19 December, 2024
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E’ stato eseguito venerdì 11 ottobre, nell’Ospedale Santissima Annunziata di Sassari, il primo prelievo multiorgano in Sardegna da donatore a cuore fermo controllato. La procedura, che ha comportato il prelievo di fegato e reni destinati a pazienti in attesa a Roma e a Padova è stata portata a termine con successo sulla base del programma nazionale di donazione a cuore fermo del CNT – Istituto Superiore di Sanità – già adottato in diverse Regioni del nostro Paese ed avviato quest’anno anche nella nostra Regione dal Centro regionale trapianti con il supporto dell’assessorato della Sanità della Regione. «Si aprono nuove promettenti prospettive per la nostra isola nel settore dei trapianti: questa procedura consente di ampliare il numero di potenziali donatori contribuendo a soddisfare la domanda dei pazienti sardi in attesa di trapianto nella nostra isola, e rafforzando contestualmente la rete di interscambio nazionale»

Così l’assessore della sanità, Armando Bartolazzi, promotore della delibera che ha dato recentemente il via libera all’istituzione del protocollo operativo sul Programma di donazione organi a cuore fermo (DCD).

«La donazione a cuore fermo è una tecnica innovativa, già presente nelle realtà più avanzate del nostro paese e che ora porta la nostra regione fra i punti di riferimento nazionali nel settore. La Sardegna vanta già da tempo un consolidato background nell’ambito trapiantologico, cosa che ha consentito di individuare nell’ARNAS Brotzu e nell’Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari i due punti di riferimento per l’introduzione di una nuova tecnica ad alta complessità che a pochi mesi dall’ok dell’esecutivo regionale è già una realtà». E’ stata la delibera regionale 29/1 dello scorso 7 agosto ad introdurre per la prima volta in Sardegna il Programma di donazione e prelievo di organi a cuore fermo, con l’istituzione di un apposito tavolo tecnico di appoggio presso la direzione generale della Sanità.

La donazione a cuore fermo è un programma di donazione di organi da donatore cadavere che viene effettuata da soggetti deceduti per arresto cardiocircolatorio e sottoposti ad accertamento di morte con criteri cardiologici (Donor after Circulatory Death – DCD), diversamente dai donatori in morte encefalica, programma già da anni regolarmente svolto nella nostra Regione, nei quali l’accertamento di morte viene effettuata con criteri neurologici (Donor after Brain Death – DBD). Aspetto peculiare della donazione a cuore fermo è dato dalla certificazione di morte con criteri cardiologici che in Italia può avvenire solo dopo venti minuti di arresto cardiaco registrati con elettrocardiogramma, per cui, per evitare che gli organi possano risentire della c.d. ischemia calda sistolica (ovvero quella fase in cui il circolo è fermo e gli organi sono in sede, ma non perfusi dalla circolazione ematica, né fisiologica, né artificiale, né sostenuta da manovre di rianimazione cardiopolmonare), occorre mettere in atto tecniche specifiche e un rigoroso rispetto dei tempi, che presuppone una elevata professionalità ed una perfetta sinergia tra i diversi operatori.

Il lavoro che è stato svolto nel corso della donazione presso l’AOU di Sassari è stato particolarmente impegnativo, in quanto si è trattato di un processo clinico-chirurgico di alta complessità, che ha richiesto un elevatissimo livello di collaborazione tra strutture e discipline diverse presidiate dal coordinamento Locale e tramite la Centrale operativa regionale, dal Centro regionale trapianti.

«Il programma regionale a cuore fermospiega il dott. Lorenzo D’Antonio, coordinatore regionale trapianti – consentirà un sensibile aumento in Sardegna della disponibilità di organi, in particolare fegato e reni, che permetterà di eseguire un numero maggiore di trapianti con conseguente riduzione dei tempi di attesa per i pazienti iscritti in lista affetti da gravissima insufficienza d’organo. Siamo impegnati a proseguire su questa strada, con l’obiettivo di rendere il nostro sistema regionale di donazione e trapianto sempre più efficiente ed efficace, consapevoli che per ottenere risultati concreti ed importanti sia necessario dotare le nostre strutture dedicate di risorse adeguate indispensabili per poter svolgere un lavoro così complesso ed articolato. La donazione a cuore fermo che ha avuto luogo a Sassari ha concluso Lorenzo D’Antonioè stato il risultato di un bellissimo lavoro di equipe, un esempio di grande impegno e di condivisione, per il quale mi sento di ringraziare in particolare il dott. Giuseppe Feltrin, direttore del Centro Nazionale Trapianti, la dott.ssa Paola Murgia ed il dott. Leonardo Bianciardi rispettivamente coordinatrice locale e direttore della Terapia intensiva dell’AOU di Sassari, ma anche tutti i singoli professionisti che hanno partecipato attivamente al processo.»

«Abbiamo segnato un momento storico per la sanità della nostra regione e per la nostra aziendaafferma il direttore generale dell’Aou di Sassari, Antonio Lorenzo Spano -. Un ringraziamento particolare va al donatore e alla sua famiglia che hanno permesso la realizzazione di questa donazione che salverà la vita ad altri pazienti in lista d’attesa. Sono stati prelevati reni, fegato e cornee da un paziente di 65 anni che aveva espresso la volontà di donare nel rinnovo della carta d’identità”

Oltre al dott. Leonardo Bianciardi e alla dottoressa Paola Murgia, la direzione generale dell’AOU di Sassari ha esteso i suoi ringraziamenti agli specialisti Ecmo con la dottoressa Stefania Milia medico intensivista, ai cardiochirurghi e perfusionisti guidati da Michele Portoghese, ai cardioanestesisti guidati dal dottore Andrea Balata, agli infermieri di sala operatoria, al team della Clinica urologica diretta dal professor Massimo Madonia, agli specialisti del laboratorio analisi diretto da Angela Bitti, alla Microbiologia e virologia del professor Salvatore Rubino, al Centro trasfusionale diretto dal dottor Pietro Manca, alla Radiologia diretta dal professor Salvatore Masala, agli oculisti della Clinica diretta dal professor Antonio Pinna e all’Anatomia patologica diretta dal professor Antonio Cossu.

 

Ancora un inserimento nell’organico del nuovo Carbonia, il centrocampista 26enne Costantino Chidichimo, originario di Castrovillari, centrale di centrocampo classe 1997. Cresciuto nelle giovanili del Cosenza, dove è arrivato fino alla prima squadra, ha vissuto le prime esperienze per 2 stagioni in serie C. Quindi 5 campionati in serie D con una settantina di presenze tra Francavilla, Gela, Palmese e Chions. Ha giocato anche con Termoli e Real Guglionesi, nell’ultima stagione in Eccellenza nel Rocca Acquedolcese.

La società, intanto, ha annunciato una nuova collaborazione con una società sportiva di Carbonia, la don Vito Sguotti guidata dal presidente Pietro Manca. Sono iniziati giovedì 31 agosto gli allenamenti del settore giovanile di ambedue le società sul campo comunale di via Dalmazia, sotto la supervisione dei relativi tecnici.

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Alle nove erano già lì, in fila e ordinati, per donare il sangue, pronti anche così a servire la popolazione in particolare chi ha bisogno continuo di emocomponenti. Uomini e donne della Brigata Sassari questa mattina hanno risposto all’appello del Centro trasfusionale dell’Aou di Sassari, dell’Avis comunale e dell’Avis provinciale.

Si sono presentati all’autoemoteca, messa a disposizione dall’Avis provinciale, con indosso la mimetica e il foulard bianco e rosso. Si sono registrati e poi, in coppie di due, sono saliti sul mezzo Avis, prima per la visita con il medico e poi per la donazione.

A metà mattinata erano già una ventina le sacche raccolte. E la presenza dei militari è stata di stimolo per ulteriori donazioni. Tanti cittadini, infatti, si sono avvicinati e hanno aderito alla giornata e contribuito a incrementare il numero delle sacche di sangue.

«Per noi è un onore essere qui oggi – ha detto il generale Andrea Di Stasio -. Questa è un’iniziativa che ci permette di essere vicini ai nostri concittadini. Ci piace essere partecipi e servire la popolazione. Mentre alcuni lo fanno con un camice, noi lo facciamo con l’uniforme, a Sassari come in altre parti dell’isola. Trovo che questi piccoli gesti a favore delle persone siano un’occasione per unire la Sardegna. Noi ci siamo e ci saremo sempre, ancor di più, per la gente e tra la gente», ha concluso.

«Il nostro ringraziamento va agli uomini e alle donne della Brigata, vanto della città di Sassari – ha aggiunto il direttore generale dell’Aou Nicolò Orrù -, grazie alla loro disponibilità oggi è stato possibile raccogliere un contributo importante per quei pazienti che ogni giorno hanno necessità di sangue e per i reparti ospedalieri chirurgici.»

Sangue ed emocomponenti sono presidi terapeutici irrinunciabili e, anche se in generale in Sardegna le donazioni di sangue sono in leggere aumento, queste non bastano per rendere l’isola autosufficiente.

«La collaborazione con l’Avis comunale e provinciale, quindi con la Brigata – ha aggiunto il direttore del Servizio trasfusionale dell’Aou, Pietro Manca – contribuisce a sensibilizzare la popolazione. Donare il sangue aiuta a salvare una vita oltre che consentire al donatore un controllo periodico della propria salute. A ogni donazione e, qualora necessario, anche nell’intervallo fra le donazioni, vengono effettuati una serie di esami che consentono di valutare le condizioni di salute del donatore. È comprensibile quindi l’importanza di essere costanti.»

Possono donare il sangue i soggetti di età compresa tra i 18 e i 70 anni e in buone condizioni di salute. Ecco perché il centro trasfusionale dell’Aou di Sassari rinnova costantemente l’appello, sia ai nuovi donatori sia a quelli abituali, a presentarsi nella struttura di via Monte Grappa per controlli ed eventualmente per effettuare una donazione.

Questa mattina, oltre agli uomini e le donne del Comando Brigata “Sassari”, del 152° reggimento fanteria e del Reparto Comando e Supporti Tattici, erano presenti anche la dottoressa Maria Grazia Sanna del Servizio trasfusionale di via Monte Grappa e il presidente provinciale dell’Avis Vincenzo Dore.

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Sangue ed emocomponenti sono presidi terapeutici irrinunciabili e, anche se in generale in Sardegna le donazioni di sangue sono in aumento, si intuisce che queste non sono sufficienti. Ecco perché quella organizzata per lunedì 2 dicembre, in piazza d’Italia, sarà una giornata importante per la donazione di sangue. Ad essere protagonisti saranno gli uomini della Brigata Sassari, sempre pronta a rispondere agli appelli ed alle necessità della popolazione.

La giornata è stata organizzata dal Servizio Trasfusionale dell’Aou di Sassari, in collaborazione con l’Avis comunale, l’Avis provinciale e la Brigata Sassari.

«I militari della Brigata Sassari – afferma Pietro Manca, direttore del Centro trasfusionale di via Monte Grappa – sono sempre stati molto sensibili sul tema della donazione di sangue e, grazie all’impegno del comandante generale Andrea Di Stasio, è stato possibile organizzare questo appuntamento. Un’attenzione particolare che contribuirà a sensibilizzare tutti i cittadini alla donazione e contribuirà ad assicurare ai nostri pazienti le terapie trasfusionali di cui necessitano.»

All’appello, lunedì alle 9.00, risponderanno gli uomini del Comando Brigata Sassari, del 152 reggimento Fanteria e del reparto Comando e Supporti tattici.

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Un vero e proprio esercito di giovani desiderosi di donare il sangue e di essere informati sulle modalità di donazione del midollo osseo. Questa mattina il piazzale dei parcheggi antistante la clinica di Malattie infettive dell’Aou di Sassari è stato “invaso” da oltre un centinaio di ragazzi delle scuole superiori della città che hanno aderito alla quinta edizione di “Goccia su goccia”. L’evento, organizzato dal Segretariato italiano studenti di Medicina (Sism) di Sassari, in collaborazione con il centro Trasfusionale e la Diabetologia dell’Aou, l’Avis provinciale e comunale e l’Admo Sassari, è stato una vera e propria occasione per sensibilizzare i giovani al problema della donazione, oltre che momento per svolgere attività di informazione e prevenzione.

Sul piazzale tre gazebo informativi e tre autoemoteche dell’Avis hanno ospitato i tanti ragazzi che hanno deciso di donare il sangue e di informarsi sui vari temi proposti durante la giornata. Gli organizzatori, infatti, hanno parlato della prevenzione dei tumori al seno, del tumore della prostata e del testicolo quindi anche del diabete, offrendo anche un controllo gratuito della glicemia, grazie al materiale messo a disposizione dalla Diabetologia dell’Aou.

«La risposta è stata positiva – ha detto Sergio Carossino, rappresentante del Sism Sassari – gli studenti hanno fatto domande e hanno mostrato interesse alle problematiche. C’è necessità di educare i giovani sulle donazioni, perché emerga una coscienza sociale. Ogni anno abbiamo sempre più risposte e per questa edizione abbiamo anche richiesto l’intervento di una terza autoemoteca. Il successo è andato oltre ogni rosea aspettative, e i ragazzi sono stati così tanti che alcuni sono andati a donare il sangue anche al centro Trasfusionale del palazzo Rosa». A fine mattinata si conteranno circa 60 sacche di sangue.

Entusiasta per la presenza numerosa anche Nello Merella, segretario provinciale dell’Avis. «Per questa manifestazione, ormai, dovremmo pensare di passare dalla cadenza semestrale a quella quadrimestrale – ha detto -. La fascia che vorremmo raggiungere maggiormente è quella tra i 18 e i 21 anni, così da ringiovanire il “parco” donatori».

Ad aderire all’iniziativa gli studenti degli istituti “Spano”, “Marconi”, “Canopoleno”, “Azuni”, Europa, Kennedy, Agraria, Alberghiero, Geometri e Industriali.

«Una risposta molto ampia, che ci fa enormemente piacere – ha detto Pietro Manca, direttore del centro Trasfusionale del Palazzo Rosa – e ci auguriamo che queste giornate possano essere da esempio e convincere tanti altri a donare sangue. In Sardegna c’è una grande necessità di sangue ed emocomponenti e donare aiuta a salvare una vita, oltre che consentire al donatore un controllo periodico della propria salute.»

Allo stand dell’Admo, poi, tanto interesse per la donazione delle cellule staminali ematopoietiche. «Il nostro compito oggi – ha detto Nicolò Spano responsabile Admo Sassari – è stato avvicinare i ragazzi alla donazione del midollo osseo. Hanno potuto parlare con un medico e chi ha voluto ha donato anche una fiala di sangue, che sarà inviata al Centro Trapianti di Cagliari per la tipizzazione del Dna e l’inserimento nel registro dei donatori mondiali».

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Buon compleanno Grazia. Venerdì prossimo, 27 settembre, in occasione del 148° anniversario della nascita di Grazia Deledda l’Unione Italiana Ciechi ed ipovedenti, sezione di Nuoro, ha organizzato una serie di eventi per ricordare la ricorrenza. Le iniziative sono state presentate dal presidente Pietro Manca. «Inizieremo la mattina, al Liceo delle Scienze Umane e Musicali: leggeremo davanti agli studenti una novella tratta dalla raccolta ‘Il sigillo d’amore’. Verrà letta dal braille, da un lettore non vedente. Poi consegneremo ad ogni studente il codice braille e proporremo loro di partecipare alla “caccia al periodo”: dovranno cercare una determinata frase, scritta in braille, in una novella. La sera invece, dalle 19:00, appuntamento all’Exmè: ci sarà una maratona di lettura, alternando lettori in nero a lettori in braille, di novelle tratte sempre da ‘Il sigillo d’amore’. Letture accompagnate da esibizioni musicali di un chitarrista ed una flautista. Spazio anche a momenti conviviali, tra una lettura e l’altra. Agli studenti e al pubblico della sera verrà regalata una copia della raccolta».

Buon compleanno Grazia si inserisce nel progetto Grazia Deledda in Esalettura portato avanti dalla sezione dell’Unione Ciechi ed Ipovedenti di Nuoro da tre anni. Le novelle di una raccolta, quest’anno Il Sigillo d’amore, vengono pubblicate in sei formati differenti: in normale carattere di stampa (in nero), in braille, in audio, in video, informato leggibile dai sintetizzatori vocali e in formato e-book.

«E’ un progetto inclusivo – spiga Pietro Manca – il formato video permette di inserire l’interprete della Lingua dei Segni Italiana e quindi rendere disponibile la raccolta anche per le persone sorde. Alternando le letture, vedente non vedente, vogliamo dimostrare che non esiste differenza fra persone normali e persone con limitazioni se a ciascuna viene data la possibilità di usufruire degli strumenti di accesso alla cultura e al lavoro. Ed è un progetto che vuole promuovere l’opera di Grazia Deledda e con essa la nostra terra.»

Un pensiero verso il futuro. «Tra due anni sarà il 150esimo anniversario della nascita della nostra più illustre concittadina. Sarà davvero un anno deleddiano – conclude Pietro Manca -. Organizziamoci per festeggiarlo alla grande».

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La Marco Cullurgioni Giba si è aggiudicata questo pomeriggio, sullo splendido campo in erba sintetica del Comunale di Giba, la 27ª edizione della Coppa Capodanno, torneo riservato alla categoria giovanissimi, organizzato dalla delegazione FIGC di Carbonia Iglesias. Nella finalissima, diretta dal signor Massimo Piscedda, la squadra allenata da Giovanni Falessi, portiere del Carbonia in C2 negli anni ’80, ha superato la Don Vito Sguotti Carbonia, con il largo punteggio di 5 reti a 0 (primo tempo 1 a 0).

La partita è rimasta in equilibrio per venti minuti, fino al goal realizzato da Samuele Uccheddu, al 21′ del primo tempo. La squadra di Pietro Manca, qualificatasi per la finalissima con la larghissima vittoria per 8 a 0 in semifinale sull’Atletico Narcao (la Marco Cullurgioni Giba in semifinale aveva superato di misura gli Ex Biancoblu di Carbonia per 1 a 0), ha cercato di riportarsi in parità nella seconda parte del primo tempo, senza riuscirvi, ed è poi crollata nella ripresa.

Al 5′ del secondo tempo ha raddoppiato Michele Caschili, poi è andato in goal per due volte Christian Diana al 21′ e al 25′ e, infine, ha messo la sua firma sulla cinquina della Marco Cullurgioni, all’8′ dei 10′ di recupero concessi dal direttore di gara, Gabriele Cuccu.

Nella Don Vito Sguotti, nonostante la netta sconfitta, si sono distinti il capitano Nicolo Pau ed il vicecapitano Virgilio Melis.

La Marco Cullurgioni Giba lo scorso 26 dicembre era stata protagonista anche della finale della 55ª edizione della Coppa Santa Barba – Trofeo Aldo Carboni, persa di misura con il Carbonia, con il punteggio di 2 reti a 1.

Marco Cullurgioni Giba: De Angelis Davide, Serventi Nicola Luigi, Moi Gabriele, Pischedda Giancarlo Andrea, Binozzi Riccardo, Pintus Devid, Caschili Michele, Pala Matteo, Diana Christian, Mura Gian Luca, Uccheddu Samuele. A disposizione: Cuccu Enrico, Cuccu Gabriele, Diana Alessio, Maccioni Giammarco, Culurgioni Giacomo, Pilloni Mattia, Pisano Claudio. All. Gianni Falessi.

Don Vito Sguotti Carbonia: Fanutza Christian, Caddeo Francesco, Cocuzza Matteo, Crobeddu Leonardo, Biggio Edoardo, Manca Matteo Flavio, Benedetto Joacopo, Urru Alessio, Pau Nicolo, Melis Virgilio, Cocco Francesco. A disposizione: Arangino Samuele, Garau Riccardo, Orrù Alessandro, Pinna Andrea, Biggio Simone. All. Pietro Manca.

Arbitro: Massimo Piscedda.

Reti: al 21′ Samuele Uccheddu (MC), al 5′ del secondo tempo Michele Caschili (MC), al 21′ e al 25′ Christian Diana (MC), al 43′ Gabriele Cuccu (MC).

                    

 

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L’incantevole cornice della spiaggia di Cea (comune di Tortolì), ospiterà dal 28 settembre al 1 ottobre, la terza edizione della Blind Pedalò Race, competizione internazionale nella quale equipaggi misti formati da un cieco e un vedente si sfidano in mare.

Nelle acque cristalline di questo splendido angolo della Sardegna si svolgeranno una serie di gare sprint di pedalò su un percorso di 100 metri.

Nei primi due giorni le eliminatorie, sabato gli equipaggi godranno di un giorno di riposo, mentre  domenica sono previste i turni di semifinale e le finali.

«Una manifestazione di grande importanza – sottolinea Pietro Manca, presidente dell’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti – Onlus di Nuoro che ha organizzato l’evento -. Ancora una volta si offre la possibilità concreta di creare una sinergia reale fra i ciechi e la società dimostrando, grazie ad una sana competizione sportiva, che anche i portatori di handicap sensoriali possono vivere l’esperienza agonistica. Il raid è inoltre è l’occasione per dimostrare che la Sardegna oltre a detenere il primato per la bellezza naturalistica e marina, è terra di grande ospitalità e la sua gente mostra enorme sensibilità accogliendo con entusiasmo la gare dei ciechi:»

I quattro giorni di sport ed integrazione saranno allietati da una ricca programmazione culturale, musicale e turistica ed ai partecipanti sarà data la possibilità di visitare i principali siti turistici, archeologici e culturali della zona.

«Ringraziamo per l’aiuto, l’impegno, il sostegno e l’attenzione mostrata la Fondazione di Sardegna – conclude Pietro Manca – il comune di Tortolì e L’Ufficio Marittimo di Arbatax che hanno permesso l’organizzazione ed il successo dell’iniziativa.»

I risultati delle gare, che vedranno impegnati in un’unica categoria circa venticinque equipaggi, saranno consultabili in diretta sul sito blindpedalorace.com e sui profili facebook ed instragram collegati alla manifestazione.