Nuoro.
Il mondo politico e sindacale isolano si mobilita contro la chiusura degli uffici della #Motorizzazione Civile di Nuoro.
«Occorre evitare la chiusura degli uffici della #Motorizzazione Civile di Nuoro, che potrebbe cessare l’attività entro il prossimo 31 dicembre, ed operare per trasferire le competenze della Motorizzazione dallo Stato alla Regione, come avviene in altre Regioni a statuto speciale.»
Sono stati questi i temi al centro della conferenza stampa dei consiglieri regionali Anna Maria Busia (Centro democratico) ed Efisio Arbau, capogruppo di Sardegna Vera, che hanno presentato sull’argomento una interrogazione ed una mozione, sottoscritta fra gli altri anche dai consiglieri Emilio Usula (Soberania/Indipendentzia) e Roberto Desini (Centro democratico) e dal capogruppo di Sel Daniele Cocco.
“Per gli uffici di Nuoro è necessario un intervento immediato – ha dichiarato l’on. Busia – per evitare pesanti disagi ad un territorio come la Sardegna centrale colpito più di altri dalla crisi. Ma in prospettiva è ancora più importante il trasferimento delle competenze dallo Stato alla Regione in materia di Motorizzazione civile, come avviene in altre Regioni a statuto speciale: è una parte della nostra autonomia che la Sardegna può e deve rivendicare a costo zero.»
«Possiamo raggiungere questo risultato in tempi brevi – ha concluso Busia – la Regione deve nominare i suoi due rappresentanti nella Commissione paritetica (lo stesso organismo che si è occupato della vertenza entrate), praticamente il luogo istituzionale dove si costruisce l’autonomia dei contenuti e delle cose concrete che interessano i cittadini.»
Il capogruppo di Sardegna Vera Efisio Arbau ha messo l’accento sul fatto che il caso di Nuoro, «dove molti dipendenti andati in pensione non sono stati sostituiti ed altri svolgono da anni mansioni superori per venire incontro all’utenza, potrebbe riproporsi in modo analogo anche nelle sedi di Cagliari e Sassari: quindi siamo di fronte ad un problema di tutta la Sardegna».
Soffermandosi poi sui principali passaggi legislativi, Arbau ha auspicato a brevissimo termine un provvedimento del Governo per il riconoscimento delle mansioni superiori agli addetti di Nuoro che consentirebbe il ritorno alla piena operatività degli uffici ed inoltre «l’insediamento al più presto possibile della Commissione paritetica Stato-Regione per mettere a punto il testo del decreto legislativo con cui si trasferiscono le competenze dal livello centrale a quello regionale: non solo è un provvedimento a costo zero ma assicurerebbe un maggior introito alla Sardegna di circa 2 milioni di euro».
Per il consigliere regionale del Centro democratico Roberto Desini, non va dimenticato che «gli uffici di Nuoro servono un bacino di utenza molto ampio che abbraccia i territori dell’Ogliastra, dell’alto Oristanese e del Goceano e sarebbe impensabile che cittadini ed imprese fossero costretti ad andare a Cagliari o Sassari per sostenere le prove di guida od ottenere semplici autorizzazioni. Siamo convinti che con una Motorizzazione regionale si possano razionalizzare i servizi pubblici senza chiedere nulla allo Stato ma anzi offrendo più qualità e più efficienza ai sardi».
Quello di una Motorizzazione regionale, ha affermato il consigliere di Soberania e Indipendentzia Emilio Usula, «è un obiettivo alla nostra portata, un segnale forte di controtendenza rispetto alla manovra nazionale che punta ad un nuovo centralismo. Un segnale che la Regione deve mandare soprattutto nelle zone interne per arrestare il processo di spopolamento e contrastare la smobilitazione di molti presidi importanti dello Stato».
Il capogruppo di Sel Daniele Cocco, dopo aver evidenziato le ricadute negative della chiusura della Motorizzazione di Nuoro per il Goceano, che è ad oltre un’ora da Sassari e ad appena 15 minuti da Nuoro, ha parlato di «un disservizio che si deve assolutamente evitare ed anzi contrastare politicamente con una azione incisiva ed unitaria di tutto il centro sinistra».
Confartigianato Nuoro, gli artigiani, le autoscuole del territorio e le associazioni civiche, intanto, hanno organizzato, per lunedì 21 luglio presso l’Euro Hotel del capoluogo barbaricino, con inizio alle ore 9.30, un’assemblea pubblica per incontrare i cittadini, le associazioni, le istituzioni locali, provinciali e regionali, e la politica per manifestare il proprio disagio, puntare un “riflettore” sulla ventilata chiusura della Motorizzazione e per fare pressioni sui governi regionale e nazionale.
Pietro Contena, segretario provinciale di Confartigianato Nuoro, annunciando l’assemblea pubblica di lunedì prossimo, ha dichiarato: «Una Motorizzazione che chiude è un territorio che muore. E gli artigiani e le autoscuole non ci stanno: lunedì prossimo pronti ad azioni eclatanti”.
«Vogliamo far conoscere a tutti ciò che sta capitando a questa provincia – sottolinea Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Nuoro – nell’indifferenza di molti governanti locali e regionali. La situazione è stata sottovalutata e ora è gravissima ma non tollereremo che la nostra provincia venga spogliata di un’altra fondamentale istituzione, funzionale sia alle imprese, sia ai residenti.»
Sono quasi 10.000 le operazioni che l’articolazione periferica del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti effettua ogni anno, secondo recenti dati forniti dallo stesso Organismo. Sono, infatti, più di 3.000 le revisioni di camion, mezzi speciali e autobus, ben 6.212 le prove d’esame per il conseguimento delle patenti e un numero non quantificabile di altre operazioni, come il duplicato delle patenti o la reimmatricolazione, che non sono sottoposte a statistiche.
Secondo questi dati, autoscuole, autotrasportatori e privati cittadini potrebbero essere costretti a effettuare le prove nelle strutture di Cagliari, Oristano e Sassari che, tra l’altro, non sono in grado di gestire un carico di lavoro così importante.
«La decisione di una malaugurata chiusura . concludono Contena e Folchetti – costringerà un intero territorio a “migrare” verso le Motorizzazioni lontane più di 100 chilometri, per sottoporsi agli esami e alle trafile burocratiche, con enormi aggravi di costi e perdite di giornate di lavoro.»