5 December, 2024
HomePosts Tagged "Pietro Cocco" (Page 44)

Francesco Pigliaru 1 copia

Una delegazione di #Qatar Foundation Endowment ha fatto visita ieri mattina a Villa Devoto. Il presidente della Regione Francesco Pigliaru e l’assessore della Sanità Luigi Arru hanno incontrato Sheik Faisal Bin Thani Al Thani, CIO di QFE, accompagnato da Tidu Maini (#Executive Committee Member QFI & QFE, Advisor HrH Sheika Moza Bint Nasser). Hanno partecipato all’incontro Sultan Alflasi (#Head Of Cabinet Sheik Faisal Bin Thani Al Thani) e Lucio Rispo (#Investment Project Manager QFE). L’attività di ricerca della QFE e gli investimenti nell’ambito dell’economia della conoscenza sono stati gli argomenti affrontati, con particolare riferimento all’ex ospedale San Raffaele di Olbia.

«Con Faisal Bin Thani Al Thani e Tidu Maini abbiamo fatto il punto sul progetto dell’ex ospedale San Raffaele di Olbia – ha detto il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, al termine della visita -. Come ho già avuto modo di dire, nella nostra proposta di governo ci siamo impegnati a dare risposte rapide e in tempi certi a investitori importanti e quindi anche in questo caso stiamo mantenendo l’impegno. Oggi abbiamo ribadito quanto sia importante definire con la QFE, come stiamo facendo e come abbiamo concordato nella nostra intesa, un percorso armonico con il processo di riorganizzazione e razionalizzazione della rete ospedaliera della Sardegna. È stata un’altra tappa del nostro lavoro per portare all’attenzione del Consiglio regionale, che nei tempi dati prenderà la decisione finale, una proposta soddisfacente per tutto il sistema regionale e di cui siano visibili i vantaggi per l’intera Sardegna – ha proseguito Francesco Pigliaru -. La QFE investe 6 miliardi di dollari l’anno in ricerca. La visita di questa mattina a Villa Devoto dei vertici di un investitore internazionale di questo livello per la Sardegna e per l’Italia, dimostra che qualcosa sta finalmente cambiando. Uno degli indicatori fondamentali dell’andamento di un’economia, infatti, è attrarre investimenti esteri di qualità, e l’Italia, tra i paesi sviluppati è notoriamente in fondo alla classifica per quanto riguarda l’attrazione di investimenti di questo tipo. Per la Sardegna, in particolare, è una grande opportunità e stiamo lavorando perché questa opportunità possa essere colta nella piena condivisione di tutti. Significa creare centinaia di posti di lavoro in più, contribuire a migliorare l’offerta e i livelli di assistenza sanitaria per i sardi, ridurre i flussi di emigrazione sanitaria passiva, attrarre i flussi dal resto dell’Italia e dall’Europa. Stiamo parlando di creare un hub sanitaria di livello internazionale – ha concluso il presidente della Regione -, un punto di ricerca di eccellenza nel quale i centri di ricerca e le università del nostro sistema regionale potranno essere protagonisti».

Al termine dell’incontro, gli ospiti hanno visitato la mostra dedicata ai #Giganti di Monti Prama nelle sale del Museo Archeologico.

A proposito dell’incontro tenutosi ieri mattina a Villa Devoto tra il presidente Pigliaru e una delegazione del Qatar, il capogruppo del #Partito Democratico, Pietro Cocco, nel ribadire la massima fiducia nell’azione del Presidente per la trattativa sul progetto di realizzazione del nuovo ospedale di Olbia, lo incoraggia a proseguire nella complessa operazione che richiede particolare impegno, nonché particolari capacità strategiche e progettuali, e che contribuisce al raggiungimento di un processo di  risanamento economico e sociale della nostra Isola appena iniziato da questa nuova Giunta.

«Questo progetto, infatti, oltre che  un polo di eccellenza che migliorerà i livelli di assistenza sanitaria per i sardi – scrive Pietro Cocco in una nota -, mira anche ad  attrarre notevoli risorse economiche che rappresenterà un’opportunità di creazione di nuovi posti di lavoro.»

Francesco Pigliaru 1 copia

Visita della delegazione di Qatar Foundation Endowment questa mattina a Villa Devoto. Il Presidente della Regione Francesco Pigliaru e l’assessore della Sanità Luigi Arru hanno incontrato Sheik Faisal Bin Thani Al Thani, CIO di QFE, accompagnato da Tidu Maini, (Executive Committee Member QFI & QFE, Advisor HrH Sheika Moza Bint Nasser). Hanno partecipato all’incontro Sultan Alflasi, (Head Of Cabinet Sheik Faisal Bin Thani Al Thani) e Lucio Rispo, (Investment Project Manager QFE). L’attività di ricerca della QFE e gli investimenti nell’ambito dell’economia della conoscenza sono stati gli argomenti affrontati, con particolare riferimento all’ex ospedale San Raffaele di Olbia.

«Con Faisal Bin Thani Al Thani e Tidu Maini abbiamo fatto il punto sul progetto dell’ex ospedale San Raffaele di Olbia – ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru al termine della visita -. Come ho già avuto modo di dire, nella nostra proposta di governo ci siamo impegnati a dare risposte rapide e in tempi certi a investitori importanti e quindi anche in questo caso stiamo mantenendo l’impegno. Oggi abbiamo ribadito quanto sia importante definire con la QFE, come stiamo facendo e come abbiamo concordato nella nostra intesa, un percorso armonico con il processo di riorganizzazione e razionalizzazione della rete ospedaliera della Sardegna. È stata un’altra tappa del nostro lavoro per portare all’attenzione del Consiglio regionale, che nei tempi dati prenderà la decisione finale, una proposta soddisfacente per tutto il sistema regionale e di cui siano visibili i vantaggi per l’intera Sardegna – ha proseguito Francesco Pigliaru -. La QFE investe 6 miliardi di dollari l’anno in ricerca. La visita di questa mattina a Villa Devoto dei vertici di un investitore internazionale di questo livello per la Sardegna e per l’Italia, dimostra che qualcosa sta finalmente cambiando. Uno degli indicatori fondamentali dell’andamento di un’economia, infatti, è attrarre investimenti esteri di qualità, e l’Italia, tra i paesi sviluppati è notoriamente in fondo alla classifica per quanto riguarda l’attrazione di investimenti di questo tipo. Per la Sardegna, in particolare, è una grande opportunità e stiamo lavorando perché questa opportunità possa essere colta nella piena condivisione di tutti. Significa creare centinaia di posti di lavoro in più, contribuire a migliorare l’offerta e i livelli di assistenza sanitaria per i sardi, ridurre i flussi di emigrazione sanitaria passiva, attrarre i flussi dal resto dell’Italia e dall’Europa. Stiamo parlando di creare un hub sanitaria di livello internazionale – ha concluso il presidente della Regione -, un punto di ricerca di eccellenza nel quale i centri di ricerca e le università del nostro sistema regionale potranno essere protagonisti».

Al termine dell’incontro gli ospiti hanno visitato la mostra dedicata alle statue di Mont’e Prama nelle sale del Museo Archeologico.

A proposito dell’incontro tenutosi stamane a Villa Devoto tra il presidente Pigliaru e una delegazione del Qatar, il capogruppo del PD Pietro Cocco, nel ribadire la massima fiducia nell’azione del Presidente per la trattativa sul progetto di realizzazione del nuovo ospedale di Olbia, lo incoraggia a proseguire nella complessa operazione che richiede particolare impegno, nonché particolari capacità strategiche e progettuali, e che contribuisce al raggiungimento di un processo di  risanamento economico e sociale della nostra Isola appena iniziato da questa nuova Giunta.

Questo progetto, infatti, oltre che  un polo di eccellenza che migliorerà i livelli di assistenza sanitaria per i sardi – secondo Pietro Cocco -, mira anche ad  attrarre notevoli risorse economiche che rappresenterà un’opportunità di creazione di nuovi posti di lavoro.

Pieghevole Provincia Amici 1 Pieghevole Provincia Amici 2

L’associazione “Amici della Vita” e l’Amministrazione comunale di Iglesias hanno organizzato un convegno sulla fetopatia alcolica per sabato 7 giugno, alle 10.00, presso la Sala Remo Branca di  Iglesias. Sono stati invitati i consiglieri regionali del Sulcis (Luca Pizzuto, Pietro Cocco, Ignazio Locci e Gigi Rubiu ) e la Commissione Sanità (interverranno il presidente Raimondo Perra e il consigliere-pediatra Lorenzo Cozzolino) che recentemente ha approvato la proposta di legge sulla prevenzione della fetopatia Alcolicae  nelle prossime settimane andrà alla valutazione dell’intero Consiglio regionale per la definitiva approvazione. Si tratta della prima legge al mondo che tutela la Vita Debolissima (il bambino dell’alcolista) e la Vita debole della madre alcolista, per la prima volta considerata malata da accogliere, sostenere e affiancare verso  una nuova esistenza. Interverranno, inoltre, il vescovo di Iglesias, monsignor Giovanni Paolo Zedda; CGIL-CISL-UIL del Sulcis Iglesiente; le ACLI; Tore Cherchi, Giorgio Locci, Elvira Usai, Mario Crò, Fabio Enne, Roberto Puddu, Giuseppe Madeddu, i sindaci Emilio Gariazzo (Iglesias), Paolo Dessì (Sant’Anna Arresi), Learco Fois (Giba), Antonello Pirosu (Villaperuccio), Marco Antonio Piras (Tratalias), Ivo Melis (Masainas), numerose associazioni e parrocchie che sostengono la proposta di legge sulla fetopatia alcolica, nella speranza che in tempi stretti diventi realtà.

Attendati Alcoa 3 copia

Il capogruppo del PD in Consiglio regionale, Pietro Cocco, esprime soddisfazione per il risultato ottenuto nella giornata odierna nell’Aula del Senato, dove all’unanimità è stata approvata la mozione presentata dal gruppo del PD sulla vicenda dell’Alcoa.

«Un particolare apprezzamento – ha detto Pietro Cocco – per le parole spese dal capogruppo del PD in Senato on.le Luigi Zanda che, a ridosso delle ultime consultazioni elettorali europee ha fatto visita ai lavoratori dell’azienda per rendersi conto delle condizioni di oggettiva precarietà in cui vivono da mesi, sotto  una tenda sistemata davanti ai cancelli della fabbrica nel tentativo di salvaguardare il posto di lavoro e verso i quali l’on. le Zanda ha mostrato sensibilità e  promesso il proprio impegno per tentare di risolvere la vertenza.»

«Un passo è stato fatto oggi in Senato con la mozione che ha impegnato il Governo ad intraprendere ogni iniziativa utile per il mantenimento in vita dell’azienda e per il suo rilancio. Rimane la consapevolezza – ha concluso Cocco – che non bisogna abbassare comunque la guardia e occorre continuare a lottare per raggiungere risultati concreti.»

Palazzo della Regione 1 copia

Si è tenuto questa mattina a palazzo Chigi il primo incontro del tavolo politico sulle questioni relative alla situazione finanziaria della regione Sardegna, con particolare riferimento ai limiti imposti dal #Patto di stabilità. Presenti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, il ministro dell’Economia, Pietro Carlo Padoan, il ministro per gli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta, e il presidente della regione Sardegna, Francesco Pigliaru.

«Il governo e la regione Sardegna – si legge nella nota stampa diffusa da Palazzo Chigi -, hanno concordato di:

• avviare un percorso per superare l’attuale impianto di regole che consenta di giungere già nel 2015 al sistema di pareggio di bilancio, che rappresenta la soluzione strutturale al problema della regione Sardegna, all’interno di un progetto più ampio che riguardi tutte le regioni a statuto speciale;

• accordare in ragione della specificità della regione Sardegna, così come definito dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 118 del 2012, e nelle more della transizione verso il nuovo regime di pareggio di bilancio un adeguato ampliamento dello spazio finanziario per il 2014 che verrà definito, in armonia con gli obiettivi di finanza pubblica, entro 10 giorni.»

Al termine della riunione, il presidente Francesco Pigliaru ha commentato: «Il risultato importante dell’incontro di oggi è l’impegno che il Governo ha preso nei confronti della regione Sardegna di cancellare definitivamente, a partire dal 2015, l’assurdo vincolo del patto di stabilità che ha sinora impedito di utilizzare tutte le nostre entrate. Dal 2015, infatti, tutte le nostre entrate potranno essere totalmente usate per finanziare le politiche di sviluppo dei nostri territori. L’adozione della regola del pareggio di bilancio definisce finalmente un quadro di buon senso che ci attribuisce piena responsabilità nella gestione efficiente delle nostre risorse – ha concluso il presidente Pigliaru – e che ci incentiva ad utilizzarle con la massima attenzione».

La notizia giunta da Roma è stata accolta entusiasticamente dal capogruppo del PD Pietro Cocco.

«Siamo la prima Regione in Italia – ha commentato Pietro Cocco – che grazie al lavoro svolto dalla Giunta Pigliaru in sinergia col Governo Renzi, è riuscita ad ottenere il risultato straordinario di portare la Sardegna dal 2015 fuori dai vincoli del patto di stabilità. Ci viene restituita una maggiore autonomia di azione che ci consentirà di rilanciare le politiche sociali e di risanamento della nostra isola.»

«Per il 2014 – ha aggiunto Pietro Cocco – la Giunta ha chiesto l’utilizzo di 1 miliardo e 200 milioni (per i quali il Governo ha chiesto 10 giorni di tempo), che potranno tradursi nella possibilità per la Regione di trasferire ai  Comuni della Sardegna risorse importanti  per i propri bilanci.»

Dalle parole di Pietro Cocco e dallo stesso titolo della nota stampa con la quale la Giunta regionale ha annunciato l’esito della riunione di questa mattina («Patto di stabilità, via il vincolo dal 2015, entro 10 giorni nuovo tetto per il 2014»), parrebbe ormai certa la cancellazione del Patto di stabilità a partire dal 2015 ma, in realtà, purtroppo, così non è, perché questa mattina a Roma con il Governo, la regione Sardegna, come riporta correttamente la nota stampa diffusa da Palazzo Chigi, ha concordato di avviare un percorso per arrivare a quel risultato già nel 2015., ma dai buoni propositi al traguardo finale, c’è ancora della strada da fare.

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

La seduta del Consiglio regionale si è aperta sotto la presidenza del presidente Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Aula ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la mozione n. 22 (Floris e più) “sullo Statuto sardo di autonomia e riforma del Titolo V della Costituzione”.

Il presidente Ganau ha dato la parola al consigliere Mario Floris (Sardegna – Uds) per l’illustrazione della mozione.

Il consigliere Mario Floris (Sardegna – Uds) ha affermato che, sulla materia istituzionale, «è giunto il momento delle grandi decisioni per la Sardegna, a 60 anni dall’autonomia, un momento fatidico nel quale il Consiglio regionale deve prendere coraggio, superando le appartenenze e sottoponendo al governo un nuovo statuto di autonomia per restituire alla Sardegna quella funzione che ha storicamente avuto nel mediterraneo e nel mondo».

In questa prima fase della legislatura, ha proseguito Floris, «c’è un fervore di iniziative nel rapporto fra Stato e Regione, un buon viatico ma le tante proposte tendono ancora a delegare scelte e decisioni, dobbiamo invece mostrare lo stesso coraggio della scorsa legislatura, quando abbiamo avviato un grande processo di auto riforma a partire dalla riduzione del numero dei consiglieri, e dire noi quale Statuto deve guidare la Sardegna nel futuro». Non abbiamo più tempo, ha proseguito il consigliere, «la Giunta può predisporre un testo entro 90 giorni sul quale il Consiglio deve pronunciarsi al massimo entro il prossimo autunno». Non possiamo correre il rischio di un nuovo fallimento, ha ammonito Floris citando Emilio Lussu che, a proposito dello Statuto sardo ricordava: «E’ entrato un leone, è uscito un gatto».

Floris si è detto poi molto preoccupato «per l’idea neo centralista del Presidente del Consiglio, rispettosa solo formalmente del sistema delle autonomie, un’idea frettolosa e pressappochista sempre più simile a una matassa aggrovigliata». Non c’è tempo da perdere per presentare il nostro conto allo Stato, ha detto infine Floris, «lo hanno detto stamane anche ai Sindaci parlando di patto di stabilità e Titolo III, ora dobbiamo muoverci senza dividerci perché è giunto il tempo dei fatti».

Il consigliere Edoardo Tocco (FI) ha affermato che la mozione «è un invito evidente a continuare la battaglia dell’autonomia e dell’orgoglio del popolo sardo, chiudendo per sempre la pagina delle rivendicazioni su questa o quella materia». L’iniziativa deve partire da noi, ha continuato Tocco, «abbiamo tante potenzialità e tante risorse e dobbiamo farle valere; anche per questo è auspicabile che la mozione sia condivisa non solo dall’opposizione ma da tutto il Consiglio, sosterremo anche la Giunta quando sosterrà le giuste ragioni della Sardegna».

Il consigliere Marcello Orrù (Psd’Az) ha sottolineato che il punto qualificante della mozione «è mettere un freno alla proposta di riforma dello Stato, una vera dichiarazione di guerra contro la Sardegna, con tutte le competenze su materie strategiche che rischiano di tornare sotto il controllo dello Stato». L’autonomia della nostra isola, ha detto ancora Orrù, «nasce da un diritto naturale e storico, da una insularità che è diventata la spinta forte alla libertà attraverso l’autonomia; ora dobbiamo tradurre questa cultura in atti concreti». Con la riforma del 2001, ha proseguito il consigliere sardista, «si è introdotto il principio di sussidiarietà, le decisioni si prendono nel luogo più vicino ai cittadini; dobbiamo proseguire su questa strada, decentrando verso i Comuni e chiamandoli a partecipare alle decisioni regionali». Da Orrù, infine, un invito a stringere i tempi: «La Giunta deve predisporre una bozza di Statuto in tempi rapidi e il Consiglio deve approvarlo in tempi altrettanto rapidi».

Il consigliere di Sel, Francesco Agus, ha affermato che il tema delle riforme deve essere il “perno della legislatura” e sottolineato come le ultime due legislature precedenti siano da considerarsi come “perse” in materia di riforme. Nel frattempo, ha proseguito Agus, la nostra istituzione autonomistica «è ai limiti della praticabilità» e lo Statuto sardo risente del tempo («è cucito su misura al sistema sardo del 1945») e non tiene conto delle sempre più “invadenti” norme comunitarie. «Il tutto – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – ha provocato una separazione tra lo Statuto formale e ciò che è in pratica il nostro statuto». Il consigliere di Sel ha invitato Consiglio e Giunta a procedere in parallelo con la riscrittura dello Statuto, la revisione delle leggi fondamentali della Regione e la riforma degli Enti locali. I ritardi accumulati negli anni sull’argomento fanno sì che sia «concreto il rischio di vedere limitata la nostra specialità». «Mai come oggi – ha spiegato Agus – si salva ciò che è veloce, efficace, trasparente, smart mentre la nostra istituzione non è niente di tutto ciò e tantomeno appare al passo con i tempi». Per Francesco Agus l’attacco all’Autonomia non si combatte con “la chiusura in se stessi” né “piegandosi alle logiche di parte”. Il consigliere della maggioranza ha dunque illustrato le iniziative avviate dalla Prima commissione consiliare in materia di riforme istituzionali. «Domani – ha spiegato il presidente del parlamentino dell’Autonomia – prende il via il ciclo di audizioni sulle riforme che coinvolgerà rappresentanze istituzionali, politiche e sociali». I lavori della commissione incominceranno domani con le audizioni dei rappresentanti di Anci e Cal («iniziamo dai più deboli e dai più esposti alla crisi»). Il consigliere Agus ha auspicato l’approvazione di un documento unitario che sancisca una univoca posizione del Consiglio regionale per le riforme e a difesa dell’Autonomia, evitando di dividersi sui “temi e sui metodi”.

Il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, ha spiegato le ragioni della sottoscrizione della mozione illustrata dall’onorevole Mario Floris, evidenziando come il documento in discussione ponga l’accento sull’urgenza del tema delle riforme e sui pericoli che derivano all’Autonomia sarda dalla bozza di modifica del Titolo V della Costituzione della Repubblica. L’esponente della minoranza ha denunciato “l’assenza” della Sardegna dal dibattito nazionale sulle grandi riforme ed evidenziato come oggi («in particolare alla luce dei risultati delle recenti elezioni europee») sia in discussione l’impianto complessivo della specialità sarda.

Michele Cossa è quindi entrato nel merito del “metodo”, ricordando il risultato referendario del 2012 a favore dell’istituzione dell’Assemblea costituente del popolo sardo per la riscrittura dello Statuto. «Richiamiamo l’attenzione del Consiglio – ha dichiarato Cossa – su quanto chiesto dai sardi con il referendum e chiediamo sia data una risposta». Il consigliere dei Riformatori ha espresso il proprio favore per l’Assemblea costituente, definendola come lo strumento più adeguato per combattere l’aggressione alla nostra Autonomia e per riscrivere il nuovo Statuto.

Il consigliere del gruppo “Soberania e Indipendentzia”, Augusto Cherchi, ha affermato in premessa «il diritto dei sardi all’autodeterminazione» insieme con «l’altrettanto chiaro diritto all’autogoverno».

Per l’esponente della maggioranza la bozza di riforma del Titolo V concretizza il neo centralismo in atto da parte dello Stato italiano. «E il neo centralismo – ha spiegato Cherchi – si combatte con l’idea nuova di stato sardo». Augusto Cherchi ha rimarcato la necessità di ridefinire i rapporti tra la Sardegna e Italia, mettendo al centro del processo l’idea di sovranità. Il consigliere del gruppo “Soberania e Indipendentzia” ha auspicato l’apertura di una nuova stagione costituente e sottolineato come «i sardi siano titolari di una sovranità originaria e non delegata dallo Stato italiano».

Il presidente Ganau ha dato, poi, la parola ad Angelo Carta (Psd’Az), il quale ha dichiarato di aver sottoscritto questa mozione perché l’ha ritenuta di fondamentale importanza per la Sardegna. E’ importante però, secondo Carta, coinvolgere anche la società sarda nella riscrittura dello Statuto. «Il popolo sardo ci guarda con diffidenza», bisogna decidere in che modo coinvolgerlo in questo importante processo di modifica e di tutela dell’autonomia della Sardegna. Per Carta alla mozione va aggiunta l’istituzione dell’Assemblea costituente per la riscrittura dello Statuto: «E’ lo strumento migliore per coinvolgere il popolo sardo, non è una diminutio per il Consiglio regionale».

Un ringraziamento al proponente della mozione, Mario Floris, è stato espresso da Oscar Cherchi, consigliere regionale di Forza Italia, perché «ha posto l’accento su un tema importante e scottante». L’esponente dell’opposizione ha ricordato come quanto sta accadendo a livello nazionale, con la modifica del Titolo V, vede la diminuzione dell’autonomia delle regioni. Un’autonomia guadagnata dall’Isola oltre 60 anni fa. «I cittadini ci chiedono di tutelare l’autonomia. Davanti a quanto sta accadendo, chiediamo alla Giunta e a tutto il Consiglio di presentare una proposta di legge di modifica dello Statuto entro 90 giorni da presentare con urgenza al governo». Cherchi ha anche ricordato gli impegni presi, in quell’aula, dal presidente della Repubblica e ha esortato l’esecutivo a ricordare al capo dello Stato quanto accaduto in quell’importante incontro, avvenuto nella scorsa legislatura, sollecitando un incontro anche con il presidente della Camera dei deputati, del Senato e una delegazione delle Istituzioni regionali della Sardegna per riscrivere i rapporti tra l’Isola e il Governo.

Ha quindi preso la parola Paolo Zedda (Rossomori) che ha sottoscritto la proposta di affidare all’Assemblea Costituente la riscrittura dello Statuto sardo. «E’ lo strumento migliore – ha detto Zedda – per coinvolgere tutta la società sarda e riaffermare il principio di autodeterminazione del popolo sardo.»
«Su mundu modernu est andendu faci a unu centralismu culturali, economicu e amministrativu (il mondo va verso un centralismo culturale, economico e amministrativo) – ha detto il rappresentante dei Rossomori nel suo intervento svolto interamente in lingua sarda – est doveri nostu a marcai is diferentzias e a amparai s’identidadi nosta. Custu at a donai prus forza a sa Sardigna. Du depeus fairi po is fillus nostus (è nostro dovere evidenziare le differenze e difendere la nostra identità. Questo darà più forza alla Sardegna. Lo dobbiamo fare per i nostri figli).»

Il consigliere Efisio Arbau, capogruppo di Sardegna Vera, ha messo l’accento sul fatto che «si sta avviando un tentativo su un terreno dove la classe dirigente sarda ha sempre fallito». Noi stiamo appena iniziando a lavorare, ha aggiunto Arbau, «mentre qualcuno (il governo), sta lavorando a ritmo molto più serrato sul titolo V della Costituzione, sui rapporti fra Stato e autonomie con una forte idea di accentramento e sul riordino del sistema degli enti locali, con abolizione delle Province e la riscrittura della presenza delle autonomie sul territorio».

Anche questo Consiglio regionale fallirà come hanno fallito molti altri, ha chiesto il consigliere Arbau. «Noi pensiamo che non si possa giocare in difesa, abbiamo davanti due strade: l’Assemblea costituente, che per noi è la via maestra e la più praticabile, oppure affidarci all’attività legislativa del Consiglio che potrebbe essere una via più veloce, investendo del compito la commissione Autonomia con un testo elaborato in sede redigente da sottoporre all’Aula». Prima dobbiamo scegliere il metodo, ha concluso il consigliere, e poi la sostanza e, su questa, «la nostra posizione è quella di trasformare la regione in una comunità autonoma».

Il consigliere Modesto Fenu (Zona Franca) ha rivendicato al Consiglio il ruolo di rappresentare compiutamente il popolo sardo, anche nel difficile rapporto con lo Stato. Nel momento in cui si vuole mettere in discussione l’autonomia della Sardegna, ha dichiarato Fenu, «dall’Aula deve arrivare un sussulto d’orgoglio, una proposta forte che, attraverso un nuovo Statuto, determini migliori condizioni di convivenza e di indipendenza economica, superando la condizione imbarazzante di elemosinare ragioni e diritti ad uno Stato centralista». Fenu ha infine auspicato «una convergenza di posizioni di tutto il Consiglio ed una accelerazione del processo riformatore».

Il consigliere Christian Solinas (Psd’Az) ha affermato in apertura «che il tema istituzionale è la precondizione di ogni ipotesi di sviluppo, abbiamo tante emergenze ma credo che anche la Giunta si stia rendendo conto che tutti questi problemi devono essere ricondotti alla tendenza alla verticalizzazione centralistica dello Stato che ha segnato un grave passo indietro rispetto alla recente riforma del Titolo V». Sul piano procedurale, secondo Solinas, «la riscrittura dello Statuto non può esaurirsi nel lavoro della commissioni e dell’Aula perché la complessità dei problemi che abbiamo di fronte non ci consente di intervenire con strumenti ordinari: ormai è l’Italia non regge più». La Costituente diventa a questo punto, per il consigliere sardista, «un grande processo popolare, è stata oggetto dei quesiti referendari approvati plebiscitariamente; ora commissione, Consiglio e Giunta devono chiarire come si pone rispetto a questo pronunciamento popolare». Il nodo, ha aggiunto Solinas, «è riscrivere i rapporti non solo con lo Stato ma con l’intera Europa; noi non siamo indipendentisti ma questo non significa separatismo o isolazionismo, significa contrattare alla pari le questioni, senza elemosinare, con la dignità dei sardi che deve trovare un nuovo riconoscimento istituzionale». Dobbiamo stabilire, ha concluso Solinas, «a quale titolo vogliamo inserirci nel contesto internazionale con la nostra specificità».

Il capogruppo del “Misto”, Gavino Sale (Irs), in apertura del suo intervento ha citato Eleonora d’Arborea («a 16 anni di distanza dalla scrittura della Carta Delogu l’aveva definita superata») per ribadire come per lo Statuto del 1948 sia arrivato il tempo della riforma. «Questa è la volta buona», ha dichiarato Sale, pur evidenziando come l’attuale maggioranza, anche se legittimata a governare dal voto popolare, in realtà rappresenti solo il 18% dei sardi aventi diritto al voto. A questo proposito, il consigliere Sale ha sottolineato “la trasversale esigenza per il superamento dell’Autonomia” e ha dichiarato che è “ormai maturo il tempo della sovranità”. Il consigliere di Irs ha auspicato la rapida attivazione di meccanismi di partecipazione e coinvolgimento “del resto della nazione sarda”. Gavino Sale ha quindi annunciato il voto contrario alla mozione Floris e più, dichiarando di non condividere il mandato alla Giunta per scrivere entro 90 giorni il nuovo Statuto sardo.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha evidenziato come i temi proposti al confronto in Aula dalla mozione in discussione siano stati affrontanti in occasione dell’approvazione dell’ordine del giorno dello scorso 9 aprile, in materia di riforme costituzionali. Pietro Cocco ha invitato il Consiglio «a non essere solo vigile del percorso delle riforme ma attore propositivo». «Il dibattito – ha spiegato il consigliere Pd – serve infatti non per difendere l’Autonomia ma per rilanciarla, anzi dobbiamo cogliere l’occasione per rianimarla».

Il capogruppo della maggioranza ha dunque ricordato il dispositivo dell’ordine del giorno unitario approvato in Consiglio lo scorso 9 aprile e rimarcato in tono critico il voto di astensione del consigliere Mario Floris. Pietro Cocco ha chiesto dunque la bocciatura delle mozione e ha dichiarato di non condividere l’impegno rivolto alla Giunta per la riscrittura entro 90 giorni del nuovo Statuto.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha definito “drastica” la posizione espressa dal capogruppo Pd in conclusione del suo intervento e auspicato la prosecuzione del dibattito in termini costruttivi, constatando che sul tema delle riforme, nel corso degli ultimi decenni, non si sono registrati risultati apprezzabili. Il capogruppo della minoranza ha dichiarato «come non da oggi sia evidente la necessità di una profonda riforma dello Statuto sardo» e ha denunciato come dal 1948 la Regione operi con uno Statuto che non è espressione della volontà regionale ma statale. Pietro Pittalis ha dichiarato dunque il favore per il percorso dell’assemblea costituente, insieme con l’opportunità di meccanismi di partecipazione e coinvolgimento del popolo sardo. In conclusione del suo intervento l’esponente di Fi si è dichiarato disponibile per la predisposizione di un ordine del giorno unitario e non ha nascosto perplessità per l’impegno alla Giunta contenuto nel dispositivo della mozione per la predisposizione del testo di Statuto entro 90 giorni.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha dato la parola alla Giunta regionale ed è intervenuto l’assessore delle Riforme, Gianmario Demuro. L’esponente dell’esecutivo si è detto emozionato nell’affrontare in Aula questo argomento che è stato per lui materia di studio di una vita e ha detto di avere profondo rispetto per la democrazia regionale su cui si basa la storia della Repubblica e su cui si basa l’articolo 5 della Costituzione. Demuro ha reso noto all’Aula di aver sottoscritto un emendamento in Conferenza Stato-Regione che prevede che nessuna modifica dello Statuto possa avvenire senza accordo con la regione e che venga tutelato il patrimonio della specialità. L’emendamento ora è all’attenzione del Parlamento. L’assessore ha poi esortato il Consiglio a porsi alla guida della modifica dello Statuto, testo fondamentale e necessario in questo momento di profondi cambiamenti all’interno dell’Unione europea, che tra l’altro ha manifestato attenzione verso la tutela delle autonomie.

Confermando su questo argomento il lavoro della Giunta in collaborazione con l’attività del Consiglio e della Commissione Autonomia, ha proposto uno Statuto nuovo, moderno e capace di rafforzare la democrazia regionale.

Per la replica è intervenuto Mario Floris (Sardegna-Uds) che ha sottolineato la sua paura che il Governo vada avanti senza rispettare la specialità della Sardegna. «Non dobbiamo avere la fretta di Renzi, ma comunque bisogna avere fretta. Finora siamo sempre arrivati in ritardo». Per Floris l’insularità deve avere una dignità costituzionale. L’esponente dell’Uds ha espresso disappunto per la chiusura verso la mozione espressa dal capogruppo del Pd Pietro Cocco.

Il presidente Ganau ha, poi, dato la parola a Modesto Fenu (Sardegna-Movimento Zona franca) per dichiarazione di voto. L’esponente della minoranza ha auspicato che su un argomento così importante si trovi un accordo con un ordine del giorno unitario, ritenendo la posizione espressa dalla giunta non più sufficiente.

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha definito inutili le discussioni «sul metodo» e criticato le posizioni contrarie all’Assemblea costituente: «Non è vero che prevede tempi troppo lunghi, è vero invece che sono passati alcuni decenni senza cavare un ragno dal buco e difficilmente questo Consiglio riuscirà a cavare un ragno dal buco: la costituente sarebbe la via più rapida ed efficace e l’Assemblea ha il dovere di dare una risposta: o sì o no».

Il capogruppo di FI Pietro Pittalis, si è detto convinto che «tenuto conto della complessità dell’argomento e delle posizioni emerse, occorra un ulteriore supplemento di riflessione per arrivare a un ordine del giorno unitario, ma non si può fare tutto in qualche minuto». Meglio sospendere la discussione della mozione, ha suggerito Pittalis, se è d’accordo il primo firmatario, «per poi riportare un nuovo documento in Aula al più presto».

Presidente ha chiesto al consigliere Floris la sua opinione sull’ipotesi prospettata, ottenendo una risposta positiva.

Il consigliere Daniele Cocco, capogruppo di Sel, ha rilevato che «Floris, in un primo momento, si era detto contrario all’ordine del giorno, però se oggi cambia idea noi siamo disponibili». Peraltro, ha osservato, «rispetto al comma 2 della mozione la commissione è già molto avanti con i lavori».

Il consigliere Pietro Cocco (Pd) ha dichiarato di condividere la richiesta del consigliere Pittalis.

Il consigliere Floris ha poi annunciato il ritiro della mozione ma, dopo un successivo approfondimento, il presidente Ganau ha chiarito che si intende accettata dall’Aula la decisione di sospendere la discussione della mozione e rinviarla ad altra data.

L’Aula ha quindi proseguito nell’esame dell’ordine del giorno, affrontando la discussione della mozione n. 32 (Antonio Solinas e più) «sul ventilato inserimento della Sardegna fra le aree idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi».

Il presidente Ganau ha dato la parola al consigliere Antonio Solinas per l’illustrazione della mozione.

Il consigliere Antonio Solinas (Pd), illustrando il contenuto della mozione, ha sostenuto «si tratta di un argomento non di parte che riguarda tutta la Sardegna, già affrontato in precedenti legislature». La Sardegna, ha spiegato, «è tornata in qualche modo all’attenzione del governo dopo l’approvazione di un provvedimento legislativo che fissa al 31 dicembre di quest’anno la predisposizione di un programma nazionale che prevede anche l’individuazione del sito unico per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi». In un recente incontro delle commissioni competenti di Camera e Senato, è stato annunciato, ha proseguito Solinas, «che fra una settimana saranno pubblicati sia l’elenco dei siti idonei che le linee guida per lo smaltimento dei materiali, linee che in effetti già si conoscono: stabilità geologica, isolamento da infrastrutture umane, protezione da condizioni meteo estreme, tutto fa pensare che si tratti della Sardegna». Però i sardi, ha osservato il consigliere del Pd, «si sono già espressi dicendo che sulla nostra terra non c’è spazio per siti nucleari di qualunque tipo; c’è stato un referendum svoltosi nel maggio del 2001 che ha avuto il 97% dei voti, bisogna ricordare queste cose al governo nazionale e alla Sogin, con correttezza ma anche con molta fermezza».

Il capogruppo di “Soberania e Indipendentzia”, Emilio Usula, ha ribadito la convinta sottoscrizione alla mozione in discussione e riaffermato ferma contrarietà all’ipotesi della Sardegna come sito di stoccaggio dei rifiuti nucleari. L’esponente della maggioranza ha sottolineato come la Regione sia tra quelle italiane maggiormente gravata da servitù militari, con intere porzioni del territorio destinate a poligoni e altre parti gravemente inquinate. A questo proposito Emilio Usula ha preannunciato una mozione nella quale si denunciano livelli di inquinamento oltre le soglie limite nel territorio di Portoscuso. Il consigliere dei Rossomori ha dunque ricordato i danni e le penalizzazioni che derivano all’intera Sardegna e a tutti i suoi settori produttivi, ad incominciare dall’agroalimentare e il turismo, da una simile situazione che unita al diffondersi di Blue Tongue e peste suina nei campi, rischia di compromettere il futuro della nostra terra. «Se non fermeremo le scorie nucleari – ha ammonito Usula – questa passerà alla storia come la legislatura “accabadora” della Sardegna».

Il capogruppo di “Sardegna Vera”, Modesto Fenu, ha dichiarato la piena condivisione alle premesse contenute nella mozione Solinas e più, e proposto alcune modifiche nel dispositivo deliberativo del documento. In sintesi, il consigliere della minoranza, ha proposto l’eliminazione della parte relativa “all’apertura del confronto col governo” con una dicitura che afferma «la contrarietà della Regione alle scorie nucleari nell’Isola, in forza al pronunciamento popolare del referendum del 2011».

Il presidente del Consiglio ha quindi concesso la parola al capogruppo di Sel, Daniele Cocco che ha ricordato il referendum consultivo del 15 e 16 maggio del 2011 e ribadito con forza “il no a qualunque ipotesi veda la Sardegna come deposito di scorie nucleari”. Daniele Cocco si è detto favorevole alle modifiche proposte dal collega Modesto Fenu e ha auspicato una presa di posizione unitaria del Consiglio contro “nuove pratiche coloniali ai danni dei sardi”.

 l presidente Ganau ha dato la parola all’assessore delle Riforme, Gianmario Demuro, il quale ha ribadito la contrarietà della Giunta ad accogliere le scorie nucleari nell’Isola. La Giunta ha confermato la fermezza con cui vigilerà per contrastare con ogni mezzo tutte le iniziative che vogliono stoccare in Sardegna scorie nucleari. Demuro ha illustrato i punti che l’Esecutivo utilizzerà per difendere l’Isola e i sardi nel confronto con il governo: punterà sul grande sacrificio della Sardegna già gravata da servitù militari, «che hanno inquinato i siti deputati alle esercitazioni militari», sull’insularità che renderebbe altamente rischiosi i trasporti. Il deposito delle scorie in Sardegna creerebbe, ha continuato Demuro, un grave pregiudizio per le azioni di valorizzazione ambientale dell’Isola e per l’industria turistica, oltre al grave rischio per la salute. «Condividiamo la mozione», ha concluso l’assessore. Il proponente del testo, Antonio Solinas (Pd), ha chiesto al presidente qualche minuto di sospensione per la predisposizione di un ordine del giorno unitario da condividere con l’Aula, richiesta accolta dal presidente.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha comunicato che era stato presentato un ordine del giorno, firmato da tutti i capigruppo, e che quindi la mozione era stata ritirata. Il testo impegnava il presidente della Regione «a respingere ogni possibilità che la Sardegna venga inserita tra le aree idonee a ospitare il sito sul quale sorgerà il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, nel rispetto dell’esito referendario del 15 e 16 maggio 2011».

L’ordine del giorno è stato messo in votazione ed è stato approvato.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dichiarato conclusa la seduta e ha convocato il Consiglio regionale a domicilio.

IncontroSindaci28052014 020

Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, ha ribadito stamane, nell’incontro con i sindaci della Sardegna che si è tenuto questa mattina in Consiglio regionale, che «la Regione farà di tutto per ottenere dal Governo l’allentamento dei vincoli del Patto di Stabilità». All’appuntamento si sono presentati circa 120 primi cittadini in fascia tricolore.

Domani a Roma, ha annunciato il presidente della Giunta, ci sarà un altro importante confronto con il Governo per ottenere un innalzamento del tetto di spesa fissato per la Sardegna a 2,4 miliardi di euro, «risorse insufficienti per far fronte alle necessità dell’Isola».

«La nostra regione – ha detto Pigliaru – sta contribuendo al risanamento delle finanze pubbliche: entro giugno arriveranno le proposte per la razionalizzazione della spesa regionale, per la riforma di enti ed agenzie e per rendere più efficiente il funzionamento della macchina amministrativa. Noi faremo la nostra parte ma il Governo deve riconoscere l’anomalia sarda. Siamo l’unica regione per la quale a un aumento delle entrate fiscali non è corrisposta una crescita dei trasferimenti statali.»

Francesco Pigliaru, dopo aver ricordato i primi provvedimenti adottati dall’esecutivo sul fronte degli investimenti, si è detto ottimista sull’esito dell’interlocuzione con il Governo. «Le recenti elezioni europee – ha detto – hanno cambiato il quadro politico. Adesso è il momento di andare oltre l’austerity. Per superare la crisi servono politiche keynesiane».

Il presidente si è inoltre soffermato sul Fondo Unico per gli Enti Locali. «Abbiamo sbloccato 197 milioni di euro a favore dei comuni (circa il 40% della somma stanziata) nei prossimi giorni discuteremo con voi la destinazione di altri 155 milioni. L’obiettivo è quello di incrementare il Fondo con l’allentamento dei vincoli del Patto di stabilità».

Diversi gli interventi in Aula. Per Emidio Contini, vicepresidente di Anci Sardegna, «senza una revisione del Patto di stabilità, i comuni sono destinati alla paralisi. Non sarà possibile garantire nemmeno i servizi minimi». Per Contini è necessario inoltre escludere dal Patto il Fondo Unico per gli Enti Locali. «I comuni – ha detto – hanno già contribuito pesantemente al risanamento delle casse dello Stato, oltre il livello attuale non si può andare».

Per il sindaco di Cagliari Massimo Zedda «lo Stato non può usare i comuni per salvare se stesso». Zedda ha ricordato gli interventi della sua amministrazione sul fronte del contenimento della spesa. «Noi abbiamo dovuto fare tagli pesanti, lo stesso non hanno fatto Stato e Regione. Recuperare risorse è possibile – secondo Zedda – tagliando gli sprechi dal sottobosco di enti e agenzie».

Il sindaco di Villamar, Pier Sandro Scano, ha invitato tutti i livelli istituzionali a marciare insieme per sciogliere i nodi della finanza regionale e locale. «Solo con un’azione comune – ha detto Scano – riusciremo a superare le difficoltà. Se entro le prossime due settimane non ci saranno risposte da parte del Governo sulla revisione del Patto occorrerà prepararsi a una grande. Il crollo degli investimenti pubblici sta producendo effetti devastanti sul tessuto economico e sociale. La difesa dei nostri diritti – ha concluso Scano – non è una iniziativa per la tutela di interessi particolari, si tratta invece di un’azione utile per noi, per l’Italia e per ottenere un cambiamento anche in Europa».

Giuseppe Casti, presidente del Cal, ha invece invitato la Giunta a recuperare i 50 milioni di euro sottratti al Fondo Unico per gli Enti Locali e a rifinanziare la legge 16. Secondo Casti, sarebbe inoltre necessario provare a ridiscutere con il Governo gli incentivi del “Patto di Stabilità verticale” che hanno consentito in passato ad alcuni comuni di pagare i debiti alle imprese.

Il Capogruppo del Pd Pietro Cocco, a nome della maggioranza di centrosinistra, ha invitato il presidente della Regione ad andare avanti nell’azione di pungolo nei confronti del Governo per ottenere l’allentamento del Patto. «Serve uno sforzo straordinario da parte di tutti per riuscire a raggiungere l’obiettivo. Il Consiglio farà la sua parte, ha aggiunto Cocco, annunciando per domani l’avvio delle audizioni della Commissione “Autonomia” sul tema delle riforme.

Fuori dal coro l’intervento del capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che, a nome dell’opposizione, ha segnalato il rischio di un dissesto finanziario per i comuni sardi se non verrà rimpinguato il Fondo Unico, sceso nel 2014 da 578 a 484 milioni di euro. Oltre a contestare il plafond di spesa individuato nella recente delibera di Giunta per i trasferimenti agli Enti Locali, Pittalis ha stigmatizzato la scelta dell’esecutivo di inserire all’interno del Patto le risorse per i comuni. «Una decisione rinunciataria assunta dalla Giunta al tavolo tecnico con la Ragioneria dello Stato. Occorre avere più coraggio – ha concluso Pittalis – anche perché in passato il Governo non ha impugnato la legge regionale che teneva fuori dal Patto le somme del Fondo Unico».

Soddisfazione da parte del presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau per l’esito dell’incontro. «Oggi – ha detto Ganau – sono stati presi impegni importanti. Le interlocuzioni con il Governo sono in corso. La Conferenza Regione-Enti Locali  annunciata per i prossimi giorni sarà un momento di ulteriore confronto. Il Consiglio – ha concluso il presidente rivolgendosi ai sindaci – sarà sempre la casa di tutti».

Pietro Cocco 6 copia

Il capogruppo del PD in Consiglio regionale, Pietro Cocco, ha espresso soddisfazione per l’eccellente risultato ottenuto dal Partito Democratico in occasione delle elezioni europee e sottolinea che la Sardegna stavolta, con la candidatura di una figura autorevole e di prestigio come quella di Renato Soru, »ha espresso in modo compatto il proprio sostegno, riuscendo anche a superare il deficit demografico che ci ha storicamente penalizzato nei confronti della Sicilia».

«Un risultato decisamente non scontato – ha aggiunto Pietro Cocco -, che è andato oltre tutte le attese della stessa dirigenza democratica. Sulla scia dell’entusiasmo per il consenso ottenuto, il neoparlamentare eletto Renato Soru, farà tesoro della responsabilità che gli è stata attribuita per lavorare all’attuazione delle riforme che daranno anche alla Sardegna un ruolo da protagonista nelle politiche europee.»

Nebida 2 Nebida 1

Si è svolta oggi, a Nebida, la cerimonia di commemorazione del #108esimo anniversario dell’eccidio del 1906. Sono intervenuti il sindaco di Iglesias, Emilio  Gariazzo, il sindaco di Gonnesa e consigliere regionale Pietro Cocco, il parroco di Nebida, Francesco Lai, e lo storico Salvatorico Serra.

Alla cerimonia hanno partecipato i bambini della scuola elementare di Nebida, una cinquantina di cittadini e i rappresentanti delle forze dell’ordine, carabinieri ed agenti di polizia municipale. Sulla lapide è stata deposta una corona d’alloro.

Layout 1

Mentre è ancora viva l’eco suscitata dalla diffusione degli elenchi degli ex consiglieri regionali che percepiscono i vitalizi, le forze politiche presenti in Consiglio regionale hanno avviato il confronto su una proposta di riforma di legge unitaria.

«Come già ampiamente annunciato – si legge in una nota di #Pietro Cocco, capogruppo del Partito Democratico, e #Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia – le forze politiche presenti in Consiglio regionale si incontrano per discutere sulle modifiche della normativa che garantiva i vitalizi ai consiglieri regionali (abolita già a decorrere da questa legislatura) e che ha procurato nella sua applicazione pratica macroscopiche storture, infiammando gli animi soprattutto in tempi di crisi così difficili.»

«Si lavora ad una proposta di riforma di legge unitaria che, basata sul confronto tra ipotesi politiche anche differenti – aggiungono Cocco e Pittalis – vada poi a convergere in una soluzione condivisa che superi gli schieramenti politici ed ideologici. Per questo motivo è previsto per la prossima settimana un incontro tra tutti i capigruppo con l’obiettivo di sottoporre in tempi brevissimi la proposta di legge all’attenzione dell’Aula.»