22 November, 2024
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Il Consiglio regionale ha approvato la mozione n. 413 (Lotto e più) e l’ordine del giorno Rubiu (Udc) e più, sulla difesa delle produzioni di agnello IGP di Sardegna dalle imitazioni e dall’introduzione sul mercato di agnelli provenienti dall’estero macellati nell’Isola e marchiati IGP di Sardegna. Approvata anche la mozione n. 331 (Cherchi Augusto e più) sulla mancata attuazione delle disposizioni della legge 15 marzo 2010, n. 38, concernente “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il presidente ha comunicato al Consiglio una delibera della Giunta per le elezioni con la quale viene contestata formalmente l’incompatibilità prevista dalla legge ai consiglieri Christian Solinas e Gavino Manca eletti rispettivamente al senato ed alla Camera, che non hanno esercitato il diritto di opzione per la carica prescelta entro 10 giorni. Di conseguenza il Consiglio, chiamato a votare a scrutinio segreto per l’avvio della procedura di contestazione si è espresso favorevolmente con 27 sì, 13 no e 2 astenuti (Fasolino e Tedde di Forza Italia).

Il presidente ha illustrato poi una seconda delibera della Giunta con la quale, dopo le dimissioni di Pietro Pittalis risulta subentrante in base alla documentazione ufficiale Stefano Coinu, che viene proclamato eletto e presta giuramento.

Subito dopo l’Aula ha iniziato la discussione della mozione n. 311, primo firmatario Augusto Cherchi del Pds, sull’introduzione delle cure palliative e della terapia del dolore nel sistema sanitario regionale.

Nel suo intervento, Augusto Cherchi ha ricordato che «fin dal 2015 erano state presentate specifiche istanze al presidente Francesco Pigliaru ed all’assessore Luigi Arru, seguite da una interpellanza nel 2016 e questa mozione nel 2017 mentre Lo Stato ha approvato all’unanimità nel 2010 una ottima legge-quadro presa ad esempio dall’Organizzazione mondiale della Sanità, per porre le basi per l’applicazione diffusa di questa terapia che riguarda 80 milioni di persone nel mondo, costa il 20% della sanità in Europa, 19 miliardi in Italia e 600 milioni in Sardegna». «Ma al di là dei numeri – ha aggiunto Augusto Cherchi – la terapia ha un alto significato sul piano etico e morale, oltre che economico, per la Sardegna che ha poli di eccellenza dove però ci sono liste d’attesa di oltre un anno e problemi di personale: chiediamo perciò l’attuazione della legge 38/2010».

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco, vice presidente della commissione Sanità, ha affermato che «il reparto attivo presso il Brotzu non funziona a pieno regime ed ha gravi carenze di organico oltre che liste d’attesa inaccettabili di circa 12 mesi, per cui in un momento così drammatico per la sanità sarda è urgente intervenire sul reparto che va messo in condizioni di funzionare con piena efficienza».

Sempre per Forza Italia il vice capogruppo Marco Tedde ha definito la situazione di tanti pazienti sardi che soffrono «immorale, anche se non partiamo da zero perché nel 2013 e nel 2014 sono stati adottati importanti atti preliminari istituendo la rete della terapia del dolore; poi però si è fermato tutto e si tratta di una negligenza che dimostra la gestione debole della sanità sarda». La maggioranza, secondo Marco Tedde, «ha imposto una riforma sanitaria piena di lacune imponendo al Consiglio tappe forzate mentre si attende da 6 mesi l’approvazione del Ministero ed anche la vicenda dei diabetici sardi è emblematica perché diversi da tutti gli altri perché non possono utilizzare farmaci e supporti».

Per i Riformatori sardi, il consigliere Luigi Crisponi, «oltre alla legge su terapia del dolore c’è la 26/14 sull’endometriosi approvata all’unanimità dal Consiglio e mai attuata neanche nella parte che prevedeva specifiche esenzioni per le pazienti, mentre il governo nel 2017 ha adottato i Lea che comprendono queste esenzioni: è su queste cose che l’assessore deve dare risposte».

Antonello Peru, di Forza Italia, che in apertura ha dichiarato di voler aggiungere la sua firma alla mozione, ha sottolineato l’importanza della legge nazionale di riferimento e le risorse in essa contenute, impiegate anche dalla Sardegna per realizzare a suo tempo 3 hospice ma queste strutture, ha segnalato, «sono del tutto insufficienti e quelle attive non funzionano al meglio, dimenticando che le persone hanno diritto di poter vivere in modo dignitoso anche le malattie gravi, una esigenza che va recepita non solo realizzando le strutture ma anche promuovendo l’assistenza domiciliare». «Sui diabetici – ha concluso – è stato fatto un primo passo ma occorre fare di più a partire dalla dotazione degli strumenti di monitoraggio sottocutanei».

Ancora per Forza Italia il capogruppo Alessandra Zedda, cercando di capire le ragioni della mancata attuazione della legge e delle stesse delibere della Giunta, ha sottolineato «l’evidente menomazione del diritto alla salute dei sardi anche perché le liste di attesa di oltre un anno mezzo sono di fatto virtuali perché mancano le strutture in grado di prendere in carico i pazienti». La situazione complessiva, ha continuato, «fa capire che non si crede in questa terapia nonostante la Regione sostenga per intero i costi della sanità con ricorse pari a circa il 60% del proprio bilancio».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, che ha definito l’argomento «molto delicato», ha ricordato gli atti compiuti nella legislatura precedente che, nella sostanza, «in molti casi non coincidono e parlano di strutture molto carenti nonostante la disponibilità significativa di risorse». Fra l’altro, ha detto ancora Cocco, «è stato istituito un tavolo tecnico che ha prodotto una relazione che individua precise problematiche nella formazione del personale tanto è vero che sono state stanziate risorse aggiuntive per 480.000 ripartite in 3 master, uno dei quali partito venerdì scorso». Affrontando in generale lo stato della sanità sarda, Pietro Cocco ha auspicato «una discussione seria su riforma sulla nuova rete ospedaliera perché su questo abbiamo scommesso, i problemi che emergono sul campo sono tanti ma ci sono anche molte notizie infondate, insomma serve una operazione-chiarezza».

In qualità di capogruppo, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha detto che «prima di dare giudizi avventanti è bene documentarsi perché non è vero che la Sardegna non ha fatto niente, tanto è vero che la struttura del Brotzu è stata realizzata nei primi 2000 e, siccome non c’erano centri pubblici, molti privati li hanno realizzati col contributo di associazioni». «Ci sono quindi ampie responsabilità di tutti – ha sostenuto ancora Giorgio Oppi – e sotto questo profilo la mozione deve spingerci ad operare concretamente e c’è molto da fare anche per dare attuazione alla riforma della rete ospedaliera, che segna il passo al ministero ma non si può aspettare la fine della legislatura perché questo vuoto paralizza la sanità sarda». «E poi – ha concluso – bisogna dare basta al balletto dei privati che scaricano tutte le responsabilità sulla Regione».

Per la replica l’assessore Luigi Arru ha ringraziato l’on. Cherchi per aver sollevato il problema in aula e ha detto: «La legge è del 2010, non nel 2014. E cosa è accaduto sino a oggi? E cosa non si è fatto dal 2010 al 2014? Cure palliative e terapia del dolore sono materie che si intrecciano ma sono cose diverse. Il problema è creare reti e personale, che deve essere formato adeguatamente. Presto con l’Università attiveremo un master di secondo livello per la terapia del dolore e abbiamo già un’eccellenza, Olbia, che è stata certificata dal Sole 24 ore».

Per l’assessore alla Sanità «grazie a dei colleghi che operano all’Oncologico siamo bravissimi anche con le terapie invasive e non userei il parametro delle liste d’attesa per affrontare questo problema perché spesso i ritardi derivano da responsabilità altrui e dalla nostra decisione di risistemare, con opere urgenti, gli ospedali che ne hanno bisogno. Da quando si è arrivati si è detto che la Sardegna spende troppo per la Sanità: mettiamoci d’accordo su questo. Noi siamo convinti che la nostra proposta di riorganizzazione della rete ospedaliera sia la più efficace sotto il profilo della governance ed è molto più importante per noi togliere il dolore che lasciare medici in ospedali dove ci sono reparti che lavorano pochissimo. Dobbiamo portare la cultura antalgica fuori da Cagliari e formare medici specialisti nella terapia del dolore».

L’on. Cherchi (Pds) ha replicato: «Questa mozione ha tre anni di gestazione e alla fine del mio intervento rifarò la domanda con la quale ho aperto l’intervento. Non confondiamo i malati di tumore con la terapia del dolore e nemmeno le cure palliative con il dolore. Non abbiamo in Sardegna un solo posto letto per le cure palliative pediatriche eppure sono mediamente trenta ogni anno i pazienti pediatrici che si avviano alla fine della vita. Noi non abbiamo la rete delle terapie del dolore ma non c’è hub senza rete: chiedo all’assessore se intende costituire o no la rete prevista dalla legge 38 del 2010?».

L’on. Marco Tedde (FI) ha chiesto di aggiungere la sua firma alla mozione Cherchi e ha aggiunto rivolto all’assessore Luigi Arru: «Lei è diventato abilissimo a glissare sulle questioni centrali. Con molta eleganza interpreta il suo ruolo, ma senza impegno. Lei non ha mosso un passo per attuare la legge 38 e questi sono i fatti: com’è andata a finire la riorganizzazione della rete ospedaliera, non aggiri le domande e non dia risposte evasive».

L’assessore Arru ha ripreso la parola per dire che intende «applicare la legge 38, con i tempi che avete utilizzato voi, dal 2010 al 2013».

Per l’on. Pietro Cocco (Pd) «il collega Tedde ha sbandato ma stiamo ad ascoltarlo lo stesso».

La capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, ha detto: «Continuate pure con questo andazzo ma la risposta sarà uguale a quella che avete ottenuto il 4 marzo».

Per il Pds è intervenuto l’on. Roberto Desini, secondo cui «c’è una mozione e a  quella l’assessore Arru è chiamato ad attenersi. Da anni siete chiamati a dare attuazione alla legge 38, è arrivato il momento di recuperare il tempo perduto».

Il sardista Angelo Carta ha ricordato che «l’Aula è d’accordo sulla mozione» e così l’on. Daniele Cocco (Art. 1): «Fare l’assessore a fine mandato non è un regalo per nessuno ma oggi è necessario applicare immediatamente la legge 38. I sardi hanno aspettato abbastanza».

La mozione 331 è stata approvata.

La mozione 413 sulla difesa degli agnelli marchiati IGP Sardegna è stata presentata dall’on. Luigi Lotto (Pd), presidente della commissione Agricoltura. L’oratore ha detto: «Una vicenda di cronaca della scorsa settimana porta alla ribalta sulla stampa ancora una volta il tema della certificazione dei prodotti sardi e della protezione della loro origine mediante un marchio. Sembrerebbe che degli agnelli siano stati importati in Sardegna dalla Romania, macellati in Sardegna e poi esportati di nuovo con il marchio sardo. E’ fondamentale il ruolo del consorzio in questo caso come in tutti i casi di protezione dei prodotti con un marchio nostro. E’ chiaro che servono norme nuove, anche penali, contro la contraffazione: lasciamo alla magistratura il compito di occuparsene, accanto al Parlamento presso il quale giace un disegno di legge. Con chiarezza però viene alla luce del sole un fatto che tutti sospettavamo: il marchio sardo ha un valore enorme se qualcuno si preoccupa di portarli dalla Romania, macellarli e rivenderli come prodotto di Sardegna. Siamo certi che il Consiglio regionale vorrà prendere una posizione chiara e univoca su questa vicenda, che ci porta a stare a fianco al Consorzio di tutela in questo caso e più in generale ai marchi dell’olio, del vino e del settore lattiero caseario. Dobbiamo lavorare per ottenere anche altri marchi di origine, allargando le nostre produzioni e tutelandole nel commercio. Questa vicenda va condannata ma ci deve servire da monito».

Nella discussione è intervenuto l’on. Gianluigi Rubiu (Udc), che ha ringraziato il collega Lotto per la mozione: «Il problema è grave e va oltre il fatto fine a se stesso: nel 2015 in Italia i reati agroalimentari sono cresciuti del 215 per cento». L’oratore ha annunciato e poi depositato un ordine del giorno che auspica l’intensificazione dei controlli sul fronte della contraffazione e delle frodi agroalimentari. 

Per Art. 1 l’on. Lai ha detto: «Questo tema va discusso anche per un fatto di orgoglio della buona politica. L’anno scorso abbiamo stanziato 15 milioni di euro per il comparto ovino e le nostre buone risposte e pratiche non possono essere messe in discussione da chi fa cose poco serie come queste. Basta con queste contraffazioni, che sono un grande danno per l’economia sarda: abbiamo stanziato altri 20 milioni per la pastorizia e per l’agricoltura sarda, chiediamo che si spendano quelle risorse».

Il Pds ha preso la parola con l’on. Piermario Manca, che ha ringraziato il presidente Gianfranco Ganau per aver portato in Aula con tempestività la mozione: «Noi sapevamo che erano necessarie le stalle di sosta nei porti per controllare il bestiame, l’ho detto tre anni fa. Perché non lo abbiamo fatto? Questo è il vero problema e questo dobbiamo fare se vogliamo arginare il fenomeno e fermare certe truffe alimentari».

La consigliera Daniela Forma (Pd) si è complimentata con l’assessorato dell’Agricoltura ed ha chiesto all’assessore di riferire circa le interlocuzioni ministeriale sulla possibile risoluzione delle problematiche inerenti il declassamento degli ippodromi sardi. Nel merito degli argomenti oggetto della mozione l’esponente della maggioranza ha parlato di “fatti di straordinaria gravità” ed ha ricordato gli sforzi fatti per la valorizzazione dell’agnello sardo Igp. La consigliera ha inoltre evidenziato ruolo e funzione del consorzio di tutela ed ha concluso il suo intervento auspicando un incremento degli stanziamenti in sede di assestamento di bilancio per aumentare il numero di agenti vigilatori.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha lamentato la mancata discussione delle due proposte di legge a suo tempo presentate per l’istituzione di controlli portuali e aeroportuali al fine di meglio tutelare le produzioni agricole sarde e la salubrità dei. Antonio Gaia (Upc-Socialisti) ha fatto riferimento ad un suo precedente intervento in Aula del 2015 per riproporre il divieto al taglio delle orecchie degli agnelli al momento della macellazione. Mantenere la targhetta auricolare fino al momento dell’acquisto del prodotto nelle macellerie – a giudizio del consigliere della maggioranza – è la soluzione semplice e immediata per garantire il consumatore dalle frodi.

L’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, intervenendo in sede di replica, ha ribadito l’impegno per la tutela dell’agnello sardo e del marchio Igp ed ha confermato la frode scoperta nel periodo dell’ultima Pasqua quando dodicimila agnelli provenienti dalla Romania sono stati macellati e spacciati come agnello sardo Igp nel mercato isolano. L’assessore ha inoltre illustrato per sommi capi un importante progetto sperimentale per la tracciabilità elettronica delle carni ed ha assicurato un incremento delle azioni di vigilanza a tutela dei marchi qualità conquistati dalla Sardegna. Pierluigi Caria ha inoltre ribadito la volontà di procedere nelle iniziative per il riconoscimento di ulteriori marchi per le produzioni tipiche isolane ed ha aggiornato il Consiglio sulla situazione che riguarda Ara e Apa.

In ordine al Vinitaly ha confermato la partecipazione di 97 cantine sarde  ed ha uspicato una sempre maggiore aggregazione tra produttori e aziende.

Sulla questione degli ippodromi, l’assessore ha confermato la firma al ministero delle Politiche agricole del decreto che consentirà lo svolgimento delle gare nell’ippodromo di Chilivani da domenica 22 aprile, nonché una possibile moratoria per scongiurare gli effetti del declassamento degli ippodromi della Sardegna.

Il presidente della commissione Attività produttive, Luigi Lotto, ha confermato la messa in votazione della mozione di cui è primo firmatario e dell’ordine del giorno presentato dal capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, in qualità di primo firmatario L’esponente della maggioranza ha ricordato che sulla questione degli ippodromi è al lavoro la sottocommissione per portare all’attenzione dell’Aula una proposta normativa condivisa per dare una svolta al comparto e garantire un futuro all’ippica in Sardegna. Il consigliere del partito dei Sardi, Piermario Manca, ha ribadito che la migliore soluzione per tutelare i prodotti sardi e scongiurare le frodi alimentari è rappresentata dalla realizzazione delle cosiddette stalle di sosta in prossimità di porti e aeroporti per il controllo degli animali e delle piante.

Daniela Forma (Pd) ha sottolineato procedure, adempimenti e normative statali e europee che dovrebbero tutelare produzioni tipiche e consumatori ed ha auspciato in futuro una maggiore comunicazione tra gli organi ministeriali deputati al controllo.

Il capogruppo Pds, Gianfranco Congiu, ha denunciato un atteggiamento punitivo da parte dello Stato nei confronti della sardegna per quanto attiene ilr ecepimentod elle norme europee in materia di tutela delle razze autoctone. A giudizio di Congiu lo schema ministeriale inibisce la Regione, laddove volesse istituire l’ente selezionatore e dunque la Sardgena non potrebbe tutelare il suo patrimonio.

Il consigliere Upc, Antonio Gaia, ha riproposto la conservazione della targhetta auricolare ricordando che prima dell’istituzione del consorzio per la tutela Igp, le orecchie degli agnelli non venivano tagliati in sede di macellazione.

Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha proposto di portare in discussione la proposta di legge per istituire i controlli nei porti e negli aeroporti e il consigliere del Pd, Mario Tendas, ha dichiarato voto favorevole per la mozione e l’ordine del giorno.

Posta in votazione la mozione Lotto e più che impegna la Giunta a garantire la sicurezza dell’immagine dell’agnello sardo Igp è stata approvata all’unanimità con 41 voti a favore.

La capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha quindi precisato che i contenuti della mozione sul tema presentata a suo tempo dagli ex consiglieri di Forza Italia, Ugo Cappellacci e Pietro Pittalis, sono stati inseriti nell’ordine del giorno Rubiu e più che dà mandato al presidente della Giunta di adottare ogni utile iniziativa per contrastare la contraffazione alimentare dei prodotti agricoli sardi.

Dopo il parere favorevole espresso dalla giunta l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità con 38 voti favorevoli.

Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato conclusi i lavori dell’Aula ed ha convocato il Consiglio per domani, giovedì 19 aprile, alle 10.00.

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Il Consiglio regionale stamane ha approvato il bilancio di previsione triennale 2017-2019 e 2018-2020.

Il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno affrontando come primo punto il documento relativo allo schema n. 5 delle norme attuazione che prevede l’istituzione del Collegio revisori dei conti.

Prima di procedere alla discussione del testo la consigliera del Pd Daniela Forma, sull’ordine dei lavori, ha chiesto che l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria possa riferire nel pomeriggio sulla situazione degli ippodromi sardi, per i quali si attendeva un decreto ministeriale che ne evitasse il declassamento.

Sempre sull’ordine dei lavori il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha rilanciato il tema dei lavoratori del progetto lavor@bile che il presidente Gianfranco Ganau ha recentemente incontrato, per sollecitare un nuovo incontro con l’assessore che faccia chiarezza sulle motivazioni che ancora impediscono la copertura dei posti riservati agli invalidi se non in minima parte.

Il presidente Gianfranco Ganau ha accolto la proposta.

Ancora sull’ordine dei lavori, il consigliere Mariano Contu, dichiarando conclusa la sua adesione tecnica al gruppo Sardegna, ha annunciato il suo ritorno in Forza Italia.

Per Forza Italia Alessandra Zedda ha ricordato l’imminente scadenza della riorganizzazione delle strutture Aras e Anpa, i tempi stringenti e l’impegno di incontrare ancora l’assessore sia per fare il punto sulle attività gestionali che per verificare i contenuti del nuovo disegno di legge annunciato per il prossimo 7 maggio. Su questi argomenti, ha concluso, è opportuno sentire l’assessore Pierluigi Caria.

Iniziando la discussione sullo schema delle norme di attuazione che prevedono l’istituzione del Collegio dei revisori dei conti, il presidente della prima commissione Francesco Agus (Misto-Cp) ha affermato che, nella riunione congiunta della prima commissione e della terza commissione «è stata sentita la commissione paritetica per chiarire alcuni aspetti, sia sul raccordo Corte dei conti che sull’autonomia del Consiglio il quale peraltro non ha ancora una legge statutaria». Agus ha proposto infine un ordine del giorno nel quale, dopo il parere favorevole sulle norme di attuazione e l’istituzione del Collegio, si introducono alcune modifiche impegnando il presidente Pigliaru a sostenerle presso il Governo centrale.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha affermato di essere rimato in dubbio prima di aderire al documento «dopo aver sentito l’assessore Raffaele Paci in commissione che spesso ha dimenticato di difendere autonomia della Sardegna ritirando i ricorsi senza chiedere permesso al Consiglio ed anche in questa circostanza ha agito all’ultimo momento: non so quindi quale Raffaele Paci bisogna prendere per buono». So però, ha aggiunto, «che in questo caso ha sostenuto la posizione della Corte dei conti come aveva sostenuto la posizione dello Stato sugli accantonamenti nonostante la Val d’Aosta, fin dal 2015, ne abbia ottenuto la totale cancellazione dopo aver vinto un ricorso, con la motivazione che si paga la sanità; se è per questo anche la Sardegna se la paga eppure versa allo Stato più di 700 milioni l’anno di accantonamenti, per cui anche noi dobbiamo chiedere l’annullamento totale ed è strano che su questo tema le componenti più autonomistiche della maggioranza non si facciano sentire».

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu ha paragonato il provvedimento al canto del cigno con il quale la terza commissione ha preso atto «dell’introduzione da parte dello Stato della ennesima misura di coordinamento della finanza pubblica che lo stesso Stato, con l’avallo della Corte costituzionale, utilizza da tempo come grimaldello per bypassare l’autonomia regionale, eppure si tratta di un dato strutturale molto preoccupante». La prima commissione, ha sostenuto, «si è lavata la coscienza con una osservazione quando ha detto che la commissione paritetica non sacrifica le prerogative dell’autonomia e quindi siamo tranquilli, mentre la terza ha sottolineato che il Consiglio regionale è una specie di parlamento e quindi nella prassi si è mosso quasi esercitando una autodichìa ed infatti ha precisato di voler tutelare questa autonomia; poi per non appesantire il procedimento abbiamo soprasseduto ammainando la bandiera, io almeno l’ho detto».

A nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele ha condiviso le deliberazioni delle commissioni congiunte comprese integrazioni e modifiche, precisando che «il Collegio dei revisori è fondamentale per trasparenza della Regione e non averlo ci priva di organo fondamentale per la nostra autonomia».

Successivamente il Consiglio ha approvato l’ordine del giorno proposto dal presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini.

Dopo lo scrutinio il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, recentemente eletto alla Camera dei deputati, ha annunciato le sue dimissioni dalla carica consigliere regionale dove, ha ricordato, «ho trascorso quasi cinque lustri scanditi spesso da passioni ed irruenze improntate sempre alla volontà di servire il popolo sardo». Forse non sempre riusciti nei nostri intendi, ha proseguito, «come testimoniano tante questioni ancora aperte come quelle di disoccupati, precari e poveri per i quali bisogna fare molto di più in Sardegna come a Roma». Pietro Pittalis ha infine ringraziato il presidente Ganau, tutti i consiglieri, il personale del Consiglio, il presidente della Giunta Pigliaru e tutto l’esecutivo ed i giornalisti delle testate sarde. Un ringraziamento particolare, infine, lo ha rivolto al gruppo di Forza Italia ed alla collega Alessandra Zedda, che sarà il nuovo capogruppo.

Il presidente Gianfranco Ganau ha formulato a Pietro Pittalis i migliori auguri di buon lavoro ed ha sospeso brevemente la seduta.

Alla ripresa dei lavori il Consiglio ha iniziato la discussione del Disegno di legge n.499 (Giunta regionale) ed il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza Franco Sabatini (Pd).

Sabatini ha ricordato che il provvedimento, che non comporta aumenti di spesa, ha lo scopo di recepire le indicazioni della Core dei conti sulla corretta contabilizzazione delle anticipazioni di liquidità all’interno del bilancio, attraverso la costituzione di un apposito fondo.

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha auspicato che, al di là delle questioni tecniche, siano finalmente superate le difficoltà nella parifica dei bilanci della Regione da parte della Corte.

Per l’Esecutivo, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha affermato che «la recente deliberazione della Corte dei conti ha tracciato un percorso preciso per inserire nei bilanci le anticipazioni di liquidità per cui abbiamo adeguato i bilanci 2017 e 2018 per evitare problemi interpretativi».

Successivamente il Consiglio ha approvato la legge, composta da 3 articoli e 15 allegati, con 45 voti.

Subito dopo l’Assemblea ha iniziato la discussione del disegno di legge n. 501 che prevede l’esenzione Irap per le Onlus nei limiti degli aiuti de minimis disciplinati dalla normativa europea.

Il relatore di maggioranza Franco Sabatini (Pd) ha sottolineato che la legge lascia invariati i saldi finanziari ed introduce alcune variazioni bilancio a parziale correzione della finanziaria 2018.

A nome della minoranza, Alessandra Zedda di Forza Italia ha osservato che «l’esenzione Irap per le Onlus sarde risale al 2004 libera da normativa Ue, quindi la modifica proposta è peggiorativa e potrebbe avere ricadute negative sulle Onlus; mancano poi indicazioni precise sulla platea dei beneficiari, la stima degli effetti finanziari e degli oneri sulla finanza regionale». Lo Statuto, ha aggiunto, «riconosce peraltro alla Regione il potere di introdurre agevolazioni fiscali che quindi potrebbero continuare fermo restando obbligo di notifica alla Ue ed inoltre, in generale, va tenuto conto che l’albo nazionale delle associazioni non è ancora completo per cui la legge appare un salto in avanti di dubbia efficacia, mentre sarebbe necessario accompagnare le Onlus verso il nuovo regime favorendone la crescita».

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha comunicato che la Giunta ha presentato un emendamento per abrogare art.1 «proprio per sgombrare il campo da questioni interpretative, nel merito però deve essere chiaro che il de minimis sarà applicato in via amministrativa pena la responsabilità dei funzionari e delle stesse associazioni, e del resto non possiamo fare diversamente in base ad una legge dello Stato». Dal 2017, ha concluso Raffaele Paci, «c’è l’albo nazionale delle associazioni ammesse a questo beneficio che recepisce la riforma del codice del Terzo settore che definisce una platea più ampia consentendo quindi di inserire nuovi soggetti, così come stanno facendo tutte le Regioni: faremo i calcoli con esattezza e in finanziaria presenteremo un adeguamento dettagliato». 

Per l’on. Gianfranco Congiu (PDS) “ci stiamo adeguando a un testo unico che ha avuto nel suo processo di gestazione una motivazione del tutto avulsa dal diritto dell’Unione europea. Caro assessore Paci, non posso accettare che la Sardegna si pieghi a un diktat nazionale, che se ne frega delle regioni che sul terzo settore hanno una disciplina propria. Noi siamo titolari di una prerogativa statutaria”.

L’on. Franco Sabatini, presidente della commissione Bilancio, ha detto che “è importante che la Giunta con l’assessore Raffaele Paci annunci il ritiro dell’articolo 1, ne riparleremo in commissione Bilancio quanto prima e non aprirei qui oggi ulteriori discussioni. Valuteremo se è necessario un disegno di legge regionale a favore delle onlus sarde”.

Sulla stessa posizione anche l’on. Attilio Dedoni (Riformatori), che ha detto: “Bene ha fatto l’assessore a ritirare l’articolo 1, non dobbiamo essere soggetti passivi ma tra coloro che mettono davanti a tutto gli interessi della Sardegna”.

L’Aula ha votato il passaggio agli articoli e la commissione e la giunta si sono espresse sugli emendamenti presentati.

Approvati l’emendamento soppressivo all’articolo 1 e poi di seguito l’articolo 1 bis, 1 ter, 1 quater. Approvato l’emendamento aggiuntivo 1 all’articolo 1 quinquies e poi l’articolo 1 quinquies.

Approvato a seguire anche l’articolo 2, l’articolo 3 e l’allegato 1 come modificato dall’emendamento 2.

Il Consiglio regionale ha approvato anche l’allegato 2 il testo definitivo della legge. 

L’on. Agus, presidente della commissione Autonomia, ha illustrato il Dl 489 (interventi regionali in materia di protezione civile) e ha aggiunto: “E’ un tema sollecitato dall’assessore Spano nel corso di una seduta della commissione della scorsa settimana. Dobbiamo facilitare la procedura di adozione del piano regionale di protezione civile”.

Il presidente ha messo in votazione l’articolo 1 e poi il 2, il 3. A seguire è stato approvato anche il testo della legge.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dichiarato conclusa la seduta per consentire nell’immediato l’apertura dei lavori della Giunta per le elezioni e in contemporanea quelli della Prima commissione.

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«Ritengo che non sia una priorità per i Sardi la modifica della legge elettorale che, peraltro, secondo il gruppo di Forza Italia, garantisce la governabilità ed assicura una maggioranza certa all’interno del consiglio regionale.»

L’appello arriva dal deputato di Forza Italia Pietro Pittalis: «Nessun mutamento, dunque, e nessuna furbata per accreditare partiti e persone che solo il voto popolare può legittimare».

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Il deputato di Forza Italia, Pietro Pittalis, interviene in seguito all’ennesimo tentativo di truffa a danno dei consumatori sardi attraverso l’immissione nel mercato isolano di 12mila agnelli, con marchio IGP, provenienti dalla Romania. Pietro Pittalis sollecita il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e l’assessore regionale dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, ad adottare nuove ed ulteriori misure di contrasto a questi fenomeni gravemente lesivi per un comparto fondamentale dell’economia isolana e per i consumatori.

«Ora più che mai – dichiara Pietro Pittalis – l’Amministrazione regionale deve mettere in campo le risorse e le politiche adeguate a difesa delle nostre produzioni e, in particolare, del comparto ovicaprino. Si deve incentivare la tracciabilità delle produzioni locali con procedure che siano semplificate e, pertanto, accessibili alle imprese sarde. È necessario – conclude Pietro Pittalis – rilanciare la filiera dei prodotti a marchio di qualità con operazioni di significativo contrasto all’importazione di prodotti non riconoscibili o di dubbia provenienza.»

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Il Consiglio regionale ha approvato l’ordine del giorno sulla riorganizzazione delle sedi Inps in Sardegna.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha ripreso l’esame, iniziato nella seduta pomeridiana di ieri, della mozione n. 374 (Forma e più) sul piano di riorganizzazione delle sedi Inps ed il suo impatto sul territorio regionale. Alla mozione è stata accorpata la n. 265 (Truzzu e più) di analogo contenuto.

Prima dell’esame dei documenti il consigliere Piermario Manca (Pds), sull’ordine dei lavori, ha segnalato le numerose domande giacenti per gli allevatori del settore ovini bloccate per mancanza di personale, suggerendo di integrare gli addetti con unità appartenenti a Laore, come si è fatto in altre circostanze.

Riprendendo la discussione delle mozioni sulla riorganizzazione dell’Inps la consigliera del Pd Daniela Forma, prima firmataria della mozione n. 374, ha letto al Consiglio il testo di un ordine del giorno unitario, frutto della sintesi delle due mozioni e degli spunti emersi dal dibattito di ieri. L’ordine del giorno prevede, fra l’altro, che la riorganizzazione dell’Inps privilegi i parametri di copertura del territorio, di vicinanza all’utente ed ai contesti economicamente fragili con il coinvolgimento delle amministrazioni comunali interessate. Inoltre, prosegue il documento, la Regione si attiverà sia per la sospensione dei licenziamenti che per assegnare alla Sardegna una quota di assunzioni previste all’interno della nuova pianta organica dell’istituto.

Successivamente i consiglieri sono intervenuti per dichiarazioni di voto.

Per i Riformatori sardi, il consigliere Michele Cossa, favorevole, ha evidenziato che in occasione dei tagli dello Stato o delle banche «ci si preoccupa delle conseguenze negative anche per l’occupazione, lasciando però sullo sfondo la questione dell’efficienza dei servizi su cui occorre puntare». Certamente, ha aggiunto, «quello dell’efficienza non è il caso dell’Inps come dimostrato dalla vicenda dei fondi per Garanzia giovani, bloccati per 4 mesi vanificando lo stesso intervento-elemosina; la politica si deve porre questo problema e, rispetto alla Gallura che rivendica la Provincia. c’è bisogno anche in questo caso di servizi efficienti alle imprese, che ora arrivano dopo 3 anni».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, favorevole, ha definito il documento un pannicello caldo rispetto ad una vertenza molto più ampia che deve avere al centro il fenomeno dell’arretramento dello Stato dal territorio regionale; questo è anche un costo reale dell’insularità deve che deve essere tenuto in grande considerazione, per cui il presidente della Regione deve riferire al Consiglio in tempi brevi sulle iniziative avviate perché altrimenti tutto il lavoro dell’Assemblea sarà stato inutile».

Sempre per Forza Italia il consigliere Giuseppe Fasolino, favorevole, ha sostenuto che «la mozione deve far riflettere perché l’Inps è l’ennesimo ente che si allontana dal cittadino, che giustamente protesta per l’aumento della distanza con le istituzioni, senza dimenticare che anche Abbanoa sta smobilitando gli uffici periferici in molti territori dell’Isola». Il Consiglio, a suo giudizio, «non può stare fermo a guardare e, sotto questo profilo, anche il discorso della provincia Gallura è una grande lamentela dei cittadini perché o le province non ci sono per nessuno o ci sono per tutti; la riforma di questi enti non si è fatta e quindi la Gallura ribadisce la volontà dell’autonomia, perché provincia vuol dire servizi reali alla comunità e se non interveniamo il risultato del 4 marzo sarà solo il primo di una lunga serie».

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta, favorevole, ha invitato tutti a «partire da una riflessione sulla presenza degli uffici sul territorio e, al di là dell’Inps, bisogna riflettere su molte altre funzioni importanti che progressivamente vengono meno». Ultimo esempio in ordine di tempo che riguarda La Maddalena che paga una sorta di doppia insularità, ha ricordato Pierfranco Zanchetta, «il cambio di rotta rispetto ai recenti accordi stipulati con la Difesa attraverso la Marina per la scuola sottufficiali che sarà dirottata a Taranto». Riprendendo il tema della provincia Gallura, Pierfranco Zanchetta ha affermato che «il collega Michele Cossa ha ragione quando dice che la Gallura ha bisogno di efficienza ma sbaglia quando dice che la provincia è stata un ente inutile».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, favorevole, ha sottolineato che «ci sono funzioni fondamentali che lo Stato deve assolutamente garantire ed è un dato di fatto che le province hanno subito tagli impressionanti e non sono più in condizione di poter erogare servizi ai cittadini soprattutto nelle zone interne, cosa che la Sardegna non si può permettere». Tornando al tema dell’Inps, ha concluso, «va ricordato che si occupa di pensioni e lavoro e questo basta per comprendere il suo ruolo strategico e farci capire che il Consiglio deve tenere alta l’attenzione su questi problemi».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, favorevole, ha osservato che «il documento è l’occasione per mettere a punto una nuova strategia della Regione che non ha fatto quanto poteva in materia di presenza dello Stato, ad esempio, su sicurezza e trasporti». Per quanto riguarda la Regione, ha proseguito, «la riforma degli Enti locali non è stata una risposta adeguata come quella sanitaria sanità; forse perciò non è solo l’Inps che sta abbandonando il territorio ma tutta la politica, perché nei nostri piccoli comuni stanno chiudendo scuole, caserme, uffici del lavoro e questo tema deve entrare con forza nell’agenda della politica».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha messo l’accento sul fatto che, dopo il dibattito di ieri, «il Consiglio ha positivamente virato su una impostazione complessiva profondamente diversa dal rivendicazionismo sterile e deferente per mettere a fuoco problemi veri; va bene l’acquisizione del piano di riorganizzazione dell’Inps come base di confronto con il territorio ed il Consiglio che non vogliono più subire scelte esterne, un livello di confronto inedito che deve essere applicato ed allargato non solo alla vicenda Inps (pur importante), come vedremo fra poco occupandoci delle politiche agricole».

Il consigliere di Forza Italia Mariano Contu, favorevole, ha ricordato che «sembra che l’Inps svolga i suoi compiti senza contropartite ma non è così perché la Regione ha spesso anticipato risorse ingenti per la cassa integrazione e la Regione ha fatto la sua parte sia pagando gli stessi servizi che a volte anche i costi degli uffici attraverso le amministrazioni locali; di qui l’invito a far pesare anche questo elemento sul tavolo delle trattative».

La consigliera del Pd Daniela Forma, nelle conclusioni, ha ringraziato tutti i gruppi per il senso di responsabilità dimostrato di fronte ad una questione molto sensibile per la Sardegna. L’impegno della Regione, h detto, «è molto concreto non solo sull’Inps ma sulla presenza complessiva dello Stato, fermo restando che l’Inps ha comunque un suo specifico di grande interesse perché si occupa di misure a sostegno del reddito, ammortizzatori sociali e pensioni che rivenstono molta importanza per la nostra Regione; positivo perciò l’impegno della Giunta a proseguire in modo serrato il confronto con Governo tenendo informato il Consiglio».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo ai voti l’ordine del giorno, che il Consiglio ha approvato all’unanimità.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame delle mozioni riguardanti i lavoratori dell’Aras e dell’Apa, presentate dal Pds e da Forza Italia.

Illustrando quella del Pds il capogruppo Gianfranco Congiu ha messo in evidenza che lo scopo del documento è quello di trasferire le risorse per il pagamento degli arretrati, risolvere contenzioso, attuare la legge regionale 3/2009 per il trasferimento dei lavoratori Aras nell’agenzia Laore. Da questo contesto, ha sostenuto Gianfranco Congiu, «emerge il problema trasversale del mondo zootecnico, perché troppe volte sentiamo parlare di associazioni private ma bisogna tener conto che la Regione agisce nell’interesse pubblico; aggiungerei di conseguenza alla mozione il fatto che la Regione ha emanato un decreto, già nel 1982, con cui riconosce giuridicamente l’associazione allevatori e non è fatto banale, significa che c’è il senso di tutela della specificità (anche genetica) del nostro patrimonio zootecnico e questo è l’approccio giusto che va contrapposto ad ogni ipotesi di fusione che sarebbe con-fusione».

Per il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni, «il dibattito sta arrivando al cuore di molti problemi che hanno al centro la specificità della Sardegna e, se le agenzie agricole non fanno il proprio lavoro, è anche perché irresponsabilmente sono state lasciate libere in una situazione di sudditanza rispetto al continente come per il sangue dell’anglo arabo». In altre parole, ha aggiunto, «bisogna definire i compiti di chi lavora al miglioramento della genetica e alle attività di vero benessere animale e tutto in fondo nasce da qui, da una confusione di ruoli che vanifica gli effetti positivi degli interventi e delle risorse impiegate; le agenzie vanno quindi profondamente riformate ed i lavoratori riassorbiti, questo è il compito del Consiglio».

Illustrando la mozione di cui è primo firmatario il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che «è necessario impegnarsi a fondo per il riconoscimento di un sacrosanto diritto dei lavoratori Ara e Apa perché ora non possiamo pensare che la responsabilità sia di qualcun altro o replicare mozioni e atti parlamentari». Bisogna fare qualcosa di più e la Giunta deve attivarsi con urgenza, ha esortato Pittalis, «per dire basta con la reverenza a Roma e con Sardegna che mette soldi ed altri che prendono le decisioni, secondo uno schema che deve essere invertito, richiamando all’ordine i commissari». La settimana scorsa, ha ricordato il capogruppo di Forza Italia, «abbiamo risolto i problemi della Hydrocontrol, per cui ora dobbiamo fare altrettanto perché la situazione è sostanzialmente la stessa; in conclusione delle due l’una, o hanno preso in giro l’assessore o si sta tagliando fuori il Consiglio ma è certo che bisogna immediatamente revocare i licenziamenti, peraltro di dubbia legittimità».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha detto di credere nelle istituzioni, nel Consiglio e nell’autorevolezza della Giunta, per cui «auspico che non si ripeta il film già visto dell’ordine del giorno che non serve a nessuno e soprattutto non serve ai lavoratori licenziati; è inammissibile che per i commissari nominati fuori della Sardegna il primo atto della riorganizzazione siano i licenziamenti». Ho fiducia anche nell’assessore, ha concluso Daniele Cocco, «però questo è il tempo delle risposte e la prima deve essere la revoca dei licenziamenti».

Per il Pd il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini, sul piano operativo, ha messo in luce che «il problema immediato del ritardo nei pagamenti degli stipendi ai lavoratori Ara, manifesta l’evidente incapacità della macchina amministrativa regionale, con alcuni profili da verificare che potrebbero portare anche alla rimozione da incarichi». Quanto alla vicenda dei lavoratori Apa, secondo Franco Sabatini, «non possiamo accettare imposizioni da Roma senza alcuna interlocuzione, con la Regione ed i sindacati, senza tralasciare il tema generale di una forte resistenza ad applicare il trasferimento dei lavoratori da Ara a Laore; assumiamoci dunque le nostre responsabilità rivendicando il ruolo dell’assistenza tecnica pubblica su zootecnia sarda magari con una agenzia regionale o una società in house, affidiamo alla commissione Agricoltura una istruttoria rapida per scrivere una riforma e portiamola in Aula».

Piermario Manca, del Pds, ha espresso dissenso su trattamento unitario dei problemi Ara e Apa che invece sono distinti. Per quanto riguarda l’Ara, ha precisato, «ci sono stati quattro anni di attese inutili e, a parte il problema contingente, dobbiamo capire quale deve essere il futuro per la zootecnia sarda». Dopo aver ricordato le vicende dell’Aia che «prima mette due commissari e poi licenzia i lavoratori pagati dalla Regione e trasferisce alcune attività nella Penisola» Manca ha sostenuto che «tutto questo significa che allora non contiamo niente di fronte ad una situazione che vede una legge regionale non applicata, molti professionisti che lavorano da 35 anni in una Regione che vive da zootecnia, ed una Regione che paga l’80% dei costi e non incide sulle scelte». Tutto questo è inaccettabile, ha concluso, «ed è urgente che la Regione recuperare il suo ruolo».

L’on. Alessandra Zedda (FI) è partita nel suo intervento dalla “necessità di rivedere le agenzie che si occupano del settore agropastorale” ed ha aggiunto: “Credo che la Regione debba agire con un solo strumento normativo e con un solo comportamento. Quando la Regione ha voluto sistemare i problemi delle agenzie lo ha fatto in passato egregiamente. Non possiamo essere noi i primi che ritardano nei pagamenti o nelle riorganizzazioni di Ara e delle Apa: per quale ragione si è fermata questa riorganizzazione? Noi ci lamentiamo dello Stato che depotenzia i servizi in Sardegna e spostiamo a Ravenna i conti correnti”. L’oratore ha parlato dei licenziamenti in atto: “Bisogna capire cosa sta succedendo una volta per tutte e stoppare una volta per tutte i licenziamenti, come d’altronde chiedono le mozioni che stiamo discutendo”.

Per il Pd ha preso la parola l’on. Luigi Lotto e ha detto: “Sembrava che il problema fosse in via di soluzione e invece non è così. Ma certo il Consiglio regionale ha fatto quello che doveva fare, questo sì. Una cosa voglio dire: le Ara e le Apa svolgono funzioni differenti e le Apa fanno parte del sistema nazionale ma sono state scaricate sulle Regioni. La soluzione è una società in house? Parliamone, sentiamo cosa ne pensa al Giunta. Qualche sindacato propone di costituire un’azienda speciale. Vediamo. Certo nessuno di noi può accettare che 350 persone da domani vadano a spasso”.

L’on. Giovanni Satta (Psd’Az) ha detto che “il problema della riforma riguarda tutta Italia e non solo la Sardegna. Non è accettabile che i commissari con tanta arroganza abbiano operato licenziamenti illegittimi nelle Aia sarde e chiedo all’assessore Caria di prendere a cuore questa situazione e di affrontarla, non fidandosi dell’Aia che ha una situazione deficitaria ed è piena di debiti. Intanto i licenziamenti vanno sospesi e poi per l’Ara dobbiamo metterci noi a fare una riforma in senso sardo, visto che la legge comunitaria ce lo consente”. Per LeU ha preso la parola l’on. Eugenio Lai, che ha detto: “I cittadini guardano lontano dalla politica quando la politica non è in grado di cogliere l’essenza dei problemi. Noi non accettiamo l’idea che la politica trovi capri espiatori: dobbiamo assumerci la nostra responsabilità di legislatori e salvare i 13 dipendenti Aia licenziati. E dobbiamo creare un ente sardo che possa dare risposte alle esigenze del mondo agropastorale.  Questo deve fare la buona politica”. Il Pd è intervenuto con l’on. Antonio Solinas, che ha detto. “Dal 2009 si discute di questi temi e il Consiglio approvò la legge regionale 3 subito all’inizio di quella legislatura. Non spetta a noi dare attuazione alle leggi, visto che le risorse sono disponibili E in quella legislatura si chiedeva alla giunta regionale di attuare le norme della legge 3. E’ inaccettabile che due commissari romani vengano e gestiscano soldi e licenziamenti: fermiamo le bocce e verifichiamo che fine hanno fatto i finanziamenti che abbiamo erogato”. “E’ paradossale la giornata odierna, con la Regione che per peccati di omissione determina una situazione molto grave in un pezzo fondamentale della nostra economia, il settore agropastorale e la zootecnia”: lo ha detto l’on. Michele Cossa (Riformatori). E ha aggiunto: “Dobbiamo dare seguito allo sdegno, bloccando i licenziamenti  e soprattutto trovando una soluzione definitiva a una soluzione di precariato che non ha senso”. Per l’on. Paolo Truzzu (FLI) “non è accettabile che si debba arrivare sempre con l’acqua alla gola ad affrontare i problemi. Anche io ho iniziato l’avventura in quest’Aula con una mozione Aras, nel luglio del 2014. Oggi lo ribadisco: o la legge non è applicabile e va cancellata; oppure la legge deve essere applicata. Non ci sono alternative e oggi siamo a bomba, sempre sullo stesso punto: nessuno deve poter decidere sul futuro della zootecnia sarda, se non i sardi. Ed è chiaro che questa giunta e non solo questa deve rispondere di cosa è accaduto in questi anni. Non c’è un disegno sul futuro della zootecnia in Sardegna e questo lo dicono alcuni della maggioranza, non noi. Avete perso quattro anni inseguendo le piccole cose e da come parlate si vede che avete ricominciato la campagna elettorale”. “Già ieri in capigruppo ho manifestato la mia preoccupazione su questo tema sul quale regna la confusione totale”, ha detto l’on. Gianluigi Rubiu (Udc). “Si tratta di associazioni private alle quali la Regione manda con molto ritardo il loro contributo. E non è accettabile. Come non è accettabile che noi andremo via da quest’Aula senza aver risolto il  problema dei lavoratori licenziati, mentre è in corso il tentativo di portare a Roma i registri degli alberi geneaologici zootecnici della Sardegna. Questi sono fatti gravissimi che vanno affrontati in commissione, per risolverli”. Per l’oratore “non si possono stabilizzare e regionalizzare i dipendenti di Apa e Ara ma possiamo costituire una società in house che si faccia carico di questa gestione e assumere i lavoratori. Ma non si possono bloccare i finanziamenti perché equivale a bloccare gli stipendi dei dipendenti”. Il capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco, ha ricapitolato le proposte in campo: “Prima di tutto dobbiamo fermare i licenziamenti ma è altrettanto vero che non si è data attuazione alla legge regionale del 2009. Dobbiamo sistemare le professionalità con gli strumenti giuridici consentiti oggi e con la consapevolezza delle differenze tra il personale Ara e quello Apa. Ci aspettiamo una proposta concreta dalla giunta e in tempi rapidi: la soluzione può essere un’azienda in house o un’azienda speciale”. Per la giunta ha preso la parola l’assessore Pierluigi Caria (Agricoltura), che ha espresso la posizione dell’esecutivo: “Condivido la mozione dell’on. Gianfranco Congiu ma deve essere chiaro che Apa e Ara sono due associazioni private che prestano servizi alla Regione per il tramite di Laore.  E se il problema dal 2009 non è stato risolto una qualche ragione ci deve essere. Ma la tutela dei posti di lavoro deve essere garantita e dobbiamo affrontare il problema degli stipendi non pagati da quasi un anno all’Apa  e pure quello della tutela del mondo dell’agricoltura e dell’allevamento. Io rilancio rispetto a quello che sta affermando l’Aula: sono pronto alla riorganizzazione delle agenzie, di tutte le agenzie, anche se siamo alla fine della legislatura”. L’assessore Pierluigi Caria ha proseguito su Apa e Ara: “In questi mesi ci siamo riuniti per affrontare il problema del personale e dei conti , visto che i debiti delle Apa hanno superato 4 milioni di euro, con 60 tecnici e 30 amministrativi in carico. Ma è chiaro che serve un piano industriale per capire come si devono riorganizzare le Apa e come devono rimanere in piedi una volta risanati i conti. Siamo disposti a dare una mano sulla riconversione del personale, sulla riformazione e sui pensionamenti anticipati ma in accordo con i dipendenti e con i sindacati. Io ho già chiesto la sospensione dei licenziamenti ai commissari e ho aggiunto che non è accettabile procedere in questo modo senza preventivamente informarci. Sto ancora aspettando il progetto dei due commissari ma posso già dire che l’incontro dovrà tenersi il 22 marzo. L’aspettative, invece, dei lavoratori dell’Ara è differente ce ne stiamo occupando”. Per l’assessore al Personale, Filippo Spanu “la situazione dell’Aras è quella che sto seguendo. direttamente e che sto cercando di risolvere ma abbiamo bisogno di un orientamento politico coeso e chiaro. La norma del 2009 aveva dei problemi di applicazione e i problemi si sono poi aggravati  con i decreti Brunetta e Madia. Abbiamo dunque cercato di dare esecuzione a una legge che si è rivelata, nei fatti, inapplicabile sotto il profilo dei vincoli che impediscono le assunzioni. Anche gli enti in house e le aziende speciali stanno sotto vincoli della Ue per il Piano di sviluppo rurale e della legge Madia, che dovranno essere esaminati prima di procedere: noi abbiamo il dovere di muoverci ma anche il dovere della verità. E’ chiara la posizione del Consiglio regionale: riformare con legge il sistema di sostegno e di aiuto alle campagne. Voglio però precisare che la Regione non ha fatto una stabilizzazione che non seguisse quanto previsto dalla legge del Consiglio regionale”.

In sede di replica, il capogruppo del Pds, Gianfranco Congiu (primo firmatario della mozione n. 392) ha riconosciuto la “buona fede” dell’assessore Pierluigi Caria ma ha lamentato con durezza la sottovalutazione del dato politico e cioè “che cosa  fare del sistema agricolo della  Sardegna”. «L’assessore è un politico – ha spiegato l’esponente della maggioranza – e dovrebbe avere scolpita la “Esse” di Sardegna e della sardità e non può dunque limitarsi ad una difesa d’ufficio del comparto zootecnico ma deve farsi carico del rilancio della zootecnia e dell’agricoltura in Sardegna».

Sempre in sede di replica, in qualità di presentatore dell’interpellanza n. 331, il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha ribadito le volontà manifestate dal Consiglio regionale nel corso dell’articolato e partecipato dibattito: la salvaguardia dei posti di lavoro nell’associazione regionale allevatori (ARA) e a Apa insieme con l’invito alla commissione Agricoltura perché sia predisposto un disegno di legge che risolva definitivamente il problema. «L’assessore Pierluigi Caria – ha quindi concluso Attilio Dedoni – assuma però in Aula l’impegno per ritirare i licenziamenti in Ara».

Interpellanza 331 replica di Attilio Dedoni (Rifromatori), c’è la necessità ceh la commissione presenti un disegno di legge, perché ordini del giorno vengono vanificati. Il Consiglio vuole un animante salvaguardare i posti di lavoro e trovare le soluzioni adeguate per Apa e Ara. La commissione prepari un disegno di legge e lo porti subito in Aula: vogliamo risolvere il problema. Subito l’impegno all’assessore per ritirare i licenziamenti.

Il capogruppo di Art. 1 – Sdp, Daniele Cocco, ha ribadito la richiesta dello “stop ai licenziamenti dei tredici dipendenti Ara” e si è detto indisponibile a siglare “ordini del giorno inutili”. «Da qui si esce con qualcosa di immediatamente praticabile – ha dichiarato il consigliere della maggioranza – o un disegno di legge o l’impegno della commissione di produrlo in tempi brevissimi».

Alessandra Zedda (Fi) si è detta siamo in linea con quanto affermato da Gianfranco Congiu, Attilio Dedoni e Daniele Cocco, ma ha ribadito che insieme con l’impegno del Consiglio serve un impegno serio da parte della Giunta: «Acceleriamo i tempi e se occorre una nuova norma siamo pronti a discutere da subito».

Piermario Manca (Pds) ha definito “limitate” le risposte fornite dagli assessori Caria e Spanu: «Serve riorganizzare la zootecnia e ricordo all’assessore che non si vive di parole ma servono fatti e serve dire entro quanto sarà proposta la legge».

Antonio Gaia (Upc): «Condivido le considerazioni dell’assessore Spanu e mi preme non prendere in giro i lavoratori: se si può fare qualcosa diciamo subito cosa possiamo fare, tenendo conto delle norme nazionali e costituzione».

Eugenio Lai (Art. 1 – Sdp) ha ribadito l’invito al lavoro nella commissione Agricoltura con due obiettivi: dare prospettiva  al mondo agropastorale e tutelare i diritti dei lavoratori. «Ci sono 13 lavoratori che vanno a casa – ha concluso il consigliere della maggioranza – e quindi serve trovare una soluzione immediata».

Luigi Lotto (Pd) ha annunciato al disponibilità della commissione da lui presieduta a prendere in carico le questioni di Ara e della zootecnia ma ha rpecisato che “ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità”.

Valerio Meloni (Pd): «È necessario risolvere problema Ara e Apa ma non si perda l’occasione per affrontare la rivisitazione dell’articolazione della agenzie: cogliamo dunque l’occasione e portiamo in Aula anche la riforma delle agenzie agricole».

Alessandra Zedda (Fi): «Nessuno cerca stabilizzazioni non in linea con le norme e la costituzione ma Consiglio e giunta siano impegnati per risolvere il problema dei lavoratori e per la riorganizzazione di Agris, Laore e Argea».

Franco Sabatini (Pd) ha lamentato il continuo ritardo nei pagamenti all’Ara ed ha invitato l’assessore a ricercare le ragioni di tali ingiustificate pratiche. Il presidente della commissione Bilancio ha quindi incalzato l’esecutivo affinché “entro dieci giorni si presenti un disegno di legge, oppure provvederà la commissione Agricoltura in sede redigente”.

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu (Udc) ha auspicato una soluzione immediata per i lavoratori: «La commissione stabilisca termini e date e non serve riparlare di tutto per poi non concludere niente».

Marco Tedde (Fi): «Il dato politico che emerge dal dibattito è la sfiducia del centrosinistra verso l’assessore dell’Agricoltura». A giudizio del consigliere della minoranza “spetta a lui l’onere della proposta e non serve scaricare responsabilità sulla commissione”.«Vogliamo la proposta della Giunta – ha concluso Tedde –  che salvaguardi i posti di lavoro dell’Ara e che riforma enti e agenzie agricole».

Il consigliere Eugenio Lai (Art. 1 – Sdp) ha quindi chiesto una sospensione dei lavori sulle mozioni per consentire a Giunta e commissione di esaminare un’eventuale proposta normativa.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi ricordato che senza un ordine del giorno unitario devono essere votate le mozioni in discussione. Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, di è detto contrario alla sospensione ed ha chiesto lumi sulla programmazione dei lavori dell’Aula. Il capogruppo del Pds, Gianfranco Congiu, ha però reiterato la richiesta di sospensione per predisporre un documento unitario e il presidente del Consiglio ha accordato la sospensione ed ha annunciato la ripresa dei lavori al pomeriggio e l’immediata convocazione della conferenza dei capigruppo.

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Un ciclone a 5 Stelle si è abbattuto sulla Sardegna. Nella giornata che ha visto il Movimento 5 Stelle sfondare in tutto il Centro e Meridione d’Italia, nell’Isola dalle urne è venuto fuori un vero e proprio trionfo, con percentuali schiaccianti e un autentico “cappotto” nei 9 collegi uninominali, 6 della Camera e 3 del Senato. Nel solo collegio uninominale di Olbia della Camera, il forzista Giuseppe Fasolino ha conteso fino all’ultimo l’elezione a Bernardo Marino del Movimento 5 Stelle che lo ha distanziato di circa 2 punti, mentre in tutti gli altri collegi non c’è stata praticamente storia.

Gli eletti del Movimento 5 Stelle nei collegi uninominali sono, alla Camera: Pino Cabras a Carbonia, Andrea Mura a Cagliari, Luciano Cadeddu a Oristano, Mara Lapia a Nuoro, Bernardo Marino a Olbia e Mario Perantoni a Sassari; al Senato, Giovanni Marilotti a Cagliari-Carbonia, Emiliano Fenu a Nuoro-Oristano e Maria Vittoria Bogo a Sassari-Olbia.

Nei collegi plurinominali della Camera, gli eletti dovrebbero essere Emanuela Corda, Andrea Vallascas, Lucia Scanu, Alberto Manca e Paola Deiana del Movimento 5 Stelle, Ugo Cappellacci e Pietro Pittalis di Forza Italia; Romina Mura e Gavino Manca del Partito democratico; Guido De Martini di Lega-PSd’Az e Salvatore Deidda di Fratelli d’Italia; nei collegi plurinominali del Senato Antonio Licheri e Lucia Evangelista del Movimento 5 Stelle; Giuseppe Luigi Cucca del Partito Democratico; Emilio Floris di Forza Italia; Christian Solinas dell’alleanza Lega-PSd’Az (qualora non scattasse l’elezione nell’Isola, sarebbe comunque garantito in un collegio della Lombardia).

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«Abbiamo molto chiara la situazione e interverremo per le opportune correzioni: c’è un problema complessivo non di risorse ma di funzionamento efficiente dell’apparato burocratico della Regione che ha effetti particolarmente negativi nel settore agricolo.»

Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau al termine dell’incontro dei capigruppo, con la partecipazione degli assessori dell’Agricoltura Pierluigi Caria e della Sanità Luigi Arru, con una ampia delegazione del Comitato spontanei degli allevatori del comparto ovino, recentemente costuitosi a Bolotana.

I rappresentanti degli allevatori, che hanno consegnato ai capigruppo un documento dettagliato con le loro richieste, hanno sollecitato soprattutto l’accelerazione degli interventi finanziari della Regione contro la siccità e sui premi previsti dal Psr (Piano di sviluppo rurale), entrambi in forte ritardo, mentre le aziende sono ancora alle prese con una forte mancanza di liquidità.

L’assessore Pierluigi Caria ha replicato ricordando che sono disponibili risorse per 20 milioni, la cui destinazione sarà definita lunedì prossimo dal c.d. “tavolo verde”, luogo di rappresentanza delle varie componenti del mondo agricolo. Decideremo insieme, ha aggiunto, “utilizzando come riferimento i danni causati alle aziende dalla siccità e la delibera relativa allo stato di calamità naturale, tenendo presente anche che ulteriori 25 milioni dovrebbero essere assegnati alla Sardegna dal Governo nazionale in tempi brevi”. Per quanto riguarda i premi del Psr l’assessore ha ribadito che i rallentamenti delle procedure sono stati registrati in tutta Italia per problemi di gestione informatica dei dati, comunque in via di soluzione, e solo la Lombardia ha potuto erogare anticipazioni ricorrendo ad una società finanziaria.

L’assessore della Sanità Luigi Arru, rispondendo ad un quesito specifico sulle vaccinazioni bovine a carico degli allevatori a differenza di quanto avviene nel comparto ovi-caprino, ha precisato che «non si tratta di una decisione della Regione ma dello Stato: i farmaci del cosiddetto siero 4 mancavano dappertutto e, in ogni caso, sono prodotti che non rientrano fra i Lea (Livelli essenziali di assistenza)».

Nel dibattito hanno preso la parola i capigruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, del Pds Gianfranco Congiu, dell’Udc Gianluigi Rubiu, di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco e del Pd Pietro Cocco, oltre al consigliere Luigi Crisponi, a nome dei Riformatori sardi.

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Hanno giurato oggi nell’Aula di via Roma, due nuovi consiglieri regionali: Valerio Meloni (Pd) e Gian Filippo Sechi (Udc). La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha proceduto alla surroga del consigliere dell’Udc Giuseppino Pinna, recentemente deceduto. Al suo posto è subentrato il primo dei non eletti Gian Filippo Sechi. Successivamente l’Assemblea ha esaminato le dimissioni del consigliere del Pd Salvatore Demontis. Le sue dimissioni sono state accolte con votazione a scrutinio segreto, nella quale si sono espressi a favore 25 consiglieri, 20 hanno votato contro e 3 sono stati gli astenuti, i consiglieri Christian Solinas del Psd’az, Paolo Dessì del Misto e Alessandro Unali del Pds. Al termine dello scrutinio il presidente Gianfranco Ganau ha sospeso la seduta per convocare la Giunta per le elezioni che dovrà indicare il sostituto di Salvatore Demontis.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha dato lettura della delibera della Giunta per le elezioni cui è stato indicato Valerio Meloni come subentrante.

Conclusi gli adempimenti legati alla composizione dell’Assemblea,il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge n. 483 (disposizioni urgenti in materia di elezioni dei presidenti delle Province e dei Consigli provinciali).

Poco dopo, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha espresso la sua difficoltà a stare in Aula, «come tanti altri consiglieri impegnati in campagna elettorale», senza la presenza dell’assessore dell’Agricoltura «che deve riferire all’Aula la situazione dell’Aras, il mancato trasferimento dei fondi a Laore, e le difficoltà dei lavoratori Apa 7 dei quali, in queste ore, hanno ricevuto lettere di licenziamento, fatto di inaudita gravità». Su questi temi, ha sostenuto, «c’è la sensibilità dei colleghi di tutti gli schieramenti per cui il Consiglio deve occuparsene con urgenza e dare risposte chiare». Chiedo quindi, ha concluso, «un incontro dell’assessore con i lavoratori, anche dopo i lavori del Consiglio».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha affermato che «sui problemi di Aras il Consiglio ha lungamente dibattuto e c’è anche una proposta di legge del Pd sulla stabilizzazione, per cui nostro orientamento è da sempre favorevole come abbiamo ribadito anche recentemente in sede di conferenza dei capigruppo». Stiamo parlando, ha aggiunto Cocco, «di un patrimonio professionale notevole della Regione che opera in tutti i territori della Sardegna, i cui costi sono sostenuti da fondi regionali così come per l’Apa; il problema riguarda la definizione delle procedure, in tempi molto rapidi, tenendo conto delle novità normative nel frattempo intervenute anche a livello nazionale».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha ricordato che, sulla vicenda, «ci sono percorsi avviati ma non conclusi da troppo tempo; ora occorre accelerare nel rispetto della volontà di tutto il Consiglio perché non si tratta di argomenti da campagna elettorale ma di problemi seri che riguardano la comunità regionale».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha affermato che «è il momento di mettere a regime quei lavoratori che hanno fornito alla Regione un servizio fondamentale per la tenuta del sistema agricolo sardo; ne parliamo da molte legislature senza risultati ed è giunto il momento di decidere, senza dimenticare la riforma complessiva degli enti regionali agricoli che ad oggi producono solo burocrazia».

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha ricordato che, oltre alla legge che va applicata, «vi sono comportamenti adottati in senso positivo in altre situazione uguali e simili, come per esempio i lavoratori del San Giovanni Battista di Ploaghe, questi lavoratori sono retribuiti quindi l’intervento è a costo zero per la Regione».

Il presidente della commissione Agricoltura Luigi Lotto (Pd) ha manifestato il suo  dispiacere nel vedere il Consiglio regionale continuare una discussione «a 9 anni dall’applicazione della legge che prevedeva la stabilizzazione di questi lavoratori all’interno di Laore; non è giusto, insomma, che un problema del genere si lasci morire nella disattenzione di ben due esecutivi, a questo punto se la legge non va bene si cambi, altrimenti la si applichi, in modo che ognuno si assuma le proprie responsabilità».

Per il Pds il consigliere Piermario Manca ha condiviso la richiesta di un confronto con l’assessore dell’Agricoltura in Aula, ricordando che Consiglio ha fatto grandi sforzi per approvare il bilancio in tempi regolari mentre poi, da 2 mesi, i lavoratori non ricevono lo stipendio». L’Unione europea, ha proseguito, «ha cambiato alcune normative sugli alberi genealogici e può essere una buona occasione per decentrare tutte le competenze in Sardegna».

Il neo consigliere Valerio Meloni ha dichiarato che «l’ampio consenso sui problemi dei lavoratori Aras ed Apa, manifestato in numerose occasioni, riguarda in realtà un percorso (attraverso interlocuzioni con associazioni di categoria e lavoratori) per la ricerca delle migliori soluzioni». In altre parole, a giudizio di Valerio Meloni, «la volontà comune c’è ma occorre stare dentro il tetto delle assunzioni imposto dal Governo nazionale».

Giovanni Satta, del gruppo Misto, si è detto «allibito perché su questo argomento non c’è niente di politico, Pietro Pittalis ha parlato di 7 lettere di licenziamento e vorremmo che fosse data una risposta a questi lavoratori che, come tanti altri, hanno operato al servizio della Regione per decine di anni: la Regione è in ritardo, anche rispetto lle tendenze nazionali di riforma e non c’è dubbio che gli assessori Raffaele Paci e Pierluigi Caria debbano dare risposte chiare».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha criticato in modo forte la «rincorsa ai licenziamenti fino a portare in Aula in modo inaccettabile il dibattito; è necessaria la presenza del’assessore e c’è anche una nostra mozione sulla quale non torniamo indietro e riguarda la mancata disponibilità di fondi presso Laore». La cosa più grave, secondo Congiu, «è che i licenziamenti vengono pensati altrove e questo mi fa rabbrividire, pur essendo la Regione una sorta di socio di maggioranza». «Oggi – ha concluso Gianfranco Congiu – il quadro legislativo consente di accentrare in Sardegna queste competenze e io sono stufo di subirle».

A nome della Giunta il vice presidente Raffaele Paci, dopo aver annunciato la disponibilità dell’assessore Caria al confronto in Aula, ha annunciato che «i pagamenti destinati a Laore per il pagamento degli stipendi ai lavoratori sono stati formalizzati il 13 febbraio scorso, per cui gli stipendi arriveranno con sollecitudine, fermo restando che i tempi tecnici del dopo finanziaria sono quelli che sono». «Per il resto – ha aggiunto Raffaele Paci – si sta lavorando ad una riforma complessiva di unificazione di Ara ed Apa nel cui ambito sarà affrontato il problema delle stabilizzazioni».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ribadito di non aver detto niente sul merito delle questioni insistendo però sulla richiesta di confronto con l’assessore perché, ha nuovamente sottolineato, «in ballo ci sono 350 posti in organico che non vorrei fossero già assegnati in altri settori, a parte il fatto che commissari gestiscono la situazione da Roma mentre qui i licenziamenti intanto vanno avanti».

Il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato che gli uffici stanno verificando la disponibilità dell’assessore Pierluigi Caria a partecipare ai lavori dell’Aula.

Poco dopo il Consiglio ha cominciato l’esame del disegno di legge 483 sulle elezioni delle Province e dei Consiglio provinciali, sulla base dell’art. 102 del regolamento e di un accordo unitario dei capigruppo.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha brevemente riassunto i termini della questione ricordando che, rispetto alla prima scadenza del 31 dicembre 2017, «si è registrato il ricorso di alcuni Sindaci i quali, di fronte alla scadenza, hanno sostenuto che non avrebbero potuto partecipare e quindi essere rappresentanti; per questo spostare termine è quanto mai opportuno, magari prolungando la scadenza di 45-120 giorni». Per il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu è condivisibile la proposta all’attenzione del Consiglio «che rende giustizia e riporta la democrazia nel sistema Province che era venuta meno con lunghi commissariamenti». Abbiamo contrastato la scadenza del 31 dicembre, ha affermato, «a favore di una norma sulla rappresentanza che di fatto reinserisce il 50% dei Comuni sardi; siamo poi disponibili ad individuare di comune accordo un ulteriore allungamento del termine».

Il presidente della commissione Autonomia Francesco Agus (Campo progressista) ha osservato che «è preferibile arrivare ad un accordo con tutti i Comuni per prolungare il termine; è vero poi che questo è un piccolo intervento su legge riforma che non deve far dimenticare la necessità di riprenderla in mano, soprattutto perché è una legge modellata sulla Delrio e sul referendum costituzionale ma le cose poi sono andate diversamente e bisogna prenderne atto con nuovi contenuti e nuove risorse».

Per il Pds il consigliere Roberto Desini ha parlato di «piccoli accorgimenti giusti per togliere le Province dalla mano dei burocrati ma è opportuno che, da qui a giugno, ci si metta al lavoro per rivedere il sistema regionale delle Province e la riforma del 2016, ormai completamente superata ma formalmente in vigore e rilevante anche dal punto di vista finanziario, perché costringe la Regione a forti interventi finanziari per consentire agli enti intermedi di chiudere i bilancio». Sono contro le elezioni di secondo livello, ha aggiunto, «perché sono una grande ipocrisia mentre tutti sanno che un Sindaco fare bene nel suo Comune e contemporaneamente nell’esecutivo provinciale».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, ha espresso la posizione favorevole del suo gruppo per uno spostamento dei termini ma, ha avvertito, «senza andare troppo in là».

L’assessore Cristiano Erriu si è detto favorevole alla proposta di rinvio delle elezioni ma ha suggerito un differimento della data. «C’è la necessità di alcuni adempimenti organizzativi. Sarebbe meglio fissare le elezioni dopo il 45° giorno dal voto per il rinnovo dei consigli comunali stabilendo come termine ultimo il 15 ottobre 2018.

Luca Pizzuto (Art. 1 – Mdp) ha annunciato il suo voto favorevole al provvedimento ma, allo stesso tempo, ha invocato una modifica della legge di riordino degli enti locali. «L’assetto delle province deve essere rivisto alla luce dell’esito del referendum sulle province e delle indicazioni dell’Unione Europea che ha sottolineato la necessità di scegliere gli organi rappresentativi attraverso elezioni dirette e non di secondo livello. Oggi noi votiamo la proroga ma chiediamo di rimettere in discussione la legge. Le province non stanno funzionando».

La consigliere di Forza Italia Alessandra Zedda ha invece annunciato la sua decisione di uscire dall’Aula e di non partecipare al voto.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo mette in votazione il passaggio agli articoli. Il Consiglio ha approvato in rapida successione gli articoli 1” Modifiche all’articolo 26 della legge regionale n. 2 del 2016 (presidente della provincia)” e 2 “Modifiche all’articolo 27 della legge regionale n. 2 del 2016 (Consiglio provinciale). Via libera anche all’emendamento orale proposto dall’assessore Erriu con il quale si stabilisce che la data delle elezioni dei nuovi consigli provinciali sarà fissata a partire dal 45° giorno dalla elezione dei consigli comunali e non oltre il 15 ottobre 2018.

Successivamente sono stati approvati anche gli articoli 3 “Norma finanziaria” e 4 “Entrata in vigore”. Si è poi passati alla votazione del testo finale della legge che è stato approvato all’unanimità (46 favorevoli su 46 votanti).

Ha quindi chiesto la parola il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, per sollecitare ancora una volta la presenza in aula dell’assessore all’agricoltura Pierluigi Caria.

All’esponente della minoranza ha risposto il presidente Gianfranco Ganau: «L’assessore Caria si trova fuori Cagliari, gli uffici stanno contattando la sua segreteria per verificare la disponibilità ad essere presente in Aula prima della conclusione dei lavori».

Il Consiglio è quindi passato all’esame della proposta di legge n. 482 “Disposizioni varie in materia sanitaria”.

Pietro Cocco, capogruppo del Pd e primo firmatario del provvedimento, ha spiegato gli obiettivi della proposta. «Interveniamo sulla sanità convenzionata che costituisce il perno della riforma delle cure primarie. Questa proposta mette ordine sul tema delle indennità da corrispondere ai medici del 118 e di continuità assistenziale. Il comma 3 dell’art. 1 ha lo scopo di adeguare gli stanziamenti destinati al finanziamento delle indennità aggiuntive della continuità assistenziale che, nei precedenti accordi integrativi sono stati fortemente sottodimensionati».

Pietro Cocco ha quindi annunciato la presentazione di un emendamento, firmato da tutti i capigruppo, che interviene sulle aziende ospedaliere e l’Ats per garantire il funzionamento dei servizi.

Augusto Cherchi (Pds)  pur riconoscendo l’urgenza di sanare una situazione sul fonte delle indennità dei medici in continuità assistenziale ha posto un problema per il futuro. «Cosa succederà da dicembre in poi? Questa legge sana una situazione pregressa. Il rischio è di pagare le prestazioni solo se effettivamente svolte. Verrà pagato solo l’atto di salire in ambulanza. Così si sminuisce il lavoro dei medici».

Per Marco Tedde (Fi) la sanità sarda attraversa un momento molto difficile. «Mancano i farmaci, gli strumenti per le sale operatorie, l’acqua calda nel reparto di neurochirurgia a Sassari. E’ un disastro totale. Da novembre dello scorso anno ci sono problemi anche nella sanità convenzionata che è un perno del sistema. Da allora l’Ats ha comunicato ai medici di base e di guardia medica la sospensione delle loro indennità. Oggi si cerca di fare una sorta di condono intervenendo sull’autonomia privata con una legge. Il problema va risolto ma con gli strumenti giusti. Intervenire con una legge su un contratto collettivo non è possibile. La Regione Sardegna non ha queste competenze».

Sulla stessa lunghezza d’onda Edoardo Tocco (Forza Italia). «La sanità convenzionata ha un ruolo importante, in alcuni casi sta implodendo per una problematica di sistema – ha detto Tocco – la riforma ha creato un distacco completo dai territori. Perché si va avanti con gli atti aziendali senza attendere la risposta del Mef? E’ vero che si vogliono tagliare le guardie armate nelle guardie mediche?».

Critico anche l’intervento di Giorgio Oppi (Udc): «Sarebbe stato opportuno andare in Commissione prima di portare la legge in aula – ha detto Oppi – i problemi della sanità sono sotto gli occhi di tutti, da dicembre la situazione peggiorerà. Sul Mater Olbia, volete dire qualcosa? A oggi non esiste nessuna deroga, è solo un “pour parler”. Dire che si partirà a giugno è una buffonata».

Ha quindi preso la parola per la replica l’assessore alla sanità Luigi Arru: «Stiamo cercando di porre rimedio a una situazione partita nel 2017 che riguarda sia il contratto collettivo nazionale che l’integrativo regionale. La delibera vuole dare un’interpretazione corretta su ambedue. Le regioni sono state sollecitate a farlo. Riteniamo strategico il ruolo dei medici di continuità e del 118 nell’ottica dell’integrazione dei servizi territoriali e di quelli ospedalieri». L’assessore ha poi indicato gli obiettivi dell’azione della Giunta: «Vogliamo impegnare e valorizzare i giovani medici anche nelle forme contrattuali, si vuole fare ragionamento con i sindacati per valorizzare le guardie mediche nella Case delle salute. Ci interessa cambiare la modalità di fare medicina. Il disegno di legge ci permette di dare un’interpretazione alla norma nazionale. La delibera consente di chiarire molti punti e di tranquillizzare operatori che svolgono ruolo importante».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che ha ottenuto il via libera dall’Aula.

Successivamente sono stati approvati gli articoli 1 “Disposizioni in materia di sanità convenzionata” e 2 “Norma finanziaria” e i relativi emendamenti.

Il testo finale è stato approvato con 30 voti a favore su 30 votanti. 16 gli astenuti

Il presidente Ganau ha quindi dichiarato conclusa la seduta annunciando che l’assessore all’agricoltura Pierluigi Caria parteciperà alla Conferenza dei capigruppo convocata per le 13.30.

Il Consiglio si riunirà il prossimo 26 febbraio alle 10.30, in seduta solenne, per le celebrazioni del 70° anniversario dell’approvazione dello Statuto speciale alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella. 

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Forza Italia ha presentato sabato sera nella sala conferenze della Grande Miniera di Serbariu, alcuni dei candidati alle Politiche 2018 nei collegi della Camera e del Senato. A guidare la pattuglia dei candidati “azzurri” c’erano Viviana Lantini, primario del Pronto Soccorso dell’ospedale Sirai di Carbonia, al quarto posto nel collegio plurinominale della Camera dei deputati di Cagliari, Carbonia e Oristano e candidata della coalizione di centrodestra nel collegio uninominale di Carbonia della stessa Camera dei deputati; il coordinatore regionale Ugo Cappellacci, consigliere regionale in carica ed ex presidente della Regione, candidato capolista nel collegio plurinominale della Camera dei deputati di Cagliari-Carbonia-Oristano e candidato della coalizione di centrodestra nel collegio uninominale di Cagliari della stessa Camera dei deputati; il senatore uscente Emilio Floris, già consigliere regionale e sindaco di Cagliari, candidato capolista nel collegio plurinominale unico del Senato.

Gli altri candidati per la Camera dei deputati sono: Daniela Noli, candidata al secondo posto nei collegi plurinominali di Cagliari-Carbonia-Oristano e Nuoro-Olbia-Sassari; Paolo Vella, al terzo posto nel collegio plurinominale di Cagliari, Carbonia e Oristano: Pietro Pittalis, Gabriele Satta e Sabrina Serra, al primo, terzo e quarto posto del collegio plurinominale di Nuoro, Olbia e Sassari. Nei collegi uninominali, Forza Italia si presenta con la coalizione di centrodestra, i candidati sono: Gianni Lampis a Oristano, Bruno Murgia a Nuoro, Giuseppe Fasolino a Olbia, Maria Grazia Salaris a Sassari.

Gli altri candidati per il Senato della Repubblica sono: nel collegio unico plurinomimale, al secondo, terzo e quarto posto, Laura Giorico, Angelo Cucca e Maria Lucia Andria. Nei collegi uninominali, Forza Italia si presenta con la coalizione di centrodestra, i candidati sono: Maria Chiara Basciu a Cagliari e Carbonia, Lorenzo Palermo a Nuoro e Oristano, Antonio Moro a Sassari e Olbia.

 

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Il Consiglio regionale, nel giorno del lutto per la scomparsa di Giuseppino Pinna (Udc), ha approvato il bilancio consolidato della Regione per l’esercizio 2016.

In apertura di seduta il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato all’aula di aver provveduto alla nomina dei componenti della Commissione d’inchiesta sulla presenza dell’amianto in Sardegna. Ne faranno parte i consiglieri Antonio Solinas (Pd), Daniela Forma (Pd), Mario Tendas (Pd), Piero Comandini (Pd), Edoardo Tocco (Fi), Pietro Pittalis (Fi), Annamaria Busia (Cp), Augusto Cherchi (Pds), Domenico Gallus (Psd’Az-La Base), Daniele Cocco (Art. 1 – Mdp), Pierfranco Zanchetta (Cps), Mariano Contu (Fi), Gianluigi Rubiu (Udc) e Luigi Crisponi (Riformatori).

Il presidente Ganau ha poi ricordato la figura del consigliere dell’Udc Giuseppino Pinna scomparso ieri dopo una lunga malattia. «Peppino era una persona buona e gentile – ha detto Gianfranco Ganau Ganau – ha lavorato con costanza ed impegno per il Consiglio. Mai sopra delle righe, sapeva fare squadra, consapevole che al di là di ogni appartenenza politica si può lavorare insieme per il bene della Sardegna. E’ stato un compagno di squadra onesto e leale che mancherà a tutti quanti». Ganau ha quindi espresso vicinanza alla famiglia dell’on Pinna invitando l’aula ad osservare un minuto di silenzio.

Dopo il ricordo dell’on. Giuseppino Pinna, il Consiglio è passato all’esame del primo punto all’ordine del giorno: Bilancio consolidato della Regione Sardegna per l’esercizio 2016.

Il consigliere dei Rossomori Emilio Usula ha chiesto la parola per un intervento sull’ordine dei lavori. «Vorrei segnalare un’anomalia che prende corpo in quest’Aula – ha detto Emilio Usula – riguarda il ruolo di terzietà e di equidistanza che dovrebbe essere incarnato dal presidente del Consiglio. Questo ruolo viene oggi meno vista la sua decisione di partecipare alla contesa elettorale». A nome dei Rossomori e del Polo dell’Autodeterminazione, il consigliere Emilio Usula ha quindi chiesto al presidente Gianfranco Ganau di dimettersi dalla carica o, in alternativa, di autosospendersi durante la campagna elettorale.

A Emilio Usula ha replicato il presidente Gianfranco Ganau: «So bene quali sono i ruoli istituzionali e quelli politici – ha detto Gianfranco Ganau – saprò ben distinguere come ho sempre fatto».

In difesa del presidente del Consiglio è intervenuto il capogruppo del Pd Pietro Cocco: «In Italia si svolgono le elezioni, è come chiedere al presidente del Consiglio dei ministri  di dimettersi. Ganau ha svolto e continuerà a svolgere il suo ruolo super partes. E’ il consigliere Emilio Usula l’unico che interpreta il suo ruolo strumentalmente – ha affermato Pietro Cocco – questa volta ha toppato. Il presidente ha dimostrato in questi anni di saper interpretare il suo ruolo di equidistanza. Il consigliere Emilio Usula poteva risparmiarsi questo intervento».

Il presidente ha quindi aperto la discussione sul primo argomento all’ordine del giorno. Il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) ha espresso condivisione per il documento predisposto dalla Giunta. «La Commissione ha condiviso l’impostazione. Il bilancio consolidato è stato approvato con i voti favorevoli della maggioranza e quello contrario dell’opposizione. Ricordo che senza l’approvazione del bilancio consolidato sarebbe impossibile per la Regione assumere nuovo personale e stipulare contratti con i fornitori. Per il buon funzionamento della macchina amministrativa è, dunque, opportuna una rapida approvazione del provvedimento».

Il relatore di minoranza Alessandra Zedda (Fi) pur ricordando le difficoltà dovute all’entrata in vigore delle nuove normative in materia finanziaria ha espresso un giudizio negativo sulla decisione della Giunta di procedere alla approvazione del bilancio consolidato in assenza di un giudizio di parificazione delle Corte dei Conti.

«In questo bilancio mancano i dati di Arpas, Forestas, Abbanoa e Arst – ha detto Alessandra Zedda – .Mi chiedo se ciò possa essere un buon servizio, e soprattutto se si possano ritenere di scarsa significatività per il conti finanziari della nostra Regione».

L’esponente della minoranza è poi entrata nei dettaglio del documento: «Il rendiconto consolidato della Regione per l’esercizio finanziario 2016, che comprende le risultanze del Consiglio regionale, espone un risultato di amministrazione negativo pari a – euro 164.379.806,88 e dopo gli accantonamenti pari a – euro 1.237.632.416,89. Il risultato economico dell’esercizio registra un utile di euro 908.801.354 mentre il patrimonio netto, anch’esso positivo, ammonta a euro 1.139.807.307. In presenza di spazi finanziari sempre più limitati, negli ultimi anni si è irrigidito il sistema della spesa e soprattutto emergono le difficoltà del governo regionale a garantire, oltre alla correttezza formale della gestione delle risorse pubbliche, i risultati ottenuti nelle diverse politiche pubbliche a sostegno e soddisfazione dei principali settori quali la sanità, l’istruzione, le povertà, la mobilità interna ed esterna nei trasporti, il lavoro».

Alessandra Zedda ha quindi stigmatizzato la situazione dei residui passivi che ha superato i due miliardi di euro e delle perenzioni pari a 1,766 miliardi: « Nella nostra Regione la consistenza di residui perenti è tra le più alte e tale circostanza deve indurre ad una loro attenta considerazione quantitativa e qualitativa, in ragione della potenziale influenza sugli equilibri di bilancio e sul finale risultato di amministrazione, per il caso di consistenti quanto concomitanti reclami di pagamento da parte dei creditori. Tale stato di cose impone una accurata programmazione dell’acquisizione delle risorse ai fini di reperire la disponibilità di cassa necessaria a far fronte ad un progressivo riassorbimento della mole dei residui perenti».

Al termine del suo intervento, Alessandra Zedda ha invocato un cambio di rotta nelle procedure di spesa per affrontare più efficacemente i nodi dello sviluppo dell’Isola: «Ridurremo la disoccupazione, miglioreremo l’ambiente, le ferrovie diventeranno come quelle svizzere, le scuole sarde diventeranno fantastiche e sparirà la dispersione scolastica, le strade non ne parliamo, crescita occupazione stelle polari e così via: il dramma è che è da quattro anni che assistiamo a questi annunci trionfali ma poco è cambiato, la Sardegna è sempre più disperata. In quattro anni non avete ancora agito sulle vere esigenze dei sardi, continua a bastarvi la pacca della presa in giro romana. Un noto proverbio dice “acqua passata non macina più”, purtroppo di acqua sotto i ponti ne è passata e purtroppo invano proprio come succede nei nostri bacini. Questa minoranza responsabilmente è qua, ancora, nonostante la vostra scarsa affidabilità, per battaglie comuni che unendo maggioranza e opposizione possano operare per il bene dei sardi e della Sardegna».

Giudizio negativo anche da parte del capogruppo del Psd’Az Angelo Carta: «Il bilancio va approvato dopo il parere di parificazione della Corte dei Conti – ha sottolineato Carta – non c’è il parere quindi non può essere approvato. La sentenza del Tar Abruzzo dice che se non si approva blocchiamo qualsiasi tipo di assunzione. E’ una sorta di gabbia nella quale ci troviamo per la poca chiarezza della legge. Siamo così per colpa della Giunta dei professori. Non c’è stata finanziaria che non sia stata impugnata».

Secondo Angelo Carta, il rendiconto non è solo di tipo finanziario ma anche politico: «Misura l’efficacia della Giunta nel gestire l’amministrazione pubblica. Mi chiedo quando è stato inviato alla Corte dei Conti? La Giunta si è attivata per mandare il bilancio eni tempi giusti?  C’è stata una scarsa programmazione e attenzione da parte dell’esecutivo. Oggi ci troviamo nella condizione di approvare un bilancio che potrebbe tornare in aula dopo il parere della Corte dei Conti. Come è possibile che arrivino in Consiglio provvedimenti illegittimi e in ritardo? Stiamo parlando di un rendiconto del 2016, non è possibile astenersi, fa acqua per una ragione di legge. Dovremmo tornare sull’argomento. Non  so se potremmo pagare quanto dovuto ai fornitori».

Per il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, «sono normali i ritardi di questa giunta regionale ma è invece incredibile la visione creativa della Giunta Francesco Pigliaru nel campo delle leggi di bilancio. Avreste fatto meglio a occuparvi oggi dei problemi irrisolti invece di disattendere le promesse. Come quelle che avete fatto ai dipendenti di Forestas, che ancora non hanno  avuto una soluzione. Non avete la volontà politica di risolvere i problemi dei dipendenti di Forestas, questo è il punto. E così per Ottana, per quei padri e madri di famiglia ai quali state togliendo ogni speranza: vi siete impegnati per loro e non state mantenendo le promesse. Per questo tanti sardi sono indignati con la politica: voi non avete il senso della responsabilità. Il problema, caro collega Emilio Usula, non è il presidente Gianfranco Ganau ma la Giunta. Che prima se ne va e meglio è».

Per l’assessore Raffaele Paci «il problema dei lavoratori di Forestas o di Ottana sono temi politici sui quali in questo mese di campagna elettorale ognuno esprimerà le proprie posizioni. Noi siamo tranquilli perché abbiamo fatto il nostro dovere ma oggi siamo qui per il bilancio consolidato che per la prima volta  viene portato in aula dalle Regioni e logicamente segue il rendiconto della Regione, approvato all’inizio di agosto. I ritardi sono dovuti alla necessità di costruire un nuovo sistema informativo, cha ha preso tempo. Non c’è da nascondere nulla: stiamo facendo oggi un’approvazione di un bilancio consolidato e se non procediamo all’approvazione non possiamo attendere il giudizio di parificazione del bilancio da parte della Corte dei conti. A quel punto porteremo in aula il rendiconto del 2016».

Il presidente Ganau ha dato ancora la parola all’on. Pietro Pittalis, che ha chiesto all’assessore Paci ulteriori spiegazioni sulla procedura in atto. «E’ evidente a tutti che siamo davanti a un pasticcio normativo», ha detto l’esponente di Forza Italia.

L’Aula ha approvato a maggioranza il Doc 23.

Collegato al Doc 23 è stato presentato un ordine del giorno a firma Pittalis e più, sui 130 lavoratori del tessile di Ottana esclusi dalla mobilità in deroga per il 2016 e 2017.

L’on. Daniela Forma (Pd) ha chiesto di apporre la firma sull’ordine del giorno e così l’on. Emilio Usula (Rossomori). La Giunta con l’assessore Virginia Mura ha detto: «Non sono abituata a dover dare spiegazioni sul mio lavoro. L’impegno del mio assessorato c’è stato e continuerò a livello sostanziale per dare una risposta ai lavoratori».

L’on. Pietro Pittalis ha replicato: «Non può pretendere, caro assessore, che al quinto anno di legislatura le stendiamo i tappeti rossi. Su questo problema tutta l’assemblea le sta dando un mandato forte. Svegliatevi e andate a Roma. Accampatevi, se serve”.

Il capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco, ha detto: «I lavoratori della Legler li abbiamo ricevuti e hanno avuto le risposte. L’assessore si sta facendo carico di rappresentare il problema a Roma ma non accetto che ci siano fughe in avanti sotto elezioni”.

L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.

L’Aula è poi passata all’esame disegno di legge 475 sulla continuità territoriale marittima Sardegna-Corsica. Per il relatore di maggioranza, on. Pierfranco Zanchetta (Pd), «la commissione ha licenziato il disegno di legge con il voto favorevole, visto che si tratta di regolamentare lo spostamento di persone e merci nell’ambito dell’Ue. Stiamo mantenendo gli impegni siglati tra Sardegna e Corsica sulla tratta Santa Teresa -Bonifacio affidata alla Sardegna e sulla tratta Propriano-Porto Torres, che sarà di competenza della Corsica».

Per la minoranza l’on. Giovanni Satta (Psd’Az) «l’obiettivo primario del disegno di legge è assicurare la continuità fornendo garanzie sui costi e sulla qualità del trasporto. Secondo noi tale collegamento marittimo deve essere garantito tutto l’anno e con unità navali idonee anche in condizioni meteo avverse». 

Per l’on. Edoardo Tocco (FI) «questo testo è eccellente e sarebbe molto bello incontrare nuovamente i corsi portando la notizia dell’approvazione della legge. Al di là della continuità territoriale con le isole sarde minori, credo sia necessario accelerare i te,pi e approvare questa legge e affrontare poi il problema della continuità aerea, per risolverlo».

Perplesso, invece, il giudizio dell’on. Marco Tedde (FI), che ha detto: «Stiamo andando ad attuare una legge con gli elementi di un’altra legge. Non so per quali motivo abbia sentito il bisogno di legiferare, forse per trovare risorse finanziarie autonome. E purtroppo questa legge ci fa riflettere ancora una volta sul disastro complessivo delle politiche dei trasporti in Sardegna. Assessore Carlo Careddu, non può mettere sotto il tappeto la polvere perché la polvere è qui e la comunità sarda lo ha capito e ha formato il suo giudizio su di voi e sulla vostra azione politica. Lo certificherà il 4 marzo questo giudizio».

Per l’on. Antonio Solinas (Pd) «il servizio passeggeri e merci da e per la Corsica va garantito e su questo non credo si possa discutere. Spesso le condizioni meteo di quella tratta sono pericolose e chi eserciterà il servizio dovrà tenerne conto rispetto alle imbarcazioni che intenderà utilizzare. E se tutto andrà bene dal primo di ottobre garantiremo sempre i collegamenti con la Corsica non solo per sette mesi l’anno ma anche per quei mesi in cui non sarebbe vantaggioso per un’azienda garantire il servizio. Chiederei però al collega Marco Tedde di evitare giudizi, anche perché potremmo occuparci degli errori nella gestione dell’aeroporto di Alghero, salvato dalla Giunta Pigliaru dai danni che avete fatto voi».

Ha preso poi la parola l’on. Luigi Crisponi (Riformatori), che ha parlato in generale del tema della continuità territoriale, al di là del collegamento con la Corsica. «L’avvio delle prenotazioni aeree per i voli su Cagliari, comunicato nei giorni scorsi salverà le aziende turistiche, che giustamente nelle scorse settimane erano preoccupate e battevano i pugni. Ma per Alghero non si vede ancora nulla. Mi pare che ci sia poco da essere soddisfatti se con meno di 200 euro si va a New York da Roma mentre ce ne vogliono cento per arrivare dalla Sardegna a Roma». L’on. Luigi Crisponi ha comunque garantito il sostegno del suo gruppo a favore del disegno di legge per la continuità con la Corsica.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha sottolineato che «anche le iniziative in tema di trasporti rafforzano il legame fra Sardegna e Corsica nella prospettiva europea e tuttavia non si possono dimenticare i danni provocati dal mancato superamento della situazione di insularità che grava ancora pesantemente sulla Sardegna, lacuna che va ascritta alla responsabilità politica del governo regionale, così come è mancato l’impegno della Giunta solennizzato da diverse riunioni dei capigruppo, su alcuni problemi aperti come quelli dei lavoratori Forestas». Rivolto all’assessore dei Trasporti, Attilio Dedoni ha poi ricordano che «in Sardegna esistono ben 5 aeroporti per cui è necessaria una politica unitaria forte ed autorevole che finora è mancata tradendo le attese del popolo sardo che però certamente farà sentire la sua voce alle elezioni del prossimo 4 marzo».

Il consigliere del Pds Roberto Desini ha definito il disegno di legge molto positivo, anche perchè ha avuto un percorso sollecito di appena 20 giorni dall’approvazione della legge di stabilità 2018 ad oggi, «un buon risultato che ovviamente non può far dimenticare il lavoro che c’è ancora da fare, dal perfezionamento delle politiche comuni sui trasporti con la Corsica e le Baleari al riconoscimento dell’insularità da parte dell’Unione europea; anzi, la recente bocciatura del referendum dimostra che lo Stato patrigno c’è ancora e va contrastato con forza». Quanto al collegamento Sardegna Corsica, Desini ha auspicato che l’attuazione della legge garantisca il miglioramento della qualità del servizio nell’interesse dei cittadini e, infine, è tornato sul problema della mancata applicazione della legge regionale che prevedeva l’abbattimento dei costi per le società sportive che effettuano trasferte nelle isole minori. «Non è concepibile – ha sostenuto – che circa 5.000 atleti sardi siano bloccati dal Coni regionale, una situazione gravissima che richiede l’intervento immediato del presidente della Giunta».

A nome della Giunta l’assessore della Pubblica istruzione Giuseppe Dessena, intervenendo sul problema del mancato finanziamento dei costi delle trasferte sportive sollevato da Roberto Desini,  ha riconosciuto che «c’è una responsabilità evidente in capo al Coni, al quale abbiamo mandato una lettera di sollecito riapprovando anche la delibera di Giunta ma ancora non abbiamo avuto risposta: ci comporteremo di conseguenza e, in caso negativo, cambieremo la legge».

Per quanto riguarda il tema dei trasporti l’assessore Carlo Careddu, dopo aver premesso di essere abituato al confronto ed assicurando che si terrà conto di tutte le indicazioni emerse dal dibattito, ha affermato che «la legge nasce da una sollecitazione della commissione Trasporti che la Giunta ha recepito con grande sollecitudine, è il frutto di un confronto ampio con tutte le forze politiche che apre, una pagina nuova nei rapporti trans frontalieri fra due Stati esteri, attraverso un collegamento qualificato come domestico affidato alla Sardegna e la Corsica, in vista della costituzione del gruppo europeo di cooperazione territoriale con altre realtà europee che subentrerà nella gestione». L’obiettivo comune, ha detto ancora Careddu, è quello di incentivare gli scambi economici e commerciali fra le due isola che partono comunque da numeri sono importanti: «Nel 2016 sulla tratta S.Teresa-Bonifacio sono transitati 259.000 passeggeri ed oltre 16.000 tonnellate di merci, mentre sulla Porto Torres-Propriano 1.928 passeggeri e 71.000 tonnellate di merci, noi esportiamo materie prime, prodotti dell’agro alimentare e mano d’ opera specializzata e ci strutturiamo per consolidare questi rapporti nei prossimi 3 anni». L’investimento, ha concluso, «è corposo e deriva da una indagine di mercato cui hanno risposto due vettori i quali, limitatamente al periodo invernale, otterranno una compensazione».

Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli.

All’art. 1 è stato presentato un emendamento del consigliere Giovanni Satta (Psd’Az-La Base) che prevede il parere della commissione sulle linee guida che dovranno essere approvate dalla Giunta.

Il relatore di maggioranza Piefranco Zanchetta (Cps) ha espresso parere contrario, mentre l’assessore Carlo Careddu si è rimesso all’Aula.

Il proponente Giovanni Satta ha chiarito che la finalità dell’emendamento è solo quella di evitare gli errori commessi dalla Regione nelle continuità marittima con la Tirrenia e in conclusione, prendendo atto degli impegni dell’assessore, ha annunciato il ritiro dell’emendamento.

Il consigliere di Forza Italia Antonello Peru, dispiaciuto per il ritiro, ha dichiarato di volerlo recepire, sottolineando che «tutti i provvedimenti che intervengono per aumentare la mobilità dei sardi ci vedono favorevoli ma i commissione avevamo tutti sollevato problemi seri su sicurezza dei naviglio, lavoratori ex Saremar e tariffe con l’assessore neutrale che infatti si è rimesso all’Aula; prendiamo atto degli impegni dell’assessore ma l’intervento della commissione per noi è necessario».

Per dichiarazione di voto il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi si è detto favorevole all’emendamento recepito da Forza Italia, aggiungendo che «non si chiede chissà cosa ma una puntualizzazione opportuna, anche perché nell’agosto del 2017 la Giunta è intervenuta per sostenere i collegamenti fra la Sardegna e le isole di La Maddalena e Carloforte e quest’ultimo Comune non ha usato i fondi, occorre quindi essere più precisi».

Dopo l’intervento di Luigi Crisponi il Consiglio ha approvato l’art.1 e respinto l’emendamento Satta recepito da Peru con 17 voti favorevoli e 30 contrari. A seguire sono stati approvati anche gli articoli 2 e 3 ed il testo del disegno di legge n. 475, con 45 voti favorevoli.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, prendendo la parola sull’ordine dei lavori e richiamando l’art. 101 del regolamento, ha chiesto l’esame in Aula con procedura abbreviata della proposta di legge n. 402 del 2 marzo 2017 sull’Agenzia Forestas, dichiarando che «si tratta dell’unico strumento per dare la sveglia al Consiglio».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha chiesto una breve sospensione della seduta.

Alla ripresa dei lavori, lo stesso Daniele Cocco ha ricordato le diverse riunioni dei capigruppo dedicate al problema, affermando però che «la commissione ha unificato i testi e l’assessore ha convocato tutte le sigle sindacali, come prova concreta di disponibilità di discutere la questione in in tempi brevissimi: chiedo quindi che il collega Pittalis ritiri la proposta».

A nome della Giunta, l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu ha confermato sia le iniziative in corso che la necessità di agire sul contratto, perché «gli ultimi approfondimenti presso l’Inps confermano che alcune cose si possono fare subito ed altre no, se con modalità molto complicate; per dare un segnale abbiamo ritenuto opportuno impegnarci a fondo in un lavoro di sintesi alla quale deve concorrere anche la parte sindacale».

Il presidente della commissione Autonomia e Personale Francesco Agus (Campo progressista) ha anch’ egli confermato la predisposizione di un nuovo testo base «che può superare le criticità esistenti legate soprattutto all’assenza di mansioni agricole nell’attuale contratto che, secondo l’Inps, farebbe scattare una spesa aggiuntiva di 40 milioni; sono fiducioso di poter arrivare ad un quadro di certezze fermo restano che non si possono risolvere in 20 giorni problemi di 20 anni».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, pur apprezzando i toni moderati, ha respinto la proposta di ritiro, precisando che «il problema si sta trascinando da troppo tempo, il tempo è scaduto ed il Consiglio rischia di perdere credibilità: se c’è un testo condiviso perché si continua a discutere del sesso degli angeli, ho l’impressione che si voglia ancora tirare a campare e non ci vogliamo stare, chiedo che arrivi in Aula il nostro testo e presenteremo come emendamento il testo base della commissione».

Il presidente della commissione Francesco Agus ha ricordato che «quando la commissione ha iniziato il suo lavoro aveva un mandato: presentare una proposta senza aumento dei costi e garantire che nessuno potesse avere problemi di continuità lavorativa o diminuzione del reddito percepito; su questo punto, anche secondo quanto dice Inps non ci sono certezze, ricordiamoci però che stiamo maneggiando la dinamite e non possiamo sbagliare mettendo a repentaglio famiglie e comunità privandole della possibilità di percepire la disoccupazione agricola».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha condiviso le tesi di Francesco Agus, lamentando tuttavia che «l’atteggiamento dell’Inps è insopportabile, non parteciperemo al voto, va bene il tavolo con tutti i sindacati, seguiremo col massimo impegno la vicenda perché riteniamo che il testo debba arrivare in aula».

Il presidente Ganau ha tenuto a precisare che la posizione dell’Inps è che possano percepire l’indennità di disoccupazione gli operai che passano a tempo indeterminato; abbiamo mandato un’altra lettera oggi, ma questo resta il nodo.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che, a suo avviso, l’Inps dice il contrario e comunque i precari dovevano già essere stabilizzati. Insisto, ha concluso, «per l’arrivo in Aula del testo, anche perché il Consiglio non può stare appeso alle decisioni della sede regionale Inps».

Il presidente ha infine messo in votazione la proposta che il Consiglio ha respinto per alzata di mano.

Quindi ha convocato per le 15.30 la conferenza dei capigruppo comunicando che il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.