21 April, 2025
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Oggi, 31 marzo 2022, ricorrono gli 83 anni dalla tragedia che coinvolse nove minatori che morirono nella Miniera di Serbariu a Carbonia.

Luigi Cappellacci, Giovanni Sacchet, Raffaele Puggioni, Mario Scaletti, Domenico Tonelli, Francesco Mastrosimone, Dario Falegnami, Luigi Verboni e Giommaria Addis persero la vita nei pressi del Pozzo 7, a seguito di due forti e improvvise esplosioni.

«Abbiamo recentemente commemorato la tragedia mineraria del 14 febbraio 1938, nella quale persero la vita cinque minatori abruzzesi, per ritrovarci a ricordare oggi altre nove vittime che videro i loro sogni spegnersi nella Miniera di Serbariu», ha sottolineato l’assessora della Cultura Giorgia Meli.

«L’infortunio attribuito ad una deflagrazione di polvere di carboneha ricordato l’assessoraha fatto sì che la Miniera divenisse nuovamente scenario di una tragedia dall’ampia dimensione: furono, infatti, coinvolti 40 minatori. Nove non ebbero scampo, mentre quei 31 che riuscirono a sopravvivere rimasero gravemente feriti.»

La storia ci racconta che la metà dei lavoratori coinvolti nell’incidente, tra morti e infortunati, era stata assunta solo da pochi giorni. Lo stesso 31 marzo 1939 perse la vita anche Antioco Piras Albai, a causa del franamento di un blocco roccioso nel Pozzo di Nuraxeddu.

Questo pomeriggio l’associazione Amici della Miniera, presieduta da Mario Zara, ha organizzato una cerimonia per la deposizione di un mazzo di fiori sull’opera scultorea che ricorda le vittime della tragedia, in piazza Pietro Cocco.

«A nome dell’Amministrazione, coinvolta in questi giorni nelle sedute del Consiglio comunale, convocate per l’approvazione del bilancio di previsioneha concluso l’assessora della Cultura Giorgia Meliringrazio l’associazione Amici della Miniera per aver organizzato la cerimonia odierna a ricordo delle vittime.»

Presso la sala comunale de s’Olivariu, a Gonnesa, è stato presentato il comitato tecnico scientifico istituito nell’ambito del progetto “Normann custodi del futuro” finanziato dalla Fondazione di Sardegna e dal comune di Gonnesa.

Il progetto, basato su azioni di cittadinanza attiva, è finalizzato a riqualificare, salvaguardare e ripensare i villaggi ex minerari della Sardegna utilizzando come laboratorio proprio il villaggio Normann nel monte San Giovanni.

In presenza del sindaco di Gonnesa Pietro Cocco e del direttore del Parco Geominerario Ciro Pignatelli, sono stati presentati i componenti del gruppo di lavoro dal presidente dell’associazione Pierluigi Carta.

Il progetto avrà durata annuale e sarà realizzato in partenariato con l’Università di Cagliari, la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna, il Collegio interprovinciale degli Agrotecnici delle province di Oristano, Cagliari e Sud Sardegna oltre che il Comune di Gonnesa ed il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna.

Dopo tre anni e mezzo, ben oltre la naturale scadenza del mandato, Laura Cappelli, sindaca di Buggeru, lascia la Presidenza dell’Unione di Comuni “Metalla e il Mare”. Il nuovo presidente è il sindaco di Gonnesa Pietro Cocco.

«Sono stati anni intensi, estremamente formativi, nei quali ho fortemente voluto creare una pianta organica stabile, perché i risultati si possono ottenere esclusivamente attraverso la collaborazione con il personaledice Laura Cappelli -. Lascio un Ente organizzato, dopo aver portato a compimento l’iter per l’assunzione di 4 figure professionali, aver costituito un ufficio SUAPE sovracomunale al quale aderiscono 5 Comuni (ottimizzando il servizio e riducendo i tempi di attesa per i cittadini e i professionisti), aver aggiudicato un bando per la gestione della raccolta differenziata della durata di 9 anni, avviato l’iter per la predisposizione dell’appalto per la gestione del canile sovracomunale, aver costituito il distretto rurale Metalla e il Mare e aver approvato un progetto per la manutenzione di un percorso ciclopedonale per un importo di 6 milioni di euro che collega i 7 comuni dell’Unione.»

«In questi anni ho fermamente combattuto affinché i crediti vantati dall’Unione nei confronti di altri enti, per importi oltre il milione di euro, rientrassero in cassa, obiettivo ampiamente raggiuntoconclude Laura Cappelli -. Ringrazio il dirigente e tutto il personale con il quale in questi anni ho avuto il piacere di collaborare e un ringraziamento ai componenti dell’Assemblea, al CdA e al mio vice presidente, che mi hanno appoggiato nelle scelte fatte e mi hanno permesso di lavorare serenamente.»

 

Si è insediato ieri pomeriggio il nuovo Consiglio comunale di Gonnesa. Dopo il giuramento, il sindaco Pietro Cocco, 56 anni, eletto per la terza volta dopo le prime due esperienze maturate dal 2006 al 2016, ha presentato la sua nuova Giunta, che risulta così composta: 

Pier Giorgio Lenzu, 65 anni, è vicesindaco e assessore delega ai Servizi sociali e all’Ambiente; Antonio Locci, 51 anni, è assessore ai Lavori pubblici e al Patrimonio; Gabriele Meloni, 49 anni, è assessore alle Attività produttive, Agricoltura, Industria, Artigianato, Commercio, nonché a tutte le problematiche inerenti la frazione di Nuraxi Figus; Jessica Cara, 47 anni, infine, è assessora alla Pubblica istruzione. 

Pietro Cocco ha tenuto a sé le deleghe al Bilancio, Sport e Viabilità. 

Il sindaco ha assegnato inoltre alcune deleghe a due consiglieri: a Domenico Usai in materia di Cultura, Spettacolo e Politiche giovanili; a Maria Beatrice Collu, in materia di Turismo e Programmi comunitari, nazionali e regionali.

 

 

Pietro Cocco, candidato della lista “Uniti per Gonnesa” è stato eletto sindaco di Gonnesa. Si è imposto con 1.588 voti, la maggioranza assoluta, il 52,99%, sul sindaco uscente Hansel Cristian Cabiddu candidato della lista “Per il bene comune Gonnesa” che ha ottenuto 1.014 voti, il 33,83%, e su Antonello Casu candidato della lista “Per il nostro territorio”, che ha ottenuto 395 voti, il 13,18%.

La lista “Uniti per Gonnesa” ha eletto 8 consiglieri, i 4 della minoranza sono suddivisi tra le altre due liste, rispettivamente 3 e 1.

Pietro Cocco, 56 anni, ex consigliere regionale, torna sindaco di Gonnesa a distanza di cinque anni. Ha già guidato il Comune per due consiliature, dal 2006 al 2016. In precedenza è stato consigliere comunale dal 1988 al 1993, assessore dal 1991 al 1993, vicesindaco ed assessore dal 1993 al 1997,  consigliere dal 2001 al 2006.

A Gonnesa sarà corsa a tre, tra il sindaco uscente Hansel Cristian Cabiddu, l’ex sindaco Pietro Cocco ed Antonello Casu.

Lista “Per il bene Comune Gonnesa”.

Candidato alla carica di sindaco: Hansel Cristian Cabiddu.

Candidati alla carica di consigliere comunale: Andrea Piccioni, Angelo Filippini, Andrea Boi, Marzia Puddu, Marianna Tiddia, Michela Balloi, Marco Campus, Maura Masala, Oscar Sanna, Fabio Corona, Fabio Marras, Enrico Pistis.

Lista “Uniti per Gonnesa”.

Candidato alla carica di sindaco: Pietro Cocco.

Candidati alla carica di consigliere comunale: Maria Cristina Balloi, Jessica Cara, Sergio Ciccu, Maria Beatrice Collu, Alessandra Fois, Federico Friargiu, Pier Giorgio Lenzu, Antonio Mario Locci, Cristiano Gabriele Meloni, Mirco Scanu, Alessandro Serra, Pier Domenico Usai.

Lista “Per il nostro territorio”.

Candidato alla carica di sindaco: Antonello Casu.

Candidati alla carica di consigliere comunale: Giancarlo Ballisai, Ivano Bolacchi, Fabrizio Caddeo, Andrea Casu, Rebecca Figus, Jonatha Lenzu, Sabrina Lodde, Barbara Marongiu, Anna Masala nota Francesca, Mirko Orrù.

 

Dopo 76 anni dalla liberazione dell’Italia dal nazifascismo, anche quest’anno, in diverse città, è stata deposta da parte del primo cittadino e delle forze pubbliche, una corona ai caduti, per onorare la loro memoria.

A Carbonia, domenica 25 aprile, in tarda mattinata, si è svolta una breve cerimonia, a cui, visto il delicato periodo che si sta vivendo per la pandemia, aggravato da una realtà quotidiana immersa in una zona rossa da ormai oltre tre settimane, ha potuto presenziare solo una piccolissima parte della cittadinanza.

Nel primo pomeriggio, alcuni rappresentanti dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) hanno depositato in piazza Roma e in diversi altri punti della città, un mazzo di rose rosse, come segno di forte partecipazione al momento che il mondo intero sta vivendo, in seguito alla sfortunata comparsa nella nostra vita del Covid-19. Ecco che, in alcuni luoghi della città, importanti per la commemorazione del 25 aprile 1945, sono apparsi come segno di sensibilità, mazzi di rose rosse. Oltre a piazza Roma, piazza Matteotti, via Gramsci, piazza Pietro Cocco, piazza Nadia Spano, piazza Enrico Berlinguer e piazza Martiri per la Libertà. La speranza, nel cuore di tutti, è che il 25 aprile 2022, possa essere commemorato nella più totale libertà.

Nadia Pische

nadiapische@tiscali.it

 

Il segretario regionale di Articolo Uno Luca Pizzuto interviene sulla vertenza che riguarda i lavoratori Delcomar.
«Quando ero in Consiglio regionale, insieme all’altro consigliere del territorio Pietro Cocco, abbiamo fatto una dura battaglia perché il servizio di trasporto marittimo verso le isole minori rimanesse pubblicodice Luca Pizzuto -. Quella battaglia fu, purtroppo, persa. Oggi i fatti ci dicono che le nostre perplessità erano più che fondate. Abbiamo perso ma avevamo, e abbiamo ragione; si ritorni immediatamente ad un servizio pubblico di qualità dove le risorse siano utilizzate per creare lavoro, per questo continueremo a batterci. La giustizia ora faccia il suo corso conclude Luca Pizzuto -. Articolo Uno, in ogni caso, sarà, come sempre è stato, dalla parte dei lavoratori, delle lavoratrici, dei cittadini e delle cittadine, sui quali ricadranno le conseguenze di questa vicenda.»

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Dieci anni fa è morto Pietro Cocco, il sindaco per eccellenza della città di Carbonia. Nato a Iglesias, classe 1917, diciottenne, anno 1935, fu condannato dal fascismo a due anni di confino. Li scontò a Cortale, in Calabria. Finita la pena ritornò in Sardegna. Vi restò giusto due mesi, il tempo per essere nuovamente condannato, questa volta a cinque anni, destinazione l’isola di Ponza dove fu tradotto a fine agosto 1937. A Ponza erano confinati alcuni dei maggiori dirigenti del Partito comunista, Pietro Secchia, Gerolamo Li Causi, Mauro Scoccimarro, Umberto Terracini, futuro Presidente dell’Assemblea Costituente. Qui frequentò una grande scuola di politica ma non solo di politica. I comunisti avevano il costume di organizzare vere e proprie scuole di storia, economia, filosofia, ovunque fossero confinati o imprigionati. Consideravano lo studio un dovere. Lottavano e si preparavano, anche elevando la loro cultura, a ricostruire l’Italia dalle macerie della dittatura. Pietro Cocco non smarrì questo costume  neanche da vecchio. Quando andavo a trovarlo nella sua casa di campagna, luogo del suo ritiro, se non era impegnato in qualche attività agricola, era immerso nella lettura di qualche testo importante. Da Ponza fu rispedito a Cortale e poi a Maida sempre in Calabria. A venticinque anni aveva maturato sette anni di confino. Non si perse d’animo, però. E’ proprio di chi una grande forza dentro di sé, essere ottimisti sul futuro. In quegli anni di confino si creò una famiglia con due figli.
Nel dicembre del ’38 il fascismo inaugurò Carbonia. Pietro Cocco era confinato ma di sua spontanea volontà certamente non avrebbe partecipato ad alcuna cerimonia. Del fascismo aveva compreso per tempo la tragica natura. Con la dittatura erano arrivate le leggi sulla razza, quelle che costrinsero il principale costruttore della città Guido Segre, ebreo, a rifugiarsi in Vaticano, dove vi morì, e uno dei suoi maggiori progettisti, Gustavo Pulitzer Finali, altro ebreo, a emigrare negli Stati Uniti per sfuggire ai campi di sterminio. Sorte tragica incontrò Giuseppe Pagano, altro grande architetto impegnato nel Sulcis, deportato e assassinato a Mauthausen. L’epilogo fu la guerra scatenata dal nazismo tedesco, dal fascismo italiano e dall’imperialismo giapponese, responsabili di oltre cinquanta milioni di morti. Questo era il fascismo.
Riconquistata la libertà, i minatori distrussero i simboli del fascismo, punirono la complicità e la viltà della casa sabauda votando per la Repubblica, portarono alla carica di sindaco della città, il primo, un operaio, Renato Mistroni, che dal fascismo era stato condannato a dodici anni di carcere. I minatori scrissero un’altra storia.
La città, stremata dalla guerra e dalla disoccupazione, riprendeva vigore: il carbone era necessario per la ricostruzione e richiamava nuovo afflusso di persone. Non durò molto quella situazione di ripresa, perché il bacino carbonifero fu precipitato in una crisi acuta che metteva in discussione la stessa sopravvivenza della città.
Questa Carbonia trovò Pietro Cocco quando rientrò nel Sulcis e vi si stabilì lavorando nelle miniere, stringendo subito un legame forte con i suoi minatori e quindi con l’insieme della comunità. Era un leader nato. Fu eletto nel primo Consiglio regionale della Sardegna, anno 1949, carica da cui si dimise per accettare la candidatura a sindaco di Carbonia. Affrancò l’amministrazione comunale dalla sudditanza verso l’azienda carbonifera che era padrona di tutto. Sviluppò la partecipazione democratica nei quartieri e nelle frazioni. Difese la città e ne parlava a suo nome, non solo perché ricopriva una carica ma perché manteneva ben saldo il rapporto con il mondo del lavoro operaio e dell’imprenditoria locale e con l’insieme delle forze politiche, minoranza compresa. Un sindaco non è un pur bravo burocrate, deve comprendere le esigenze fondamentali della comunità che rappresenta e verso cui ha responsabilità, deve essere un costruttore di unità e non di fazioni, unità di tutta la città, non di una sua parte. Una personalità del suo prestigio avrebbe potuto avere cariche in altre istituzioni. Da consigliere regionale si dimise e, per quanto ne conosco anche direttamente, non ambiva al Parlamento. Ricoprì l’incarico di sindaco in più periodi; usò bene il tempo. Aggiungo un ricordo personale. Negli anni in cui sono stato sindaco ho avvertito molto forte il suo ascendente e il rispetto verso la sua persona; gli ho chiesto spesso consiglio e lui è stato generoso nel sostegno e nell’incoraggiamento.

Chi oggi voglia cimentarsi nella guida della città, dovrebbe meditare sul lascito di Pietro Cocco, a maggior ragione perché la situazione sociale è molto grave. Lo faccia con umiltà. Ne trarrà insegnamento su come si possa essere un buon sindaco o una buona sindaca anche in tempi difficili.

Tore Cherchi

 

 

La piattaforma del Carbonia Film Festival cambia nome e si trasforma in
onlinesardegna.umanitaria.it, un nuovo spazio virtuale che ospiterà una serie di appuntamenti, contenuti speciali e rassegne sempre a titolo gratuito.
Dopo il primo ciclo di proiezioni, la nuova piattaforma streaming dei Centri Servizi Culturali Sardi della Società Umanitaria ospiterà a partire dal mese di dicembre una nuova rassegna targata Carbonia Film Festival. Grazie alle opportunità offerte dall’edizione appena conclusa, con l’intero palinsesto disponibile online gratuitamente, il Carbonia Film Festival decide di espandere l’appuntamento con il cinema di qualità legato ai temi di lavoro e migrazioni con una rassegna disponibile gratuitamente in streaming su tutto il territorio nazionale. Nasce così “Carbonia Film Festival online presenta…”: i film vincitori delle ultime edizioni del Carbonia Film Festival in streaming gratuito sulla piattaforma. Un film al mese per i prossimi 4 mesi per celebrare le migliori pellicole passate dal festival.
Si comincia con EUROPA “BASED ON A TRUE STORY” di Kivu Ruhorahoza, film vincitore del Premio Miglior Film per l’edizione 2020 appena conclusa.
Un racconto sulle tensioni sociali e razziali in Gran Bretagna e in Europa, in cui la finzione narrativa si alterna ad immagini di scontri sociali e manifestazioni per le strade di Londra.
Un documentario ibrido sulle politiche sull’immigrazione nella Londra pre Brexit ed una riflessione sulle violenze che negli ultimi mesi hanno portato alla nascita del movimento Black Lives Matter. L’opera di Ruhorahoza sarà disponibile da oggi fino al 14 gennaio, quando passerà il testimone a BLACK MOTHER, vincitore del Premio Giuria Circoli del Cinema 2018. Diretto da Khalik Allah, artista di origine giamaicana-iraniana di base a New York, attualmente uno dei fotografi e registi più significativi della new wave
americana nonché membro dell’agenzia fotografica Magnum dal 2020, Black Mother è un atto d’amore verso la Giamaica. Un film dalla forte identità visiva girato con un’estetica visionaria, un’esplorazione dell’identità giamaicana tra sacro e profano, presente e passato, passando attraverso i tre trimestri della gravidanza di una donna.
Dall’edizione 2018 arriva anche AMATEURS di Gabriela Pichler, commedia tra osservazione sociale e umorismo premiata a Carbonia come Miglior Film, che racconta le disuguaglianze di classe e razziali. Ambientato in Svezia, nella fittizia cittadina di Lafors, la cui comunità cerca di convincere una catena tedesca ad aprire una filiale tramite un video promozionale della comunità, a cui decidono di partecipare anche due adolescenti, rivolgendo i loro smartphone verso tutto quello che non andrebbe mostrato…
Chiude il ciclo di appuntamenti EL FUTURO PERFECTO di Nele Wohlatz, che dopo il successo al Festival di Locarno nel 2016 (Premio per la migliore opera prima nella sezione Cineasti del Presente) si aggiudicò il Premio Miglior Film al CFF 2016. Il primo lungometraggio di Nele Wohlatz, tedesca immigrata in Sud America, è una commedia sulla comunicazione, il linguaggio e lo spaesamento di chi giunge in un altro paese e deve impararne la lingua. Attraverso il racconto di Xiaobin, diciassettenne cinese che arriva inArgentina, la regista mette in scena un film che con semplicità e grazia fotografa una realtà e le sue pittoresche conseguenze.
Il palinsesto degli appuntamenti si arricchirà di altri titoli di cortometraggi presentati nelle passate edizioni del Carbonia Film Festival, oltre che di un titolo al mese selezionato dal catalogo di Ex-Di’ Memorie in Movimento – La Fabbrica del Cinema, il centro di raccolta e produzione della memoria storico-audiovisiva del territorio.
Il primo mese insieme ad EUROPA “BASED ON A TRUE STORY” verrà proposto anche TOUT LE MONDE AIME LE BORD DE LA MER di Keina Espiñeira, cortometraggio sospeso tra fiction e documentario sulle grandi migrazioni dall’Africa all’Europa in concorso al CFF nel 2016. A partire da oggi sarà inoltre fruibile anche LA TERRA DENTRO di Stefano Obino, primo lavoro della futura “Fabbrica del Cinema” sul personaggio di Pietro Cocco, storico sindaco della città di Carbonia: un lavoro che vide coinvolti un gruppo di giovani professionisti del territorio per un progetto che ha incrociato produzione e formazione.
Ogni titolo sarà disponibile gratuitamente per 30 giorni, a partire dalla prima programmazione, con un accesso limitato fino a 500 posti nella sala virtuale.
Alla programmazione cinematografica si affiancherà un appuntamento mensile di approfondimento sui temi del lungometraggio proposto. In diretta sui canali social del Festival Pietro Cingolani del Forum Internazionale ed Europeo di ricerche sull’immigrazione converserà con studiosi, operatori ed attivisti.
Il programma completo sarà annunciato prossimamente. L’accesso alla piattaforma è gratuito, sono necessarie solamente le credenziali utilizzate al momento dell’iscrizione.
Carbonia Film Festival online presenta è organizzato dal Centro Servizi Culturali Carbonia della Società Umanitaria – Fabbrica del Cinema e Cineteca Sarda, insieme alla Regione Autonoma della Sardegna in collaborazione con Fieri – Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche sull’Immigrazione.