23 December, 2024
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«Si tratta di distinguere la vocazione turistica dalla semplice accoglienza. Il centrosinistra sta strumentalizzando quanto avvenuto in occasione dell’emendamento approvato in aula per il testo unico in materia di turismo.» Lo dice il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis in merito alle polemiche che si trascinano per la sforbiciata imposta agli incentivi per l’ospitalità dei migranti. «La legge deve governare l’industria delle vacanze – spiega il Pietro Pittalis – avviando un processo di riorganizzazione del settore a livello territoriale».

«Gli albergatori sono operatori economici impegnati anche sul fronte dell’occupazione e del turismo – aggiunge Pietro Pittalis – mentre i poli di accoglienza dei migranti costituiscono un segmento separato, che già riceve finanziamenti dal Ministero dell’interno. Si tratta di un’attività portata avanti nei convitti. Non è questo – conclude Pietro Pittalis – il turismo che richiede la Sardegna.»

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Il Consiglio regionale ha approvato nuove norme in materia di turismo.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la terza votazione per l’elezione del Garante per l’infanzia e l’adolescenza.

Prima di avviare le procedure di voto, sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto, «tenuto conto delle precedenti votazioni e della delicatezza dell’incarico, di valutare l’opportunità di un rinvio per evitare nuovi scrutini infruttuosi non in grado di dare l’esito positivo auspicato».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha condiviso la proposta di Pittalis che, messa ai voti, è stata approvata. L’elezione del Garante è stata quindi rinviata.

Sempre sull’ordine dei lavori, il consigliere del Psd’Az Christian Solinas ha sollevato un problema legato ad una recente delibera della Giunta con cui, a suo avviso, sono state di fatto anticipate alcune parti della nuova rete ospedaliera attualmente in discussione presso la commissione Sanità. Si tratta, ha sostenuto Solinas, «non solo di uno sconfinamento evidente rispetto alle prerogative del Consiglio, ma anche di un provvedimento che crea problemi alla ridefinizione del sistema ed apre la strada a ricorsi amministrativi, che metterebbero a rischio la stessa riforma».

L’Aula ha quindi ripreso la discussione del Testo unico del Turismo con l’art. 20 (Locazione occasionale a fini turistici) della legge.

Intervenendo nella discussione generale, il consigliere del Pd ha sollevato una serie di perplessità sul contenuto dell’articolo formulando successivamente una proposta di rinvio accolta dal Consiglio.

A seguire, il Consiglio ha approvato gli articoli art 21, 22 e 23.

Sull’art 24 (Stabilimenti balneari) il relatore Luigi Lotto, illustrando il parere della commissione, ha chiesto al consigliere Marco Tedde (Forza Italia), primo firmatario degli emendamenti aggiuntivi nn. 3 e 2 sulla classificazione degli stabilimenti e sull’installazione del servizio di wi-fi, di ritirarli accogliendone in sostanza il contenuto, inserito successivamente in una delibera di Giunta da sottoporre al parere della commissione.

Il consigliere Tedde ha accettato la proposta ed il Consiglio ha votato per l’accoglimento dell’emendamento orale del relatore di maggioranza Lotto.

L’Aula ha approvato subito dopo il testo modificato dell’art. 24.

Subito dopo sono stati approvati gli articoli dal 25 al 39.

L’art. 40 (Rete dei borghi della Sardegna) è stato integrato a seguito dell’approvazione dell’emendamento n.20 (Moriconi-Gaia) che assegna alla Giunta il compito di definire i requisiti necessari per l’iscrizione dei Comuni alla rete, «in base ai beni storici ed urbanistici presenti sul territorio ed alle iniziative intraprese per l’incremento delle attività turistiche»

A seguire, il Consiglio ha approvato gli articoli dal n. 41 al n. 51.

Subito dopo il presidente ha avviato la discussione dell’art 11 (Incentivi alle imprese turistiche), che l’Assemblea aveva deciso di rinviare nella seduta precedente.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto la sospensione della seduta. La richiesta è stata accolta.

Alla ripresa dei lavori l’Assemblea ha avviato la discussione degli emendamenti aggiuntivi 4 e 18, entrambi con parere negativo della commissione e della Giunta. Il primo (Peru e più) prevede che «le strutture turistiche che usufruiscono degli incentivi non possano svolgere servizio di accoglienza, pena la revoca degli stessi con obbligo di restituzione». Il secondo (Fasolino e più) assegna ai Comuni un contributo del 25%, a consuntivo, sulle spese sostenute per la promozione turistica».

Prima dell’esame delle due proposte il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, sull’ordine dei lavori, ha ricordato che in conferenza dei capigruppo si è stabilito di riprendere il primo di agosto ma, nel frattempo, «abbiamo ricevuto la richiesta di incontrare una delegazione del movimento pastori per il giorno 2». Pittalis ha infine invitato la presidenza a sottoporre l’argomento alla conferenza dei capigruppo al termine della seduta.

Il presidente Ganau ha comunicato che, al termine dei lavori, il problema sarà esaminato dalla conferenza dei capigruppo.

Tornando al dibattito sull’art. 11 e sugli emendamenti aggiuntivi presentati il consigliere di Forza Italia Antonello Peru, primo firmatario dell’emendamento n. 4, ha affermato che «l’articolo 11 è ottimo, va sostenuto e letto attentamente per le potenzialità che contiene, sia per la riqualificazione del sistema turistico regionale che per gli incentivi destinati alle strutture che vogliono ammodernarsi, dotarsi di nuove attrezzature e reti di trasporto, arredi, servizi, aree benessere». «La legge – ha aggiunto Peru – può rappresentare un fattore importante di crescita e sviluppo che premia aziende dinamiche e virtuose, e la tempo stesso la chiave per conseguire i veri obiettivi della legge a cominciare dalla destagionalizzazione, l’emendamento ha quindi queste finalità, distinguere il turismo dall’accoglienza che può essere sostenuta da altre tipologie di incentivi».

Sempre per Forza Italia il consigliere Stefano Tunis ha apprezzato la distinzione spiegata da Peru, definendola «una proposta ragionata che fa chiarezza sulle strutture e mette al riparo la Regione da accuse ingiustificate sulla commistione fra strutture di accoglienza e ricettività turistica, premiando chi ha scommesso sul turismo rispetto a chi ha scelto di preferire la rendita sicura dell’ospitalità».

Chiusa la discussione generale, il Consiglio ha approvato l’art. 11.

Subito dopo il capogruppo di Forza Italia Pittalis ha chiesto il voto segreto sull’emendamento n. 4.

Il Consiglio ha approvato l’emendamento con 27 voti favorevoli e 22 contrari.

Al termine dello scrutinio, il capogruppo del Pd Pietro Cocco, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha dichiarato di dissociarsi totalmente dall’esito del voto perché, ha sottolineato, «non esiste che si riducano le libertà e i diritti dei cittadini del mondo, alla prima occasione questa norma si dovrà correggere perché così è inaccettabile».

Successivamente, l’Aula ha inziato l’esame dell’emendamento n. 18.

Il primo firmatario Giuseppe Fasolino, di Forza Italia, ha sollecitato l’allargamento dello spazio che la legge assegna alle amministrazioni comunali, perché «la Regione può e deve dare ai Comuni la possibilità ai Comuni di investire sugli eventi con parte delle risorse del proprio bilancio, riconoscendo una quota di questo investimento da parte della Giunta». Non vorrei distrazioni causate dal voto precedente, ha aggiunto, «ma questa proposta è importante non solo e non tanto per le risorse ma anche perché introduce un modo di operare corretto per tutti valutando le spese dell’anno precedente a consuntivo: è una proposta fondata sulla meritocrazia.»

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, nel sostenere le argomentazioni del collega Fasolino, si è rivolto al capogruppo del Pd Pietro Cocco al quale ha ricordato che «bisogna avere rispetto delle decisioni dell’Aula anche quando non si condividono; non capisco poi le ragioni dello scandalo perché stiamo parlando di una legge per il turismo, cosa diversa dall’accoglienza che ha una sua importanza ma è cosa diversa e va sostenute con altre leggi». «Confondere le due cose – ha continuato Pittalis – significa strumentalizzate l’emendamento che invece va rispettato ed apprezzato, senza vanificare grande lavoro del Consiglio, di maggioranza e Giunta a sostegno di una industria fra le più importanti della nostra economia».

Sempre per Forza Italia il consigliere Stefano Tunis ha affermato che «l’emendamento 4 non ammette interpretazioni, perché a fronte della scarsa durata della stagione e della modesta competitività delle nostre strutture ricettive, molti hanno riconvertito le loro attività con una scelta rispettabile, ma diversa sul piano economico ed industriale, che non limita i diritti di nessuno».

Il consigliere di art. 1 – Mdp Luca Pizzuto, con grande amarezza, ha definito il voto «immorale». «Io voglio restare umano – ha continuato – e non voterò una legge che applica un principio razzista, nessuno obbliga operatori ad accogliere persone, è un voto degno del terzo reich, non voterò la legge e abbandono l’Aula».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha dichiarato che «si sta uscendo fuori strada, non si può offendere il Consiglio in questo modo dopo aver espresso un voto libero». «Non è questa la sede per una polemica di basso livello – ha aggiunto Tedde – perché è stato solo detto solo che non ci deve essere commissione fra leggi e politiche diverse, il problema vero è che non si accetta il confronto e si viene tacciati di immoralità per avere espresso idee diverse».

Il consigliere del gruppo Misto Francesco Agus ha ricordato che «è già capitato in passato che Consiglio tornasse sui suoi passi e dovrà farlo anche stavolta; presenterò una proposta di legge per l’abrogazione di questo articolo».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha espresso dispiacere per dover intervenire in questa circostanza perché, ha chiarito, «rispetto le idee di tutti ma quando si arriva a paragonare il Consiglio al terzo reich mi offendo, mi scandalizzo e mi sento in dovere io di stare fuori da quest’Aula, questa è una istituzione dove non è consentito di disprezzare gli altri, nessuno ha disprezzato nessuno, nessuno offenda quest’Aula e, presidente, mi sarei aspettato un gesto da lei».

La consigliera del gruppo Misto Annamaria Busia ha definito la questione «non di poco conto, ci troviamo contrapposti gli uni agli altri su una norma che a mio avviso presenta forti dubbi di costituzionalità per una limitazione che esclude chi si occupa di accoglienza». «Peraltro – ha osservato – i rimedi ci sono e non va dimenticato che la legge ha elementi positivi, non parlo di moralità ma si può sempre porre rimedio sempre che la questione non venga sottoposta ad una valutazione di costituzionalità per aspetti di tutta evidenza, auspico infine un abbassamento dei toni su una questione che comunque, per fortuna, fa emergere posizioni radicalmente diverse nella chiarezza».

Paolo Truzzu, consigliere del Misto-Fdi, ha esordito chiarendo di non voler scomodare «morale, etica e costituzionalità, basta ricorrere al semplice buon senso per accorgersi che stiamo discutendo una legge sul turismo che ha lo scopo di orientare lo sviluppo economico della nostra Regione». «Nel merito – ha continuato – l’emendamento fa una scelta discrezionale dicendo che chi fa turismo fa turismo e basso, come chi fa industria non fa artigianato, gli imprenditori sono liberi di scegliere, insomma siamo di fronte a scelte legittime che non comportano senza nessuna repressione; stiamo superando i limiti, in un modo emblematico che rappresenta purtroppo quello del Paese».

Il capogruppo di art.1-Sdp Daniele Cocco ha spostato la discussione su un altro terreno, sostenendo che «si può discutere di tutto ma senza voto segreto, noi non accettiamo questo per la nostra storia e per quello che rappresentiamo, per cui ribadiamo l’impegno per una legge abrogativa di questo emendamento inaccettabile». Troppe volte, ha concluso, «il voto segreto viene utilizzato per leggi incostituzionali, a questo punto sarebbe auspicabile un impegno comune della maggioranza per rendere inefficace questo emendamento».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha preso le distanza dalla «brutta pagina» del Consiglio, «non tanto per il merito e l’oggetto dell’emendamento che comunque è distonico quanto perché sarebbe stato molto meglio un confronto a viso aperto, guardandoci negli occhi, per interrogarci se siamo o non siamo per l’accoglienza, se siamo o non siamo d’accordo per evitare le stragi nel Mediterraneo». Che ci sia bisogno di uno scrutinio segreto, secondo Congiu, «è la vera ignominia e bassezza, perché è un voto che nasconde altri malesseri ed altri problemi di tenuta della maggioranza, noi comunque firmeremo per l’abrogazione».

Il capogruppo del Pd Angelo Carta si è dichiarato d’accordo sull’emendamento n.18 che assegna contributi ai Comuni di 18, mentre «sul n. 4 credo e confido in Macron perché la Francia ci avrà risolto i problemi alla radice molto prima dell’entrata in vigore». «Oggi – ha detto – discutiamo di qualcosa che non avrà nessuna efficacia, il razzismo non si misura con un voto segreto ma con la vita e gli atti di ciascuno, in ogni caso nessuno può lanciare una accusa del genere per una legge che parla di turismo e, sotto questo profilo, la maggioranza ha dato abbondanti dimostrazioni di come si fa razzismo con leggi su enti locali e sanità». Il voto di oggi non è un vulnus nei confronti di nessuno, ha concluso, «e se poi arriva una nuova proposta di legge ne parleremo serenamente».

Il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis ha rivendicato il suo diritto «a non essere tacciato di razzismo e chiedo alla presidenza di tutelarmi, poi ricordo che quando una legge non riceve il voto per il passaggio agli articoli se ne rimanda la discussione, quindi continuiamo perché abbiamo molte cose importanti da fare».

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu, polemicamente, ha affermato di condividere l’emendamento 18, criticandone però la copertura finanziaria che sottrae risorse preziose alla sanità. Sul piano politico Deriu ha sostenuto che «questa bella legge sul turismo che cerca di portarci nella contemporaneità è stata oltraggiata, da un voto che dimostra la volontà della destra di cavalcare questo tipo di argomenti evocando l’arrivo dell’uomo forte», (interruzioni in Aula).

Dopo l’intervento dell’on. Deriu, ha preso la parola l’on. Luigi Crisponi (Riformatori), che ha detto: «Provo con evidente difficoltà a fare un passo avanti sul testo di legge e sull’emendamento 18. Se questa norma dovesse passare daremmo ossigeno a chi cerca di offrire qualità e servizi nei territori». Per l’on. Roberto Desini (Pds) «ognuno ha la propria coscienza e risponde di sé. Io non condivido lo spirito dei proponenti dell’emendamento 18 di Forza Italia ed è impostato in modo da tale da creare disparità tra i comuni costieri e quelli dell’interno. Per questo io voterò contro».

Sulla norma si è espresso anche l’on. Giorgio Oppi (Udc), che ha detto: «Voterò a favore ma sia chiaro che gli unici immorali sono gli otto, nove franchi tiratori della maggioranza che hanno votato a favore. Del resto anche ieri sera a voto palese si è manifestato il dissenso interno alla maggioranza».

L’emendamento 18 è stato respinto.

L’Aula è poi passato all’esame dell’articolo 15 (Definizione delle strutture ricettive all’aria aperta) e dei relativi emendamenti, riunificati nell’emendamento di sintesi 24 e nell’emendamento 19, come annunciato dal presidente Luigi Lotto.

L’emendamento 24 è stato approvato e anche il 19, che ha provocato la decadenza di alcuni emendamenti sostitutivi.

Sull’articolo 20 l’on. Luigi Ruggeri (Pd) ha chiesto il voto contrario all’articolo: «E’ una norma a rischio di impugnativa perché tra l’altro obbliga qualsiasi proprietario di due case che affitti  stagionalmente a costituire un’impresa. Credo che stiamo esondando dalla competenza legislativa del Consiglio regionale». 

Per l’on. Francesco Agus (Cps) «è giusto dare questo segnale scindendo tra chi ha una seconda casa e l’affitta nei mesi estivi e chi invece specula acquistando intere palazzine in frode a ogni norma. Per questo è giusto introdurre i correttivi e un tetto che separi chi affitta una casa da chi fa concorrenza sleale».

L’articolo 20 (Locazione occasionale a fini turistici)  è stato respinto a larghissima maggioranza.

Il presidente Ganau ha messo in votazione il testo definitivo della legge e sono iniziati gli interventi finali. Per l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc) «non è chiaro come facciamo a normare i marina resort ma lascio tutto questo alla competenza dell’assessore, così come il tema del boat and breakfast. Intravedo rischi anche sull’articolo 15».

Il testo definitivo della legge è stato approvato con 42 votanti e 42 favorevoli.

Sulla proposta di legge 433 sulla raccolta funghi, il presentatore, on. Attilio Dedoni (Riformatori) ha detto: «Ci sono alcuni emendamenti, che sono migliorativi del testo in discussione. Pertanto, con un po’ di attenzione, possiamo approvare la norma».

Per l’on. Antonio Solinas (Pd) «al di là dell’intesa tra i capigruppo c’è una proposta di legge della commissione Ambiente esitata sentendo tutte le associazioni micologiche e le università. Per questo chiedo che la proposta 433 sia rinviata alla commissione.»

Il capogruppo di Forza Italia, on, Pietro Pittalis, ha definito la richiesta «schizofrenica: eravamo tutti d’accordo e si decide di ritornare in commissione per il man di pancia di qualcuno. Ne va della credibilità della conferenza dei capigruppo, che non hanno davvero più senso a questo punto. E noi se le cose stanno così non parteciperemo più. La maggioranza deve chiarirsi».

Per l’on. Michele Cossa (Riformatori) «il meglio è nemico del bene. Invito i colleghi ad approvare la legge sui funghi ipogei anche per non rendere la conferenza dei capigruppo una cosa ridicola».

Dopo l’intervento contrario dell’on. Gianluigi Rubiu (Udc) e Angelo Carta (Psd’az) e dell’on. Gianfranco Congiu (Pds) ed Antonio Solinas (Pd) sulla richiesta di rinvio l’Aula si è pronunciata a favore del rinvio in commissione.

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Ieri pomeriggio il Consiglio regionale si è espresso per la designazione del Garante dei diritti dell’infanzia e della adolescenza ma il quorum necessario non è stato raggiunto e sarà necessaria un’altra votazione.

Ha preso poi la parola l’on. Franco Sabatini, presidente della commissione Bilancio, per illustrare il disegno di legge 439/A sui debiti fuori bilancio. L’Aula ha votato gli articoli con gli emendamenti e gli allegati.

L’on. Pietro Pittalis (FI) ha annunciato il voto contrario al provvedimento e agli emendamenti della Giunta e della maggioranza: «E’ impressionante la quantità di debito fuori bilancio riferita al contenzioso della Regione. Nonostante abbiate un bell’ufficio legale, state chiedendo al Consiglio di autorizzare il pagamento di parcelle anche di più di 200 mila euro a un singolo avvocato».

Per l’on. Alessandra Zedda (FI) «in alcuni debiti fuori bilancio non c’è la responsabilità dell’assessore Paci ma quella di altri assessori, come quello dei trasporti».

Poi è stata la volta del provvedimento finale, approvato con 29 voti favorevoli e 22 contrari.

Il Consiglio regionale è passato poi all’esame del Testo unificato “Norme in materia di turismo”, illustrato dal relatore di maggioranza Luigi Lotto (Pd), che ha detto: «Abbiamo iniziato a lavorare su questo testo il 25 maggio 2016 sentendo in commissione Quinta più di 34 interlocutori qualificati. Mi sento per questo di ringraziare tutti i firmatari dei progetti di legge poi riunificati e tutti i commissari della commissione Quinta, l’assessore e il suo staff: tutti hanno contribuito a questo risultato a fronte di una materia complessa, con interessi in gioco molteplici e non coincidenti. Insomma, è stato necessario un grande lavoro di sintesi. Mancano nel testo le sole professioni turistiche, perché da più parti ci è stato fatto notare che la competenza principale è del governo nazionale. L’articolato si compone di cinque capi e 50 articoli e tocca anche il tema del turismo dei camperisti, la vigilanza e il controllo oltre alla governance del sistema».

Per la minoranza l’on. Luigi Crisponi (Riformatori) ha esposto la sua relazione ringraziando «tutti coloro che hanno dato un contributo, a qualunque titolo. E’ un testo con aspetti indubbiamente positivi, perché ci consente di dibattere in quest’Aula dell’economia turistica, sempre più legata a tutti gli altri settori dell’economia sarda. Purtroppo, però, altri aspetti non sono positivi perché alcuni soggetti offerti dai soggetti auditi in commissione avrebbero meritato di confluire nel testo che andiamo a votare. Mi riferisco per esempio alla incombente sharing economy».

Positivo, invece, il richiamo in legge alla figura della DMO (destination management organization): «Non è importante che lo diciamo in italiano o in inglese o in lingua sarda. Anche il portale del Consiglio regionale è in italiano, se è per questo, mentre in Corsica le istituzioni sono perfettamente bilingui».

Ha preso poi la parola l’on. Annamaria Busia, che ha detto: «In Italia il turismo vale più del 10 per cento del Pil ed è chiaro che anche un adeguamento normativo può aumentare gli introiti derivanti da questo comparto. Sono convinta che la nuova assessora Argiolas, dotata di competenza tecnica, sarà all’altezza del lavoro pregevole svolto finora dall’assessore Morandi. C’è però ancora molto da fare: Cagliari, ad esempio, non è ancora tra le prime dieci città-scalo per i crocieristi. E ancora, il Veneto da solo supera per presenze turistiche tutte le regioni meridionali messe insieme».

Ha preso poi la parola l’on. Giuseppe Fasolino (FI), che ha detto: «Non è stato facile fare sintesi di 14 proposte di legge e da troppo tempo mancava una legge adeguata, visto che il provvedimento in vigore è del 1984. Ossia trent’anni fa. Non possiamo però esimerci dal fare considerazioni e dare numeri: il 74 per cento dei turisti stranieri viene per il mare e il sole mentre solo l’8 per cento è interessato al turismo culturale e archeologico. E in una legge che deve disegnare il nuovo turismo non ci si può dimenticare il ruolo dei Comuni e incentivarli a investire sul turismo e sugli eventi importanti, come lo è stato per la Sardegna il giro d’Italia. Basta passeggiare in questi giorni per le vie di Cagliari per capire cos’è il turismo delle crociere: ora possiamo migliorare ancora una legge che è già però buona». 

Successivamente ha preso la parola il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde che, riprendendo il tema del lavoro della commissione, ha parlato di «lavoro significativo» ma, ha avvertito, «non del tutto positivo» rispetto ad una Regione come la Sardegna che ha «una immensa vocazione turistica, in cui il turismo si sposa in maniera egregia con l’agricoltura, con l’agroalimentare, con l’artigianato». Eppure, ha ricordato, «parlare di turismo in Sardegna è difficile, perché l’isola non ha gli strumenti e i mezzi per portare i turisti; noi stiamo vivendo una stagione sotto il profilo trasportistico molto, molto delicata, con la Giunta che ha rinunciato al decreto sulla continuità territoriale sulle rotte minori nell’ottobre 2014 con gravi conseguenze soprattutto per l’aeroporto di Alghero che ha perso nel 2016 340 mila passeggeri, dati che hanno affossato l’intero territorio. Ora abbiamo fatto una importante apertura di credito al nuovo assessore, ha continuato, finalizzata a velocizzare le dinamiche per arrivare a spendere i primi 4,8 milioni di euro di euro di quest’anno, sperando che però queste risorse vengano spese in modo proficuo ma in modo perequante i danni che sono stati fatti al Territorio del Nord-Ovest».

Ci poniamo però un quesito: «Come si può parlare in modo proficuo di turismo senza una legge sul governo del territorio ed una legge urbanistica capace di marciare in modo parallelo, che però non c’è per le continue liti interne al Pd».

«Ricordiamo in proposito – ha osservato Tedde – che buona parte delle strutture ricettive di questa Regione sono costruite e realizzate nei 300 metri dal mare e sono tutte molto vetuste e superate, strutture fuori dal mercato che hanno necessità di interventi forti, radicali e coraggiosi, per cui non possiamo continuare a temere questo tabù dei 300 metri; quello che a noi interessa non è la distanza ma è la qualità».

«Sicuramente la legge urbanistica – ha concluso – avrà un percorso tormentato mentre ne avrebbe meritato uno preferenziale: è questo il vero rischio perché, se non ci sbrighiamo, tutto sarà stato inutile.»

Dopo Tedde è stata la volta di un altro consigliere di Forza Italia, Antonello Peru. Peru ha affermato in apertura che «il turismo è un fenomeno economico complesso, risultato di singoli settori, tutti fondamentali, che interagiscono in varia forme tra loro, e proprio per questo ha una forte valenza sociale». «Perciò è inutile – ha detto ancora – affrontarlo per sezioni, importando questo o quel modello; il turismo anzi ha necessità di integrazioni, di politiche per il turismo, costruendo dalle fondamenta, cioè dalle motivazioni». La Sardegna, a suo avviso, «ha come motivazione principale il mare; il turista sceglie, a parte il mare in Sardegna, altre mete e quando sceglie altre mete noi dovremmo capire la motivazione e per questo costruire attorno ad esse». Quindi, ad esempio, «se la motivazione è il golf, il turista è spinto dove esistono impianti golfistici; se la motivazione è il buon cibo, l’enogastronomia, la Sardegna deve fare azioni concrete politiche agricole, la stessa vale per il turismo termale, che da noi non è però infrastrutturato». «Se poi l’obiettivo è destagionalizzare per puntare a far conoscere la nostra storia e la nostra identità – ha concluso – è indispensabile, anche in questo caso, programmare azioni e incentivi adeguati, cominciando dai centri storici, dalla mobilità interna, dalla riclassificazione delle strutture ricettive; questa legge può essere una buona partenza, a condizione che tutti crediamo veramente nel rilancio del turismo con una chiara visione d’insieme».

Sempre per Forza Italia, il consigliere Edoardo Tocco ha messo l’accento sulla differenza fra le dichiarazioni di principio e le azioni concrete. Poi ha evidenziato una lacuna della legge nella scarsa considerazione del ruolo degli Enti locali che, invece, hanno saputo essere «protagonisti attivi del turismo in Sardegna, raggiungendo grandi risultati; molti Comuni, molti sindaci, molte amministrazioni locali stanno lavorando molto bene e io credo che sia il caso di dare ai Comuni più forza, più identità, più possibilità, più incentivi».

Altra lacuna, secondo Tocco, è quella del turismo religioso. Proprio oggi, ha ricordato, «ho letto un articolo sul giornale riguardo al cammino di Santa Barbara, è un tipo di turismo che in Sardegna potrebbe avere sicuramente dei risultati».

Infine Tocco ha individuato possibili sovrapposizioni fra diversi organismi della legge, la cosiddetta “Sardegna destination management” e l’Osservatorio regionale del turismo, «io credo che l’Assessorato stia prendendo troppo rispetto a quello che dovrebbe dare, come dicevo prima, ai Comuni della Sardegna».

A nome dell’Udc, il capogruppo Gianluigi Luigi Rubiu, ha sottolineato positivamente lo spirito unitario che ha animato il lavoro della commissione nella stesura di una legge di grande interesse per la Sardegna, attesa da circa trent’anni per un settore così importante come quello turistico.

Tuttavia, ha proseguito, «non è certamente una legge perfetta, a cominciare dalla parte che riguarda i bed and breakfast, perchè ognuno di noi ha una sola residenza e l’idea che oggi la Sardegna sia invece invasa da abusivi che non hanno la residenza nel proprio B&B è inaccettabile, soprattutto, per quegli operatori che sono invece regolari, pagano le tasse e devono combattere quotidianamente anche con la burocrazia». L’abusivismo in questa legge non viene menzionato, ha lamentato Rubiu, «e certamente dobbiamo fare di più anche maggiore sulle seconde case: il turismo sardo non può basarsi sulle seconde case, ma su logiche nuove come le domus, fatte dai B&B regolari, fatte dagli alberghi e fatte dalle tante altre attività che sono previste in legge». In alcune parti, ha aggiunto, «è un testo molto macchinoso ed eccessivamente burocratico, mi riferisco alla Conferenza permanente del turismo ed all’Osservatorio regionale del turismo che potrebbero essere dei doppioni, così cone vanno riviste le percentuali di ricettività indicate per villaggi e campeggi». Una cosa è certa, ha concluso Rubiu, «il turismo della Sardegna potrà crescere e svilupparsi solo se saprà fare sistema con altri settori a cominciare dai trasporti».

Chiusa la discussione generale, ha preso la parola a nome della Giunta l’assessora Barbara Argiolas. Dopo aver ringraziato la commissione ed il presidente Lotto per il lavoro svolto, Argiolas ha messo l’accento sull’approccio innovativo della legge in materia di semplificazione, «per dare snellezza e velocità al turismo sardo, che ha molto bisogno di dare risposte in tempi adeguati». Altro aspetto che per l’assessora è particolarmente qualificante è quello della governance, «che mette in condizioni di fare bene le varie componenti del sistema in un quadro di principi di una Sardegna che ci piace, autenticamente turistica». E, infine, ha concluso auspicando un lavoro del Consiglio che possa migliorare ulteriormente il testo, «è una novità interessante anche quella di avere un impianto normativo non congelato, che ha la la possibilità di essere continuamente aggiornato».

Dopo l’intervento dell’assessore Argiolas, il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli, che il Consiglio ha approvato per alzata di mano.

Sull’emendamento aggiuntivo 15 , che al comma 3 prevede la partecipazione alla conferenza permanente del turismo «in particolare dell’assessorato all’urbanistica e quello dei trasporti» il presidente della Quinta commissione Luigi Lotto  ha risposto al consigliere Fasolino dicendo che  non c’era  nessuna volontà di escludere nessun assessorato.

Marco Tedde (FI) ha ribadito che il turismo deve  necessariamente integrarsi con i trasporti e con l’urbanistica e non solo. Pertanto gli esponenti della giunta devono partecipare alla conferenza permanente del turismo.

Sempre sull’emendamento 15 Lotto ha presentato un emendamento orale che prevede dopo la parola “trasporti”, l’aggiunta delle parole agricoltura, cultura e ambiente. L’emendamento orale è stato accolto e l’emendamento aggiuntivo così emendato è stato approvato. 

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto una breve sospensione. 

Alla ripresa dei lavori l’articolo 5 (Piano strategico regionale del turismo) è stato approvato. Senza discussione c’è stato il via libera anche agli articoli 6 (Promozione turistica regionale) e 7 il cui titolo è stato emendato con l’approvazione dell’emendamento 22 (il titolo dell’articolo 7 è sostituito con “Destinazione Sardegna”. Su questo emendamento è intervenuto il consigliere  Crisponi che rivolgendosi al presidente Pigliaru ha detto che il portale della Regione appena  inaugurato è un bel portale ma ha invitato ad inserire la lingua sarda.

Approvati anche gli articoli 8 (Osservatorio regionale del turismo) e 9 (sistemi informativi per il comparto turistico regionale), mentre l’emendamento 13 è stato ritirato. 

Dopo l’approvazione dell’articolo 10 (attività di informazione e accoglienza turistica) il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto che gli articoli 11 e il 15 siano rinviati a domani. 

La consigliera Busia (Campo progressista) ha presentato un  emendamento orale alla lettera E dell’articolo 12 (Direttive di attuazione). La modifica prevede  di aggiungere le parole “DEI DOVERI” alla carta dei diritti del turista. Attilio Dedoni si è opposto all’emendamento orale. Di diritti e di doveri  – ha detto – ne parliamo in un’altra circostanza. Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha presentato un altro emendamento orale per aggiungere all’articolo 12 primo comma la lettera F “campagne di sensibilizzazione sulla delicatezza del sistema ambientale sardo”. Sull’argomento sono intervenuti  anche più volte i consiglieri Annamaria Busia, Luigi Crisponi, Luigi Lotto, Pierfranco Zanchetta, Attilio Dedoni, Antonio Solinas, Piermario Manca. Dopo ampia discussione nessuno dei due emendamenti è stato accolto e l’articolo 12 è stato approvato nella sua versione originale.

Sull’articolo 13 (Denominazione delle strutture ricettive) è intervenuto il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, che ha ribadito «l’esigenza di garantire la generalità della norma» mentre il consigliere del Pd, Roberto Deriu, ha espresso considerazioni sull’andamento dei lavori: «Bene la gestione assembleare e cordiale del dibattito ma un po’ di ruolo serve mantenerlo. Non attardiamoci, dunque, su questione di lana caprina». Piermario Manca (Pds) ha escluso «questioni di lana caprina» ed ha parlato di «normali aperture, discussioni e confronti proprie di un dibattito in Aula». Posto in votazione l’articolo 13 è stato approvato.

Annunciata la discussione sull’articolo 14 (Definizione delle strutture ricettive alberghiere) il relatore Lotto, su invito del presidente Ganau, ha espresso parere favorevole all’emendamento 5 (Peru e più) che aumenta fino a 300 metri la distanza degli stabili separati dall’edificio dei servizi principali dell’albergo diffuso. Parere contrario, invece, all’emendamento n. 11 (Crisponi e più). L’assessora Argiolas ha dichiarato parere conforme a quello della commissione ed il consigliare Crisponi è intervenuto a sostegno dell’emendamento da lui presentato e tendente a limitare l’albergo diffuso solo nei centri storici dei Comuni con popolazione uguale o inferiore ai diecimila abitanti.

Il relatore della maggioranza Luigi Lotto (Pd), ha ribadito le ragioni della contrarietà alla proposta, contrastato vigorosamente dal capogruppo dei Riformatori Dedoni che ha reclamato più attenzioni per i piccoli centri e per le zone interne.

Il consigliere della maggioranza, Luigi Lotto, in sede di dichiarazione di voto ha quindi affermato che se approvato, l’emendamento Crisponi, metterebbe fuori legge l’albergo diffuso già realizzato nei Comuni con più di diecimila abitanti. Il capogruppo Upc, Antonio Gaia, si èd etto contrario all’emendamento 11 denunciando possibili discriminazioni verso «i cittadini dei centri storici delle città che meritano anche essi di avere la possibilità di recuperare in chiave turistica il patrimonio edilizio». Analoga posizione è stata espressa dal consigliere Deriu (Pd): «Non bisogna escludere imprenditori e cittadini che vogliono realizzare l’albergo diffuso». Dedoni (Riformatori) ha accusato la maggioranza di «voler deviare possibilità di sviluppo destinate ai territori più bisognosi verso le grandi città» e il suo collega di gruppo e di partito, Luigi Crisponi, ha insistito lamentando il rischio che un’eventuale bando a sostegno dell’albergo svantaggi i piccoli centri rispetto alle grandi città ed ha annunciato il ritiro dell’emendamento n. 11. Antonio Gaia (Upc) ha escluso volontà “sperequative” e ha ribadito l’impegno «per uno sviluppo armonico» mentre Antonio Solinas (Pd) ha evidenziato l’inopportunità di una norma che mette «fuori legge gli alberghi diffusi già realizzati nei centri urbani con più di diecimila abitanti». L’assessore del Turismo ha quindi fornito rassicurazioni sulla opportunità di adottare criteri di salvaguardia in sede di bando a favore dei piccoli centri e si è dunque proceduto all’approvazione dell’emendamento n. 5. L’Aula ha dato il via libera all’articolo 14.

Sospesa la discussione sull’articolo 15 (Definizione delle strutture ricettive all’aria aperta) il Consiglio ha proceduto con l’articolo 16 (Definizione delle strutture ricettive extralberghiere) e il relatore Lotto (Pd) ha espresso parere contrario all’emendamento n. 12 (Crisponi e più) tendente ad escludere limitazioni temporali nell’erogazione dei servizi per le attività dei B&B insediate in località in cui non è presente alcun genere di struttura ricettiva.

«Il B&B – ha affermato Luigi Crisponi nel corso del suo intervento – è un punto di riferimento utile e necessario, nonché un sistema diffuso di accoglienza suppletivo di altro genere di strutture». «Vogliamo consentire ai B&B dislocati nei centri dove non c’è un altro tipo di struttura di restare aperta tutto l’anno, invece che limitarne l’attività per un massimo di 240 giorni l’anno».

L’Aula ha quindi approvato l’articolo 16 e respinto la proposta del consigliere Crisponi.  Approvati in sequenza, con distinte votazioni l’articolo 17 (Classificazione e denominazione) e l’articolo 18 (Procedimento di classificazione).

Sull’articolo 19 (Obblighi delle strutture organizzate) il relatore Lotto (Pd) e la Giunta hanno dichiarato parare favorevole all’emendamento n. 7 (Crisponi e più) tendente all’istituzione del registro regionale delle strutture ricettive extra-alberghiere.

La consigliera del gruppo Misto, Annamaria Busia ha proposto un emendamento orale per inserire al comma 1 lettera a) dell’articolo 19, dopo le parole “ricettive” la dicitura «all’interno delle pagine interne del sito internet e nei siti di prenotazione turistica». Il consigliere Crisponi si è detto favorevole all’emendamento orale ed ha ribadito favore per l’emendamento da lui presentato. Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha espresso dubbi sull’opportunità di ribadire nell’ultimo periodo della lettera d) l’obbligo ad effettuare le comunicazioni di pubblica sicurezza («lo prevedono le leggi dello Stato non capisco l’utilità di inserirlo nella norma»)

Il relatore Luigi Lotto (Pd) ha espresso parere favorevole per l’emendamento orale proposto dalla consigliera Busia ed ha avanzato la richiesta di rinvio della discussione dell’articolo 20 (Locazione occasionale a fini turistici).

Accolto l’emendamento orale, il presidente Ganau ha accordato una breve sospensione dei lavori ed alla ripresa il relatore Lotto, accogliendo il suggerimento del consigliere Deriu, ha proposto la sostituzione dei riferimenti alle comunicazioni di pubblica sicurezza con la dicitura «comunicazioni alle autorità competenti». Accolta anche quest’ultima modifica orale, Il Consiglio ha approvato, con due distinte votazioni, l’articolo 19 e l’emendamento aggiuntivo n. 7.

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Il nuovo assessore dei Trasporti, Carlo Careddu, ha giurato stamane in Consiglio.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito ha prestato giuramento il nuovo assessore regionale dei Trasporti Carlo Careddu.

L’Assemblea ha proceduto all’elezione del nuovo Difensore Civico e del Garante regionale per l’Infanzia. Nella votazione per il Difensore Civico Felicetto Contu ha riportato 39 voti (schede bianche 9, nulle 7), al di sotto del quorum prescritto di 40 voti. Il Consiglio ha dunque effettuato un secondo scrutinio, nel quale Contu è stato eletto con 42 voti (bianche 10, nulle 4).

Terminata la votazione, l’Aula ha proceduto all’elezione del Garante per l’Infanzia e l’adolescenza. Anche in questo caso il quorum prescritto è di 40 voti. Hanno riportato 20 voti ciascuno Donatella Olla e Giangiacomo Pisotti, per cui il presidente ha rinviato la votazione al pomeriggio, in modo da permettere ai gruppi di raggiungere un accordo.

Ha preso poi la parola l’on. Giorgio Oppi (Udc) sull’interpellanza 253 (Oppi e più) sui tagli del bosco Marganai.

Secondo l’oratore, protagonista suo malgrado sulla stampa anche italiana per la vicenda del taglio al Marganai, «è tempo che l’assessore Spano ci dica qual è, a chiare lettere, la sua opinione sul taglio indiscriminato sugli alberi del Marganai. Non voglio parlare del fuoco di queste settimane a Iglesias né di come viene gestita la protezione civile ma chiedo che sia necessario  che mi si chieda scusa per essere stato accusato anche dalla  stampa di cose che non ho fatto nella mia qualità di assessore all’Ambiente».

Ha risposto, dunque, l’assessore Spano: «Abbiamo l’occasione per chiarire che questi aspetti hanno riguardato  l’istruttoria tecnica ma non l’indirizzo politico. Tutte le informazioni che mi hanno fornito Forestatas e il Corpo forestale dicono che a Marganai si è venuto a formare un accumulo di massa legnosa dopo la chiusura delle miniere alle quali venivano destinati in passato i pali ricavati dai tagli del bosco ceduo di Marganai. Dei 5mila ettari del bosco Marganai il piano prevedeva tagli alla base ovviamente autorizzati anche dal ministero (e non disboscamento) per 34 ettari dal 2011 sino al 2015. Facciamo così chiarezza su ogni aspetto, compreso il piano forestale regionale. Non ci sono dunque questioni di rilevanza politica né per quanto riguarda l’assessore precedente né per quello attuale».

Per replica l’on. Giorgio Oppi ha detto: «Non sono soddisfatto dei numeri offerti dall’assessore e ricordo che nel 2009 ero assessore e non potevo essere favorevole a quel disboscamento. Non intendo essere accusato di cose che non ho fatto e che sono contrarie alla mia forma mentis e a Iglesias, la città che tanto mi ha dato».

L’on. Daniele Cocco (Mdp) ha illustrato la proposto di legge sull’Ipab “San Giovanni Battista” di Ploaghe, precisando che si tratta di «un’interpretazione autentica che chiarisce che il personale viene trasferito alla Asl territorialmente competente».

Per l’on. Annamaria Busia (Campo progressista Sardegna) «c’è una equivocità nella formulazione e sul punto ci sono pronunce giurisdizionali molto chiare. Mi duole e sono a disagio ma non credo sia questo il percorso corretto, anche nell’interesse dei lavoratori».

Per l’on. Salvatore Demontis (Pd) «è ben vero che la legge da noi approvata nei mesi scorsi voleva disciplinare anche il trasferimento del personale dell’Ipab ma è anche vero che il personale risulta danneggiato. Ecco perché si rende necessaria oggi questa interpretazione autentica».

Anche l’on. Marco Tedde (FI) è intervenuto e ha detto: «Se le ex Ipab sono enti pubblici assimilabili agli enti strumentali è vero dunque che gli ex dipendenti non devono fare un concorso per accedere ai ruoli di altre pubbliche amministrazioni. Questo lo dice la Corte dei conti e anche l’Anac». L’oratore ha poi suggerito un emendamento orale «in modo da superare una volta per tutte la via crucis che abbiamo fatto fare ai lavoratori della ex Ipab».

Per l’on. Antonello Peru (FI) «il provvedimento corregge un errore dell’Aula, come è stato ben motivato. Mi sono assentato per un po’ di tempo e torno in Aula e vedo che si torna a discutere sull’Ipab San Giovanni Battista».

Per l’on. Roberto Desini (Pds) «questa Ipab torna con molto mio dispiacere nel dibattito del Consiglio regionale. Tutta la politica ha sfruttato in passato senza ritegno il bacino elettorale del San Giovanni Battista, sino a calpestare la dignità delle persone. Dove sono andate a finire le vagonate di milioni di euro messi a disposizione negli anni dal Consiglio regionale all’Ipab di Ploaghe? Chi le ha spese e per cosa? Non certo li hanno presi i lavoratori. Mi aspetto dall’assessore Arru un segno di coerenza tra quello che dice lui e quello che fa il suo assessorato».

Per dichiarazione di voto l’on. Annamaria Busia (Cps) ha detto: «Ho indicato prima una pronuncia che riguarda proprio il passaggio del personale da un ente pubblico a un altro».

Sull’aspetto finanziario della norma l’on. Roberto Desini ha chiesto all’assessore al Bilancio «se il trasferimento del personale all’Asl comporta maggiori oneri. Abbiamo forti dubbi che sia a saldo zero».

L’assessore Raffaele Paci ha chiarito affermando che «gli oneri finanziari sono già indicati nella legge già approvata».

L’on. Roberto Desini (Pds) ha letto per dichiarazione di voto il dispositivo di una pronuncia della Corte dei conti. L’on. Marco Tedde (Fi), invece. Ha sostenuto che «tali principi non si applicano al caso della Ipab di Ploaghe, nonostante si tratti di un ente pubblico. L’analisi del sangue non è stata fatta in occasione di tante mobilità di personale dall’ex Ipab alla Asl: perché andrebbe fatta ora?».

Per l’on. Salvatore Demontis (Pd) «non si sta violando l’articolo 97 della Costituzione, che riguarda l’accesso alla pubblica amministrazione e non il transito».

 La legge è stata poi approvata.

L’Aula ha poi approvato anche una legge relativa allo stanziamento a favore del Tpl (ddl 436/A Reiscrizione delle economie di stanziamento  nell’ambito dei trasferimenti di cui al dl 46 del 21 febbraio 2008).

Sul punto l’on. Pietro Pittalis (FI) ha richiamato l’importanza di realizzare il ponte di Oloè tra Bitti e Oliena, che crea enormi disagi ai turisti e all’economia in genere. L’assessore Paci ha assunto l’impegno a sollecitare l’assessore ai Lavori pubblici per il ponte di Oloè. «A volte siamo però impotenti davanti ai ritardi di Anas».

Anche l’on. Luigi Crisponi ha denunciato la situazione del ponte di Oloè: «Assessore Paci, abbiamo necessità di capire se i 12 milioni di euro per realizzare quell’opera pubblica ci sono o no. La comunità di Oliena è totalmente isolata e le tensioni sociali si sprecano».

Per il sardista Angelo Carta «la vicenda di Oloè  è paradigmatica: fu la Procura di Nuoro a chiuderlo e la Provincia a riaprirlo, sostenendo non fosse in imminente pericolo di crollo. Una nuova perizia della Procura lo fece chiudere. Due ingegneri hanno detto cose opposte e il diritto alla mobilità intanto è negato».

Annamaria Busia (Cps) ha detto che “non si può parlare seriamente di lotta allo spopolamento si tengono i cittadini in questa condizione”.

Per l’on. Pietro Pittalis (FI) «non c’è difficoltà a ritirare l’emendamento ma invito a valutare con urgenza una soluzione provvisorio ma fattibile per ripristinare il ponte di Oloè».

La legge è stata poi approvata.

Il presidente Ganau ha sospeso i lavori, che riprendono alle 16.00.

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Il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Pietro Pittalis, attacca la maggioranza di centrosinistra e, in particolare, il Partito democratico, sulla contestata e contrastata riforma della legge urbanistica.

«Osserviamo con grande preoccupazione che le spaccature interne al Partito democratico rischiano di paralizzare una riforma strategica per il settore dell’edilizia e dell’artigianato isolano, con ripercussioni negative sull’economia isolana – attacca Pietro Pittalis -. Una situazione che pone gravi incertezze anche per il lavoro degli uffici tecnici e per il governo del territorio.»

«E’ un segnale evidente sull’inadeguatezza di una coalizione incapace di portare a termine la riforma dell’edilizia – aggiunge Pietro Pittalis -. Pur apprezzando il lavoro dell’assessore Cristiano Erriu per giungere ad un disegno di legge condiviso, si prenda atto che la Giunta Pigliaru è di fatto bloccata dalle tensioni che si manifestano al suo interno.»

«L’atteggiamento dell’esecutivo prefigura di produrre una riforma condita da pregiudizi nei confronti delle imprese, ingessando lo sviluppo del territorio nelle zone costiere e una legge che vada contro gli operatori rurali nelle zone agricole. La Giunta – conclude il capogruppo di Forza Italia – ha già dato un segnale negativo con l’azzeramento del piano paesaggistico e con la modifica del piano casa approvato dal centrodestra.»

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La commissione straordinaria di inchiesta sulla Sanità sarda, presieduta da Attilio Dedoni, questa mattina ha effettuato un sopralluogo a Oristano per incontrare i vertici della Asl 5 ed il direttore amministrativo della Asl unica, Fulvio Moirano.

Assenti i rappresentanti della maggioranza, il presidente ed i commissari Pietro Pittalis (Forza Italia), Angelo Carta (Psd’Az) ed Emilio Usula (Rossomori) sono stati ricevuti all’ospedale San Martino dal direttore Mariano Meloni accompagnato dal suo vice Antonio Pinna e dal direttore del servizio infermieristico Gianni Piras. Impegnato a Cagliari col presidente della Regione, invece, l’assessore Luigi Arru.

Per la Asl unica, invece, era assente il direttore generale Fulvio Moirano, sostituito però dal direttore amministrativo Stefano Lorusso. Proprio quest’ultimo, rispondendo alle domande del presidente Attilio Dedoni, ha detto che «l‘azienda unica ha iniziato a fare le gare unificate, come quella dell’elisoccorso e anche altre. Abbiamo sinora riscontrato che spesso le gare si sono arenate per difetti sui capitolati tecnici. Ma per contenere la spesa stiamo valutando anche iniziative drastiche nei confronti dei 70 medici iperprescrittori (i professionisti che farebbero eccessivo ricorso alla prescrizione di medicine ndr.), che sono già stati individuati».

Sulle difficoltà di attuazione della riforma ha preso la parola anche il direttore della Asl di Oristano, Mariano Meloni: «E’ una fase complessa, anche perché non sono sempre chiari i poteri e le funzioni attribuite a noi direttori. Però ogni giorno affrontiamo un problema nuovo e lo risolviamo: è un fatto che di dà soddisfazione. Soprattutto dal punto di vista amministrativo, perché stiamo collaborando davvero con la direzione generale, a Sassari».

Il commissario Pittalis ha sollevato alcune perplessità sullo stato dei locali («non sembra di arrivare in una struttura ospedaliera») ma soprattutto sui problemi del personale assunto a termine: «Non capisco perché in alcune Asl si attinga alle graduatorie in modo differente, tanto che c’è chi viene chiamato per due anni e chi solo per un anno, nonostante abbiano superato lo stesso concorso. Il rischio di ricorsi e disfunzioni è molto alto». Il direttore Meloni ha toccato il tema affermando che «a breve a Oristano saranno assunte 78 persone a tempo determinato».

Ha preso poi la parola il commissario Angelo Carta, che ha denunciato i ritardi nell’invio di documenti richiesti: «Ho presentato a maggio 2016 una richiesta di accesso agli atti e il dottor Fulvio Moirano mi ha risposto oggi, dopo un anno e due mesi. Vorremo capire, sulla scorta di questa riforma, cos’è cambiato rispetto al passato e qual è la nuova via che si sta percorrendo per risparmiare». Della stessa opinione il commissario Usula: «Sono temi di assoluto valore che affrontiamo qui ma che dovranno essere rivisti anche nella commissione Sanità». 

Secondo il direttore Mariano Meloni «con la riforma si possono e si devono evitare sprechi, si deve garantire la qualità e stanare gli imboscati. Ma ho dubbi che il costo sanitario pro capite della Sardegna, che già è al livello se non più basso di quelli di tante regioni italiane, possa essere diminuito continuando a garantire una sanità all’altezza dei Paesi civili».

Il presidente Attilio Dedoni ha annunciato che, dopo le visite di Nuoro e Oristano, prossimamente la Commissione andrà nel Sulcis Iglesiente e a Sassari: «Intendiamo così completare i sopralluoghi nell’Isola per dare piena attuazione al mandato ricevuto dal Consiglio regionale al momento della istituzione di questa commissione straordinaria».

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Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis rilancia il dibattito sulla vertenza dei dipendenti di Forestas. «Con l’impianto della nuova normativa da portare in aula – spiega Pietro Pittalis – si intende applicare il contratto regionale ai dipendenti dell’agenzia con una nuova classificazione del personale». Una battaglia da tempo portata avanti dai lavoratori dell’agenzia, culminata poi nella proposta di legge. «Attualmente – spiega Pietro Pittalis – il regime contrattuale applicato ai dipendenti Forestas è distinto da quello in vigore per tutte le altre amministrazioni del sistema Regione. Trovano applicazione, per le categorie operai, impiegati e quadri, il contratto degli addetti alla sistemazione idraulico-forestale. Per i dirigenti vige la cornice dei dirigenti delle imprese agricole, non applicato perché incompatibile. Serve immediatamente una legge – conclude Pietro Pittalis – anche per mettere fine al lungo braccio di ferro sulle mansioni superiori, con un diritto non riconosciuto per molti lavoratori. La maggioranza appare distratta rispetto alle istanze dei dipendenti, che non godono di un quadro normativo omogeneo ed equilibrato».

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Ha cessato di vivere questa mattina all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, l’indipendentista Salvatore “Doddore” Meloni. Aveva 74 anni. Era stato ricoverato in ospedale per le precarie condizioni di salute, dopo due mesi di sciopero della fame messo in atto per protesta mentre scontava alcune condanne inflittegli per reati fiscali, prima nel carcere di Massama, in provincia di Oristano, poi in quello di Uta.

«Doddore Meloni, morto questa mattina all’ospedale di Cagliari, è stato vittima della cieca e sorda burocrazia di un assurdo sistema che ha impedito a una persona anziana e malata di ricevere cure adeguate alle sue condizioni di salute. Il suo quadro clinico, del resto, era già abbastanza eloquente al momento del suo arresto, lo scorso 28 aprile, ed è andato peggiorando di giorno in giorno – scrive in una nota l’europarlamentare di Forza Italia Stefano Maullu -. La sua dignità è stata deliberatamente calpestata: nonostante le sue condizioni, infatti, a Doddore Meloni è stato impedito di curarsi al di fuori dal carcere. Di fronte alla morte di Meloni, la riflessione sul valore della dignità umana e sul buon senso che andrebbe applicato in casi come il suo si fa sempre più attuale.»

«Il Psd’az esprime vivo cordoglio per la morte di Doddore Meloni che ha scelto di immolare la sua vita alla causa indipendentista – dice il consigliere regionale Angelo Carta -. Un militante di una causa giusta che nella sua vita ha manifestato l’idea di una Sardegna libera e indipendente senza cercare compromessi o condivisioni di facciata. Tant’è che spesso si è trovato solo a condurre una battaglia impari. Una solitudine che non ha mai fatto venir meno la sua determinazione. Un carattere e una personalità che hanno influenzato la battaglia per l’indipendenza dei Sardi fino a farla diventare una battaglia quasi solitaria. Ora si dovranno rileggere le vicende della sua vita con il giusto distacco – conclude Angelo Carta – per trarre ogni buona indicazione per il proseguo della battaglia verso l’autodeterminazione dei Sardi. Adiosu Doddore…»

«Nonostante le differenze politiche che ci separano, abbiamo apprezzato lo spirito battagliero per i suoi ideali indipendentisti e di libertà della Sardegna».Così il capogruppo regionale di Forza Italia Pietro Pittalis esprime il cordoglio per la morte di Doddore Meloni, che si è spento oggi all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari. L’esponente degli azzurri rimarca anche il suo disappunto «per il mancato intervento da parte delle istituzioni pubbliche atte a garantire il fondamentale diritto alla salute dell’indipendentista, il cui stato si è aggravato  con il protrarsi dello sciopero della fame. Ai familiari e alle persone a lui vicine esprimo anche a nome del gruppo di Forza Italia il più sentito cordoglio».

 

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Il Consiglio regionale ha approvato la norma che fa di Platamona il litorale urbano metropolitano del Nord Ovest. La novità introdotta all’unanimità dalla commissione urbanistica in sede di discussione del disegno di legge in materia edilizia è passata anche al vaglio dell’aula di via Roma, su proposta del consigliere regionale Antonello Peru e del capogruppo Pietro Pittalis (FI). Un provvedimento che consente al litorale che si affaccia sul Golfo dell’Asinara di superare i requisiti richiesti dalla legge 45 e fa sì che le competenti amministrazioni comunali non debbano decretare la cessazione di tutti i servizi alla balneazione, insieme con lo smontaggio delle strutture il 31 ottobre di ogni anno. «Esprimo soddisfazione per l’approvazione in Aula del provvedimento – ha dichiarato Antonello Peru – perché rappresenta un grande vantaggio per le attività al servizio della balneazione e scongiura penalizzazioni e disparità di trattamento tra i diversi territori e gli operatori del settore turistico.» Il consigliere regionale della minoranza, nel corso del suo intervento in aula, ha ringraziato l’assessore regionale dell’Urbanistica e tutti i colleghi della commissione «per l’attenzione e la sensibilità dimostrata per assicurare a Platamona un’opportunità di sviluppo e crescita con l’introduzione del litorale metropolitano del Nord Ovest».

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Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge sulla destagionalizzazione dei flussi turistici e tre mozioni, tra le quali quella sulla Portovesme srl.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n. 429 – Giunta regionale – “Interventi di promozione e comunicazione finalizzati alla destagionalizzazione dei flussi turistici.”

Prima di avviare la discussione generale sul provvedimento che stanzia 40 milioni di euro per la comunicazione e il marketing attraverso il sistema di trasporto aereo fino al 2020, numerosi consiglieri regionali hanno preso la parola sull’ordine dei lavori.

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha ribadito la sua richiesta di restituire piena operatività alla commissione Governo del territorio perché, a fronte della indisposizione del presidente, «si registra il vuoto dell’assessore e si brancola nel buio e non si può sostenere l’impossibilità di convocare l’assessore dei Trasporti».

Il presidente Gianfranco Ganau ha assicurato che, una volta cessato l’impedimento del presidente Giuseppino Pinna, la commissione riprenderà la sua attività.

Anche il consigliere Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) si è associato alla richiesta del collega Pierfranco Zanchetta.

Il consigliere del gruppo Misto Francesco Agus ha invece sollecitato un incontro con i capigruppo sulle questioni aperte che riguardano l’Agenzia Forestas, ricordando che «la prima commissione sta proseguendo lo studio del contratto e bisogna fare il punto su una questione che riguarda un servizio primario della Regione».

Il presidente Ganau, annunciando che la conferenza dei capigruppo è già convocata per le 15.00, ha assicurato che il problema sarà affrontato in quella sede.

Il capogruppo di Art. 1 – Sdp Daniele Cocco ha richiamato l’attenzione della presidenza sull’impegno formale, già assunto, per calendarizzare in tempi brevissimi due proposte di legge su Forestas,

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, esprimendo il suo sostegno alla richiesta dei colleghi Zanchetta e Pizzuto, sottolineando l’importanza del problema dei trasporti interni per isole minori.

Anche il consigliere del Pds Roberto Desini, si è associato alla richiesta evidenziando la necessità di discutere al più presto una proposta di legge, di 2 soli articoli, ora in commissione.

Dopo quest’ultimo intervento il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza del Dl n. 429, il consigliere Antonio Gaia (Cps), per illustrare il provvedimento.

In apertura, Antonio Gaia ha espresso un plauso all’assessore ed all’intera commissione per i tempi rapidi con cui il provvedimento è stato assegnato all’Aula, mettendo l’accento sul fatto che si tratta «di una legge scarna ma ricca di sostanza perché movimenta risorse importanti per 40 milioni di euro, a sostegno della domanda turistica in bassa stagione; è una scelta strategica e di marketing molto innovativa che non comporta alcun aiuto alle compagnie aeree ed è quindi al riparo da rilievi dell’Unione europea». E’ importante quindi, ha aggiunto, «approvarla in tempi rapidi evitando il rischio di perdere risorse preziose, perché il turismo è parte fondamentale dell’economia sarda e, in questi anni, c’è stato un trend positivo ma con risultati non ancora soddisfacenti, per cui bisogna lavorare molto per sfruttare tutte le potenzialità della Sardegna ed il suo un patrimonio naturale, ambientale e culturale non ancora pienamente valorizzato». Il turista che viene in Sardegna, ha poi ricordato Gaia, «si sposta prevalentemente in aereo; servono quindi collegamenti efficienti e a costi competitivi per invertire una rotta che ha causato gravi danni nella zona di Alghero ma anche nel Nuorese, in definitiva la legge deve il primo passo e la pietra angolare di una nuova pianificazione regionale che dovrà coinvolgere tutto il sistema regionale».

Per la minoranza, il relatore Marco Tedde (Forza Italia) ha parlato di un «singolare prelievo di soldi dai Trasporti, che evidentemente hanno fallito, per trasferirli al Turismo, certificando il fallimento delle politiche di settore dell’assessore Deiana». Il provvedimento, secondo Tedde, «è in parte positivo negli obiettivi generali e però manifesta una totale e pericolosa indeterminatezza, non c’è un progetto o una idea forte e, d’altra parte, il Consiglio è confinato nel ruolo di collettore di risorse, approvando di fatto uno stanziamento di 48 milioni di euro al buio delegando tutto alla Giunta dopo che per 3 anni e mezzo non si è varata nemmeno una bozza di piano di sostegno al low cost». Dopo aver ricordato lo stanziamento precedente della Giunta di 6 milioni di euro per promuovere la Sardegna negli scali sardi che ha prodotto esiti insignificanti, Tedde ha criticato con forza la strategia turistica della Giunta che «solo ad Alghero, ha causato la perdita di 300.000 passeggeri nel 2016 con ricadute negative anche sull’economia sarda in termini di Irpef e Iva». Tornando al merito della legge in esame, il vice capogruppo di Forza Italia ha sottolineato che «da una parte si fa riferimento al modello Abruzzo rivolto ai mercati nazionali e internazionali ma si dimentica che, in quella Regione, c’è solo un aeroporto per cui occorre adattarlo alle esigenze della Sardegna dove invece ce ne sono tre e vanno valutate bene le quote di traffico; in proposito, è il Consiglio che deve dire dove e come».

Il consigliere del gruppo Misto Francesco Agus ha manifestato il suo apprezzamento per il lavoro svolto dalla Giunta e dalla commissione, e la sua approvazione piena per «un provvedimento snello ed essenziale che copre un buco che però viene coperto un po’ in ritardo rispetto alle esigenze reali della Sardegna». Finalmente abbiamo uno strumento, ha precisato Agus, «ma le decisioni dovranno essere di fronte ad una burocrazia comunitaria spesso molto attenta alle forme più che alla sostanza e, del resto, la destagionalizzazione non è formula magica perché richiede il consolidamento di tutto il sistema Sardegna, dei trasporti interni e di destinazioni attrezzate a rispondere alla domanda turistica; questa tipologia di turismo, in altre parole, può essere una incredibile occasione di sviluppo a condizione che ognuno faccia la sua parte a cominciare da amministratori locali, realtà produttive ed istituzioni regionali».

Il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto (Pd) ha affermato che «fa piacere che il Consiglio affronti questo problema, il grande tema di come promuovere la crescita del turismo in Sardegna con uno strumento mirato che consente di iniziare un percorso virtuoso». Sotto questo profilo, ha aggiunto, «è sbagliato parlare del passato più o meno recente, bisogna invece sostenere il progetto della Giunta senza però rinunciare al ruolo della commissione e del Consiglio, di qui l’impegno della maggioranza e dell’assessore per un passaggio in commissione non appena il piano sarà definito concretamente, per cui non c’è nessuna delega al buio ed anche la settimana prossima la commissione potrà esaminare il progetto». Auspichiamo comunque, ha concluso, «un ritorno positivo che sostenga in termini reali la ripartenza del turismo della Sardegna, un tema su quale ho fiducia che ci sarà anche il consenso della minoranza».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi ha ricordato che «il progetto è stato valutato con grande attenzione dalla commissione, comprese le criticità che contiene a cominciare dal ritardo di 3 anni e mezzo nell’individuazione di un percorso, per cui è vero che le politiche passate di questa Giunta sono fallite». Della destagionalizzazione peraltro, ha detto ancora Luigi Crisponi, «si parla dagli anni ’80 ed è vero che oggi ci sono risorse significative ma è anche vero che il riferimento al modello Abruzzo da una parte ci protegge dalla burocrazia europea ma dall’altra ci mette di fronte ad un progetto che non conosciamo, senza dimenticare che non c’è destagionalizzazione al mondo che funzioni senza che sia accompagnata da iniziative su tutto il territorio, perché il turismo è un settore economico veloce che non ammette ritardi». Quanto al riferimento al modello Abruzzo secondo Crisponi «si tratta di un percorso ben preciso con presidi intermedi, progetti di filiera e raccordo con i territori per cui occorre trasferire questo schema anche in Sardegna prestando attenzione anche alle piccole comunità delle zone interne».

Il consigliere del Pd Salvatore Demontis ha definito «ottima» l’iniziativa dell’assessore e dell’intera Giunta, perché «promuovere e comunicare il brand Sardegna è cosa diversa dal sostenere le compagnie low cost, cercando invece di fidelizzare il turista senza dimenticare che gli incentivi, pur essendo cosa diversa, non vanno trascurati». Lavorare nei mesi invernali compresi nella finestra da novembre a marzo, a giudizio di Demontis, «è una scelta importante che va sostenuta e, dopo le risorse, dovranno essere definiti gli indirizzi e, in particolare, ora serve che il sistema aeroportuale sia all’altezza di questo compito con particolare attenzione all’aeroporto di Alghero che ancora vive una situazione di forte sofferenza».

Per Forza Italia il consigliere Mariano Contu ha evidenziato che «il disegno di legge affronta per la prima volta nella legislatura il problema della destagionalizzazione turistica, iniziativa importante ma però arriva con grandissimo ritardo dopo la consistente perdita di flussi turistici che in parte ha vanificato il trend di crescita del settore». Le risorse a disposizioni sono ingenti, ha affermato ancora Contu, «ma pianificazione resta inadeguata, per cui è auspicabile che la Giunta faccia presto a tracciare gli indirizzi per gli interventi che poi verificheremo in commissione ed in Consiglio».

Il consigliere del Pd Piero Comandini ha dichiarato che «l’economia del turismo va molto veloce e può cambiare rapidamente e, per questo, dobbiamo essere consapevoli di un mercato altamente competitivo; quindi tutto quello che si fa per radicare questo settore in un sistema come quello sardo è un passo in avanti, soprattutto se riusciremo a risolvere il problema trentennale della destagionalizzazione finora confinato nei dibattiti e nei seminari». Il nostro turismo, ha proseguito Comandini, «fa registrare un aumento soprattutto con gli stranieri ma l’84% delle presenze è concentrato in 4 mesi mentre il resto sono briciole, intercettate da imprenditori particolarmente dinamici». In definitiva, ha concluso, «lo strumento è giusto e l’esperienza dell’Abruzzo è utile anche perché lì si è puntato su risorse assegnate in parte con quota fissa e in parte dopo i risultati, con le compagnie diventate partner di un progetto di comune interesse; significativo, infine, il riferimento al sistema aeroportuale regionale che rafforzerà il messaggio promozionale, anche con l’inserimento del programma all’interno della continuità territoriale 2017-2021».

Per Daniele Cocco (Art. 1 – Sinistra per la Democrazia e il Progresso) questo provvedimento è atteso da tempo. Si tratta di una variazione di bilancio che però deve procedere in sinergia  con  la legge sul turismo ancora all’esame della Terza commissione. Daniele Cocco auspica che  l’iter di approvazione della legge sul turismo si concluda al più presto e che la legge vada nel più breve tempo possibile in Aula. Anche perché tutto il sistema aeroportuale va considerato a 360 gradi con tutti gli aeroporti presenti nell’isola e si deve ragionare con la volontà di entrare in sinergia con le zone interne. Il capogruppo di Art.1 – Sinistra per la Democrazia e il Progresso crede che la proposta licenziata dalla regione Abruzzo ci possa aiutare molto. Le risorse non devono essere assegnate a pioggia ma in base ai risultati prodotti dalle compagnie aeree. 

Angelo Carta (Psd’az – La Base)  ha sottolineato la condivisione che c’è su questo DL anche da parte della minoranza.  Il ruolo del Consiglio però, approvando il testo così come è, è mortificato. L’Assemblea – per Angelo Carta – deve  poter dare un contributo costruttivo e serio.  Per questo sarebbe meglio approvare l’emendamento presentato da Marco Tedde.

Gianluigi Rubiu (Udc Sardegna) ha detto che questo Disegno di legge è  una variazione di bilancio mascherata .  Già in commissione – ha detto Rubiu – abbiamo espresso delle perplessità  e per questo ci asterremo. Noi siamo d’accordo – ha aggiunto il capogruppo dell’Udc – a trovare forme di finanziamento per incentivare le compagnie aeree e navali per destagionalizzare il turismo in Sardegna. Ma in questo DL ci sono troppi elementi di genericità e, a volte, sembra che la gara sia stata prevista per una compagnia aerea ben precisa e già individuata.  L’idea è buona: trovare dei fondi da destinare alla promozione della Sardegna ma non condividiamo che sia solo la giunta  a fare questo. Il Consiglio deve avere un suo ruolo preciso. 

Gianfranco Congiu (Partito dei sardi) trova similitudini tra questo Disegno di legge e la legge 9 del 98 “la legge alberghi” . Congiu nel suo intervento ha  sottolineato che va bene la fretta ma  è necessario stare attenti alle regole degli “aiuti di Stato”. Il capogruppo  del Partito dei sardi ha parlato di “slalom legislativi” e di “equilibrismi  giuridici”.  Sono stufo – ha aggiunto – di dover procedere in questo modo perché alla Sardegna  non è stato ancora riconosciuto uno  status  in virtù della sua insularità.  Attenzione:  ancora una volta stiamo mettendo in campo una norma  programmatica senza un piano d’azione che deve essere a prova di infrazione.

Per Pierfranco Zanchetta (Cristiano Popolari socialisti)  il provvedimento è straordinario e  apre una nuova frontiera. Anche il capogruppo dei Cristiano Popolari socialisti però ha  richiamato l’attenzione sulla deroga agli aiuti di Stato. Non è pensabile – ha detto – che non riusciamo a estendere tariffe accettabili  sui trasporti marittimi ai sardi e a tutti i cittadini,  la Sardegna deve rivendicare la sua specificità.

Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) ha rimarcato che  questo DL arriva in aula così veloce per  volontà  dei capigruppo dell’opposizione che, nonostante abbiano ritenuto da subito  che questo DL fosse insufficiente,  hanno fatto  un’apertura di credito nei confronti dell’assessore Argiolas. Per Tedde questo DL  doveva  essere presentato  3 anni e mezzo fa.  Tedde è molto  critico sulle politiche trasportistiche della giunta Pigliaru che ha definito “bizzarre”  e che hanno  fatto perdere centinaia di migliaia di passeggeri  nel 2016 nel solo aeroporto di Alghero. Per Tedde questo DL ha delle falle. Il Consiglio regionale è un mero passacarte e non  si possono attribuire risorse solo secondo il criterio del numero dei passeggeri arrivati nei singoli scali. Per questo – ha aggiunto Tedde –  abbiamo presentato un emendamento per  introdurre un piccolo meccanismo per non penalizzare gli scali del nord Sardegna già in condizioni precarie grazie alla  politica dei trasporti fallimentare di questa giunta.  Questo Disegno di legge è  un primo passo, che presenta aspetti di novità. Ma rischia di essere un mero passaggio finanziario se non si inserisce in un quadro di un progetto complessivo.

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola, per la replica, all’assessore al Turismo Barbara Argiolas. L’esponente della Giunta, dopo aver ringraziato la Quinta Commissione e l’Aula per il lavoro svolto, ha ribadito l’obiettivo del Disegno di legge: l’allungamento della stagione turistica con interventi di promozione e comunicazione  attraverso il sistema di trasporto aereo.

«Puntiamo ad un sistema integrato. Questo è un primo passo – ha detto Argiolas – nelle prossime settimane avremo modo di affrontare un discorso più ampio con la discussione del Testo Unico sul Turismo che si fonda su tre asset: governance, offerta turistica e comunicazione. Serve una strategia generale e una condivisione di intenti di carattere territoriale. Parlare oggi di destagionalizzazione non è facile. L’assessorato è al lavoro e crede nella crescita del settore».

Argiolas ha poi ricordato le iniziative messe in campo in questi mesi attraverso i bandi per l’internazionalizzazione delle imprese, le ciclovie, il turismo lento e sostenibile, la valorizzazione dei piccoli borghi.«Anche la delibera approvata ieri sui centri commerciali naturali è un intervento a favore dei piccoli comuni e un altro strumento per contrastare lo spopolamento».

Sul contenuto del Dl, Argiolas ha voluto tranquillizzare il consigliere Tedde (Forza Italia): «Stanziamo risorse per la comunicazione e la promozione – ha detto l’assessore – le linee di indirizzo saranno sottoposte all’attenzione della Quinta Commissione, su questo c’è il mio personale impegno e quello della Giunta. I criteri terranno conto dei dati sul traffico dei passeggeri nei singoli aeroporti dai quali emergeranno le difficoltà dei territori».

Argiolas ha quindi concluso il suo intervento sottolineando la necessità di mantenere una linea comune per arrivare all’allungamento della stagione turistica e all’infrastrutturazione dell’offerta.«Serve un pacchetto di azioni che consenta a Regione, comuni e imprese di attivare un’offerta qualitativa alta per i mesi di spalla. Il sogno è pensare che si possa lavorare per 9 mesi l’anno. Per far questo serve però l’aiuto di tutti».

Annamaria Busia (capogruppo Misto) ha annunciato il suo voto favorevole: «Nel Dl c’è il riconoscimento di buone prassi come quelle dell’Abruzzo, è inevitabile tener conto delle indicazioni dell’Ue – ha detto Annamaria Busia – l’argomento consente però di tornare alla vexata quaestio del superamento del sistema di deroghe e de loro aggiornamento che mi auguro venga sollecitato dalla Giunta e dal Governo. Questa è la vera questione e il punto dolente sul quale occorre lavorare. Il Presidente riferisca sulle ricadute che il G7 ha avuto in Sardegna».

Voto favorevole ha preannunciato anche Fabrizio Anedda (Sinistra Sarda): «Il provvedimento è un buon esempio di sinergia tra gli assessorati. Il turista non deve essere solo trasportato ma accolto e fatto diventare un testimonial dell’Isola – ha detto Anedda – per questo sarebbe utile coinvolgere anche gli assessorati all’agricoltura e alla cultura. Occorre inoltre favorire il trasporto interno. Il Trenino Verde è  un elemento di forte attrazione ma serve più attenzione».

Emilio Usula (Rossomori), pur d’accordo con il provvedimento, ha proposto un emendamento orale: «Se vogliamo destagionalizzare non basta la comunicazione attraverso il trasporto aereo ma serve anche quella su nave. La tipologia dei passeggeri è infatti diversa, in nave arrivano cicloturisti, motociclisti e famiglie».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha invece annunciato il suo voto di astensione: «Finalmente oggi si parla di turismo, ma se l’Aula fosse davvero conseguente dovrebbe incentivare il settore anziché tagliare i fondi in Finanziaria. Ci sono due elementi che non convincono: i 12 milioni di euro virtuali cassati dalla Commissione bilancio, che vanno assolutamente recuperati, e la mancata previsione di un criterio basato sui risultati. Le risorse devono essere erogate sulla base dei passeggeri trasportati, altrimenti la discussione è vana».

Anche Marco Tedde (Forza Italia) ha dichiarato il suo voto si astensione. «E’ però un’apertura di credito nei confronti dell’assessore che ha un obiettivo strategico chiaro e condivisibile. Mette in campo risorse importanti ma rimane nell’indeterminatezza quanto a modalità e criteri di spendita delle risorse – ha affermato Tedde – il Consiglio deve poter decidere sui criteri, altrimenti non svolge un ruolo dignitoso. Prendiamo atto dei buoni propositi dell’assessore ma la cornice l’avremmo dovuta scrivere noi e invece non lo stiamo facendo. La Giunta di fatto traccia la cornice entro la quale deve muoversi. E’ una Giunta pigliatutto. Non è un buon risultato per l’Assemblea legislativa».

Il presidente della Commissione “Attività Produttive” Luigi Lotto (Pd) ha invece affermato che la definizione dei criteri  è di competenza della Giunta. «La Commissione darà un parere preventivo e questo non è di secondaria importanza. Oggi va rinnovato l’impegno a mantenere il programma che ci siamo dati. Vedremo insieme i criteri in Commissione, a noi il compito di migliorarli e di fare proposte».

Per Attilio Dedoni (Riformatori): «La maggioranza finora nulla ha fatto sul fronte dei trasporti. La cura del ferro che propone l’assessore significa che le ferrovie soffrono di anemia. La Giunta sta attuando politiche sul ferrato diverse da quelle utili per la Sardegna. Qual è la possibilità di raggiungere le zone interne attraverso le ferrovie? Quali sono le scelte a favore per il Trenino verde, mezzo efficace per scoprire le tradizioni e la cultura delle zone interne? Non sappiamo programmare. Rimangono scoperti gli scali di Tortolì e Fenosu».

Il relatore del disegno di legge Antonio Gaia (Upc) si è detto contrario agli emendamenti proposti: «Non possono trovare accoglimento per il semplice fatto che la norma non è un sostegno al trasporto aereo, riguarda la comunicazione e il marketing. Attraverso alchimie giuridiche si è cercato di trovare una soluzione al problema ed evitare gli strali dell’Unione europea».

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha espresso disagio per tutti i complimenti rivolti alla Giunta. «Siamo tre anni a fare nulla. Il nostro voto sarà di astensione perché non vogliamo essere partecipi in negativo. Vediamo cosa riuscirete a fare, la nostra è un’apertura di credito ma noi non condividiamo metodi e contenuti della Giunta che sono assolutamente fallimentari».

Pierfranco Zanchetta, capogruppo Upc, pur ribadendo la necessità di un coinvolgimento della Commissione “Governo del Territorio”, ha annunciato il suo voto a favore.

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 35 voti a favore e uno contrario.

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 1 “Finalità” e dell’emendamento aggiuntivo presentato dal consigliere Tedde (Forza Italia) che chiede di prevedere criteri compensativi per la perdita di passeggeri.

«E’ un emendamento che introduce un principio generale di perequazione – ha detto Marco Tedde – un accorgimento che consentirebbe di rimediare alla situazione dello scalo di Alghero che ha avuto problemi in questi anni. I dati di Assoaeroporti dicono che ha perso 150mila passeggeri nei primi cinque mesi del 2016, -25%. E’ una crisi generale dell’economia del territorio. L’emendamento è un atto di giustizia nei confronti di un’intera provincia».

Emilio Usula (Rossomori) ha ribadito la sua richiesta di inserire un emendamento orale a favore del trasporto navale, mentre Roberto Desini (Pds), condividendo lo spirito della proposta di Marco Tedde, ha presentato un emendamento orale  all’emendamento per  la prevedere  canali prioritari per gli aeroporti che hanno registrato un calo di passeggeri nel 2016.

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) si è detto contrario alla proposta di Desini: «Nell’emendamento manca solo il nome dell’aeroporto. Finora abbiamo parlato di visione generale e adesso puntiamo a misure di compensazione territoriale. Perché Desini è stato zitto finora? Adesso che c’è un’opportunità di meritocrazia si vuole premiare chi a causa della politica o di demeriti propri non ha ottenuto gli stessi risultati degli aeroporti virtuosi».

Il relatore Antonio Gaia (Upc) ha nuovamente precisato che il Dl punta alla promozione e al marketing e non ad aiutare il trasporto aereo. «Se così non fosse la norma rischierebbe di essere cassata».

Anche Salvatore Demontis (Pd), pur d’accordo con Tedde ha evidenziato il rischio di un intervento della Commissione Ue. «La perequazione può servire a migliorare il sistema dei trasporti, il Dl però si muove sulla linea della promozione del brand Sardegna. Non vorrei che i buoni intenti dell’emendamento indebolissero il Dl esponendolo alla procedura di infrazione da parte di Bruxelles».

L’assessore Argiolas ha ribadito che le linee guida che verranno sottoposte all’attenzione della Commissione prenderanno le mosse dai dati sulle presenze turistiche e terranno conto delle condizioni dei singoli territori.

Il presidente Ganau ha quindi sospeso la seduta per alcuni minuti. Alla ripresa dei lavori il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha dichiarato la sua contrarietà alla presentazione di emendamenti orali.

Ganau ha quindi messo in votazione l’articolo 1 che è stato approvato con 31 sì e un no. Respinto invece, con 26 voti contrari e 21 favorevoli, l’emendamento aggiuntivo presentato dal consigliere Tedde.

L’Aula ha quindi approvato in rapida successione, con l’astensione della minoranza, gli articoli 2 “Autorizzazione di spesa”, 3 “Criteri”, 4 “Norma Finanziaria” e 5 “Entrata in vigore”.

Il testo finale della legge ha ottenuto il via libera con i voti della maggioranza (32 su 32 votanti). L’opposizione ha confermato l’astensione.

Il Consiglio ha poi affrontato l’esame di due mozioni sul trasporto ferroviario, la n. 319 (Pittalis e più) sull’istituzione di un treno veloce sulla linea Nuoro-Macomer e la n. 325 (Deriu e più) sul sistema ferroviario sardo, con particolare riferimento alla direttrice Abbasanta-Olbia.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato quindi la parola al capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis per illustrare la mozione n. 319.

Pietro Pittalis ha ricordato all’inizio del suo intervento che «grazie all’iniziativa Trenitalia-Nuorese è stata avviata una petizione popolare inviata ad interlocutori regionali e nazionali per l’istituzione di un treno veloce Nuoro-Macomer per Nuoro e le zone della Sardegna centrale, iniziativa che ha raccolto un grande consenso con oltre 10.000 sottoscrizioni». Il comitato promotore, ha aggiunto Pittalis, «ha messo in evidenza due aspetti: la salvaguardia del diritto costituzionale alla continuità territoriale interna ed la necessità di incentivare l’uso dei mezzi pubblici nell’ottica di una economia sostenibile ed inoltre, quanto allo strumento con cui rispondere alla richiesta, va data attenzione al piano da 400 milioni destinati alla Regione anche se non risulta che la Giunta abbia previsto progetti per la modernizzazione delle infrastrutture ferroviarie in quei territori ed il collegamento con le altre componenti del sistema regionale». Siamo rimasti sorpresi, ha affermato Pietro Pittalis, «da dichiarazioni su un progetto futuristico Cagliari-Bastia in 40 minuti; ce lo auguriamo ma prima bisogna preoccuparsi di rendere possibile un collegamento efficiente fra i vari centri della Sardegna e, in particolare, vogliamo capire se nella programmazione della Giunta c’è spazio per progetti che riguardino le zone interne e consentano di superare la marginalità di quelle comunità locali».

Successivamente ha preso la parola il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu per l’illustrazione della mozione n. 325.

Roberto Deriu, primo firmatario della proposta, ha dichiarato che «le due mozioni non sono identiche perché partono da punti di vista differenti; la nostra, in particolare, propone al Consiglio un grande investimento strategico che completi la rete sarda con Olbia, Nuoro, Oristano e Cagliari che adesso non sono connesse e su questo intendiamo impegnare la Giunta su una grande decisione». Questa azione di completamento della rete, ha continuato, «sarà un grande investimento per la Sardegna che impegnerà almeno 15 anni ma ci pare un modo corretto per fare politiche di lungo respiro sulle infrastrutture del territorio, per le quali servono grandi risorse e grandi progetti, il coordinamento di diverse istituzioni, lo stimolo presso il Governo e l’Unione europea, insomma un enorme lavoro politico amministrativo». L’altra mozione, ha concluso Roberto Deriu, «che in qualche modo riguarda una parte del tutto, è una cosa diversa, ma si può tentare una sintesi fra i due documenti».

Il consigliere dei Luigi Crisponi ha osservato che «la mozione Pittalis è particolare perché viene dal basso, dai cittadini che sentono un forte isolamento infrastrutturale, ma se poi con un’altra mozione si affronta una realtà più ampia non si può che condividere». Però fa specie, secondo Luigi Crisponi, «sentir parlare della cura del ferro se si confrontano questi annunci con una realtà ben diversa, tenendo presente anche che recentemente hanno portato il Freccia Rossa in Basilicata con 3 milioni e in Puglia con la stessa cifra un treno veloce da Taranto, in entrambi i casi con interessanti ritorni economici». Sono piuttosto preoccupato, ha concluso Luigi Crisponi, «per il continuo sperpero di risorse che non arrivano mai nelle zone interne e aumentano la desertificazione della Sardegna centrale; proprio stamane, per restare in tema, ho depositato una mozione per incrementare la velocità da 90 a 110 sulla Dcn, altrimenti il Nuorese resterà isolato in eterno rispetto al resto dell’Italia e del mondo».

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha annunciato di aver firmato sia la petizione che le due mozioni, anche se «sicuramente una prevede un progetto che può essere realizzato in tempi brevi mentre l’altra ha una prospettiva di lungo termine, siamo comunque di fronte ad una buona occasione per sapere le intenzioni della Giunta sul sistema ferroviario regionale e su quello del Nuorese in particolare». Citando alcune iniziative realizzate in altre Regioni, Usula ha ricordato che «in Umbria sono stati impiegati 50 milioni per ammodernare la rete con fondi Fesr ed il ministro Del Rio ha detto che ci sono 300 milioni per la  sicurezza e 400 per le linee più isolate, risorse importanti cui la Sardegna deve guardare con attenzione». Facciamo il punto su quanto fatto e quanto c’è da fare per il futuro, ha suggerito Usula, «perché non ci possiamo accontentare delle promesse del G7 proiettate in un orizzonte lontano ed invece dobbiamo sapere quali risorse sono state impegnate in questa legislatura e con quali risultati, anche per una necessità di trasparenza nei confronti dei cittadini». Se vi avviasse la nuova linea Macomer Nuoro, ha concluso, «sarebbe un grande risultato di legislatura con macchine nuove, più sicure e meno inquinamenti sulla stessa rete».

Angelo Carta (Psd’az – La Base)  ha sottoscritto  la mozione 319 perché la posta in gioco è il diritto alla mobilità per tutto il nuorese.  Il capogruppo ha ricordato che dopo l’iniziativa della minoranza, la maggioranza ha  rilanciato presentando un’altra mozione sull’intero sistema regionale ferroviario. Per Carta, però, è necessario porre l’attenzione soprattutto sul  nuorese , che è a rischio isolamento. Parlare di treno veloce a Nuoro – ha aggiunto –  è chiaramente una provocazione, invece il diritto alla mobilità è un’invocazione. Perché il nuorese deve essere aiutato.

Dopo l’on. Angelo Carta ha preso la parola l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc), che ha detto: “Altro che ferro, nel trasporto interno siamo ancora all’età del bronzo. Siamo ancora allo scartamento ridotto e con una rete ferroviaria che davvero grida vendetta. Le due mozioni possono trovare una sintesi ma quella della maggioranza ha un respiro più ampio e mi vede più soddisfatto perché collegare Olbia con Nuoro ed Abbasanta è un’operazione di prospettiva importante per la Sardegna”. L’oratore ha poi aggiunto: «Non dimentichiamo però che ancora la Abbasanta, Buddusò Olbia e la Olbia, Palau, Santa Teresa devono essere completate: anche l’Anas ha molto da fare per la Sardegna».

Per la Giunta ha preso la parola l’assessore Massimo Deiana (Trasporti), che ha replicato agli interventi: ”La rete ferroviaria sarda è mista: 450 km di Rfi Italia a scartamento ordinario e 600 km a scartamento ridotto delle Ferrovie della Sardegna. La Regione ha competenza solo sulla rete a scartamento ordinario e solo su quella può investire. Negli anni ’70 fu persa una grande occasione per potenziare la rete ferroviaria a Nuoro, quando veniva costruita la statale 131 DCN, a non mi pare che oggi Rfi abbia in mente di farlo né possiamo farlo noi.

Sulla tratta Macomer – Nuoro, invece, di appena 58 km, abbiamo investimenti per 81,9 milioni di euro con lavori in corso per la sicurezza e l’ammodernamento, lavori che a breve saranno conclusi. Su quella tratta metteremo in funzione 4 treni che abbiamo appena acquistato e che dovrebbero entrare in funzione a settembre”.

L’esponente della Giunta ha proseguito: “Costruire una rete ferroviaria a scartamento ordinario, senza particolari opere viarie, si devono calcolare tra i 15 e i 18 milioni di euro a chilometro. Dunque, rifare da zero la rete ferroviaria sarda per aumentare la velocità sulla tratta Cagliari – Nuoro o Cagliari – Abbasanta costerebbe circa 900 milioni di euro. Al momento non abbiamo una somma così né noi né Rfi. Abbiamo invece in corso le opere sulla Monserrato – Senorbì e dobbiamo procedere sulla tratta Senorbì – Isili. 

Anche Rfi sta investendo in Sardegna circa 350 milioni di euro e sono previsti nel contratto di programma tra il governo e Rfi. Nei prossimi mesi i treni a scartamento ordinari di Rfi dovrebbero pendolare e raggiungere velocità più elevate. Ma non avendo l’elettrificazione in Sardegna non possiamo avere nemmeno l’alta velocità, che ha costi notevoli: 60 milioni di euro a chilometro”. Rispetto alle mozioni l’assessore ha detto: “Siamo disponibilissimi a fare degli studi per valutare meglio gli investimenti”.

Per replica l’on. Pietro Pittalis (FI) ha detto: “Riconosco serietà nella risposta che ha dato all’Aula, anche in virtù del fatto che a breve andrà ad occuparsi di altro incarico all’Autorità portuale. Ma il quadro tracciato sul sistema ferrato è drammatico e impietoso. Il Consiglio regionale ha il dovere di dare a chi succederà all’assessore Massimo Deiana un impegno che sia chiaro e vincolante. Se non si parte non si arriverà mai”.

Per l’on. Roberto eriu (Pd) “il Consiglio regionale non è un consiglio d’amministrazione, come mi hanno sempre insegnato. E il valore delle nostre azioni si misura nella visione alta di quello che facciamo, come ricordava anche il presidente Pietro Pittalis poco fa. Vogliamo che la nostra Regione presenti gli interessi effettivi dell’Isola presso il governo nazionale, anche nella specificità della Sardegna. Se è vero che non si può fare tutto subito non è però nemmeno impossibile fare qualcosa: facciamo qualcosa, interveniamo sugli assetti infrastrutturali. E per fare questo serve avere ambizione”.

Il presidente Ganau ha disposto una breve sospensione della seduta.

Alla ripresa dei lavori sono state messe in votazione le due mozioni che sono state approvate all’unanimità: la 319 (Pietro Pittalis e più) con 46 voti su 46 e la 325 (Roberto Deriu e più) con 48 voti su 48.

Il presidente del Consiglio ha poi dato la parola a Cesare Moriconi (Pd), primo firmatario della mozione 322 sulla situazione di incertezza che preoccupa i lavoratori della Portovesme srl e sul rischio fermata degli impianti, con gravi conseguenze socio economiche.

La mozione, firmata da 31 consiglieri di maggioranza e di opposizione, impegna la giunta regionale a intraprendere, e riferire al Consiglio regionale, tutte le iniziative utili, urgenti e necessarie al fine di evitare l’interruzione delle attività produttive della Portovesme srl. Moriconi, illustrando la mozione, ha ricordato che la Portovesme srl è la più importante impresa del Sulcis, attualmente, conta 666 dipendenti diretti e circa 600 dipendenti indiretti, ha un fatturato annuo di circa 500 milioni di euro e una ricaduta sul territorio del Sulcis, la provincia più povera d’Italia, di grande rilevanza socioeconomica. L’azienda non ha mai ricorso agli aiuti della finanza pubblica regionale o statale e ha fatto investimenti per circa 300 milioni di euro negli ultimi 15 anni, destinati sia all’ammodernamento tecnologico, sia alla sicurezza negli impianti, sia allo svolgimento delle operazioni di bonifica. L’azienda, da  oltre 15 anni, conferisce gli scarti del proprio processo produttivo nella discarica di Genna Luas, un progetto grazie al quale è stato possibile bonificare un vecchio sito minerario che, così come altri, dopo tanti anni di attività, ha generato gravissime condizioni di inquinamento e rischio ambientale. Però questa discarica entro il 2017 esaurirà la capacità di conferimento e, se non saranno trovate soluzioni alternative, le attività produttive industriali dovranno essere interrotte. L’azienda, sin dal 2010  ha avviato le procedure per l’individuazione di un sito idoneo alla realizzazione della nuova discarica ma a 7 anni di distanza l’iter autorizzativo non è stato ancora concluso. La situazione – ha detto Cesare Moriconi – è gravissima e il rischio della fermata degli impianti, se non si trova una soluzione è molto alto. Dalla  sopravvivenza della Portovesme srl dipende il futuro non solo del Sulcis ma della Sardegna intera. Il Sulcis – ha ricordato Moriconi – è il territorio più povero d’italia, è una delle zone della Sardegna con il più alto tasso di spopolamento, c’è una nascita ogni due decessi. Per la Portovesme srl è necessario trovare soluzioni emergenziali. Questa mozione non è contro qualcuno, ma è una mozione per fornire un aiuto alla Giunta. Perché se entro l’autunno non dovesse arrivare  una soluzione l’impianto è destinato a fermarsi e la linea di produzione non è riavviabile. La Giunta regionale – ha concluso Moriconi – ha il dovere di informare l’aula e vogliamo impegni chiari.

Pietro Cocco (Pd) ha ribadito che la Portovesme srl ha un ruolo importante non solo per il Sulcis ma per l’intera Sardegna. La discarica di Genna Luas – ha ricordato – ha raggiunto il suo limite, con 9 argini realizzati. Ora è arrivato il tempo di dare risposte. Gli uffici devono agire in  fretta, per bene e in maniera zelante. Questo è il compito della politica:  accelerare la burocrazia per evitare che per  paura di decidere non si diano risposte. La Portovesme srl però ha bisogno di un luogo dove scaricare i rifiuti. In attesa che la soluzione definitiva  venga trovata per Pietro  Cocco ci sono due strade: o il commissario della provincia autorizza a scaricare ancora nel nono argine (autonomia 1 mese) oppure il ministero concede l’autorizzazione a scaricare nelle vasche all’interno dello stabilimento (autonomia sette mesi).

Secondo Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc, è sbagliato parlare di rifiuti e di discarica. «Quelli prodotti dalla Portovesme srl sono scarti di lavorazione che fanno parte della filiera di produzione, tra 20 anni potranno essere riutilizzati. La discarica può essere una risorsa».

Per l’esponente dell’Udc occorre trovare una soluzione definitiva scartando da subito l’ipotesi della costruzione del decimo anello nella discarica di Genna ‘e Luas. «Occorre accelerare l’iter per la costruzione del nuovo sito per il conferimento degli scarti di lavorazione – ha detto Gianluigi Rubiu – nel frattempo si faccia pressing sul Ministero dell’Ambiente per l’autorizzazione all’utilizzo temporaneo delle vasche di contenimento presenti all’interno della Portovesme srl».

Secondo Rubiu non è invece percorribile la strada del conferimento a discariche private. «Se questa è l’idea c’è qualcuno che non vuole bene alla Portovesme srl – ha detto il capogruppo – le discariche private sono state costruite con vecchi criteri che non garantiscono la sicurezza dell’ambiente. Quella progettata dall’azienda è invece una discarica moderna e sicura».

Ugo Cappellacci (Forza Italia) ha ricordato che il tempo a disposizione per evitare la chiusura della fabbrica è di sole 12 settimane. «Il 30 di settembre scadrà la concessione per l’utilizzo della discarica di Genna Luas – ha detto Cappellacci – il tempo passa velocemente, ogni minuto perso può essere quello decisivo».

Secondo l’ex presidente della Regione «la Portovesme srl è un fiore nel deserto con tecnologia e persone straordinarie. E’ un’azienda competitiva a livello mondiale che opera nel Sulcis e non ha problemi di mercato. In passato si sono fatte battaglie storiche per risolvere la questione energetica. Sarebbe un paradosso, direi un crimine, se si consentisse di chiuderla per un problema burocratico».

Cappellacci ha quindi proposto di individuare un percorso straordinario: «Serve una task force, un’unità di crisi, un commissario. Alla politica si impone di trovare una soluzione. Ci sono due possibilità: l’utilizzo delle tre vasche o il conferimento a discariche private. La seconda è da scartare, rimane la prima sulla quale la competenza è del ministero dell’Ambiente, serve un intervento forte del presidente della Giunta nei confronti del ministero per accelerare il processo. Non commettiamo il crimine di far morire un’azienda sana».

Giorgio Oppi (Udc) dopo aver ricordato la vicenda storica dell’industria pesante nel Sulcis, ha sottolineato la necessità di un intervento forte della politica per provare ad individuare una soluzione.

«Ho fatto l’assessore all’Ambiente e il presidente del Consorzio industriale del Sulcis. In passato abbiamo risolto tanti problemi – ha detto Oppi – i funzionari devono capire che questo è un problema di grande rilevanza economica e sociale per tutto il territorio. La Giunta deve prendere l’iniziativa per accelerare l’iter autorizzativo della nuova discarica. Basta rinvii, serve una risposta chiara. Nel frattempo occorre premere sul Ministero per ottenere il via libera all’utilizzo delle vasche di contenimento».

L’assessore al bilancio Raffaele Paci, in qualità di vice presidente della Giunta, dopo aver ricordato che l’assenza in aula dell’assessore Spano era stata ampiamente preannunciata, ha ribadito l’impegno della Giunta ad assumere tutte le iniziative per difendere il tessuto produttivo del Sulcis.

«Pensare a un futuro diverso di quell’area non significa abbandonare l’esistente – ha detto Raffaele Paci – quello va difeso in tutti i modi, sono posti di lavoro e produzione. Tutto va fatto però difendendo l’ambiente. Non si baratta il lavoro con la salute. La Portovesme srl da questo punto di vista dà tutte le garanzie».

Secondo Paci occorre superare i prossimi mesi in modo da avere la nuova discarica che poi potrà funzionare per i prossimi anni. «La pratica non è vero che va avanti da 7 anni, è stata presentata nel 2016. Abbiamo istituito una cabina di regia che viene seguita dal Capo di gabinetto presso la Presidenza della giunta per dare supporto a tutte le amministrazioni coinvolte. Il tavolo tecnico si è riunito anche questa mattina, i tecnici dell’assessorato e dell’azienda stanno lavorando insieme. Nel giro di qualche mese contiamo che si concluda positivamente l’iter di autorizzazione alla nuova discarica, poi occorrerà preparare il sito. Nel frattempo ci sono altre soluzioni: prima di tutto l’utilizzo delle vasche che assicurano un’autonomia di alcuni mesi. La competenza è del Ministero dell’Ambiente, la Regione ha segnalato l’assoluta priorità della pratica, è stato contattato il Ministro, i tecnici della Regione in continuo contatto con quelli del ministero. L’azienda adesso deve presentare la richiesta per l’utilizzo delle vasche di contenimento, la Regione farà di tutto per farla avere prima del 30 settembre».

Paci, infine, ha ricordato che con le nuove tecnologie i rifiuti possono diventare una risorsa. «Possono essere utilizzati come materie prime. E’ una nuova visione di economia circolare che garantisce allo stesso tempo posti di lavoro e tutela dell’ambiente. Il parere della Giunta alla mozione è favorevole».

In sede di replica il consigliere Cesare Moriconi ha precisato che l’iter per la costruzione della nuova discarica è partito nel 2010. «Non è questo però il problema – ha detto – bene l’impegno della Giunta chiedo però che la prossima settimana venga convocata la Quinta Commissione una ricognizione e una verifica sull’evolversi della situazione».

E’ quindi intervenuto Daniele Cocco (capogruppo Art. 1- Sdp) che ha annunciato il suo voto a favore.

Posta in votazione, la mozione è stata approvata per alzata di mano.

Il Consiglio ha poi iniziato la discussione sulla mozione, presentata dal capogruppo sardista Angelo Carta e sottoscritta anche da altri capigruppo e semplici consiglieri, con cui si sollecita un intervento umanitario a favore dell’indipendentista Doddore Meloni, detenuto nel carcere di Uta da oltre 2 mesi in sciopero della fame e, di conseguenza, in condizioni di salute preoccupanti.

Illustrandone il contenuto, il capogruppo del Pd’Az Angelo Carta ha auspicato l’ampia condivisione del documento, sottolineando che la mozione è animata soltanto da scopi umanitari e si propone di individuare soluzioni dalla detenzione a tutela della salute di Meloni.

Il consigliere Piermario Manca (Pds) ha suggerito di semplificare il testo della mozione concentrandone il dispositivo su contenuti concreti e ricordando che si tratta della vita di una persona che ha lottato per ideali non sempre condivisibili ma è anziano e non mangia da circa 2 mesi.

Il consigliere del Pd Antonio Solinas, premettendo di parlare a titolo personale, ha affermato che è volontà comune non fare il processo alle idee politiche di Meloni e tuttavia, ha precisato, migliaia di cittadini italiani detenuti nelle carceri si trovano oggi nelle sue stesse condizioni. Preannunciando il suo voto contrario, Antonio Solinas ha concluso affermando che non è competenza del Consiglio intervenire su detenuti in carcere per reati comuni.

La consigliera Daniele Forma del Pd ha invece espresso solidarietà umana a Doddore Meloni, pur senza entrare nel merito delle vicende giudiziarie che lo riguardano né dei suoi convincimenti politici, e comprendendo la difficoltà di separare la sua scelta di lotta politica dalla vicenda personale e dalla decisione estrema di fare lo sciopero della fame. La consigliera, condividendo la preoccupazione dei familiari di Meloni e dei militanti del suo movimento Meris, ha poi preso lo spunto dalla vicenda per suggerire che il Consiglio reintroduca fra le sue competenze quella sui diritti civili.

La consigliera Annamaria Busia del gruppo Misto, favorevole alla mozione, ha messo l’accento sul fatto che l’argomento in questione impone una sorta di mea culpa al Consiglio che non ha nominato il Garante per i diritti del detenuto, figura che avrebbe potuto intervenire a pieno titolo sulla vicenda come su altre. La consigliera si è poi soffermata più in generale sulla situazione della sanità penitenziaria (settore in grande sofferenza) auspicando un momento di riflessione di tutto il Consiglio.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu si è detto favorevole senza alcun dubbio nel sostenere le ragioni che hanno indotto Meloni a fare lo sciopero della fame, aggiungendo che la mozione è mossa da uno spirito umanitario al di sopra di ogni strumentalizzazione politica, e punta ad alleviare per quanto possibile una situazione oggettivamente grave.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha parlato di un segnale si solidarietà che non sarebbe giusto negare, di un accorato appello che non interferisce sulla vicenda giudiziaria e non ha carattere politico ma esprime solo vicinanza nei confronti di chi da 2 mesi fa lo sciopero della fame e si trova in precarie condizioni di salute. In altre occasioni, ha ricordato Pittalis, abbiamo espresso solidarietà verso persone che vengono da altri continenti, dobbiamo farlo anche per un sardo, compiendo un gesto nobile.

A nome della Giunta il vice presidente Raffaele Paci ha precisato che l’Esecutivo non ha una posizione sul problema né competenza ad intervenire su una mozione che, peraltro, è rivolta al presidente del Consiglio. Tuttavia, ha concluso, se fossi un consigliere la voterei.

Il presidente Ganau, non essendoci altri interventi, ha chiesto al capogruppo sardista Angelo Carta, primo firmatario della mozione, di esplicitare la sua posizione in riferimento alle modifiche del testo suggerite dal consigliere Piermario Manca.

Il consigliere Carta, confermando di voler mantenere il documento nel suo testo integrale, ha chiarito che si prefiggeva tre obiettivi: non alimentare un caso politico, non tracciare un profilo della persona, non sconfinare dalle competenze del Consiglio.

Messa ai voti, la mozione è stata approvata.

Dopo lo scrutinio, il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato la convocazione della commissione Sanità per domani alle 10.00 e l’immediata convocazione della conferenza dei capigruppo. Successivamente ha tolto la seduta.