18 July, 2024
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Incendio a CFadda copia

Il presidente del Gruppo Sovranità, Democrazia e Lavoro in Consiglio regionale, Roberto Desini, è il primo firmatario di una proposta di legge condivisa dai capigruppo di maggioranza con cui si chiede di concedere agli enti locali la possibilità di utilizzare gli avanzi di amministrazione «in interventi di sostegno economico o contributi diretti al risarcimento dei danni subiti da imprese o aziende in aree rurali a causa di incendi, prioritariamente finalizzati al ripristino delle necessarie condizioni per il mantenimento dei livelli produttivi, occupazionali e di sicurezza». I proponenti, Roberto Desini, Daniele Cocco, Pietro Cocco, Fabrizio Anedda, Emilio Usula e Pierfranco Zanchetta, hanno presentato la proposta come “Modifiche della legge regionale 11 aprile 2006, n.5 Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione per l’anno 2016 e per gli anni 2016-2018 (legge di stabilità 2016). Disposizioni urgenti a sostegno dei territori colpiti da incendi”.

«L’articolo 8, comma 12 della legge regionale 5 del 2016, ammette l’utilizzo degli avanzi di amministrazione degli enti locali per determinate finalità – spiegano i proponenti -. Alla luce dei recenti episodi che hanno devastato intere aree e danneggiato diverse attività produttive, si ritiene necessario intervenire con urgenza per garantire l’utilizzo degli avanzi di amministrazione anche per l’immediato ripristino delle condizioni necessarie a garantire il mantenimento delle produzioni e della forza lavoro delle aziende colpite dagli incendi.»

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Venerdì 8 luglio, alle 9.00, si insedierà ad Ajaccio, convocata dal presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Gianfranco Ganau, d’intesa con il presidente dell’Assemblea della Corsica, Ghjuvan Guidu Talamoni, la Consulta sardo-corsa, istituita con la mozione n. 233, approvata dall’assemblea sarda lo scorso 28 aprile, e dalla deliberation n. 16, del 26 maggio 2016, adottata dall’assemblea della Corsica.

«Diamo gambe e forza a quello che il 28 Aprile, in occasione delle celebrazioni di Sa Die de Sa Sardigna, è stato per le due isole sorelle un evento storico – ha detto il presidente del Consiglio Ganau, «e l’insediamento della Consulta  sardo–corsa darà concretezza a quel percorso comune che vede le nostre isole alleate in Europa, come una vera e propria macro regione con comuni rivendicazioni e analoghe difficoltà». «Un cammino che ha necessità del pieno coinvolgimento dei cittadini e delle istituzioni sociali, economiche e culturali – conclude il presidente del Consiglio – e da qui la scelta di aprire i lavori del nuovo organo collegiale con le audizioni dei rettori  dell’Università di Corsica e delle Università sarde».

All’ordine del giorno della prima riunione dell’organismo che segna la svolta nei rapporti di collaborazione interistituzionale tra i parlamenti delle due maggiori isole del Mediterraneo,  sono in programma, infatti, oltre all’approvazione del regolamento interno e alla valutazione delle principali azioni per la tutela e la valorizzazione del patrimonio linguistico e culturale, anche gli interventi dei rettori delle università di Sardegna e Corsica, per la realizzazione di comuni percorsi formativi ed educativi.

A conclusione dei lavori della Consulta, alle 11.00, i presidenti Ganau e Talamoni, apriranno la seduta dell’Assemblea regionale della Corsica e successivamente (alle 12.30) terranno una conferenza stampa congiunta. 

Insieme con il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, parteciperanno in qualità di componenti della Consulta nella riunione di Ajaccio, tutti i capigruppo (o loro delegati) dell’assemblea sarda: Pietro Cocco (Pd); Fabrizio Anedda (Misto), Pierfranco Zanchetta (Upc-Socialisti); Daniele Cocco (Sel); Emilio Usula (Soberania e Indipendentzia); Gianluigi Rubiu (Udc); Angelo Carta (Psd’Az); Attilio Dedoni (Riformatori); Edoardo Tocco (Forza Italia) e Alessandro Unali (SdL).  

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I capigruppo di maggioranza del Consiglio regionale della Sardegna – Pietro Cocco, Roberto Desini, Daniele Cocco, Pierfranco Zanchetta, Emilio Usula e Fabrizio Anedda -, a margine della riunione tenutasi in mattinata con l’esecutivo, riconoscono il valore del buon lavoro fatto dal presidente della Regione Francesco Pigliaru in collaborazione col Governo centrale sul “Patto per la Sardegna”, che prevede uno stanziamento di circa 2,5 miliardi di euro da investire in settori strategici per la nostra Isola di cui circa 1,5 miliardi per mobilità, sanità, istruzione, servizio idrico, politiche territoriali, governance e 1 miliardo circa per trasporti RFI, Anas, continuità territoriale, metano, tutte risorse importanti che contribuiranno a ridurre le problematiche derivanti dalla particolare condizione geografica e di disagio  economico della nostra Isola.

«Il lavoro non è ancora concluso – concludono i capigruppo di maggioranza del Consiglio regionale – ma già ci sono solide basi su cui la maggioranza coesa  può lavorare per rilanciare la propria azione di governo con rinnovato impegno e dare impulso a uno sviluppo  che  accompagni  la Sardegna fuori dallo stato di  difficoltà in cui si trova attualmente.»

Consiglio regionale 403

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Il Consiglio regionale ha approvato la norma che consente di trasferire i dipendenti di ex province e Aspal ai comuni o alle Unioni di comuni. 

Sotto la presidenza dell’on. Ganau i lavori del Consiglio regionale sono ripresi in seduta pomeridiana con l’esame della proposta di legge 340/A Zanchetta (Upc) intitolata (Provvidenze per il personale dipendente da organismi militari operanti nel territorio nazionale nell’ambito della Comunità atlantica). 

Il relatore, on. Roberto Deriu, ha comunicato che il testo è stato approvato in commissione senza modifiche.

A seguire l’on. Pietro Pittalis (Forza Italia) ha chiesto spiegazioni sul senso dell’emendamento all’articolo 1 e per chiarire è intervenuto l’assessore agli Enti locali, Cristiano Erriu. L’articolo 1 è stato approvato e così l’articolo 2. Votato e approvato anche il testo finale e poi la legge.

L’Aula è poi passata all’esame della proposta di legge 342 a firma dei consiglieri Agus e Lai (Sel), sul rinnovo della composizione del Consiglio autonomie locali.

Il testo è intitolato Composizione del Consiglio delle autonomie locali. Modifiche alla legge regionale 17 gennaio 2005, n. 1 (Istituzione del Consiglio delle autonomie locali e della Conferenza permanente Regione-enti locali)

Il testo è stato illustrato dall’on. Deriu e l’Aula ha approvato il passaggio gli articoli.

Contrario al testo dell’emendamento aggiuntivo istitutivo dell’articolo 1 bis l’on. Michele Cossa (Riformatori).

L’Aula ha però approvato anche l’articolo 2 e poi il provvedimento finale.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame della proposta di legge n. 341/A – Solinas Antonio e più (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 8/2016 – Legge forestale della Sardegna). Il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, il presidente della commissione Ambiente Antonio Solinas (Pd) per l’illustrazione del provvedimento.

Il consigliere Solinas ha precisato che «le osservazioni del Governo riguardano la previsione di un gettone di presenza per i componenti del comitato di indirizzo (100 euro a seduta per un massimo di 2 sedute al mese), la viabilità rurale e le procedure autorizzative; abbiamo lavorato di concerto con gli uffici per predisporre, anche attraverso un emendamento, una risposta articolata»

Il consigliere Gianni Tatti (Udc), relatore di minoranza, ha evidenziato che «in commissione ci siamo astenuti per le perplessità sulla fondatezza di alcuni rilievi del Governo riguardanti la tutela paesaggistica e non sappiamo se la Regione ha formulato risposte, anzi non ci risulta che lo abbia fatto ed è gravissimo». In generale riteniamo, ha concluso, che «la fretta eccessiva con cui è stata approvata la legge ha sottratto tempo prezioso ed utile all’approfondimento degli argomenti oggetto di impugnativa; confermiamo poi il nostro disappunto per il mancato inserimento della disciplina contrattuale del pubblico impiego a tutti i dipendenti».

Prima del voto sul passaggio articoli, il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha affermato che l’impugnazione del Governo è «un brutto scivolone per la Giunta dei professori ed i rilievi del Governo nazionale appaiono tecnicamente fondati nonostante la presenza nell’Esecutivo di illustri cattedratici di facoltà di giurisprudenza; già questo è un primo dato preoccupante». Poi, in relazione al piano di forestazione, ha detto ancora Tedde, «il Governo ha precisato che doveva essere coerente con il Pai e coordinato con il Ppr, che quindi viene degradato sul campo a norma sotto ordinata, ennesimo esempio negativo dei problemi del Pd che condizionano la vita delle istituzioni».

Non essendoci altri iscritti a parlare, sono stati messi in votazione sia il passaggio agli articoli che gli articoli 1 e 2 della legge.

Sull’art.3 il relatore Antonio Solinas (Pd) ha presentato un emendamento sostitutivo totale (Solinas A. – Demontis) che modifica integralmente l’art.19 (Trasformazione del bosco e interventi silvicolturali) della legge n. 8/2016 – legge Forestale della Sardegna. Solinas ha poi proposto con un emendamento orale di eliminare il comma 7 (Interventi in aree vincolate ai sensi del Dlgs 42/2004 – Codice Urbani del paesaggio) dello stesso articolo. Successivamente, ha chiesto ed ottenuto una breve sospensione della seduta per una verifica del testo.

Alla ripresa dei lavori, lo stesso Solinas ha chiesto di poter votare il testo per parti separate, la prima fino al comma 6 compreso e la seconda per il solo comma 7.

Il presidente ha accolto la richiesta. Per dichiarazione di voto, il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde si è detto «molto perplesso, siamo di fronte ad un passo indietro rispetto alla legge perché il Governo ne ha censurato alcune parti in base al codice Urbane che esclude dall’autorizzazione paesaggistica solo le modifiche che non incidono su stato dei luoghi, mentre noi con l’emendamento deleghiamo le procedure alla Giunta ma così la legge viene impugnata di nuovo; stiamo solo cercando di aggirare l’ostacolo».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha sollecitato maggiore chiarezza, «perché così come è scritto non si capisce l’obiettivo ed è contraddittorio, si parla di interventi che modificano aree boscate e destinazioni d’uso, cose in realtà molto diverse, mentre delega alla Giunta non ha significato, a parte il fatto che ancora una volta eccediamo in burocrazia e non semplifichiamo affatto le norme per i cittadini».

Il consigliere Salvatore Demontis, del Pd, ha sottolineato che «l’adeguamento dell’art.19 alle osservazioni del Governo è già contenuto nel comma 6, che garantisce la Regione; in realtà non si è voluto affatto declassare il Ppr ma semmai correggere un termine sbagliato e la Regione, col termine di coordinamento, voleva dire coerenza con il Ppr». Per certi aspetti, ha concluso, è «una precisazione che arriva al momento giusto per sottolineare che codice Urbani è una grande riforma economico-sociale quindi sovra ordinata rispetto alle norme regionali, una sottolineatura che ci sarà molto utile per la prossima legge urbanistica».

Il relatore Antonio Solinas (Pd) ha messo l’accento sul fatto che non si stanno modificando i contenuti sostanziali della legge che è stata impugnata solo in alcune parti.

L’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu, nell’esprimere parere favorevole, si è detto convinto che «con le modifiche apportate mettiamo al riparo le legge da possibili rilievi di incostituzionalità».

Successivamente è stato votato ed approvato l’art. 3 nella versione emendata fino al comma 6 (compreso), mentre è stata respinta la parte relativa al comma 7.

Sull’art. 4 è stato presentato un emendamento sostitutivo parziale (Tatti e più) con cui, ha spiegato lo stesso Gianni atti (Udc), si precisa che il gettone di presenza assegnato ai componenti del comitato territoriale «è riservato ai Sindaci dei Comuni che hanno concesso porzioni del loro territorio all’Agenzia Forestas; annullando questa parte della legge il Governo ha fatto un po’ di facile populismo ma in realtà norma non è chiara pur richiamando testo unico enti locali 267/2000, che però dice che la partecipazione è connessa all’esercizio dei funzioni pubbliche». E’esattamente il nostro caso, ha concluso Tatti, «perché riteniamo che debbano svolgere queste funzioni anche i Sindaci dei piccoli Comuni».

Dopo i pareri contrari espressi dal relatore e dalla Giunta, l’emendamento proposto dal consigliere Tatti è stato respinto con 44 voti contrari e 3 favorevoli.

Successivamente il Consiglio ha approvato gli articoli 4 e 5 della legge mentre lo scrutinio finale sul testo ha fatto registrare 31 voti favorevoli e 15 contrari.

Aperta la discussione generale sulla proposta di legge n. 238 (Pietro Cocco e tutti i capigruppo consiliari) “Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1997, n. 21” tendente a modificare la disciplina della tassa regionale per il diritto allo studio universitario, il presidente della commissione Pubblica Istruzione, Gavino Manca (Pd), ha fatto richiesta di sospensione dei lavori che il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha accordato.

Alla ripresa della seduta, il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha annunciato il ritiro del provvedimento “per mancanza di copertura finanziaria dello stesso”. Non avendo riscontrato opposizioni, il presidente dell’Assemblea sarda ha quindi dichiarato conclusi i lavori e annunciato la convocazione della V^ commissione per domani, mercoledì 29 giugno alle 9.30 e quella del Consiglio a domicilio.

Consiglio regionale 1

 

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Consiglio regionale 23

E’ stata rinviata l’elezione del nuovo vicepresidente di minoranza del Consiglio regionale, in sostituzione di Antonello Peru, consigliere regionale di Forza Italia dichiarato decaduto dall’Assemblea di via Roma.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il presidente ha comunicato che, per quanto riguarda l’elezione di un vice presidente dell’Assemblea, è stato raggiunto un accordo per il rinvio.

Successivamente l’Aula ha cominciato l’esame del Conto consuntivo del Consiglio per l’anno 2015. Il presidente del collegio dei questori, Piermario Manca, ha sottolineato l’importanza del documento, che consente di confrontare i risultati di esercizio e la previsione di spesa, verificandone la coerenza. Rispetto ad una dotazione complessiva di 66 milioni e 300 mila euro, ha aggiunto Manca, si è verificato uno scostamento di oltre 5 milioni riconducibile ad economie su tutte le voci di spesa.

Prima di passare al voto, il capogruppo di Sdl Roberto Desini ha chiesto se, a differenza degli esercizi precedenti, erano state previste relazioni del collegio dei Questori al completo.

Il presidente Ganau ha risposto negativamente, precisando che la relazione del presidente rappresenta ovviamente tutto il collegio.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, intervenendo per fatto personale, ha lamentato che «il collega Desini interferisce ancora sempre sullo argomento; per quanto concerne il bilancio di previsione del 2015 ho motivato la mia astensione, mentre ora ho votato il consuntivo, sia chiaro comunque che non prendo direttive da nessuno».

Al termine di quest’ultimo intervento il Consiglio ha approvato tutti i documeti che compongono il rendiconto: entrate, spese, allegati, rendiconti dei gruppi sul personale il comando, rendiconto finanziario del Corecom.

Prima del voto finale, il consigliere del gruppo Misto Mario Floris ha ricordato che, con una lettera, il presidente dell’Assemblea ha informato i consiglieri sulle possibili ripercussioni negative della riforma costituzionale sulla dotazione organica dei gruppi consiliari. «Io interpreto queste norme in materia diversa e ritengo che il Consiglio abbia gli strumenti per agire a sua tutela», ha detto Floris, «però ritengo che in generale il Consiglio non possa restare assente da grande questione che riguarda tutta politica; propongo quindi una seduta ad hoc per evitare la paralisi delle istituzioni regionali».

Il presidente Ganau ha definito «molto utile» il richiamo di Floris all’argomento oggetto della lettera, scaturita da un dibattito nazionale svoltosi in sede di conferenza dei presidenti dei Consigli regionali, dibattito dal quale il problema prospettato esce in parte ridimensionato anche a seguito di un ordine del giorno sulla materia da parte del Governo nazionale. Si tratta di un segnale positivo, ha concluso il presidente del Consiglio, rispetto al quale occorre comunque non abbassare la guardia ed intensificare il lavoro dei Consigli regionali di concerto con i due rami del Parlamento.

Successivamente il Consiglio ha espresso il voto finale sul rendiconto, con 37 voti favorevoli e 22 astensioni.

Al termine dello scrutinio, il presidente ha comunicato che in base alle decisioni della conferenza dei capigruppo saranno sottoposti all’attenzione dell’Aula due provvedimenti urgenti in materia di lavori pubblici e diritto allo studio; la seduta è stata quindi sospesa per consentire la distribuzione dei documenti.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha aperto la discussione sulla proposta di legge n. 347 “Disposizioni urgenti in materia di Lavori pubblici” firmata da tutti i gruppi di maggioranza e opposizione. Il provvedimento, portato in Aula con la procedura d’urgenza prevista dall’articolo 102 del regolamento, detta le linee per la mitigazione del rischio idrogeologico e per dare soluzioni ad alcune problematiche sul fronte dei lavori pubblici.

Non essendoci iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato dall’Assemblea. Approvati, in rapida successione, anche i quattro articoli del testo di legge: l’art. 1 “Disposizione per la gestione delle piccole dighe”; l’art. 2 “Disposizioni per l’accelerazione degli interventi per la prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico ed altre opere urgenti”; l’art. 3 “Acquisizione di aree strumentali al servizio idrico integrato”; art. 4 “Entrata in vigore”. L’Aula ha poi approvato il testo finale con 44 voti a favore e 2 contrari.

Il Consiglio è quindi passato all’esame del disegno di legge n. 338 per la proroga, fino al prossimo 31 luglio, degli attuali commissari delle Asl.

Il presidente della Commissione Sanità Raimondo Perra, relatore di maggioranza, ha parlato di provvedimento necessario per consentire al Consiglio di approvare la legge che istituisce l’Azienda sanitaria unica regionale (Asur). «La Commissione –ha detto Perra – ha preso atto della richiesta della Giunta approvando il D.L., senza modifiche e con il solo voto della maggioranza, il 17 giugno scorso».

Profonda delusione per la presentazione della richiesta di proroga dei commissari delle Asl ha invece espresso il relatore di minoranza Gianfranco Carta (Forza Italia).

«Secondo la legge 23 del 2014 – ha ricordato Carta – il commissariamento sarebbe dovuto durare quattro mesi, il tempo necessario per avviare la riforma sanitaria. Questo disegno di legge rappresenta invece l’ennesima proroga utile a risolvere i problemi interni alla maggioranza.»

Carta ha quindi elencato i vari interventi adottati da Giunta e Consiglio negli ultimi tempi: dalle precedenti proroghe dei commissari (L.R. 22 del 2015) alla legge 36 del 2015 che prevedeva, entro 30 giorni dall’approvazione, l’istituzione dell’Asur.

«Questa proroghina serve non a consentire un’istruttoria compiuta del disegno organico in Commissione – ha sottolineato Carta – ma esclusivamente a dar modo a una maggioranza che si è mostrata quanto mai divisa e litigiosa, di comporre i propri contrasti interni.»

Il relatore di minoranza ha quindi paventato il rischio che lo strumento della proroga, strumento a cui si dovrebbe ricorre in casi eccezionali, venga invece istituzionalizzata «in deroga alle norme sui requisiti e sulle modalità di nomina degli organi permanenti e in contrasto con la normativa nazionale».

Carta, a nome di tutta l’opposizione, ha concluso il suo intervento annunciando il voto contrario al disegno di legge 338 ed  esprimendo rammarico «per non aver potuto dare il proprio contributo a scrivere un buon testo di riforma nell’interesse di tutti i sardi e del loro incomprimibile diritto alla salute».

Ha poi preso la parola il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) che, dopo aver lamentato l’assenza in Aula del presidente Pigliaru, ha bocciato senza mezzi termini la proposta di proroga dei commissari delle Asl presentata dalla Giunta.

«E’ un provvedimento farsa – ha detto Tocco – questa fiera prima o poi dovrà finire. Non si vede una strategia sulla sanità. Più volte ho visitato i piccoli presidi della Sardegna dove ho registrato un gran malcontento. I territori si mobilitano e voi siete qui a proporre un’altra proroga dei commissari».

Edoardo Tocco ha ricordato le difficoltà presenti in molti ospedali: dalle lunghe liste d’attesa al Brotzu e all’Oncologico fino ai disagi vissuti dai piccoli nosocomi. «Ciò che più fa specie è che la commissione Sanità non conta più niente – ha rimarcato il consigliere di Forza Italia – serve uno scatto d’orgoglio. Ho paura che la situazione non si risolverà con l’ennesimo commissariamento al 31 di luglio. E’ necessario che raggiungiate un accordo al più presto».

Piermario Manca (PdS) ha annunciato il voto contrario al provvedimento. «Il problema non è dare una proroga ma mettere in evidenza che le persone prorogate non sono all’altezza – ha detto Manca – avevano il dovere di risolvere i problemi per cui sono stati indicati. Sono consapevole che le questioni sono complesse ma alcuni commissari, non solo non riescono a risolvere i problemi più banali, ma anzi li amplificano. A Thiesi, per fare un esempio, manca il servizio ticket e la popolazione è costretta a recarsi alle Poste per il ritiro dei referti,. Si invoca la mancanza di personale, nonostante la Asl di Sassari abbia un +15% di personale amministrativo».

Manca ha quindi invitato la Giunta a una pausa di riflessione. «Forse è meglio fermarsi un attimo e ascoltare i consiglieri eletti. Mio dovere è segnalare con puntualità le storture ed esercitare il mio diritto di controllo – ha concluso Manca – voglio vigilare sulle istituzioni e dare risposte alle persone che mi hanno votato».

Marcello Orrù (Psd’Az), pur riconoscendo la legittimità dei commissariamenti (“diritto di una coalizione che si insedia dopo aver vinto le elezioni”) ha criticato la durata degli stessi. «Non vi siete resi conto che state andando incontro al terzo anno di governo e ancora ci portate un proposta di proroga – ha detto Orrù – due sono le questioni: o i commissari sono talmente bravi oppure c’è un problema all’interno della maggioranza».

Secondo il consigliere sardista, la proroga è uno dei segni della cattiva gestione della sanità sarda. «Da quando vi siete insediati abbiamo assistito a diverse manifestazioni di protesta e alla sofferenza di tante strutture di eccellenza che rischiano la chiusura: pediatria a Sassari, oculistica Ozieri, gli ospedali di Thiesi e Ittiri, etc. C’è una tristezza infinita a constatare l’indebolimento della sanità a Sassari».

Per Orrù, infine, il D.L 338 certifica lo scollamento tra la Giunta e la sua maggioranza. «Le forze politiche che sostengono il governo regionale dichiarano contrarietà a una riforma rivelatasi fasulla. Nonostante ciò, l’atteggiamento borioso della Giunta prosegue, non soltanto nei confronti dei cittadini ma anche del Consiglio e della sua maggioranza. Un’arroganza – ha concluso l’esponente del Psd’Az – che si materializza in questo disegno di legge».

Ignazio Locci (Fi) ha rivolto un richiamo alla maggioranza sulla situazione in cui versa la Sanità sarda, caratterizzata, a suo giudizio, da un disavanzo di 349 milioni di euro che a fine «2016 si stima raggiunga la cifra di oltre 400 milioni di euro». Per Locci è necessario «superare il totem della asl unica e concentrarsi su una nuova governance». «Il problema – ha affermato l’esponente della minoranza – è infatti il governo delle reti di cura e dei processi decisionali e non già un dibattito inutile su quante debbano essere le Asl». Ignazio Locci ha definito un “rattoppo” la proroga dei commissariamenti” ed ha evidenziato che alla sanità sarda serve garantire stabilità e continuità per assicurare servizi migliori e più accessibili. «Impegniamoci a costruire  un sistema di governace utile ai cittadini – ha concluso Locci – e non un sistema legato alle esigenze partigiane della politica».

Il consigliere del Pd, Roberto Deriu, è intervenuto per preannunciare il voto a favore della proroga ma ha dichiarato che il termine del 31 luglio «non è realistico né concreto».

Il consigliere Stefano Tunis (FI) ha affermato in premessa del suo intervento di voler evitare di cogliere “la ghiotta occasione per mettere in evidenza le difficoltà palesi della maggioranza” e di preferire un atteggiamento propositivo sul delicato tema della sanità. «Servono soluzioni – ha affermato l’esponente della minoranza – perché la sanità è il tema che unisce maggiormente i cittadini sardi che oggi temono di perdere ciò che hanno in materia di assistenza sanitaria». Tunis ha quindi criticato il termine del 31 luglio per la proroga dei regimi commissariali:  serve il tempo necessario per approfondire un tema complesso. Il consigliere di Fi ha quindi invitato la maggioranza a “cogliere la disponibilità della minoranza per contribuire a realizzare una riforma efficace e condivisa, perché il costo della sanità è aumentato e la qualità dei servizi è peggiorata, anche  per la cosiddetta discontinuità amministrativa.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha definito la proroga fino al 31 luglio dei commissariamenti “il secondo grande bluff della giunta dopo quello dell’ospedale fantasma del Mater Olbia”. «L’ospedale fantasma di Olbia – ha spiegato l’esponente dell’opposizione – ha come unica realizzazione la trasformazione da agricoli a edificabili dei terreni di proprietà dei Qatarini».

A proposito della proroga Oppi ha elencato glia adempimenti che, qualora la data del 31 luglio sarà approvata, attenderebbero l’eventuale direttore della cosiddetta Asl unica. «Nel mese di agosto – ha proseguito il leader centrista – si dovrebbe costituire un nuovo soggetto giuridico e fiscale, fare una nuova tesoreria, installare nuovi software, sistemare le graduatorie dei concorso, rifare le contrattazioni aziendali, il censimento del patrimonio e  dei rapporti attivi e passivi, rivedere il riparto del fondo nazionale per i vari soggetti del sistema sanitario, l’accreditamento della nuova azienda, adeguare i Cup e tante altre cose che è irrealistico possano essere fatte nel mese di agosto». «Se proroga deve essere – ha concluso Oppi – che proroga sia, prendetevi quindi il tempo necessario per tutte le procedure e sia garantito il rispetto delle istituzioni».

Il consigliere dei Riformatori, Michele Cossa, si è detto “imbarazzato” dai termini della discussione e sui contenuti del  provvedimento («il  commissariamento è la prova della voracità dei partiti della maggioranza»). L’esponete della minoranza ha quindi ricordato la proposta di legge avanzata dal suo gruppo consiliare che prevede la proroga dei commissari nelle Asl fino al 31 dicembre 2016 ed ha evidenziato come sia del tutto assente una “valutazione sull’operato dei commissari che sono espressione della Giunta regionale con mandato e limiti precisi”. Cossa ha quindi criticato l’attuale gestione della sanità e delle Asl in particolare («assistiamo a cosa mai viste, ad incominciare dalla vendita del pesce nei sotterranei dell’ospedale Brotzu a Cagliari»). «La Asl unica – ha dichiarato Cossa – è l’unico modo per riportare a razionalità un sistema che non ha più controllo ma il penultimatum del 31 luglio è una data non realistica che dimostra come il centrosinistra non sarà in grado di fare alcuna seria riforma del sistema sanitario in Sardegna».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia), iniziando con una sintesi, ha parlato di «una leggina che chiede l’ennesima proroga dopo due anni e quattro mesi dall’insediamento del centro sinistra al governo della Regione: un fallimento totale come ammesso da qualche collega della maggioranza, per cui diligentemente voterò contro e diligentemente condivido la proposta dell’opposizione». La scadenza di fine luglio, ha proseguito, «non è troppo lunga o troppo breve, non ci doveva nemmeno essere, noi critichiamo la maggioranza perché i risultati non ci sono e non basta essere un bravo medico per essere anche un bravo assessore della Sanità; non basta mettere assieme un cartello elettorale per governare bene la sanità sarda». Questa norma non deve neanche essere votata, ha concluso, «che la maggioranza trovi condivisione se ci riesce, altrimenti si nominino i direttori generali, almeno avremo una amministrazione stabile».

Il consigliere Gianni Tatti (Udc) si è detto in disaccordo con il collega Manca quando sostiene che le persone non sono all’altezza dei compiti assegnati. In realtà, ha sostenuto, «è la Giunta che non ha il coraggio di metterci la faccia e chiede ai commissari di agire per interposta persona a cominciare dal riordino della rete ospedaliera; è questa politica che sta andando contro tutti e forse a favore di qualcuno e sta distruggendo i servizi sul territorio». E’imbarazzante, ha ricordato, «vedere i consiglieri regionali eletti nelle zone interne che nei territori sfilano alle manifestazioni e poi votano tutto quello che decide la Giunta, come accaduto proprio pochi giorni fa nel Sarcidano; dovete parlare anche qui, dire che siete contro il taglio dei servizi, degli ambulatori, dei laboratori di analisi nei paesi e nelle città, contro il blocco del turn over, spiegare perché in ogni territorio stanno nascendo comitati spontanei di cittadini a difesa del diritto alla salute». Nell’azione dei commissari nominati dalla Giunta, ha terminato Tatti, «c’è anche molto materiale per la commissione di inchiesta, come i 750 euro a notte pagati ad un anestesista all’ospedale di Isili dove la sala operatoria è chiusa; non sono per l’antipolitica ma queste sono schifezze».

Il consigliere Chistian Solinas (Psd’Az), dopo aver affermato che i colleghi Deriu, Tunis e Oppi hanno detto cose ragionevoli, ha dichiarato di non essere scandalizzato dalla proposta di proroga in relazione a portata di riforma ma piuttosto, «lascia perplessi la data del 31 luglio con le criticità che abbiamo di fronte, con un modello di riforma che non sembra confortato da analisi ed indicatori ex ante ed ex post per sapere se si risparmierà o si spenderà di più; c’è invece un modello scientifico (ed anzi occorrerebbe una riflessione in più comparando le migliori esperienze dell’Italia, d’Europa e del Mondo) secondo il quale il modello della Asl unica è abbastanza in discussione ed i primi effetti concreti dicono che servono correzioni». Allora, si è chiesto Solinas, «perché questa fretta, senza valutazioni corrette ed una riflessione di tutta l’Aula? Al cittadino non interessano direttori o modelli organizzativi ma la qualità di servizi, la lunghezza liste d’attesa, le file al pronto soccorso o per le visite specialistiche; prima bisogna lavorare su questo studio (ce ne sono tanti altri disponibili) poi viene tutto il resto». Ha fatto bene il presidente Pigliaru, ha detto in chiusura il consigliere sardista, «a riaffermare le proprie competenze sui tempi della verifica ma, allo stesso modo, le forze politiche dovrebbero avere la forza per riaffermare che neanche il Consiglio può farsi dettare i tempi di riforme strutturali; se non difendiamo queste prerogative mettiamo in discussione noi stessi».

Il consigliere Paolo Truzzu Misto-Fdi) ha criticato il fatto che «alcuni della minoranza hanno spostato altrove il dibattito sulla Asl unica ma io, invece, non voglio rinunciare a denunciare le responsabilità della maggioranza pur condividendo la necessità di andare oltre le appartenenze, e ricordare a tutti cosa è successo in questi due anni». La legislatura, ha sostenuto, «è iniziata sapendo che la sanità era il problema dei problemi e la verità è che dopo due anni e mezzo siamo a bomba, la situazione è anche peggiorata e la sanità sta sottraendo ancora risorse al bilancio regionale». Questo è accaduto, ha annotato Truzzu, «perché il problema della sanità non è stato affrontato e non si sa che obiettivi seguano i commissari; anzi ognuno ha creato un suo califfato dove si vedono cose buffe, da una parte il blocco assunzioni e dall’altra si inventano posti di lavoro». La proroga, ha concluso soffermandosi sul merito del provvedimento, «semmai andrebbe legata ad una vera riforma, altrimenti tanto vale lasciare i commissari dove sono; politicamente, piuttosto, è ora che qualcuno si assuma qualche responsabilità dopo due anni e mezzo, in caso contrario la maggioranza ha dimostrato di non avere una consistenza, mandando ai sardi il messaggio devastante che nella sanità non è cambiato niente».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha parlato di una sanità che «registra dappertutto un momento di arretramento della qualità dei servizi rispetto al bisogno di salute; questo è il problema, un complesso di cose che riguarda l’organizzazione ed il funzionamento del sistema; sotto questo profilo chiedo alla maggioranza se ritenga di essere coerente dopo aver annunciato, in campagna elettorale, una vera e propria rivoluzione in sanità addossando tutte le colpe di ciò che non funziona al centro destra». Ora, ha aggiunto Dedoni, cosa è rimasto di quegli annunci? «Era solo propaganda e due anni e mezzo sono passati invano perché non ci sono stati confronti istituzionali ma trattative di potere; il problema non è la Asl unica ma verificare quanto fanno i commissari in materia di contratti, appalti ed assunzioni, è piuttosto quello dell’assenza di un vero progetto per la sanità sarda del futuro». Noi pensiamo, ha detto infine, «che la nostra Asl unica valga solo per personale ed acquisti lasciando autonomia ai territori ed è molto diversa dalla vostra».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha osservato che «molti colleghi dell’opposizione hanno sbagliato la tempistica perché all’ordine del giorno c’è la proroga dei commissari e non la riforma della sanità di cui avremo modo di parlare molto a lungo; siamo consci di tutti i problemi del servizio sanitario regionale ed anche del fatto che per molti non abbiamo trovato soluzioni». Tuttavia, ha continuato, «questo è accaduto non per colpa dell’assessore ma perchè ha messo in campo una squadra che non ha giocato come collettivo e non ha risposto alle aspettative, dimenticando che in questa fase ci si deve attenere solo agli atti ordinari e non è sopportabile che alcuni istituiscano nuove strutture complesse e semplici perché questo non lo accettiamo; così come non accettiamo che si facciano oggi atti di portata decennale, come quelli relativi ad da 90 unità provenienti dalle agenzie». Chiedo all’assessore, ha sollecitato Cocco, «un intervento di massima urgenza che blocchi immediatamente le delibere, perché non vorrei che qualcuno si faccia riconoscere generose indennità; ma non è giusto sottolineare solo le cose che non vanno, ce ne sono anche di buone come la decisione di prolungare il termine delle manifestazioni di interesse per la ricerca dei manager, bene così dimostreremo che saranno scelte le professionalità migliori».

In apertura del suo intervento, il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha ironicamente proposto una modifica del titolo del D.L in “Norme sulla politica del rinvio, del rinnovo delle poltrone e delle finte proroghe”. L’esponente della minoranza ha stigmatizzato la decisione della Giunta di procedere a un’ulteriore proroga dei commissari delle Asl: «La riforma del sistema sanitario prevedeva un termine di 4 mesi per il commissariamento delle Asl – ha sottolineato Rubiu – per cinque volte consecutive siete riusciti ad andare contro questo termine.
La Giunta si occupa di proroghe e non dei veri problemi della Sardegna».

Il capogruppo dell’Udc ha quindi segnalato la difficile situazione di alcune strutture territoriali come il Cto di Iglesias e il San Marcellino di Muravera. «Il pericolo è che con la Asl unica questi presidi vengano smantellati – ha rimarcato Rubiu – eppure la legge 23 andava in un’altra direzione. Il processo di riforma si è arenato. Non è servita la lezione che gli elettori hanno dato all’attuale maggioranza: le ultime elezioni amministrative hanno punito il centrosinistra ed evidenziato che la Sanità è il principale tema di scontro. Il diritto alla salute riguarda tutti».

Gianluigi Rubiu ha proseguito il suo intervento sottolineando i problemi interni alla maggioranza sulla Asl unica: «Per aggirare le difficoltà si ricorre al più vecchio degli espedienti: rinviare per tirare a campare – ha concluso il consigliere di minoranza – gli attuali commissari prendono decisioni senza controllo. La richiesta di proroga è, di fatto, una bocciatura per l’assessore. L’Udc è per il riordino della sanità, il piano deve passare da una maggioranza solida e certa, in grado di dare risposte. Si scivola invece nella politica dei rinvii e dei rimandi».

Alle accuse del centrodestra ha replicato sarcasticamente il capogruppo del Pd Pietro Cocco. «Sembra di assistere a una commedia – ha esordito Cocco – qui sembrano tutti scolaretti alle prime armi, persone che non hanno mai partecipato alla gestione della cosa pubblica. Quando ci siamo insediati nel 2014 la Sanità funzionava a meraviglia, il sistema era riformato, le Asl non venivano commissariate e i conti erano a posto. Questo per dire che nessuno ha la bacchetta magica. Ciò che ho sentito stride con l’onestà intellettuale. Quando parliamo di diritto alla salute, parliamo di un valore assoluto, la bussola e il punto di riferimento a cui tutti dobbiamo guardare».

Cocco ha quindi ribadito la volontà della maggioranza di procedere alla riforma della sanità sarda. «Noi diciamo che vogliamo fare una proroga di un mese, probabilmente non basterà, ma diciamo anche che la riforma la facciamo – ha rimarcato Cocco – una parte è stata fatta con la legge 23 che ha introdotto il riordino della rete ospedaliera e disegnato un nuovo sistema di emergenza-urgenza. Dopo 20 anni la Regione si è dotata di un piano di servizi sanitari che non c’era. Le fibrillazioni interne alla maggioranza sono una cosa normale. Ci sono forze con ideali diversi, questo è un valore aggiunto. Noi la legge la faremo. Ciò che conta è il risultato, il lavoro dell’assessore è complicato ma arriverà a compimento».

Secondo il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, sulla sanità si è aperta una vera e propria crisi politica per il centrosinistra: «C’è uno scontro all’interno della maggioranza che avrebbe dovuto indurre Pigliaru ad essere presente in Aula per rendersi conto di cosa sta succedendo – ha detto Pittalis – minimizzare non vi serve e non serve alla Sardegna».

Pietro Pittalis ha quindi paragonato Pigliaru ad Attilio, soldato romano diventato santo festeggiato oggi 28 giugno.  «Attilio si trovò di fronte a un grande dilemma: scegliere tra gli ordini dell’imperatore e il volere della Chiesa. Per questo venne condannato a morte – ha ricordato Pittalis – Attilio è la fotografia di un presidente regionale che vive nel perenne dilemma del fare o non fare, essere o non essere. E’ una rappresentazione tragicomica dell’immobilismo che ha caratterizzato leggi come quella sugli Enti locali o Forestas, stessa situazione sui trasporti (con le compagnie aeree che scappano). Per due anni e mezzo avete passato il tempo a denunciare le politiche fallimentari del centrodestra sulla sanità. Oggi vi presentate non con la riforma ma con un’ulteriore proroga dei commissari delle Asl».

Successivamente, Pittalis ha rivolto una critica al presidente della commissione Sanità Raimondo Perra: «Non si può sostenere in una relazione di maggioranza che la proroga dei commissari serve per consentire al Consiglio di approvare la riforma sanitaria – ha affermato Pittalis – non riversate la responsabilità sul Consiglio, i ritardi dipendono dalla maggioranza. Ci si chiude nelle stanza del Partito democratico per decidere cosa fare sulla Sanità. Vi lamentate della nomine Isre ma non è questo il problema, lamentatevi di cosa non fate per la sanità».

Pietro Pittalis è quindi tornato sul tema politico: «Due anni e mezzo sono passati, si rimandano le decisioni per rinviare la questione degli assetti di Governo. Vi stanno chiedono il rimpasto, c’è un problema o no?  E’ la stessa maggioranza a dire che l’azione della Giunta è fallimentare – ha concluso il capogruppo azzurro – la politica seria è assente. Intanto la situazione della Sardegna è sempre più drammatica» 

L’assessore della Sanità Luigi Arru ha escluso che “la sanità sarda sia allo sfascio come sembrano affermare gli esponenti dell’opposizione” ed ha quindi invitato la minoranza consiliare “a confrontarsi sui dati”, ricordando però come, per decisioni assunte nella passata legislatura “la Sardegna è scomparsa dagli indicatori dei Lea”.

L’assessore ha quindi evidenziato i positivi risultati raggiunti dai commissari nelle Asl, ad incominciare dai risparmi conseguenti dalla gara unica per l’acquisto degli ausili («quando c’erano centinaia di carrozzine buttate nei magazzini»).

Luigi Arru ha quindi riaffermato l’attenzione per le zone interne dell’Isola: «Non stiamo togliendo servizi ma vogliamo investire sulla prevenzione e non su ospedali che vengono occupati al 50% della potenzialità». L’esponente della Giunta ha inoltre invitato i consiglieri a valutare le politiche sanitarie nella sua completezza ed ha elencato una serie di azioni positive nelle gestioni (l’appalto per le nuove cliniche a Sassari e il triplo dei trapianti del 2015, nonché lo sforzo per garantire 50 milioni da destinare ai farmaci per l’epatite “c”). L’assessore ha, dunque, difeso l’istituzione della Asl unica ed ha escluso che ci siano studi o dossier che possano inficiarne l’efficacia («è vero che il trend è avere macro aree con 500mila abitanti ma dobbiamo testare il sistema e per questo ci servono i monitoraggi come quelli trimestrali che facciamo sulle gestioni delle Asl»). «Esaltiamo le cose positive – ha insistito l’assessore – ricordiamoci l’eccellenza di Olbia per le cure palliative territoriali e teniamo presente che c’è bisogno di servizi e non di ospedali occupati al 50%».

«Io non ci sto a dare l’immagine dello sfascio per la sanità sarda – ha concluso Arru – e la Asl unica sarà importante non solo per 30% di economie nelle macro acquisizioni ma perché permetterà la creazione di un’ agenda unica per il governo clinico, così come riconosco l’esigenza di migliorare la nostra azione ed è per questo che abbiamo bisogno di un nuovo modello organizzativo, di una rete di garanzie proporzionale al rischio e di continuare a lavorare per migliorare la salute».

A conclusione dell’intervento dell’assessore della Sanità il capo gruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto un minuto di sospensione che il presidente del Consiglio ha accordato ed alla ripresa l’Aula ha approvato il passaggio agli articoli, dopo che il consigliere dell’Udc, Gianni Tatti, aveva dichiarato voto contrario. Aperta la discussione sull’articolo 1 (proroga dei termini) del Dl 338, il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha duramente criticato l’operato dei commissari ed anche l’intervento in Aula dell’assessore Arru. «Ricordi l’assessore – ha dichiarato Tedde – quando un capogruppo di maggioranza ha definito “marcia” la gestione delle Asl in Sardegna». «La verità – ha proseguito l’esponente della minoranza – è che sono i commissari e non la Giunta a riorganizzare la sanità sarda che continua ad essere gestita completamente dalla politica in spregio al programma declinato in quest’Aula dal presidente Pigliaru».

Dopo l’intervento del  consigliere Tedde il presidente Ganau ha informato l’Aula che sono stati presentati due emendamenti: il primo, soppressivo totale dell’articolo 1 e il secondo che proroga i commissari fino al 31 agosto 2016. La commissione ha espresso parere contrario all’emendamento 1 e favorevole all’emendamento 2 .

E’ poi intervenuto Michele Cossa (Riformatori sardi) che  ha detto che l’assessore Arru non ha risposto al tema più importante.  Il problema che abbiamo posto da settimane – ha detto Cossa  – è la legittimità degli atti che pongono in essere i commissari.  Questi commissari stanno danno incarichi, stanno facendo concorsi, istituendo strutture complesse, blindando posizioni. E la giunta non dice nulla. Questi commissari hanno dei limiti – ha chiesto – o possono agire in maniera indiscriminata?  Inoltre, è necessario introdurre degli elementi di valutazione per l’operato di questi commissari.  Spesso ci sono elementi di comportamento non virtuoso. Alessandra Zedda (Forza Italia Sardegna)  ha detto di non voler discutere sulla buona fede dell’assessore alla sanità ma non si può far passare il trio Soru-Dirindin-Gumirato come il migliore del mondo. Voi avete detto che avreste migliorato  i servizi sanitari – ha aggiunto – ma niente è stato fatto.  Noi non vogliamo sparare sulla Croce rossa, ma siamo convinti che le risposte ai cittadini che soffrono bisogna darle. Quindi nessuno accusa l’assessore ma bisogna evitare di fare proclami.

L’emendamento n. 1, soppressivo totale dell’articolo 1, è stato bocciato (votanti 54, sì 24, no 30) .

Sull’emendamento 2, che proroga la data al 31 agosto 2016, Stefano Tunis ha detto, ironicamente, che far slittare di un mese la data del fallimento  sposta dal pericolo di dover svolgere campagna elettorale ad agosto. Tunis ha confermato il voto contrario all’emendamento. E’ poi intervenuto Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) che  ha detto che l’emendamento 2  è la certificazione che non è la maggioranza che proroga i commissari ma è il contrario. Si arriva al 31 agosto esautorando sia la commissione che il Consiglio.   

L’emendamento 2, su cui c’era il parere favorevole della commissione, è stato approvato. (Presenti 52, sì 30, no 22). Sono stati approvati gli articoli 1 (sì 30, no 25), 2 (sì 30, no 25) e l’intera legge (presenti 55, sì 30, no 25). 

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«Nei prossimi giorni convocherò i massimi organismi provinciali per analizzare il momento che vive il nostro partito, come ho sempre fatto mi assumerò le responsabilità della situazione, lo farò insieme a tutto il gruppo dirigente, compagni e amici che negli anni mi hanno accompagnato in questo impegnativo percorso di crescita umana e politica.»

Sono le prime parole di Daniele Reginali, segretario provinciale del Partito Democratico, due giorni dopo la pesantissima sconfitta subita dal sindaco di Carbonia Giuseppe Casti, nel ballottaggio con il candidato del Movimento 5 Stelle Paola Massidda, eletta con 9.129 voti, il 61,60%.

La “storica” sconfitta di Carbonia, città che fino a domenica era stata da sempre amministrata dalla sinistra e/o dal centrosinistra, è arrivata due settimane dopo altre due sconfitte, sicuramente meno “fragorose” ma ugualmente molto pesanti, maturate a San Giovanni Suergiu e Gonnesa, dove se è vero che in competizione c’erano delle liste civiche, è altrettanto vero che i candidati alla carica di sindaco erano, nel primo caso il segretario cittadino del PD, Antonio Fanni (Elvira Usai è stata eletta con il 55,18% dei voti, Antonio Fanni s’è fermato al 30,61%), nel secondo il vicesindaco uscente Piergiorgio Lenzu, scelto dalle primarie del PD, con capolista Pietro Cocco, capogruppo del PD in Consiglio regionale e sindaco negli ultimi 10 anni (Hansel Cristian Cabiddu, sconfitto di misura alle primarie, ha vinto con una lista alternativa ottenendo il 45,10% dei voti, Piergiorgio Lenzu s’è fermato al 42,23%).

Daniele Reginali 2

 

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Pietro Cocco 4 copia

Il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Pietro Cocco, interviene nel dibattito interno alla maggioranza di centrosinistra, sulla riforma del sistema sanitario e, in particolare, sull’istituzione di una Asl unica regionale.

«Concordo con l’invito proveniente dai colleghi delle altre forze politiche all’interno della maggioranza di Centrosinistra per una maggiore condivisione dei processi di cambiamento in atto, a cui peraltro il Presidente della Regione si è già detto disponibile – dice Pietro Cocco -. Un processo di riforma che incide in maniera così sostanziale nella riorganizzazione del sistema sanitario, che ci consenta di garantire la tutela della salute dei cittadini e, allo stesso tempo, di ridurre il disavanzo della spesa sanitaria che raggiunto livelli insostenibili, richiede un percorso di ascolto e di ampia partecipazione di tutte le forze politiche per poter arrivare alla sua approvazione  con una maggioranza qualificata.»

«Ci siamo candidati alla guida della Sardegna per governare il cambiamento – aggiunge Pietro Cocco -, e questo potrà avvenire solo se con coraggio continueremo ad essere protagonisti delle importanti riforme già avviate e che siamo determinati a chiudere entro il 2016 (Sanità, Enti locali, Governo del Territorio). Nelle riunioni recenti riguardo il tema della Sanità non sono emersi particolari posizioni di distanza nel merito dei contenuti della legge, e pertanto, ritengo possibile e necessario creare ulteriori momenti di riflessione e di incontro con Pigliaru e gli assessori interessati.»

«L’obiettivo da anteporre a qualunque altra esigenza o finalità resta per noi quello di una massima convergenza e di una forte coesione all’interno della maggioranza e invito pertanto a chiarire al più presto le nostre posizioni perché “i sardi non ci perdoneranno l’assenza di coraggio sui temi fondamentali per la nostra Isola”. Sulle dichiarazioni espresse dai rappresentanti del Centrodestra, veri artefici dello sfascio della Sanità in Sardegna – conclude Pietro Cocco -, stendiamo pure un velo pietoso considerato che neanche stavolta hanno trovato un motivo sufficiente per decidere di tacere.»

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Il nuovo sindaco di Gonnesa Hansel Cristian Cabiddu.

Il nuovo sindaco di Gonnesa Hansel Cristian Cabiddu.

Municipio di Gonnesa A

Giovedì pomeriggio, alle 17.00, si insedierà il nuovo Consiglio comunale di Gonnesa, scaturito dalle elezioni del 5 giugno 2016. Il nuovo sindaco, Hansel Cristian Cabiddu, ha già scelto gli assessori, quattro, ai quali assegnerà ufficialmente le deleghe giovedì. Assessore con delega da vicesindaco sarà Enrico Pistis, il consigliere più votato, già vicesindaco nella prima Giunta Cocco. Gli altri tre assessori saranno Paola Delussu, Roberto Tiddia e Federica Olla, nell’ordine i più votati dietro Enrico Pistis.

Hansel Cristian Cabiddu, candidato sindaco della lista civica “Noi per il Bene Comune”, è stato eletto con 1.460 voti, il 45,10%, ed ha preceduto il principale avversario, Piergiorgio Lenzu, candidato sindaco della lista civica “L’Unione per Gonnesa”, di 93 voti, essendosi quest’ultimo attestato a quota 1.367 voti, il 42,23%;Giuseppe Piga, candidato sindaco del “Movimento 5 Stelle”, s’è fermato a 410 voti, il 12,66%. Il nuovo sindaco sarà sostenuto da una maggioranza di 11 consiglieri, 4 quelli della lista di minoranza di Piergiorgio Lenzu, mentre il Movimento 5 Stelle sarà rappresentato da 1 consigliere.

Di seguito i nuovi consiglieri comunali:

Lista “Noi per il Bene Comune”: Enrico Pistis 343 voti, Paola Delussu 238, Roberto Tiddia 235, Federica Olla 165, Milena Frau 156, Marzia Puddu 143, Fabio Marras 128, Amanda Lodde 119, Aldo Sirigu 118, Roberta Boi 96, Massimo Giglio 92.

Lista “L’Unione per Gonnesa”: Piergiorgio Lenzu (candidato sindaco non eletto), Pietro Cocco 259 voti, Cristiano Gabriele Meloni noto Gabriele 199, Giovanni Cadoni noto Gianni 182.

Lista “Movimento 5 Stelle” : Giuseppe Piga (candidato sindaco non eletto).

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Emilio Gariazzo copia

A Iglesias le dimissioni degli assessori Alessandra Ferrara e Melania Meo sono il primo atto di un rimpasto annunciato da tempo nella Giunta Gariazzo. Le forze politiche che sostengono la Giunta Gariazzo hanno sottoscritto un accordo per un rimpasto, con l’ingresso di 4 nuovi assessori politici, che dovrebbero essere espressi 2 al Partito Democratico, 1 da Sinistra Ecologia e Libertà e 1 dalla lista civica Gariazzo. L’accordo prevede anche l’allargamento della Giunta da 5 a 7 componenti e l’assegnazione ai 4 nuovi assessori delle deleghe lasciate libere dalle dimissionarie Alessandra Ferrara e Melania Meo (salutate con parole di ringraziamento per il lavoro svolto nei tre anni di consiliatura sia dal sindaco Emilio Gariazzo, sia dal segretario cittadino del PD, Ubaldo Scanu), e di un paio tra le diverse attualmente assegnate al vicesindaco Simone Franceschi e di quella dell’Urbanistica, fin dall’inizio della consiliatura tenuta ad interim dal sindaco Emilio Gariazzo.

Il sindaco, nella nuova composizione, vorrebbe mantenere la parità di genere, nominando almeno 2 dei 4 assessori donne e questa condizione sta creando qualche problema nella scelta. Altro problema posto dagli alleati è un riequilibrio con il Partito Democratico, partito di maggioranza relativa, che esprime il sindaco, il presidente del Consiglio e 2 assessori. Recentemente era stato il consigliere del PDCI Alberto Cacciarru a sollevare il problema. Le quattro nomine dovrebbero essere ufficializzate entro la prossima settimana.

Il rimpasto nella Giunta Gariazzo, come già sottolineato, era previsto fin dall’inizio della consiliatura e sarebbe dovuto avvenire già lo scorso anno. Oggi arriva in una fase particolarmente delicata per il centrosinistra, uscito malconcio dalle elezioni amministrative del 5 giugno, che hanno registrato, in particolare, due pesantissime sconfitte a San Giovanni Suergiu (dove il candidato sindaco Antonio Fanni, segretario cittadino del PD, è stato travolto dalla lista che ha eletto sindaco Elvira Usai, primo sindaco donna del paese, con il 55,18% contro il 30,61%) e Gonnesa (dove la lista che aveva come candidato sindaco un esponente del PD, Piergiorgio Lenzu, vicesindaco uscente, e capolista il sindaco uscente Pietro Cocco, capogruppo del partito in Consiglio regionale, è stata battuta dalla lista che candidava a sindaco Hansel Cristian Cabiddu, sconfitto di misura alle primarie del PD e sostenuto da varie componenti del centrosinistra, con il 45,10% contro il 42,23%) ed un risultato inferiore alle attese al primo turno a Carbonia (la lista del PD s’è fermata, a 2.952 voti, il 17,57%), dove il sindaco uscente Giuseppe Casti affronterà il candidato del Movimento 5 Stelle, Paola Massidda, nel ballottaggio del 19 giugno, tutt’altro che scontato (Giuseppe Casti parte dal 36,15%, Paola Massidda dal 21,95%).

Giampaolo Cirronis

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Hansel Cristian Cabiddu è il nuovo sindaco di Gonnesa. Battuti Piergiorgio Lenzu, vicesindaco uscente, candidato della lista capeggiata dal sindaco uscente e capogruppo del PD in Consiglio regionale Pietro Cocco, e il candidato del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Piga.

Hansel Cristian Cabiddu, candidato sindaco della lista civica “Noi per il Bene Comune”, ha ottenuto 1.460 voti, il 45,10%, ed ha preceduto il principale avversario, Piergiorgio Lenzu, candidato sindaco della lista civica “L’Unione per Gonnesa”, di 93 voti, essendosi quest’ultimo attestato a quota 1.367 voti, il 42,23%;Giuseppe Piga, candidato sindaco del “Movimento 5 Stelle”, s’è fermato a 410 voti, il 12,66%. Il nuovo sindaco sarà sostenuto da una maggioranza di 11 consiglieri, 4 quelli della lista di minoranza Piergiorgio Lenzu, mentre il Movimento 5 Stelle sarà rappresentato da 1 consigliere.

Di seguito tutte le preferenze dei candidati alla carica di consigliere comunale, con in evidenza i consiglieri eletti.

 

Lista “Noi per il Bene Comune” – Candidato a sindaco Cristian Hansel Cabiddu (eletto sindaco)

Pistis Enrico 343, Delussu Paola 238, Tiddia Roberto 235, Olla Federica 165, Frau Milena 156, Puddu Marzia 143, Marras Fabio 128, Lodde Amanda 119, Sirigu Aldo 118, Boi Roberta 96, Giglio Massimo 92.

Corona Fabio 82, Marongiu Alarico 79, Serpi Roberta 74, Casu Giacomo 72,  Garifo Vanna 64.

Lista “L’Unione per Gonnesa” – Candidato a sindaco Piergiorgio Lenzu (eletto consigliere comunale)

Pietro Cocco 259, Cristiano Gabriele Meloni noto Gabriele 199, Giovanni Cadoni noto Gianni 182.

Jessica Cara 169, Alessandra Fois 136, Sergio Ciccu 129, Francesca Pinna 122, Adriano Tronci 118, Claudio Caria 115, Raffaela Murgioni 96, Marianna Mariani 81, Giorgia Murtas 74, Pietro Sisinnio Collu noto Sisinnio 63, Alessandro Serra 52, Daniele Melis noto Nene 38, Josef Licata 20.

Lista “Movimento 5 Stelle” – Candidato a sindaco Giuseppe Piga (eletto consigliere comunale)

Gianluca Boschetto noto Luca 121, Emanuela Serra 106, Mirco Scanu 95, Giulia Sanna 43, Francesca Littera 39, Manuela Piras 37, Gianluigi Dessì 26, Umberto Delussu 21, Marco Mameli 21, Debora Inatelli 12, Giuseppe Giampà noto Pino 6, Pier Luigi Loru 3.

Hanno votato 3.322 dei 4.700 elettori aventi diritto, il 70,68%.

La maggioranza uscente si era divisa alla vigilia delle elezioni e sia Cabiddu sia Lenzu facevano parte dell’ultima Giunta Cocco. Il gruppo di Pietro Cocco, con la lista “L’Unione per Gonnesa” ha proposto alla carica di sindaco il vicesindaco ed assessore dei Servizi sociali uscente Piergiorgio Lenzu, il candidato consigliere più votato alle elezioni 2011 con 411 preferenze. L’assessore uscente della Cultura, Ambiente e Bilancio, Hansel Cristian Cabiddu, sconfitto da Piergiorgio Lenzu di misura alle primarie per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra, ha guidato la lista “Noi per il Bene Comune” ed ha vinto la sfida più importante.

Municipio di Gonnesa orizzontale copia