5 December, 2024
HomePosts Tagged "Pietro Cocco" (Page 6)

[bing_translator]

L’on. Daniela Forma (Pd), già prima firmataria di una mozione approvata dal Consiglio regionale lo scorso 29 maggio, interviene sul trasferimento del servizio idrico, fognario e di depurazione del sito industriale di Macomer e deposita una interrogazione indirizzata al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras.

«La Giunta regionale – ricorda Daniela Forma – ha autorizzato con propria deliberazione dell’8 agosto 2017 l’attivazione della procedura finalizzata al trasferimento in capo ad Abbanoa s.p.a. degli impianti idrici, fognari e di depurazione gestiti del Consorzio ZIR di Macomer in liquidazione e, successivamente, con il decreto presidenziale n. 85 del 2017 è stato approvato il Piano dei trasferimenti degli impianti e delle unità di personale individuate. Il subentro effettivo è stato inizialmente previsto per il 1° giugno 2018Sennonché – ricorda Daniela Forma – nel momento in cui le aziende insediate nelle aree di Tossilo e Bonu Trau hanno provato a capire quali sarebbero state per loro le ripercussioni di questo passaggio, hanno appreso che, a parità di servizio e consumi, gli importi da corrispondere alla società Abbanoa sarebbero quadruplicati rispetto a quelli pagati al Consorzio industriale di Macomer. Questo fatto ha comportato una sollevazione delle aziende di Macomer, per il tramite delle loro associazioni di categoria, e la conseguente presa in carico della questione da parte del Consiglio regionale che ha approvato la mozione n. 420 sottoscritta dai consiglieri regionali Daniela Forma, Pietro Cocco, Daniele Cocco, Busia, Zanchetta, Comandini, Cozzolino, Deriu, Gaia, Giuseppe Meloni, Valerio Meloni, Pinna, Piscedda e Solinas. Tale mozione ha impegnato la Giunta regionale, tra le altre cose, a convocare un apposito Tavolo Tecnico che coinvolgesse la Presidenza della Regione, l’assessorato regionale dell’Industria, la società Abbanoa Spa, l’EGAS Sardegna e gli enti locali interessati al fine di approfondire la problematica e verificare le possibilità di addivenire ad una soluzione che rendesse i costi del servizio idrico sostenibili per le aziende e in linea con quelli applicati dal gestore consortile. Proprio a seguito dell’indirizzo ricevuto dal Consiglio regionale, l’assessorato regionale dell’Industria, unitamente ad Abbanoa ed EGAS, ha differito il termine del trasferimento al 1° novembre 2018.»

«Arriviamo al mese di ottobre del 2018. L’assessorato regionale dell’Industria convoca il Tavolo tecnico previsto dalla mozione consiliare e – comunica Daniela Forma – appreso che EGAS sta lavorando alla proposizione di una tariffa specifica per le attività industriali, chiede un’ulteriore proroga del trasferimento del servizio idrico integrato per consentire la maturazione di un quadro tariffario che consentirebbe alle aziende insediate a Macomer di non vedersi quadruplicare le tariffe oltre che il raggiungimento di un importante risultato per tutte le attività industriali della nostra Regione. Poiché ad oggi non risulta  formale accettazione del percorso di mediazione proposto dalla Giunta regionale e anzi, qualche giorno fa, il Gestore Unico Abbanoa spa ha comunicato alle aziende insediate nell’area industriale di Tossilo e Bonu Trau di Macomer che il trasferimento della gestione del Servizio Idrico Integrato si è perfezionato dal 1° novembre, invitando tutti gli utenti che ancora non avessero provveduto a trasmettere i propri dati entro il 30 novembre per impostare il futuro rapporto contrattuale, pena l’interruzione della fornitura idrica e del collegamento alla rete fognaria, ho depositato una specifica interrogazione.»

L’interrogazione indirizzata al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, chiede di sapere:

– come sia possibile che Abbanoa s.p.a. abbia comunicato agli utenti l’avvenuto perfezionamento del trasferimento del servizio idrico integrato dal Consorzio industriale di Macomer ad Abbanoa s.p.a. senza tener conto delle interlocuzioni istituzionali in corso e della richiesta di proroga formulata e reiterata da parte dell’assessorato regionale dell’Industria;

– che ruolo abbia avuto il Consorzio industriale di Macomer in liquidazione in questa partita, quale la collaborazione offerta all’assessorato regionale dell’Industria per assecondare il mandato ricevuto dal Consiglio regionale di addivenire ad una soluzione che tenesse conto delle esigenze delle aziende insediate;

– quali tariffe verranno applicate alle aziende insediate nelle aree industriali di Tossilo e Bonu Trau a far data dal 1° novembre 2018.

[bing_translator]

Il Consiglio regionale ha dato il via libera alla legge sull’inquadramento del personale dell’Agenzia Forestas.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione degli articoli e degli emendamenti collegati al Testo unico sul nuovo contratto dell’Agenzia Forestas.

Aprendo la discussione dell’art. 1 Daniela Forma, del Pd, ha ribadito il suo dissenso rispetto al testo della commissione perché, fra l’altro, «appare slegato dalle attività esercitate dall’Agenzia, per cui ci saranno sicuramente grandi problemi di attuazione; inoltre, resta inalterato il problema dei semestrali con nuove disparità normative ed economiche, per cui auspico che con emendamenti che hanno ottenuto un certo consenso si possa migliorare il testo per renderlo più accettabile e meno iniquo».

Messo ai voti, l’articolo è stato approvato con 34 voti favorevoli ed 1 contrario.

Successivamente è iniziata la discussione dell’art. 2.

Esponendo il parere della Giunta sugli emendamenti l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu ha ricordato che, già in sede di discussione generale, «è stata evidenziata la necessità di affrontare il problema in modo pragmatico con un contratto pubblico inserito nella 31 per poi affrontare la questione dei lavoratori a tempo determinato per ridurre al massimo le incertezze di questa aliquota del personale». Filippo Spanu ha poi ribadito l’appello rivolto all’Aula ed anche all’esterno «per soluzioni che, fermo restando l’obiettivo generale, togliessero incertezze contrattuali, organizzative e finanziarie su un contratto che, di fatto, riguarda la metà dei dipendenti del sistema Regione». Per queste ragioni, ha aggiunto, «abbiamo favorito emendamenti mirati, anche se non proposti direttamente dalla Giunta, superando la logica maggioranza-opposizione». In definitiva, ha concluso Filippo Spanu, «su questo articolo che è il cuore del testo, stiamo cercando di restare all’interno della 31 facendo chiarezza sulla specificità di questi lavoratori, perché inserirli tutti insieme dentro un contratto di impianto amministrativo significa determinare poi problemi di attuazione, di rappresentatività nell’ambito dello stesso contratto, di impatto finanziario: siamo dunque favorevoli all’emendamento 10/28 ed al 4, mentre per il resto ci rimettiamo all’Aula».

Il presidente della commissione Autonomia e personale Francesco Agus ha sottolineato che «come commissione abbiamo sempre osservato il principio della delegificazione perché troppo invasivo e, in particolare, perché le leggi statali lasciano ampi spazi alla contrattazione e le norme regionali sono troppo farraginose». I vincoli sono stati ridotti per quanto possibile, ha concluso Francesco Agus, annunciando un emendamento orale all’articolo cambiando una definizione da adeguata a coerente».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha ripercorso l’attività sempre più intensa dei giorni scorsi per migliorare testo evitando contrapposizioni anche se, ha lamentato, «un certo clima ricorda tempi ormai superati con la diffusione di manifesti necrologici di contenuto fuori luogo che non mostrano volontà costruttiva ma solo la cura di interessi particolari». Antonio Solinas ha poi confermato le sue numerose perplessità di fronte all’ipotesi prospettata dalla Giunta nella quale, ha sostenuto, «prevale una visione burocratica inserendo nella 31 Forestas che dovrebbe essere invece uno strumento agile e dinamico». Ora, ha avvertito, «siamo ad un bivio: inserire il personale nella 31 o ipotizzare un contratto pubblico di comparto, e la differenza sta nel collocarli all’interno del ruolo unico del sistema Regione nel primo caso e, nell’altro, delineare una contrattazione a parte». Penso che per Forestas, ha concluso, «sia molto meglio la seconda ipotesi, anche se molti sindacati e molti consiglieri la rifiutano e forse ora non c’è più tempo, per cui comunque ritengo necessario fare un ulteriore sforzo per non lasciare nessuno indietro».

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha espresso la volontà del suo gruppo di aderire alla proposta del presidente della commissione Francesco Agus.

Successivamente il Consiglio ha approvato con 46 voti favorevoli e 2 contrari l’emendamento n. 10 (Agus e più) che prevede l’avvio della contrattazione entro il 31 dicembre del 2018. Il testo è stato integrato dall’emendamento orale proposto dallo stesso Francesco Agus. Subito dopo il voto favorevole al testo dell’articolo (44 favorevoli, 1 contrario) che, fra l’altro, ha determinato la decadenza dell’emendamento n. 4 su cui aveva espresso parere favorevole la Giunta che prevedeva l’istituzione di “una area di contrattazione separata” all’interno del sistema Regione.

Approvati gli articoli 3 e 4, l’Aula è passata all’articolo 5 e ai relativi emendamenti.

L’on. Daniela Forma (Pd) ha insistito «sulle perplessità del passaggio contrattuale alla legge 31 dei 4.200 dipendenti assunti a tempo indeterminato. Ritengo che ci saranno notevoli difficoltà nel processo di stabilizzazione dei dipendenti a tempo indeterminato. Ho molti dubbi su questa procedura, assai diversa per modalità rispetto a quella che era stata indicata dalla Prima commissione. Non so più a che santo appellarmi, l’Aula ha imboccato una via senza uscita».

Per il presidente della commissione Bilancio, on. Franco Sabatini, «non è possibile che si faccia confusione e si inventino le cose. E’ inaccettabile che ci siano ancora semestrali: devono essere stabilizzati con contratto semestrale come già abbiamo fatto per l’Ente foreste. Ma questa legge, con l’articolo 5 modificato integralmente dall’emendamento 8, mette in sicurezza gli operai forestali che non corrono più nessun rischio rispetto alla stabilizzazione. Basta con le ipotesi e le paure. Il governo centrale deve darci, in deroga, la possibilità di stabilizzare tutti i semestrali evitando così allo Stato di pagare per sei mesi l’indennità di disoccupazione».

Per il Pds ha preso la parola l’on. Gianfranco Congiu, secondo cui «si potrebbe incorrere in un vizio di compilazione della norma. Per questo annuncio un emendamento orale all’articolo 8 per sostituire con “dipendenti con il rapporto a tempo determinato” la formula “dipendenti con rapporto semestrale».

L’on. Francesco Agus (Campo progressista) ha presentato un altro emendamento orale all’emendamento 8 mentre l’on. Paolo Truzzu (Fdi) ha detto di aver presentato l’emendamento 9 proprio «con lo scopo di evitare i problemi segnalati poco fa dall’on. Gianfranco Congiu».

Per l’on. Daniele Cocco (Art. 1 – Mdp) «bisogna stare attenti a non confondere le tipologie dei lavoratori e definire chi è il lavoratore trimestrale. Altrimenti tutto il lavoro svolto non serve a nulla».

Il presidente Gianfranco Ganau ha ritenuto opportuno sospendere i lavori dell’Aula per un approfondimento sulle perplessità manifestate dall’on. Cocco.

Alla ripresa, l’on. Gianfranco Congiu (Pds) ha spiegato che l’intento che si era proposto “può essere soddisfatto anche con un ordine del giorno. Dunque, ritiro l’emendamento orale”.

Respinto l’emendamento 24, ritirati i 34 e 35.

Sull’emendamento 8 (personale assunto a tempo determinato) ha preso la parola il presentatore, on. Antonio Solinas, che ha detto: “Una volta che saranno stabilizzati i 1300 lavoratori vedremo se sarà necessario procedere ad altre ulteriori stabilizzazioni”.

Tutti i gruppi politici hanno dichiarato di condividere l’emendamento 8, che è stato approvato all’unanimità. L’emendamento 8 prevede che “per il personale dipendente a tempo determinato in regime di tempo parziale il transito nel nuovo inquadramento avviene a seguito della definizione del processo di stabilizzazione. Al fine di superare il precariato e valorizzare la professionalità acquisita

Sull’articolo 6 ha preso la parola l’on. Daniela Forma (Pd), che ha illustrato l’emendamento 27, soppressivo dell’articolo 6. Anche l’on. Francesco Agus (Campo progressista) è intervenuto come primo firmatario dell’emendamento 36 e ha detto: «Sarà la contrattazione a definire le categorie all’interno del contratto regionale e stiamo prevedendo oneri finanziari per 9 milioni di euro per via di una simulazione ma sappiamo che quella somma andrà in diminuzione. Non si tratta, dunque, di un costo certo, che sarà chiaro solo al termine della contrattazione».

Per l’on. Roberto Deriu «in quest’Aula più che alla post-verità siamo alla pre-verità e siamo ormai anche ai preconcetti. Si confondono con partigianeria le possibilità con le probabilità e si sono fatti esercizi numerici in libertà per influenzare il corso di questa legge. Noi ci basiamo con prudenza su valutazioni accertate, come ha ribadito il presidente Francesco Agus. Questa è una legge anti populista e anti demagogica: è falso che si dilati la spesa pubblica e il futuro si incaricherà di dimostrare anche questo. Questa riforma, questa buona legge è compatibile con la finanza regionale».

«Il buon lavoro del Consiglio regionale va premiato con un applauso visto che il Consiglio si è dovuto sostituire alla giunta regionale per scrivere questa riforma», ha detto l’on. Mario Floris (Udc). «Con la prima repubblica i provvedimenti che entravano in Consiglio regionale erano pressoché perfetti perché erano già passati alla concertazione con le parti sociali. Oggi non è proprio così e mi meraviglia che l’assessore dica che vuole migliorare un testo di cui dice di non condividere la sostanza. La stabilizzazione è una medaglia che i partiti politici tradizionali si devono mettere».

Il presidente del Consiglio ha dato la parola a Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp), che rivolgendosi alla collega Daniela Forma (Pd) ha affermato che il suo intervento “è in contrasto con quanto detto precedentemente”. E ha aggiunto: «Quando si tratta di dipendenti noi vogliamo che questo Consiglio sia unito, quando ci sono dei miglioramenti della situazione contrattuale dei dipendenti, soprattutto per quelli lasciati indietro nel corso degli anni, noi siamo favorevoli». Eugenio Lai ha poi proseguito: «L’efficienza dell’agenzia Forestas merita più rispetto e quindi fossero anche 15 milioni di euro, questo il Consiglio ha il dovere di recuperarli” e “voterò l’aumento di spesa di 9 milioni di euro».

Giorgio Oppi (Udc), dichiarando il suo voto favorevole, ha affermato che le osservazioni dei colleghi Roberto Deriu e Franco Sabatini hanno centrato perfettamente il problema. «Credo che con questo provvedimento stiamo rendendo giustizia ai lavoratori. E  credo che, anche se i nostri nemici dicono che abbiamo troppi dipendenti, l’inserimento dei semestrali darà lustro all’agenzia».

Piermario Manca (Pds) ha espresso dubbi sull’emendamento 36, presentato all’ultimo minuto, in quanto si stanno destinando i 9 milioni di euro, già previsti  per il funzionamento di Forestas, agli stipendi dei dipendenti. Piermario Manca ha chiesto chiarimenti al presidente della Commissione.

Pietro Cocco (Pd) ha ricordato che era necessario modificare un contratto che non è più adeguato ai tempi e alla trasformazione dell’ente Foreste in agenzia Forestas. Cocco, rivolgendosi al consigliere Mario Floris, ha ricordato che «è vero che è un problema vecchio di cui però nessuno si è mai occupato». Cocco ha poi evidenziato che, nonostante la Giunta abbia una sua posizione, non ha votato contro ma si è rimessa all’Aula. «E’ un atteggiamento di rispetto nei confronti del Consiglio».

Daniele Cocco (capogruppo Art. 1 – Sdp), ha concluso gli interventi dei capigruppo ribadendo il convinto sostegno al provvedimento evidenziandone le ricadute positive per i dipendenti e le comunità sarde. L’esponente della maggioranza ha ringraziato dunque l’assessore per “essersi rimesso alla volontà dell’Aula” ed il relatore di maggioranza “per la coerenza di comportamento dimostrata”.

Posto in votazione, l’Aula non ha quindi approvato l’emendamento n. 27 ed ha dato il via libera all’emendamento sostitutivo totale n. 36 (Agus e più)  che stabilisce che “a decorrere dal 2019 una quota di 9.349.000 annui delle risorse trasferite a Forestas è destinata a fare fronte agli oneri dell’attuazione dell’articolo 2 della legge”.

Invitato dal presidente Gianfranco Ganau, il segretario d’Aula, Gianni Lampis (FdI), ha dato lettura dell’ordine del giorno collegato alla legge, primo firmatario il consigliere Stefano Coinu (FI) che impegna la Giunta a far sì che “il personale, incluso quello semestrale che a seguito di pensionamento o di altre cause che ne determino la cessazione dal lavoro, viene reintegrato dall’agenzia attraverso le procedure selettive previste dalla legge per la categoria degli operai, in un numero pari a quello cessato dal servizio attraverso la predisposizione di un piano triennale di assunzioni. L’agenzia provvede al reintegro tenendo conto delle mansioni mancanti e dal numero di ettari conferiti dai Comuni in ogni complesso forestale”. 

 L’assessore del personale, Filippo Spanu, ha espresso un sostanziale parere favorevole evidenziando che in realtà l’ordine del giorno tratta il tema del cosiddetto turnover che – ha ricordato l’assessore – potrà essere garantito nell’ambito degli spazi assunzionali concessi alla regione sarda.

A favore dell’ordine del giorno si sono espressi il consigliere Stefano Coinu (Fi) e il relatore Giuseppe Meloni (Pd) mentre perplessità sono state espresse da Alessandro Collu (Pd). Posto in votazione l’ordine del giorno è stato approvato e sono incominciate le dichiarazioni di voto sull’intero provvedimento.

A favore Luigi Crisponi (Riformatori) che ha evidenziato la spaccatura interna alla maggioranza e quella con la Giunta, mentre Oscar Cherchi (Fi) dichiarandosi a favori ha parlato di “giustizia fatta” ed ha sottolineato “la sconfitta della Giunta del centrosinistra”. Favorevole anche il consigliere di CP-Misto, Francesco Agus («perché si conclude un lavoro con un accordo virtuoso che risolve un problema sentito e conclamato»). Convintamente a favore anche il consigliere dei Riformatori, Alfonso Marras, («finalmente arriva il riconoscimento per l’operato di oltre 5.000 lavoratori al servizio delle nostre comunità»)e il capogruppo Psd’Az, Gaetano Ledda («un plauso alla maggioranza e alla minoranza e a tutti i dipendenti Forestas che oggi entrano a far parte del sistema regione»).

Voto di astensione è stato invece preannunciato dalla consigliera del Pd, Rossella Pinna («non siamo riusciti a rimettere sul binario giusto la norma e mi rammarica il fatto  che non sia stata trovata una sintesi in maggioranza per dare a dipendenti Forestas una soluzione concertata e non una prospettiva incerta come è quella del ricorso alla legge 31 per il loro inquadramento»).

Favorevole anche Giovanni Satta, Psd’Az («a contrarietà della giunta c’è solo perché non vuole fare torto ai sindacati confederali»); Marco Tedde, Fi («ma gli applausi sono fuori luogo perché la legge passa per il senso di responsabilità e l’impegno mostrato dell’opposizione») e Piermario Manca (Pds) seppur con i dubbi sulle coperture finanziarie dell’emendamento n. 36.

A favore Gianluigi Rubiu (FdI) che ha evidenziato il ruolo delle opposizioni e denunciato “la pesante sconfitta della Giunta”.

Critico il giudizio di Gigi Ruggeri (Pd) che ha espresso dubbi sulla necessità di stipulare un nuovo contratto ai dipendenti per restituire efficienza all’Agenzia Forestas. «Ci sarà invece un’amplificazione di costi – ha detto Gigi Ruggeri – verrà raddoppiata la consistenza del personale che riportiamo in ambito di contrattazione pubblica. Stiamo dicendo al personale a tempo indeterminato che per loro non ci sarà più posto».

Voto favorevole ha invece annunciato Edoardo Tocco (Forza Italia): «L’Aula dà un segnale importante all’Agenzia che non aveva ancora una piena identità. Da oggi i lavoratori hanno una certezza per il loro futuro. Il Consiglio ha fatto un buon lavoro, l’opposizione non ha ostacolato nessuno».

Sulla stessa lunghezza d’onda il collega Antonello Peru (Forza Italia) che ha espresso soddisfazione per il grande lavoro svolto: «E’ merito della maggioranza ma un plauso speciale va alla minoranza per l’impegno dimostrato – ha detto Antonello Peru – da oggi i dipendenti Forestas sono figli della stessa madre e dello stesso padre. Oggi non ci sono vincitori né vinti, ha solo prevalso il buonsenso. Questa riforma ha un grande obiettivo e ne siamo tutti orgogliosi. La motivazione professionale dei dipendenti determinerà più efficacia nei servizi».

Soddisfatto anche il capogruppo dei Cristiani Popolari Socialisti Pierfranco Zanchetta: «Abbiamo fatto il nostro dovere di legislatori – ha detto – è ingeneroso l’attacco fatto all’assessore Spano che invece si è rimesso al volere dell’Aula. Questa è una legge che esprime la volontà del Consiglio. Oggi si ridà speranza ai lavoratori e una prospettiva importante all’Agenzia Forestas che, per me, è la nostra Guardia nazionale».

Paolo Truzzu, capogruppo FdI ha ringraziato l’on. Daniela Forma (Pd) e tutti i colleghi che hanno manifestato dubbi: «Ci hanno aiutato a scrivere una legge migliore. Dal dubbio nasce la saggezza. Con questa legge si pone rimedio a un errore. Quando fu costituito l’Ente Foreste c’era già la volontà di inserire i dipendenti nella legge 31. Noi lo avevamo già richiesto in questa legislatura. Oggi non facciamo altro che rispettare quelle volontà». Due, secondo Paolo Truzzu, i fatti politici rilevanti: «La legge è figlia della minoranza Senza di noi, viste le divisioni interne alla maggioranza, non sarebbe passata. Altro elemento: è una vittoria del Consiglio che per una volta ha avuto uno scatto d’orgoglio ed è riuscito a imporre una sua scelta all’esecutivo».

Convintamente favorevole si è dichiarato anche Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp): «La legge dà attuazione a una nostra competenza primaria – ha affermato – portiamo all’interno del comparto unico di contrattazione il personale di Forestas. L’ordinamento precedente non funzionava, abbiamo corretto un’anomalia».

Antonio Solinas (Pd) ha invece dichiarato la propria astensione ribadendo i dubbi manifestati nel corso del dibattito: «Spero che l’on. Roberto Deriu, che ha parlato di scelte demagogiche, non si riferisse a me. C’è massima serietà nel lavoro fatto. I dubbi c’erano e chi voleva fare la legge in fretta lo ha capito. Mettiamo tutto nella “31” ma questa legge dovrà essere modificata e adeguata. non prendiamoci in giro: i costi saranno superiori e dovranno essere reperiti dal bilancio regionale. Cosa farà Forestas quando i dipendenti non potranno essere dichiarati idonei per la campagna antincendi ai sensi della 31? Oggi quando piove gli operai vengono messi in cassa integrazione, cosa succederà domani? Pagherà Forestas?».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, nel difendere la legge, si è rivolto ai consiglieri di minoranza Paolo Truzzu e Marco Tedde: «Con in numeri non ci azzeccate. La maggioranza può approvare il provvedimento da sola. Questa legge non ha padrini, sono contento di averla fatta perché so quanto ci è costata. Sono orgoglioso e contento di esserci riuscito». Rivolto all’on. Antonio Solinas (Pd), Daniele Cocco ha poi detto: «Antonio Solinas ha parlato di cassa integrazione: finalmente non ci saranno operai mandati a casa e altri mantenuti al lavoro. Confido tantissimo nell’assessore che avrà adesso il compito di entrare nella fase contrattuale».

Giudizio positivo anche da parte di Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp): «Abbiamo migliorato una situazione dando una prospettiva ai 6000 dipendenti. L’Ente Foreste era in default. E’ stata questa maggioranza a pagare gli oneri professionali e a riprendere il percorso delle stabilizzazioni. La Giunta Cappellacci non lo ha fatto. Sentir dire che tutto quanto dipende dalla minoranza mi lascia basito. Noi abbiamo i numeri per approvarla da soli. Questa discussione ha fatto chiarezza: la legge che andiamo ad approvare è un altro tassello per sconfiggere il precariato in questa Regione».

A Lai ha replicato Giuseppe Fasolino (Forza Italia): «Peccato, ci eravamo quasi riusciti, poteva essere una pagina positiva della politica regionale. Noi politici siamo spesso additati per aspetti negativi, oggi abbiamo l’opportunità di dare un messaggio importante. Il Consiglio, al di la delle casacche, ha capito di poter fare una legge migliore. Possiamo essere esempio di buona politica. Prendiamoci entrambi i meriti andando oltre i colori e le appartenenze».

Giuseppe Meloni (Pd), dopo aver annunciato il suo voto favorevole ha rimarcato il suo ruolo di relatore unico: « Non è un caso, in Commissione ci si è resi conto che la legge non poteva avere colori ma aveva l’obiettivo di andare incontro alle esigenze dei dipendenti di Forestas. E’ un errore individuare vincitori. Gli unici vincitori sono i lavoratori. La strada sarà lunga ma si è messo rimedio a una situazione che così non poteva andare avanti».

L’assessore al Personale Filippo Spanu ha difeso l’azione dell’esecutivo: «La nostra presenza in Consiglio non è stata formale. E’ stato un dibattito pubblico, giocato prima in Commissione e poi in Aula – ha detto Filippo Spanu – abbiamo mantenuto rapporti trasparenti con tutti gli attori, sintomo importante di una cultura di Governo. La cultura di questa Giunta è basata sulla concertazione, proprio per questo, visto che non c’era un risultato condiviso, pensavamo si potesse fare meglio. Abbiamo cercato di migliorare la legge anche quando il Consiglio ha preso l’iniziativa. La politica si fa con la costruzione faticosa delle idee. La concertazione non ha portato al risultato sperato ma ci siamo confrontati in Consiglio cercando di affrontare tutte le questioni di Forestas nel miglior modo possibile. Ci sono ancora incertezza normative, contrattuali e di tempi, cercheremo di risolverle».

Secondo Stefano Coinu (Forza Italia) non esistono buoni e cattivi: «Ci sono persone che fanno delle scelte e per questo verranno giudicate. Dissento da Gianfranco Congiu: oggi non si scrive una pagina normale ma eccezionale. Non vorrei che venisse rovinato tutto. C’è una cronistoria, gli atti lo dimostrano. In ogni caso occorre recuperare il senso vero della politica».

Per Angelo Carta (Psd’Az)  poter parlare di persone che non stanno perdendo il lavoro è una fortuna: «Parliamo di un’azienda che non è in crisi e di persone che non rischiano il posto. Questo ci ha consentito di discutere in modo franco e di dissentire. Resta un punto: i lavoratori semestrali che con questa legge stiamo tentando di tutelare con un sistema binario. Deve esserci la consapevolezza che servirà un duro lavoro per poterli tutelare al meglio dal punto di vista contrattuale».

Franco Sabatini (Pd), dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha rivolto un monito all’Aula: «Non capisco il teatrino della politica: davvero pensiamo che quello che diciamo condizionerà il voto alle prossime elezioni regionali? I cittadini ragionano ed esprimono il voto in piena libertà – ha affermato Franco Sabatini – non capisco l’attacco alla Giunta. Il Consiglio ha fatto la legge di riforma che ha allargato le competenze dell’Agenzia Forestas. Abbiamo fatte 450 stabilizzazioni, un grande risultato seppur non definitivo. Avevamo 42 milioni di buco sul Tfr. Giunta e Consiglio hanno fatto un buon lavoro».

Daniela Forma (PD) ha ribadito che si tratta di una legge non solo sbagliata ma anche demagogica. «Ci siamo fatti trascinare dal popolo – ha detto – perdendo una grande occasione. Con l’approvazione di questa legge non si avrà un miglioramento contrattuale ma solo un inquadramento sbagliato per i dipendenti con conseguente difficoltà nell’applicabilità del provvedimento. La consigliera ha annunciato il voto contrario.

Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha annunciato il voto favorevole alla legge. «Oggi siamo finalmente alla fine di questa grande battaglia – ha sottolineato – e siamo rimasti fedeli ai nostri valori e principi. Speriamo che i futuri amministratori abbiano maggiore sensibilità nei confronti dei lavoratori».

Per Gianfranco Congiu (Partito dei sardi) oggi il Consiglio ha solo rimesso le cose al loro posto. «Per questo meglio tacere: abbiamo rifatto quello che doveva essere fatto 20 anni fa. Sono lieto – ha concluso – di aver dato il mio contributo».

Pietro Cocco (PD) ha ricordato che quello di oggi è la conclusione di un percorso nato 10 anni fa. «Era necessario trovare strumenti nuovi anche dal punto di vista contrattuale e lo abbiamo fatto. Oggi non esistono né vincitori né vinti. L’Agenzia Forestas ha sempre avuto il massimo impegno da parte del Consiglio regionale. Oggi l’attenzione è sempre sui “semestrali” su cui occorre vigilare».

Alessandra Zedda (FI), annunciando il voto a favore, ha detto: «Meglio tardi che mai. Con il nostro voto diamo dignità al personale e rispettiamo gli uomini e le donne che difendono la nostra Sardegna». La capogruppo di Forza Italia ha detto di avere grande rispetto, pur non condividendo le loro posizioni, nei confronti dei colleghi Daniela Forma, Antonio Solinas e dell’assessore degli Affari generali Filippo Spanu che sono stati i più critici nei confronti del provvedimento.

La legge è stata approvata (votanti 43, sì 41, 2 contrari) tra gli applausi del pubblico.

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiuso la seduta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

[bing_translator]

Operazione “Carbonia città sicura” per cogliere in flagranza gli incivili che commettono atti vandalici o deturpano le bellezze della nostra città. È cominciata stamattina l’installazione delle tanto attese videocamere di sorveglianza, previste nell’ambito del progetto denominato “Rete di monitoraggio ambientale per la sicurezza del cittadino e del territorio: progetto Carbonia città sicura”. La prima postazione è stata montata all’esterno del Municipio, con vista su piazza Roma e, in particolar modo, sulla statua di Gio’ Pomodoro, un’opera d’arte più volte presa d’assalto ed imbrattata da ignoti nel recente passato.

«Questi nuovi strumenti, tecnologicamente avanzati, ci consentiranno di rafforzare il sistema di sicurezza urbana, controllando in modo più capillare il territorio e disincentivando gli incivili ed i teppisti dal compiere atti vandalici ed eventi criminosi. L’installazione degli apparecchi di videosorveglianza risulta di fondamentale importanza soprattutto alla luce dei preoccupanti episodi capitati nei giorni scorsi in città», ha detto il sindaco Paola Massidda.
La rete di monitoraggio consentirà di tenere sotto controllo diverse zone della città:
• Piazza Roma;
• Piazza Marmilla;
• Portici di via Manno;
• Piazza Enrico Berlinguer;
• Parcheggio Multipiano;
• Parco Rosmarino;
• Area PIP;
• Ponte di via Cannas;
• Ingresso Nord di via Dalmazia;
• Ingresso Nord-Est della città (via Don Orione);
• Ingresso Ovest del Centro intermodale (piazza Pietro Cocco);
• Passante Ovest (Is Gallus);
• Mercato Civico.
«Siamo arrivati finalmente alla conclusione di un lungo iter, durato circa due anni anche a causa di una serie di difficoltà incontrate nella fase di espletamento delle procedure amministrative. A breve, gli occhi elettronici entreranno nel pieno delle loro funzioni e si occuperanno anche di monitorare gli incivili che deturpano il paesaggio e, più in generale, il patrimonio comunale, abbandonando rifiuti e dando luogo a vere e proprie discariche a cielo aperto», ha precisato l’assessore dei Lavori pubblici Gian Luca Lai.
L’importo lordo dei lavori, affidati alla società Karel Tecnologie Srl, è di circa 90mila euro.

I consiglieri regionali del Partito Democratico Daniela Forma e Pietro Cocco hanno presentato questa mattina in Aula un’interpellanza con la quale chiedono alla Giunta regionale che il ministero delle Politiche agricole dia rassicurazioni sulla tempistica necessaria al riconoscimento in capo ad ARGEA Sardegna dei requisiti per l’esercizio delle funzioni di soggetto pagatore. Con la richiesta che ciò possa compiersi quanto prima e comunque entro l’anno.La Regione Sardegna ricorda Daniela Forma – ha ottemperato a tutti gli adempimenti sottesi alla richiesta di riconoscimento della Agenzia regionale Argea quale organismo pagatore, inoltrando istanza al Ministero delle Politiche agricole ai primi dello scorso mese di agosto. Risulta però necessario che lo stesso Ministero dia precise rassicurazioni sulla tempistica che richiederà la verifica del rispetto dei criteri previsti dall’Allegato I del regolamento della Commissione europea n. 907 del 2014 che stabilisce le condizioni per il riconoscimento degli organismi pagatori. La possibilità, infatti, che la Regione Sardegna – aggiunge Daniela Forma – possa occuparsi direttamente, quanto prima, non solo dell’istruttoria ma anche delle procedure di liquidazione e pagamento degli aiuti agricoli risulterebbe una grossa opportunità per l’intero sistema agricolo regionale. Parliamo – prosegue Daniela Forma – dell’erogazione di circa 400 milioni di Euro annui di finanziamenti Comunitari e di circa 150 milioni di Euro annui di cofinanziamento nazionale per lo sviluppo rurale. Risulta perciò di fondamentale importanza, in questa fase, sostenere l’azione della Giunta regionale nella sua azione di interlocuzione e di pressing nei confronti del ministero delle Politiche agricole affinché si concretizzi entro l’anno questo fatto importantissimo per la nostra economia regionale in cui il settore agricolo ed agroalimentare ricoprono un ruolo di primo piano. L’assessore regionale dell’Agricoltura Pier Luigi Caria – conclude Daniela Forma – dopo aver ripercorso il lavoro portato avanti in questi ultimi due anni ha riconosciuto l’urgenza che si ottenga questo risultato nei tempi sollecitati ed ha garantito il massimo impegno istituzionale perché ciò avvenga”.

La conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale, guidata dal presidente del Consiglio Gianfranco Ganau ed alla presenza dell’’assessore della Sanità Luigi Arru, ha ricevuto questa mattina una rappresentanza del Comitato di cittadini che si batte per la difesa dell’ospedale “Delogu” di Ghilarza. Alessandro Defrassu, sindaco della cittadina del Guilcer, ha rappresentato le preoccupazioni dell’intero territorio per la paventata riduzione dei servizi e delle strutture ed ha auspicato una efficace attuazione del programma di riordino della rete ospedaliera, così come approvato dal Consiglio regionale.

A nome del comitato che, in soli dieci giorni ha raccolto oltre undicimila firme per la salvaguardia del presidio sanitario e che minaccia la restituzione dei certificati elettorali, sono intervenuti Raffaele Manca e Gabriella Pinna. In sintesi, le specifiche richieste avanzate dai cittadini riguardano: garanzie sull’efficacia dell’istituendo centro di emergenza territoriale (Cet) in sostituzione del pronto soccorso, nonché la risoluzione delle problematiche inerenti le carenze nell’organico che obbligano, i medici impiegati a Ghilarza ed in particolare i chirurghi, a coprire turni in pronto soccorso e nel vicino ospedale di Oristano.

«Il tutto – hanno spiegato Manca e Pinna – a discapito dei servizi offerti nella struttura del Delogu che nel volgere di un breve periodo ha visto smantellato anche il sistema di prestazioni in day surgery (chirurgia di giorno) nonostante abbia rappresentato, per anni, un corretto modello organizzativo e gestionale per l’intero servizio sanitario isolano».

L’assessore della Sanità, dal canto suo, ha escluso intenti penalizzanti per le strutture ospedaliere dei piccoli centri («non c’è alcuna volontà di dismettere l’ospedale di Ghilarza») ed ha difeso le riforme che – a suo giudizio – hanno caratterizzato in positivo il suo mandato alla guida della sanità isolana: la costituzione della centrale unica di acquisto, l’istituzione della cosiddetta Asl unica (Ats), il progetto di riordino della rete ospedaliera, l’attivazione del servizio di elisoccorso. «Dobbiamo abbandonare vecchi concetti e visioni obsolete – ha insistito l’assessore – e comprendere che attraversiamo un momento di profonde riforme, così come affermo che per Ghilarza, piuttosto che insistere nella difesa di venti posti letto di medicina, sarebbe più utile individuare, nell’abito di un’organizzazione di rete ed alla luce dell’invecchiamento della popolazione, una specifica funzione rappresentata dalla creazione di una struttura destinata alle cure dei problemi legati alla demenza».

I consiglieri regionali, Pietro Cocco (Pd), Augusto Cherchi (Pds), Giorgio Oppi (Udc), Oscar Cherchi (Fi) e Attilio Dedoni (Riformatori), seppur con differenti sottolineature critiche, hanno difeso l’ospedale di Ghilarza e chiesto, a salvaguardia delle strutture sanitarie operanti nei piccoli centri dell’isola, l’applicazione del piano di riordino della rete ospedaliera, lamentando nel contempo, il mancato rispetto delle disposizioni in essa contenute da parte del direttore generale dell’Ats.

A conclusione dell’incontro, il presidente del Consiglio ha sintetizzato i comuni impegni delle forze politiche rappresentante nell’assemblea sarda: difesa delle deroghe al noto D.M. 70 esplicitate all’interno del piano di riordino della rete ospedaliera; attivazione puntuale delle previsioni del piano di riordino della rete ospedaliera; nessuna chiusura del pronto soccorso dell’ospedale di Ghilarza senza la contestuale attivazione del centro di emergenza territoriale dell’Areus, procedere con le stabilizzazioni al fine di limitare le carenze di organico nel sistema della sanità sarda e ridurre così i disagi, soprattutto negli ospedali dei piccoli centri.

[bing_translator]

L’assessore all’Ambiente, Donatella Spano, ha relazionato in Consiglio regionale, stamane, sull’alluvione dell’11 ottobre e sulle misure messe in campo dalla Protezione civile regionale. La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau che, subito dopo, ha convocato la conferenza dei capigruppo. Alla ripresa dei lavori, dopo le formalità di rito, il presidente Ganau ha pronunciato un breve intervento di cordoglio in memoria di Tamara Maccario, la giovane mamma che ha perso la vita nella recente alluvione che ha colpito la Sardegna meridionale e l’area metropolitana di Cagliari, ed ha espresso la vicinanza dell’Assemblea anche a chi attende ancora di conoscere la sorte dei suoi cari e a quanti sono stati danneggiati dai gravi fenomeni naturali. Il presidente, dopo aver assicurato che il Consiglio farà la sua parte fino in fondo, ha chiesto all’Aula di osservare un minuto di silenzio in segno di cordoglio.

Successivamente, in base alle decisioni della conferenza dei capigruppo, l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano ha riferito al Consiglio sulla recente alluvione.

Nella sua relazione, Donatella Spano ha ricordato l’allerta meteo diramato dalla protezione civile per le giornate del 10 e dell’11 ottobre rivolto alla Sardegna meridionale ed orientale e le precipitazioni di forte intensità su vaste aree del territorio, che hanno raggiunto “punte” del tutto eccezionali fino 484 millimetri a Capoterra e quasi 400 a Tertenia. Una situazione molto complessa, ha aggiunto l’assessore, «che è stata fronteggiata con un grande lavoro di tutto il sistema della protezione civile regionale, ma purtroppo non ha impedito di registrare una vittima ed un disperso, danni elevati ad importanti infrastrutture». La Giunta, ha poi annunciato la Spano, «ha già formulato al Governo la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, in modo da poter ottenere più risorse sia per la gestione dell’emergenza che per il ristoro dei danni in base allo stesso codice nazionale; nello stesso tempo si sta procedendo con cura alla stima dei danni». Voglio però sottolineare, ha detto inoltre l’assessore, «il lavoro molto efficace della protezione civile che ha operato con professionalità e responsabilità, senza risparmio e con elevati rischi personali, col supporto fondamentale di tanti Sindaci, di tanti volontari e delle forze dell’ordine il cui impegno ha sicuramente evitato un maggior numero di vittime». Per quanto riguarda gli interventi nell’immediato, ha concluso l’assessore, «affronteremo il problema delle prime spese urgenti dei Comuni con i fondi della legge 28/85 che sarà rifinanziata, con i rimborsi delle anticipazioni relative alle spese sostenute, e con misure di risarcimento dei danni a privati ed attività produttive».

Al termine della relazione dell’assessore il presidente ha ricordato che il regolamento prevede un intervento per gruppo ed ha invitato i consiglieri ad iscriversi a parlare.

Per primo ha preso la parola il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis, secondo il quale «siamo stati sconfitti ancora una volta nella battaglia contro le forze della natura e le nostre capacità sono state messe a dura prova». Tuttavia, ha aggiunto, «non abbiamo nessuna difficoltà a riconoscere che questa volta la macchina ha funzionato soprattutto con l’all’erta comunicato per tempo alle popolazioni, anche non è ancora riuscita a coordinare se stessa con il fattore umano e le procedure di gestione delle crisi, perché non bastano i singoli ma occorre più interazione con cittadini, diffondendo la consapevolezza delle migliori modalità di gestione dell’emergenza». Per questo, ha sostenuto, «è necessaria una forte presa di coscienza ed un aumento della tensione verso il miglioramento, perché le dimensioni degli eventi, per quanto eccezionali, non possono giustificare mai la perdita di vite umane». Stefano Tunis, infine, ha fatto un riferimento puntuale alla strada 195, lamentando che «forse l’Anas ha annunciato la riapertura troppo in fretta, dimenticando che questo messaggio ha determinato la scelta degli automobilisti di ripercorrere quella strada con lunghissime code che hanno dilatato i tempi di percorrenza». Quella strada va completata, ha concluso Tunis, «ci vuole una inchiesta con l’accertamento delle responsabilità di appaltatori ed esecutori, e soprattutto ci vuole una inversione di tendenza prevedendo poteri speciali per la realizzazione di opere strategiche, perché non è accettabile attendere lustri per la conclusione di un’opera».

Per i Riformatori sardi, il consigliere Michele Cossa ha osservato che «la sempre maggiore frequenza dei fenomeni ci impone una grande riflessione estesa a tutti i territori». Stavolta le cose hanno funzionato, ad avviso di Michele Cossa, «e, accanto al dolore per le vittime, è necessario sottolineare positivamente che la protezione civile merita un plauso anche se restano alcuni problemi aperti: la manutenzione corsi d’acqua e la chiarezza degli all’erta meteo, che non devono essere adempimenti da interpretare ma strumenti codificati dall’assessorato, senza scaricare sui Sindaci decisioni forti come quelle di aprire o chiudere le scuole o impedire ai cittadini di uscire di casa, perché non accada più che gli appelli pubblici vengano sottovalutati anche se veri».

Il capogruppo di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu, dopo aver ricordato che non è solito fare complimenti all’amministrazione, ha affermato di voler fare una eccezione ringraziando presidente ed assessore perché, «di fronte a fatto eccezionale si è operato bene rispetto ad alcuni anni fa, per cui plauso a quanti hanno lavorato alla prevenzione e all’organizzazione dei dispositivi di sicurezza, riuscendo a limitare per quanto possibile i danni, senza dimenticare che si sta ancora lavorando per risolvere i problemi di tante aziende dentro e fuori le zone industriali, degli operatori  agricoli e delle famiglie che hanno perso tutto». Non dobbiamo accontentarci, ha esortato Paolo Truzzu, «e continuare a riflettere sull’uso distorto del suolo che, per l’incuria prolungatasi nel tempo, è sempre più fragile e debole di fronte ad aventi naturali, a fare di più per i Comuni che non hanno risorse sufficienti, a migliorare la prevenzione attraverso gli all’erta meteo che, in effetti, appaiono spesso burocratici, troppo frequenti e ingiustificati, col risultato che alla fine le persone non ci credono». Anche Paolo Truzzu ha criticato la situazione della strada 195 «dove il cantiere è aperto da vent’anni».

Il presidente della commissione Governo del territorio Antonio Solinas (Pd) ha espresso in apertura la solidarietà alla giovane madre ed alla famiglia del disperso che spera ancora, oltre che a tutti i cittadini colpiti dalle inondazioni, riconoscendo fra l’altro che «l’opposizione, in questa circostanza, ha mostrato un approccio serio su un argomento certamente molto delicato». In questo dopo alluvione, ha continuato, «abbiamo il dovere di ringraziare tante persone, dai Sindaci alla protezione civile, da Forestas ai barracelli, dalle forze dell’ordine ai volontari; la protezione civile, in particolare, si è dimostrata all’altezza del compito con professionalità e dedizione ottenendo anche il plauso della struttura nazionale». Adesso, ha auspicato, «bisogna ripercorrere quanto fatto in passato rimediando ad errori gravi come errori costruzioni in aree non adatte e deviazioni di corsi d’acqua; è una azione che abbiamo già iniziato con il Piano delle infrastrutture da 700 milioni e sappiamo che sarà un lavoro difficile da completare nel minor tempo possibile e, da questo punto di vista, siamo ancora in tempo a dare risposte importanti».

Nella replica l’assessore Sonatella Spano ha ringraziato il Consiglio per gli interventi e le proposte formulate, ribadendo il suo apprezzamento per il lavoro svolto dalla protezione civile e lo sforzo organizzativo messo in campo. Non pensiamo di aver raggiunto un traguardo, ha dichiarato, «ma siamo consapevoli che bisogna sempre crescere, lavorare molto sulla prevenzione e la sensibilizzazione, migliorare la coscienza dell’auto protezione dai rischi agendo anche con scuole».

Il presidente Francesco Pigliaru si è rivolto all’Aula per ricordare il progetto di metanizzazione dell’Isola, del quale si è ripreso a parlare nel 2016 in occasione del patto per la Sardegna sottoscritto con il governo “Abbiamo preteso dal Governo che il cuore di questo patto fossero la continuità territoriale, la metanizzazione dell’Isola e il miglioramento delle ferrovie della Sardegna”, ha detto il presidente della Regione. Che ha proseguito: “Siamo l’unica regione senza metano perché siamo l’unica regione realmente periferica. Nel 2014 abbiamo abbandonato il progetto Galsi, non più realistico, e ci siamo mossi per cercare un sistema che si basi sul GNL con lo scopo di portare in maniera omogenea il metano in tutta la Sardegna. A fine luglio 2016 abbiamo poi sottoscritto il patto, che indica chiaramente l’obiettivo della metanizzazione dell’Isola a condizione di sicurezza e di prezzo identico a quello delle altre regioni italiane. Saranno le energie rinnovabili, in un prospettiva non lontanissima, a garantire il fabbisogno energetico della Sardegna: per questo nel Patto abbiamo pensato a un processo leggero di metanizzazione con una dorsale di gasdotti interna, da attuare per fasi, e con depositi costieri e un rigassificatore nell’area di Cagliari. Si tratta di opere strategiche che avrà una procedura autorizzativa autonoma rispetto alle altre opere pubbliche. Ci saranno poi meccanismi di compensazione per i consumatori sardi in modo da uniformare il prezzo in tutta Italia. Il governo con decreto 257 del 16 dicembre 2016 ha confermato questi impegni e negli atti legislativi e amministrativi successivi è stato agli accordi, confermando una logica di transizione energetica. Nell’area industriale di Porto Torres potrebbe trovare spazio un hub per un secondo rigassificatore.

Si tratta della soluzione con il migliore impatto ambientale e territoriale possibile se vogliamo metanizzare la Sardegna in sicurezza e in condizioni di omogeneità del servizio nell’intero territorio isolano. Il metano è uno degli elementi essenziali per superare davvero il gap dell’insularità per le famiglie sarde e per le imprese che operano in Sardegna.

Per questo il 20 settembre abbiamo chiesto al premier Conte e al vicepremier Di Maio un incontro per valutare lo stato di attuazione del progetto di metanizzazione e siamo in attesa fiduciosa di una risposta”.

Dopo la comunicazione del presidente Pigliaru ha preso la parola per Forza Italia la capogruppo Alessandra Zedda ha detto: “C’è un buco di tre anni nel progetto di metanizzazione e non è ascrivibile a responsabilità del governo regionale. Andiamo avanti ma chiediamoci anche qual è il progetto relativo alla produzione di energia elettrica della Sardegna? Qual è il piano per l’energia solare e fotovoltaica? Ci mancherebbe se non siamo d’accordo per ridurre tutti i tempi  ma dovete dirlo al governo: per noi il metano è una condizione di sviluppo necessario che lo Stato dive riconoscerci prima possibile”.

Per il Riformatore Attilio Dedoni “abbiamo fatto grandi passi sull’autoproduzione energetica in Sardegna ma penso che questo progetto di metanizzazione non sia altro che una riedizione del Galsi.  Non mi accontento di sentire che ho avuto 120 milioni di euro in più perché è da anni che il metano ci viene negato dal governo nazionale. Timeo danaos et dona ferentes: ho paura davanti a queste offerte vaghe, senza dettaglio”.

L’on. Pietro Cocco, capogruppo del Pd, è intervenuto sul punto: “Ci sono protocolli mondiali che dicono a quali parametri ci dobbiamo adeguare sotto il profilo dell’inquinamento e lo dico per rispondere a certe considerazioni che provengono sul GNL dal mondo ambientalista. E’ necessario che si passi dal combustibile fossile alle sole rinnovabili. E in questo tempo necessario il metano è la soluzione. Ogni anno senza metano costa ai sardi oltre 400 milioni di euro, una cifra rilevantissima che deve essere azzerata. Ha fatto bene il presidente Pigliaru a sollecitare l’incontro con il governo Conte perché gli impegni si devono rispettare e non può andare come è andato per i denari destinati alla riqualificazione delle periferie. Stiamo uscendo dal carbone ma ci manca mezzo secolo ad arrivare alla produzione attraverso le fonti totalmente rinnovabili: il processo del metano per la Sardegna non può essere assolutamente fermato e bisogna sostenere l’azione della giunta regionale verso il governo”.

Il presidente ha dato la parola a Cesare Moriconi (Pd), che ha condiviso quanto sottolineato dal collega Cocco sulla necessità di fare presto per colmare un gap eccezionale che distingue la Sardegna da tutte le altre regioni italiane e d’Europa. Il merito di questa Giunta è che ha ripreso a parlare di metano.

Per Moriconi è importante che venga fatto un ulteriore approfondimento dei costi e benefici.  Secondo il consigliere di maggioranza “queste opere infrastrutturali sono di gran lunga superiori al nostro fabbisogno”. Moriconi ha anche chiesto alla Giunta, nel caso in cui venisse deciso di costruire un solo rigassificatore, dove “pensano di posizionarlo nell’interesse  dei sardi e non di una parte della Sardegna”, e ha sottolineato l’importanza che potrebbe avere per una zona industriale come quella collegata al Porto Canale.

Emilio Usula (Misto) ha confermato la sua contrarietà come già espresso con il voto contrario all’ordine del giorno del 24 luglio scorso. “È vero che la Sardegna è in fortissimo ritardo, ma puntare sul metano con le modalità di oggi è come prendere un treno che è già passato”. La conferenza di Parigi ha già chiesto la riduzione delle emissioni del gas metano entro il 2050. “Quindi entro 30 anni deve essere avviata la dismissione dell’80 per cento delle emissioni del gas metano. Vale la pena investire tante risorse per qualcosa che potrebbe vedere i benefici nel 2030?”. La Sardegna è già esportatrice di energia e con le fonti rinnovabili copre il 40 per cento del fabbisogno energetico. “Noi come Rossomori e Autodeterminazione siamo autoconsumo e generazione da piccole fonti, rendere autonomi edifici pubblici, scuole e anche questo palazzo”. Si utilizzino i 600 milioni – ha concluso – per la transizione a fonti energetiche sostenibili.

Ha quindi preso la parola il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, per la replica. Al consigliere Attilio Dedoni ha risposto che si tratta di un progetto concreto, preciso ed è andato molto avanti con diversi atti della Regione e del Governo italiano. Francesco Pigliaru ha sottolineato che si tratta di investimenti per oltre un miliardo e non 120 milioni. Riferendosi poi al consigliere Emilio Usula, il presidente della Regione ha spiegato che gli investimenti nella rete sono stati già fatti in grandissima parte. Francesco Pigliaru ha ricordato di essere stato presidente della Commissione Enve (Ambiente, cambiamenti climatici ed energia) e che la posizione da lui scritta è stata approvata da 350 territori europei. Il capo dell’Esecutivo ha affermato che il passaggio al metano è una transizione energetica virtuosa perché si passa dal carbone al metano abbattendo le emissioni di co2. Una transizione verso un futuro di energie rinnovabili che ancora non c’è. Francesco Pigliaru ha anche chiarito che i fondi sono utilizzabili soltanto per realizzare quest’opera e che non possono essere spesi per altri interventi. Il presidente ha anche sottolineato che l’infrastruttura che sarà realizzata per la distribuzione del metano sarà utilizzabile in futuro anche per il bio metano e per l’idrogeno. Francesco Pigliaru ha poi auspicato una rapida risposta da parte del Governo.

Il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau ha quindi annunciato l’esame della Proposta di legge n. 550 (Daniele Cocco e tutti i capigruppo) che modifica normativa e disciplina vigente in materia di attività estrattive di cave e miniere. Il provvedimento, iscritto ai lavori dell’Aula con la procedura d’urgenza (articolo 102 del regolamento interno) è stato oggetto di due riunioni della capigruppo con riferimento alla vertenza della ex Polar, la miniera di betonite a Piscinas (Sulcis).

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, intervenendo sull’ordine dei lavori ha però chiesto il rinvio del testo in commissione, supportato dal consigliera Anna Maria Busia (Misto) e dalla capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, che ha ricordato la nota trasmessa da Confindustria affinché siano valutate e meglio approfondite le conseguenze e l’applicazione delle norme proposte nella Pl 550.

Per il mantenimento della proposta all’ordine del giorno dei lavori dell’Assemblea regionale si sono invece espressi il capogruppo di Art. 1 – Sdp, Daniele Cocco, il consigliere Art. 1 – Sdp, Luca Pizzuto e anche il neo consigliere di Fratelli d’Italia, ex capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, insieme con il capogruppo del Pd, Pietro Cocco.

Dopo una breve sospensione dei lavori, il presidente Gianfranco Ganau ha posto in votazione, per alzata di mano, la proposta di rinvio del testo in commissione, proposta che è stata respinta a maggioranza. Il consigliere Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) è quindi intervenuto a sostegno del provvedimento in discussione auspicandone la rapida approvazione senza sostanziali modifiche al testo che – a suo giudizio – contrasta “gli atteggiamenti predatori di certi  imprenditori senza scrupoli e tutela i lavoratori e l’ambiente”. Il consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis ha quindi chiesto il rinvio della discussione generale nel pomeriggio ed il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dichiarato conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione del Consiglio alle 16.00.

 

[bing_translator]

La mancata attuazione, dopo 1.581 giorni, della legge regionale n. 12 del 13 giugno 2014 “Interventi regionali per la prevenzione della fetopatia alcolica” ha portato il responsabile scientifico dell’associazione “Amici della Vita Sulcis”, Giorgio Madeddu, a scrivere una nuova lettera aperta ai Sardi, alla Giunta e al Consiglio regionale della Sardegna, nella quale propone la bocciatura del presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru, dell’assessore della Sanità Luigi Arru e del presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau.

Di seguito il testo integrale della lettera.

13 giugno 2014, il Consiglio regionale dopo la presentazione dell’assessore della Sanità Luigi Arru e gli entusiastici interventi di numerosi onorevoli regionali approva all’unanimità dei presenti (cinquanta) la legge. Arrivava finalmente al capolinea l’emozionante avventura cominciata nel 1989 al Centro Alcologico “Don Vito Sguotti” di Carbonia dove il tribunale dei minori inviò una mamma, alcolista, di tre bambini con grave ritardo mentale poi affidati a tre coraggiose famiglie. La storia umana ci investì, emozionò, in noi scatenò interesse e impegno, con don Diaz e dr. Gerini pionieri sulcitani dell’amore alla vita debole che, la prevenzione della fetopatia alcolica, sarebbe stato obiettivo prioritario, essenziale, da perseguire!

La proposta di legge elaborata da “Amici della Vita Sulcis” nella trincea del bisogno e della solitudine fu affiancata e preceduta da iniziative divulgative e di sensibilizzazione nelle scuole, parrocchie e associazioni, conquistò gradualmente adesioni e partecipazione delle Amministrazioni comunali, Curia, dei consiglieri regionali del Sulcis ed il sostegno della Giunta e Consiglio provinciale che nel 2012 finanziarono la prima brochure italiana sulla fetopatia alcolica.

I punti qualificanti della L.R. 12/2014:

a) Riconosce la possibilità di prevenire le conseguenze dell’abuso alcolico in gravidanza ma soprattutto propone una premura e un rispetto mai dimostrato prima dal legislatore per la malata di alcoldipendenza, nessun giudizio morale, la stessa dignità che il mondo sanitario e le istituzioni riconoscono alle altre patologie.

b) Adozione di Linee guida, questionari, percorsi di presa in carico attraverso consultori, Serd, associazioni.

c) Incoraggia e valorizza la collaborazione tra tutte le figure professionali sanitarie competenti in materia.

d) Riconosce la gratuità dei rilevatori (GammaGT e Transferrina Desialata) d’abuso alcolico per le donne in epoca pre concezionale o in stato di gravidanza ampliando di fatto in Sardegna) quanto garantito dal decreto ministeriale del 10 settembre 1998.

La legge prevede inoltre:

1) Delibera della Giunta Regionale “entro 60 giorni di linee guida”.

2) Istituzione entro 60 giorni del “tavolo permanente per la prevenzione della fetopatia alcolica e i problemi alcol correlati”.

2 dicembre 2016: delibera di Giunta regionale 64/5, il presidente Pigliaru da mandato all’assessore Arru di istituire un tavolo tecnico che elabori linee guida e tavolo permanente (dai 60 giorni previsti dagli art.2 e 4 della L.R.12/2014 ai 910 giorni della delibera). Evitando le facili polemiche riteniamo che P.A.G. abbiano sottovalutato l’importanza sociale, scientifica e morale della legge.

Sintetizziamo le drammatiche conseguenze che l’abuso alcolico in gravidanza determina in Sardegna ogni anno ( rilievi dalla nostra associazione aggiornati al 2010, condivisi peraltro nella prima proposta di legge regionale sulla fetopatia alcolica n. 546 del 31 luglio 2013 sostenuta da Giorgio Locci, Pietro Cocco, Paolo Dessì, Lorenzo Cozzolino, Onorio Petrini, Lai, Gallus, Campus, Mariani, Corda, Daniele Secondo Cocco, Espa.

Alcolisti in Sardegna 40.000 (20.000 donne, 15.000 in età fertile)

650 aborti da abuso alcolico non diagnosticati, definiti “spontanei” nelle cartelle cliniche ospedaliere.

65 fetopatie alcoliche (F.A.) caratterizzate da sindromi fenotipiche variabili e ritardo mentale grave.

I bambini affetti da F.A. hanno identica aspettativa di vita dei loro coetanei, 75 anni, rappresenta non solo strazio, angoscia e sofferenze per la famiglia e la comunità ma un impegno economico non indifferente.

In 75 anni tra invalidità e accompagnamento, Legge 20, Legge 162, Insegnante di sostegno per, mediamente 13 anni, Legge 104/92 per un genitore e spese sanitarie varie, la F.A. disabilità grave, supera il milione e mezzo di euro, ipoteca che non graverà soltanto su noi tutti ma la trasmetteremo in eredità ai nostri figli, sì, amici sardi, i nostri figli e nipoti affiancheranno e si prenderanno cura di questa grave ma prevenibile disabilità che la superficialità e indolenza di P.A.G. non ha considerato prioritaria rispetto alle, concedeteci, frequenti banalità e spesso marchette clientelari di cui è lastricata la Sardegna.

Riflettiamo insieme: quante iniziative e contributi sono stati destinati nelle ultime due legislature: sagre del pisello, fagiolo, castagne e torrone, ai numerosi eventi animati spesso da semplice familismo e clientelismo? I 150.000 euro annui che la legge 12 prevedeva per il 2014/15/16 meritavano per noi, scandalosamente, esageratamente fuori dal coro, altrettanto interesse!

Amici sardi, la P.A.G. ha snobbato la legge, prima in Europa, in grado di incidere concretamente sulla prevenzione della più frequente forma di ritardo mentale pediatrico da etiologia nota, hanno privilegiato la cronaca e la visibilità delle inaugurazioni dove il clientelismo è tangibile (sanità, turismo, industria, cultura, lavori pubblici e…) trascurando i potenziali vantaggi economici e sociali ma soprattutto morali della Legge 12/2014. Sintonizzati, oggi sulle prossime elezioni, esattamente come Cappellacci, De Francisci, Lombardo (C.D.L.) che anestetizzarono la proposta 546 perché incombeva la campagna elettorale, per i politico-dipendenti da potere, niente è prioritario al craving/bramosia elettorale.

Il Centro, la Destra e la Sinistra Sarda si dimostrano geneticamente simili, campagne elettorali scoppiettanti di buone intenzioni, patetici incoraggiamenti al volontariato, per tutti: «Risorsa insostituibile da valorizzare e sostenere”, balle! I politici, quasi tutti i politici, corteggiano il volontariato quando lo ritengono funzionale al proprio interesse, potere, visibilità; quando il volontariato non chiede assistenza o contributi al potente di turno ma lavora, studia, propone in autonomia e senza servilismi quanto la “strada e la vita” insegna, l’entusiasmo si trasforma in distanza, sospetto, indifferenza e, come in questa vicenda, meschino boicottaggio.

Amici sardi tenetevi stretti, l’assessore Arru, in altre occasioni probabilmente più rapido, impiega oltre un anno (384 giorni per l’esattezza) a firmare una paginetta, il decreto assessoriale n. 37 del 21 dicembre che all’art. 1 costituisce il tavolo tecnico, prendetene visione e senza lasciarvi condizionare dalle nostre perplessità segnalateci se 384 giorni vi sembrano “fisiologica gestazione”? Sarebbe interessante conoscere quanto la task force tecnica ha prodotto in questi 10 mesi, aiutateci a comprendere.

L’’art. 5 della legge 12 recita: «La Giunta regionale presenta ogni due anni al Consiglio regionale una dettagliata relazione che illustra i dati concernenti l’attuazione della presente legge, con particolare riferimento alla verifica dell’efficacia degli interventi», il presidente del Consiglio regionale Ganau protagonista il 13 giugno del 2014 ma successivamente contumace come gran parte dei 50 consiglieri votanti, avrebbe dovuto sollecitare, rimproverare e sculacciare la Giunta regionale che ha ampiamente disatteso quanto la legge n. 12/ 2014 del Popolo Sardo stabiliva.

1.581 giorni, nessuna indicazione è pervenuta alle Assl, ai medici della nostra regione, alle scuole (art. 4) giudicate con le associazioni di volontariato indispensabili partner nella sensibilizzazione e prevenzione. Sgomenta quanto abbiamo scoperto: macchina regionale (politici e dirigenti) indolente, fiacca, incapace di strategie veloci anche quando il compitino come in questo caso è facile facile, la Sardegna meriterebbe ben altri ritmi, passione, sensibilità e amministratori.

Pigliaru, Arru e Ganau vi bocciamo perché siete inadeguati, per 1.581 giorni, statici, ingessati privi di dinamismo e sollecitudine. Il giorno successivo alla pubblicazione della legge nel BURAS potevate con una delibera di Giunta invitare le, allora 8, ASL regionali e a cascata ospedali, consultori, medici di famiglia e pediatri, a garantire gratuitamente i due esami GammaGT e Transferrina Desialata poiché come annunciato dall’art. 3 « …essenziali per la conferma del sospetto diagnostico di abuso di alcol nelle donne in età fertile o in stato di gravidanza». La stessa delibera poteva invitare l’Ufficio Scolastico Regionale e le associazioni di volontariato ad una capillare sensibilizzazione studentesca regionale e divulgare la documentazione scientifica tra i giovani. Siete in ritardo, senza attenuanti, di almeno 1.550 giorni, senza idee, impantanati, vittime, almeno in questa storia, della vostra supponenza o forse c’è dell’altro?

Riabilitatevi, chiedete scusa ai Sardi, siate coerenti, trasformate la legge 12/2014 nel più affascinante ed innovativo dispositivo europeo a favore della vita debolissima accolta nella vita fragile delle alcoliste e tossicodipendenti.

Oggi dopo 29 anni siamo sempre più determinati a sostenere la prevenzione della fetopatia alcolica avremo, forse, perso le speranze se non avessimo ricevuto il sostegno delle Amministrazioni Comunali del Sulcis, del Volontariato, della Curia e dei Sindacati.

Tra i 50 consiglieri regionali che votarono la Legge alcuni ci sono stati sempre vicini, intendiamo ringraziarli per il costante incoraggiamento a non arrenderci. Insieme a Paolo Dessì, Raimondo Perra, Valter Piscedda, Luca Pizzuto e Gianluigi Rubiu, ricordiamo con affetto il costante sostegno e l’amicizia dell’ex consigliere regionale Giorgio Locci e degli ex Parlamentari Emanuele Cani e Tore Cherchi.

GUTTA CAVAT LAPIDEM, NON VI, SED SAEPE CADENDO.

Iglesias, 13 ottobre 2018

Giorgio Madeddu

Responsabile Scientifico di AMICI della VITA Sulcis

Associazione AMICI della VITA – amicidellavitasulcis@gmail.com

Gruppi di Auto Aiuto per Alcol Tossicodipendenti, Malati Tumorali, Autismo

[bing_translator]

La Gallura ritorna in Consiglio regionale per chiedere la “restituzione” della provincia Olbia Tempio, cancellata dal referendum regionale del 2012 e “riabilitata” da quello costituzionale e di valenza nazionale, nel dicembre 2016.

Il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, insieme con i capigruppo, infatti, ha ricevuto nell’Aula della Terza commissione, i ventisei sindaci che, in rappresentanza dei ventisei Comuni che costituivano la provincia istituita nel 2001, hanno chiesto tempi certi per l’approvazione, prima della conclusione della legislatura, della proposta di legge presentata, il 16 marzo 2017,  dai quattro esponenti galluresi in Regione, Giuseppe Meloni (Pd), Giuseppe Fasolino (Fi), Giovanni Satta (Psd’Az) e Pier Franco Zanchetta (Upc) che, integrando l’articolo 25 della legge n. 2 del 4 febbraio 2016 (legge di riordino del sistema delle autonomie locali) punta alla riconfigurazione della provincia del Nord-Est Sardegna.

In apertura dei lavori il sindaco di Padru, Antonio Satta, con i primi cittadini di Olbia (Settimo Nizzi), Tempio (Andrea Biancareddu) e San Teodoro (Domenico Mannironi) ha ribadito le ragioni della Gallura e illustrato, in sintesi, le peculiarità economiche, sociali e culturali del territorio dell’Isola che ha registrato, anche negli anni dove la crisi è stata più dura, incrementi demografici superiori al 16% a fronte di una media regionale del 2.5% e che vanta il principale scalo passeggeri d’Europa, l’aeroporto turistico più importante del Mediterraneo ed un comparto delle vacanze all’avanguardia e di fama internazionale come lo è la Costa Smeralda.

A sostegno dell’ente intermedio sono intervenuti anche i vertici della Cna Gallura, Benedetto Floris, e il segretario territoriale della Cisl, Marco Idili, ed anche Emiliano Deiana nella sua duplice veste di sindaco di Bortigiadas e presidente dell’Anci Sardegna («registriamo una diffusa ripresa di coscienza sul ruolo istituzionale delle province come unico ente in grado di combattere la tendenza ad un centralismo non più tollerabile»).

Ribadito il no all’accorpamento con Sassari («Non andremo a votare se e quando saremo chiamati alle urne», hanno dichiarato Nizzi e Biancareddu) e rimarcata la volontà di proseguire in una vera e propria mobilitazione istituzionale e popolare («dal prossimo lunedì saremo autoconvocati in assemblea permanente», ha annunciato Antonio Satta) gli amministratori galluresi, hanno chiesto l’impegno dei capigruppo per calendarizzare la proposta di legge per l’istituzione della provincia del Nord Est in tempi utili per l’approvazione («a scrutino palese», è stata la pretesa unanime) prima della conclusione della Legislatura.

Preso atto delle argomentazioni dei sindaci, il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha ricordato che sul tema delle province regionali è stata presentata anche una proposta di legge del gruppo Art. 1 – Sdp che punta alla ricostituzione di tutte le province abrogate dal referendum e nel dichiarare il suo personale favore per l’elezione diretta dei consigli e dei presidenti delle province, ha auspicato un rapido confronto in commissione così da garantire la discussione del provvedimento in Aula, entro dicembre.

Convintamente a favore di una corsia preferenziale per la proposta di legge Meloni e più si sono dichiarati immediatamente i capigruppo: Pierfranco Zanchetta, Upc («Non si può perdere altro tempo e serve chiarezza sulla volontà politica di procedere speditamente»); Giovanni Satta, Psd’Az («la Gallura è il primo territorio che merita la restituzione immediata dell’ente soppresso da un referendum che nel Nord-Est non aveva raggiunto il quorum»); Paolo Truzzu, FdI («sosteniamo la provincia Gallura») e Giorgio Oppi, Udc («Siamo pronti a dare l’assenso per l’esame della proposta di legge in Aula anche senza il passaggio in commissione»).

Il confronto nella commissione Riforme e Autonomia, prima di una necessaria discussione interna ai gruppi, è stato invece auspicato dal capogruppo del Pd, Pietro Cocco («la Gallura non è l’unico territorio a chiedere che siano ripristinate le province regionali»); da quello di Art. 1 – Sdp, Daniele Cocco («la ricostituzione delle province è una richiesta diffusa e che deve trovare risposte perché serve superare tanto il “Cagliari centrismo” quanto il “Sassari centrismo”») e da Alessandra Zedda (Fi) che ha evidenziato però il poco tempo disposizione per procedere con la discussione e l’approvazione.

«Non metteremo ostacoli al percorso politico e istituzionale che sarà individuato», ha dichiarato, tra l’approvazione dei sindaci presenti, il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, mentre a conclusione dell’incontro, il presidente della Prima commissione, Francesco Agus (Misto, CP)  ha confermato l’impegno perché in tempi brevi il parlamentino delle riforme possa esaminare i due testi di legge sul ripristino delle amministrazioni provinciali, successivamente però alla conclusione del dibattito interno ai gruppi, così da definirne il preciso orientamento politico, e dopo le doverose valutazioni sul rispetto del dettato costituzionale in materia di riproposizione delle norme abrogate attraverso lo svolgimento di consultazioni referendarie.

[bing_translator]

«Il Centrosinistra al governo della Regione Sardegna, in ottemperanza alle disposizioni del Decreto Ministeriale 70, ha dovuto ridefinire l’assetto del sistema organizzativo sanitario dell’Isola, cosa che è stata fatta senza chiudere nessun ospedale, con l’obiettivo principale di  fornire risposte adeguate ai bisogni dei cittadini e tutelare le prerogative e le peculiarità della nostra Isola.»

Lo scrive, in una nota, Pietro Cocco, capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale.

«Il governo formato dai 5 stelle e dalla destra di Salvini ha contestato la legge sostenendo che la Regione Sardegna ha ecceduto con le deroghe rispetto alle disposizioni ministeriali accusandoci di aver lasciato aperti troppi ospedali – aggiunge Pietro Cocco –. Il Governo leghista pentastellato vorrebbe farci chiudere i seguenti presidi: Iglesias, la Maddalena, Isili, Guspini, Muravera, Bosa, Tempio Pausania, Ozieri, Chilarza e Lanusei. I rappresentanti del centrodestra in Consiglio regionale hanno fatto una strenua opposizione alla legge di riforma e oggi, lo stesso centrodestra, plaude con soddisfazione all’operato del governo: incredibile!».

«Dicano da che parte stanno, se in difesa del mantenimento dei servizi senza chiudere nessun ospedale o col Governo che vuole sopprimerli – sottolinea ancora Pietro Cocco -. Un’incoerenza dannosa sulle spalle della salute dei cittadini e dei più deboli.»

«Non staremo a guardare ma faremo tutto ciò che è necessario per garantire il rispetto della nostra autonomia – conclude Pietro Cocco -, e per il mantenimento di tutti i presidi ospedalieri.»

[bing_translator]

Il Consiglio regionale ha approvato nella seduta di ieri, 11 settembre, il riconoscimento dei debiti fuori bilancio.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge n.527/A -Giunta regionale – sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio.

Prima dell’inizio della discussione, il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha ricordato che, nella seduta del 2 agosto scorso, era stato presentato dal suo gruppo un ordine del giorno di censura sull’operato dell’assessore della Sanità, e ne ha sollecitato la discussione possibilmente al termine della seduta odierna.

Il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato che la decisione sulla discussione del documento sarà assunta dai capigruppo.

Congiu, affermando di voler rispettare i ruoli, ha sostenuto che a suo avviso la conferenza dei capigruppo non può calendarizzare ordini del giorno in quanto la materia è di competenza consiliare come conferma la prassi seguita in questa legislatura.

Il presidente Ganau ha ribadito che l’ordine del giorno sarà sottoposto ai capigruppo ed eventualmente potrà discutere nella prossima seduta.

Successivamente il Consiglio ha iniziato la discussione del disegno di legge n. 527.

Il relatore Franco Sabatini (Pd) ha brevemente ripercorso l’iter del provvedimento in commissione, dove è stato approvato dalla sola maggioranza con alcune modifiche, ce nel merito si è rimesso alla relazione di accompagnamento della Giunta.

A nome dell’Esecutivo l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha affermato che si è giunti al terzo anno di applicazione del decreto legislativo n.118 che disciplina la materia a livello nazionale. Per quanto concerne il contenuto, ha proseguito Paci, si tratta in prevalenza di debiti fuori bilancio degli assessorati, dell’ufficio ufficio legale, sentenze esecutive, ed acquisizioni di beni e servizi  per circa 2 milioni complessivi. Di tutti gli atti, ha concluso, è stata data piena informazione con procedure rigorose e relazioni puntuali.

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, contrario, ha sottolineato che si tratta di spese effettuate senza copertura preventiva ed al di là dei principi contabili fissati dalla legge, una condotta che va censurata perché la verifica sugli atti fa ritenere che ci siano state gravi disfunzioni organizzative anche per attività ordinarie come forniture di energia elettrica e polizze auto, che potevano certamente essere programmate per tempo. Ne scaturisce quindi, secondo Rubiu, un deficit di programmazione pubblica che non può passare sotto silenzio anche per le sue dimensioni rilevanti.

Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli.

Sull’art. 1 il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, contrario, ha dichiarato che la Giunta cerca di far passare di soppiatto questo disegno di legge come un atto dovuto e necessario ma non è così, perché invece emergono una confusione inammissibile, una pletora di somma da pagare non programmate e perfino pignoramenti presso la Regione. In sostanza, ha continuato, ci sono negligenze e caos gestionale, segno di una situazione complessiva che dovrebbe essere analizzata con la massima attenzione, fermo restando che il responsabile politico di tutto ciò è l’assessore.

Subito dopo il Consiglio ha approvato sia l’art. 1 che gli altri 3 articoli della legge, oltre alla tabella ed all’allegato di variazione.

In sede di votazione finale, la capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, ha criticato le affermazioni dell’assessore Raffaele Paci definite insufficienti e non condivisibili. Non può passare tutto sotto silenzio, ha aggiunto, perché i debiti fuori bilancio sono situazioni serie e non si può continuare a scaricare le colpe sul passato; ne comprendiamo alcune dinamiche ma in molti casi si potevano e dovevano evitare.

La legge, infine, è stata approvata con 29 voti favorevoli e 26 contrari.

Al termine dello scrutinio il Consiglio ha iniziato l’esame del Dl n. 528 – Giunta regionale – sempre in materia di debiti fuori bilancio di Regione, Enti locali ed organismi collegati.

Il relatore Franco Sabatini (Pd), come per il provvedimento precedente, ha ricordato le modifiche introdotte dalla commissione mentre, per il contenuto, si è rimesso alla relazione della Giunta.

Anche l’assessore Paci ha ribadito le sue ribadisco dichiarazioni precedenti precisando che gli atti riguardano in massima parte sentenze esecutive.

Successivamente sono stati approvati i 3 articoli della legge, la tabella e l’allegato. Il Consiglio ha poi approvato la legge con 30 voti favorevoli e 24 contrari.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame della Proposta di legge n.456, sottoscritta da tutti i capigruppo e sottoposta all’Aula in base all’art.102 del regolamento, sulla proroga al 31 dicembre delle graduatorie relative al servizio sanitario regionale.

Nella discussione generale, il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha messo in luce che il provvedimento è in qualche modo l’emblema di quanto sta accadendo perché gli organici di tutte le strutture sanitarie sarde sono in grande sofferenza, e da ciò dipendono molti risultati negativi del servizio. Edoardo Tocco ha poi auspicato che la Regione si occupi seriamente di una sanità efficiente al servizio dei cittadini, dando spazio a chi vuole veramente impegnarsi nella professione medica, con particolare attenzione ai giovani, aumentando gli accessi alle facoltà attraverso una collaborazione più stringente con le università. I medici devono stare sui territori, ha detto ancora il consigliere, e lo stesso elisoccorso potrebbe avere migliori performances se si facesse di più, per cui la proroga deve arrivare fino al 31 dicembre senza abbandonare i vincitori e gli idonei ai concorsi.

Per il Pd la consigliera Rossella Pinna ha messo l’accento sul fatto che con la legge si parla di numeri importanti di assunzioni per circa 1200 nuovi contratti complessivi, di cui 580 di precari da stabilizzare e 619 per le mobilità esterne. Con lo scorrimento delle graduatorie pubbliche, ha osservato Rossella Pinna, contiamo di raggiungere l’obiettivo di contenere la spesa e salvaguardare le aspettative di quanti attendono da tempo di essere assunti dopo aver vinto i concorsi, dopo il blocco del turn over che ha determinato dal 2015 il ricorso a contratti flessibili ed agenzie interinali. Ora si rimedia a questa situazione di difficoltà, ha concluso, prorogando l’efficacia delle graduatorie ed alleggerendo di conseguenza i problemi degli organici del sistema, con l’auspicio di attivare quanto prima nuovi concorsi.

Ancora in rappresentanza del Pd il consigliere Luigi Ruggeri ha affermato che la legge si presta a valutazioni contraddittorie e contrapposte, perché da una parte c’è la soddisfazione di quanti hanno vinto i concorsi o sono risultati idonei, mentre dall’altra c’è il rischio di negare opportunità a quanti sono arrivati dopo per concorrere ai posti disponibili. Occorre poi evitare sperequazioni, ha ammonito Ruggeri, perché le graduatorie attive diventano valide su tutto il territorio regionale mentre secondo l’Ats sono parcellizzate azienda per azienda e questo rallenta molto le procedure. Un contrasto, ha concluso, che cercherò di sanare con alcuni emendamenti correttivi.

Ha preso poi la parola l’on. Roberto Desini (PDS),  che ha ringraziato la conferenza dei capigruppo “per la celerità della discussione in Aula del provvedimento a firma del Partito dei sardi. Il senso di questa proposta è prorogare le graduatorie in ambito sanitario. Ma non posso esimermi di fare alcune considerazioni politiche: mi sarei aspettato che fosse l’assessore alla Sanità ad anticipare i tempi ma mi rendo conto che non tutti siano capaci di anticipare i problemi. Non guardo al passato e mi assumo le mie responsabilità ma nel 2014 e nel 2015 noi eravamo in maggioranza e già chiedevamo che il personale fosse attinto dalle graduatorie. Così siamo arrivati a oggi e sono aumentati i disservizi in Sanità: si chiudono le guardie mediche estive perché non ci sono i medici disponibili, come accaduto a Valledoria e a Sorso”.

Per l’oratore “si sono calpestati i diritti chiamando a lavorare non i vincitori dei concorsi ma i lavoratori delle agenzie interinali, che magari non avevano passato nemmeno le prime prove del concorso”.

Per l’on. Attilio Dedoni (Riformatori) “basterebbe leggere i titoli dei giornali per capire cosa c’è dentro gli ospedali e in particolar modo nell’Oristanese dentro il San Martino dove mancano sei cardiologi per far funzionare il sistema giorno e notte. E così mancano i radiologi e pure gli infermieri. Noi prorogheremo queste graduatorie perché è legittimo e giusto, ma ho paura di tutto quello che manca e ho paura del sistema sanitario che avete costruito”.

Ha preso poi la parola l’on. Daniele Cocco (Sinistra), che ha parlato di “atto dovuto verso alcune persone che hanno dei veri e propri diritti acquisti. Per troppe volte si sono usate le agenzie interinali in spregio alle graduatorie vigenti”. Per l’oratore “l’assessore Arru deve vigilare perché non si faccia più uno sfregio alle graduatorie esistenti”.

Dall’Udc è intervenuto l’on. Giorgio Oppi, che ha detto: “In tutti i settori ci sono esigenze particolari, c’è carenza di anestesisti come di altre specializzazioni mediche. Eppure i concorsi nno si fanno o se ne fanno pochi, troppo pochi. Ecco perché siamo favorevoli a far slittare le graduatorie al 31 dicembre, come previsto a livello nazionale”.

Per l’on. Augusto Cherchi (Pds) “c’è poco da discutere perché stiamo allineando le graduatorie dei nostri concorsi a quelle italiane. Non voteremo invece emendamenti che modificano la legge 17, perché non è questa la sede . All’onorevole Oppi invece voglio dire che non è una speranza quella di avere dei dati ma un preciso dettato legislativo. Tutti gli anni entro il 30 giugno il direttore generale deve consegnare alla Giunta una relazione e la Giunta deve consegnarla ai consiglieri.  Ecco, in questi cinque anni io non ho mai ricevuto la relazione del direttore generale. Non sono disposto ad accettare atti contrari a quel che il Consiglio ha votato”.

L’assessore Luigi Arru ha ricordato la finalità della norma e ha aggiunto alcune notizie: “Da circa dieci anni non ci sono assunzioni e ci troviamo a dovere stabilizzare circa 509 persone a causa di fabbisogno aziendale e pensionamenti. Dal continente da ultimo sono arrivati invece in mobilità circa 100 infermieri. Penso che sia giusto indicare il termine del 31 dicembre 2018 per la proroga della validità della graduatoria. Aggiungo che dai nostri dati risulta che in questi cinque anni sia fortemente ridotto il numero degli interinali”.

Per dichiarazione di voto l’on. Marco Tedde (FI) ha detto che  “non solo dai banchi dell’opposizione ma dal Pds arrivano contro l’assessore Arru accuse molto taglienti che non hanno avuto replica. Ma noi sappiamo cosa sta accadendo nel 118 e dentro Areus, sappiamo che non avete ancora presentato il Piano per la riorganizzazione della rete ospedaliera: perché lo avete inviato al ministero?”.

Per dichiarazione di voto ha ripreso la parola l’on. Augusto Cherchi (Pds): “Visto che abbiamo a disposizione 50 nuovi medici di emergenza e urgenza, come ha appena detto l’assessore Arru, si sappia che ci sono  in Sardegna pronto soccorso con due soli medici, ormai pronti a chiudere”.

Per l’on. Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc, “questa proroga nasce dalla inefficienza della Sanità sarda. Per tutto agosto nel Sulcis sono state chiuse quattro sale operatorie per consentire all’unico chirurgo di prendere le ferie”.

Favorevole anche l’on. Marcello Orrù (Fratelli di Italia).

L’Aula è poi passata all’esame degli articoli e degli emendamenti. Sull’articolo 1, il capogruppo del Pd, on. Cocco si è detto favorevole agli emendamenti 1, 2, 5.

Per l’on. Marco Tedde (FO) “sono sempre più cruente le critiche nei confronti dell’assessore Arru, che non è gradito a una buona parte della maggioranza ma ugualmente vanno imperterriti per la loro strada e non ascoltano né il Pd né il Pds”.

L’on. Pietro Cocco (capogruppo Pd) ha detto che “il senso di questa legge è molto chiaro. Ma l’occasione è buona ancora una volta per attaccare l’assessore alla Sanità. Ecco, io sfido chiunque in quest’Aula a dichiararsi innocente rispetto alla Sanità, materia sulla quale in passato si sono cimentati in tanti”.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato la parola alla capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, la quale ha chiesto all’assessore in che fase si trova l’approvazione della rete ospedaliera che il Consiglio regionale ha approvato. La consigliera ha evidenziato che questa incertezza sta creando molta confusione e comportamenti, a volte, non conformi a quanto prevede la legge di riordino.

Gianfranco Congiu (capogruppo del Partito dei Sardi) ha annunciato il voto contrario del suo partito agli emendamenti perché alterano lo spirito della legge. Gianfranco Congiu ha poi attaccato il capogruppo del Pd per le critiche mosse al suo partito. Il consigliere ha ricordato che lealtà significa alleanza non complicità e ha ribadito la sua critica all’assessore della Sanità per il trattamento riservato ai diabetici.

L’Aula ha, poi, approvato all’unanimità il testo dell’articolo 1 (Proroga  al 31 dicembre 2018 delle graduatorie dei concorsi pubblici per le assunzioni a tempo indeterminato delle aziende del sistema sanitario regionale) e con 44 voti favorevoli e 6 contrari l’emendamento aggiuntivo n.1  (Peru e più) (All’inizio del comma 1, prema delle parole “L’efficacia”, sono inserite le seguenti parole: “Al fine di sopperire al fabbisogno di personale, consentendo contestualmente il contenimento della spesa e il maggior utilizzo delle graduatorie vigenti”).

Sull’emendamento aggiuntivo n. 5 ha chiesto la parola Luigi Ruggeri (Pd), che ha voluto spiegare che l’emendamento serve soltanto a equiparare le graduatorie di tutte le aziende sanitarie della Sardegna.

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha chiesto al presidente Gianfranco Ganau una sospensione di cinque minuti.

Alla ripresa dei lavori, la consigliera Alessandra Zedda ha preso la parola per precisare che la bocciatura dell’emendamento sostitutivo parziale n.2 (Alla fine del comma 1, le parole “con scadenza al 30 settembre 2018” sono sostituite dalle seguenti: “vigenti al 31 dicembre 2016 e con scadenza entro il 30 settembre 2018”) è stata decisa non per bocciare la sostanza del testo su cui erano d’accordo, ma perché ritenuto pleonastico, in quanto il testo della legge già proroga tutte le graduatorie.

Pietro Cocco (Pd) ha accolto la spiegazione della collega, ma ha chiesto un’interpretazione autentica ai funzionari del Consiglio regionale in modo da essere sicuri di non escludere le precedenti graduatorie. Anche per Augusto Cherchi (Partito dei sardi) l’emendamento è pleonastico. Il capogruppo dei Riformatori sardi per l’Europa, Attilio Dedoni, ha annunciato il ritiro della sua firma dal provvedimento. Per Gianfranco Congiu (Partito dei Sardi), invece, l’emendamento sarebbe stato discriminatorio per chi fa parte di graduatorie precedenti a quella indicata nel testo.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha ricordato la condivisione unanime per l’approvazione della proroga per tutte le graduatorie concorsuali senza ulteriori specifiche. Il consigliere di Forza Italia, Giuseppe Fasolino, ha ribadito la posizione del gruppo invitando il presidente del gruppo Pd ad evitare di fornire “ulteriori precisazioni”. Luigi Lotto (Pd): «Sono che certo che ciascuno vuole che siano garantite le stesse garanzie a tutti coloro che sono nelle graduatorie dei concorsi e dunque chiudiamo qui le dispute e se necessario in futuro interveniamo per le eventuali norme interpretative». Sulla stessa linea il capogruppo Art. 1 – Sdp, Daniele Cocco: «L’intento dei consiglieri è prorogare tutte le graduatorie, la legge è questa chiudiamola qui». Marco Tedde (Fi): «Non comprendo alcune affermazioni della maggioranza, soprattutto di quelli che hanno voluto bacchettare i consiglieri dell’opposizione. La ratio della legge è chiaro prorogare tutte le graduatorie, il resto sono strumentalizzazioni». Roberto Deriu (Pd): «Ognuno giochi la sua partita ma su questo provvedimento c’è la pelle delle persone. C’è l’accordo unanime per la proroga di tutte le graduatorie, votiamo il provvedimento e cessiamo le dispute».

Posto in votazione l’emendamento aggiuntivo n. 5 (Ruggeri) è stato approvato con  36 a favore e 3 contrari. Con 52 favorevoli su 52 votanti è stato approvato invece l’articolo 2 “Norma finanziaria” e con il medesimo scrutinio anche l’articolo 3 (entrata in vigore).

Prima della votazione finale della legge, via libera (33 sì e 8 no) all’ordine del giorno presentato dal capogruppo Art. 1 – Sdp, Daniele Cocco, che impegna il presidente della Giunta e l’assessore della Sanità ad “assumere le opportune iniziative con il Governo per procedere alla proroga della validità ed efficacia delle graduatorie vigenti dei concorsi pubblici per le assunzioni a tempo indeterminato al 31 dicembre 2019”. Prima della votazione il consigliere del Pds, Augusto Cherchi, aveva dichiarato voto contrario: «Undici anni di proroghe sono più che sufficienti per vedere riconosciuti i diritti di chi è in graduatoria nei concorsi».

In sede di dichiarazione di voto sulla legge sono invece intervenuti a favore i consiglieri Roberto Desini (Pds) e Antonello Peru (Fi). Posta in votazione la legge che proroga al 31 dicembre 2018 le graduatorie dei concorsi pubblici è stata approvata con 50 favorevoli su 50 votanti.

Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato conclusi i lavori ed ha comunicato la convocazione dell’Assemblea sarda al domicilio dei consiglieri e l’immediata convocazione della conferenza dei capigruppo e della Terza commissione consiliare.