9 January, 2025
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Franco Meloni copiaOspedale Brotzu 1 copia

«Stasera in commissione Sanità è cominciato l’esame del disegno di legge presentato dal PD (primo firmatario Cocco) che vorrebbe rimodellare il servizio sanitario regionale nella nostra isola. Il Ddl comincia bene, con l’istituzione della centrale unica degli acquisti e continua male, con l’istituzione di un’ulteriore azienda, quella dell’emergenza, un altro direttore generale, un altro direttore sanitario , un altro direttore amministrativo, un altro ufficio personale, altro collegio dei revisori. Conclude invece con una parte del tutto inutile, quella sulle case della salute e ospedali di comunità.» Lo dice Franco Meloni, coordinatore del #Centro Studi dei Riformatori sardi, ex consigliere regionale ed ex direttore generale dell’#Azienda Ospedaliera Brotzu.

«Sulla centrale unica di committenza – aggiunge Franco Meloni – siamo tutti d’accordo e inoltre è condivisibile l’idea di darle sistemazione nell’ambito dell’agenzia regionale per i servizi sanitari che così potrebbe da un lato ottimizzare l’uso delle risorse e governare la spesa e dall’altro monitorare in tempo reale l’andamento della stessa e la sua conformità al sistema dei costi standard.»

«L’idea di fondare un’altra azienda, quella dell’emergenza – prosegue ancora Franco Meloni – è invece un errore madornale perché accrescerebbe i costi, amplierebbe la sovrastruttura amministrativa quando invece bisognerebbe ridurle e creerebbe una confusione enorme. Infatti alcune regioni del nord hanno già tentato questa strada e se ne sono amaramente pentite a causa delle inefficienze gestionali verificatesi a seguito delle interferenze gestionali tra le aziende: non si capisce perché seguire gli esempi degli errori delle regioni del nord e non invece i lati positivi. A meno che si voglia pensare male, e a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, sia solo una furbata, un  mezzo per poter dire di aver cambiato la struttura delle aziende e poterle così commissariare: com’è noto l’ansia del centrosinistra di riprendersi le poltrone delle ASL sta crescendo a livelli patologici con il passare dei giorni. E qui ne vogliono aggiungere pure altre tre, ma siamo sicuri che sono dello stesso partito di Renzi?»

«Bene – conclude Franco Meloni – non si illudano Cocco e compagnia bella, è una strada fasulla, farebbe danni alla Sardegna ma anche a loro stessi perché poi i giudici li costringerebbero  a pagare i mancati guadagni ai dirigenti defenestrati illegittimamente, quindi… occhio perché la Corte dei Conti arriva sempre, magari tardi ma arriva!»

Luca Pizzuto 2 copia

L’esame della mozione “sulla difesa delle biodiversità sarde” presentata dal consigliere regionale Luca Pizzuto (Sel), è stato sospeso. Il #Consiglio regionale, al termine di un lungo dibattito, ha deciso di lavorare su un ordine del giorno unitario.

Illustrando la mozione, il primo firmatario Luca Pizzuto ha citato in apertura numerosi esempi dell’attività di poche grandi multinazionali che stanno acquistando una grande quantità di semenze per brevettarle e monopolizzarle l’uso ed il commercio a livello mondiale. «E’un problema di enorme portata – ha commentato il segretario regionale di Sel –perché la maggioranza della popolazione del pianeta vive di agricoltura ed il comportamento aggressivo delle multinazionali sta saccheggiando il patrimonio naturale della tradizione, soprattutto a danno delle popolazioni più povere». «Questo attacco alle biodiversità – ha aggiunto Luca Pizzuto – che si è tradotto in un aumento del 30% dei prezzi delle sementi di tutto il mondo è arrivato anche in Sardegna dove una multinazionale  olandese chiede di poter acquisire una trentina di sementi sardi: a questa richiesta bisogna rispondere di no, abbiamo diritto di scegliere cosa fare della nostra terra». Dopo aver espresso apprezzamento per le dichiarazioni dell’assessore e per la #commissione Agricoltura che ha votato all’unanimità una proposta di legge in materia, Luca Pizzuto ha sottolineato che «dire no oggi significa dire no anche domani difendendo la nostra specificità, le nostre tradizioni e la nostra biodiversità», auspicando il voto unanime del Consiglio sulla mozione.

Il consigliere Pier Mario Manca (Sardegna Vera) ha messo l’accento sul fatto che «occorre un forte impegno comune per salvare una parte importante del nostro patrimonio di cui spesso non riusciamo a comprendere il grandissimo valore». «Proprio la sottovalutazione di questo problema – secondo Manca – ha lasciato campo libero alle multinazionali che usano le sementi per trasformarle in composti da utilizzare in altri campi». «Sementi e piante sono apparentemente selvatiche – ha detto ancora Manca – ma in realtà qualsiasi pianta e qualsiasi animale può darci qualche cose ed anche la biodiversità può darci molto: del resto la gran parte delle molecole usate in sanità vengono dalle foreste pluviali, dove c’è una grande biodiversità». «Che è presente in modo significativo anche in Sardegna – ha affermato il consigliere di Sardegna Vera – con caratteristiche uniche rispetto alle altre Regioni». Manda, infine, ha manifestato apprezzamento per le posizioni espresse dall’assessore, auspicando l’aggregazione di un largo consenso attorno alla mozione.

Gavino Sale (Irs), in apertura del suo intervento, ha sottolineato l’importanza del tema in discussione. «Questa multinazionale non è venuta in Sardegna per fare beneficenza. Se ha deciso di brevettare i semi non è per regalare ricchezza ma per produrla. La Sardegna non è povera perché non ha risorse ma perché le ha regalate. Se non invertiamo la rotta, continueremo ad essere poveri». Il leader indipendentista ha ricordato che nell’Isola esiste già la #Banca del Germoplasma, riconosciuta dal 2005 dall’assessorato dell’Ambiente. «Il ministero dello Sviluppo agricolo – ha proseguito Sale – ha affidato alla Sardegna un ruolo da protagonista per l’individuazione  delle linee guida che consentano di conservare la biodiversità sarda, italiana, mediterranea ed europea». «Il prossimo 15 luglio – ha annunciato il consigliere di iRS – ci sarà un convegno ad Abbasanta con i responsabili dell’università di Cagliari e Sassari da cui nascerà una proposta di legge. Il Pd ne ha presentato un’altra sulle specie coltivabili, manca un proposta per la tutela totale di tutte le biodiversità». Sale, dopo aver annunciato il suo voto a favore della mozione, ha invitato l’Aula ad esprimersi in modo unanime per respingere, una volta per tutte, «le logiche del saccheggio e favorire, finalmente, la valorizzazione delle nostre risorse».

Marco Tedde (Forza Italia) ha invece espresso perplessità sulla mozione. «I contenuti – ha detto Tedde – sono gli stessi di una proposta di legge di iniziativa popolare e di altre tre proposte presentate nei mesi scorsi in Consiglio. Stiamo andando a discutere un documento che tratta un tema già elaborato dalla Commissione che ha prodotto un testo unificato». L’esponente di Forza Italia ha quindi concluso il suo intervento invitando i proponenti a ritirare la mozione.

Luigi Lotto (Pd) ha ricordato che di biodiversità si è iniziato a parlare dal 2007 con un Dl della Giunta Soru. «Finora abbiamo fatto la scelta di occuparci di agrobiodiversità perché di più forte impatto. Oggi si affronta il tema in modo complessivo con un occhio di riguardo anche alle specie spontanee. C’è un Testo Unico che nelle prossime settimane sarà votato dalla  Commissione Agricoltura». Secondo Lotto, La Regione dovrà non solo difendere ciò che è in via d’estinzione ma favorire l’iniziativa degli operatori agricoli e dei produttori di sementi. «Occorre dare un segnale – ha concluso Lotto – c’è la possibilità di produrre ma lo si deve fare in Sardegna. Questo è un settore che può creare economiaۚ».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni ha sottolineato l’importanza della mozione presentata da Pizzuto con una critica all’operato dell’#Agris: «Credo che si debba fare una riflessione più ampia all’interno del Consiglio. Se c’è una pecca nella nostra istituzione e quella di non fare ricerca seria». Dedoni ha poi invitato l’assessore dell’Agricoltura a porre una maggiore attenzione sull’aspetto della ricerca che va implementata e che deve vedere la Sardegna, con le agenzie e le Università, soggetto principale.

Modesto Fenu (Sardegna) si è detto favorevole agli argomenti trattati, che «sono stati sviscerati in tutti i loro aspetti in #commissione Agricoltura».

Il presidente ha dato la parola alla Giunta per la replica. E’ intervenuto l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, che ha ringraziato la Quinta Commissione e il presidente Luigi Lotto  per la proposta di legge approvata sulle biodiversità che darà un quadro normativo per tutelare le diverse specie. «In carenza di norma ci siamo mossi nei confronti della multinazionale olandese e abbiamo comunicato – ha affermato l’assessore – anche al ministero che non siamo disponibili a svolgere il lavoro per cui ci eravamo impegnati in assenza della norma e che quindi non era possibile la raccolta delle erbe prevista per luglio». L’assessore ha poi spiegato che è arrivata la risposta della multinazionale, che ha dichiarato di non voler procedere se non ci fosse stato accordo con le parti per continuare l’attività e ha quindi sospeso la raccolta delle erbe. Falchi ha confermato anche il suo impegno per favorire la ricerca potenziando le agenzie per valorizzare un importante patrimonio della nostra Isola e ha annunciato l’accoglimento della mozione.

Luca Pizzuto, nella replica, ha chiarito che la mozione «non è un atto di contrapposizione  a ciò sta facendo il Consiglio. E’ stata presentata alcune settimane fa per scongiurare il rischio che una multinazionale venisse in Sardegna a brevettare sementi». Pizzuto ha poi annunciato all’Aula la propria disponibilità ad eliminare una parte della mozione ma non a ritirarla. «Stiamo chiedendo un atto politico al Consiglio – ha concluso Pizzuto – bisogna dire con chiarezza che ci prendiamo in carico la tutela della nostra biodiversità».

Modesto Fenu (Zona Franca) ha espresso contrarietà a un’eventuale modifica della mozione. «E’ la stessa richiesta che ho fatto prima per la mia mozione ma questa possibilità mi è stata negata. Non può esserci in quest’Aula disparità di trattamento. Non vogliamo essere presi in giro».

Su questo punto è intervenuto il presidente Ganau per chiarire alcuni aspetti regolamentari. «Luca Pizzuto – ha detto Ganau rivolgendosi a Modesto Fenu – ha chiesto di eliminare un punto della mozione e non di rivederla genericamente. Su questa richiesta deciderà l’Assemblea».

Ha quindi preso la parola il capogruppo del PD Pietro Cocco che ha chiesto cinque minuti di sospensione. Alla ripresa dei lavori è intervenuto il consigliere di Sel Luca Pizzuto che ha chiesto di sospendere la discussione della mozione per poter concordare un ordine del giorno unitario da presentare nella prossima riunione del Consiglio.

Il presidente Ganau ha accolto la richiesta e ha dichiarato chiusa la seduta.

Modesto Fenu copia

Al termine di un breve dibattito, il consigliere regionale Modesto Fenu (Gruppo Sardegna) ha ritirato la mozione n. 50 sulla “richiesta di aggiornamento dell’articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 26 febbraio 1948, Statuto autonomistico della Sardegna”.

Modesto Fenu illustrando il testo ha evidenziato la necessità di istituire un tavolo tecnico su una modifica dello Statuto che ha notevoli potenzialità, «come eliminare addirittura la fiscalità». Secondo Fenu il nuovo articolo 10 deve «essere attuato e deve essere data una corretta informazione a tutti i cittadini» ed ha aggiunto che «non è un argomento che riguarda una sola parte politica, ma tutti i partiti e tutti i sardi».

Il presidente Ganau ha dato la parola all’assessore regionale della Programmazione, Raffaele Paci, il quale si è detto perplesso in merito alle richieste enunciate nella mozione.  Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, e Anna Maria Busia (Cd), intervenuti sull’ordine dei lavori, hanno evidenziato che mancavano i presupposti per discutere la mozione, visto che il novellato articolo 10 è già applicato. Il presidente ha dato la parola al proponente della mozione che ha chiesto cinque minuti di sospensione. Alla ripresa dei lavori, Fenu ha annunciato il ritiro della mozione.

Pietro Cocco 6 copia

«Come annunciato e mantenendo fede agli impegni assunti, il gruppo del PD all’unanimità, ha elaborato una proposta contenente degli obiettivi che saranno alla base della proposta di legge, già definita, da proporre alla commissione consiliare competente sulla modifica e revisione del trattamento pensionistico dei consiglieri regionali, i cosiddetti “vitalizi” in vigore sino alla passata legislatura.»

Il capogruppo del PD in Consiglio regionale, Pietro Cocco, annuncia con una nota l’iniziativa del suo gruppo (gli altri proponenti sono i consiglieri Collu, Demontis, Ruggeri, Comandini, Cozzolino, Deriu, Forma, Lotto, Manca G., Moriconi, Meloni G., Pinna R., Piscedda, Sabatini, Solinas A. e Tendas).

Di seguito, sinteticamente gli obiettivi che saranno alla base della proposta di legge, già definita, da proporre nella commissione consiliare competente.

Art. 1 Soggetti che non abbiano ancora percepito il vitalizio

Il vitalizio potrà essere erogato solo a consiglieri cessati dal mandato e che abbiano compiuto 65 anni.

La misura del vitalizio da erogarsi sarà calcolato secondo le regole generali della previdenza.

Art. 2 Rideterminazione dei vitalizi consiliari in corso di erogazione 

L’importo dei vitalizi già in erogazione a beneficiari che non abbiano compiuto i 65 anni di età, dovrà essere ricalcolato e ridistribuito sull’intera vita pensionistica. In alternativa il beneficiario può rinunciarvi sino all’età di 65 anni.

Art. 3 Incompatibilità 

Incompatibilità con altri vitalizi o indennità da incarichi pubblici e/o da attività lavorativa.

Art. 4 Contributo di solidarietà 

Introduzione di un contributo di solidarietà, per tutti i vitalizi in corso di erogazione, atto a garantire la sostenibilità delle prestazioni nel tempo.

Articolo 5. Corresponsione dell’assegno vitalizio da erogarsi in caso di inabilità o decesso.

In caso di decesso del consigliere, l’importo dell’assegno vitalizio di reversibilità, sarà da calcolarsi con riferimento alle norme generali.

Consiglio regionale 3 copia

Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la risoluzione sugli indirizzi del Consiglio regionale sulla programmazione unitaria 2014-2020.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau. Primo punto all’ordine del giorno il documento n. 1/A della Giunta regionale sulla”Programmazione unitaria 2014-2020. Aggiornamento  e definizione della strategia regionale”. Sul documento la Terza Commissione ha approvato ieri all’unanimità una risoluzione di indirizzi, ai sensi dell’art. 16 della legge regionale 13.

Il presidente Ganau prima di avviare la discussione sul primo punto dell’ordine del giorno ha concesso la parola al capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni sull’ordine dei lavori. Dedoni, a nome della minoranza, ha segnalato al presidente la necessità di inserire al più presto nella programmazione dei lavori dell’Aula una risoluzione sul riordino degli enti locali. «E’ grave – ha detto Dedoni – che non sia stato ancora portato a compimento l’iter per il superamento delle province così successivo ai referendum». Il presidente Ganau ha preso atto della richiesta e invitato il capogruppo dei Riformatori a presentare una richiesta ufficiale nella prossima seduta della Conferenza dei capigruppo convocata per martedì 15 luglio.

Ha quindi preso la parola il presidente della Commissione “Bilancio” Franco Sabatini per illustrare la risoluzione sugli indirizzi di programmazione. «La Commissione – ha esordito Sabatini – ha fatto un lavoro attento e meticoloso grazie anche al lavoro degli uffici. Uno dei punti emersi dalla discussione è la necessità di procedere a una verifica puntuale dell’impatto avuto dalla precedente programmazione nel tessuto economico e sociale dell’Isola per evitare di replicare errori e storture». Sabatini ha ricordato che nel prossimo settennio la Sardegna avrà a disposizione circa 5 miliardi e mezzo di euro «risorse importanti da utilizzare per il rilancio dell’Isola». «La Commissione Bilancio – ha proseguito il presidente – dopo aver sentito gli assessori, le autorità di gestione e tutto il partenariato sociale “ritiene per questo urgente  verificare i piani operativi e la loro applicazione, dalla spendita dei fondi alla pubblicazione dei bandi. Oggi andiamo a pianificare un nuovo settennio, occorre avere un quadro preciso dell’impatto avuto in passato dalla programmazione dei fondi». Sabatini ha ricordato le criticità del passato: «Dei fondi del Fesr – ha sottolineato Sabatini – molti sono stati destinati ad altro: 243 milioni di euro per il Fondo di garanzia a favore delle imprese, 70 al Fondi Jessica, 30 per la reindustrializzazione delle aree in crisi. Ciò ha consentito la rendicontazione immediata delle risorse all’Unione europea, scongiurando la perdita dei finanziamenti, ma, allo stesso tempo, ha distolto un grande quantitativo di denaro per gli altri interventi dei Programmi operativi. Solo 139 milioni sono stati realmente impegnati. Divisi per un settennio il budget è di 27 milioni annui. Tolta la quota di finanziamento a carico della Regione arriviamo a 14 milioni all’anno. Un risultato negativo che mette in risalto una incapacità di spendita delle risorse». Secondo Sabatini, per rimediare a queste criticità serve un miglior coordinamento dei soggetti interessati. «Il rallentamento nella programmazione è dipeso anche dagli enti locali spesso non attrezzati per la predisposizione dei documenti. Ai comuni, ai Gal e alle province, la Regione deve mettere a disposizione l’assistenza tecnica. Si deve agire tutti insieme per riuscire a ottenere i risultati sperati. Nel prossimo settennio  – ha concluso il presidente della commissione Bilancio – i 5 miliardi e mezzo devono farci fare un salto di qualità».

Il presidente del Consiglio ha dato la parola al consigliere di Forza Italia, Alessandra Zedda, la quale ha riconosciuto il lavoro fatto in Commissione con un confronto aperto e leale tra maggioranza e opposizione. L’esponente della minoranza ha garantito che la volontà del partito è di schierarsi unito per il bene della Sardegna per dare il proprio contributo a una programmazione efficace che consenta di spendere i 5 miliardi e mezzo nei prossimi 7 anni. «Ricordo – ha poi affermato – che grazie all’azione della Giunta Cappellacci la nostra regione è stata ammessa tra le regioni di transizione e questo ha fatto sì che avessimo questi fondi in più da spendere per il rilancio del territorio che vive una terribile crisi». Zedda ha ricordato che la commissione, con la risoluzione, ha voluto dare delle indicazioni e aprire una nuova era della programmazione dei fondi europei: «Avremmo anche il piacere di partecipare attivamente alla programmazione come Consiglio regionale». E ha aggiunto: «È una materia che non ha un colore politico, è una materia della Sardegna». Zedda ha spiegato che, per essere in linea con le indicazioni dell’Unione europea, bisogna puntare su progetti specifici e mirati e non su una programmazione generale.  Il vice capogruppo di Forza Italia ha proposto ai colleghi di monitorare con più frequenza l’andamento dei programmi e di avere il coraggio di sospendere quegli obiettivi che non danno risultati.

Il presidente ha, poi, dato la parola al capogruppo di Sel, Daniele Secondo Cocco: «In commissione sono state recepite le modifiche e le proposte di tutte le parti politiche ed è tutto presente nella risoluzione. Più di cinque miliardi da spendere che dobbiamo mettere a frutto per la Sardegna». Cocco ha poi concluso: «E’ un momento importante per il Consiglio regionale che deve lavorare bene anche facendo tesoro degli errori fatti precedentemente. Ringrazio i colleghi dell’opposizione che hanno dimostrato un grande senso di responsabilità e hanno consentito di arrivare in aula in tempi brevissimi».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha invitato l’Aula a non minimizzare la portata dell’argomento in discussione che, anzi, va esaltato. Ha poi sottolineato l’atteggiamento costruttivo e propositivo dell’opposizione aggiungendo che, con l’approvazione unanime del documento, «abbiamo voluto lasciare un segnale molto preciso: il blocco della programmazione regionale, intendendo con questo una pluralità di soggetti anche amministrativi e tecnici, deve cambiare passo». Va chiarito inoltre, ha proseguito Dedoni, «che il Consiglio non accetterà mai di essere un semplice passacarte; ha espresso piuttosto la volontà comune di essere un soggetto veramente attivo della nuova programmazione regionale». Bisogna poi avere le idee molto chiare, ha concluso il capogruppo dei Riformatori, «sulla Sardegna che vogliamo per il domani e in questo senso va ribadita l’importanza di alcuni passaggi cruciali della programmazione regionale nei quali il Consiglio deve essere sempre coinvolto».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha sottolineato positivamente la condivisione dei contenuti del documento. Le politiche di sviluppo, ha poi osservato, «non hanno dimostrato sempre di essere efficaci, per responsabilità per certi aspetti di tipo generale; le risorse disponibili, pari a circa 5 miliardi di euro, devono essere un punto di partenza per cambiare il volto della Sardegna, evitando di ripetere gli errori del passato». Come quelli compiuti in materia di sostegno al lavoro, ha citato Cocco a titolo di esempio, «che, nonostante una dotazione complessiva di 1 miliardo e mezzo di euro, non hanno prodotto i risultati sperati come hanno certificato tutte le analisi di settore: ci sono state dispersioni, non si è inciso in profondità». Adesso, ha sottolineato il capogruppo del Pd, «abbiamo l’occasione di fare un salto di qualità, non giocando al ribasso ma al rialzo, per spendere queste risorse elaborando progetti di qualità». Fra questi, ha concluso, «va dedicata una particolare attenzione al nuovo assetto istituzionale della Sardegna, dove probabilmente nasceranno due grandi aree metropolitane, ma dobbiamo darci un indirizzo preciso su tutti i territori utilizzando le esperienze migliori, a cominciare dalla fiscalità di sviluppo sulla base del modello Sulcis».

Ha quindi preso la parola l’assessore alla Programmazione Raffaele Paci. «Le osservazioni e i suggerimenti della Commissione sono condivisi dalla Giunta – ha detto l’assessore -. La risoluzione approvata mette in luce le stesse criticità che noi abbiamo individuato nella precedente programmazione:  dispersione, mancanza di coordinamento, difficoltà di spendita dei fondi, incapacità istituzionale di Regione ed enti locali. Tutti questi elementi ci devono servire per migliorare nell’attuale fase di programmazione».

Raffaele Paci ha poi sottolineato la difficoltà a cui devono far fronte gli uffici: «Non è facile predisporre i documenti nei tempi dovuti. A tutt’oggi l’Italia non ha ancora ricevuto dall’Unione Europea l’accordo di partenariato con le osservazioni fatte. Nonostante manchi il documento dell’Ue siamo obbligati ad andare avanti nella programmazione senza sapere che cosa contengono i Piani operativi nazionali». Secondo l’assessore, però, non bisogna scoraggiarsi:  una volta licenziata la proposta della Regione (entro il 22 luglio) nei sei mesi successivi si aprirà una fase di concertazione nella quale saranno definiti i POR.

«Durante i prossimi mesi l’interlocuzione con il Consiglio sarà continua – ha assicurato Paci – vogliamo arrivare a una programmazione degli interventi quanto più condivisa. Sui temi strategici non esistono distinzioni tra maggioranza e opposizione. Le ricadute vanno in tutti i territori. Auspico per questo un ampio coinvolgimento del partenariato e dei portatori di interesse. La partita vera si gioca quando vengono scritti i bandi: da questi dipenderà l’effettiva efficacia degli interventi. Sono risorse importanti: faremo lo sforzo per mettere a sistema tutte le risorse in modo che siano un’occasione di crescita per tutta la Sardegna. Lo vogliamo fare in piena sintonia con il Consiglio.»

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il documento che è stato approvato all’unanimità dall’Aula.

Le zone franche copertina

Verrà presentato venerdì 11 luglio, a partire dalle ore 17.30, nella sala conferenze della #Grande Miniera di Serbariu, il libro “Le Zone Franche“, di Aldo Berlinguer e Tore Cherchi, G. Giappichelli editore.

Nel pieno della crisi, lobiettivo della #Zona franca è ritornato di grande attualità. Prevale una visione conflittuale e rivendicativa: da un lato la Zona franca è presentata come la soluzione dei problemi dello sviluppo, dallaltro è liquidata come un vecchio e superato arnese. Si è tentato di chiarire se ci sia evidenza dellattualità e utilità di una Zona franca estesa allintera isola o limitata a porzioni del suo territorio. Le risposte  non possono prescindere dallavvertenza preliminare che le Zone franche sono uno strumento molto sofisticato, fatto non soltanto di fisco favorevole, ma anche e sempre più di servizi, burocrazia ed infrastrutture ottimali, contesti lavorativi favorevoli, progetti definiti, forte motivazione politica e managers allaltezza del compito.

Il dibattito, coordinato dal giornalista Sandro Mantega, verrà aperto da Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia.

Sono previsti gli interventi degli autori e dei deputati Emanuele Cani e Francesco Sanna; dei consiglieri regionali Luca Pizzuto, Ignazio Locci e Pietro Cocco; del sindaco di Portoscuso Giorgio Alimonda; di Mariano Lo Piccolo del Comitato Zona franca.

Pietro Cocco 6 copia

Il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Pietro Cocco, ha commentato con soddisfazione la rapidità con la quale la 6ª commissione consiliare, all’unanimità, ha concesso il parere positivo al progetto per il nuovo ospedale di Olbia consentendo alla Giunta regionale il rispetto dei tempi per l’adozione della delibera che autorizza la nascita del nuovo polo sanitario.

«Un risultato importante – ha aggiunto Pietro Cocco – voluto con grande senso di responsabilità da tutte le forze politiche presenti, una soluzione auspicata, in grado di assicurare elevati standard di assistenza sanitaria con presìdi di eccellenza, di alta specializzazione e ricerca che avrà ricadute positive sul tessuto sociale e occupazionale del territorio e di tutta la Sardegna.»

Pietro Cocco 6 copia

«Il severo giudizio espresso dalle Sezioni Riunite della #Corte dei Conti nei riguardi della gestione dell’esercizio finanziario 2013 della Regione Sardegna dell’allora Giunta Cappellacci, sintetizza ed esplicita in maniera inequivocabile il giudizio già esternato dal Centrosinistra in ogni occasione possibile, esercitato sia in discussioni che con la  produzione di atti ispettivi.» Lo dice Pietro Cocco, capogruppo del #Partito Democratico in Consiglio regionale.

«Nella passata legislatura – aggiunge Pietro Cocco – non solo non si è riusciti ad effettuare nessuna riforma organica né alcuna semplificazione dalla macchina amministrativa, ma al contrario si è dato vita ad una creazione smisurata di enti e di agenzie, spesso con competenze sovrapposte, carenti sotto l’aspetto dell’offerta di servizi utili per i semplici cittadini e per gli enti locali, che faticano ad avere celerità nelle risposte e spesso anche certezza di diritto.»

«L’attuale Giunta, come già annunciato col programma di governo, intende perseguire il riordino istituzionale di snellimento, razionalizzazione ed accorpamento delle competenze della amministrazione regionale – sottolinea ancora Cocco – per conseguire obiettivi di efficienza, funzionalità e risparmio. La Corte si sofferma inoltre in maniera puntuale sulla gestione dei #Fondi comunitari e li definisce talmente deficitari da comportare il rischio della perdita dei finanziamenti: in totale antitesi a quanto ancora oggi vanno sostenendo Cappellacci e il precedente assessore al bilancio.»

Infine, Pietro Cocco rivolge un plauso per l’umiltà che caratterizza il presidente Francesco Pigliaru e la Giunta regionale, che nel prendere atto delle rilevazioni della Corte, le apprezza, e dichiara unitamente all’assessore Paci  di voler «agire nella più leale forma di collaborazione con la stessa Corte, così come con lo Stato, dopo anni di contenzioso eccessivo ed inutile».

Pietro Cocco 1 copiaEsercitazioni militari copia

Il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Pietro Cocco, ieri sera ha espresso la propria condivisione in merito alla mancata firma da parte del presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, del protocollo d’intesa proposto dal ministero della Difesa sulle servitù militari in Sardegna ed ha detto di condividere la decisione del presidente di proseguire il confronto col ministero per la progressiva riduzione dell’attuale gravame militare attraverso assunzione di impegni precisi e certi.

«Le condizioni proposte dal Governo – ha concluso Pietro Cocco – appaiono aleatorie e distanti rispetto ai contenuti dell’ordine del giorno approvato due giorni fa in Consiglio regionale e, soprattutto, rispetto alle aspettative del popolo sardo.»

Francesco Pigliaru 1 copia
Il Consiglio regionale ha dato mandato al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, di portare oggi, mercoledì 18, a Roma, al tavolo della seconda Conferenza Nazionale sulle Servitù militari, una posizione della Sardegna forte, unitaria e condivisa. Ieri pomeriggio, infatti, a conclusione dei lavori dell’aula, è stato approvato un Ordine del giorno sulle dichiarazioni del Presidente in relazione alle servitù militari dopo l’audizione in IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati, a conclusione della discussione. Nell’ordine del giorno, che ha come primo firmatario il capogruppo del Partito Democratico Pietro Cocco e porta la firma di altri 12 consiglieri tra maggioranza d opposizione, si fa il punto sulla situazione attuale delle servitù nell’isola, ribadendo il rispetto per il ruolo delle forze armate e nello stesso tempo prendendo atto della necessità di un riequilibrio.

Come indicato dal voto del Consiglio, Francesco Pigliaru proseguirà l’azione politica con il Governo volta al riequilibrio del gravame militare sul territorio sardo. L’Odg approvato impegna il Presidente della Regione a proseguire quindi le interlocuzioni con il Governo, a partire dai lavori della seconda Conferenza Nazionale, per arrivare alla stipula di un’Intesa i cui contenuti dovranno essere preliminarmente illustrati al Consiglio regionale. Cuore dell’accordo sarà sancire l’impegno del Governo appunto verso un riequilibrio del gravame militare, attraverso la previsione di una progressiva diminuzione delle aree soggette a vincoli, la dismissione di alcuni poligoni e la riconversione di altri punti fondamentali saranno inoltre l’istituzione di osservatori permanenti per il monitoraggio ambientale in ciascun poligono militare e l’avvio di una valutazione indipendente, secondo standard internazionali, degli eventuali costi da mancati sviluppi alternativi dei territori. Si dovrà prevedere, in più, l’avvio di un tavolo tecnico finalizzato alla ridefinizione del sistema dei contributi ai Comuni maggiormente oberati da servitù militari. L’Intesa dovrà poi stabilire la destinazione, nell’ambito dei processi di riconversione delle attività svolte nei poligoni, di una quota degli investimenti statali in ricerca e innovazione anche in una prospettiva “dual use”, in misura proporzionale al gravame militare, al fine di avviare processi di sviluppo e di incremento dell’occupazione e delle competenze nei territori. Tra i contenuti, infine, la sospensione delle esercitazioni militari nel periodo estivo a partire dal primo giugno al 30 settembre.