25 November, 2024
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Consiglio regionale 90

Il presidente Ganau ha aperto la seduta e prima di procedere con il punto all’ordine del giorno Dl 382/A: “Variazione del bilancio per l’esercizio finanziario 2016 e del bilancio pluriennale 2016-2018”  ha letto un messaggio per la Giornata mondiale di lotta contro l’Aids. «Credo sia doveroso, in apertura dei lavori di quest’Aula, ricordarlo anche per l’alto valore simbolico che questa giornata continua ad avere, nonostante negli ultimi trent’anni i risultati positivi hanno trasformato quella che era una condanna a morte in una malattia cronica gestibile – almeno per chi segue il trattamento e ha la fortuna di accedere alle cure. Eppure oggi più di ieri è necessario non abbassare la guardia. È di soli pochi giorni fa la stima del Centro Europeo di Controllo delle Malattie e dell’Oms Europa, secondo la quale nel nostro Continente ci sono almeno 122mila persone sieropositive che non sanno di esserlo, circa uno su sette del totale degli infetti. Secondo il rapporto – ha proseguito Ganau – nel 2015 ci sono state 30mila nuove notifiche di casi, ma nonostante il numero sia in linea con le cifre stimate negli ultimi anni, ciò che deve preoccupare è il tempo stimato fra l’infezione e la diagnosi, circa quattro anni, un lasso di tempo troppo alto con metà dei pazienti che scopre di essere sieropositivo quando l’infezione è in fase avanzata.

L’Hiv continua ad essere una minaccia considerato che una persona su sette non sa di essere infetta. Queste persone non hanno accesso alle terapie salvavita e possono continuare a trasmettere il virus agli altri. Da un’indagine condotta dalla Lila, la Lega italiana lotta contro l’Aids, il 20 per cento degli studenti delle scuole cagliaritane, soprattutto tra i 16 e i 18 anni, dichiara di non avere rapporti protetti. È necessario dunque continuare o forse addirittura riprendere a fare prevenzione, perché ci siamo dimenticati dell’esistenza di un’infezione che si trasmette per via sessuale e che andrebbe invece riconosciuta precocemente. Credo – ha concluso il presidente – sia anche questo il compito delle Istituzioni che rappresentiamo, informare e ricordare che di AIDS  purtroppo si muore ancora troppo,  a distanza di 33 anni dall’individuazione del virus».

L’Aula è quindi passata all’esame del Dl 382/A con la discussione dell’emendamento soppressivo parziale n.7=114=218.

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha annunciato il suo voto favorevole per evitare la soppressione dell’organismo creato dalla Regione per la gestione dei fondi comunitari. Sulla stessa linea Marco Tedde secondo il quale è incomprensibile la cancellazione di un soggetto creato pochi mesi fa: «L’ Isola è sempre più povera, il 15% dei sardi vive sotto la soglia di sussistenza – ha detto Tedde – eppure si decide di cancellare un organismo che sarebbe servito a spendere meglio le risorse».

Per Alessandra Zedda (Forza Italia) la Giunta continua con la politica del gambero: «Registriamo che non avete fatto nulla in tema di fondi comunitari».

Giudizio condiviso da Paolo Truzzu (Fdi): «Nel 2016 avete riservato lodi sperticate all’istituzione di un soggetto capace di gestire al meglio le risorse comunitarie e di separare i fondi europei da quelli statali e regionali – ha detto il consigliere di minoranza – ora si torna indietro mentre altre regioni vanno invece avanti. Si continua a procedere a tentoni e non si sfruttano le occasioni».

Paradossale, secondo Angelo Carta (Psd’Az), il fatto che la minoranza cerchi di salvare un organismo creato dalla maggioranza nel 2016. «Alla base sembra esserci una questione di risparmio di risorse pubbliche – ha rimarcato Carta – non è così. Perché non lasciare questo organismo e verificare se riesce ad accelerare procedure farraginose come quelle legate alla programmazione territoriale che sconta forti ritardi?».

Il consigliere Christian Solinas, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha ricordato che nessuna variazione può essere approvata dopo il 30 novembre secondo le disposizioni del decreto legislativo n. 118. «E’ legittimo procedere? – ha chiesto Solinas – è utile che gli Uffici si pronuncino».

A Solinas ha risposto il presidente Ganau: «Si può procedere – ha detto – perché il termine non è prescrittivo».

Posto in votazione l’emendamento n.7=114=218 è stato respinto con 22 voti contrari e 19 a favore. Disco rosso anche per l’emendamento soppressivo n 8=115=197=221 (28 votanti, 24 no e 3 sì). Sull’esito della votazione, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto la verifica del numero legale. Il presidente Ganau ha invitato i segretari a procedere alla verifica ricordando che il numero legale viene stabilito dal numero dei votanti più il richiedente.

Stabilita la presenza del numero legale, si è passati all’esame dell’emendamento soppressivo n. 9=116=224 con il quale si chiede di cancellare il comma 5 dell’articolo uno, disposizione che autorizza il ripiano del deficit del sistema sanitario con 120 milioni di euro per il 2016.

Ignazio Locci (Forza Italia) ha annunciato il suo voto contrario: «Non capisco perché si debba intervenire ancora – ha detto Locci – la Sardegna continua a pagare i farmaci innovativi che lo Stato rimborsa a tutte le altre regioni. Il Patto della Salute vale solo per gli altri, noi non contiamo nulla».

Secondo Marco Tedde (Forza Italia) il comma in discussione rappresenta il cuore del provvedimento: «Il vostro programma elettorale diceva che il deficit della sanità sarebbe stato azzerato, così non è stato – ha detto Tedde – intanto la Commissione d’Inchiesta non riesce a funzionare perché le Asl non consegnano i documenti. Tutto questo è scandaloso. Nella sanità cresce il costo del personale del 53%, aumentano le consulenze, i Commissari fanno i ducetti, bandiscono concorsi dove si può fare mobilità e pongono in essere atti che meriterebbero ben altre attenzioni».

Per Paolo Truzzu (FdI), il comma 5 è la testimonianza del fallimento totale della Giunta: «Avremmo dovuto realizzare 60 milioni di risparmi e se ne spendono invece 120 milioni in più. E’ assurdo pagare i farmaci innovativi, i comuni intanto non hanno i vaccini e i genitori sono costretti a pagarli».

Giorgio Oppi (Udc) ha parlato di quadro desolante della sanità. «Il disavanzo è intorno ai 400 milioni di euro. Mi meraviglia che per i farmaci innovativi non sia stato chiesto il rimborso – ha detto Oppi – la spesa farmaceutica ospedaliera aumenta. La Sardegna è al primo posto nella classifica nazionale. Segnalo che se il Mater Olbia fosse entrato in funzione il deficit sarebbe stato ancora più consistente».

Edoardo Tocco (Forza Italia) ha segnalato la difficile situazione del Brotzu. «Le lamentele sono continue, ci sono medici facenti funzioni e infermieri con turni massacranti. La gente ci chiede cosa stiamo facendo – ha affermato Tocco – è il momento di rivalutare tutta la strategia sanitaria».

Per il capogruppo dell’Udc Gigi Rubiu lo stanziamento è una semplice anticipazione, il deficit sarà maggiore. Intanto si va avanti con concorsi, assunzioni e altre attività poco edificanti per la politica sarda. «La Asl 7 ha acquistato un’autoemoteca da 200mila euro senza i bagni per medici e pazienti. Si può continuare a fare queste cose? Dov’è finita la politica?».

Voto favorevole ha annunciato anche il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni che ha criticato la gestione delle Asl sarde: «Risulta che da alcune Asl sono partiti carichi di materiali non utilizzati per essere smaltiti. In realtà sarebbero stati riciclati e rivenduti. Mi auguro che ci sia un’inchiesta della magistratura – ha tuonato Dedoni – non è vero che 90 dei 120milioni stanziati per coprire il disavanzo andranno all’elisoccorso, servono invece per coprire le porcherie che avete messo in campo. E’ ora di approfondire seriamente la questione».

Angelo Carta, capogruppo del Psd’Az, ha rilevato la difficoltà ad affrontare un argomento delicato come quello della sanità. «I commissari erano stati prorogati il 30 dicembre del 2015 per 3 mesi con l’obiettivo di procedere al risanamento del sistema. Alcuni sono andati fuori dalla tangente, non si riesce a contenere il deficit. La sanità sarda è uno schifo».

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha definito “schizofrenico e poco rispettoso” il modo di legiferare adottato dalla maggioranza. «Occorre capire prima ciò che si vuole fare senza procedere a cambiamenti in corsa – ha detto Zedda – quando si fanno le leggi la fretta è sempre una cattiva consigliera».

Secondo Oscar Cherchi (Forza Italia) il disavanzo certifica il fallimento della Giunta. «Stamattina sono stato all’ospedale di Oristano – ha detto Cherchi – i direttori parlano sotto voce. Le critiche sono fortissime e riguardano il sistema di gestione della sanità che guarda solo al personale medico e paramedico e non ai pazienti».

Per Michele Cossa (Riformatori) si è sottostimato il fabbisogno. «Le spese della sanità sono difficilmente comprimibili. In questi anni di commissariamento la spesa non è diminuita e i servizi sono enormemente peggiorati. Gli ospedali sono pieni di amministrativi e carenti di infermieri, vengono conferiti incarichi e consulenze, si fanno concorsi di dubbia utilità. Tutti i giorni assistiamo a provvedimenti di sapore clientelare. La Giunta è connivente».

Mario Floris (Uds) ha lamentato l’assenza in Aula dell’assessore alla Sanità richiamando l’articolo 60 del Regolamento. «Gli assessori possono e devono partecipare alle sedute dell’Assemblea – ha detto Mario Floris – è ora di far rispettare il Regolamento».

Secondo Christian Solinas (Psd’Az) «sarebbe stato utile leggere la relazione tecnica sulla quantificazione degli oneri finanziari. Il problema è che aumenta la spesa sanitaria e diminuiscono le prestazioni. La percezione è quella di una sanità peggiore: i dati certificati da Agenas ci dicono che il risultato di gestione della sanità, arrivato nel 2012 a un attivo di 14 milioni di euro, è impazzito nel 2015 con 212 milioni di deficit. Se oggi chiudessimo il conto saremmo a quasi 400 milioni di disavanzo e i conti peggioreranno con l’istituzione dell’Azienda Unica».

Posto in votazione l’emendamento n.9=116=224 è stato bocciato con 27 voti contrari e 19 a favore.

Sull’emendamento 227 è intervenuto l’on. Angelo Carta (Psdaz), che ha detto: «Dobbiamo mettere i piedi per terra ed evitare pezze di fine anno sulla Sanità. Per questo esprimo il voto favorevole». 

Anche l’on. Paolo Truzzu  (Fli) si è espresso a favore dell’emendamento e ha detto: «E’ vero che la spesa sanitaria è sostanzialmente incomprimibile, come ha ricordato l’on. Cossa. Ma un po’ di compressione si può fare, evitando gli sprechi. In ogni caso ci vogliono scelte diverse e non atteggiamenti schizofrenici come quelli della Regione». 

Per l’on. Ignazio Locci (Forza Italia) «ci troveremo un disavanzo sanitario per il primo semestre 2016 di 184 milioni. I conti dell’assessorato alla Sanità sono solo operazioni ma non danno nessun risultato positivo. Noi teniamo sotto controllo i numeri, anche per una ragione: voi eravate i maghi della riduzione della spesa sanitaria. Si è visto quanto siete bravi».

L’on. Marco Tedde (Forza Italia) ha espressamente parlato di «sistema fuori controllo, in una sorta di piano inclinato sul quale la sanità sarda sta scivolando in un deficit strutturale e con commissari che non rispettano le direttive politiche dell’assessore».

Per l’on. Michele Cossa (Riformatori), presentatore dell’emendamento, «lo spirito della nostra iniziativa è chiaro: vogliamo capire perché come mai la spesa sanitaria vale la metà del bilancio regionale nonostante ciò mediamente la qualità del servizio sanitario continua a calare. Dobbiamo spostare verso i servizi le risorse finanziarie che attualmente vengono destinate, sbagliando, ad altri fini. C’è una Tac inutilizzata al Brtozu? Verificatelo, per piacere. Chi ha disposto quell’acquisto? Scopritelo e fatelo sapere non solo al Consiglio regionale».

Per il leader dell’Udc, on. Giorgio Oppi, «le frottole hanno vita breve. Ai primi del 2018 vedremo conseguenze di questo vostro atteggiamento con i licenziamenti nella sanità privata. E ancora: che senso ha fare i concorsi dei primari al Brotzu se è vero, come dite, che al Brotzu ci sono 64 primari in più? E che senso ha eliminare il Cup sempre del Brotzu, per una vendetta personale, quando quel servizio è fondamentale?».

Per l’on. Gianluigi Rubiu (Udc) «il voto all’emendamento è favorevole perché i tagliatori di teste e di servizi non fanno altro che creare nei territori una pessima gestione della Sanità. Ci viene da pensare che questi commissari, che non rispondono alla politica, rispondano ad altri. Questa è la vostra sanità, alla quale non basteranno mai i denari».

Per l’on. Roberto Deriu (Pd) «la comprimibilità della spesa è un tema interessante ma la giunta regionale non deve arrendersi in nessun modo al pensiero che la spesa sanitaria sia davvero incomprimibile, già oggi. Una politica di bilancio rigorosa deve prevedere la revisione della spesa attuale».

L’emendamento 227 è stato respinto.

A seguire, sull’emendamento 10 (Pittalis e più), soppressivo totale dell’articolo 1 comma 6, il sardista Angelo Carta ha preso la parola: «Quale ricerca e innovazione tecnologica si sta producendo con i 700 mila euro che state destinando all’Istituto zoo profilattico? Da qui il mio voto favorevole». Stessa opinione per l’on. Ignazio Locci (Forza Italia): «Non bastano le azioni di riqualificazione della spesa, bisogna anche valutare il merito dell’amministrazione delle risorse». 

L’emendamento 10 è stato respinto.

Sull’emendamento 11, soppressivo del comma 7 dell’articolo 1 (primo firmatario l’on. Pittalis, Forza Italia), è intervenuto l’on. Truzzu (Fli), che ha detto: «Leggo che è il Consiglio regionale chiamato ad attivare il servizio di elisoccorso, nelle more della attivazione dell’Agenzia dell’emergenza urgenza?. Ma che senso ha? Così si combinano i pasticci e con tre basi si lascia comunque scoperta la Sardegna centrale. Chi state garantendo buttando questi soldi dalla finestra?».

Sulle stesse note l’on. Locci (FI), che si è augurato «che gli elicotteri volino in Sardegna, visto che il futuro sistema sanitario sarà basato sulle reti di cura. Non vorrei che tutto questo fosse uno spot per qualificare questa legge di variazione di bilancio».

Per il sardista Angelo Carta «il comma 7, che parla dell’elisoccorso, non ha una corrispondenza nella relazione della Giunta. Questo a dimostrazione che la fretta non è mai una buona consigliera». Contrario anche l’on. Marco Tedde (Forza Italia) secondo cui «è chiaro che la gestione della Sanità sarda è alla stregua di un piccolo staterello di Bananas. Qualcuno ha già deciso per il direttore generale dell’Areu. Questo treno della Sanità sta deragliando, colleghi: accendete i fari».

L’on. Giorgio Oppi (Udc) ha detto: «I tempi dell’elisoccorso sono molto lunghi di quelli preventivati, anche perché il personale deve essere formato per quel tipo di servizio. Occhio a seconda di come viene impostata la gara».

L’emendamento 11 è stato respinto.

L’on. Angelo Carta (Psd’Az) ha chiesto il voto segreto sugli emendamenti 12, 119 e 230. Il Consiglio ha respinto gli emendamenti e poi a seguire ha respinto anche gli emendamenti 13, 14, 48, 49, 122.

Successivamente il Consiglio ha esaminato l’emendamento 122, che è stato respinto.

Sull’emendamento 191, riguardante i lavoratori dei beni culturali il sardista Angelo Carta ha parlato di un «argomento importante per decine di giovani impegnati nella gestione di beni archeologici che negli anni hanno acquisito significative professionalità, tuttavia è necessario sostenere i Comuni che bandiscono gare senza nessuna copertura per effetto delle continue proroghe dal 2004; il Consiglio e la Giunta devono farsi carico di questo problema».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha anch’egli sollecitato «una soluzione definitiva per i lavoratori (circa 850) del sistema archeologico e dei beni culturali in modo da inserirli stabilmente in questo circuito e superare la logica delle proroghe annuali; è un tema da riprendere utilizzando una delibera della commissione Cultura votata all’unanimità nella XII legislatura»

Il relatore della legge Franco Sabatini (Pd) ha condiviso la preoccupazione dei consiglieri, affermando che «il problema va affrontato ho proposta di legge quasi pronta per trovare una soluzione definitiva ed auspico che ne arrivino altre, l’importante è superare un lungo periodo di incertezza».

Il consigliere Paolo Zedda dei Rossomori ha definito «giuste e fondate le osservazioni dei consiglieri intervenuti in precedenza, perché la questione dei beni culturali è per la Sardegna un tema centrale, dall’organizzazione del settore che è molto frammentato all’inquadramento dei lavoratori». «Anche il nostro gruppo – ha concluso – presenterà a breve una proposta di legge».

Messo ai voti l’emendamento è stato respinto dall’Aula, insieme ad altri presentati dall’opposizione. Approvato invece l’emendamento soppressivo parziale n. 104 (Paolo Zedda e più) con parere favorevole della Giunta che limita al 2017 lo stanziamento di 1.6 milioni per il sistema scolastico, a fronte della previsione originaria che estendeva l’intervento anche alle annualità 2018 e 2019.

Subito dopo il Consiglio ha esaminato un’altra serie di emendamenti presentati dalla minoranza, che sono stati respinti.

Sugli emendamenti n. 41, 160 e 298 riguardanti i debiti fuori bilancio il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha affermato che «in parte sono dovuti all’applicazione del Dlgs n.118 che obbliga tutto il sistema Regione a farli emergere ma in molti casi si tratta di scelte dei dirigenti che cercao di schivare le loro responsabilità, inoltre mancano molte relazioni per cui siamo contrari ad un intervento».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha parlato di un problema «molto particolare», annunciando che il suo gruppo non parteciperà al voto «non solo per motivi politici ma anche tecnico-amministrativi».

Anche Christian Solinas, sardista, ha annunciato la sua decisione di non partecipare al voto, sottolineando che «una norma nazionale del 2012 ha definitivamente stabilito che il parere del collegio sindacale sui debiti fuori bilancio è obbligatorio, mentre nella documentazione che ci è stata sottoposta noi non abbiamo né pareri nè istruttorie».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha condiviso le tesi dei consiglieri intervenuti, precisando che «il collegio sindacale è indispensabile per la Regione e per lo stesso Consiglio che deve poter votare in modo consapevole e informato e, in ogni caso, sono emersi debiti anche per fattispecie espressamente vietate».

A nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha riconosciuto che quello dei debiti fuori bilancio è «argomento delicato che richiede chiarimenti». «E’ la prima volta – ha detto – che il Consiglio è chiamato a pronunciarsi su questa materia sia per effetto del bilancio armonizzato che del Dlgs 118 che giustamente prevede più trasparenza e controlli; nel nostro caso tuttavia la certificazione è data dai nostri uffici che ne assumono la responsabilità, che invece non ricade sul Consiglio che vota il provvedimento». «Nel merito – ha concluso – si tratta in parte di questioni sono vecchie e in parte recenti, tutte comunque situazioni legittime; per quanto riguarda l’istituzione del collegio sindacale la Sardegna non è obbligata essendo una regione speciale ma lo istituirà ugualmente con le norme di attuazione».

Il capo gruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che le dichiarazioni dell’assessore Paci «hanno confermato le preoccupazioni dell’opposizione perché e non c’è il dubbio che il voto del Consiglio copra in qualche modo attività illegittime o irregolari, ma il Consiglio non può essere l’ombrello per queste situazioni, anche perché non ha nemmeno gli strumenti per poterle valutare; peraltro il voto legislativo potrebbe essere non esente da responsabilità». «Per noi – ha concluso – è meglio rinviare, altrimenti usciamo dall’Aula».

Successivamente il presidente ha disposto una breve sospensione della seduta.

Alla ripresa dei lavori l’emendamento è stato messo in votazione ma è mancato il numero legale. Il presidente ha quindi tolto la seduta. I lavori del Consiglio sono ripresi nel pomeriggio.

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Consiglio regionale 71

E’ proseguito ieri, in Consiglio regionale, l’esame del disegno di legge n. 382/A su “Variazioni del bilancio per l’esercizio finanziario 2016 e del bilancio pluriennale 2016/2018”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con l’art. 1 (Disposizioni finanziarie) del DL n. 382/A – Giunta regionale – Variazione del bilancio 2916 e del bilancio pluriennale 2026-2018.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, sull’ordine dei lavori, ha ricordato la sua richiesta di votazione nominale «coerente con le previsioni del regolamento nella materia della programmazione finanziaria».

Il presidente Ganau ha precisato che, nel caso della variazione di bilancio, la votazione nominale non è richiesta ma prevista solo negli atti collegati alla manovra finanziaria.

Il capo gruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che «se la disciplina applicata è quella del bilancio il principio va applicato sempre, mentre nel caso è stato applicato nei termini per le relazioni ma non per la richiesta di votazione nominale».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha dichiarato che «se si tratta di una variazione di bilancio la norma che si deve applicare è quella relativa al bilancio».

Il presidente Ganau ha confermato la sua interpretazione.

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha protestato segnalando che alcuni suoi emendamenti sono stati respinti perché in ritardo rispetto alla scadenza delle 12.00. Ma se il Consiglio è finito dopo le 14.00, a suo giudizio, gli emendamenti dovevano essere accolti.

Il presidente Ganau ha replicato precisando che il termine era stato fissato dalla conferenza dei capigruppo ed inoltre, nel caso di specie, mancava la firma del capo gruppo.

Il consigliere Truzzu ha ribadito che la discussione era in corso e quindi dovevano essere accettati, come del resto era stato fatto in precedenza.

Il presidente Ganau ha dato lettura delle disposizioni regolamentari applicate.

Il consigliere Christian Solinas (Psd’Az) ha ricordato la sua questione pregiudiziale sui debiti fuori bilancio che «devono essere corredati dal parere del collegio sindacale, mentre sugli atti c’è una relazione priva di firme e pertanto non si può esprimere un voto». Il consigliere ha sollecitato una risposta alla questione sollevata ricordando anche che gli atti riguardano non acquisti di beni e servizi ma copertura di disavanzi.

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha affermato che «la Regione non ha ancora collegio di revisori, anche se la pratica è stata istruita col parere favorevole della Corte dei conti e si è in attesa del parere del ministero dell’Economia». «Nel frattempo – ha aggiunto l’assessore – si procede con gli uffici interni secondo una scelta della Regione e non delle partecipate; come dimostrano gli atti inviati alla commissione, i debiti sono certificati e con copertura finanziaria».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha osservato che, oltre alla relazione dei revisori, «mancano le relazioni delle società interessate che fanno parte integrante della documentazione sottoposta al Consiglio, quindi l’opposizione non parteciperà al voto per evitare richieste di danno erariale».

La commissione e la Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati.

Sull’ordine dei lavori, il capo gruppo di Sel Daniele Cocco ha richiamato l’attenzione della Giunta e del Consiglio sulla scadenza dei contratti degli infermieri che lavorano negli istituti di pena. Bisogna provvedere immediatamente, ha sollecitato Cocco, «per la stabilizzazione dei lavoratori che hanno operato per almeno 3 anni (anche se in realtà molti lavorano da più di 10) ed evitare i licenziamenti».

Il capo gruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha condiviso le argomentazioni del consigliere Cocco ed ha segnalato «la situazione di emergenza di 20 lavoratori a tempo determinate della ex provincia di Nuoro poi transitati nella nuova Agenzia del Lavoro». «Accade però – ha rilevato Pittalis – che l’ex provincia sta assumendo lavoratori interinali esterni violando una legge regionale; su questo la Giunta deve intervenire immediatamente e comunque manderò una nota scritta riservandomi ogni altra iniziativa».

Ancora sull’ordine dei lavori, il capo gruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha messo in evidenza che, in base a quanto previsto dal comma 24 dell’art.1, «si determina una grave situazione di incertezza per 54 lavoratori della miniera Tres Montis che fa capo alla Fluorite Silus del presidente del Cagliari Tommaso Giulini». Occorre perciò sapere, ha concluso, «se questi lavoratori saranno a carico della Regione».

Dando inizio alla discussione generale sull’art.1 la consigliera Daniela Forma (Pd) ha sottoposto all’Aula la questione della «copertura del bonus 2016 per le famiglie numerose, problema già emerso in commissione Sanità alla presenza dell’assessore». «Il bonus – ha ricordato la Forma – «è stato trasferito ai Comuni e consente un importante sostegno a famiglie con almeno 4 figli ed un Isee sotto i 20.000 euro, misura fondamentale già sperimentata positivamente nel 2014 e nel 2015». Ora i fondi non ci sono più, la lamentato esponente del Pd, «perché sono stati trasferiti sul Reis (reddito di inclusione sociale), che peraltro nessuno intende mettere in discussione ma il bonus deve essere coperto perché atteso da tante famiglie sarde (107.000 secondo la Caritas) e rappresenta una prima risposta al crollo della natalità in Sardegna, certificato dalle Acli, dall’Istat e dalla Caritas». «Auspico dunque – ha concluso – l’accoglimento di questa proposta».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, è intervenuto per segnalare che l’emendamento a cui ha fatto riferimento la consigliera Forma non è presente tra quelli consegnati ai consiglieri ed ha ricevuto, a tal riguardo, le rassicurazioni della presidenza dell’assemblea sulla stampa e la consegna dei blocchi contenenti le proposte di modifiche al disegno di legge 382.

Il consigliere di Forza Italia, Ignazio Locci ha parlato di “manovra di assestamento camuffata da variazione di bilancio” ed ha sottolineato come “manchino” 129 milioni di entrate rispetto alle previsioni a suo tempo fatte dall’assessore del Bilancio.

L’esponente della minoranza ha quindi denunciato che si trovino coperture finanziarie per le più svariate questioni (funzionamento uffici Confindustria e Confapi) ad incominciare dai circa 3 milioni e 400mila euro destinate alla copertura dei costi per servizi delle camere di commercio, mentre si tralasciano le coperture importanti per il bonus famiglia o per le gestioni dei siti archeologici o museali.

«Sono queste le priorità che indicate – ha affermato Locci – e molte di queste scelte sembrano fatte al di fuori di quest’Aula e al di fuori dalla politica».

Il consigliere sulcitano ha quindi citato con tono critico la mancata risoluzione della vicenda dell’ex Ipab  San Giovanni di Ploaghe («mi auguro che lo stanziamento di oltre 3 milioni di euro non serva per coprire qualche esposizione con qualche importante istituto di credito isolano») e gli stanziamenti alle province «perché ormai sono a totale carico della finanza regionale».

Il consigliere di Forza Italia, Edoardo Tocco, ha incentrato il suo intervento sull’istituzione del servizio dell’elisoccorso e ha ricordato il dibattito che in proposito si è tenuto nella commissione Sanità: «È un tema particolarmente sentito nell’Isola anche alla luce dei tagli nei servizi della Sanità in diversi territori della Sardegna».

«Serve un monitoraggio dei tempi di attivazione del servizio» – ha insistito l’esponente della minoranza che ha concluso con un riferimento allo stanziamento di oltre 18 milioni di euro alla città metropolitana di Cagliari per il  reclutamento di personale – «questo provvedimento la dice lunga sulle lacune della vostra programmazione».

La vice capogruppo di Fi, Alessandra Zedda, ha parlato di “variazioni atipiche di bilancio” in quanto si introducono anche “nuove norme” che certificano il proseguire con “una cattiva programmazione che persevera negli errori”. Tali carenze, a giudizio della consigliera di minoranza, penalizza quei settori dove sono più evidenti le situazioni di crisi e di difficoltà come è quello del welfare («per mesi si sono registrate lamentele  e proteste dei sofferenti mentali che hanno denunciato ritardi nei contributi e nelle pensioni»).

Alessandra Zedda ha quindi mosso rilievi critici sulle politiche della Sanità e su quelle che ha definito “prebende” inserite nella variazione di bilancio («avete inserito persino un Pip») ed ha invece mostrato favore per gli stanziamenti per l’accorpamento delle Zir e l’intervento per l’ex Fluorite di Silius.

La consigliera di Forza Italia ha concluso denunziando la riduzione dei fondi per la ricerca scientifica: «Avete snaturato la legge n. 7 del 2007 e preannuncio la richiesta dei dati sull’applicazione della stessa e sull’impiego dei fondi».

Nella discussione generale all’articolo 1 è poi intervenuto  Marco Tedde (Forza Italia) che  ha detto che questo disegno di legge è una piccola legge di bilancio e non certo una variazione. Per questo sarebbe stata opportuna la presenza di Pigliaru. «Il presidente della Regione ha tempo solo – ha aggiunto Tedde – per fare la campagna referendaria  e per calpestare a piè pari le prerogative dei consiglieri regionali come ha fatto sull’ordine del giorno su Tossilo». L’esponente di Forza Italia ha poi criticato il grande ritardo con cui questo DL arriva in Aula. «Oggi – ha sottolineato – avremmo dovuto  discutere i documenti finanziari del  2017 e non  variazioni relative all’anno in corso. Secondo Tedde la maggioranza pensa solo al marketing politico e non ai problemi dei sardi». 

Per Paolo Truzzu (Misto) l’articolo 1 è la dimostrazione dell’assenza della politica. «Bene ha fatto – ha sottolineato Truzzu – la consigliera Daniela Forma a sollevare il problema del bonus famiglia che ancora una volta ci ha messo davanti all’apatia della maggioranza su alcune questioni come quello della povertà. Per il consigliere del gruppo misto questa variazione di bilancio è fatta di prebende, non affronta il tema della famiglia e non esiste la capacità di fare programmazione politica».

Oscar Cherchi (Forza Italia) ha criticato l’articolo 1 che, dal punto di vista tecnico, non  rispetta la tecnica legislativa. Un articolo composto da  43 commi non può rispondere al principio di semplificazione amministrativa né tanto meno a quello di semplificazione legislativa. «Non si capisce – ha aggiunto Cherchi – come degli assessori tecnici possano dare una  dimostrazione contraria a quella  che ci si aspettava da professori che vivono di teoria. Il risultato è che l’articolo 1 è un insieme di argomenti che dovevano  essere suddivisi in più articoli». Per Cherchi questo DL non è una variazione di bilancio, è una legge “marchetta” che regala soldi a pioggia solo ed esclusivamente a chi  è utile alla maggioranza. Il consigliere azzurro si è soffermato sul comma 15 dell’articolo 1 dove si parla di consorzi di bonifica. «E’ un comma strano – ha concluso – introdotto proprio il giorno dopo rispetto all’approvazione in quest’aula di una legge sull’argomento».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha parlato di “silenzio assordante” della maggioranza. «Questa legge – ha detto – è un insieme di attività illusionistiche. E’ una legge orribile fatta di tecnicismi in cui alla fine emergerà l’autolesionismo». Per l’esponente dei Riformatori sardi è scandaloso che non si trovino i fondi a favore delle famiglie numerose. Inoltre, tra confusione, tecnicismi e inutilità si fa il gioco delle tre carte: da una parte si tolgono i fondi, dall’altra si rimettono.

Ha quindi preso la parola il consigliere del Partito dei Sardi, Augusto Cherchi, che ha detto di condividere l’impostazione della legge ma, allo stesso tempo, ha espresso perplessità su alcuni commi dell’articolo 1.

Il consigliere sovranista si è soffermato in particolare sul contenuto dei commi 5, 7 e 8 (copertura del disavanzo della sanità, istituzione del servizio di elisoccorso e stanziamento per l’Ipab SGB di Ploaghe). «In Commissione ci siamo astenuti su queste disposizioni – ha ricordato Cherchi – sulla copertura del debito della Sanità del 2015 non riusciamo ancora a capire dove si andranno a reperire le risorse. Manca inoltre una previsione coerente del debito presunto per il 2016. E’ inutile prevedere una spesa se poi questa va a crescere».

Sul comma 7, Cherchi ha detto di condividere l’istituzione del servizio di elisoccorso, «avrei preferito però una discussione più ampia, un servizio così importante doveva avere una dignità diversa rispetto a un semplice comma in una variazione di bilancio». Perplessità da parte di Cherchi anche sulla decisione di dislocare le basi dell’elisoccorso nei tre principali aeroporti della Sardegna. «Noi abbiamo già fatto un errore spostando la base dell’elisoccorso dei Vigili del Fuoco da Abbasanta ad Alghero – ha sottolineato l’esponente della maggioranza – oggi moltiplichiamo per tre la dispersione del servizio, è uno spreco di risorse. Spero che il discorso lo si affronterà meglio quando si parlerà dell’organizzazione complessiva del 118».

Oscar Cherchi, infine, ha espresso dubbi sul contenuto del comma 8: «Si propone uno stanziamento di oltre 3 milioni di euro a favore della Asl di Sassari per lo svolgimento delle funzioni trasferite in seguito alla soppressione dell’Ipab SGB di Ploaghe – ha detto il consigliere del PdS – i lavoratori vanno tutelati ma occorre agire con prudenza. Esistevano avanzi per 6,9 milioni di euro rappresentati da oneri dello Stato che non sono stati utilizzati per la SGB. Si chiedeva che venissero assegnati alla Asl ma non risulta che ciò sia avvenuto. Quello delle Ipab è un problema serio che va affrontato e risolto con le dovute coperture finanziarie e le dovute cautele».

Alberto Randazzo (Forza Italia), rivolgendosi all’assessore agli Affari Generali, Gianmario Demuro, ha chiesto chiarimenti sulle progressioni verticali e orizzontali dei dipendenti degli enti locali. «Volete anticipare anche voi le promesse che si fanno oggi in campagna elettorale? Non vorrei essere preso in giro: la legge che abbiamo recentemente approvato non prevedeva nuovi oneri per la Regione».

Randazzo ha poi suggerito alla Giunta di utilizzare meglio le opportunità dei bandi per il turismo (“due milioni di euro rischiano di non essere spesi”) e di evitare provvedimenti rivolti a singoli comuni per la soluzione di vertenze industriali come accaduto per la miniera di Silius. Il consigliere azzurro, infine, ha sollecitato la Giunta a trasferire più celermente ai consiglieri le informazioni sulle singole questioni.

Christian Solinas (Psd’Az) è tornato su alcune questioni sollevate durante la discussione generale riguardo all’esigenza di verificare la legittimità delle procedure adottate per il riconoscimento in legge di debiti fuori bilancio. «Ci sono adempimenti che andrebbero espletati. Chi ha presentato la legge ha ritenuto di qualificare i debiti per acquisizione di beni e servizi – ha detto Solinas – la giurisprudenza richiede l’esatta indicazione in delibera dell’arricchimento tratto da quella spesa. Se si opera diversamente si adottano iniziative di spesa autonome e scoordinate scaricandone le conseguenze sulla Regione. In questo modo, si determina una situazione di permanente precarietà finanziaria e si assorbono debiti che nascono da una carenza di procedure da parte di enti e partecipate. Noi siamo autorizzati a riconoscere come debiti fuori bilancio quelli finalizzati alla ricapitalizzazione a alla copertura del disavanzo degli enti. L’acquisto di beni e servizi è invece a carico di chi ha deliberato la spesa. Gli enti e le partecipate, fino a prova contraria, sono dotati di autonomia gestionale e finanziaria».

Solinas si è poi soffermato sulle disposizioni dell’art. 51 del decreto legislativo n. 118 che vieta le variazione di bilancio dopo il 30 novembre. «Molti commi della legge che discutiamo prevedono norme intruse, nuove disposizioni di spesa e l’istituzione di un nuovo servizio come l’elisoccorso. Si tratta di norme sostanziali che potevano essere previste altrimenti».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha ripreso una parte dell’intervento del consigliere Augusto Cherchi per rilanciare «la questione della partecipazione al dibattito anche da parte della maggioranza, che finora ha mantenuto la consegna del silenzio mentre invece si è dimostrato che ha qualcosa da dire». Entrando nel merito della legge, Attilio Dedoni ha sottolineato l’importanza dei commi 5 7 e 8 affrontando in modo critico il problema del nuovo servizio di elisoccorso che, a suo avviso, «amplifica a dismisura la marginalità delle zone interne e movimenta una massa ingente di risorse che non si potranno spendere in tempi brevi». «Analogo discorso – ha aggiunto – si può fare per le Ipab che non dovevano determinare costi aggiuntivi per la Regione che invece ci sono e sono rilevanti; l’impressione è che l’assessore, in molte circostanze, non abbia detto tutta la verità e di questo lo chiameremo a rispondere».

Su delega del capogruppo il consigliere del Pds Roberto Desini, che ha premesso di condividere l’impianto generale del provvedimento, ha ripreso alcune considerazioni del collega Augusto Cherchi, anch’egli con riferimento al comma 8 relativo alla sanità ed al salvataggio dell’Ipab San Giovanni Battista. Una operazione che, a giudizio di Desini, «ha profili di illegittimità come avevamo segnalato, sia perché il personale transitava da un contratto privatistico ad uno di natura pubblica, sia perché non era dimostrato che il passaggio potesse avvenire a costo zero, come conferma lo stesso assestamento di bilancio con cui si stanziano 3.6 milioni per l’anno 2016, dato che si affianca ad un evidente surplus di operatori e fisioterapisti rispetto alla Asl di Sassari». «Il problema della sanità – ha detto ancora il consigliere del Pds – non si sta affrontando nel modo giusto ed infatti il piano di rientro non produce i risultati positivi attesi, perciò bisogna subito voltare pagina superando questo schifo che impedisce l’attivazione di vere politiche per il lavoro: su questo non guarderò in faccia nessuno anche se appartiene alla maggioranza».

Il consigliere Angelo Carta, sardista, ha detto che «la discussione che si sta sviluppando dimostra che il Consiglio si trova di fronte ad una legge non banale, al punto da mettere alla prova la stessa tenuta della maggioranza». Il consigliere ha poi esaminato il contenuto della legge sostenendo che «il testo dei singoli commi fa emergere tutte le criticità di una legge piena di contraddizioni: da una parte si annunciano risorse e dall’altra si fa un altro mutuo, da un lato la spesa della sanità viene definita sotto controllo eppure si anticipano al 2016 fondi previsti per il 2017». «Inoltre – ha proseguito Carta – è anche una legge per molti aspetti incomprensibile con una serie di rimandi a leggi precedenti in una specie di gioco dell’oca che è tutto il contrario della semplificazione, argomento oggetto di una legge appena approvata dall’Aula». I settori sui quali si vuole intervenire non trarranno alcun beneficio, ha affermato ancora Carta, da questo provvedimento: «Né l’agricoltura, con contributi pesantissimi e vessatori senza nessuna risorsa a carico dei consorziati, né la buona amministrazione con i debiti fuori bilancio privi di documenti che li giustificano, né le popolazioni colpite dall’alluvione che dopo tre anni stanno ancora aspettando il ristoro dei danni subiti da privati, mentre molti hanno avuto le aziende distrutte e ad altri sono state fatte proposte di indennizzo irrisorie, né le zone franche ancora al palo proprio in quei Comuni». «Insomma –ha concluso l’esponente del Psd’Az – è una legge disorganica che fa alcune piccole cose senza una visione dei gravi problemi della Sardegna e dimostra la lontananza del governo regionale dalla realtà; oggi a Nuoro è stato fissato il crono programma per gli interventi di rilancio, ci vorranno 715 e di questo passo finirà la legislatura».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha detto che quella in discussione è «una legge importante ma non certo ispirata alla semplificazione tanto sbandierata dalla maggioranza, è invece un provvedimento che occulta con una certa abilità alcuni obiettivi che non si possono dichiarare apertamente, in realtà poi non è una variazione di bilancio ma un provvedimento omnibus pieno di rattoppi in questo o quel settore». «L’esempio di questo modo di fare – ha detto ancora Rubiu – è nella sanità, un settore che non funziona, costa moltissimo, produce nuovi debiti e cerca di realizzare un progetto sbagliato nonostante l’indicazione di grandi manager venuti dall’esterno». «Ma in generale – ha aggiunto – contiene troppe paghette fra le quali il contributo agli ippodromi per spese di manutenzioni straordinarie affidate ad Argea che fra l’altro deve occuparsi di agricoltura, la duplicazione degli interventi per i consorzi di bonifica, i fondi alla provincia di Nuoro o del Sud dove si aumenta del 30% il costo dei passaggi di proprietà, in definitiva una lunga serie di provvedimenti che provocheranno ulteriori danni alla Sardegna ed ai giovani disoccupati».

«Tutti i sostenitori del sì vogliono convincere i sardi a suicidarsi». Così il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha aperto il suo intervento provocando la reazione di alcuni consiglieri della maggioranza. «Mi spiace – ha aggiunto il leader di Fi – comunicarvi che queste sono le parole dell’assessore Paolo Maninchedda riportate da un’agenzia di stampa». «Parole sacrosante – ha proseguito Pietro Pittalis – che pongono un problema politico, infatti, a fronte di un presidente della Giunta schierato col fronte del sì, l’assessore dei Lavori pubblici certifica il suicido politico del presidente della Regione e della sua Giunta». L’esponente della minoranza ha definito quella del Sì al referendum «una scelta sciagurata che mortifica l’autonomia e la Sardegna» e ha parlato di «una Giunta che soccombe davanti all’avanzata neocentralista del governo nazionale».

Il capogruppo ha quindi criticato il provvedimento all’esame dell’Aula («è un provvedimento vuoto e non affronta alcuno dei temi che preoccupano le famiglie sarde» ed ha quindi stigmatizzato le recenti dichiarazioni rilasciate dall’assessore del Lavoro, Mura, a proposito dei crescenti livelli di povertà («l’assessore Mura dice che sulla povertà la Regione ha messo in campo 22 corsi di istruzione formazione triennali in tutto il territorio») affermando che tali dichiarazioni possono essere fatte da «chi è si dimostra un irresponsabile o da persone che non hanno contezza di ciò che accade fuori dal palazzo».

Pietro Pittalis ha insistito sull’assenza di interventi  per attenuare gli effetti della crisi sul sistema economico sardo e sulle famiglie: «Ma avete toccato il fondo con i “patti farsa” che siglate in giro per i territori della Sardegna».

Il consigliere Fi ha quindi criticato duramente l’esecutivo per i ritardi con i quali si procede a Nuoro («a distanza di due anni avete prodotto solo un crono programma») ed ha concluso definendo la variazione di bilancio “una delusione”.

L’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha riconosciuto in apertura del suo intervento la complessità del provvedimento in discussione («è un provvedimento complesso e difficile da comprendere e anche io ho avuto problemi a capire») ma ha precisato che tale problema di trasparenza non riguarda la condotta della Giunta quanto «la complessità di un provvedimento di questo genere».

Nel merito del disegno di legge, il vice presidente della Giunta ha sottolineato che si propone «una variazione di bilancio che prevede 130 milioni di entrate in meno (per effetto di un ciclo macroeconomico meno intenso di quello che era stato preventivato) e seppur obbligati al pareggio di bilancio non dobbiamo fare tagli».

«Controbilanciamo il ciclo economico non favorevole – ha spiegato Paci – senza fare tagli e anticipiamo 120 milioni per la sanità (significano pagamenti più celeri alle imprese) e in più mettiamo in campo interventi su politiche sociali, sui precari, sui lavoratori, sui consorzi di bonifica, sulla liquidazione delle Zir (interventi attesi dal 2008).»

«Tra le cose “che non ci piacciono” – così le ha definite il vice di Pigliaru – ci sono anche gli oltre 3 milioni di euro per l’assorbimento dell’ex Ipab: «Stiamo però risolvendo un tema spinoso con decine di lavoratori che rischiavano di restare senza un lavoro».

L’assessore Raffaele Paci ha quindi concluso riepilogando “le risposte importanti” contenute nel provvedimento ed ha formulato un appello rivolto all’intero Consiglio: «Le critiche che sono state rivolte dalla minoranza sono legittime e corrette e alcune le condivido nella sostanza (ad incominciare dai ritardi nella programmazione territoriale e nelle procedure) ma chiedo all’Aula di procedere più rapidamente nell’approvazione del testo di legge perché i tempi di attuazione delle disposizioni in esso contenute sono lunghe e i beneficiari delle misure in esso contenute non sono né la Giunta, né la maggioranza ma le imprese e i cittadini sardi».

Il presidente di turno dell’Assemblea, Eugenio Lai, ha quindi posto in votazione gli emendamenti soppressivi totali n. 1=112=208 ed ha concesso la parola al consigliere Mario Floris (Uds-Misto) che ha espresso apprezzamento per l’intervento dell’assessore Paci ma ha posto in evidenza come il provvedimento in discussione non sia in linea con le disposizioni contenute nella recente legge approvata in materia di trasparenza e semplificazione.

Sono intervenuti a favore, per dichiarazione di voto, sull’emendamento 1 (che vuole sopprimere l’articolo 1): Ignazio Locci (FI) che ha detto che queste variazioni non si conciliano con le esigenze della Sardegna; Marco Tedde (FI) che ha detto di apprezzare l’autocritica dell’assessore Raffaele Paci; Oscar Cherchi (FI) che ha ribadito di non condividere la tecnica legislativa e il contenuto dell’articolo 1; Gianluigi Rubiu (Udc) che  ha sottolineato la sua contrarietà all’articolo 1 che è un articolo omnibus, inadeguato e inapplicabile. Questo articolo deve essere reso comprensibile; Paolo Truzzu (misto) che ha detto che non si può avere la presunzione di chiedere alla minoranza di approvare in fretta un provvedimento che non è condivisibile; Luigi Crisponi (Riformatori) che ha apprezzato sia la sincerità dell’assessore Paci sia di quei consiglieri di maggioranza che hanno criticato parti di questo disegno di legge; Alessandra Zedda (FI) che ha ribadito che  questo articolo è difficile e la minoranza non può essere a favore di chi vuole fare indebitare i sardi o non palesa comportamenti sleali; Angelo Carta (Psd’Az) che ha affermato  che dopo l’intervento dell’assessore Paci c’è stata una svolta politica nei rapporti tra giunta e Consiglio; Edoardo Tocco (FI) che ha sottolineato che l’assessore Paci si è addossato le colpe di tutta la giunta; Attilio Dedoni (Riformatori sardi) che ha assicurato che farà ricorso contro gli allegati che mancano e ha chiesto di far tornare il provvedimento in commissione; Alberto Randazzo (FI) che ha criticato l’assessore Paci che non può giustificare l’ingiustificabile. Non si possono trovare scorciatoie per finanziare singoli settori; Pietro Pittalis (FI), infine, ha detto che questo primo comma è talmente tecnico che pone problemi anche di comprensione.

Messo in votazione l’emendamento 1 (uguale al 112 e 208)  è stato bocciato (presenti 43, sì 16, no 27).

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento soppressivo parziale n. 5=209.  Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto di intervenire sull’ordine dei lavori avanzando la richiesta di interrompere la seduta visto l’orario raggiunto o, in alternativa, la convocazione della conferenza dei capigruppo per decidere su come procedere. Il presidente ha accolto la richiesta e convocato la conferenza.

Al termine dell’incontro il presidente Ganau ha sospeso la seduta.

Al rientro in Aula il presidente Ganau ha messo in votazione l’emendamento n. 5=209.

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci, favorevole, ha affermato che a suo avviso è sbagliato esaminare una variazione di bilancio senza disporre del consuntivo 2015 e del documento di parifica della Corte dei conti. Per Locci si tratta inoltre di una operazione che non tiene conto dei problemi reali della Sardegna.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, favorevole, ha detto che il comma 1 dell’articolo è condivisibile ma poi, «letto assieme a tutti gli altri dà la dimensione di una norma che non merita di entrare nell’ordinamento regionale e trascura le esigenze più urgenti della Regione: sanità, urbanistica, agricoltura».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), favorevole, ha ricordato che nella relazione della Giunta al bilancio di previsione «si parlava di certezza nelle entrate mentre ad oggi lo Stato ha versato circa 4 miliardi rispetto agli 8 spettanti alla Sardegna, un risultato del tutto negativo anche in rapporto a quanto ottenuto da altre Regioni autonome».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha chiesto al presidente in via pregiudiziale, «se sono state allegate le relazioni dei revisori contabili degli enti che hanno creato passività e, in caso affermativo, perché non sono stati distribuiti anche alla minoranza».

Il presidente Ganau ha ricordato che il testo è esaminato dalla commissione e gli allegati non c’erano.

Angelo Carta, sardista, ha condiviso la questione pregiudiziale aggiungendo che «nell’insieme il provvedimento appare disordinato e contraddittorio e non migliorerà la vita dei sardi».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha accusato la maggioranza di atteggiamento arrogante e, nel merito, ha osservato che la legge «è frutto della scelta sbagliata di applicare immediatamente il bilancio armonizzato, scelta che ha fatto saltare il sistema sia della Regione che delle Autonomie locali».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha criticato radicalmente la legge che «ha il titolo di disposizioni finanziarie ma in realtà ne contiene molte altre e questo problema non può essere ulteriormente eluso interpretando il regolamento ad uso e consumo della maggioranza; il testo andava rispedito al mittente».

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco, che in precedenza aveva apprezzato le aperture dell’assessore Paci, ha detto di essersi ricreduto dopo la rigidità mostrata dalla maggioranza. «Su un argomento del genere sarebbe stato necessario un confronto di ben altro livello e qualità, con attenzione ai problemi della Sardegna».

Messo in votazione l’emendamento è stato respinto con 13 voti favorevoli e 28 contrari.

Sull’emendamento 210, che intende sopprimere al comma 1 dell’articolo 1 le parole “a decorrere dall’esercizio finanziario 2017”, sono intervenuti a favore: Marco Tedde (FI) che ha detto che l’articolo 1 è un pasticcio, un’accozzaglia di provvedimenti senza armonizzazione; Paolo Truzzu (Misto) che  ha espresso delusione sulla capacità di spesa dei fondi europei da parte di questa giunta; Gianluigi Rubiu (Udc) che ha ricordato che anche il comma 1 dell’articolo 1 evidenzia che si tratta di una legge pasticciata che crea inutili illusioni e aspettative; Attilio Dedoni (Riformatori) che ha confermato la richiesta di acquisire tutta la documentazione allegata al diisegno di legge in esame; Angelo Carta (Psd’Az) che ha sottolineato la complessità di ogni comma di questo provvedimento; Pietro Pittalis (FI) che ha detto che la notte non porta Consiglio, sta solo determinando una situazione rispetto alla quale la maggioranza si deve assumere le sue responsabilità. Il provvedimento – ha detto – è inadeguato e la minoranza lo sta evidenziando; Alberto Randazzo (FI) che ha detto che questa Giunta rappresenta un treno che sta deragliando. Oggi la maggioranza ci sta sequestrando inutilmente in quest’aula. Contro ì’emendamento si è espresso Daniele Secondo Cocco (SEL) che è intervenuto sulla situazione degli infermieri delle carceri del Nuorese. I commissari non possono agire senza tener conto degli indirizzi di giunta e consiglio. «Chiediamo all’assessore – ha detto – una presa di posizione su questo argomento».

L’emendamento 210 è stato bocciato (votanti 39, favorevoli 12, contrari 27).

Il presidente ha quindi messo in votazione l’emendamento soppressivo parziale n. 211.

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha rilevato che il combinato disposto dell’emendamento in votazione e quello precedentemente respinto non modifica il comma 1 dell’articolo1 ma lo rende più scorrevole. Secondo Carta «non si tratta di emendamenti distruttivi ma chiarificatori»

Marco Tedde (Forza Italia) si è detto dispiaciuto per il dibattito monco. «Il silenzio della maggioranza rappresenta un vulnus che si ripercuoterà nei rapporti consiliari dei prossimi messi – ha detto Tedde – oggi si è violato un patto. Avremmo voluto discutere con voi per migliorare la proposta ma non ci siamo riusciti».

Paolo Truzzu (FdI) ha annunciato il voto favorevole all’emendamento e si è associato alle osservazioni fatte dal collega Daniele Cocco sulla situazione degli OO.SS. degli istituti penitenziari di Nuoro e Isili. «I commissari delle Asl continuano a fare ciò che vogliono – ha detto Truzzu – una situazione alla quale la Regione non riesce a porre rimedio».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha ribadito la sua contrarietà alla legge in discussione. «Noi cerchiamo di migliorarne la lettura, cerchiamo di entrare in modo dettagliato su tutti gli articoli – ha detto Rubiu – è indispensabile apportare alcune modifiche al testo. Il termine del 30 novembre è ormai saltato, è un fallimento per la maggioranza. A questo punto è meglio prendersi il tempo necessario per migliorare il testo».

Edoardo Tocco (Forza Italia) ha rivolto un invito alla maggioranza per evitare di continuare con un dibattito muscolare. «Meglio fermarsi e rimandare la discussione alla prossima settimana».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha sottolineato l’importanza dell’emendamento che permette di recepire le disposizioni della legge di stabilità 2015. «L’articolo 1 non è coerente con la legislazione regionale – ha rimarcato Pittalis – il riferimento al disavanzo del 2014 non è attinente o forse c’è qualcosa che mi sfugge».

A Pittalis ha replicato l’assessore della Programmazione Raffaele Paci: «La Regione ha avuto accesso alla liquidità per il pagamento di 135 milioni di euro agli enti locali. L’articolo in discussione spiega le modalità di contabilizzazione – ha detto Paci – è una norma ponderata che permette di non avere problemi successivi. Da economista riconosco che c’è un po’ di irrazionalità ma questo provvedimento è urgente. Credo che ci siano ancora i margini per una mediazione. Non è possibile rimandare l’approvazione alla prossima settimana, c’è il rischio di fare danni seri ai comuni».

Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori sardi, ha respinto l’invito dell’assessore: «Noi cerchiamo di aprire gli occhi alla maggioranza – ha detto Dedoni – capisco che si voglia mettere fretta. Noi non vogliamo ostacolare nessuno, se siamo in queste condizioni la responsabilità è della sua maggioranza. Siamo disponibili a lavorare anche venerdì e sabato ma su basi serie».

Messo in votazione l’emendamento n. 211 è stato respinto con 28 voti contrari e 13 a favore. 

Sull’emendamento 6 (uguale al 113, al 206, al 21),   che intende sopprimere il comma 2 dell’articolo 1, sono intervenuti: a favore Ignazio Locci (FI) che ha ricordato che questo emendamento è un moto di rabbia per protestare contro la lentezza della spesa; Angelo Carta (Psd’Az) che ha detto che il comma 2 serve alla giunta per aumentare il mutuo. Se è vero, come dice la Giunta, che la vertenza entrate sta portando nuovi fondi non si vede perché si deve autorizzare la giunta ad indebitare ancora i sardi; Marco Tedde (FI) che ritiene che la giunta e la maggioranza abbiano perso un’occasione d’oro per arrivare a dicembre non con una variazione di bilancio ma con il bilancio stesso. «Oggi abbiamo un provvedimento relativo al 2016 che riguarda ritagli, questo disegno di legge – ha concluso – è un bestiario normativo ed  è improponibile; Paolo Truzzu (Misto) che ha sostenuto che «siamo davanti a una situazione di carenza di programmazione. C’è una lentezza esasperante nella spesa dovuta alle lungaggini burocratiche. Il mutuo in realtà noi non avremmo mai dovuto contrarlo, la rete infrastrutturale sarda non può essere fatta con i soldi regionali»; Gianluigi Rubiu (Udc) che sostiene che  il comma 2 è “sfacciato”. Non possiamo accettare una cosa di questo genere, c’è un limite a tutto.

Per Giuseppino Pinna (Udc), ancora una volta, in tutta questa contrapposizione hanno perso i sardi; Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha detto che il mutuo contratto per i primi due anni non ha dato esito importante nella spesa. Questo mi preoccupa. Se è vero che non abbiamo opere infrastrutturali adeguate io credo che sarebbe opportuno spendere i denari che abbiamo, la spesa è necessaria per creare le strutture. L’emendamento 6 è stato bocciato (votanti 40, sì 12, no 28).

Si è quindi passati all’esame dell’emendamento soppressivo parziale n. 214. Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha messo in evidenza l’importanza della proposta che punta ad evitare un ulteriore indebitamento della Sardegna. «Non si capisce – ha detto – perché si voglia ricorrere ad altri mutui se la Regione non riesce a spendere i soldi».

Gianluigi Rubiu (Udc) ha annunciato il voto favorevole così come il collega Paolo Truzzu (FdI) che ha rilevato come il mancato tiraggio del mutuo sia derivato dall’assenza di un piano strategico per le opere di infrastrutturazione che ha determinato un rallentamento della spesa. «Siamo arrivati a un indebitamento di circa 1,2 miliardi di euro che si ripercuoterà sulle generazioni future».

Secondo Marco Tedde (Forza Italia) l’emendamento va a incidere sul “ravanello normativo” proposto dalla maggioranza. «Si cerca di mettere delle toppe al tessuto finanziario ma si rischia di peggiorare la situazione – ha affermato Tedde – occorre essere cauti perché ci sono norme in continuo divenire che impongono un aggiornamento. Si corre troppo per la voglia di fare bella figura. Fermiamoci un attimo a riflettere».

Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha rivolto un monito all’Aula sul corretto utilizzo delle risorse dei mutui. «Se analizziamo l’utilizzo dei denari delle Asl troviamo delle storture. Due tir di materiali mai utilizzati sono stati portati via dalle Asl. Quei soldi sono del popolo sardo. Se non si tamponano queste cose andrà via la metà del bilancio regionale».

Messo in votazione l’articolo 214 è stato respinto con 28 no e 13 sì.

Il presidente Ganau ha quindi dichiarato chiusa la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno questa mattina, alle 10.30.

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Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli del disegno di legge n. 382 sulle variazioni del bilancio per l’esercizio finanziario 2016 e del bilancio pluriennale 2016/2018 ai sensi dell’articolo 51 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il DL n. 382/A – Giunta regionale – Variazione del bilancio 2916 e del bilancio pluriennale 2026-2018. Per l’illustrazione del provvedimento il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza Franco Sabatini, del Pd.

Sabatini ha definito in apertura molto positiva la decisione dei capigruppo di discutere provvedimento questa mattina, «un provvedimento che ha natura certamente tecnica ma che contiene molti elementi sociali di grande utilità concreta per i cittadini della Sardegna». Rivolgo quindi un appello ad opposizione, ha concluso Sabatini, «per una sollecita approvazione della legge».

Per la minoranza, il relatore Paolo Truzzu (Fdi-An) ha affermato che «tecnicamente si sta gestendo un avanzo di circa 289 milioni ed una massa finanziaria di poco superiore a 300 ed occorre chiedersi da dove vengono queste risorse, forse dalla capacità del governo regionale di controllare spesa o forse dalla crescita dell’economia sarda ma la realtà è profondamente diversa». Questi soldi, ha spiegato Truzzu, «provengono dall’imputazione diversa di somme future assegnando al 2016 somme inserite nei bilanci 2017 e 2018, cioè se non li avessimo avuti si sarebbe determinato un buco nei conti della Regione». Quanto al loro utilizzo, Truzzu ha ricordato che «gran parte della somma, 130 milioni, sono causati da minori entrate e in effetti il rapporto Bankitalia sull’economia sarda dice la nostra piccola ripresa economica è evaporata fatta eccezione per piccoli numeri di turismo e servizi, mentre cala il numero degli occupati perché i giovani rinunciano a cercare lavoro». Inoltre, ha aggiunto il relatore di minoranza, «altri 120 vanno alla sanità, dato preoccupante in linea con una stima del fabbisogno 2016 attorno ai 400 milioni in più, a dimostrazione del fatto che il piano di rientro ha mancato le previsioni e non ha prodotto nulla; infine, gli ultimi 20/30 milioni sono destinati in parte al sociale e in parte ad alcune mancette per cose un po’ particolari». In sintesi, per Truzzu «emerge un quadro non confortante della situazione generale delle entrate in contraddizione con le rassicurazioni del governo regionale e infatti c’è molta differenza fra un accertato di 8 miliardi ed un riscosso che, a novembre, è di circa la metà». Ciò significa, ha concluso Truzzu, «che siamo di fronte ad un fallimento tecnico e anche politico, appesantito dai continui litigi della maggioranza».

Aprendo il dibattito, il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha richiamato un passaggio dei lavori in commissione sul Dl 382, «definito dalla Giunta regionale una variazione di bilancio ma in realtà si tratta di un assestamento, significa che sono saltati tutti gli indicatori della programmazione regionale da Def in poi e quindi, accanto alle questioni tecniche ci sono molte questioni politiche e molte norme intruse, scelte che esprimono al massimo livello l’indirizzo di governo della maggioranza». Intanto, ha sostenuto Locci, «c’è stata una colpevole sottovalutazione delle entrate della Regione, che calano per 130 milioni, altro che più 350 nel 2017, e non si può giustificare questo dato negativo con l’applicazione del principio del bilancio armonizzato». Sulla sanità, ha aggiunto il consigliere, «c’è una proiezione di 184 milioni di disavanzo nel 2016 e stanno emergendo i trucchi contabili di questo settore come in quello delle politiche sociali dove è ormai certo che non si possono utilizzare i fondi europei». Insomma, ha concluso Locci, «il quadro non consente valutazioni positive e il dato politico di fondo è che la vertenza entrate non si è affatto conclusa».

Sempre per Forza Italia, il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha sottolineato che «ancora una volta l’opposizione è qui in Aula nonostante la fretta della maggioranza, segno che noi facciamo per intero la nostra parte nell’interesse della comunità regionale». Affrontando il contenuto della manovra, Tocco ha affermato che «contiene aspetti molto critici che non consentono di dare risposte ai cittadini, soprattutto, nella sanità; stiamo anticipando al 2016 120 milioni previsti per il 2017 e questa è una cartina di tornasole del fatto che le strutture sanitarie sono sempre in una situazione drammatica, che è fallito il piano di rientro ed è peggiorata la qualità dei servizi». A questo punto, ha sintetizzato Tocco, «delle due l’una: o le entrate sono state sovra stimate o crescita dell’economia sarda è stata molto bassa; il problema è che la maggioranza sistema le sue cose e tampona qua e là ma la Sardegna ha sviluppo di sviluppo e crescita e soprattutto di immaginare una prospettiva per il futuro».

Ancora per Forza Italia, il vice capogruppo Marco Tedde ha detto di vedere la cornice del dibattito «molto grigia perché la maggioranza ha disatteso il patto stabilito con l’opposizione, che invece lo ha rispettati accettando la modifica del calendario dei lavori; forse avete problemi nuovi  ma dovevate pensarci prima perché ai sardi non interessano certe esigenze politiche di qualche partito». Tornando al dibattito, Tedde ha messo l’accento sul fatto che «la Giunta prosegue in un lavoro incessante di marketing politico con annunci, conferenze stampa e propaganda che impedisce di vedere le cose come sono dopo 36 mesi di governo del centro sinistra». Il dato politicamente più significativo, a giudizio di Tedde, «è che i problemi non sono affrontati, come dimostrato dalla situazione disastrosa dei trasporti (svuotamento ct2 e conseguente impoverimento di ct1, sostegno low cost, abbandono Ryanair dalla fine del 2015, incognite dopo la vendita delle quote aeroporto di Alghero dove si è registrata una perdita di 350.000 passeggeri e di centinaia di milioni) e della sanità la cui gestione fortemente politicizzata ha salvato le poltrone dei commissari senza ridurre le spese». Tutto questo, ha concluso, «lo dovranno pagare le famiglie e le imprese sarde». 

Mario Floris (Uds), rivolto al presidente Ganau, è tornato sulla seduta di ieri: «E’ successo un fatto increscioso – ha detto il decano dei consiglieri regionali – lei mi ha tolto la parola mentre intervenivo sull’ordine dei lavori e lo ha fatto in modo barbaro. Ciò è  intollerabile se fatto a danno di una persona mite che ha fatto della sacralità delle istituzioni la ragione della propria vita. Lei ha il dovere di tutelare le prerogative dei consiglieri. Se chiediamo il rispetto del Regolamento lo dobbiamo fare fino in fondo a partire dall’osservanza degli orari delle sedute. Lei non aveva il diritto di togliermi al parola, spieghi perché si è comportato in questo modo».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia), tornando sull’argomento in discussione, ha definito “anomala” la variazione di bilancio proposta dalla Giunta. «Credo che nel testo ci siano delle norme intruse – ha sostenuto Cherchi – questo aspetto deve essere approfondito per capire se abbiamo di fronte un testo congruo o se invece rischia di essere impugnato dal Governo e cassato dalla Corte Costituzionale».

L’esponente della minoranza ha poi criticato i contenuti del provvedimento, a partire dai debiti fuori bilancio: «Ci sono ancora molti dubbi, non è chiaro quali e quanti siano – ha rimarcato Cherchi – nel provvedimento mancano inoltre strumenti di programmazione e sono assenti gli investimenti. Siamo ormai a fine anno, credo che le risorse della Finanziaria dovranno essere riprogrammate».

Il consigliere azzurro si è poi soffermato sul tema del lavoro: «La Finanziaria non conteneva misure per favorire la ripresa dell’occupazione, soprattutto giovanile. Durante la discussione della manovra fui accusato dal presente della Commissione Bilancio che difese strenuamente la legge. Nei primi sei mesi del 2016 non è successo niente, anzi, l’occupazione è calata».

Cherchi, infine, ha ricordato alla Giunta la manifestazione di protesta dei sindaci sardi contro i vincoli di bilancio evidenziando il profondo malessere vissuto dagli amministratori locali: «Basta scaricare le responsabilità sul passato – ha concluso Cherchi – occorre pensare al futuro e dare speranze ai territori. La vertenza entrate è stata condotta in modo sbagliato. Occorre tirare fuori un cuore di sardità, indipendenza e specialità per andare uniti e compatti e ottenere il dovuto dallo Stato».

Stefano Tunis (Forza Italia), dopo aver lamentato l’assenza in aula del presidente Pigliaru, ha sottolineato la coerenza tra le idee proposte all’esterno dalla Giunta e l’utilizzo degli strumenti economici e finanziari: «Non ci si poteva aspettare altro da un presidente impegnato nella campagna referendaria. Pigliaru certifica l’inutilità della nostra specialità, interpreta il momento e prova a mandare in soffitta la nostra autonomia».

Secondo Tunis, la Giunta non prende in considerazione la situazione economica della Sardegna. «La nostra economia è intimamente legata alla qualità e quantità della spesa pubblica – ha detto il consigliere di minoranza – cresce se la spesa funziona bene. Nella programmazione c’erano poche politiche di sviluppo, ci saremmo aspettati che in fase di variazione di bilancio si ponesse mano a strumenti decisivi. Così non è stato, le politiche ininfluenti della Giunta si ripercuotono sul mondo del lavoro».

Tunis ha poi accusato la Giunta di subire le politiche nazionali: «Il Job Act non ha prodotto effetti positivi al Sud. La riforma del mercato del lavoro va contro il principio di sussidiarietà, ha attecchito solo nelle regioni che hanno un’economia forte. Noi dobbiamo essere protagonisti delle nostre scelte».

Il consigliere azzurro ha infine rivolto un invito all’esecutivo: «Occorre fare meglio da qui alla fine della legislatura. Raccogliete le disponibilità che arrivano dai banchi dell’opposizione – ha concluso Tunis – noi ci siamo, uscite dall’atteggiamento ottuso e condividete con l’Assemblea l’individuazione di politiche che possano dare lustro alla nostra economia».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha criticato l’impostazione del documento entrando nel dettaglio delle disposizioni: «Si stanziano oltre 90 milioni di euro per l’istituzione dell’elisoccorso, un progetto importante che passa allegramente tra le pieghe del documento senza una approfondita discussione – ha detto Crisponi – avremmo voluto capire come sono state distribuite le risorse per un’attività così importante per i territori. L’istituzione dell’Areus prevedeva di ubicare l’organizzazione del 118 nel centro Sardegna, questo non è avvenuto. Il nuorese sembra destinato a rimanere ai margini».

Il consigliere dei Riformatori ha poi criticato la decisione di stanziare i fondi per il servizio del 118 fino al 2024. «Si programma per nove anni mentre per il funzionamento della Biblioteca Satta di Nuoro si stanziano 358mila euro per una sola annualità. Si tratta di carità pelosa, di una mancia per una delle più prestigiose istituzioni culturali dell’Isola».

Il consigliere di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu (Misto) è ritornato sulla vertenza entrate per evidenziare che in altre Regioni a Statuto speciale sono stati “liberati” i cosiddetti accantonamenti («così è accaduto in Valle D’Aosta») mentre «l’atteggiamento remissivo della Giunta nei confronti del Governo fa sì che alla Sardegna manchino risorse per oltre un miliardo di euro».

L’esponente della minoranza ha quindi criticato la condotta del presidente della Regione in riferimento alla campagna referendaria («va in giro ad affermare che la riforma rafforza la specialità») e ha posto l’accento sull’aumento dei costi per le consulenze, e per la crescita dei dirigenti a fronte della riduzione dei dipendenti.

Paolo Truzzu ha contestato anche la proposta delle Giunta per la contrazione di un nuovo mutuo per far fronte al pregresso: «Perché si indebitano i sardi se davvero ci sono in cassa le risorse che la Giunta ha più volte annunciato come risultato della collaborazione con il governo?

Il consigliere Fd’I ha parlato di “autentico fallimento politico e tecnico” in riferimento alla programmazione regionale: non sono garantiti i tempi né sono stati centrati gli obiettivi. «Basta con lo storitelling che significa raccontare storie, basta dunque raccontare storie e si affrontino davvero i problemi della Sardegna».

La vice capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha sottolineato la scarsa presenza e la poca partecipazione in Aula nell’esame di provvedimento che ha definito “in ritardo, dovuto e anche mascherato”. «Mascherato – ha spiegato la consigliera – perché si attendeva una manovra di assestamento e invece arrivano variazioni di bilancio».

L’esponente della minoranza ha accusato l’assessore Paci di aver sottovalutato le conseguenze degli atteggiamenti politici verso il Governo e di aver commesso un grave errore con la sottoscrizione del patto sulle entrate. La consigliera Fi ha quindi criticato la scelta della contrazione di un mutuo ed ha denunciato che a fronte degli 8 miliardi di euro che la Regione avrebbe dovuto avere in cassa se ne contano solo 4 miliardi: «Noi, avevamo avvisato il presidente e l’assessore che serviva una particolare attenzione con la ragioneria generale dello Stato».

Una ulteriore sottolineatura critica ha riguardato la decisione del ritiro dei ricorsi pendenti sulla vertenza entrate («le Regioni che le hanno mantenuti in essere oggi hanno visto liberati gli accantonamenti») ed ha accusato la Giunta di voler realizzare un hub per i migranti al porto Canale di Cagliari invece di dare seguito all’istituzione del punto franco doganale.

«Pagate in ritardo l’ultima tranche del fondo unico ai Comuni – ha concluso Alessandra Zedda – non si spendono i fondi comunitari, non siete in grado di attenuare i disagi delle famiglie né di sostenere le imprese, la situazione dei trasporti e della sanità è drammatica, avete dunque fallito su tutti i fronti e non vi resta altra scelta se non quella di andare a casa».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha lamentato la scarsa partecipazione al dibattito dei consiglieri di maggioranza e la distorta rappresentazione dei fatti di quanto accade nell’Aula del Consiglio regionale.

«La variazione di bilancio che proponete – ha tuonato l’esponente della minoranza – nascondono significative marchette e presentano una serie di norme intruse che in quanto tali dovrebbero cassate dal testo».

Dedoni ha quindi criticato l’impegno del presidente della Regione nella campagna referendaria a sostegno del “Sì”: «Ormai il presidente della Giunta lo fa Paci mentre Pigliaru è sempre più assente dai fatti concreti del governo regionale».

Il consigliere dei Riformatori ha criticato anche le scelte inerenti la dislocazione dei servizi dell’elisoccorso («l’elisoccorso non copre le zone dove il sistema sanitario difetta e dove più difficili sono i collegamenti viari») ed ha concluso il suo intervento preannunciando altri interventi in sede di esame del provvedimento.

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha evidenziato i ritardi nella presentazione delle variazioni di bilancio («siamo fuori tempo massimo e siamo costretti a votare un provvedimento così complesso in breve tempo») ed ha accusato la Giunta di perseguire il tentativo di «mettere una serie di pezze e di marcare marchette».

L’esponente della minoranza ha quindi ricordato le dichiarazioni rese dall’assessore Paci e dal presidente Pigliaru in ordine all’accresciuta disponibilità di risorse finanziarie per effetto dei patti sottoscritti con il governo ed ha polemicamente domandato: «Dove sono i 600 milioni e tutte le altre risorse che avete strombazzato sulla stampa se oggi ravvisate la necessità di contrarre un nuovo mutuo per far fonte al pregresso in bilancio?».

Il consigliere dei Quattro Mori ha quindi riferito di aver ottenute dagli amministratori delle province l’esatto ammontare delle risorse sottratte dal governo tra il 2012 e il 2016 per Rca auto e imposta sulle trascrizioni. «Alla provincia di Sassari sono stati sottratti 108 milioni di euro, a quella di Nuoro 45 milioni, al Medio Campidano 26 milioni, 23 a Carbonia Iglesias, a Oristano 22 e a Cagliari 121 milioni, per un totale che supera i 348 milioni di euro in quattro anni».

Il consigliere Carta ha quindi polemicamente affermato che quanto stanziato nel Patto per Cagliari dal presidente del Consiglio dei ministri (168 milioni di euro) lo scorso 17 novembre è solo una piccola parte dei 348 milioni di euro che lo Stato ha sottratto alle province sarde («Quanto potrà durare questo l’inganno del governo italiano ai sardi?)»

«Rigettiamo questi inganni – ha concluso il capogruppo Psd’Az – e una maggioranza supina e succube di un governo ladro».

Il capo gruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha dichiarato che «con l’assestamento entriamo nel vivo dei problemi della Sardegna, sanità, trasporti, lavoro, che la maggioranza tratta in gravissimo ritardo e con una superficialità allarmante, scrivendo una brutta pagina della politica sarda». Rubiu ha poi espresso forte preoccupazione «per l’aumento crescente della disoccupazione che colpisce molti sardi ma soprattutto il 48% dei giovani», lamentando però che «tale preoccupazione non sembra toccare il governo regionale, tanto è vero che ha voluto chiudere i bilanci con un mutuo di 500 milioni in 40 anni e approvare la legge di stabilità a metà anno come nel 2016: una visione di Sardegna imbarazzante». Quanto alle cifre, ha aggiunto Rubiu, «i 130 milioni a copertura di minori entrate ed altri 130 per la sanità dimostrano che segno che non ci si rende conto di quanto accade fuori dal palazzo».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si è detto non sorpreso dal mancato intervento dei consiglieri di maggioranza a testimonianza di una situazione in cui «il compito lo detta la Giunta e la maggioranza esegue, salvo lamentarsi a posteriori ma inutilmente nei territori con una totale e supina acquiescenza, lo stesso conformismo mostrato da una parte della stampa in occasione della campagna elettorale referendaria con cui ministri e maggiorenti di partito impegnati a convincere i sardi ad accettare la sconfitta della loro autonomia». Ci saremmo aspettati anche un atteggiamento diverso dal presidente della Regione, ha protestato Pittalis, «che invece continua a stendere sempre tappeti rossi per essere deriso e umiliato, condotta inaccettabile tanto più perché è entrato a piedi uniti nella campagna elettorale». Soffermandosi sulle recenti analisi economiche relative alla Sardegna, il capogruppo di Forza Italia ha sostenuto che «di fronte ai dati economici del rapporto Crenos sulla disoccupazione e soprattutto su quella giovanile, con un Pil all’ultimo posto in Italia ed al 222° posto su 270 Regioni europee, bisogna chiedersi il perché e trovare immediatamente risposte». Forse, ha ipotizzato Pittalis, «è stato commesso un errore nel ritirare i ricorsi contro lo Stato e forse i patti che si stanno firmando in giro per la Sardegna sono solo virtuali e rimandano tutto ad un futuro lontano, per esempio a Nuoro la Giunta è venuta nel dicembre del 2014, poi a luglio del 2015 si è firmato il patto e proprio oggi le principali associazioni del territorio sono a colloquio per chiedere conto dei ritardi non col presidente ma col suo capo di gabinetto». E’quindi urgente, ad avviso del consigliere, «una operazione-verità che però non può essere quella di questa manovrina di bilancio che inganna ancora una volta la gente ed i territori».

Replicando a nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha riconosciuto di avere un compito “difficile” e pur annunciando di volersi attenere al merito della legge, ha ammesso il ritardo con cui è stato presentato il provvedimento. Un ritardo, ha spiegato, «dovuto all’ingresso della Regione nel sistema del bilancio armonizzato che ha comportato una rivoluzione copernicana delle procedure amministrative ed informatiche che sono totalmente cambiate, determinando a cascata lo slittamento di tutti gli atti collegati». All’interno di questi nuovi processi di programmazione, ha proseguito Paci, «sono emersi squilibri nel ciclo pluriennale rendendo quindi necessarie alcune a correzioni, allineando entrate e spese nei prossimi anni». Nel dettaglio, l’assessore ha evidenziato per il 2016 la somma di 93 milioni in più dovuti alla gestione positiva mutui e minore tiraggio del piano infrastrutture e circa 130 milioni di compensazione della riduzione delle entrate rispetto alle previsioni pari a meno del 2% su Irpef ed Irap attribuibile all’andamento negativo del ciclo economico pur in quadro complessivo di aumento delle entrare». Quanto alla sanità, ha chiarito Paci, «i 120 milioni spostati dal 2017 al 2016 derivano ad un disavanzo pregresso e non corrente, fermo restando che sulla sanità andiamo avanti nel piano di risanamento e nella riforma ma va ricordato che stiamo pagando spese importantissime come farmaci innovativi per almeno 50 milioni (ex epatite C) sulle quali abbiamo aperto un confronto con lo Stato». Riteniamo cioè, ha precisato l’assessore, «che lo Stato debba riconoscerci come diritto di cittadinanza ed è incredibile che Sardegna non sia inclusa nel fondo nazionale di 500 milioni per i farmaci innovativi». Il resto, ha detto Paci avviandosi alla conclusione, «va a copertura di una serie di emergenze, dalle politiche sociali al sistema idrico, della  gestione liquidatoria delle ex Zir alle ex province ai laboratori, alla biblioteca Satta di Nuoro». Sarebbe interessante, ha detto infine l’assessore della Programmazione, «affrontare compiutamente il tema delle entrate ma la partita degli accantonamenti non è chiusa; abbiamo già impugnato due norme dello Stato su questa materia e il confronto continua come sulla sanità perché se si modificano in senso aggiuntivo i Lea (livelli centrali di assistenza) devono essere riconosciuti anche alla Sardegna».

Il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la discussione generale e chiamato la votazione sul passaggio agli articoli.

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha posto una questione pregiudiziale chiedendo di rinviare il testo in Commissione per eliminare le norme intruse: «Occorre garantire gli equilibri di bilancio come previsto dalla legge – ha detto Locci – evitiamo nuove indicazioni di spesa non previste».

Contro l’ipotesi del rinvio in Commissione è intervenuto il presidente della Commissione Franco Sabatini: «il Dl della Giunta – ha detto – interviene  per garantire gli equilibri di bilancio».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha invece sostenuto la proposta di Locci: «La pregiudiziale è a garanzia di tutto il Consiglio, il testo in discussione è un assestamento e non una variazione di bilancio. Ci sono norme che devono essere escluse. Per questo è necessario un lavoro in Commissione per ripulire il testo».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione proposta di rinvio in Commissione che è stata respinta dal Consiglio.

Per dichiarazioni di voto sul passaggio agli articoli è quindi intervenuta la consigliera di Forza Italia Alessandra Zedda: «Paci ha spiegato tecnicamente le difficoltà del bilancio – ha detto Zedda – ma chi ci illustra la ragione politica delle vostre scelte? Chi ci dice perché avete previsto alcune poste e altre no?. In Consiglio si fa politica».

Ignazio Locci (Forza Italia) ha annunciato il suo voto contrario al passaggio agli articoli. «Non ci sono i presupposti giuridici per proseguire nell’esame della proposta. C’è una limitazione della sovranità consiliare, la programmazione economica e finanziaria deve essere riportata in Consiglio».

Marco Tedde (Forza Italia) ha parlato di dibattito malato: «Da parte del centrosinistra c’è un silenzio assoluto. Per la maggioranza tutto va bene anche se nel territorio si dice ben altro. Per questo abbiamo necessità di intervenire anche sulle virgole per analizzare tutti gli aspetti del provvedimento. Ciò che sorprende è l’assenza del presidente della Regione impegnato in una campagna referendaria molto dura. Pigliaru anziché stare in Aula va in giro per la Sardegna a braccetto di qualche ministro a promettere grandi risultati e a sponsorizzare il Sì. Non è il modo migliore di governare un’Isola che attraversa un momento molto difficile e non riesce ad agganciare la ripresa. Non c’è un’idea di Sardegna e non si sa cosa fare per uscire dalla crisi».

Voto contrario al passaggio agli articoli ha annunciato anche Oscar Cherchi (Forza Italia): «Voto no – ha detto Cherchi – perché nel provvedimento ci sono norme intruse e l’Aula snobba il ruolo dell’opposizione senza ascoltare rilievi e suggerimenti».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha detto di non aver nulla da dire sotto il profilo tecnico-burocratico, altro discorso invece dal punto di vista politico: «E’ un documento che non soddisfa l’opposizione ma avrebbe comunque meritato più attenzione da parte della maggioranza che invece ha scelto la linea del silenzio. E’ possibile che si muovano risorse pesantissime per la sanità e non si individui una misura a favore delle famiglie numerose? Non si capisce l’assenza di dibattito su questioni che toccano i gangli vitali delle famiglie, del lavoro e delle imprese».

Contro il passaggio agli articoli si è espresso anche Paolo Truzzu (FdI): «E’ vero che c’era in sospeso il giudizio della Corte dei Conti sulla parificazione del bilancio – ha detto – ma il documento poteva comunque essere messo a disposizione della Commissione, invece si arriva come al solito all’ultimo momento».
Sul 118, Truzzu ha fatto notare che altre regioni come Friuli, Lombardia e Lazio hanno approvato la variazione di bilancio a luglio.

Un’altra questione pregiudiziale è stata avanzata dal consigliere sardista Christian Solinas: «Nel documento manca la relazione del collegio sindacale sui debiti fuori bilancio – ha detto Solinas – non credo che la Regione abbia costituito un proprio collegio. Può essere votato un testo di legge senza la certificazione del collegio sindacale? Pare inoltre che esistano le certificazioni degli enti che hanno contratto i debiti ma non sono presenti negli allegati».

Stessa valutazione da parte del capogruppo del Psd’Az Angelo Carta: «Solinas ha evidenziato uno dei vulnus del provvedimento sul quale sarebbe necessario un pronunciamento degli Uffici – ha affermato Carta – Paci ha spiegato i motivi del ritardo omettendo il più importante: anche in questa variazione di bilancio c’è stato un assalto alla diligenza. L’assessore ha cercato di spiegare che non c’erano risorse disponibili. Per questo il documento è arrivato in ritardo».

Giovanni Satta (Uds), pur apprezzando le dichiarazioni di Paci, ha segnalato il cattivo funzionamento del Consiglio e delle commissioni: «E’ da due mesi che il Consiglio non lavora per problemi interni alla maggioranza – ha detto Satta – in Aula si chiede ai consiglieri del centrosinistra di non intervenire. Succede la stessa cosa che si è verificata nella discussione della riforma sanitaria. Il consigliere viene messo in condizioni di non discutere».

Edoardo Tocco (Forza Italia)  ha parlato di disinteresse da parte della Giunta e della maggioranza. «Si stanno canalizzando decine di milioni di euro per la sanità ma ciò che manca è un programma».

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha definito “irritante”  l’atteggiamento della tenuto dalla maggioranza in sede di dibattito in Aula ed ha illustrato i dati che, a suo giudizio, dimostrano la scarsa efficacia dell’azione della Giunta soprattutto in riferimento ai temi e alle questioni attinenti la Sanità.

Anche il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, ha dichiarato voto contrario e ha ringraziato l’assessore Paci «per aver ammesso responsabilità sul ritardo nella presentazione della variazione di bilancio.

Il consigliere dell’Uds, Mario Floris (Misto) ha annunciato voto contrari ed ha svolto alcune considerazioni critiche “sull’illusione del presidenzialismo” e sui rischi per l’Autonomia speciale sarda («siamo gli uni contro gli altri e abbiamo una legge elettorale schifezza che ci dà un presidente eletto dal popolo senza progetto politico e che opera in una struttura che è la stessa di quando il presidente lo eleggeva il Consiglio»).

Il consigliere Udc, Giuseppe Pinna ha annunciato voto contrario e rimarcato i ritardi nella presentazione della variazione di bilancio («ma l’assessore Paci non è l’unico colpevole»), seguito dal capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, che ha fatto proprie alcune considerazione dei suoi colleghi Mario Floris (Uds) e Christian Solinas (Psd’Az). Ha annunciato voto contrario anche il consigliere Fi, Alberto Randazzo che ha colto l’occasione anche per lamentare il ritardo con il quale la Giunta e le commissioni procedono nelle informazioni ai consiglieri.

Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha ribadito il voto negativo dei gruppi dell’opposizione ed ha denunciato alcune incongruenze tra il provvedimento in discussione e le norme approvate in materia di semplificazione. Pittalis ha quindi rivolto la richiesta al presidente del Consiglio, perché ai sensi dell’articolo 78 del regolamento interno, siano concessi ulteriori minuti a disposizione dei consiglieri per gli interventi sull’articolo 1 del Dl 382 vista la complessità della formulazione del testo che conta ben 43 commi di legge.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, è intervenuto per spiegare le ragioni per le quali le forze della maggioranza non hanno svolto interventi in sede di dibattito in Aula: «Non è una mancanza di rispetto verso il Consiglio ma soltanto una scelta dettata dalla necessità di procedere con l’approvazione del testo nei tempi più rapidi possibile»

Il consigliere dei democratici ha quindi spiegato come nel testo di legge siano contenuti provvedimenti a sostegno delle categorie più svantaggiate e più deboli della società e tipiche dell’assistenza sociale.

«Rivolgo dunque l’appello – ha concluso Pietro Cocco – perché ci sia un’accelerazione nell’approvazione del provvedimento».

Posto in votazione l’Aula ha dato il via libera all’esame degli articoli e il presidente del Consiglio ha dichiarato di accogliere la richiesta formulata dal capogruppo Fi, Pietro Pittalis, perché ai sensi dell’articolo 78 del regolamento interno, sia esteso a 10 minuti il tempo entro il quale svolgere gli interventi sull’articolo 1 del Dl 382.

Il presidente Ganau ha quindi dichiarati conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione della Terza commissione alle 15 e 15 e dell’Aula alle 16 e 15.

Consiglio regionale A1

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Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità le disposizioni per la prosecuzione delle attività previste dalla convenzione relativa alla gestione del progetto “Parco Geominerario”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n.382/A – Giunta regionale – Variazione del bilancio 2916 e del bilancio pluriennale 2026-2018.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto di sottoporre all’Aula la proposta di invertire l’ordine del giorno esaminando prioritariamente la PL n. 384 che riguarda i lavoratori del Parco Geominerario.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si è espresso in modo favorevole, sottolineando che si tratta di un provvedimento «urgente e prioritario che riguarda i lavoratori già rimandato più volte».

Il Consiglio ha approvato la proposta di inversione dell’ordine del giorno e, di conseguenza, sarà esaminata, come primo punto, la PL n. 384/A – Pietro Cocco e più – Disposizioni per la prosecuzione delle attività previste dalla convenzione relativa alla gestione del progetto denominato “Parco Geominerario” e modifiche alla legge regionale 6/2016 (Legge di stabilità 2016). Il presidente Ganau ha però precisato che non è ancora pronto il testo nella sua stesura definitiva e ha quindi sospeso la seduta.

Alla ripresa dei lavori il provvedimento è stato illustrato dal relatore Pietro Cocco, capogruppo del Pd. Cocco ha riassunto le tappe più recenti della vicenda del Parco Geominerario che risale al 2011, soffermandosi poi sulla proposta in esame che, in due articoli, «chiarisce in primo luogo la norma per quanto riguarda i destinatari includendo oltre ai lavoratori socialmente utili anche quelli svantaggiati in base alla normativa nazionale e regionale, con particolare riferimento a quelli provenienti dalle crisi Rockwoll e Italcementi; l’altro articolo prevede la proroga della convenzione per un anno e comunque per il tempo necessario a predisporre un bando pubblico internazionale il cui schema è stato approvato dalla Giunta venerdì scorso». Si tratta di un provvedimento di grande interesse pubblico, ha aggiunto Cocco, «che fra l’altro riguarda ben 87 Comuni di tutte le aree della Sardegna».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha sottolineato che ۚ«si tratta di una partita di grande importanza per la Regione e in particolare per alcune zone della nostra Regione di grandissimo prestigio, perché la valorizzazione dei siti del Parco geominerario sono un patrimonio importante, così come è significativo dare un segnale preciso ai lavoratori, necessario perché nel frattempo la materia aveva subito molti cambiamenti». Ambiente, miniere, cultura e identità, ha aggiunto la Zedda, «sono parti di un sistema di valorizzazione del territorio che non riguarda solo le bonifiche ma anche molti altri progetti che devono avere continuità, per cui è auspicabile che nel corso di quest’anno si lavori per un bando ben fatto».

Sempre per Forza Italia, il consigliere Ignazio Locci ha messo l’accento sul fatto che il provvedimento non contiene «solo una modifica finalizzata alla solita proroga, ma cambia radicalmente l’impostazione politica e noi siamo favorevoli, perché si passa da un impiego delle risorse ripartite per cantieri ad un programma articolato che prevede l’impiego dei lavoratori per la realizzazione di progetti». C’è un cambio di visione positivo, secondo Locci, «anche se non va dimenticato che restano i ritardi complessivi sulle politiche attive del lavoro ed è evidente che i tempi della politica non coincidono con le esigenze reali dei lavoratori; con questo provvedimento insomma si rimettono in gioco 500 lavoratori ma soprattutto si sottolinea la continuità di un progetto legato all’occupazione ed al lavoro vero».

Ancora per Forza Italia il consigliere Stefano Tunis ha parlato del Parco Geominerario come «uno dei progetti che hanno caratterizzato maggiormente le politiche della Regione, certamente con le sue ombre ma comunque con un percorso che in dieci anni ha dato consentito a centinaia di lavoratori di avere un impiego stabile diverso dall’inquadramento nella pubblica amministrazione e questo è un grande risultato». Un risultato, ha precisato Tunis, «che riconosce la centralità delle risorse umane come contesto in cui trovare nuove quadrature politiche e amministrative, partendo dai risultati non solo del progetto Geoparco ma anche dei territori, degli Enti locali e di percorsi formativi e lavorativi fondati proprio sul capitale umano».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, tornando per un attimo alle origini della lunga vicenda, ha ricordato «la prima gara di molti anni fa che vide coinvolti alcuni ministeri con un progetto che impegno due imprese riunite in una associazione temporanea». Ci furono contrasti anche molto forti e manifestazioni di lotta dei lavoratori, ha continuato Oppi nella sua ricostruzione, «soprattutto per le difficoltà dell’Ati di operare nel sistema-Parco con l’Igea che non consentiva l’accesso ai siti ed impediva quindi di predisporre buoni progetti, peraltro di competenza dei ministeri interessati, spingendo la Regione a ripetuti interventi per risolvere i conflitti». Dopo questo periodo difficile, ha detto ancora Oppi, «il progetto è definitivamente decollato ed ai lavoratori Lsu si sono aggiunti nel tempo anche quelli ex Rockwool; tutti hanno fatto lavori eccellenti sul territorio, a Buggerru e in tante realtà; ora la Regione deve farsi carico delle nuova gara internazionale con un programma ben strutturato, superando una stagione dove si è ripetutamente rischiato di mandare per strada queste persone a causa della conflittualità fra Ati ed assessorato al Lavoro».

Oscar Cherchi (Forza Italia) dopo aver sottolineato l’importanza del progetto del Parco Geominerario ha criticato il metodo utilizzato: «Oggi si arriva a una proroga perché nella legge di stabilità non si è scritto in modo chiaro quale sarebbe stato il futuro del Parco Geominerario – ha detto Cherchi – il bando internazionale si poteva fare sei mesi fa invece si è atteso e si è messa paura ai lavoratori».

Il consigliere azzurro ha poi ricordato che il progetto del Parco metteva al centro il capitale umano: «Un progetto che prevedeva addirittura l’aumento delle figure professionali per la valorizzazione di un sistema archeologico che è a fondamento della nostra cultura – ha affermato Cherchi – ora c’è la necessità di dare certezze non solo ai lavoratori che chiedono di essere stabilizzati ma anche a  chi spera di entrare a far parte del progetto».

Edoardo Tocco (Forza Italia) dopo aver rivolto un plauso alla maggioranza per aver presentato la proposta di legge ha rivendicato il ruolo costruttivo della minoranza: «Quando si tratta di lavorare per il benessere sociale l’opposizione è sempre pronta – ha detto Tocco – questa norma dà una risposta definitiva ai lavoratori del Parco Geominerario ed elimina malumori che andavano avanti da tempo».

Secondo l’esponente della minoranza, il Consiglio con la norma in discussione dà un segnale positivo all’esterno. «Quando si lavora insieme si riesce a ottenere risultati importanti – ha sottolineato Tocco – oggi diamo una risposta a oltre 500 lavoratori. Questo però non basta, il Consiglio è pronto a fare la sua parte, la speranza è che si portino avanti altri progetti».

Secondo il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta i complimenti sentiti in aula devono essere rivolti a tutte le maggioranze che negli ultimi anni si sono succedute alla guida della Regione. «Il progetto del Parco Geominerario ha sempre avuto la condivisione di tutti per la valenza che assume nel territorio – ha rimarcato Carta – oggi si dà una sicurezza e una tranquillità per proseguire un’esperienza che mira alla valorizzazione di aree di pregio e al recupero di quelle degradate. L’obiettivo non è solo dare un reddito a chi lo ha perso ma creare altri posti di lavoro stabili. Questo lo si può fare con la valorizzazione dei nostri beni ambientali, culturali e archeologici».

Fuori dal coro, invece, l’intervento del capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni che ha espresso forti perplessità per i toni “trionfalistici” utilizzati da maggioranza e opposizione. «Finora si è proceduto con rinnovi annuali della convenzione, non si dice, però, che esiste un contenzioso con la società pugliese – ha detto Dedoni – siamo convinti di dare tranquillità agli operai? Siamo sicuri che Giunta e maggioranza abbiano fatto fino in fondo il loro dovere anche sul fronte della richiesta dei cofinanziamenti allo Stato? La Regione finora ha coperto i costi. La Giunta non ha trovato una soluzione adeguata per ciò che dice lo Statuto del Parco Geominerario. Non si è voluta garantire la giusta partecipazione ai comuni. La programmazione deve interessare tutta la Sardegna e non solo il Sulcis-Iglesiente».

Secondo Dedoni, per l’attuazione del progetto del Parco non sono stati fatti tutti i passi necessari. «La Regione continua a mettere i danari per evitare di mandare a casa i lavoratori ma non vengono chiariti tutti gli aspetti del progetto, c’è la paura che a qualcuno venga sottratto un punto di interesse. E’ un modo di operare inqualificabile, non si può continuare così, non è dignitoso per quest’aula. Vanno riscontrate le incongruenze senza attendere l’intervento della magistratura. Il bando internazionale deve essere chiaro e deve dare certezze definitive per il futuro degli operai che non devono lavorare a scadenza. Occorre dire basta al regime di prorogatio che va avanti dal 2001».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha chiesto di aggiungere alla proposta di legge le firme di tutti i capigruppo. «Per primi abbiamo proposto la procedura d’urgenza per l’approvazione del provvedimento offrendo il nostro contributo per arrivare a una soluzione positiva – ha detto Rubiu – lascerei però in frigo la bottiglia di spumante».

Secondo Rubiu, il ricorso alla proroga evita una scenario pericoloso ma non risolve il problema alla radice. «Ati Ifras ha svolto un ruolo importante per gli 87 comuni della Sardegna, ha contribuito a dare decoro al territorio ma non ha raggiunto gli obiettivi originari: la salvaguardia e il ripristino ambientale dei siti con la conseguente valorizzazione del loro patrimonio culturale e archeologico. Questi potevano diventare per l’Isola una fonte di sviluppo e occupazione, così non è stato».

Il capogruppo dell’Udc ha invocato, infine, la stabilizzazione dei 525 lavoratori del Geoparco: «La proroga non è un modello che ci interessa, serve per risolvere l’emergenza. Il bando internazionale darà una possibilità per altri tre anni ma alla fine si riproporrà lo stesso problema. Serve dunque una soluzione a lungo termine che garantisca i posti di lavoro e ponga le basi per la valorizzazione ambientale e culturale dei nostri siti».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, rispondendo alla richieste del collega Rubiu, ha dato il suo assenso alla richiesta di aggiungere le firme di tutti i capigruppo alla proposta di legge. «Questo darà più forma alla proposta – ha detto Cocco – noi andiamo avanti con le convenzioni dal 2001, è evidente che si tratta di una soluzione temporanea in attesa di predisporre un bando di gara. Occorre una soluzione definitiva che rispetti il progetto, garantisca le bonifiche e la valorizzazione dei territori. C’è un lavoro immane da fare».

Il capogruppo del Pd ha poi ricordato che l’accordo originario per il Geoparco prevedeva un finanziamento statale di 1600 miliardi di lire per le bonifiche. «Solo una parte è stata spesa, lo Stato non ha poi trasferito le risorse – ha concluso Cocco – serve una battaglia per sbloccare queste risorse e renderle disponibili ai comuni. Ora però occorre concentrarsi sul fatto che i lavoratori devono mantenere l’occupazione e che i servizi devono essere garantiti. Questo si può fare solo con la proroga».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis (Fi) si è detto favorevole al provvedimento ed ha ricordato che è un’ iniziativa del Consiglio regionale: «Siamo disponibili ad aggiungere le firme alla proposta di legge ma deve essere chiaro che si tratta di un provvedimento tampone che scongiura il licenziamento di oltre 500 lavoratori e certifica il fallimento delle politiche attive del lavoro da parte della Giunta regionale».

«La Giunta – ha affermato il capogruppo della minoranza – chiede la proroga di un anno per evitare un epilogo negativo per i lavoratori del parco Geominerario e dell’Ati-Ifras e  la situazione fotografa lo stato del lavoro in Sardegna dove aumenta la disoccupazione e si riducono i consumi». Pittalis ha proseguito con le critiche alla Giunta e ha definito autentiche bufale “i patti” sottoscritti di recente con il Governo.

«Basta con gli inganni ai sardi – ha tuonato l’esponente Fi – e basta alimentare false aspettative nei territori sul lavoro e l’occupazione».

Pietro Pittalis ha quindi insistito sul ritardo con il quale la Giunta procede con il bando internazionale ed ha dichiarato il voto favore: «Ma questo voto equivale ad una dichiarazione di sfiducia all’operato della Giunta regionale».

L’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha precisato di intervenire in veste di vice presidente dell’esecutivo regionale per sottolineare “l’importanza che la Giunta attribuisce al provvedimento in discussione, il cui obiettivo è quello di tutelare l’interesse primario dei lavoratori e salvaguardare il servizio pubblico che questi lavoratori stanno garantendo”.

L’assessore ha quindi evidenziato che la proroga che il Consiglio si accinge a votare “è concessa in presenza di una riscrittura dell’intervento operativo e nell’imminenza del bando europeo”. «Il nostro progetto – ha spiegato Paci – mette al centro l’interesse dei lavoratori e l’interesse pubblico che non è quello di garantire profitto a chi tanti anni fa ha vinto una gara d’appalto e se l’è vista prorogare di volta in volta con un profitto del 15% sul costo del lavoro».

«Oggi – ha proseguito il vicepresidente della Regione – diamo la proroga sapendo che il quadro è cambiato grazie al lavoro serio di questa giunta e di questa maggioranza».

L’assessore ha concluso l’intervento ribadendo il favore della Giunta alla Pl. 384 e replicando alle critiche arrivate da alcuni esponenti della minoranza ha ricordato i principali interventi posti in essere dalla Giunta per il lavoro e lo sviluppo.

Il capogruppo di Fi, Pittalis ha quindi chiesto la possibilità di conoscere i nuovi progetti approvati sul Parco Geominerario e l’assessore Paci ha assicurato che è in corso la trasmissione dei documenti al Consiglio regionale.

In sede di dichiarazione di voto il capogruppo dei Riformatori, Dedoni, ha sottolineato che “non vi è traccia di nuovi progetti e nuovi piani operativi e che dunque la proroga è votata senza novità rispetto al passato”.

Marco Tedde (Fi) ha annunciato  voto favorevole nonostante alcune considerazioni critiche: siamo in ritardo e qualcuno è responsabile del ritardo con il quale si procede.

«La Giunta dedica troppo tempo all’autopromozione – ha concluso Tedde – e poco alla ricerca delle soluzioni concrete per risolvere i problemi».

Ignazio Locci (Fi) ha affermato: «Faccio un plauso all’assessore Paci e la Giunta per aver cambiato posizione affermando come prioritario l’interesse di tutti i lavoratori del Parco Geominerario. Voto a favore».

Annmaria Busia (Cd, Misto) ha dichiarato voto a favore ma “con vergogna”. «Voto a favorevole  solo per i lavoratori perché la politica dal 2001 è responsabile di una situazione disperata che abbiamo ereditato, basta a ricordare che nel 2001 non si è svolte alcuna gara ma i servizi sono stati affidati con affidamento diretto all’Ati-Ifras».

Giorgio Oppi (Udc) ha dichiarato voto a favore: «Preciso che dal 2004 al 2009 governava il centrosinistra e in Giunta sedeva anche l’attuale presidente dell’esecutivo, annuncio, dunque, una richiesta di accesso agli atti sull’argomento».

Piero Comandini (Pd) ha annunciato voto a favore: «Ricordo però che il Parco Geominerario rappresenta una delle più grandi incompiute della Regione». (A.M.)

Il consigliere Alberto Randazzo si è detto a favore «ma allibito perché è mancata trasparenza soprattutto sui rapporti fra i lavoratori e Giunta regionale; ha rispetto per i 500 lavoratori che stanno tutti i giorni nei cantieri ma sarebbe stato meglio sopprimere dal testo le parole “in attesa” perché così si alimenta ulteriore incertezza». Il Consiglio, ha concluso, «ha diritto di conoscere tutti i documenti che riguardano il progetto del Parco Geominerario».

Il consigliere del Pd Luigi Ruggeri ha precisato di essere a favore «ma senza grande entusiasmo, perché da una parte va dato il giusto peso alle innovazioni introdotte dalla Giunta senza peraltro dimenticare i problemi di un affidamento senza controlli sulle attività svolta anche se in questa situazione non si poteva fare diversamente: però dall’altra restano alcuni elementi di amarezza perché si sta continuando ad assicurare stabilità lavorativa a persone che provengono da grandi crisi industriali, a differenza di quanto accade nei contesti di piccole e piccolissime imprese di cui quali nessuno si fa carico».

Il consigliere del gruppo Misto Mario Floris ha messo in evidenza in apertura che in realtà «l’affidamento di cui si parla è stato deciso a suo tempo non dalla Regione ma dai ministeri competenti». Ricordando poi la sua intenzione di intervenire sull’ordine dei lavori e riferendosi al dibattito sulla riforma costituzionale, Floris ha sostenuto che «quanto accaduto recentemente presenta molte anomalie, in ordine ad una riforma costituzionale che ci dà la dimensione dei pericoli che corriamo; rispetto a questo non possiamo restare indifferenti e, soprattutto, non possiamo restare indifferenti rispetto ad un Governo che entra a gamba tesa nella competizione referendaria, cosa mai accaduta nel passato, per sferrare un attacco fortissimo contro l’autonomia regionale».

Il presidente Ganau ha osservato che alcuni temi sollevati dal consigliere Floris non sono attinenti al dibattito ed al passaggio consiliare delle dichiarazioni di voto.

Il consigliere di Forza Italia Oscar Cherchi, dopo aver premesso che «sarebbe stato giusto lasciare la parola al presidente Floris perché si può intervenire anche durante le dichiarazioni di voto, ha detto che «qualcuno tenta di difendere l’intervento della Giunta ma non si può dimenticare che sono passati tre anni trascorsi i quali non si può parlare di un grande progetto e non si può prendere in giro il Consiglio regionale, basta con i richiami strumentali al passato perché a metà legislatura non reggono più, che la maggioranza si metta d’accordo con se stessa».

Il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis si è dichiarato favorevole alla legge «ma questo voto non si può far passare nè come giudizio storico nè come valutazione su quanto proporrà la Giunta regionale; il senso del voto è piuttosto quello di dare ai lavoratori la garanzia che, in attesa della definizione del progetto ci sarà la continuità lavorativa; è vero che ci sono problemi non sono attribuibili al Consiglio su responsabilità e controlli, ma il Consiglio deve legiferare tenendo presente l’interesse pubblico».

Il capogruppo di Foza Italia Pietro Pittalis, in premessa, ha lamentato la sottovalutazione dell’intervento del consigliere Floris che stava per formulare una proposta sull’ordine dei lavori «perché qualcuno sta confezionando msu specialità ed autonomia della Sardegna anche con le recenti visite della signora ministro (perché non ci sto a storpiare la lingua italiana), tentando di mettere la sordina al dibattito sull’autonomia sarda in presenza di una riforma costituzionale». Sul provvedimento, secondo Pittalis, «è sbagliato sovrapporre ruoli politici ad altri perché qualcuno ha conflitti di interesse e lucra sulle spalle dei lavoratori e spero di avere l’occasione di approfondire queste questioni con una operazione verità; l’assessore Paci, poi, parla di piano ma il piano non c’è».

Il consigliere Angelo Carta, sardista, ha ricordato che «l’assessore Mura venne in conferenza dei capigruppo a proporre il ricorso all’art. 102 ed alla procedura d’urgenza per istituire una commissione di analisi sulle procedure seguite perché in assessorato non c’è nessuno disposto a farlo, in modo da consentire al dirigente di firmare il provvedimento; questo accadde in estate, segno che la pratica era rimasta molto indietro».

Christian Solinas, anch’egli sardista, ha affermato che «la volontà politica è comune ma questa non è la soluzione, perché l’amministrazione proroga decine di convenzioni in attesa delle gare, mentre qui si sta prorogando con l’ombrello del Consiglio regionale pur non essendo una sua competenza e l’operazione è di natura diversa e copre, fra l’altro, chi è fuggito di fronte alle sue responsabilità».

Subito dopo il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli della legge e, successivamente i primi 3 articoli che la compongono all’unanimità, con 54 voti.

Sull’art. 3/bis il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha sollecitato chiarimenti sulle coperture finanziarie, sia del 2016 (che sarebbe solo parziale) che per gli anni successivi.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha precisato che, per il 2016 le coperture sono da completare, per circa 8 milioni, mentre quelle per gli altri anni dovranno essere analizzate alla luce del nuovo bando. Subito dopo il Consiglio ha approvato anche l’art.3/bis.

Prima del voto finale, prendendo la parola per dichiarazione di voto, il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha ribadito il parere favorevole del gruppo, osservando però, anche sulla base di quanto affermato dal consigliere Christian Solinas, che «ci sono elementi che potrebbero determinare l’impugnazione da parte del governo perché la proroga di una gara è un atto amministrativo che rientra nella sfera gestionale e non in quella legislativa; il Consiglio, quindi, sta esercitando un ruolo di supplenza nei confronti della Giunta troppo attenta al marketing e all’autopromozione ma qui sono in gioco questioni diverse cioè, nello specifico, fare atti amministrativi nei tempi stabiliti, questo modo di procedere è uno schiaffo all’ordinamento regionale e prima o poi dovremo riflettere su questa maniera sbagliata di legiferare».

L’altro vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda si è detta dispiaciuta dall’andamento del dibattito «perché dalla minoranza sono arrivati segnali di distensione ma non al punto di dimenticare che questa partita è aperta da tre anni; per carità, sappiamo che è una partita complessa nella legittimità e che occorre salvaguardare i posti di lavoro mettendo in campo un nuovo progetto, ma è inutile negare che ci sono state incomprensioni fra la Giunta e la maggioranza; lo dimostra anche l’intervento dell’assessore Paci al posto dell’assessore Mura, competente per materia».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione la legge che il Consiglio ha approvato con 54 voti favorevoli. Subito dopo ha tolto la seduta.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il testo finale della legge che è stata approvato all’unanimità (52 voti favorevoli su 52 votanti).

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giuramento-marras 

Il neo consigliere regionale Alfonso Marras (Udc), subentrato a Gianni Tatti, decaduto dal 31 ottobre 2016 per effetto di una decisione giudiziaria. ha giurato nell’Aula di via Roma, a norma dell’articolo 23 dello Statuto speciale.

L’Aula è poi passata all’esame del Regolamento sul Registro regionale dei tumori. Il regolamento è stato illustrato dall’on. Raimondo Perra, presidente della commissione Sanità, secondo cui «non si può prescindere, per la prevenzione, della valutazione dell’incidenza e della tipologia dei tumori. Il registro è un archivio volto a raccogliere, per finalità di studio e di ricerca, tutti i dati relativi ai tumori nel rispetto delle norme sulla tutela delle persone».

Il relatore ha riferito che «lo schema di regolamento della Giunta, trasmesso al garante per la protezione dei dati personali, è stato poi esaminato in commissione Sanità che ha sostanzialmente condiviso il testo del proponente».

Per la discussione generale è intervenuto l’on.Emilio Usula (Rossomori), che ha detto: «Il registro è uno strumento indispensabile di conoscenza, di cui si potranno avvalere gli operatori sanitari ma ancora prima i decisori politici in ordine a tutte le scelte che possono avere conseguenze sulla salute, come le decisioni in materia di ambiente e di industria. Sarà un ottimo strumento di guida: a oggi esistono in Sardegna soltanto il registro di Sassari e quello di Nuoro, con una copertura pari al 43 per cento della popolazione regionale».

Per l’on. Luca Pizzuto (Sel) «oggi c’è da essere orgogliosi perché il Registro è un grande strumento di crescita della nostra isola. Con questa legge stiamo realmente facendo qualcosa di concreto verso di chi oggi vive problemi di salute ed è questo un modo per testimoniare a queste persone la nostra concreta vicinanza».

La Giunta ha espresso un parere favorevole con l’assessore Luigi Arru, che ha detto: «Il garante della privacy Antonello Soro ha detto con orgoglio che la Sardegna è la prima regione ad adottare il registro nel rispetto delle norme sulla tutela dei dati personali. E’ un motivo in più di orgoglio questo nostro regolamento che ha regole chiare, anche organizzative, e che terrà conto delle positive esperienze di Sassari e poi di Nuoro». L’assessore ha aggiunto: «Potremo finalmente monitorare i dati delle cartelle cliniche e incrociarli per studiare i fenomeni epidemiologici. I dati saranno raccolti su base aziendale».

L’Aula ha approvato gli articoli 1, 2, 3, 4. L’on. Lorenzo Cozzolino (Pd) ha presentato un emendamento e ha ricordato che «anche Cagliari ha inviato all’Osservatorio epidemiologico i suoi dati. Tutti i dati dovrebbero essere inviati a Sassari e poi da Sassari a Cagliari. Vorrei capire perché il coordinamento regionale del registro tumori non è all’Ospedale Oncologico di Cagliari. Dite con chiarezza se il coordinamento sarà a Cagliari o a Sassari».

L’assessore Arru ha detto in replica: «L’Oncologico di Cagliari sarà il punto di riferimento della rete oncologica sarda ma non possiamo non tenere conto che negli ’90 la Asl 1 di Sassari ha iniziato a occuparsi per prima del problema. La funzione di coordinamento sarà a Sassari ma non ci saranno problemi di dislocazione fisica perché l’informatica mette a disposizione i dati in tempo reale. Non verrà meno il ruolo dell’area sociosanitaria di Cagliari, con il suo 57 per cento della demografia e della casistica dei tumori sardi».

L’on. Lorenzo Cozzolino ha ritirato l’emendamento e l’articolo è stato approvato.

Così anche l’articolo 5 e poi il 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15 e l’allegato A. Il Regolamento che istituisce il Registro dei tumori è stato approvato in via definitiva.

L’Aula è quindi passata all’esame della mozione n. 267 presentata da tutti i capigruppo sulla paventata chiusura degli uffici postali nelle zone più disagiate della Sardegna a seguito del nuovo piano di privatizzazione e riassetto di Poste Italiane Spa.

Il primo firmatario, Daniele Cocco (Sel) ha illustrato il documento scaturito da un incontro con i sindacati in occasione della manifestazione di protesta tenuta nei giorni scorsi a Cagliari dai dipendenti di Poste Italiane. «Si va verso la privatizzazione della società con la cessione di un ulteriore 30% del pacchetto azionario – ha ricordato Cocco – la procedura potrebbe avere effetti devastanti per la Sardegna con decine di posti di lavoro a rischio e la probabile chiusura di molti uffici postali nei piccoli paesi dell’Isola».

Il documento impegna la Giunta a intervenire con urgenza nei confronti del Governo: «La maggioranza ha sottoscritto un progetto per il rilancio delle zone interne, la Giunta ha presentato un Master Plan per i comuni minori – ha affermato Cocco – le Poste in alcuni centri hanno la stessa importanza degli uffici comunali e delle stazioni dei carabinieri. La procedura di privatizzazione non deve andare avanti, porterebbe ulteriori criticità alla Sardegna, siamo certi che il Presidente Pigliaru interverrà perché venga scongiurato questo rischio».

Antonio Solinas (Pd) ha ricordato che da tempo di sparla di adottare misure finalizzate a bloccare, o almeno attenuare, il fenomeno dello spopolamento delle zone interne. «Giunta e maggioranza, ma credo anche l’opposizione, vogliono dedicare la seconda parte della legislatura al problema dello spopolamento dei piccoli comuni – ha detto Solinas – credo che sia importante che il Consiglio nella sua interezza chieda al Governo nazionale, vista la particolarità orografica della Sardegna, di evitare i tagli ipotizzati da Poste Italiane». Secondo Solinas, gli sforzi della Regione a favore dei piccoli comuni rischiano dei essere vanificati dalla cancellazione di servizi importanti per i cittadini. «La scorsa settimana ad Aritzo abbiamo discusso di zone interne – ha detto il consigliere di maggioranza – il sindaco di quel paese ci ha ricordato che è inutile parlare di lotta allo spopolamento se poi vengono a mancare servizi come la scuola e i trasporti. Sono convinto che i giovani possano continuare a vivere nei piccoli comuni ma servono servizi essenziali per garantire a tutti un vivere dignitoso, tra questi servizi ci sono quelli svolti da Poste Italiane». Solinas ha quindi concluso il suo intervento chiedendo che eventuali provvedimenti di razionalizzazione vengano preventivamente discussi e concordati con la Giunta regionale.

Anche per Gigi Ruggeri (Pd) questa vicenda non può trovare la Sardegna come spettatore passivo. «Non va trascurato che siamo di fronte alla più importante azienda in Sardegna in termini di capitale umano e di presenza nei piccoli centri – ha detto Ruggeri – noi siamo attenti ai processi di razionalizzazione dei servizi, a questo miravano le riforme della sanità e il dimensionamento della rete scolastica. In questo caso non si parla di razionalizzare per offrire un servizio migliore ma si ragiona secondo logiche economiche. Siamo in presenza di un rischio grosso. Le Poste nei piccoli paesi hanno una funzione centrale di riferimento, non hanno solo una declinazione economica ma anche sociale. Nei piccoli comuni i servizi devono avere la stessa qualità garantita nei centri maggiori».

L’esponente del Pd ha poi invitato la Giunta a far valere le prerogative contenute nello Statuto: «La Provincia di Bolzano ha ottenuto da Poste Italiane un particolare trattamento per i propri comuni. C’è bisogno di una evidente mobilitazione da parte della Giunta. Il nostro territorio non è come quello di Roma o Milano».

Giudizio condiviso da Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori. «Non capisco se la controparte siano le Poste o il governo centrale – ha esordito Dedoni – è ora di finirla di parlare dei problemi della Sardegna bisogna risolverli alla fonte. La questione riguarda molti lavoratori che da domani potrebbero essere espulsi dal mercato del lavoro ma riguarda anche un importante servizio che potrebbe mancare nei piccoli centri. Il piano di razionalizzazione di Poste Italiane deve tener conto dell’orografia della Sardegna, della sua viabilità e del problema dei trasporti. Già oggi in alcuni centri gli uffici postali aprono per due giorni alla settimana, sembra di essere nel Far West. E’ ora di dire basta».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha ricordato che si parla di un’operazione finanziaria multiforme che modifica gli assetti societari di Poste Italiane. «C’è da preoccuparsi sugli effetti diretti e indiretti dell’operazione – ha sottolineato Congiu – . La Cassa Depositi e Prestiti continuerà ad assolvere il suo compito originario di assistenza degli enti locali o diventerà un soggetto con un ruolo importante nel sistema della finanza pubblica italiana? Il presidente Francesco Pigliaru ponga il tema della tenuta finanziaria della Cassa e del suo ruolo. Occorrono rassicurazioni sul fatto che non cambi la sua mission».

Per Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc, le Poste sono un simbolo della presenza dello Stato italiano nell’Isola. «La società ha un fatturato di 30 miliardi di euro con utili di 500 milioni – ha ricordato Rubiu – in Sardegna ha 3500 dipendenti. Il Consiglio ha il potere di condizionare il Governo chiedendo che Cassa Depositi e Prestiti mantenga solo il 35% della quota azionaria. E’ necessario l’impegno del presidente affinché il contenzioso venga risolto. Non ci si può permettere di perdere un servizio così importante per i cittadini sardi. Siamo  con i lavoratori».

Pietro Cocco, capogruppo del Pd, ha detto di condividere le preoccupazioni per la situazione di Poste Italiane in Sardegna. «Abbiamo presentato in passato un’interrogazione sulla vicenda – ha ricordato Cocco – il tema dello spopolamento delle piccole comunità è un tema ricorrente su cui concentrare la nostra attenzione. Questa è una risposta che può scontrarsi con le logiche economiche ma è un tema decisivo per il futuro delle comunità che sono il cuore e l’anima dell’Isola».

Secondo Cocco, quella del Consiglio non è una battaglia di retroguardia: «Siamo pronti alla sfida della globalizzazione, ma questa talvolta non coincide con la necessità di salvaguardare le proprie comunità – ha detto il capogruppo del Pd – occorre valorizzare la nostra autonomia, bisogna avere la capacità di scrivere regole nuove per tutelare i nostri diritti. Saremo vigili e metteremo in piedi tutte le iniziative necessarie e i nostri buoni uffici nei confronti del governo nazionale».

Per Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, le Poste italiane hanno rappresentato un presidio pubblico nell’interesse della collettività e hanno esercitato un ruolo sostitutivo degli istituti di credito in alcuni piccoli centri per la raccolta del denaro e per i servizi agli anziani. La responsabilità della vicenda deve però essere chiara: «Se non si dà nome e cognome a chi sta mettendo in piedi questa operazione si rischia di abbaiare alla luna – ha detto Pittalis – non si può tollerare il silenzio della Giunta di fronte allo smantellamento di servizi importanti. Pigliaru non deve aspettare una mozione o un ordine del giorno del Consiglio. La Giunta deve esercitare le prerogative che lo Statuto le attribuisce pretendendo di essere sentita dal Consiglio dei Ministri, non dobbiamo chiedere nulla ma far valere i nostri diritti. La mozione è importante, da sola però non è sufficiente se non c’è una presa di coscienza da parte della Giunta».

Pietro Pittalis ha poi ribadito che il collocamento del restante 30% di azioni di Poste Italiane è stato deciso dal Governo italiano. «Se è in atto un processo di privatizzazione questo può essere accompagnato da direttive nazionali che tengano conto della specificità della Sardegna. Non parliamo di razionalizzazione ma di smantellamento di servizi. La Giunta faccia pressione sul governo Renzi».

A nome della Giunta, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha recepito le preoccupazioni espresse dal Consiglio sottolineando che «sono anche quelle della Giunta ed assicurando il massimo impegno dell’Esecutivo regionale e del presidente Pigliaru». «Piuttosto – ha osservato – la mozione non deve essere considerata contro il governo Renzi o contro la privatizzazione di Poste Italiane, perché allora sarebbe inutile chiedere la riduzione delle tasse o misure più incisive per sostenere il rilancio dell’economia; è vero invece che il processo di razionalizzazione di una grande azienda come Poste Italiane non può avere le stesse connotazioni in una Regione a bassissima densità di popolazione come la Sardegna ed è evidente che ci deve essere riconosciuta quella peculiarità che le stesse Poste hanno rappresentato come presidio sociale e bancario». «Il nostro impegno – ha proseguito Paci – è continuare il dialogo fra istituzioni ciascuna con la propria autonomia, superando la politica dei ricorsi che non ha prodotto risultati; con la nostra azione, al contrario, abbiamo dimostrato a partire dal problema delle entrate che siamo sulla strada giusta». Quanto alle aree interne – ha concluso – va ricordato che la Sardegna è pienamente inserita nella strategia nazionale per le aree interne con le zone dell’Alta Marmilla e del Mandrolisai, una strategia che mette al centro proprio il mantenimento ed il potenziamento dei servizi di pubblica utilità come sanità, trasporti ed istruzione».

Per dichiarazione di voto il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha valutato positivamente che «il Consiglio abbia manifestato una forte coesione anche se il punto dolente di questo momento unitario è quello dell’assessore Paci che ha fatto un pistolotto giustificazionista nei confronti di Renzi ma le cose non stanno così perché le responsabilità devono emergere e deve essere riconosciuto che chi governa ha la piena responsabilità dell’arretramento dello Stato in Sardegna». «La soppressione di tribunali, uffici del giudice di pace, scuole e perfino della motorizzazione civile – ha concluso Tedde – sono scelte che in un’Isola come la nostra hanno effetti devastanti, soprattutto perché nel caso specifico delle Poste si stanno mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro, ecco perché il presidente Pigliaru deve alzare la voce nei confronti dell’azienda ma anche di Renzi».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco, primo firmatario della mozione, ha ricordato che «non capita troppe volte che il Consiglio regionale si trovi unito sulle stesse posizioni e, in particolare, su una mozione con un contenuto molto chiaro e concreto». «Nella nostra Regione – ha aggiunto – ci sono 400.000 cittadini che vivono sotto la soglia di povertà e quindi non ci possiamo permettere non di perdere ma nemmeno di mettere a rischio un solo posto di lavoro; piuttosto deve essere riconosciuta la specificità della nostra Regione e su questo non abbiamo dubbi sull’impegno della Giunta».

Il consigliere Angelo Carta, sardista, ha annunciato il voto favorevole esprimendo però alcune perplessità, a cominciare da «alcuni precedenti come quello di Tossilo in cui la volontà dell’Aula è stata ignorata». «Si parla tanto di zone interne – ha lamentato Carta – ma poi non ci preoccupiamo quando si chiudono le scuole, una decisione che non ha preso il Governo Renzi ma la Regione, ultima di una serie di inadempienze che ci metterebbero in difficoltà nel caso di un confronto serrato con lo Stato».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd), favorevole, ha messo però l’accento sul fatto che «lo spirito della mozione è quello di unire le forze politiche in una azione forte nei confronti di Poste italiane, un obiettivo che non può essere offuscato da accuse strumentali contro il Governo Renzi, con cui si dimentica troppo in fretta che i processi di razionalizzazione del sistema pubblico hanno attraversato centro destra e centro sinistra e non si possono concentrare le accuse su una sola parte». «Sulle scuole – ha detto infine – non è vero che le ha chiuse la Regione ma ha dato seguito agli indirizzi del Governo; resto peraltro convinto che le pluriclassi debbano essere chiuse mentre invece è necessario potenziare i collegamenti fra i diversi centri».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione la mozione che il Consiglio ha approvato con 47 voti. Successivamente ha tolto la seduta aggiornando i lavori dell’Aula a domani alle 16.00, mentre per le 15.30 è stata convocata la conferenza dei capigruppo. Per le 12.00 infine è prevista la riunione della commissione Autonomia.

 

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Dieci consiglieri regionali di diversi partiti, di maggioranza e opposizione, Daniele Secondo Cocco (SEL), Pietro Cocco (PD), Fabrizio Anedda (Misto), Emilio Usula, Pierfranco Zanchetta (Cristiano Popolari Socialisti), Gianfranco Congiu (Partito dei Sardi), Gianluigi Rubiu (UDC), Angelo Carta (PSd’Az), Pietro Pittalis (Forza Italia) e Attilio Dedoni (Riformatori sardi), hanno presentato una mozione sulla paventata chiusura degli Uffici Postali nelle zone più disagiate della Sardegna a seguito del nuovo piano di privatizzazione e riassetto di Poste Italiane spa.

La mozione impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale ad intervenire con estrema urgenza nei confronti del Governo, anche in vista del nuovo processo di privatizzazione e riorganizzazione, al fine di evitare la chiusura di ulteriori uffici postali nel territorio regionale e scongiurare il conseguente taglio di servizi e posti di lavoro. Inoltre, come spiega il capogruppo SEL Daniele Cocco, la mozione impegna il Presidente della Regione a mettere in atto tutte le azioni e gli strumenti necessari nei confronti dei vertici di Poste Italiane spa al fine di porre particolare attenzione nella riorganizzazione delle sedi e dei servizi postali delle aree svantaggiate della Sardegna.

Poste Cortoghiana

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lavoratori-in-utilizzo-2Palazzo del Consiglio regionale 2 copialavoratori-in-utilizzo-1

Un milione di euro nella prossima manovra di assestamento del bilancio e la raccomandazione alla Giunta perché sia emanata a breve una circolare esplicativa sul trattamento da riservare ai cosiddetti “lavoratori in utilizzo” che prestano la loro opera nelle amministrazioni locali della Sardegna e che sono però esclusi dai percorsi di stabilizzazione. Sono questi, in sintesi, i principali impegni assunti dalla conferenza dei capigruppo, esplicitati dal presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, a conclusione dell’incontro, tenutosi nella tarda serata di ieri, con una delegazione dei lavoratori che hanno manifestato il loro disagio sotto il palazzo del Consiglio regionale.

Una soluzione per le problematiche esposte dai circa 380 lavoratori, provenienti dalle diverse aree dell’Isola e che negli ultimi due anni hanno prestato la loro opera nei cosiddetti “cantieri verdi” con contratti a tempo della durata di quattro o sette mesi, è stata sollecitata dai tutti i capigruppo del Consiglio intervenuti nel corso dell’incontro (Pietro Cocco, Pd; Pietro Pittalis, Fi; Gianluigi Ruibiu, Udc; Daniele Cocco, Sel; Attilio Dedoni, Riformatori) con l’auspicio che l’annosa questione dei “lavoratori in utilizzo” possa trovare una soluzione stabile, pur nella consapevolezza delle difficoltà derivanti dall’applicazione della normativa statale in materia.

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Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli del testo unificato n. 5 “Istituzione dell’agenzia sarda delle entrate” (Ase).

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con la discussione del Testo unico sull’istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate (Plip-Pl n.187 – Pl n.246/A) . Per illustrare il provvedimento il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd).

Poco prima, intervenendo sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha invitato la maggioranza «a valutare l’opportunità di esaminare il testo dopo l’approvazione dei provvedimenti annunciati dal Governo nazionale sulla materia, a cominciare dalla soppressione di Equitalia, per capire quale può essere l’incidenza di questa decisione sulla normativa regionale; chiedo la semplice sospensione dell’esame del testo, senza il rinvio della legge in commissione, per poi riprendere fra qualche giorno». Pittalis ha inoltre sottoposto al presidente Ganau un’altra questione, ricordando che «il Consiglio ha approvato all’unanimità un ordine del giorno sull’inceneritore di Tossilo che la Giunta ha completamente stravolto come se le deliberazioni dell’Aula fossero carta straccia: non entro sul merito della vicenda ma questo è un fatto grave e non può passare sotto silenzio».

Il presidente Ganau ha ricordato che, sulla sospensiva, occorre raccogliere le espressioni dei gruppi.

Il relatore della legge Sabatini ha chiesto una breve sospensione della seduta, a causa del’assenza di alcuni capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo del Pd Pietro Cocco si è espresso in senso contrario alla sospensiva richiesta di Pittalis, spiegando che «la nuova Agenzia regionale non si occuperà della riscossione e pertanto le decisioni del Governo nazionale riguardano una materia totalmente diversa; possiamo quindi andare avanti secondo il programma concordato».

Il consigliere del Psd’Az Angelo Carta, con un paradosso, ha respinto la richiesta di sospensiva «ma solo perché la legge in esame, a normativa invariata, non significa nulla per la Sardegna e non è degna di essere nemmeno chiamata Agenzia sarda delle entrate».

Luigi Crisponi, dei Riformatori, ha dato ragione a Pittalis ha ragione, perché in effetti «non ci sono nemmeno i più elementari elementi di sovranità per poter parlare di Agenzia delle entrate». Soffermandosi poi sulla vicenda dell’inceneritore di Tossilo, Crisponi ha lamentato che la decisione della Giunta arriva dopo che «il Consiglio non solo ha deliberato su questioni serissime ma lo ha fatto dopo lunghi confronti ed un attento ascolto delle popolazioni in materia di ambiente e salute».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha affermato che «la legge sull’Agenzia ha fini certamente nobili ed è anche giusto dire che l’autonomia finanziaria è la sostanza dell’autonomia regionale, ma il testo che abbiamo davanti ha lo stesso valore della mozione su Tossilo, cioè non significa niente, anzi aumenta i costi per la Regione che non aveva e non avrà senza alcun potere in materia fiscale».

Il consigliere Gianfranco Congiu (Pds) ha osservato invece che, «proprio per le ragioni sostenute dai consiglieri di opposizione è urgente aprire subito il dibattito per capire il livello di utilità dell’Agenzia e la capacità del nuovo organismo di dare riposte ai Sardi in materia fiscale».

Il consigliere Emilio Usula (Rossomori) ha espresso il «profondo sconcerto del gruppo per la decisione della Giunta di impugnare la sentenza Tar sull’inceneritore di Tossilo, decisione che contraddice la volontà unanime del Consiglio». Usula ha poi annunciato di abbandonare l’Aula «in totale dissenso su una decisione che non è un atto amministrativo ma politico».

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha detto di condividere l’opinione di Usula pur restando in Aula, perché «l’impugnazione contravviene totalmente alla decisione di una istituzione sovrana della Sardegna come il Consiglio, una decisione non generica ma motivata, articolata e ragionata, che difenderò in tutte le sedi».

Anche il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha manifestato l’intenzione di restare in Aula pur condividendo la posizione Usula, convinto che «decisioni del Consiglio vadano rispettate, anzi per quanto ci riguarda vogliamo conoscere le motivazioni della delibera della Giunta che va in direzione opposta». Sulla proposta di Pittalis relativa all’Agenzia sarda delle entrate, ha proseguito Cocco, «riteniamo opportuno proseguire nel dibattito, perché sosteniamo da sempre la legge istitutiva dell’Agenzia e ci sentiamo impegnati a migliorarla».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la richiesta di sospensiva, che il Consiglio ha respinto.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, intervenendo ancora sull’ordine dei lavori, ha chiesto informazioni su un provvedimento riguardante una aliquota di precari che attendono una risposta. Il punto, ha segnalato Pittalis, «non c’è all’ordine del giorno e, se c’è il consenso, a mio avviso deve essere inserita in calendario».

Il presidente Ganau ha precisato che, per poter esaminare il provvedimento, occorre il parere della commissione. Successivamente, il presidente ha dato la parola al consigliere Franco Sabatini (Pd), relatore del testo unico sull’istituzione dell’Agenzia sarda delle entrate.

In apertura, Sabatini ha ricordato che «la commissione Bilancio ha approvato la legge a maggioranza dopo un lavoro durato di circa un anno, ma è comunque un provvedimento urgente perché dopo la vertenza entrate la Regione ha più che mai  bisogno di uno strumento specialistico per operare in modo più incisivo su questa materia». La prospettiva, ha aggiunto, «è quella di portare la Sardegna allo stesso livello di altre Regioni speciali, per riaffermare che l’autonomia finanziaria è il fondamento più solido dell’autonomia regionale, tema strategico sul quale è fortemente auspicabile la collaborazione dell’opposizione». Riprendendo il tema della finanza regionale e dei rapporti con lo Stato, Sabatini ha affermato che «l’incertezza del quadro complessivo degli ultimi anni ha determinato in negativo la capacità della Regione di svolgere le sue funzioni, perché le sue risorse sono solo quelle provenienti dalle compartecipazioni, sulle quali lo Stato ha competenza esclusiva in base all’.117 della Costituzione con l’unico limite, per lo Stato, di non rendere impossibile l’esercizio delle funzioni della Regione». La nuova Agenzia, ha sostenuto, «è lo strumento indispensabile per assicurare un monitoraggio costante ed una attenta verifica sul problema delle entrate, come fanno le altre Regioni speciali che non esitano a cambiare i propri statuti ogni due-tre anni per adattarli alle nuove esigenze». In questo momento, ha detto ancora il consigliere del Pd, «sulla fiscalità è in gioco la vita della nostra Regione, che può dire la sua solo attraverso una nuova intesa con lo Stato, alla quale dobbiamo arrivare ben preparati, portando sul tavolo del confronto dello Stato anche il tema della finanza locale che in altre Regioni speciali è già stato affrontato e definito riportandolo nella competenza della Regione». 

La relazione di minoranza  è stata svolta da Christian Solinas (Psd’az) che, in apertura ha sottolineato il significato politico dell’abbandono dei lavori dei due consiglieri di Soberania e Indipendentzia sulla questione di Tossilo. La volontà di ignorare le decisioni del Consiglio da parte della maggioranza e della giunta – ha detto – ormai sta diventando una consuetudine. Anche durante i lavori della commissione su questo Testo Unificato  – ha chiarito Solinas –  la maggioranza ha inteso sorpassare la concertazione e il dialogo ed ha voluto aderire alla proposta della giunta. Se ci fossero stati i  lavori della  sottocommissione avremmo sicuramente potuto contribuire a rendere questo testo condiviso e  più efficace. Solinas è stato molto critico sul testo che arriva in aula. Questa agenzia – ha chiesto – a cosa serve se non può incamerare un euro in più? Per ogni euro che incassa avremo  costi altissimi.  Inoltre,  ci saranno passaggi ulteriori e un appesantimento del procedimento. Doveva essere affrontato il tutto con una diversa ottica, invece di fatto si limita a recepire quello che già c’è. Per Solinas questa agenzia è solo  un grande ufficio studi. Ma abbiamo valutato – ha chiesto ancora – quanto costa questo ufficio studi alla collettività? Al fronte di un gettito che è in costante contrazione, la maggioranza decide di aumentare i costi per la collettività.  Bene farebbe questo Consiglio a riflettere. 

Ignazio Locci (Forza Italia) ha sottolineato la negatività del provvedimento. Sembra però che neanche la giunta regionale sia entusiasta di questa proposta. Mi pare – ha detto – che il  governatore  abbia sentito quasi un obbligo  davanti alle richieste di qualche gruppo politico e  ha deciso di istituire questa agenzia. Insomma, l’esecutivo  ha voluto rispondere alle richieste propagandistiche di una certa parte di questa maggioranza. Per Locci bisogna rafforzare il rapporto con lo Stato per far intendere le nostre ragioni sulla base dell’articolo 8 dello Statuto.  Ma bene avrebbe fatto la giunta a individuare una direzione generale specializzata nel trattare questo rapporto con lo Stato.

Annamaria Busia  (Misto) è convinta che serva una agenzia delle entrate perché è necessario rafforzare il ruolo della Regione in materia nei confronti dello Stato per avanzare delle richieste. Ho sempre pensato – ha aggiunto – a una grande agenzia sarda delle entrate, ma credo che  debba farsi nel quadro della cornice normativa esistente. Annamaria Busia ha invitato alla riflessione e al confronto. La consigliera ha invitato la minoranza  a presentare proposte per raggiungere  un risultato migliore.

Per Michele Cossa (Riformatori) è impensabile che mentre a  livello nazionale si attua la riforma del sistema, noi in Sardegna ci inventiamo una agenzia fittizia, che è l’ennesimo carrozzone che graverà sulle tasche dei sardi. Cossa ha ricordato che la Sardegna  è, con la Calabria, l’ultima regione per incremento del PIL. Nonostante questo la maggioranza,  davanti a questa situazione, si inventa un’agenzia che non serve a nulla, che crea nuovi posti di lavoro che, tra l’altro, potrebbero essere coperti dal personale già esistente nella Regione.  Per il consigliere dei Riformatori la strada deve essere quella di abbassare la pressione fiscale. 

Edoardo Tocco (Fi) ha ricordato che “non è possibile sostituirsi allo Stato nel campo finanziario ” e che dunque l’unico obiettivo possibile dei proponenti la legge “resta quello di trattenere in Sardegna la quota parte dei tributi che spettano all’isola”. «Ma – ha dichiarato l’esponente della minoranza – il provvedimento in esame è inefficace e l’agenzia di cui si propone la costituzione troppo costosa». Il consigliere di Forza Italia ha insistito dunque sulla inopportunità dell’Ase («perché non si è pensato di lasciare il tutto in capo all’assessorato al bilancio?») ed ha paventato il rischio di un incremento dei costi, rispetto ai 2.5 milioni annui ipotizzati nel provvedimento. «Questa legge – ha concluso Tocco – non risolverà i problemi dei sardi e alla Sardegna serve altro, ad incominciare da un forte sostegno al sistema delle imprese per aiutarle a recuperare liquidità».

Alessandra Zedda (Fi) ha evidenziato la scarsa attenzione dimostrata dalla maggioranza per gli approfondimenti proposti dalla minoranza («ad iniziare dall’invito alla riflessione formulato dal capogruppo Pittalis, in apertura dei lavori, perché fossero valutate le implicazioni delle nuove norme in materia annunciate dal governo nazionale»). «Questo provvedimento – ha affermato la consigliera della minoranza – è pura filosofia e parole in libertà». A giudizio di Alessandra Zedda va rivista la norma finanziaria e deve essere tenuto in considerazione che serviranno all’Ase personale con alti livelli di specializzazione “se davvero dovrà funzionare e non rappresentare soltanto un contentino per qualche partito della maggioranza”. L’esponente di Fi ha quindi ribadito il pericolo della creazione di un “nuovo carrozzone” ed ha concluso ricordando che l’istituenda agenzia potrà occuparsi solo “dell’addizionale, Irpef e Irap; della tassa ambientale e di quella sul diritto allo studio”.

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, in apertura del suo intervento, ha espresso solidarietà “ai colleghi del centrosinistra che hanno abbandonato l’Aula per protestare contro l’atteggiamento irriverente mostrato dalla giunta sulla questione dell’inceneritore di Tossilo”.

«Nel merito del provvedimento – ha attaccato l’esponente della minoranza  – affermo che la montagna ha partorito un topolino e l’agenzia sarda delle entrate è una finzione giuridica, politica e storica».  «L’Ase – ha aggiunto Tedde – è uno strumento che non serve a  niente ed è soltanto un vuoto pneumatico finanziario che non interviene nella questione che attiene la marginalità della Sardegna nei confronti dello Stato». Il consigliere di Fi ha quindi affermato che ciò che serve è una modifica dello Statuto: «Sono finiti i tempi delle mozioni e degli ordini del giorno, occorre una norma statutaria che fortifichi la nostra specialità nel segno della insularità». «Non spendiamo 2.5 milioni l’anno solo per fare un grande centro studi – ha concluso Tedde – perché con l’Ase facciamo soltanto un esercizio normativo inutile che non ci consentirà di rapportarci paritariamente con lo Stato in materia finanziaria».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha ricordato la recente approvazione della legge sulla semplificazione per contrapporla a quella che istituisce l’Ase perché, a suo giudizio, questa sarebbe soltanto “un carrozzone”. «L’agenzia sarda – ha affermato Crisponi – è un grande bluff che costerà 2,5, milioni euro soltanto per iniziare». L’esponente della minoranza ha quindi contestato alcune parti dell’articolato ed ha affermato che “l’Ase sarà di fatto sottomessa all’assessorato della Programmazione a cui restano tutte le competenze in materie di entrate”.

Il consigliere del Misto, Paolo Truzzu (Fd’I), ha riproposto le critiche delle opposizioni in ordine ai costi e alla inopportunità dell’istituzione dell’agenzia sarda delle entrate («in pratica si istituirà un osservatorio e non un’agenzia in grado di riscuotere i tributi e impostare la vertenza delle entrate con lo stato»). L’esponente di Fratelli d’Italia ha quindi definito l’Ase  “un’altra scatola vuota che porterà ulteriore confusione” ed ha sottolineato i costi dell’istituenda agenzia: 2.5 milioni per un  organico di 20 persone con tre dirigenti e 9 funzionari. «Questa non è un’agenzia al servizio dei sardi – ha concluso Truzzu – ma l’ennesimo spreco al servizio di una parte della maggioranza che governa la Regione».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha ricordato l’incontro in programma con una delegazione dei precari che hanno manifestato sotto il palazzo del Consiglio ed il presidente Ganau ha confermato l’incontro al termine della discussione generale.

Per il Psd’Az Angelo Carta ha sottolineato la necessità di «ragionare sugli obiettivi che si vogliono ottenere con la nuova Agenzia e non limitarsi a scrivere il solito libro dei sogni fermo restando che occorre cambiare passo rispetto ad una Giunta e soprattutto un presidente che con il Governo ha le brache calate mentre con il Consiglio mostra il suo volto più duro e intransigente, come hanno dimostrato le vicende di Tossilo, della riforma sanitaria e di quella degli Enti locali». L’Agenzia delle entrate, ha proseguito, «nasce soprattutto da una esigenza delle imprese sarde di avere un soggetto di prossimità con cui trattare la materia fiscale ma la verità è che lo Stato incassa 100 ma non restituisce alla Regione quanto dovuto ed anzi, non consente alla Regione di trattenere direttamente le sue risorse, la costringe ad aspettare le solite elemosine; questo il problema centrale che non ha trovato risposte, la vertenza entrate ha clamorosamente mancato questo obiettivo per mancanza di una strategia efficace, in altre parole non si è ottenuta la vera autonomia». E’vero, ha concluso, »che bisogna cambiare lo Statuto, rendere operativa la zona franca ed i punti franchi, ma rispetto a tutto questo l’Agenzia come viene configurata è lontana anni luce, quanto meno occorre chiarezza sul quadro nazionale che si va definendo, proprio per fare la vera Agenzia sarda delle entrate e non un semplice osservatorio che non tocca il rapporto fra fisco e contribuenti sardi».

Il consigliere del gruppo Misto Fabrizio Anedda ha ricordato di aver presentato già nel 2014 una mozione che, fra gli altri temi, portava all’attenzione del Consiglio il difficile rapporto fra fisco e contribuenti sardi, ottenendo in quella occasione l’impegno precisi impegni dell’assessore Paci. Proprio la scorsa settimana, ha ricordato, «con l’approvazione della nostra legge sulla semplificazione e la rottamazione di Equitalia annunciata dal Governo centrale, prendono forma due provvedimenti che potrebbero rifare fiato alle imprese spesso strozzate da atteggiamenti al limite dell’usura; con questa legge, in particolare, si fa un primo passo per tenere sotto controllo il nostro bilancio ed assicurare la certezza delle entrate».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha messo l’accento sul fatto che «la stessa maggioranza ha riconosciuto che la nuova Agenzia non risolverà il problema della entrate della Regione, ma non si è spinta al punto di ammettere che in realtà siamo di fronte ad una operazione di propaganda che finisce per portare acqua all’antipolitica; le persone comuni vedono il fisco come una piovra che cerca in tutti i modi di drenare risorse da un sistema economico debolissimo e noi, per giunta, ci aggiungiamo una ennesima sovra-struttura che produce solo costi». Dedoni ha poi citato uno studio di qualche anno «con cui si dimostra che ad un eccesso di produzione legislativa non corrisponde l’efficacia delle azioni di governo; questo è proprio il caso di un provvedimento del tutto inutile per la Sardegna mentre la gente che sta fuori del palazzo aspetta risposte concrete, ci accorgeremo ben presto quali saranno i saldi della prossima finanziaria alla luce del disavanzo della sanità».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu si è detto convinto che «l’istituzione dell’Agenzia delle entrate è un momento storico per l’autonomia regionale e per una Sardegna finalmente in grado di poter contare su tutte le sue risorse ma la legge è carica di pesanti incertezze sia alla luce della riforma costituzionale che della prossima legge di stabilità; in altre parole è una legge già vecchia prima di nascere ed uno spot per il No al referendum». Entrando nel merito del testo Rubiu ha criticato i passaggi nei quali si fa riferimento alla collaborazione con Equitalia, «una specie di associazione a delinquere che ha portato al fallimento una buona parte del sistema economico regionale» e quelli relativi agli organici, «dove si parla di selezione interna volontaria ma non si capisce perché qualcuno decida di uscire dal sistema Regione per andare da un’altra parte; forse il vero obiettivo è reclutare personale esterno per mettere in piedi l’ennesima struttura pubblica, un doppione di controlli, pratiche e burocrazia».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha auspicato che il Consiglio «trovi il modo, anche con il contributo dell’opposizione, di dare ai sardi una buona legge, andando oltre le critiche dei consiglieri della minoranza, in buona parte eccesive anche se esistono alcune criticità che possiamo migliorare». Certamente, ha assicurato, «non vogliamo fare una legge tanto per farla o per farcela impugnare dal Governo, vogliamo invece fare qualcosa di buono per i sardi; è vero che lo Stato non ci ha dato le risposte che aspettavamo ma, con il nuovo strumento, vogliamo andare avanti sulla strada del confronto con lo Stato con più impegno e più incisività».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha detto che «quanti parlano dell’inutilità della legge rispetto ai bisogni della comunità sarda dimenticano che, in posizioni di governo, non hanno ottenuto risultati di rilievo; è vero, al contrario, che stiamo provando a prenderci sulla spalle questo fardello per dare risposta, fra l’altro, agli oltre 30.000 cittadini che hanno sottoscritto la proposta di legge di iniziativa popolare, sostenuta da delibere di consigli comunali e provinciali». Sotto questo profilo, ha continuato, «è importante che si affermi il diritto dei sardi a chiedere ciò che spetta a loro, quanto e quando, perché da qui discende la certezza della programmazione; ecco la vera funzione del nuovo organismo che, nel confronto con il Ministero dell’economia, lavorerà con tutte le carte sul tavolo, superando la logica dei trasferimenti ed inserendosi in una cornice normativa di piena attuazione dell’art.8 dello Statuto».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha riposto a Congiu che «il leader del Pds nella scorsa legislatura non ha presentato nessuna iniziativa in tal senso, perché evidentemente ha percepito che c’era qualche problema, ma da parte nostra non vogliamo portare la questione alle calende greche ma sottolineare che le varie proposte presentate, espressione del Consiglio, non sono state prese in considerazione assegnando una sorta di corsia preferenziale al Disegno di legge della Giunta e parlando impropriamente di Testo unificato». Dopo aver criticato con forza le posizioni espresse da un importante esponente del Pds, «un capo di gabinetto che fa politica in orario di servizio come è documentato dai social media», Pittalis ha sostenuto che «la legge è una occasione mancata perché la maggioranza ha respinto sul nascere l’idea del confronto su una materia che tocca da vicino la società sarda, e non affronta gli importanti problemi della fiscalità di vantaggio e del taglio delle tasse; non è serio, inoltre, il passaggio sul contingente di personale esterno da reclutare con compiti di studio e di ricerca, ma di questo riparleremo più avanti con maggiore dettaglio».

A nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha tenuto a chiarire che «il problema dell’Agenzia sarda delle entrate è cosa totalmente diversa dalla vertenza entrate; certo da sola la legge non fa calare la disoccupazione, aumentare la ricchezza o ridurre la povertà, ma tutto questo non può essere un albi per il continuo ricorso al benaltrismo italiano; non facciamo proclami, riteniamo piuttosto di aver fatto un passo in avanti dopo la chiusura della vertenza entrate e l’approvazione della norme di attuazione, portando a casa risultati che nella legislatura precedente non si è riusciti ad ottenere». Ora, ha precisato, «siamo nel campo delle tecnicalità di calcolo che sono complicate quanto importanti e per questo ci vuole una struttura di specialisti, anche se l’ossatura dell’organico sarà formata con la mobilità e con personale esistente e se, non esiste, dovrà essere integrato da specialisti per definire in molto preciso il calcolo ed il controllo delle nostre spettanze». Quindi l’Agenzia, ha aggiunto, «non è un centro studi né la rivoluzione del sistema e nemmeno la battaglia di qualcuno ma un passaggio importante nella costruzione della nuova autonomia regionale, senza trascurare il rapporto con gli Enti locali». Per quanto riguarda le prospettive future,  ha concluso l’assessore Paci, «stiamo creando le condizioni, a legge vigente, per il riversamento diretto previsto nelle norme di attuazione (come già avviene in Trentino ed in Friuli) con modalità che saranno inserite in un decreto del Governo che forse avremo nella prima metà del 2017; la nostra legge istitutiva dell’Agenzia, inoltre, è perfettamente compatibile con eventuale cancellazione di Equitalia e comunque c’è ancora tempo per migliorare alcuni aspetti».

Dopo l’intervento dell’assessore, il presidente ha comunicato il calendario dei passaggi successivi, che però il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha contestato, chiedendo una breve sospensione della seduta e la riunione della conferenza dei capigruppo.

La richiesta è stata accolta. Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha comunicato che gli emendamenti potranno essere presentati entro domani alle 16.00 e alle 17.00 si riunirà la commissione per esaminarli, mentre la seduta del Consiglio è fissata per le 18.00.

Successivamente, ha messo in votazione il passaggio agli articoli della legge, che il Consiglio ha approvato con 31 voti favorevoli e 19 contrari. Subito dopo, ha tolto la seduta convocando un’altra riunione della conferenza dei capigruppo, per incontrare una delegazione di lavoratori precari che hanno manifestato davanti al palazzo del Consiglio.

Consiglio regionale 54

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 Pietro Pittalis 26 copia

Il gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale ha presentato una proposta di legge, primo firmatario Pietro Pittalis, per la redazione di un master plan per il rilancio delle zone interne con una dotazione finanziaria annua di oltre 100 milioni di euro.

«In occasione della presentazione del Patto per la Sardegna il presidente Pigliaru ha annunciato un intervento di 150 milioni di euro per contrastare il fenomeno dello spopolamento e favorire la rinascita economica delle zone interne – ha detto il capogruppo di Fi Pietro Pittalis – noi lo sfidiamo con una proposta concreta che mette in campo diversi strumenti idonei a rivitalizzare i nostri paesi.»

La proposta prevede l’introduzione della fiscalità di vantaggio con l’istituzione dei Punti franchi per le zone montane ed interne della Sardegna e agevolazioni per tutte le attività produttive esercitate nei territori.

Altro punto fondante dell’iniziativa di Forza Italia è il ricorso agli strumenti della programmazione negoziata sul modello del Patto Sulcis. «Vogliamo far tesoro di quella esperienza eliminando gli errori che hanno impedito un avvio rapido degli interventi – ha aggiunto Pietro Pittalis – l’obiettivo è affrontare i nodi strutturali con una filosofia diversa rispetto a quella dei modelli di sviluppo calati dall’alto».

Per migliorare le condizioni di vita di chi decide di rimanere nei paesi dell’interno, Forza Italia propone un azzeramento di Irpef e Irap per le imprese con sede e attività nei comuni montani e un contributo di 30mila euro a fondo perduto per coloro che trasferiscono la propria attività.

A favore delle famiglie sono previsti inoltre bonus bebè (3.000 euro per il primo figlio e 4.000 per ogni figlio successivo) e un contributo di 50mila euro a fondo perduto a chi si trasferisce in un paese delle zone interne e voglia acquistare o ristrutturare un immobile da destinare a prima abitazione. Per far fronte alle difficoltà dei trasporti, infine, Forza Italia suggerisce la riduzione del 50% del costo dei biglietti Arst.

«In due anni e sette mesi di Governo la Giunta Pigliaru ha creato una frattura tra territori e aumentato le distanze tra Cagliari e Sassari – ha detto l’ex governatore Ugo Cappellacci – questa proposta cerca di superare gli opposti egoismi e di pensare a un modello di sviluppo differente. La Sardegna non può riprendere un percorso virtuoso se non è compatta. Le comunità dell’interno possono fungere da motore per la rinascita ma devono essere messe nelle condizioni di poter esprimere le loro potenzialità.»

Per Marco Tedde, la proposta di Forza Italia colma il vuoto lasciato dalla riforma degli enti locali «che si occupa di Unioni dei Comuni, Città e Reti metropolitane dimenticando i piccoli paesi depositari della cultura, della storia e delle tradizioni della Sardegna». Mentre Ignazio Locci auspica un’inversione di tendenza che scongiuri la perdita di servizi fondamentali come le scuole. «Servono molte risorse – ha detto Locci – la dotazione finanziaria di 100 milioni deve essere assicurata per diversi anni».

«La Giunta Pigliaru è lontana dalla gente – conclude Edoardo Tocco -, questa proposta serve anche a riaccendere l’attenzione sulla drastica riduzione dei servizi sanitari nelle zone interne che mette a rischio diritti fondamentali per i cittadini come quelli alla salute e alla sicurezza..

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Consiglio regionale 16

Il Consiglio regionale ha approvato il D.L n. 254 sulle “Norme sulla qualità della regolazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame del Dl n. 254 (“Norme sulla qualità della regolazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi”) con la discussione dell’art. 10 (pubblicazione in formato aperto di testi legislativi ed atti amministrativi) e degli emendamenti.

All’art. 10 (Pubblicazione dei testi coordinati delle leggi regionali in formato aperto) è stato presentato l’emendamento sostitutivo totale n. 17, con parere favorevole della commissione e della Giunta, con cui si prevede che «il sistema Regione pubblichi in formato aperto sui propri siti istituzionali atti e documenti non coperti da segreto o altro divieto di divulgazione».

Il relatore Salvatore Demontis (Pd) ha presentato una proposta di emendamento orale per correggere un refuso materiale nel testo dell’emendamento all’emendamento n, 24 che modifica l’emendamento n.17, da cui saranno eliminate le parole “o comunque”; la proposta è stata accolta.

Dopo una breve sospensione, il Consiglio ha approvato sia l’emendamento orale che l’emendamento n. 17.

Soppresso l’art.11, l’Aula ha esaminato l’art.12 (Obbligo della relazione tecnica sulla quantificazione degli oneri finanziari), che è stato approvato.

In sede di discussione generale dell’art.13 (Azioni e obiettivi della semplificazione amministrativa) il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha definito i principi ed obiettivi contenuti nel testo «piuttosto scontati e privi di un riscontro coerente nella legge, fatto che determina non poche contraddizioni e problemi applicativi; sarebbe meglio stralciare la prima parte e trasformarla in un regolamento, adesso è tardi per farlo ma sarebbe stata la strada giusta».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha sostenuto che « i ripetuti richiami all’efficacia ed alla trasparenza sono inutili, il problema è che le norme devono essere concretamente applicate, facilitando l’accesso alla pubblica amministrazione da parte di cittadini ed imprese».

Messo ai voti, l’art.13 è stato approvato, assieme al 14 bis (Programma di riduzione e misurazione degli oneri amministrativi). Sull’art.15 (Termini dei procedimenti amministrativi) il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha sottolineato che «la legge assegna alla Giunta complessivamente circa 300 giorni di tempo per dire entro quali termini si devono concludere certe tipologie di procedimenti; noi speravamo che fosse un lavoro già fatto, perché così sembra la replica del comportamento eccessivamente discrezionale di certi uffici pubblici proprio in materia di termini».

Il relatore Salvatore Demontis (Pd) ha chiarito che «il tempo a disposizione della Giunta è legato alla complessità ed all’importanza del procedimento, facendo attenzione al miglioramento del rapporto fra cittadino e pubblica amministrazione, prevedendo tempi certi per i procedimenti e sanzioni per chi sbaglia».

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha criticato la legge che, a suo avviso, «con questi appesantimenti rischia di non andare da nessuna parte; stiamo votando una legge di cui non conosciamo nemmeno il momento dell’applicazione, producendo aria fritta».

Al termine della discussione l’art 15 è stato approvato. A seguire, il Consiglio ha votato con esito positivo anche gli articoli n.16 (Celerità delle attività istruttorie), 17 (sospensione dei procedimenti amministrativi), 18 (Riduzione dei termini per le imprese certificate), 19 (violazione dei termini procedimentali e responsabilità), 20 (rapporto su raggiungimento degli obiettivi) e 21 (responsabilità della correttezza e della celerità dei procedimenti).

Sull’art 22 (Indennizzo e danno da ritardo) il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha detto che «sarebbe una buona norma se non fosse che la commissione Bilancio ha rilevato che non c’è copertura finanziaria e questo è un problema che non si può tenere aperto, quanto meno per quantificare le risorse necessarie, altrimenti non avremmo nemmeno i soldi per indennizzare qualcuno che ne ha diritto».

Subito dopo il Consiglio ha approvato l’art.22 e, a seguire, anche gli articoli 22bis (Obbligo di astensione per conflitto di interessi), 23 (Comunicazione telematica) e 24 (Comunicazione tra le pubbliche amministrazioni del sistema Regione).

Sull’art 25 (Conferenza di servizi in via telematica), il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha proposto, su suggerimento uffici, una modifica del testo riguardante la centrale di committenza, «tenendo presente che molti Comuni a bassa densità di popolazione si sono uniti per poter garantire una serie di servizi ma la materia è regolata da nuova norma nazionale che necessita di decreti attuativi; uffici consigliano un approfondimento tecnico», per cui si rende necessaria una sospensione della seduta.

Il presidente Ganau ha comunicato che è opportuno accantonare l’articolo per riprendere il suo esame in un secondo momento.

Il Consiglio ha quindi approvato l’art. n.26 (Rapporto con la legge 241/90 e con le leggi speciali) ed il n.28 (Sportello unico per le attività produttive e per l’attività edilizia – Suape).

Riprendendo l’esame dell’art 25, dopo una breve sospensione, il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha spiegato che la modifica consiste nel rinviare la data di applicazione della nuova norma nazionale, in modo da consentire ai Comuni non capoluogo di provincia di garantire i servizi alle rispettive comunità.

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha affermato di non aver niente da dire sulla correzione, ricordando però che «è la quarta volta che proroghiamo la funzione di stazione appaltante per i piccoli Comuni e su questo c’è un grave ritardo della Giunta su Piani strategici che dovevano essere adottati in attesa di perfezionare le Unioni Comuni per raggiungere una popolazione di almeno a 10.000 abitanti; il dato vero è che alla fine dell’anno siamo ancora fermi».

Al termine della discussione l’art. 25 è stato approvato con l’integrazione contenute nell’emendamento orale del capogruppo del Pd Pietro Cocco.

In sede di discussione generale sull’art. 28bis (Progetti speciali), il consigliere del Psd’Az Christian Solinas ha dichiarato in modo critico che «da una parte si riempiono pagine con leggi che il giorno della loro entrata in vigore non sono applicabili e dall’altra si crea nuovo precariato per fornire supporto agli Enti locali; un provvedimento con queste caratteristiche dovrebbe essere ritirato».

Subito dopo il Consiglio ha votato l’art. 28 bis.

L’Aula è poi passata all’esame dell’art. 29 “Procedimento unico” che è stato approvato. Via libera in rapida successione anche agli articoli 30 “Presentazione delle dichiarazioni autocertificative”, 31 “Verifica formale della dichiarazione autocertificativa” e 32 “Procedimenti in autocertificazione”.

Il presidente Ganau ha quindi aperto la discussione sull’articolo 33 “Attività istruttoria del SUAPE”. E’ intervenuto il consigliere di Sel Eugenio Lai per annunciare il ritiro dell’emendamento aggiuntivo n.19. Si è poi passati alla votazione dell’articolo 33 che è stato approvato.

Disco verde, per alzata di mano e senza discussione, anche per gli articoli 34 “Chiarimenti sulle normative tecniche”, 35 “Conferenza di servizi nel SUAPE”, 36 “Ultimazione dei lavori e agibilità”,  37 “Collaudo di impianti produttivi” , 38 “Deroghe ed esclusioni “, 39 “Attività consultiva“, 40 “Oneri istruttori e tariffe”, 41 “Agenzie per le imprese”,  42 “Ufficio regionale SUAPE”, 43 “Semplificazione in materia di autorizzazione unica ambientale”, 44 “Digitalizzazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi in materia ambientale” e 46 “Semplificazione delle procedure di deposito per le opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso e a struttura metallica” mentre l’articolo 45, previsto nel DL della Giunta, era stato soppresso in Commissione.

Si è poi passati all’esame dell’articolo 47 “Semplificazione del procedimento di autorizzazione per le attività di noleggio autobus con conducente”. Il presidente Ganau dopo aver acquisito il parere favorevole da parte della Commissione e della Giunta sull’emendamento aggiuntivo n.3 ha messo in votazione articolo ed emendamento che sono stati approvati. L’emendamento n.3 introduce l’articolo 47 bis che disciplina le funzioni della Regione e degli enti locali in materia di energia. In particolare, la norma aggiuntiva stabilisce che: dopo la lettera e) del comma 2 dell’articolo 20 della legge regionale 12 giugno 2006, n. 9 (Conferimento di funzioni e compiti agli enti locali), è aggiunta la seguente: “e” bis) rilascio dei provvedimenti di autorizzazione per la costruzione e l’esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, con potenza termica installata inferiore ai 300 MW, gli interventi di modifica, potenziamento, rifacimento totale o parziale e riattivazione, come definiti dalla normativa vigente, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all’esercizio degli impianti stessi, ai sensi dell’articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 (attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità) e successive modifiche e integrazioni.

L’emendamento n. 3 abroga inoltre la lettera b) del comma 3 dell’articolo 21 della legge regionale 12 giugno 2006, n. 9 (conferimento di funzioni e compiti agli enti locali) e il comma 3 dell’articolo 6 della legge regionale 7 agosto 2009, n. 3 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale).

Successivamente l’Aula ha approvato gli articoli 49 “Semplificazione di procedimenti per le attività esercitate in occasione di eventi temporanei”  e 50 “Attività commerciali temporanee”.

Sull’articolo 51 “Semplificazione di procedimenti nel settore del turismo”  il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto una breve sospensioni dei lavori che il presidente Ganau ha accordato.

Sull’articolo 51 “Semplificazione di procedimenti nel settore del turismo” è intervenuto l’on. Crisponi (Riformatori), che ha detto: «Da una lettura attenta della norma mi sorprende che si parli solo delle strutture ricettive e alberghiere. Si semplifica così soltanto l’attività di alcune categorie produttive e non di tutte. Per questo chiedo che si sospenda l’esame di questa norma». Favorevole anche il relatore di maggioranza, on. Demontis: l’esame dell’articolo 51 è stato sospeso.

Sull’articolo 51 bis “Semplificazione del procedimento per l’iscrizione nel registro degli esercenti le professioni turistiche” è stato approvato l’emendamento sostitutivo totale 25 (con parere favorevole della Giunta). A seguire, voto favorevole anche per l’articolo 51 bis e così l’articolo 51 ter “Abolizione della tassa di concessione regionale e altre tasse per il rinnovo annuale dell’autorizzazione, anche per gli esercizi di attività stagionale”.

All’articolo 51 quater “Semplificazione dell’attribuzione della categoria “lusso” agli alberghi classificati a cinque stelle” è stato presentato un emendamento soppressivo totale, il 16. La maggioranza ha suggerito un emendamento orale che rivede il concetto di albergo di lusso con un’autocertificazione ad avvio immediato, come illustrato dall’on. Annamaria Busia (Cd). L’on. Pietro Pittalis si è detto favorevole: «Chiamerei questa norma emendamento Briatore e mi fa piacere che lo abbiamo firmato anche i colleghi Pizzuto e Anedda».

Approvato anche l’articolo 51 quinquies “Riconoscimento e classificazione delle strutture ricettive di cui all’articolo 11 della legge regionale n. 5 del 2016”. A seguire sì anche all’articolo 51 sexies “Razionalizzazione della competenza in materia di sanzioni amministrative per attività di pesca senza il consenso del concessionario” e così all’emendamento 21.

Sull’articolo 52 “Inderogabilità della legge da parte di atti regolamentari e amministrativi”, l’on. Tedde ha chiesto alla Giunta e in particolare all’assessore Demuro «di non far rivoltare nella tomba Virga e Sandulli. E’ davvero aberrante quello che scrivete, una smania di semplificazione vi sta portando alla confusione: gli atti amministrativi e regolamentari non possono modificare la legge. Per anni verremo indicati come quelli che hanno approvato una norma lapalissiana».

Per l’on. Demontis «sarebbe bastato un emendamento soppressivo e invece nemmeno uno ne ha presentato l’on. Tedde». L’articolo 52 è stato respinto con voto elettronico.

Approvato l’articolo 53 “Norma transitoria per gli enti locali”  mentre per l’articolo 51, che era stato sospeso in precedenza, il presidente ha disposto una breve sospensione prima del voto. L’on. Demontis ha illustrato un emendamento in Aula e ha chiesto che il testo sia armonizzato in sede di coordinamento normativo finale. L’Aula ha approvato sia l’articolo 51 che l’emendamento aggiuntivo orale.

Approvata anche la tabella allegato A e poi la legge con le modifiche approvate dal Consiglio.

L’on. Busia ha dichiarato il suo voto favorevole alla legge, «un testo assolutamente innovativo che riordina la materia amministrativa e la semplifica».

Contraria invece l’on. Alessandra Zedda: «Una legge per nulla innovativa, che non darà benefici e che non potrà essere applicata. Dei nostri dubbi manco uno ne avete accolto, se non in occasione della mostruosità dell’articolo 53».

Anche l’on. Marco Tedde (FI) ha annunciato il suo no: «La famosa semplificazione vorreste ottenerla con 52 articoli, mi sembra tutto chiaro: non semplificate ma complicate».

Di parere opposto il  relatore di maggioranza Salvatore Demontis secondo il quale si tratta di una legge di grande portata che avrà effetti positivi per la Regione. «Saranno garantiti tempi certi per i procedimenti amministrativi ribaltando il rapporto cittadini-amministrazione a favore dei primi – ha detto Demontis – altro elemento qualificante è l’estensione del Suap allo sportello unico per l’edilizia. In questo modo gli interventi potranno iniziare immediatamente a seguito della presentazione di un’autocertificazione o dopo 20 giorni se è previsto un permesso a costruire. E’ uno strumento molto più efficace delle deroghe in materia urbanistica finora approvate».

Giudizio condiviso da Luigi Lotto (Pd): «Questa legge caratterizzerà questa legislatura. Un risultato ottenuto grazie anche all’atteggiamento sostanzialmente positivo della minoranza che ha consentito di approvarla in tempi rapidi».

Il consigliere Giovanni Satta (Uds) ha annunciato la sua astensione: «Stiamo approvando una legge di riforma attesa dai sindaci. Si poteva però fare di più e aspettare di capire che sorte avrà la legge Madia».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione il testo finale della legge che è stato approvato con 31 voti a favore e 7 contrari. Il Consiglio si riunirà martedì prossimo alle 16.00.