11 January, 2025
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Il nuovo sindaco di Gonnesa Hansel Cristian Cabiddu.

Il nuovo sindaco di Gonnesa Hansel Cristian Cabiddu.

Municipio di Gonnesa A

Giovedì pomeriggio, alle 17.00, si insedierà il nuovo Consiglio comunale di Gonnesa, scaturito dalle elezioni del 5 giugno 2016. Il nuovo sindaco, Hansel Cristian Cabiddu, ha già scelto gli assessori, quattro, ai quali assegnerà ufficialmente le deleghe giovedì. Assessore con delega da vicesindaco sarà Enrico Pistis, il consigliere più votato, già vicesindaco nella prima Giunta Cocco. Gli altri tre assessori saranno Paola Delussu, Roberto Tiddia e Federica Olla, nell’ordine i più votati dietro Enrico Pistis.

Hansel Cristian Cabiddu, candidato sindaco della lista civica “Noi per il Bene Comune”, è stato eletto con 1.460 voti, il 45,10%, ed ha preceduto il principale avversario, Piergiorgio Lenzu, candidato sindaco della lista civica “L’Unione per Gonnesa”, di 93 voti, essendosi quest’ultimo attestato a quota 1.367 voti, il 42,23%;Giuseppe Piga, candidato sindaco del “Movimento 5 Stelle”, s’è fermato a 410 voti, il 12,66%. Il nuovo sindaco sarà sostenuto da una maggioranza di 11 consiglieri, 4 quelli della lista di minoranza di Piergiorgio Lenzu, mentre il Movimento 5 Stelle sarà rappresentato da 1 consigliere.

Di seguito i nuovi consiglieri comunali:

Lista “Noi per il Bene Comune”: Enrico Pistis 343 voti, Paola Delussu 238, Roberto Tiddia 235, Federica Olla 165, Milena Frau 156, Marzia Puddu 143, Fabio Marras 128, Amanda Lodde 119, Aldo Sirigu 118, Roberta Boi 96, Massimo Giglio 92.

Lista “L’Unione per Gonnesa”: Piergiorgio Lenzu (candidato sindaco non eletto), Pietro Cocco 259 voti, Cristiano Gabriele Meloni noto Gabriele 199, Giovanni Cadoni noto Gianni 182.

Lista “Movimento 5 Stelle” : Giuseppe Piga (candidato sindaco non eletto).

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Emilio Gariazzo copia

A Iglesias le dimissioni degli assessori Alessandra Ferrara e Melania Meo sono il primo atto di un rimpasto annunciato da tempo nella Giunta Gariazzo. Le forze politiche che sostengono la Giunta Gariazzo hanno sottoscritto un accordo per un rimpasto, con l’ingresso di 4 nuovi assessori politici, che dovrebbero essere espressi 2 al Partito Democratico, 1 da Sinistra Ecologia e Libertà e 1 dalla lista civica Gariazzo. L’accordo prevede anche l’allargamento della Giunta da 5 a 7 componenti e l’assegnazione ai 4 nuovi assessori delle deleghe lasciate libere dalle dimissionarie Alessandra Ferrara e Melania Meo (salutate con parole di ringraziamento per il lavoro svolto nei tre anni di consiliatura sia dal sindaco Emilio Gariazzo, sia dal segretario cittadino del PD, Ubaldo Scanu), e di un paio tra le diverse attualmente assegnate al vicesindaco Simone Franceschi e di quella dell’Urbanistica, fin dall’inizio della consiliatura tenuta ad interim dal sindaco Emilio Gariazzo.

Il sindaco, nella nuova composizione, vorrebbe mantenere la parità di genere, nominando almeno 2 dei 4 assessori donne e questa condizione sta creando qualche problema nella scelta. Altro problema posto dagli alleati è un riequilibrio con il Partito Democratico, partito di maggioranza relativa, che esprime il sindaco, il presidente del Consiglio e 2 assessori. Recentemente era stato il consigliere del PDCI Alberto Cacciarru a sollevare il problema. Le quattro nomine dovrebbero essere ufficializzate entro la prossima settimana.

Il rimpasto nella Giunta Gariazzo, come già sottolineato, era previsto fin dall’inizio della consiliatura e sarebbe dovuto avvenire già lo scorso anno. Oggi arriva in una fase particolarmente delicata per il centrosinistra, uscito malconcio dalle elezioni amministrative del 5 giugno, che hanno registrato, in particolare, due pesantissime sconfitte a San Giovanni Suergiu (dove il candidato sindaco Antonio Fanni, segretario cittadino del PD, è stato travolto dalla lista che ha eletto sindaco Elvira Usai, primo sindaco donna del paese, con il 55,18% contro il 30,61%) e Gonnesa (dove la lista che aveva come candidato sindaco un esponente del PD, Piergiorgio Lenzu, vicesindaco uscente, e capolista il sindaco uscente Pietro Cocco, capogruppo del partito in Consiglio regionale, è stata battuta dalla lista che candidava a sindaco Hansel Cristian Cabiddu, sconfitto di misura alle primarie del PD e sostenuto da varie componenti del centrosinistra, con il 45,10% contro il 42,23%) ed un risultato inferiore alle attese al primo turno a Carbonia (la lista del PD s’è fermata, a 2.952 voti, il 17,57%), dove il sindaco uscente Giuseppe Casti affronterà il candidato del Movimento 5 Stelle, Paola Massidda, nel ballottaggio del 19 giugno, tutt’altro che scontato (Giuseppe Casti parte dal 36,15%, Paola Massidda dal 21,95%).

Giampaolo Cirronis

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Hansel Cristian Cabiddu è il nuovo sindaco di Gonnesa. Battuti Piergiorgio Lenzu, vicesindaco uscente, candidato della lista capeggiata dal sindaco uscente e capogruppo del PD in Consiglio regionale Pietro Cocco, e il candidato del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Piga.

Hansel Cristian Cabiddu, candidato sindaco della lista civica “Noi per il Bene Comune”, ha ottenuto 1.460 voti, il 45,10%, ed ha preceduto il principale avversario, Piergiorgio Lenzu, candidato sindaco della lista civica “L’Unione per Gonnesa”, di 93 voti, essendosi quest’ultimo attestato a quota 1.367 voti, il 42,23%;Giuseppe Piga, candidato sindaco del “Movimento 5 Stelle”, s’è fermato a 410 voti, il 12,66%. Il nuovo sindaco sarà sostenuto da una maggioranza di 11 consiglieri, 4 quelli della lista di minoranza Piergiorgio Lenzu, mentre il Movimento 5 Stelle sarà rappresentato da 1 consigliere.

Di seguito tutte le preferenze dei candidati alla carica di consigliere comunale, con in evidenza i consiglieri eletti.

 

Lista “Noi per il Bene Comune” – Candidato a sindaco Cristian Hansel Cabiddu (eletto sindaco)

Pistis Enrico 343, Delussu Paola 238, Tiddia Roberto 235, Olla Federica 165, Frau Milena 156, Puddu Marzia 143, Marras Fabio 128, Lodde Amanda 119, Sirigu Aldo 118, Boi Roberta 96, Giglio Massimo 92.

Corona Fabio 82, Marongiu Alarico 79, Serpi Roberta 74, Casu Giacomo 72,  Garifo Vanna 64.

Lista “L’Unione per Gonnesa” – Candidato a sindaco Piergiorgio Lenzu (eletto consigliere comunale)

Pietro Cocco 259, Cristiano Gabriele Meloni noto Gabriele 199, Giovanni Cadoni noto Gianni 182.

Jessica Cara 169, Alessandra Fois 136, Sergio Ciccu 129, Francesca Pinna 122, Adriano Tronci 118, Claudio Caria 115, Raffaela Murgioni 96, Marianna Mariani 81, Giorgia Murtas 74, Pietro Sisinnio Collu noto Sisinnio 63, Alessandro Serra 52, Daniele Melis noto Nene 38, Josef Licata 20.

Lista “Movimento 5 Stelle” – Candidato a sindaco Giuseppe Piga (eletto consigliere comunale)

Gianluca Boschetto noto Luca 121, Emanuela Serra 106, Mirco Scanu 95, Giulia Sanna 43, Francesca Littera 39, Manuela Piras 37, Gianluigi Dessì 26, Umberto Delussu 21, Marco Mameli 21, Debora Inatelli 12, Giuseppe Giampà noto Pino 6, Pier Luigi Loru 3.

Hanno votato 3.322 dei 4.700 elettori aventi diritto, il 70,68%.

La maggioranza uscente si era divisa alla vigilia delle elezioni e sia Cabiddu sia Lenzu facevano parte dell’ultima Giunta Cocco. Il gruppo di Pietro Cocco, con la lista “L’Unione per Gonnesa” ha proposto alla carica di sindaco il vicesindaco ed assessore dei Servizi sociali uscente Piergiorgio Lenzu, il candidato consigliere più votato alle elezioni 2011 con 411 preferenze. L’assessore uscente della Cultura, Ambiente e Bilancio, Hansel Cristian Cabiddu, sconfitto da Piergiorgio Lenzu di misura alle primarie per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra, ha guidato la lista “Noi per il Bene Comune” ed ha vinto la sfida più importante.

Municipio di Gonnesa orizzontale copia

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Municipio di Gonnesa orizzontale copia

Hansel Cristian Cabiddu è il nuovo sindaco di Gonnesa. Battuti Piergiorgio Lenzu, vicesindaco uscente, candidato della lista capeggiata dal sindaco uscente e capogruppo del PD in Consiglio regionale Pietro Cocco, e il candidato del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Piga.

Hansel Cristian Cabiddu, candidato sindaco della lista civica “Noi per il Bene Comune”, ha ottenuto 1.460 voti, il 45,10%, ed ha preceduto il principale avversario, Piergiorgio Lenzu, candidato sindaco della lista civica “L’Unione per Gonnesa”, di 93 voti, essendosi quest’ultimo attestato a quota 1.367 voti, il 42,23%; Giuseppe Piga, candidato sindaco del “Movimento 5 Stelle”, s’è fermato a 410 voti, il 12,66%. Il nuovo sindaco sarà sostenuto da una maggioranza di 11 consiglieri, 4 quelli della lista di minoranza Piergiorgio Lenzu, mentre il Movimento 5 Stelle sarà rappresentato da un consigliere. Hanno votato 3.322 dei 4.700 elettori aventi diritto, il 70,68%.

La maggioranza uscente si era divisa alla vigilia delle elezioni e sia Cabiddu sia Lenzu facevano parte dell’ultima Giunta Cocco. Il gruppo di Pietro Cocco, con la lista “L’Unione per Gonnesa” ha proposto alla carica di sindaco il vicesindaco ed assessore dei Servizi sociali uscente Piergiorgio Lenzu, il candidato consigliere più votato alle elezioni 2011 con 411 preferenze. L’assessore uscente della Cultura, Ambiente e Bilancio, Hansel Cristian Cabiddu, sconfitto da Piergiorgio Lenzu di misura alle primarie per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra, ha guidato la lista “Noi per il Bene Comune”ed ha vinto la sfida.

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Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge sulla stabilizzazione degli LSU. In apertura di seduta, il relatore, on. Franco Sabatini (Pd) ha detto che «la Giunta regionale ha individuato la copertura finanziaria per la spesa prevista dal disegno di legge in questione».

Sulla discussione generale ha preso la parola l’on. Marco Tedde (Forza Italia), secondo il quale, «al di là di ogni considerazione sul disegno di legge, il codice degli appalti è appena entrato in vigore e lo si dovrebbe tenere in considerazione in questo caso. In realtà gli Lsu sono davvero abbandonati da questa Giunta, che è poco consapevole dei rischi e della crisi che la Regione sta affrontando».

Per l’on. Piero Comandini (Pd), invece, «il disegno di legge, anche se è composto da due articoli, è fondamentale e darà attuazione agli obiettivi manifestati anche da altri consiglieri regionali. Finalmente supereremo i problemi del Parco geominerario e un domani anche di altre realtà economiche e produttive della Sardegna».

Dello stesso avviso il capogruppo di Sel, l’on. Luca Pizzuto, che ha detto con riferimento all’imminente conclusione dell’affidamento della gara del Geoparco all’Ati Ifra: «Siamo tutti a disposizione affinché non ci siamo momenti di stacco nella programmazione dei lavori nel Parco».

Per l’assessore al Lavoro, Virginia Mura, «dobbiamo verificare la situazione di questa convenzione che da tanti anni opera nel Parco geominerario e da qui nasce il disegno di legge».

Dopo la discussione generale, il presidente Ganau ha messo in votazione gli articoli.

L’on. Pietro Pittalis (Forza Italia) ha affermato che «è singolare che nella nostra Regione non sia stato possibile costituire una commissione interna per risolvere questi problemi legati alla valutazione e verifica della convenzione. Sarebbe bastato un comitato interno alla Regione».

Anche l’on. Ignazio Locci, per la stessa forza politica, ha messo l’accento sui problemi dei lavoratori del Geoparco e ha aggiunto: «Le difficoltà della Regione non devono finire per complicare la situazione di chi da tempo non riceve più lo stipendio, come gli Lsu del Geoparco».

Per l’Udc Sardegna l’on. Gianluigi Rubiu ha detto: «Siamo disponibili a ogni accelerazione che serva ad aiutare i lavoratori ma siamo preoccupati per il fatto che a fine anno i lavoratori potrebbero trovarsi senza lavoro. E’ necessario bandire al più presto la gara internazionale e affidare i lavori».

Anche il capogruppo Pd, on. Pietro Cocco, ha preso la parola per dire che «questi 550 lavoratori svolgono un lavoro prezioso per la Sardegna nei siti minerari dismessi. Ma per il futuro di questi lavoratori abbiamo già fatto qualcosa: nella Finanziaria scorsa abbiamo garantito 28 milioni di euro l’anno per queste opere. Insomma, le risorse sono già garantite e si tratta soltanto di indire la gara. E se la gara non sarà indetta per tempo si andrà a proroga di un altro anno per l’affidamento del servizio. Spero che l’assessore Mura convochi l’azienda e si faccia dire perché l’Ifras non è stata in grado di garantire il pagamento degli stipendi, pur nel rispetto delle decisioni di ogni impresa».

L’articolo 1 è stato approvato e così l’articolo 1 bis e gli altri articoli. A seguire, il Consiglio regionale ha approvato con voto finale il disegno di legge.

Successivamente, il Consiglio regionale ha iniziato l’esame del disegno di legge 326/A “Modifica della legge regionale 3 dicembre 2015, n. 31 (Adeguamento del bilancio per l’esercizio finanziario 2015 e del bilancio pluriennale 2015-2017 alle disposizioni del decreto legislativo n. 118 del 2011, e successive modifiche ed integrazioni, e disposizioni varie)”. Il presidente ha dato la parola al relatore, il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd).

Nella sua relazione Sabatini ha ricordato che, nel corso della seduta della commissione dedicata all’argomento, è intervenuto l’assessore della Programmazione Raffaele Paci per chiarirne le motivazioni che «consistono nella necessità di correggere alcuni errori materiali, pur essendo iscritti correttamente a bilancio, per poi consentire alla Corte dei Conti di parificare nei termini di legge il rendiconto della Regione 2015. L’unico emendamento aggiuntivo presentato, ha concluso Sabatini, «riguarda infatti la decorrenza della norma, agganciata all’entrata in vigore della legge 31 del 2015».

Il vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha contestato in apertura la tesi dell’errore materiale, sostenendo che «in realtà sono in gioco centinaia di milioni di euro ed alcuni miliardi nel triennio, del resto lo stesso emendamento della maggioranza prova che c’è stato un errore grave nella valutazione dei residui». «Quindi – ha aggiunto – non si può fare finta di nulla, nascondendo una difficoltà oggettiva legata al bilancio armonizzato che ha determinato un problema che non si era mai verificato nella storia della Regione; oltretutto si tratta di problemi che hanno causato danni concreti alle categorie più deboli per le quali molti pagamenti si sono bruscamente interrotti a maggio». Anziché fare proclami, ha terminato la Zedda, «bisognerebbe prestare più attenzione alle procedure di spesa, evitando di prendere in giro i sardi».

Sempre per Forza Italia, il consigliere Ignazio Locci, dopo aver premesso che sarebbe stata opportuna la presenza in Aula dell’assessore di Paci, ha richiamato l’attenzione del Consiglio sul fatto che «le cifre di cui stiamo parlando sono una parte consistente del bilancio della Regione, per cui è chiaro che c’è l’esigenza vera di mettere in ordine i conti ora per allora e non c’entra la Corte dei Conti». «Ciò che deve insegnare questa vicenda – ha concluso – è che bisogna smetterla di sbandierare risultati in materia di entrate quando poi non si riesce a gestire bene i processi di spesa delle risorse disponibili».

A nome della Giunta, l’assessore del Lavoro, Virginia Mura, ha ribadito che, ad avviso dell’Esecutivo, si è trattato in effetti di un errore materiale determinatosi, ha spiegato, «anche dagli interventi di adeguamento del sistema informativo alle nuove procedure del bilancio armonizzato».

Al termine della replica dell’assessore il Consiglio ha approvato in sequenza il passaggio agli articoli, gli articoli 1, 2 e 3 della legge con l’emendamento proposto dal relatore Sabatini e gli allegati. Subito dopo, il voto finale del provvedimento, approvato con 30 voti favorevoli e 16 contrari.

Concluso lo scrutinio, il presidente ha comunicato che in riferimento all’ultimo punto all’ordine del giorno, l’elezione di tre componenti del Consiglio di amministrazione dell’Istituto regionale etnografico (Isre) è stata rinviata e potrà essere effettuata entro il 21 giugno prossimo, prima dell’eventuale ricorso ai poteri sostitutivi.

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Vittorio Randazzo.

Vittorio Randazzo.

«Ci troviamo in una situazione molto difficile soprattutto a causa della mancanza di liquidità e chiediamo alla commissione di favorire il dialogo con l’assessorato e le Asl, che per quanto ci riguarda abbiamo sempre cercato.»

Lo ha dichiarato il direttore dell’Aias, Vittorio Randazzo, nel corso di un’audizione davanti alla sesta commissione (Sanità-Politiche sociali) presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi) sulle complesse problematiche della società.

«Abbiamo un arretrato molto consistente nei pagamenti delle nostre prestazioni – ha ricordato Randazzo – che riguarda il saldo del 2015 e la parte corrente di quest’anno e, al momento, sono cinque mesi che operiamo senza una copertura contrattuale ricorrendo ad anticipazioni bancarie per fare fronte ai costi della gestione, ma ci stiamo avviando verso un piano inclinato: l’ultimo stipendio pagato risale allo scorso novembre ed ora anche le banche stanno assumendo un atteggiamento piuttosto rigido che rende ancora più problematica la nostra attività.»

Il direttore dell’Aias (42 strutture sul territorio regionale, circa 1.000 dipendenti), nel ribadire alla commissione la volontà dell’azienda di ripristinare un quadro complessivo di relazioni corrette con la Regione e le Asl, ha manifestato anche la disponibilità a risolvere attraverso una transazione sia un vecchio contenzioso (arrivato a sentenza) con le disciolte Usl con cui è stato riconosciuto un credito di 2.6 milioni oltre gli interessi, che uno più recente e relativo alle Rsa (Residenze sanitarie assistite), ancora aperto e con una udienza fissata per il prossimo 8 giugno.

Quanto alle relazioni sindacali, Vittorio Randazzo ha ricordato che sono solo tre le sigle firmatarie del contratto Aias, quindi abilitate a rappresentare «una posizione comune dei lavoratori», mentre altre componenti esprimono l’orientamento dei propri iscritti.

Dopo la relazione del direttore dell’Aias si è sviluppato all’interno della commissione un dibattito (hanno preso la parola il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, Giorgio Oppi dell’Udc, Michele Cossa dei Riformatori, Rossella Pinna del Pd, Luca Pizzuto di Sel ed il capogruppo del Pd Pietro Cocco) sull’opportunità o meno di predisporre una risoluzione della stessa commissione sull’argomento. La posizione condivisa, alla fine, è stata quella di acquisire in tempi brevissimi tutti gli elementi conoscitivi necessari, come ha sintetizzato il presidente Perra, «per arrivare ad una soluzione concreta nell’interesse dei lavoratori e dei pazienti».

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Pietro Cocco 4 copia

«Desidero esprimere soddisfazione per la conquista conseguita relativamente alla chiusura della Vertenza entrate, frutto di un’efficace e costante collaborazione tra la  Sardegna e il Governo nazionale.»

Lo ha detto stamane, Pietro Cocco, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale.

«Un risultato che giunge al termine di una battaglia iniziata dieci anni fa dall’allora Governatore Soru e proseguita negli ultimi due anni dalla Giunta guidata dal Presidente Pigliaru» ha aggiunto Pietro Cocco.

La Sardegna ha definitivamente ottenuto la regolamentazione certa dell’accordo con lo Stato in merito al problema delle Entrate mediante l’approvazione delle norme di attuazione dell’art. 8 dello Statuto.

Questo significa che oltre al riconoscimento delle somme arretrate riguardanti la vertenza che dovranno essere restituite dal Governo, il gettito annuale nelle casse della Sardegna aumenterà sensibilmente ed una parte delle compartecipazioni dovute resterà a disposizione delle casse regionali.

«L’acquisizione di risorse finanziarie significative, da gestire in totale autonomia – ha concluso Pietro Cocco -, consentirà alla Sardegna di programmare il proprio sviluppo aiutando a superare le difficoltà di una terra già provata da grave crisi economica e sociale.»

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Municipio di Gonnesa orizzontale copia

Terminata l’esperienza di due consiliature di Pietro Cocco, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, a Gonnesa sono tre le liste in campo per le elezioni amministrative del prossimo 5 giugno.

La maggioranza uscente si è divisa e sono due i candidati a sindaco che facevano parte dell’ultima Giunta Cocco, ai quali si opporrà il candidato del Movimento 5 Stelle.

Il gruppo di Pietro Cocco, che si candida alla carica di consigliere comunale, con la lista “L’Unione per Gonnesa” propone alla carica di sindaco il vicesindaco ed assessore dei Servizi sociali uscente Piergiorgio Lenzu, il candidato consigliere più votato alle elezioni 2011 con 411 preferenze.

L’assessore uscente della Cultura, Ambiente e Bilancio Hansel Cristian Cabiddu, sconfitto da Piergiorgio Lenzu di misura alle primarie per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra, guida la lista “Noi per il Bene Comune”.

Giuseppe Piga, infine, è il candidato a sindaco della lista del Movimento 5 Stelle.

Di seguito tutti i candidati delle tre liste.

Lista “L’Unione per Gonnesa” – Candidato a sindaco Piergiorgio Lenzu

Candidati alla carica di consigliere comunale: Pietro Cocco, Giovanni Cadoni noto Gianni, Jessica Cara, Claudio Caria, Sergio Ciccu, Pietro Sisinnio Collu noto Sisinnio, Alessandro Fois, Josef Licata, Marianna Mariani, Daniele Melis noto Nene, Cristiano Gabriele Meloni noto Gabriele, Raffaela Murgioni, Giorgia Murtas, Francesca Pinna, Alessandro Serra, Adriano Tronci.

Lista “Noi per il Bene Comune” – Candidato a sindaco Cristian Hansel Cabiddu

Candidati alla carica di consigliere comunale: Boi Roberta, Casu Giacomo, Corona Fabio, Delussu Paola, Frau Milena, Garifo Vanna, Giglio Massimo, Lodde Amanda, Marongiu Alarico, Marras Fabio, Olla Federica, Pistis Enrico, Puddu Marzia, Serpi Roberta, Sirigu Aldo, Tiddia Roberto.

Lista “Movimento 5 Stelle” – Candidato a sindaco Giuseppe Piga

Candidati alla carica di consigliere comunale: Mirco Scanu, Gianluca Boschetto noto Luca, Umberto Delussu, Pierluigi Loru, Giuseppe Giampà noto Pino, Marco Mameli, Manuela Piras, Emanuela Serra, Giulia Sanna, Debora Inatelli, Francesca Littera, Gianluigi Dessì.

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Ha giurato questa mattina, nell’Aula di via Roma, il nuovo consigliere regionale Giovanni Satta (Uds), proclamato eletto a seguito di una sentenza del Consiglio di Stato e di una delibera dell’ufficio elettorale regionale al posto di Gianni Lampis (Fdi). Dopo le polemiche dei giorni scorsi e il rinvio di ieri pomeriggio, il giuramento si è svolto in un clima molto freddo, per tutte le vicende che hanno preceduto e seguito la proclamazione del neo consigliere.

Il Consiglio regionale ha poi iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con la Pl 315/A (Manca Gavino e più) – “Disciplina dei servizi e delle politiche per il lavoro”. Avviando la discussione generale, il presidente ha dato la parola al relatore, il presidente della commissione lavoro Gavino Manca, del Pd.

Nella sua relazione, Manca ha sottolineato in modo molto positivo il voto unanime del testo in commissione, «frutto di un lungo ad accurato lavoro di analisi condotto sulla più recente normativa nazionale a partire dal Job Act, per arrivare ad una riforma strutturale e complessiva che, fra l’altro, riporta le competenze sulla materia in capo alla Regione». Si tratta di una riforma importante e necessaria, ha proseguito Manca, «che consente il superamento di un sistema frammentato e inefficiente, migliora la professionalità degli operatori del servizio, indica una scelta strategica e di prospettiva che permetterà ad ogni territorio di valorizzare sue specificità». Il lavoro in Sardegna, ha detto ancora il consigliere del Pd, «mostra qualche buon segnale con un aumento del 3.1% degli occupati che è il miglior dato nazionale ed un calo della disoccupazione al 17%; segnali che vanno però consolidati tenendo presente che, in tutta Europa, il lavoro è cresciuto di pari passo con le riforme». Con questa legge, a giudizio di Manca, «contiamo di recuperare il tempo perduto, di cambiare lo scenario normativo regionale, di indicare prospettive diverse per il nostro sistema che operi a stretto contatto con il mondo del lavoro e dell’istruzione, con l’economia locale, per finanziare l’occupazione e non la disoccupazione». Esistono insomma le migliori condizioni, ha concluso il consigliere, «per avviare finalmente anche in Sardegna politiche per il lavoro di nuova generazione, facilitare l’accesso al mercato del lavoro, agevolare il ritorno all’occupazione per chi l’ha perduta e superare definitivamente il precariato nel sistema Regione».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha ricordato che all’esterno del Consiglio si sta svolgendo una manifestazione dei lavoratori dell’Eurallumina, impegnati anche in un presidio in piazza Montecitorio a Roma. Con alcuni consiglieri regionali, ha aggiunto Pittalis, «abbiamo incontrato una delegazione e ci è stato consegnato un documento, che ritengo opportuno sia distribuito a tutto il Consiglio».

Il presidente Gianfranco Ganau ha accolto la proposta di Pittalis, ricordando a sua volta un incontro con i lavoratori, assieme al presidente della commissione Lavoro Gavino Manca. Nel colloquio, ha proseguito, sono state esaminate alcune situazioni locali specifiche, soprattutto di tipo ambientale, che dovranno essere affrontare in una prossima conferenza di servizi per consentire la ripartenza dell’azienda. Su questi temi, ha concluso, c’è un forte impegno comune.

Il consigliere Ignazio Locci, di Forza Italia, ha sottolineato fra l’altro che «la legge che abbiamo tutti voluto punta a dare vita ad una nuova gestione delle politiche per il lavoro e, sotto questo profilo, i dati della Sardegna non sono esattamente quelli che ci aspettiamo pur con i timidi segnali di ripresa fin qui registrati; ciò è dipeso anche, in buona misura, dal fatto che i servizi pubblici oggettivamente non hanno funzionato e non sono riusciti ad invertire la tendenza di una profonda difficoltà nell’incontro fra domanda e offerta». Comunque è giusto guardare avanti, secondo Locci, «per avviare una nuova stagione nelle politiche per il lavoro con un sistema più forte e meno polverizzato, che valorizzi le professionalità degli operatori e mandi un messaggio all’esterno sulla capacità del sistema pubblico di dare risposte efficaci». L’unanimità della commissione, ha continuato, «è buon esempio di collaborazione fra le forze politiche su uno dei grandi temi della società sarda, è una legge (forse la prima) che viene direttamente dal Consiglio e, per i suoi contenuti, si rivela una delle più avanzate d’Italia». Resta aperto, ha concluso, «il problema del passaggio del personale e del superamento complessivo precariato nel sistema Regione; pensiamo che questa sia una buona occasione per mettere mano a tutto il mondo del precariato, noi abbiamo le nostre proposte e confidiamo nel confronto con la maggioranza».

Il consigliere del Pd Gianmario Tendas ha espresso in apertura «soddisfazione per modalità di lavoro seguite in commissione con l’ottimo coordinamento del presidente aperto al contributo propositivo della minoranza, un successo di tutto il Consiglio su un problema dei più critici della nostra Regione». Dopo una analisi condivisa, ha aggiunto Tendas, «riteniamo di aver creato le condizioni di un vero incontro fra domanda e offerta, obiettivo finora mancato anche a causa della situazione interna dei lavoratori del settore caratterizzata da un precariato record a livello nazionale e di aver dato una risposta organica ai problemi del lavoro, dopo approfondimenti importanti condotti sia dalla commissione che dalle organizzazioni sindacali sulla normativa nazionale, il Job Act ed i relativi  decreti attuativi». Al termine di questo lavoro, ha affermato ancora Tendas, «è emerso un quadro nuovo che in primo luogo supera la precarizzazione degli stessi operatori del servizio sul territorio, li mette in rete e li organizza in modo moderno ed efficiente; la legge tuttavia va considerata non un punto di arrivo ma di partenza, per il superamento definitivo del precariato in Sardegna».

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha parlato di clima “da unanimismo vero o presunto”ed ha svolto alcune considerazione sullo stato del lavoro e dell’occupazione nell’Isola. Tedde ha ricordato le politiche nazionali del Jobact e il maxi sgravio contributivo per le assunzioni fatte nel 2015, per affermare che i dati sull’andamento dell’occupazione “smentiscono la propaganda renziana e anche le sviolinate del governo regionale”. L’esponente della minoranza ha ricordato i dati di Bankitalia ed ha evidenziato il livello record della disoccupazione giovanile in Sardegna (56%) e lo scarso impatto delle norme nazionali combinate con le agevolazioni fiscali («incidono solo nella misura del 5%).

Marco Tedde ha quindi proseguito con la critica verso il governo regionale per ciò che attiene le politiche industriali («si è focalizzati sulle bonifiche e si trascura la riconversione industriale»), quelle energetiche («manca un percorso chiaro per il metano») ed ha denunciato presunte inadempienze di Eni, Regione e Stato nel dare piena attuazione al protocollo d’intesa sulla “chimica verde” («Dove è il passo verso la rivoluzione industriale innovativa annunciata dal presidente Pigliaru?»).

Oscar Cherchi (Fi) ha sottolineato il fondamentale tema al posto al centro della proposta di legge (servizi e politiche per il lavoro) ma ha dichiarato di non condividere a pieno (pur preannunciando un voto a favore del provvedimento) le affermazioni di quanto hanno ipotizzato una prospettiva futura sulla base delle norme contenute nel provvedimento in discussione.

«Questa legge è “chiusa” – ha affermato l’esponete della minoranza – perché guarda solo alla soluzione del problema di Cesis e Csl ma non risolverà il dramma della disoccupazione e del lavoro. Serviva, dunque, inquadrare il tutto con una norma più ampia». Oscar Cherchi ha paventato il pericolo di impugnazione della legge in sede governativa («si tenta di raggirare la sentenza della Corte suprema sul percorso di stabilizzazione del personale») ed ha concluso auspicando “il medesimo percorso di stabilizzazione individuato per Csl e Cesil anche per i 27 lavoratori della Società bonifiche sarde di Oristano”.

Lorenzo Cozzolino (PD), ha dichiarato apprezzamento per il lavoro svolto dalla Seconda commissione ed ha evidenziato gli aspetti positivi del provvedimento anche per ciò che attiene l’aggiornamento della precedente proposta della Giunta, a seguito della cancellazione delle province e l’introduzione del Job Act. L’esponente della maggioranza ha espresso favore per la nuova configurazione dell’Aspel e le norme tendenti alla stabilizzazione del personale, Cozzolino ha concluso auspicando un impegno straordinario sull’attuazione e la realizzazione di efficaci politiche attive del lavoro.

Il consigliere di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu, pur sottolineando la necessità di procedere a una riforma dei servizi per il lavoro, finora frazionati e disorganizzati, ha messo in luce alcune criticità presenti, a suo avviso, nella proposta di legge in discussione. 

«La norma propone di risolvere il problema del precariato dei lavoratori Csl e Cesil, su questo tema c’è però confusione – ha sottolineato Truzzu – la questione è importantissima ma non può essere confusa con la necessità di un servizio che funzioni. I primi soggetti da tutelare sono quelli che non hanno mai lavorato o che hanno perso il lavoro. L’esigenza vera è garantire servizi che permettano di trovare il lavoro più facilmente».

A giudizio dell’esponente della minoranza, la proposta di legge poteva essere più coraggiosa: «Contrariamente al Job Act, che ha permesso di raggiungere risultati grazie alla previsione di incentivi per le assunzioni e di sgravi degli oneri sociali, questa legge invece non indica risorse economiche, sembra esserci addirittura un problema di copertura finanziaria. Manca, inoltre, il coinvolgimento delle imprese, la norma è scritta bene tecnicamente ma ho dubbi che possa risolvere i problemi».

Truzzu ha poi segnalato il rischio di un’impugnativa da parte del Governo. «Si è scelto di seguire la normativa nazionale per  il superamento del precariato, questa però si rivolge al personale della Regione mentre la proposta in esame estende i benefici anche al personale delle agenzie».

Il consigliere dei FdI ha infine invitato l’aula a fare chiarezza sugli obiettivi: «Cosa vogliamo fare: creare dei servizi per il lavoro o risolvere il problema del precariato? Bisogna dirlo chiaramente: è giusto dare una risposta ai lavoratori del Csl e Cesil ma occorre evitare il rischio di creare un nuovo carrozzone. Il pericolo è quello di non garantire servizi per il lavoro efficienti, l’altro problema è il numero delle stabilizzazioni: se si inseriscono 330 persone in una sola volta nell’Agenzia regionale si rischia di raggiungere i limiti assunzionali in una sola volta. Sono passati 6 anni dall’ultimo concorso pubblico bandito dalla Regione – ha concluso Truzzu – occorre individuare procedure concorsuali aperte a tutti, altrimenti ci saranno persone che non potranno mai partecipare a un concorso pubblico».

Il consigliere di Sinistra Sarda Alessandro Unali, in apertura del suo intervento, ha espresso un giudizio negativo sulle disposizioni del Job Act: «Ha cancellato lo statuto dei lavoratori e l’art. 18, ha introdotto tagli pesanti al sistema degli ammortizzatori sociali, ha favorito un abuso dei voucher e svuotato le tutele per i subappalti – ha detto Unali – ma uno degli aspetti più negativi è la modifica del sistema dei servizi per il lavoro che penalizza il settore pubblico a favore dei privati». Secondo Unali «la norma in discussione è di diretta derivazione del Governo centrale. Non emerge chiaramente il ruolo pubblico dei servizi per il lavoro che Pigliaru, in campagna elettorale, diceva di voler potenziare. Il rischio è che diventino dei semplici passacarte». 

Unali ha quindi concluso il suo intervento ricordando che è l’Europa a chiedere la centralità dei servizi pubblici: «Questo non è previsto nella proposta di legge uscita dalla Seconda Commissione – ha concluso l’esponente di Sinistra Sarda – si rischia di lasciare la gestione delle politiche del lavoro ai privati e di affidare ai servizi pubblici la sola gestione burocratica delle pratiche».

Di segno opposto l’intervento del consigliere dei Rossomori Paolo Zedda. Secondo l’esponente della maggioranza la legge è frutto del lavoro portato avanti in modo proficuo dalla Commissione. «L’obiettivo della norma è riordinare il comparto dei servizi per il lavoro gestito finora da lavoratori precari – ha detto Zedda –  Pigliaru in campagna elettorale aveva detto a più riprese che il problema doveva essere risolto. Questa è una legge organica che affronta tutte le criticità del sistema».

Il consigliere sovranista ha poi elencato le difficoltà che si sono dovute contrastare nella predisposizione del provvedimento: dal passaggio di competenze dalle provincie alla Regione sino all’adeguamento alle nuove disposizioni del Job Act: «Noi siamo la prima regione a dotarsi di una legge di riforma, la prima che ha recepito le norme quadro e le ha declinate attraverso i suoi uffici regionali e l’Agenzia del lavoro – ha sottolineato Zedda – abbiamo cercato di porre rimedio alla disomogeneità dei servizi per l’impiego costituiti da strutture frammentate che non comunicavano tra di loro».

Nessun rischio, secondo Zedda, sul fronte del personale da assorbire nell’Aspal: «La nuova Agenzia per il Lavoro passa da 80 a 300 dipendenti, con un limite massimo di 800 dipendenti. Non cresce a dismisura, si rimettono insieme pezzettini di un sistema che già esisteva». Sulla sintonia della normativa regionale con quella nazionale ed europea, il consigliere dei Rossomori ha mostrato ottimismo: «In Europa esiste un sistemi integrato pubblico-privato, in Sardegna questo mancava – ha concluso Zedda – l’Unione Europea impone di aprire il monopolio pubblico. Questa legge chiarisce quali sono le strutture pubbliche e private che svolgono i servizi per il lavoro, quali sono i sistemi di accreditamento, quali le funzioni attribuite ai soggetti pubblici e privati».

Positiva la valutazione della proposta anche da parte di Luca Pizzuto (Sel): «L’articolo 1 della Costituzione italiana non è purtroppo applicato – ha esordito Pizzuto – questa proposta di legge attua il primo comma dell’Art.4 (la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto) e prova a rendere applicabile l’art 1 (L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro)».

Pizzuto ha poi messo in evidenza gli aspetti più importanti contenuti nella proposta di legge: l’attenzione ai disabili e al loro collocamento, la priorità data all’apprendistato rispetto ad altre forme di contrattualizzazione, la previsione tra le funzioni della nuova Agenzia per il Lavoro della ricerca di nuovi imprenditori – ha rimarcato il consigliere di Sel – il merito più grande però è il superamento della precarietà dei lavoratori dei Csl e Cesil».

L’esponente della maggioranza ha concluso il suo intervento dichiarando pieno sostegno alla norma. «Spero che sia lo spartiacque della legislatura e consenta di  mettere mano ai sistemi che non funzionano, per migliorare la situazione di chi ci lavora e di chi usufruisce dei servizi – ha concluso Pizzuto – occorre dare risposte al personale precario che ruota intorno alla Regione, serve un impegno comune nella battaglia per il superamento della precarietà».

Il consigliere dell’Udc Peppino Pinna ha dichiarato che, a suo avviso, «la norma pecca allo stesso tempo di una certa ovvietà e di poca concretezza, perché non affronta compiutamente i problemi dei territori e in qualche modo si ferma alla necessità di adeguare la normativa della Regione alle riforme in atto a livello nazionale». In realtà, ha sostenuto Pinna, «le nuove strutture non sono molto diverse dalle vecchie e manca l’aspetto innovativo che sarebbe stato necessario per andare davvero incontro alle esigenze dei cittadini, dei disoccupati e dei giovani, al di là di intuizioni teoriche interessanti che però difficilmente diventeranno positive per i sardi».

Piero Comandini, del Pd, ha messo l’accento sul buon lavoro della commissione che «ha raggiunto l’obiettivo, non scontato, di una riforma organica che era necessaria, superando undici anni di legislazione regionale che di fatto è stato una sorta di precariato legislativo che non si è tradotto in misure efficaci per rilanciare le politiche attive del lavoro». Ora si volta pagina, ad avviso di Comandini, «nel senso che si creano le condizioni per un accesso garantito per tutti al mercato del lavoro, un mercato che in questi anni è molto cambiato e cambierà ancora». Il Consiglio perciò dovrebbe vedere questo passaggio con entusiasmo e quasi con orgoglio, ha osservato il consigliere, «anche ricordando che ci sono precari che lavorano in Regione da 18 anni e, proprio rispetto a questa situazione, bisogna guardare avanti, dare risposte ai giovani e soprattutto a quelli, anche cinquantenni o sessantenni, che il lavoro l’anno perso». Dopo aver ricordato che oggi in Francia «si discute la riforma del lavoro e si sta seguendo la stessa strada del Job Act», Comandini si è soffermato su due punti qualificanti del testo: la sicurezza nei luoghi di lavoro con strumenti innovativi e la clausola valutativa su risultati delle azioni avviate; con questi interventi si costruisce insomma un buon punto di partenza per razionalizzare l’offerta della Regione, una razionalizzazione che andrà rafforzata e completata con una regia unica».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, ha detto in apertura che «nessuno ha messo in dubbio la validità della legge che comunque potrà essere migliorata in qualche parte; è come l’hardware, il motore di una macchina progettata per girare al meglio, ma poi ci vuole il software, cioè le politiche regionali per il lavoro e queste non ci sono, perché manca la formazione professionale ed un sistema di opportunità capace di superare l’assistenzialismo e di individuare le professionalità davvero necessarie al mercato». Se manca l’incontro fra domanda e offerta, ha avvertito Dedoni, «anche l’organizzazione migliore diventa inutile perché è chiaro che, con questa legge, sicuramente saniamo il precariato degli operatori con la copertura finanziaria dello Stato ma c’è molto altro ed anche di peggio come dimostra quanto avviene nelle Asl dove si sta creando nuovo precariato e perfino nella stessa Giunta regionale». Su questi fronti, ha aggiunto il consigliere dei Riformatori, «il percorso non sarà altrettanto semplice anche per ragioni finanziarie, mentre il nostro sistema ha bisogno di iniezioni di opportunità ed anche di coerenza; proprio oggi abbiamo appreso dai lavoratori Eurallumina che sono stati spesi 350.000 euro di sola documentazione per una valutazione di impatto ambientale». Questo, ha concluso, «va in netto contrasto con quanto stiamo dicendo, fermo restando che senza politiche incisive di investimenti anche il sistema più efficiente non porterà lavoro».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha messo in evidenza che «la firma di tutti i commissari certifica la qualità del lavoro svolto dalla commissione su temi già all’attenzione del Consiglio dalla scorsa legislatura, significa che non ci vogliamo solo provare ma, piuttosto, iniziare un percorso che punta ad invertire una situazione drammatica, come dimostrano tutti gli indicatori». Un percorso virtuoso, a giudizio di Cocco, «che si incontra con la riforma degli Enti locali che ha sancito l’uguaglianza dei cittadini sardi di tutti i territori; solo questo consentirà di garantire parità di diritti a tutti i sardi e di raggiungere risultati concreti, con un punto di caduta importante che qualifica il Consiglio facendo un buon servizio per i sardi».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta, ha definito «sbagliato il calo di entusiasmo su una riforma che dovrebbe vedere il Consiglio più convinto e soddisfatto per un buon risultato che premia meritatamente il lavoro della commissione». Con la legge, ha sostenuto, «recuperiamo ritardi fin troppo ampi per la Sardegna che colmiamo tagliando il traguardo per i primi in Italia ed anche questo è un fatto positivo, perché siamo stati capaci di mettere in campo una riforma organica, moderna e innovativa, attenta soprattutto a chi il lavoro non c’è l’ha e cerca occupazione; oggi, in altre parole, ci sono opportunità in più con una cabina di regia unica sulla politiche del lavoro ed una rete di protezione solida a sostegno dei più deboli». L’assessore Mura, ha ricordato infine il consigliere Zanchetta, «ha affermato recentemente che solo il 3% delle assunzioni in Sardegna avviene con la mediazione delle strutture pubbliche, anche questo è un elemento che deve farci riflettere sulla necessità di una legge che va in direzione opposta». (Af)

La consigliera del Pd, Rossella Pinna, è intervenuta in sostituzione del capogruppo Pietro Cocco, ed ha, in apertura del suo intervento, espresso apprezzamento e vivo sostegno alla proposta di legge n. 315 evidenziandone gli aspetti positivi sia con riferimento ai contenuti che al metodo di lavoro.

«Siamo orgogliosi di aver scritto una buona legge – ha spiegato Rossella Pinna – che è ampiamente  condivisa e rappresenta un altro tassello della nostra azione riformatrice ed alla quale dovrà seguire un provvedimento organico sulla formazione professionale e sull’istruzione».

Tra le positive novità normative introdotte, l’esponente del centrosinistra ha ricordato l’ammodernamento del sistema non più funzionale ed il conseguente potenziamento dei servizi per l’impiego a garanzia dell’efficacia delle misure di contrasto alla disoccupazione. A giudizio di Rossella Pinna una ulteriore sottolineatura positiva riguarda le disposizioni inerenti l’istituzione e il funzionamento dell’Aspal («si garantirà anche un miglior utilizzo dei fondi europei, ad incominciare da quelli riferiti al programma garanzia giovani») e il rafforzamento dell’integrazione tra le politiche passive (sostegno al reddito) e attive del lavoro  (orientamento, formazione, inserimento, auto impiego), nonché l’introduzione di standard di servizi omogenei in tutto il territorio regionale.

Rossella Pinna ha quindi evidenziato la “fine della imbarazzante situazione lavorativa degli operatori di Csl e Cesil” ed ha concluso riaffermando l’impegno “per il lavoro”.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha ricordato la condivisione da parte della minoranza al provvedimento esitato all’unanimità nella commissione Lavoro («ci siamo posti in una posizione non di contrapposizione e collaborazione perché il tema merita massima partecipazione e collaborazione») ed ha affermato che in Sardegna, per effetto delle disposizioni contenute nella legge 20 del 2005, “il precariato è stato istituito per legge”.

Confermando la disponibilità per favorire l’approvazione in tempi compatibilmente brevi della proposta di legge, l’esponente della minoranza ha preannunciato la richiesta di chiarimenti “sul ruolo che la norma attribuisce all’assessorato del Lavoro e alla istituenda Aspal” auspicandone opportuna indicazione nel testo di legge.

Pietro Pittalis ha quindi preannunciato al presentazione di un apposito emendamento per la cancellazione della partecipazione della Regione 851%) nel capitale sociale dell’Insar («nella legge in discussione si prevede che i compiti e le funzioni dell’Insar siano quelli attribuiti all’Aspal»). Il capogruppo di Forza Italia ha quindi annunciato un’ulteriore proposta di modifica all’articolo 37: proponendo di trasferire in capo all’Aspal anche il  personale a tempo determinato contrattualizzato dalle province.

«Approvare questa legge è importante – ha concluso Pittalis – ma serve ritornare a discutere approfonditamente il tema del lavoro in Sardegna».

Conclusa la discussione generale, il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi concesso la parola all’assessore del Lavoro, Virginia Mura che, in apertura del suo intervento ha ringraziato la commissione consiliare competente per il lavoro svolto ed ha sottolineato la collaborazione con l’assessorato, ricordando inoltre la presentazione del disegno di legge della giunta in materia. L’assessore ha quindi puntualizzato, pur riconoscendone l’esigenza di un aggiornamento, sulle disposizione contenute nella legge 20 del 20015, affermando che è “stata una legge innovativa ma che non ha mai trovato piena attuazione in Sardegna”. Virginia Mura ha quindi ricordato gli importanti stanziamenti che nel resto dell’Europa sono riservati ai servizi per il lavoro ed ha evidenziato la necessità di dare risposte ai disoccupati ma soprattutto alle imprese ( « La legge si rivolge a tutti i disoccupati e punta a dare una risposta personalizzata a tutti i disoccupati ed anche alle imprese delle quali serve conoscere i fabbisogni formativi»). L’assessore ha quindi evidenziato che la Sardegna è la prima regione ad aver applicato il cosiddetto contratto di ricollocazione («abbiamo ottenuto uno stanziamento di 4 milioni di euro») ed ha ribadito come la norma in discussione, una volta approvata, rappresenterà “il punto di partenza su cui lavorare per la riorganizzazione del sistema dell’istruzione e della formazione professionale”.

Il presidente Ganau, a conclusione dell’intervento dell’assessore Virginia Mura, ha posto in votazione il passaggio agli articoli della proposta di legge 315 e il Consiglio ha approvato. Così, il presidente ha dichiarato conclusi i lavori della seduta ed ha annunciato la convocazione della prossima riunione del Consiglio per martedì 10 maggio alle 15.00, nonché la convocazione della commissione Lavoro per questo pomeriggio alle 16.30 per l’esame degli emendamenti presentanti alla proposta di legge.

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

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Consiglio regionale 1

Slitta a domattina alle 10.00, la seduta del Consiglio regionale con il giuramento del neo consigliere Giovanni Satta. Il neo consigliere avrebbe dovuto prestare giuramento già in occasione della precedente riunione, ma non aveva potuto partecipare alla stessa perché si trovava in carcere, coinvolto in un’indagine su un traffico di droga. Il tribunale del riesame ha accolto la richiesta di scarcerazione presentata dai suoi legali giovedì scorso. Il caso ha creato non poco imbarazzo con la richiesta di rinvio presentata da diversi consiglieri e all’apertura della seduta odierna, sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau, subito dopo le formalità di rito, il capogruppo del Partito Democratico, Pietro Cocco, ha chiesto una breve sospensione della seduta e la convocazione della conferenza dei capigruppo. Il presidente ha accolto la richiesta e, alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato la definitiva sospensione della seduta ed ha nuovamente convocato la conferenza dei capigruppo. 

La conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari, riunita a conclusione dei lavori dell’Aula, ha approvato il seguente documento:

«I gruppi del Consiglio regionale si trovano ad affrontare una situazione straordinaria che non ha precedenti nella storia dell’Autonomia sarda. In tale circostanza si è ritenuto di sospendere la seduta del Consiglio per consentire alla conferenza dei capigruppo di svolgere gli opportuni approfondimenti di natura tecnico-giuridica.

Siamo  consapevoli del fatto che l’Aula si rapporta con una decisione del Consiglio di stato e con il deliberato dell’ufficio centrale elettorale presso la Corte d’appello di Cagliari, che ha proclamato eletto Giovanni Satta. Da tali decisioni, assunte dalla magistratura, deriva l’obbligo, per il Consiglio regionale, di ottemperare a quanto stabilito.

La sospensione consentirà inoltre a ciascun consigliere di avere la piena consapevolezza sul punto all’ordine del giorno del Consiglio».

Il Consiglio tornerà a riunirsi domattina alle 10.00.