la popolazione anziana e l’emigrazione dei giovani, resta molto basso il livello di istruzione superiore ed universitaria, calano le esportazioni e la competitività delle imprese». «Infine – ha concluso – la Sardegna non può sopportare per altri 3 anni la decurtazione delle sue entrate tributarie e su questo l’azione del governo regionale è stata del tutto negativa».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, annunciando il suo voto contrario, si è detto «sconcertato dalla poca modestia che il governo regionale ha trasfuso nel documento, mentre assistiamo allo sfascio generalizzato della Regione, dai rapporti con Governo alla sanità; e questi problemi enormi vengono affrontati dalla maggioranza con emendamenti settoriali simili a marchette, una vergogna!».

Il capogruppo del Pad’Az Angelo Carta ha sostenuto che «il documento è scritto da professori che non sanno dire come risolvono i problemi; sul trasporto aereo infatti ci si limita a dire che è fondamentale per lo sviluppo economico». Soffermandosi sul problema della pressione fiscale, Carta ha affermato che «è il cancro di un paese che vuole crescere ed invece il documento si lancia a formulare ipotesi sugli effetti del mancato aumento delle tasse che si tradurrebbero in più risorse per imprese e famiglie, mentre in realtà sono soldi virtuali».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha definito il documento «talmente vuoto che non sarebbe necessario parlare perché non incide nella realtà della Sardegna, a cominciare dai trasporti dove non potrà cambiare nulla se non sarà riconosciuta l’insularità tanto è vero che oggi non c’è un posto per raggiungere la penisola». «Ciò è accaduto – ha concluso – perché la Sardegna non ha mai avuto la schiena dritta per rivendicare i suoi diritti davanti allo Stato, preferendo ripiegare sulla vecchia strada dell’assistenzialismo».

Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha osservato che «è difficile capire il valore di un documento trionfo del generico e pieno delle solite affermazioni di principio». «Sulla continuità si susseguono gli annunci di aumento dei posti – ha lamentato Michele Cossa – mentre i sardi non hanno la possibilità di spostarsi ed il problema non riguarda solo i collegamenti esterni ma soprattutto quelli con le nostre isole minori». «Noi abbiamo proposto il biglietto unico per Carloforte e La Maddalena – ha concluso il consigliere – perché siamo a favore di una vera continuità interna e di una rete efficiente che non appare alla portata del nostro attuale sistema di trasporto pubblico locale».

Per il consigliere Giovanni Satta (Psd’Az-La Base) il documento di programmazione economica e finanziaria rappresenta «l’esempio più lampante di quello che pensa la gente della politica, un luogo estremamente lontano da un mondo reale che non viene nemmeno sfiorato; sul piano dei risultati, inoltre, non si vede nemmeno una piccola luce in fondo al tunnel per mancanza di programmazione cui si aggiungono intollerabili ritardi burocratici».

Il consigliere di Forza Italia Antonello Peru ha sostenuto che, per certi aspetti, avrebbe voluto votare a favore del documento, «per la crescita economica di cui i sardi hanno molto bisogno; si potevano fissare pochi grandi obiettivi per invertire la marcia su trasporti, imprese, agricoltura, riforma enti locali, accordi con lo Stato, servitù militari e spopolamento». «Ma siamo ancora in tempo – ha concluso – a fare bene poche cose e su questo noi ci saremo».

Luigi Crisponi, consigliere dei Riformatori sardi, ha parlato di «un documento che sembra scritto da un azzeccagarbugli, una scenografia degli errori ai confini della realtà; a proposito di realtà, c’è quella immaginata dal governo regionale e poi c’è quella vera di una Sardegna maglia nera in tutti i sensi, che fatica e che soffre». «Mancano soprattutto buon senso e buone pratiche – ha concluso – mentre ci si allontana dalle esigenze del popolo e questo significa che si è persa completamente la bussola».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ribadito il voto negativo del suo gruppo «che nasce dalla impossibilità di accettare affermazioni troppo enfatiche come quelle di una Sardegna in ripresa, una cosa del tutto non vera ed anzi lo stesso documento sotto molti aspetti superato dal dibattito di ieri». «Si fanno spostamenti di risorse e si delinea un nuovo piano del lavoro – ha protestato Pietro Pittalis – ma l’Isola non ha più bisogno di documenti, di accademia e di teorie, serve spendere subito e bene, vedere se e come è migliorata la condizione dei sardi». «Ma allora – ha concluso – se le cose vanno bene come dite bisogna chiedersi cosa vengono a fare i cittadini sotto il palazzo del Consiglio».

Emilio Usula, consigliere del Misto-Rossomori, dopo aver riconfermato che a suo giudizio il documento contiene per l’ennesima volta le solite “promesse vuote”, si è soffermato su un problema che rappresenta l’esempio emblematico della contraddittorietà dell’azione della Regione: la gestione dei rifiuti. «Da una parte si promettono aumento della differenziazione e del riciclo per arrivare ad una economia circolare – ha evidenziato – ma poi si potenzia, a costi altissimi per le finanze pubbliche, un bruciatore come quello di Tossilo e si autorizza la mega-discarica di Villacidro che diventerà la più grande d’Europa, con la Sardegna che rischia di trasformarsi nella pattumiera d’Italia, dove confluiranno quantità enormi di rifiuti provenienti dall’esterno».

Il consigliere dell’Udc Giuseppino Pinna ha insistito sulla centralità del problema dei trasporti come «emblema della crisi profonda della Sardegna ed allo stesso tempo grande questione centrale irrisolta sia per l’economia che per la qualità della vita dei sardi». «Dopo 4 anni – ha detto – i risultati sono completamente fallimentari e manca la volontà politica di realizzare una vera inversione di tendenza».

Per il Partito dei Sardi il consigliere Piermario Manca ha definito il documento «molto articolato e in grado di tracciare in modo concreto gli obiettivi strategici sui quali intervenire anche se, in materia di agricoltura siamo al paradosso, perché il settore ha problemi strutturali importanti che, nel documento, si riducono ad una paginetta in cui si parla di sostegno ovi caprino e peste suina, più altre poche annotazioni su caccia e pesca: siamo alla normale amministrazione, mentre sarebbe stato necessario, ad esempio, parlare di Argea come organismo pagatore e della riorganizzazione degli uffici». «Comunque – ha concluso – nonostante queste carenze il documento va approvato».

Al termine di quest’ultimo intervento il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto se il documento poteva essere votato per parti.

Il presidente Ganau ha chiarito che, in base al regolamento, il voto sul documento avviene attraverso una risoluzione unitaria

Quindi ha messo ai voti la risoluzione che il Consiglio ha approvato con 27 voti favorevoli e 22 contrari.

Il presidente Gianfranco Ganau ha aperto la discussione sugli articoli e sugli emendamenti, chiedendo al presidente della commissione Bilancio e alla Giunta il parere di competenza.

L’on. Marco Tedde (FI) ha preso poi la parola e ha detto: «Andiamo ora al cuore delle vostre disposizioni normative, proposte con grande fretta per esigenze elettorali ma del tutto insufficienti rispetto ai problemi della Sardegna. Vi preparate piuttosto a garantire mancette elettorali ma i sardi hanno toccato con mano quanto siete adeguati a governare. I vostri incontri con il governo e con Gentiloni hanno prodotto zero: il presidente Pigliaru si è presentato con il cappello in mano, ha chiacchierato, ha sentito le ennesime spiegazioni e nulla di più».

Per l’on. Michele Cossa (Riformatori sardi) «l’articolo 1 richiama il grande pasticcio dell’armonizzazione del bilancio, che necessità di una messa a punto della macchina regionale. Purtroppo, invece, tanti settori della Regione non funzionano bene, come le politiche sociali: non so se i colleghi lo sanno ma i Comuni stanno restituendo allo Stato le somme del Reis perché i Comuni non li hanno saputi spendere per mancanza di informazioni adeguate. Dunque, o questa manovra percorrere strade nuove o le sue ricadute saranno modeste».

L’on. Stefano Tunis (FI) ha annunciato «tre emendamenti per dare profondità verticale a questa manovra. Voi nell’emendamento 1027 state includendo tutti gli interventi in materia di lavoro ma ci appare un provvedimento piuttosto lasco che lascerà alla giunta e agli organi amministrativi tutte le azioni. Noi riteniamo invece che sia più utile portare sotto l’indirizzo e il controllo del Consiglio regionale questa manovra e per questo presenteremo tre emendamenti organici sul lavoro a valere sull’emendamento 1027 e all’articolo 4. Noi chiediamo l’azzeramento dell’aliquota Irap per le industrie digitali della Sardegna, che hanno scritto una storia importante con Video on line e con Tiscali, su tutte. Chiederemo anche un bonus assunzioni per i poli del digitale della Sardegna. Il terzo emendamento è quello del welfare aziendale nell’economia digitale, da calibrare a seconda che il lavoratore sia all’inizio, a metà o alla fine della sua carriera»

Sempre dai banchi di Forza Italia ha preso la parola l’on. Alessandra Zedda, secondo cui «la partita degli accantonamenti rischia di tornare di scena nei prossimi mesi e non sarà l’unica. I numeri di questa manovra non ci consentono di dare scossoni all’economia della Sardegna e non vedo mosse e iniziative capaci di contrastare in tempi reali e con efficacia il fenomeno della disoccupazione». L’’on. Zedda ha aggiunto: «Che senso ha approvare entro l’anno la manovra – e io sono d’accordo perché si faccia – se poi gli uffici spenderanno le risorse  con mesi e mesi di ritardo?».

Per l’on. Giuseppe Fasolino (FI) «bisognava andare oltre, a cominciare dall’articolo 1 che è il fondamento della legge finanziaria. Noi vorremmo continuare ad avere un atteggiamento collaborativo con voi e il collega Tunis, nel presentare gli emendamenti, è stato molto chiaro: ha parlato delle  risorse e dei risultati che si possono raggiungere con i nostri emendamenti sul lavoro e l‘economia digitale. E naturalmente è necessario che anche gli uffici si adeguino e lavorino nel rispetto dei tempi necessari perché queste misure diano i risultati. La gente sta capendo che non si campa con gli annunci ma con i fatti concreti, come quelli che noi vi stiamo offrendo. Siate umili e insieme potremo fare una manovra migliore».

L’on. Edoardo Tocco (FI) ha proseguito sul punto: «Assessore Paci, ci sarebbe voluto il pugno forte con lo Stato perché a questa finanziaria mancano quelle risorse che sono nel diritto dei sardi. E lo dico a lei che è un grande economista: serve lo scatto della Regione con lo Stato su questo tema». All’assessore Paci si è rivolto anche l’on. Mariano Contu: «Una buona parte degli emendamenti alla Finanziaria, oltre il venti per cento, proviene dalla maggioranza. Francamente non mi pare un fatto secondario né mi pare irrilevante che i sindaci e tutte le parti sociali abbiano suggerito correttivi alla manovra e ogni giorno qualcuno sfila sotto il Palazzo, a rappresentare le sue difficoltà. Voi dite di avere un piano per il lavoro nella nostra isola ma il vostro piano è un atto assistenziale, al di là di quante risorse state stanziando. Tra sei mesi avremo di nuovo altri sardi sotto il palazzo, perché il vostro intervento non fa nulla per offrire un’alternativa di lavoro stabile».

Dall’opposizione è intervenuto anche l’on. Gennaro Fuoco (Sardegna), che ha detto: «C’è molta freddezza e ragioneria nel vostro bilancio e non potrebbe essere diversamente. Ma non c’è nulla di politico né di creativo, come sarebbe invece necessario in un momento così dove tutti siamo chiamati alla straordinaria amministrazione». L’oratore ha parlato del demanio marittimo della Sardegna, di proprietà dello Stato e ha detto: «In Sicilia, lo stesso demanio marittimo è di proprietà della Regione e se anche in Sardegna fosse così noi potremmo lavorare per lo sviluppo. Invece il demanio sardo è abbandonato in un modo tale che grida vendetta. Come grida vendetta, per parlare di cose concrete, l’ospedale Marino, un ammasso di cemento sulla spiaggia del Poetto. Ci vuole molto a immaginare uno sviluppo turistico in quella zona? Ci vuole molto ad amministrare i beni come fanno i buoni padri di famiglia?».

L’on. Paolo Truzzu (Sardegna) ha parlato del fatto che «nei giorni scorsi l’Ats ha pubblicato una delibera per avviare un programma per capire se la Asl unica è la soluzione ai problemi della Sardegna. Mi sembra che ci sia qualcuno in stato confusionale. Allo stesso modo io non vedo un piano per il lavoro perché non ci sono risorse in più per creare lavoro: in questo piano ci sono i soldi che non siete riusciti a spendere in questi anni, oltre cento milioni che non siete stati capaci a spendere. Cento milioni di euro che non siete riusciti a spendere. Avete venduto illusione, questa è la realtà. E allora vi chiedo: quali sono le nuove opportunità che state attivando con questa manovra? Non ce sono».

Per i Riformatori sardi ha preso la parola l’on. Attilio Dedoni, che ha detto: «Vi lamentate della poca disponibilità finanziaria a fronte delle fortissime spese correnti, la sanità su tutto. Ben poco è disponibile nella massa manovrabile e io mi chiedo che cosa state facendo per sostenere l’agricoltura, quali denari state mettendo per far crescere l’artigianato. Nulla. Come nulla fate per lo sviluppo del turismo». L’oratore ha aggiunto: «Questa mancanza di risorse è dovuta alla vostra debolezza: siete stati pusillanimi e vi siete accordati con il governo e avete rinunciate alle entrate, nonostante vi chiedessimo di fare il contrario. Possiamo ancora richiedere le accise, come previsto dal nostro emendamento 813. Noi chiediamo che le accise della Saras siano acquisite dove si producono, come sostengono i grandi esperti della materia». 

Secondo il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, la manovra 2018 dimostra ancora una volta la poca fantasia e il poco coraggio della maggioranza. «E’ la Finanziaria del “tira a campare” che non produce nulla di buono per i sardi – ha detto Gianluigi Rubiu – la nostra scelta di intervenire su tutti gli articoli è finalizzata a dare un contributo per migliorare la legge. Il fatto che ci siano molti emendamenti anche della maggioranza e della Giunta significa che questa manovra non vi soddisfa. Il Consiglio ha l’occasione di riprendere in mano tutti gli articoli, non sarebbe tempo perso. Non bisogna correre o avere fretta. E’ utile, nell’interesse comune, provare a riscrivere la norma». Gianluigi Rubiu ha poi segnalato l’assenza di misure a favore dei lavoratori over 50 e 60 espulsi dal mercato del lavoro: «E’ una parte della società esclusa ed emarginata – ha affermato l’esponente della minoranza – cosa intendiamo fare di queste persone?».

Gianluigi Rubiu ha definito preoccupante, da questo punto di vista, la notizia dei premi di produzione elargiti ai funzionari dell’assessorato all’agricoltura: «Da un lato non si fa nulla per i lavoratori in difficoltà, dall’altro si danno superpremi fino a 30mila euro a dirigenti che hanno fatto poco per risolvere le emergenze del settore».

Angelo Carta, capogruppo del Psd’Az, ha evidenziato nel suo intervento la discrasia tra la manovra finanziaria esitata dalla Giunta e quella arrivata in Aula dopo le pressioni di sindacati e associazioni di categoria. «La legge mette a disposizione 127 milioni per il lavoro (85 di fondi Ue, 17 Aspal e 25 del bilancio regionale) – ha ricordato Angelo Carta – la verità però è che passeranno molti mesi prima che questi fondi siano realmente disponibili, probabilmente se ne riparlerà nella prossima legislatura».

Angelo Carta si è concentrato su un emendamento presentato dalla maggioranza, primo firmatario Pietro Cocco (Pd), con il quale si stanziano 8 milioni di euro a favore dell’edilizia privata: «Sono risorse da destinare alla ristrutturazione e riqualificazione di case – ha detto il capogruppo sardista – con un contributo del 20% agli interessati si riesce a smuovere circa 40 milioni di euro. Riesce a dare più lavoro questo emendamento che quello da 127 milioni della Giunta».

Angelo Carta ha quindi invitato la maggioranza a guardare a ciò che succede fuori dall’aula: «La gente è animata da un sentimento di odio verso la politica perché la politica non da risposte. Speravamo che almeno in quest’ultima finanziaria si riuscisse a dare risposte concrete. Gli emendamenti della Giunta dimostrano come l’attenzione sia più rivolta alle elezioni che non ai problemi reali».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, in apertura del suo intervento, ha definito l’intervento sul lavoro “uno dei pilastri” di questa finanziaria. «Abbiamo ragionato molto su che lettura dare all’emergenza occupazione – ha detto Gianfranco Congiu – il Def lo tratteggia molto bene. La situazione è difficile, lo si è capito l’altro giorno sentendo i lavoratori di Ottana che presto saranno fuori dal sistema degli ammortizzatori sociali. Noi abbiamo presentato un emendamento, il 1029, per sostenere i lavoratori più deboli, quelli che si trovano ai margini del welfare. Prevedevamo un piano commissariale con procedure di spesa molto snelle. La Giunta accogliendo alcune nostre osservazioni ci ha chiesto di ritirare l’emendamento, noi siamo disponibili ma occorre stabilire una linea di indirizzo precisa: servono procedure snelle per la spendita delle risorse. La dotazione finanziaria (127 milioni) messa a disposizione dall’esecutivo va bene ma i soldi devono essere subito disponibili»

Anche per Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, il problema più importante che la Finanziaria dovrà affrontare è quello del lavoro. «Occorre però fare dire la verità – ha affermato Pietro Pittalis – la maggioranza sta commissariando l’assessore del Lavoro, sta dicendo che chi guida l’assessorato ha fallito nella sua azione di governo».

Secondo il capogruppo di Forza Italia l’altro aspetto da rimarcare è il vero contenuto dell’art.1 bis introdotto dall’emendamento aggiuntivo 1027 presentato dalla Giunta: «Questo emendamento rimanda la decisioni a un momento successivo. Dice che, entro 30 giorni,  sarà la Cabina di regia, con il supporto dell’Aspal e previo parere delle competenti commissioni consiliari, a individuare ambiti di intervento e modalità organizzative. La verità è che non state decidendo nulla – ha aggiunto Pietro Pittalis – questa è la risposta che date alla Cgil. Fossi io il segretario del sindacato mobiliterei tutta la Sardegna».

L’esponente della minoranza, infine, ha contestato anche il primo punto dell’emendamento della Giunta: «Dite che metterete a disposizione 127 milioni di nuove risorse, si tratta invece di soldi che già erano disponibili e che riprogrammate facendo il gioco delle tre carte. Si tratta di una semplice rimodulazione di fondi già programmati. Alcune risorse saranno sottratte a piani già approvati. Ritirate questa vergogna, a queste condizioni noi vi incalzeremo perché non è possibile prendere in giro i sardi».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dato la parola per la replica all’assessore al Bilancio Raffaele Paci: «Non c’è nessuna presa in giro, sono soldi concreti – ha detto il rappresentante dell’esecutivo – la Giunta lavorava da tempo a questo Piano, 35 milioni del Fondo di coesione sociale erano programmati da mesi e si aspettava di metterli a correre con questa finanziaria. Si tratta di soldi immediatamente disponibili, senza vincoli, Altri 45 milioni del Fsc sono stati già stanziati per gli ammortizzatori sociali. Si aggiungono ai 25 milioni di fondi regionali. E’ vero che alcuni sono già impegnati ma ora li stiamo mettendo in un quadro unitario. Credo che questo sia un intervento importante con il quale si potranno dare molte risposte».

Paci ha poi difeso le modalità di spesa indicate nell’emendamento 1027: «Abbiamo pensato ad una procedura snella, che prende atto anche delle sollecitazioni del Pds – ha detto l’assessore – in un tempo brevissimo, 30 giorni, dopo un confronto con il Consiglio si identificheranno le aree di intervento. Vogliamo prevedere inoltre bonus occupazionali accogliendo alcuni emendamenti della minoranza sulle reti tecnologiche, il catasto, e il digitale».

Il responsabile del Bilancio ha infine ricordato che la Finanziaria mette a disposizione altri 25 milioni per le imprese: «Puntiamo molto sull’innovazione tecnologica – ha rimarcato Raffaele Paci – crediamo fortemente che non bastino solo i cantieri verdi. Tuttavia queste azioni vanno bene per i più giovani, ma i lavoratori ultracinquantenni richiedono strumenti diversi. L’emendamento è volutamente lasco per evitare di trascurare qualche settore. C’è l’impegno per scrivere nel programma anche un monitoraggio trimestrale. La Giunta è disponibile a discutere».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento soppressivo totale  135=30=694.

Per dichiarazioni di voto ha preso la parola il consigliere di Forza Italia Marco Tedde che ha invocato una cancellazione dell’articolo 1. «E’ una norma contraddittoria – ha detto Marco Tedde – le risorse sono inoltre insufficienti. In alcuni casi si tratta di fondi riciclati, contrabbandati come nuovi. All’interno di questa manovra ci sono 40 milioni di euro per mancette elettorali, meglio destinarli ai comuni che devono contrastare le nuove povertà».

Voto favorevole all’emendamento soppressivo ha annunciato anche Alessandra Zedda (Forza Italia): «L’impostazione della finanziaria non fa capire quale sia la proposta della Giunta. Da un lato si mostra disponibilità verso il Consiglio, dall’altro il metodo si presta invece all’elargizione di prebende ai consiglieri più potenti, a quelli che si devono candidare e sono più forti nel territorio. In Commissione abbiamo assistito alla lettura di emendamenti che gridano vendetta».

Contro le previsioni dell’articolo 1 si è schierato anche Gaetano Ledda (Psd’Az- La Base): «La situazione della Sardegna è esplosiva – ha detto Ledda – i piani per i giovani agricoltori non sono partiti, 80 milioni del Psr sono fermi. Il mondo del lavoro è in ginocchio, ogni giorno c’è uno sciopero».

Gaetano Ledda si è poi soffermato sulle difficoltà del settore agropastorale: «Dite che ci sono 20 milioni di euro per l’allevamento dei  bovini. Ricordo che dei 45 milioni di euro stanziati per l’ovicaprino non si è speso quasi niente, il 70% dei pastori non ha ancora ricevuto un euro».

Per Stefano Tunis (Forza Italia) sul Piano del Lavoro la Finanziaria risente di un eccesso di delega. «Bisognerà addentrarsi nella discussione per capire quali sono le modalità di spendita di questa ingente quantità di danaro – ha detto Stefano Tunis – non voglio avere un atteggiamento preconcetto, però l’assessore Paci ci chiede di valutare senza che sia presente in aula l’assessore al Lavoro. Vogliamo capire come questo l’assessore ha intenzione di interagire, organizzare la spesa. In via transitoria voto a favore dell’emendamento».

A favore si è pronunciato anche Giuseppe Fasolino (Forza Italia): «E fondamentale sopprimere l’articolo. Non è un atteggiamento ostruzionistico, è invece costruttivo, vogliamo che la Finanziaria venga approvata entro l’anno, ma chiediamo un provvedimento migliore». Il consigliere Azzurro ha quindi avanzato una proposta: «Abbiamo presentato emendamenti importanti, forse è il caso di fermarsi, magari tornando in commissione a correggere il provvedimento per poi riportarlo in Aula per l’approvazione».

Edoardo Tocco (Forza Italia), dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha invocato maggiore attenzione verso le piccole e medie imprese: «Qual è il sostegno alle attività economiche se la maggior parte stanno chiudendo? Non c’è un programma per le attività economiche e per l’occupazione. Solo sostenendo le piccole e medie imprese si può avere una strategia».

Mariano Contu (Forza Italia) ha definito “inverosimile” il contenuto dell’emendamento 1027: «La situazione  è imbarazzante – ha sottolineato Mariano Contu – oggi si parla di lavoro e l’assessore competente non è presente in Aula. Questa Giunta afferma di voler utilizzare i fondi Fsc senza dire però che potevano essere già programmati nel 2017 mettendoli a disposizione per finanziare gli ammortizzatori sociali e rispondere così alle difficoltà dei nostri cittadini».

Gennaro Fuoco (FdI) ha criticato l’impianto complessivo del provvedimento: «Parliamo di ordinaria amministrazione, manca una visione. Il problema è che non si individuano strumenti di arricchimento della Regione ma una serie di provvedimenti-tampone. I fondi si utilizzino per lo sviluppo, si aiuti chi produce a produrre di più, le aziende sane a trovare nuovi mercati».

Voto favorevole ha espresso anche Paolo Truzzu (FdI): «Prendo atto della volontà dell’assessore di accogliere alcune nostre proposte ma le sue parole  non mi hanno convinto nel merito: la realtà è che si cerca di riprogrammare risorse che in questi anni non sono state spese. Il giudizio sull’azione della Giunta per il lavoro è negativo. Manca una visione di respiro, il risultato sarà quello di vendere un’illusione ai cittadini sardi che invece cercano un’opportunità».

Critiche anche da Luigi Crisponi (Riformatori) che ha parlato di provvedimento inconsistente: «Non si dà nessuna risposta al settore produttivo. Il mondo delle imprese viene ancora una volta umiliato».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha criticato la generale situazione in cui versa la sanità sarda («mancano i principali servizi nonostante il 65% delle risorse in bilancio siano destinate dalla sanità») ed ha concluso parlando delle difficoltà del mondo delle campagne: oltre ai mali noti si aggiungono quelli che derivano dall’ “insopportabile burocrazia”.

Il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, ha dichiarato voto a favore dell’emendamento soppressivo dell’articolo 1 ed ha lamentato l’esiguità dei fondi a sostegno dell’occupazione.

Michele Cossa (Riformatori sardi) ha dichiarato voto ed ha definito “lavoras” «un piano indecoroso». «Ripercorriamo la solita strada degli interventi assistenziali – ha concluso Cossa – che non lasceranno niente in termini di sviluppo e occupazione se non macerie e promesse mancate come è stato il piano da mille miliardi di qualche anno fa».

Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, si è detto a favore dell’abrogazione dell’articolo 1 ed ha contestato l’accentramento verso l’assessorato della Programmazione delle azioni per il lavoro. «Rilancio la proposta del collega Giuseppe Fasolino – ha concluso l’esponente della minoranza – riportate il testo in commissione almeno nella parte in cui si trattano le politiche del lavoro».

Angelo Carta (capogruppo Psd’Az) ha dichiarato voto favorevole “nonostante l’assessore Paci” perché – ha dichiarato l’esponente della minoranza – «se le parole fossero vincolanti voterei a favore dell’articolo 1 ma è evidente che così non è». Carta ha concluso con l’invito a riportare in commissione la parte del testo che riguarda il lavoro.

Posto in votazione,l’emendamento 135=303= 694 non è stato approvato con 21 favorevoli e 28 contrari.