27 March, 2025
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Il “genio” italiano e sardo è sempre più copiato e ogni anno migliaia di prodotti, idee, marchi, software, packaging, macchinari, procedure produttive e brevetti vengono “scippati” e utilizzati da imprese concorrenti di tutto il mondo. Di conseguenza, per tantissime aziende, soprattutto della manifattura, della moda e dell’agroalimentare, aumenta la difficoltà di tutelare ciò che realizzano e commercializzano. Difficoltà che si trasforma in dramma quando ci si accorge di non poter più piazzare i propri beni sui mercati nazionali ed esteri perché avversari sleali hanno registrato o brevettato un brand o una produzione identica. Secondo alcune recenti indagini, alle aziende europee, negli ultimi 5 anni, il “furto” di marchi e brevetti è costato oltre 300 miliardi di euro e circa 2,1 milioni di nuovi posti di lavoro. Responsabili di queste azioni, nel 70% dei casi, sarebbero i Paesi asiatici.

Di questi rischi si parlerà con le imprese domani, venerdì 20 ottobre a Cagliari, nell’incontro organizzato da Confartigianato Sud Sardegna, dalle ore 17.00, presso la sala convegni di via Riva Villasanta, a Pirri. Per informazioni si può chiamare il 3299544864.

Il seminario, dal titolo “Il brand aziendale. Come tutelarlo in Italia e all’estero”, verrà introdotto da Fabio Mereu, vicepresidente di Confartigianato Sud Sardegna e coordinato da Pietro Paolo Spada, segretario della stessa associazione. Successivamente l’intervento di Stefano Mameli, segretario regionale di Confartigianato Sardegna, dal titolo “Le azioni di Confartigianato per la tutela e lo sviluppo delle piccole imprese sui mercati nazionali ed esteri. La convenzione con la Praxi IP” e di Gabriella Reniero, di Praxi IP, con “Il marchio aziendale: come scegliere un marchio forte. Deposito e tutela in Italia e all’estero”. Al termine le testimonianze di alcune imprese che illustreranno i loro casi aziendali.

Ai partecipanti verranno fornite anche soluzioni chiare per l’individuazione degli elementi forti di un marchio ma anche idee chiare delle azioni possibili da intraprendere per valorizzare e proteggere i propri prodotti sui mercati nazionali e internazionali, oltre che dei vantaggi fiscali che ne derivano.

«I marchi, i brevetti, il design e il know-how rientrano tra i “diritti di proprietà industriale” e rappresentano i principali strumenti di tutela del patrimonio immateriale dell’impresa – afferma Fabio Mereu, VicePresidente di Confartigianato Sud Sardegna – ciò permette alle aziende di “ritagliarsi” un proprio ambito di operatività nel mercato, evitando che i terzi concorrenti possano immettersi nella rete dei loro rapporti commercialiQuindi, se l’imprenditore non ha provveduto a tutelarsi precedentemente – sottolinea Mereu – o subisce la copiatura di un proprio marchio o, addirittura, trova su uno stesso scaffale un prodotto con marchio simile, ma più scadente, magari di qualche concorrente italiano o azienda straniera

Eclatanti sono i casi di molte aziende italiane che, attratte dalle opportunità di conquista di mercati esteri, soprattutto extraeuropei, si sono trovate bloccate nella commercializzazione o nella registrazione del proprio marchio in quanto registrato (identico o quasi) da un produttore concorrente locale per prodotti certamente non italiani.

«È prioritario – sottolinea il vicepresidente – prevenire questi rischi e conoscere tutti gli strumenti di tutela che sono a disposizioneOgni anno vengono depositate nel mondo decine di migliaia di nuovi marchimolti dei quali “copiati” finiscono per affermarsi adeguatamente sul mercatoL’incontro – conclude Fabio Mereu – ha quindi lo scopo di offrire alle imprese informazioni e strumenti con la speranza che possano essere di incentivo per la tutela della propria capacità innovativa, indispensabile in un mercato sempre più globalizzato

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Le imprese artigiane del Sulcis sono al collasso, tra redditi bassi e costo del danaro alle stelle. Sono in 2.128 a dare lavoro a 3.801 persone, in un territorio di 23 comuni, 127.857 abitanti e 54.418 famiglie. Un tessuto produttivo, quello artigiano, che arretra anno dopo anno (il 2016 ha chiuso con -28 imprese) travolto dai tassi d’interesse più cari d’Italia (9,44%), da una fiscalità che arriva al 64,8%, dalla burocrazia che non allenta la morsa nonostante le nuove leggi regionali, da inconcepibili sprechi, da riforme vessatorie, inutili o mai attuate, e da un sistema socio economico devastato dalla disoccupazione che ha sfondato il 20% e da un reddito pro-capite pari a 9.626 euro per abitante, inferiore di 832 euro rispetto alla media regionale.

Sono questi i numeri sul tessuto produttivo del Sulcis Iglesiente che emergono dal dossier realizzato dall’Osservatorio sulle MPMI di Confartigianato Sud Sardegna che, attraverso i dati UnionCamere e Istat della fine del 2016, ha analizzato la struttura imprenditoriale di ogni singolo comune dell’ex provincia Carbonia Iglesias.

«E’ passato un altro anno e, anziché dell’auspicata ripresa, nel Sulcis, mancano all’appello altre 28 imprese artigiane – spiega Luca Murgianu, presidente di Confartigianato Sud Sardegna – per trovare una platea di imprese così “esigua” nel territorio bisogna tornare con le lancette agli anni 90. Questi dati sono la palese dimostrazione di ciò che diciamo da anni le imprese sarde non sono tutte uguali, soprattutto quelle artigiane di questa zona sono molto fragili e, in più, operano in un contesto economico ancora più problematico.»

Dall’analisi, emerge una situazione critica per un territorio il cui sistema imprenditoriale è costituito per il 96,5% da imprese con meno di 10 addetti e che occupano il 60,2% dei lavoratori del territorio. Se le 9.534 imprese complessivamente registrate hanno segnato +74 unità in più (+0,8%) rispetto allo stesso periodo del 2015, l’artigianato, con 2.128 realtà, pari al 22,3% del totale delle attività registrate presso le Camere di Commercio, ha subìto un decremento dell’1,3%, contando 28 imprese in meno. Delle oltre 9 mila imprese, il 7,3% è costituito da attività Manifatturiere (692), il 13,0% da Costruzioni (1.237) e il 50,5% da Servizi (4.817) mentre nell’artigianato il 22,5% opera nel Manifatturiero (479), il 36,6% nelle Costruzioni (778) e il 40,4% nei Servizi (858). In ciascuno dei tre macro-settori esaminati l’artigianato rappresenta il 69,2% del totale delle imprese nel Manifatturiero, il 62,9% del numero totale di imprese delle Costruzioni e il 17,8% delle imprese dei Servizi. Le aziende artigiane, con dimensione media di 2,3 addetti/impresa, contano complessivamente 3.801 occupati, di cui 1.628 dipendenti (42,8%) e 2.173 indipendenti (57,2%).

Tra i comuni a più alto tasso di imprenditorialità, ben 476 imprese artigiane si trovano a Carbonia, 426 a Iglesias, 180 a Sant’Antioco e 158 a Carloforte, 114 a Domusnovas e 96 a San Giovanni Suergiu. Nelle imprese manifatturiere primeggia Iglesias con 102 realtà, seguita da Carbonia con 96 e Carloforte con 49. Nelle costruzioni, prima Carbonia con 154, seguita da Iglesias con 125 e Sant’Antioco con 67. Stesse posizioni anche nei servizi: prima Carbonia con 224 e seconda Iglesias con 196 e terza Sant’Antioco con 73.

«Le nostre imprese hanno bisogno di attenzioni particolari riguardo i finanziamenti, l’accesso al credito, la riduzione degli oneri fiscali e il taglio della burocrazia – commenta Norella Orrù, artigiana e dirigente regionale di Carbonia per Confartigianato Sud Sardegna – è innegabile che il loro peso specifico non sia minimamente equiparabile alle realtà con bilanci da milioni di euro e con centinaia di dipendenti». Norella Orrù sottolinea la necessità di continuare, da parte della Regione, sull’incentivazione delle micro, piccole e medie imprese, attraverso i sostegni automatici fino al 50% che consentono finanziamenti per l’acquisto di attrezzature e servizi. «Il recente successo dei bandi per le imprese, pubblicati pochi mesi fa, sono la prova di quanta sia la voglia di crescere e di investire da parte delle piccole realtà imprenditoriali anche nel Sulcis – sottolinea l’artigiana di Carbonia – l’auspicio è che anche i prossimi bandi, i tanto attesi T0, i voucher destinati agli investimenti fino a 15mila euro, possano venire pubblicati quanto prima per consentire alle imprese di accedere agli incentivi nel minor tempo possibile» Per Norella Orrù, le imprese del sud ovest Sardegna hanno resistito e continuano a farlo in condizioni difficilissime. «Stiamo dimostrando di avere capacità ben superiori a quelle europee, e questo ci è riconosciuto da tutti. Al contrario, la Politica insiste con le vessazioni fatte di tasse alte, burocrazia asfissiante e pagamenti perennemente in ritardo».

E’ molto negativa la situazione creditizia verso le imprese a causa del costo del denaro e della diminuzione del totale erogato. Il territorio, infatti, è al primo (non invidiabile) posto nazionale per il costo dei finanziamenti: 9,44% e un gap di +482 punti base rispetto alla media nazionale. Per quanto riguarda le erogazioni, rispetto al 2015, il Sulcis ha perso il 3,8% dei finanziamenti, attestandosi a 45 milioni di euro distribuiti alle aziende.

«La situazione è durissima – afferma Pietro Paolo Spada, Segretario di Confartigianato Sud Sardegna – i cordoni della borsa per gli artigiani del Sulcis sono sempre più stretti e la condizione creditizia non migliora perché, purtroppo, il credito alle piccole realtà resta ancora legato alla percezione di un alto rischio di insolvenza e quindi la dinamica di queste erogazioni resta frenata.»

«Per migliorare le condizioni di accesso al credito da parte delle piccole imprese – sottolinea il segretario – vi è la necessità di rilanciare il ruolo dei Consorzi Fidi che in questi anni di crisi hanno prestato garanzie per centinaia di migliaia di euro. La riforma dei contributi regionali al Fondo Rischi dei Confidi, sulla quale Confartigianato aveva espresso da subito forti perplessità, non sta riuscendo a dare il suo contributo per l’attenuazione di questa problematicità.»

Per il Segretario la ripresa del territorio potrebbe passare dalle tanto auspicate – e mai affrontate con la dovuta serietà – bonifiche ambientali di tutto il territorio, soprattutto se queste fossero realizzate con il coinvolgimento delle imprese locali: «Se la riqualificazione del territorio fosse finalmente finanziata, oltre al recupero di uno straordinario contesto ambientale – conclude Pietro Paolo Spada – si metterebbe in moto una economia che coinvolgerebbe le imprese di movimento terra, del rimboschimento, dei trasporti, della depurazione insieme a tanti professionisti esperti in questo tipo di interventi, all’alloggio necessario per accogliere le maestranze, alla ristorazione ma anche alla formazione del personale, oramai assente dal territorio. Insomma, una parte importante dell’economia potrebbe ripartire».

La situazione critica delle imprese, inevitabilmente, si ripercuote sulla popolazione, soprattutto dal punto di vista economico. I dati dicono che reddito pro-capite, calcolato mettendo a rapporto il reddito imponibile delle dichiarazioni dei redditi del 2014, anno d’imposta 2015, con il numero di residenti a inizio 2016, è pari a 9.626 euro per abitante, 832 euro in meno rispetto ai 10.458 euro pro-capite calcolati a livello regionale.

Poi la provocazione di Luca Murgianu: «E se domattina, d’improvviso, la provincia di Carbonia Iglesias fosse senza i suoi 2.128 artigiani? Noi abbiamo provato a fare una simulazione e il risultato è impressionante”. “Non possiamo permetterci che l’ex provincia, come del resto tutta la Sardegna – aggiunge il Presidente – possa perdere le sue imprese. Ecco perché continueremo a chiedere alle Amministrazioni Locali, alla Giunta e al Governo, una nuova visione, una maggiore consapevolezza e meno autolesionismo».

La simulazione fatta da Confartigianato dice che l’impatto sulla popolazione sarebbe, tutto sommato, abbastanza contenuto: l’1,8% circa in meno. Ma gli effetti sarebbero quelli di uno tsunami sull’economia e sulle condizioni di benessere di cittadini e famiglie. Il valore aggiunto diminuirebbe di 214 milioni di euro, pari a un calo del 12,3%. Considerando senza lavoro i 1.628 dipendenti dell’artigianato, il numero di disoccupati aumenterebbe del 35,3% ed il tasso di disoccupazione passerebbe dal 20,6% al 25,6% aumentando di 5 punti. Rimarrebbero 52.010 abitazioni senza artigiani dell’edilizia e dell’installazione di impianti che intervengano per la manutenzione. Rimarrebbero inanimati 1.740 impianti fotovoltaici senza una adeguata installazione e manutenzione di artigiani della filiera delle rinnovabili. Nei magazzini delle imprese di produzione e alle porte di negozi ed uffici rimarrebbero 3,2 milioni di tonnellate di merci che non verrebbero più gestite dalle imprese artigiane di autotrasporto. Vi sarebbero 42.400 famiglie che possiedono almeno un’automobile e, nel complesso, un parco di 79.576 veicoli circolanti senza autoriparatori artigiani a cui rivolgersi per manutenzione e assistenza; ogni giorno aumenterebbe anche la presenza di motocicli, autovetture ed autobus fermi per strada. Rimarrebbero 52.400 famiglie che possiedono una lavatrice e 31.000 famiglie che possiedono un lettore dvd senza artigiani riparatori di elettrodomestici da chiamare in caso di malfunzionamenti. Sarebbero senza assistenza tecnica anche le 23.000 famiglie che possiedono condizionatori e climatizzatori. Sarebbero 17.300 le famiglie che non trovano più le botteghe aperte per la riparazione delle biciclette e la sostituzione di pezzi di ricambio. E le 31.700 famiglie che possiedono Personal computer rimarrebbero senza i servizi e la competenza degli artigiani dell’informatica per installazioni, manutenzioni e cablaggi. Sarebbero 17.500 famiglie che possiedono un’antenna parabolica e altre 39.900 famiglie con decoder digitale terrestre a non poter vedere programmi vista la mancanza degli installatori artigiani di antenne. Gli sposi, 798 matrimoni celebrati in un anno, non potrebbero indossare un abito nuziale realizzato e provato in una sartoria artigiana; nessun fotografo professionista alla cerimonia e il banchetto sarebbe senza la torta nuziale realizzata da una pasticceria artigiana specializzata. Un disastro della qualità per 61.600 italiani che mangiano dolci almeno qualche volta alla settimana e che vedrebbero sparire pasticcerie, cioccolaterie e gelaterie artigiane. Per 23.000 cittadini che non pranzano in casa nessun panificio o rosticceria con prodotti artigianali a disposizione.

Per 127.857 cittadini che rimangono dopo la sparizione degli artigiani, sarà ancora possibile, vestirsi, arredare la casa e fare un regalo, ma sparirà la qualità e la perizia degli artigiani, ad esempio, negli articoli di abbigliamento, in pelle e pellicce, nei prodotti in legno e nei mobili, nell’oreficeria, nel vetro e nella ceramica. Sarebbero 58.888 le donne con oltre 15 anni che non troverebbero acconciatori ed estetisti. Considerando come potenziali visitatori di beni culturali nella provincia i residenti e i turisti, sarebbero 188.801 le persone che non potrebbero apprezzare alcun restauro realizzato da artigiani specializzati di monumenti e delle opere d’arte presenti nei 225 musei, aree archeologiche, chiese, palazzi storici e giardini sia pubblici che privati regionali. Una débâcle anche per il turismo: i 60.843 arrivi turistici non potrebbero né utilizzare servizi erogati dalle imprese artigiane indispensabili per il soggiorno nè accedere alla qualità dei prodotti dell’artigianato.

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Saranno oltre 100 i responsabili dei consorzi di Confartigianato per l’acquisto e la vendita di energia elettrica e gas che, da domani 17 maggio, fino al 19, da tutta Italia, si ritroveranno a Chia (Sud Sardegna) per partecipare alla “Energies Summer School 2017”, l’annuale convention di formazione e informazione sui temi energetici.

I lavori, verranno aperti alle 16.15 dai saluti di benvenuto del vicepresidente vicario regionale di Confartigianato Sardegna, Antonio Matzutzi, e del Segretario di Confartigianato Sud Sardegna, Pietro Paolo Spada.

Al CAEM e al CENPI, questi i due consorzi di Confartigianato presenti all’Hotel Chia Laguna, aderiscono ormai più di 16.000 imprese presenti in tutto il territorio nazionale, che si occupano di negoziare le migliori condizioni tariffarie per le forniture di energia elettrica e del gas. Oltre alle forniture elettriche delle 16.000 imprese, i consorzi hanno già attivi circa 24.000 contratti per le forniture delle famiglie, occupandosi anche di utenze domestiche.

I consorzi operano grazie ed esclusivamente per il tramite degli sportelli territoriali del Sistema Confartigianato cui si possono rivolgere tutti gli interessati. Oltre alle tariffe particolarmente vantaggiose (si pensi ad esempio che alle famiglie viene offerta la fornitura di energia elettrica con uno sconto del 20% sulle tariffe deliberate ogni tre mesi dall’Autorità per l’energia) è molto apprezzata, dalle imprese e dagli utenti domestici, l’assistenza fornita quando sorgono problemi o quando si devono fare aumenti di potenza, volture, nuovi contratti, ecc. Il servizio, infatti, viene effettuato non da anonimi e sconosciuti soggetti chiamati ad un numero verde, ma dai funzionari della Confartigianato locale che sono adeguatamente formati per poter assistere imprese e famiglie per le forniture elettriche, per informazioni e assistenza. Proprio per questo motivo nel corso dell’anno vengono effettuati momenti formativi dedicati agli addetti operativi della Confartigianato del territorio.

«Siamo particolarmente lieti di ospitare i rappresentanti di quasi tutte le associazioni provinciali della Confartigianato – spiega Antonio Matzutzi, vice presidente vicario di Confartigianato Imprese Sardegna – riteniamo che le presenze qualificate a questa convention forniranno utili indicazioni per l’operatività quotidiano dei nostri funzionari. Le nostre imprese hanno bisogno di validi supporti per comprendere meglio cosa offre il mercato libero dell’energia conclude il vice presidente – per questo, hanno bisogno di persone qualificate e costantemente aggiornate. L’incontro è un momento molto importante anche per le Associazioni Provinciali della Sardegna che seguiranno i lavori con attenzione per poter cogliere le opportunità che verranno proposte.»

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Anche nel Sulcis sono sempre più le aziende dell’agroalimentare e del turismo che certificano prodotti e servizi per sfruttare i nuovi mercati e accedere a contribuiti regionali, nazionali ed europei.

Per conoscere le opportunità di crescita, i bandi regionali (come quelli relativi alle misure del Piano di sviluppo rurale 2014-2020 in prossima uscita), insieme alle normative e alla regolamentazione del settore, al trend di vendita, ai prodotti più richiesti e alle potenzialità del marketing, le aziende del Sulcis interessate anche ai mercati nazionali ed esteri, si ritroveranno martedì 16 maggio a San Giovanni Suergiu, presso l’Aula Consiliare in via Roma (angolo via Porto Botte), con inizio alle ore 16.30, per partecipare a un seminario tecnico organizzato da Confartigianato Sud Sardegna ed Ecogruppo Italia, dal titolo “Il valore della certificazione biologica nell’agroalimentare e nel turismo. Le opportunità per le imprese del Sulcis”,

Il programma prevede, alle 16.00, la registrazione dei partecipanti poi dalle 16.30 i saluti d’apertura lavori del sindaco di San Giovanni Suergiu, Elvira Usai, seguiti dall’intervento del Segretario di Confartigianato Sud Sardegna, Pietro Paolo Spada dal titolo “Le attività di Confartigianato per il settore”, e dalla relazione del General Manager di Ecogruppo Italia, Franco D’Antoni, dal titolo “Cresce il mercato, cresce la voglia di biologico in Italia e all’estero”. Subito dopo spazio gli interventi degli imprenditori del Sulcis.

L’evento, a partecipazione libera e gratuita, è quindi aperto alle imprese di trasformazione agroalimentari (pastifici, risifici, molini, oleifici, caseifici, conserve e marmellate, mielifici, prodotti sott’olio, verdure confezionate, pasti pronti, cantine, birrifici, salumifici), ai produttori primari (vivai, aziende agricole, aziende zootecniche) e alle strutture ricettive (agriturismi, fattorie didattiche, percorsi ecoturistici ed enogastronomici).

In Sardegna sono 2.501 i produttori e trasformatori che operano in questo settore, cresciuto tra il 2014 e 2015 del 3,9%, il cui giro d’affari in Italia ha toccato i 4,2miliardi di euro. Aziende di trasformazione agroalimentare ma anche imprenditori agricoli che nell’isola si prendono cura di oltre 146mila ettari di coltivazioni.

Tutte le attività produttive guardano ormai con sempre maggiore attenzione alle esigenze dei consumatori italiani e, soprattutto, di quelli internazionali, notoriamente molto esigenti in fatto di ecosostenibilità, sempre con uno sguardo attento alla certificazione di terreni e colture che apre le porte ai finanziamenti per gli imprenditori che adottano le misure per le produzioni biologiche o integrate.

«Il comparto sardo della piccola e media impresa – sottolinea Pietro Paolo Spada, segretario di Confartigianato Sud Sardegna – ha sempre più necessità di avviare i sistemi di controllo per la produzione e la trasformazione del biologico e di ottenere le certificazioni dei propri prodotti». «Queste iniziative sono un’opportunità per tutte le realtà produttive – continua Spada . artigiane, agricole o turistiche, che sul biologico hanno necessità di sviluppare e approfondire gli aspetti normativi, commerciali e del marketing o conoscere le prospettive di vendita internazionali»Per questo, con le aziende, abbiamo deciso di iniziare un lavoro di formazione che le preparerà a nuovi sbocchi commerciali . conclude il segretario di Confartigianato Sud Sardegna – perché se è necessario avere ottime produzioni o coltivazioni è altrettanto necessario averle certificate».

L’appuntamento del Sulcis offrirà informazioni e chiarimenti alle imprese di produzione e preparazione ma anche le opportunità delle produzioni biologiche, integrate e sostenibili alla luce della crescita dei mercati locali, nazionali e internazionali.

Per l’associazione artigiana «è fondamentale che le aziende capiscano l’importanza del guardare con attenzione le esigenze dei consumatori. La Sardegna è un territorio che può puntare alle produzioni di qualità e presentarsi ai mercati, soprattutto quelli esteri, con determinazione mostrando il suo enorme potenziale nel settore agroalimentare».

I dati del biologico in Sardegna e Italia.

In Sardegna (dati Ministero Agricoltura fine 2015), sono 2.501 gli operatori del biologico, in crescita del 3,9% rispetto al 2014. Tra questi 2.287 sono “produttori esclusivi”, 133 “produttori preparatori”, 81 “preparatori esclusivi”. La nostra regione si colloca al settimo posto in Italia (primo posto la Sicilia, seconda la Calabria).

In leggero calo le superfici certificate: si è passati dai 149mila ettari del 2014 ai 146mila dell’anno successivo (-2,6%). In testa ci sono prati e pascoli (59mila ettari), seguiti da pascoli magri (42mila) e da colture foraggere (26mila). La Sardegna occupa il quarto posto nazionale.

Tra le principali colture troviamo i cereali (5.865 ettari coltivati), olivo (3.785 ettari), vite (964 ettari), frutta (531 ettari), ortaggi (491 ettari) e agrumi (48 ettari).

Solo il 4,7% delle aziende agricole della Sardegna e solo il 12,8% delle superfici coltivate sono certificate bio.

In Italia, nel 2015, le vendite dei prodotti biologici hanno raggiunto i 2miliardi e 300 milioni di euro.

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Dal 13 dicembre prossimo imprese ed esercenti del settore alimentare che trasformano, preconfezionano o confezionano i prodotti, avranno l’obbligo di riportare in etichetta la “Dichiarazione nutrizionale”, un’articolata dicitura che dovrà contenere quanto meno, dati sul valore energetico dell’alimento, la quantità di grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale.

Per chi non applica la norma sono previste sanzioni fino a 18mila euro.

Lo impone il regolamento europeo 1169/2011 a settori come panificazione, gelateria, pasticceria, trasformazione della carne più una lunga lista di altri alimentaristi. Interessate anche le imprese di somministrazione quali, per esempio, bar, ristoranti, mense e servizi catering.

Per le imprese alimentari si tratta di un adempimento importante al quale dovranno prepararsi per essere subito in regola.

Per supportare imprese ed esercizi, Confartigianato Alimentazione, con un lavoro iniziato quattro anni fa in stretta collaborazione con gli artigiani del settore, ha creato un software che dispone di una banca dati di oltre 2mila ingredienti. L’applicazione permette, inserendo gli ingredienti, di generare una etichetta contenente le informazioni obbligatorie, compresi gli allergeni, pronta per essere applicata sulla confezione. Tale sistema è stato studiato per semplificare al massimo una procedura che altrimenti risulterebbe proibitiva per le piccole aziende.

La piattaforma verrà presentata e messa a disposizione delle imprese del Sud Sardegna domani, venerdì 11 novembre, durante un seminario rivolto a professionisti e operatori del settore agroalimentare, dei controlli e della sicurezza alimentare, organizzato da Confartigianato Sud Sardegna.

Nello stesso incontro, che si svolgerà presso il Caesar’s Hotel (via Darwin 2/4) con inizio alle ore 16.00, verranno anche affrontate tutte le implicazioni derivate dell’obbligatorietà della dichiarazione nutrizionale e dall’entrata in vigore del regolamento.

Aprirà i lavori il presidente provinciale di Confartigianato Sud Sardegna, Luca Murgianu. Successivamente gli interventi del segretario provinciale di Confartigianato Sud Sardegna, Pietro Paolo Spada, e dell’Amministratore di “Primo Label”, Alfredo Croci. A seguire le domande degli imprenditori presenti.

Seconda Giornata contro le truffe agli anziani

E’ in programma mercoledì, a Cagliari, alle ore 10.00, presso la Sala del Consiglio Provinciale (Palazzo Regio) in Piazza Palazzo (quartiere Castello), la “Seconda Giornata Nazionale contro le truffe agli anziani”.

Truffe contro gli anziani, un fenomeno sociale e criminale che non conosce mai tregua, particolarmente grave se si pensa che a essere vittime di sedicenti impiegati/tecnici/addetti a un qualunque servizio sono persone spesso sole e inermi.

I casi sono tanti, spesso però non vengono neppure denunciati per vergogna, perché è doloroso ammettere con i familiari di essere stati raggirati – e di aver magari perso dei risparmi faticosamente messi da parte – in virtù della propria buona fede.

Proprio per mettere in guardia le potenziali vittime da malintenzionati l’associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato Sardegna e la prefettura di Cagliari, d’intesa con il ministero dell’Interno, ha organizzato una iniziativa per fornire gli strumenti necessari per far acquisire piena consapevolezza del fenomeno.

Il prefetto di Cagliari, Alessio Giuffrida, la presidente di ANAP Sardegna, Paola Montis, il presidente nazionale di ANAP, Giampaolo Palazzi, il segretario interprovinciale di Confartigianato Cagliari, Pietro Paolo Spada, la presidente dell’associazione Fiocco Bianco-Argento, Maria Grazia Olla, e con gli attesi interventi del sindaco di Cagliari Massimo Zedda e dell’arcivescovo, Arrigo Miglio, ragioneranno sulla condizione di vulnerabilità degli anziani nella città e nella provincia, e di come le Istituzioni e i privati agiscono per limitare i pericoli.

Successivamente verranno anche presentati i dati del 2014 sulle truffe, forniti dal ministero dell’Interno.

Si passerà poi alla parte “pratica” con le istruzioni, i consigli e le testimonianze della Dott.ssa Gabriella Acca, Dirigente Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Cagliari, del Tenente Colonnello Ivan Giorno, Comandante Reparto Operativo Comando Prov. Carabinieri Cagliari e del Tenente Colonnello Andrea Taurasi, Comandante Gruppo Tutela Economia del Dipendente Nucleo della Polizia Tributaria di Cagliari che con esempi pratici forniranno consigli utili e suggerimenti pratici su come difendersi dai truffatori.

Inoltre, verrà distribuito un vademecum realizzato dall’ANAP e dal Ministero dell’Interno rivolto in particolare agli anziani che vivono in condizioni di vulnerabilità.

Maria Carmela Folchetti-02

Le imprese artigiane sarde chiedono credito ma i cordoni della borsa si stringono ancora.

I prestiti all’artigianato, tra dicembre 2013 e lo stesso mese del 2014, sono diminuiti del 1,6%, scendendo sotto quota 900 milioni di euro (per la precisione 899milioni di euro), con una variazione negativa di 15 milioni. I finanziamenti a questo settore, rappresentano solo il 7,4% rispetto al totale assegnato all’intero sistema produttivo isolano (12 miliardi e 094 milioni di euro). Da ricordare che le imprese artigiane rappresentano il 25% circa di tutto il sistema produttivo isolano.

I dati della crisi del credito, presentati ieri sera nel convegno regionale dal titolo “La piccola impresa e la necessità di sostegno finanziario: il ruolo dei Confidi, delle Banche, della Regione, organizzato a Cagliari da Confartigianato Imprese Sardegna, emergono dall’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato, su dati Banca D’Italia e Artigiancassa, tra fine 2013 e fine 2014.

«La situazione creditizia delle imprese, soprattutto di quelle di piccola dimensione, rimane critica – ha affermato Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – un credito sempre più scarso e costoso blocca le opportunità di sviluppo, scoraggia gli investimenti e rallenta i processi di innovazione tecnologica.»

Alla fine di dicembre 2014, per le imprese artigiane della Sardegna i tassi di interesse a breve termine sono leggermente calati rispetto a quelli dell’anno prima (dicembre 2013), perdendo 15 punti base, assestandosi sul 7,84%, tasso in ogni caso enormemente più alto rispetto alla media nazionale del 5,91%.

I tassi “attivi effettivi” provinciali, ovvero i dati sul costo del credito riferito a tutte le imprese del territorio, dicono che Olbia-Tempio registra il tasso più alto in Sardegna: 9,07% ovvero 316 punti base in più rispetto alla media nazionale. Quello applicato in Gallura è il secondo più alto in tutta Italia, dopo Crotone con il 9,l1%. L’Ogliastra occupa il quinto posto tra le province con il tasso di interesse più alto: 8,80% e 289 punti base in più rispetto alla media italiana. Al 15esimo Carbonia Iglesias, con l’8,17% e 226 punti base in più sopra la media. Al 25esimo Nuoro (7,88 e 195 p.b), al 29esimo il Medio Campidano (7,70% e 179 p.b.), al 30esimo Sassari (7,58% e 167 p.b), al 35esimo Cagliari (7,48 e157 p.b.). Quella meglio posizionata tra le province sarde è Oristano, con un tasso del 7,30% e 139 p.b. in più sopra la media italiana.

La consistenza dei prestiti alle imprese artigiane, rileva cali in ogni provincia. La contrazione maggiore del credito verso le aziende si rileva in Ogliastra con un -4,2% (32milioni di euro erogati in totale alle imprese artigiane). Seguono Oristano (-3% e 80 milioni erogati), Cagliari (-2,5% e 243 milioni di euro), Carbonia-Iglesias (-2,1% e 49 milioni), Nuoro (-2% e 108 milioni), Sassari (-0,6% e 181 milioni) e il Medio Campidano (-0,2% e 46 milioni). Il calo minore si registra a Olbia-Tempio con un -0,1% e 106 milioni di erogato.

«Le nostre imprese – ha proseguito la presidente Folchetti – non hanno bisogno di grosse somme ma di cifre piccole, fondamentali per la sopravvivenza di tante attività economiche.»

«Infatti – ha affermato Pietro Paolo Spada, coordinatore del Convegno e delegato della Rete Confidi Confartigianato – l’impossibilità di autofinanziarsi a causa della bassa capitalizzazione e della scarsa liquidità impone alle aziende di dover contare su una continuità delle linee di credito al fine di poter proseguire l’attività». «Insomma – ha sottolineato Spada – le imprese sarde sarebbero pronte a tornare a investire in beni materiali e in asset immateriali, come la formazione, il marketing e la ricerca e lo sviluppo, ma la loro volontà è ostacolata dalla difficoltà di reperire risorse». «Quale è la soluzione? – ha chiesto Spada alla platea degli intervenuti -. La risposta è semplice: per favorire l’accesso al credito degli artigiani, è urgente il rafforzamento dei consorzi fidi promossi dalle associazioni di categoria, che sono vicini alle imprese e conoscono i territori».

Riccardo De Lisa, Docente di Economia degli Intermediari Finanziari presso l’Università di Cagliari, ha ricordato come il 14% delle imprese italiane soffra di problemi di accesso al credito e di come il 29% di queste abbia subito un peggioramento negli ultimi tempi. Per De Lisa è necessario riorganizzare il sistema dei Confidi affinché tutti abbiano garanzie efficaci sottolineando che se questi entrano in crisi il sostegno non può avvenire con gli aiuti di Stato.

Federica Ricci, di Fedart Fidi, la Federazione Nazionale dei Confidi artigiani, ha affermato come i Consorzi Fidi abbiano un ruolo di rappresentanza nei confronti del sistema bancario per ottenere tassi migliori. La Ricci ha poi sottolineato come «il mercato da solo non sia in grado di funzionare» e di come occorrano «politiche specifiche per fornire e ottenere garanzie sufficienti”. Ha concluso ricordando come i Confidi debbano essere “protagonisti della politica regionale».

Giuseppe Cuccurese, Direttore Generale Banco di Sardegna, ieri in rappresentanza dell’ABI, ha ribadito più volte come banche, imprese e pubblica amministrazione debbano prendersi, ognuno per la propria parte, le responsabilità. Ha ribadito come non sia vero che le concessioni di credito vengano decise dal rating e di come i Confidi siano tutti uguali («Il loro ruolo è fondamentale soprattutto in questa crisi»). Cuccurese ha poi presentato alcuni dati sulle “sofferenze”: in Sardegna la percentuale arriva al 15% rispetto al 10% della media italiana, percentuale che arriva al 26% nel cumulo “imprese+famiglie”. Una soluzione per ovviare alla carenza di credito alle imprese, secondo Cuccurese è quella dell’emissione dei mini bond e dei mini mini bond, il finanziamento privato, così come avviene da anni negli USA.

Stefano Pigolotti, Direttore Generale SDL Centrostudi, ha invece presentato il dossier relativo alle “Anomalie finanziarie: il dossier nazionale e la situazione in Sardegna”.

Ha chiuso il convegno, l’intervento di Raffaele Paci, assessore regionale al Credito, Bilancio e Programmazione,

«Dalla crisi si esce con le imprese, facendo sviluppo e occupazione – ha affermato – ma ricordiamoci che la Regione con può creare lavoro, anche se c’è da ricordarsi che se non c’è l’ombrello pubblico molte imprese chiudono». Ha poi affrontato la questione della riforma dei Confidi, ricordando l’istituzione del Fondo Unico, della necessità di Consorzi di Garanzia seri e sani, in grado di svolgere il ruolo di processo degli investimenti delle imprese. Ha poi ricordato che «se l’impresa è incagliata, la Regione o le Banche, ovvero il pubblico, non potranno più intervenire» ovvero «si favorirà solo chi va bene: queste sono le regole e bisogna rispettarle». Paci ha poi fatto anche un richiamo all’edilizia: «Stiamo rilanciando i cantieri ovvero stiamo dando ossigeno alle imprese attraverso il meccanismo del moltiplicatore». In conclusione, l’assessore ha voluto dare un segnale positivo alle imprese: «Il percorso dell’uscita dalla crisi è lungo ma la luce si vede in fondo al tunnel. I primi dati positivi sull’occupazione ci sono, c’è una piccola inversione di tendenza«.

Le 8 province sarde – Imprese artigiane

 

Provincia

Tasso attivo effettivo (costo credito) in %

Variaz. Tasso 2014 su 2013 (in punti base)

Consistenza Prestiti alle imprese artigiane in milioni di euro

Variaz. % Consistenza prestiti 2014 su 2013

Cagliari

7,48%

-27

243

-2,5%

Carbonia-Iglesias

8,17%

+31

49

-2,1%

Medio Campidano

7,70%

+14

46

-0,2%

Oristano

7,30%

+27

80

-3,0%

Ogliastra

8,80%

-34

32

-4,2%

Nuoro

7,86%

+13

108

-2,0%

Sassari

7,58%

-20

181

-0,6%

Olbia-Tempio

9,07%

-17

160

-0,1%

Sardegna

7,84%

-15

899

-1,6%

ITALIA

5,91%

-56

47.055

-3,8%

 

CONFARTIGIANATO EXPO

5mila imprese sarde dell’agroalimentare e del tipico-tradizionale si propongono a 20milioni di “clienti” di tutto il mondo a Expo 2015. Ecco il progetto di Confartigianato Sardegna e IDEAS per la kermesse mondiale sull’alimentazione di Milano.

Fare rete, avere visibilità, creare una piattaforma di vendita ed essere pronti per distribuire i prodotti sardi in tutto il mondo. Tutto questo per le oltre 5mila imprese sarde dell’agroalimentare e del tipico-tradizionale che, da oggi, avranno la possibilità di far conoscere le proprie produzioni alla platea di oltre 20milioni di visitatori del prossimo Expo 2015, in programma a Milano da maggio.

E’ questo l’obiettivo del progetto che Confartigianato Sardegna, in collaborazione con la società Ideas e il supporto della Regione Sardegna, ha presentato ieri sera a Cagliari e che verrà portato avanti nei prossimi mesi.

Le imprese, artigiane e non, produttrici di pane, pasta, dolci, formaggi, olio e vino ma anche tappeti, tessuti, legno, sughero e gioielli, lavoreranno in “rete” e sfrutteranno l’opportunità di essere presenti a una manifestazione di caratura mondiale, attraverso una serie di attività che si svilupperanno nella città di Milano e nel perimetro della Fiera.

Per 6 mesi, le imprese potranno proporre i propri prodotti attraverso eventi-degustazione nei locali, ristoranti e negozi sardi di Milano, con una intensa attività di promozione della qualità della vita della Sardegna, mediante totem multimediali e una piattaforma di vendita on line e una per gli incontri e le vendite tradizionali. Tutto questo con l’obiettivo di incontrare compratori di Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Belgio, Stati Uniti, Cina, Giappone, Brasile, Emirati Arabi e Qatar, e non solo.

I lavori di ieri pomeriggio sono stati aperti dal Segretario di Confartigianato Cagliari, Pietro Paolo Spada, che ha presentato sia l’iniziativa, sia le esigenze e le opportunità delle imprese sarde, sottolineando come l’EXPO sia una eccezionale occasione per incontrare un notevole numero di visitatori e di compratori. «Le piccole e medie imprese sarde hanno la necessità di essere organizzate e guidate durante la manifestazione – ha rimarcato Spada – e soprattutto, quando questa chiuderà». «Per questo Confartigianato è pronta a partecipare con tutte le aziende produttrici di prodotti di primissima qualità – ha continuato il Segretario di Confartigianato Cagliari – e che rappresentino il vero “viver bene” della Sardegna”. Spada ha anche ricordato come il progetto Expo 2015 sia solo l’inizio di un percorso che porterà le imprese, passando per l’Expo 2017 in Kazakistan, per arrivare a Dubai per Expo 2020.

Un augurio di buon lavoro è stato dato anche dal presidente della Camera di Commercio di Cagliari, Giancarlo Deidda, il quale ha voluto sottolineare come l’Ente sia al fianco dei produttori e delle aziende sarde in vista di un appuntamento importante come quello dell’Expo 2015, una vetrina internazionale imperdibile per le imprese dell’isola, di come il tema forte dell’Expo 2015 sia quello del cibo e come la Sardegna abbia tutte le carte in regola per candidarsi come terra delle eccellenze alimentari. Per l’occasione la Camera di Commercio di Cagliari ha in cantiere un progetto speciale, dedicato in particolare ai produttori dell’agroalimentare made in Sardegna. L’obiettivo dichiarato è quello di inserire i vini e le eccellenze della nostra terra nei menù della ristorazione italiana, affiancando alle pietanze un bicchiere di vino. Un progetto, dunque, che permetterà di coniugare le esigenze della ristorazione contemporanea: un piatto particolare sarà abbinato al calice di vino ideale che si sposerà perfettamente con le specialità proposte in tavola.

Successivamente, il responsabile di Ideas, Carlo Montisci, ha illustrato la proposta operativa che si concentrerà sulle iniziative “fuori salone”, cioè sulle attività che saranno proposte ai visitatori di Expo2015 durante la manifestazione milanese. Infine, il dirigente dell’assessorato regionale dell’Industria, Stefano Piras, e il delegato della Presidenza della Regione, Raimondo Mandis, hanno esposto le modalità di partecipazione istituzionale al Centro espositivo e del bando di cofinanziamento per le iniziative private in vista di Expo 2015 pubblicato pochi giorni fa.

Sono 3mila662 i laboratori e le botteghe artigiane sarde dell’agroalimentare pronte a soddisfare ogni tipo di palato e a offrire a clienti nostrani e turisti, un ventaglio di prodotti straordinari per qualità, gusto, tradizione e genuinità. Di queste, ben 180 offrono prodotti di altissima qualità, lavorati, trasformati e certificati secondo i marchi europei Dop, Igp e Stg. 166 sono invece i milioni di euro del giro d’affari dell’export e 184 i prodotti agroalimentari tradizionali, riconosciuti, in Sardegna.

Questi sono i dati sulla Sardegna del “Dossier sull’Artigianato Alimentare”, elaborato dall’Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato, sui dati del terzo trimestre 2014 del Ministero delle Politiche Agricole e Alimentari.

Delle quasi 3.700 imprese attive nell’alimentare, 1.443 sono pasticcerie, panifici e gelaterie, 1.656 sono attive nei servizi da asporto, 236 sono pastifici, 53 sono attive nella lavorazione e trasformazione della carne, 44 nel lattiero caseario, 48 nell’ambito delle spezie e condimenti, 42 nella produzione di oli e grassi vegetali e animali, 27 nella lavorazione e conservazione di frutta, ortaggi e pesce, 32 nell’ambito dei vini, birre e distillati vari, 34 nella lavorazione delle granaglie e altre 47 in altre produzioni.

A livello provinciale, a Cagliari ci sono 1.461 imprese, a Sassari 1.175, a Nuoro 728 e a Oristano 298.

L’export italiano dell’agroalimentare rappresenta il 7% del Made in Italy e segna una crescita del 2,9% rispetto allo scorso anno.

I mercati più dinamici sono quelli UE: +3% , di poco superiori a quelle UE con il 2,8%. Si esportano vini 23,5%, ovvero 3.187 milioni di euro, paste alimentari per 1.469 milioni di euro (10,8%), formaggi e latticini per 1.429 milioni di euro (10.8% e pomodori e preparati per 951 milioni di euro (7%).

Incrementi dell’export a doppia cifra verso la Francia (38,2%), il Regno Unito (30,3%), gli Stati Uniti (21,9%) e i Paesi bassi (15,1%).

Nell’artigianato tipico-tradizionale le imprese sono circa 770 circa, con circa 1300 addetti. Questo settore rappresenta circa il 2% di tutto l’artigianato regionale (37.877 imprese) con un valore aggiunto (stimato) di circa 95 milioni di euro

Provincia

Imprese Alimentari

Cagliari

1.461

Oristano

298

Nuoro

728

Sassari

1.175

SARDEGNA

3.662

Imprese alimentari artigiane nelle varie province (terzo trimestre 2013)

Produzioni

CA

OR

NU

SS

SARDEGNA

Pane e dolci

528

147

348

420

1.443

Cibo da asporto

775

96

214

571

1.656

Pasta

71

25

61

79

236

Lav. Carni

12

1

19

21

53

Lattiero Caseario

13

1

11

19

44

Condimenti e spezie

10

5

22

11

48

Oli vegetali e animali

8

7

12

15

42

Conservazione frutta ortaggi pesce

13

0

8

8

27

Vini e bevande

13

5

7

6

32

Lavorazione granaglie

7

4

13

10

34

Altri produttori alimentari

12

7

12

15

47

1.461

298

728

1.175

3.662

Questo pomeriggio a Cagliari, Confartigianato Sardegna e Ideas, incontrano i settori dell’agroalimentare e del tipico-tradizionale: opportunità per oltre 5mila aziende. Obiettivo: essere presenti in maniera efficace a Milano, per Expo 2015, e raccontare lo stile di vita sardo.

Pane, pasta, dolci, formaggi, olio e vino ma anche tappeti, tessuti, legno, sughero e gioielli sono solo alcuni dei prodotti che le imprese, artigiane e non, proporranno al prossimo Expo 2015 in programma a Milano da maggio a ottobre.

Per la prima volta in Sardegna, le circa 5mila aziende operanti in questi due settori, potranno lavorare in “rete” e sfruttare l’opportunità di essere presenti a una manifestazione di caratura mondiale.

Per questo, Confartigianato Imprese Sardegna, con il partner tecnico Ideas, oggi dalle ore 16.30, presso la Sala Conferenze della Camera di Commercio di Cagliari di Largo Carlo Felice 72, ha organizzato un incontro operativo dedicato alle imprese per organizzarle concretamente e guidarle alla partecipazione di un evento che avrà oltre 20 milioni di visitatori.

I lavori saranno aperti e condotti dal Segretario di Confartigianato Cagliari, Pietro Paolo Spada, dal responsabile di IDEAS, Carlo Montisci, dal dirigente dell’assessorato regionale dell’Industria, Stefano Piras.

L’incontro prevede l’illustrazione dell’iniziativa, relativa alle opportunità ed esigenze delle imprese sarde, la presentazione da parte dei rappresentanti della Regione Sardegna delle modalità di partecipazione istituzionale al Centro Espositivo e del bando di cofinanziamento per le iniziative private in vista di Expo2015 pubblicato nel mese di dicembre, la condivisione di una proposta operativa per le imprese che si concentrerà sulle iniziative “fuori salone”, cioè sulle attività che saranno proposte ai visitatori di Expo 2015 durante il soggiorno a Milano.

Gli strumenti che si intendono realizzare saranno finalizzati anche alla commercializzazione e costituiscono un progetto pilota per costruire una struttura di vendita permanente per le imprese sarde nel mercato lombardo.

Pane, pasta, dolci, formaggi, olio e vino ma anche tappeti, tessuti, legno, sughero e gioielli sono solo alcuni dei prodotti che le imprese, artigiane e non, proporranno al prossimo Expo in programma a Milano da maggio a ottobre.

Per la prima volta in Sardegna, le circa 5mila imprese operanti in questi due settori, potranno lavorare in “rete” e sfruttare l’opportunità di essere presenti a una manifestazione di caratura mondiale.

Per questo, Confartigianato Imprese Sardegna, con il partner tecnico IDEAS, giovedì 15 gennaio, dalle ore 16.30, presso la Sala Conferenze della Camera di Commercio di Cagliari di Largo Carlo Felice 72, ha organizzato un incontro operativo dedicato alle imprese per organizzarle concretamente e guidarle alla partecipazione di un evento che avrà oltre 20 milioni di visitatori.

I lavori saranno aperti e condotti dal segretario di Confartigianato Cagliari, Pietro Paolo Spada, dal responsabile di IDEAS, Carlo Montisci, dal Dirigente dell’Assessorato Regionale all’Industria, Stefano Piras.

L’incontro prevede l’illustrazione dell’iniziativa, relativa alle opportunità ed esigenze delle imprese sarde, la presentazione da parte dei rappresentanti della Regione Sardegna delle modalità di partecipazione istituzionale al Centro espositivo e del bando di cofinanziamento per le iniziative private in vista di Expo 2015 pubblicato nel mese di dicembre, la condivisione di una proposta operativa per le imprese che si concentrerà sulle iniziative “fuori salone”, cioè sulle attività che saranno proposte ai visitatori di Expo 2015 durante il soggiorno a Milano.

Gli strumenti che si intendono realizzare saranno finalizzati anche alla commercializzazione e costituiscono un progetto pilota per costruire una struttura di vendita permanente per le imprese sarde nel mercato lombardo.