Il 3 maggio, al ministero della Funzione pubblica si svolgerà un incontro sulla vertenza dei lavoratori Ara e Apa.
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Il 3 maggio, al ministero della Funzione pubblica si svolgerà un incontro sulla vertenza dei lavoratori Ara e Apa, sollecitato dai parlamentari sardi del Partito Democratico al quale saranno presenti gli assessori regionale all’Agricoltura, al Bilancio e al Personale e alcuni consiglieri regionali. Obiettivo: trovare una soluzione alla drammatica crisi in cui versano le associazioni regionali e provinciali degli allevatori dopo il commissariamento deciso da Aia. La vertenza riguarda circa 300 lavoratori (agronomi, veterinari e amministrativi) che, dopo anni di servizio alle dipendenze di Apa e Ara, non hanno certezze per il futuro.
La notizia è stata data in mattinata dal presidente della Commissione Bilancio del Consiglio regionale, Franco Sabatini, durante l’audizione delle associazioni di categoria in Quinta Commissione.
In attesa dell’incontro romano, il parlamentino delle Attività produttive guidato da Luigi Lotto ha fatto il punto della situazione e individuato un percorso da seguire per arrivare ad una soluzione condivisa.
I rappresentanti di Copagri, Cia e Confagricoltura hanno ribadito la necessità di arrivare a un sintesi per garantire i livelli occupazionali e, allo stesso tempo, i servizi al comparto zootecnico. «Lamentiamo il mancato coinvolgimento delle associazioni da parte dell’assessore all’agricoltura – ha detto il coordinatore regionale di Copagri Pietro Tandeddu – su questo tema è mancato il confronto. Occorre prima di tutto fare chiarezza sulla situazione patrimoniale di Ara e Apa e sulla gestione degli ultimi anni. Noi crediamo che l’assistenza tecnica agli allevatori debba essere esercitata direttamente dalla Regione. Questo può avvenire con l’ingresso diretto dei lavoratori in Laore, senza costi aggiuntivi per la Regione che già si fa carico degli oneri finanziari di Ara e Apa, o con la costituzione di una società in house. Ciò che deve essere chiaro è che occorre recidere ogni legame con l’Associazione italiana allevatori, soggetto di natura privatistica, che punta alla socializzazione delle perdite e alla privatizzazione degli utili».
Parole condivise da Francesco Erbì, presidente regionale della Cia: «La Regione finanzia da sempre Ara e Apa – ha detto Erbì – il controllo della gestione deve essere pubblico. Siamo contrari a mantenere in essere l’attuale organizzazione e chiediamo una svolta nei rapporti con Aia».
Giannetto Arru Bartoli, direttore della sezione sassarese di Confagricoltura, ha invece definito “illegittimi” i commissariamenti delle associazioni regionali e provinciali degli allevatori decisi da Aia: «Siamo contrari al progetto di fusione di Ara e Apa che in questo modo passerebbero sotto il diretto controllo di Aia. La Regione deve avere un ruolo da protagonista, non possiamo permettere l’ennesimo scippo ai danni della Sardegna. Per i dipendenti delle associazioni ci sono due soluzioni: il passaggio diretto a Laore o la creazione di un’apposita società in house».
Quest’ultima sarebbe l’unica soluzione giuridicamente percorribile secondo il consigliere dell’Upc Antonio Gaia: «Le leggi approvate negli anni scorsi dal Consiglio per la stabilizzazione dei lavoratori nel sistema-Regione non sono applicabili – ha affermato Antonio Gaia – meglio pensare a una società in house creata dall’Agenzia Laore».
Di diverso avviso il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini per il quale è invece possibile la creazione di un’Agenzia pubblica con l’assunzione del personale attraverso una procedura concorsuale sul modello seguito per Aspal: «E’ assurdo che nell’isola non esista un’assistenza pubblica per la zootecnia – ha detto Franco Sabatini – ogni volta che si è provato a intervenire ci sono state forti resistenze. Sono contrario a una società in house creata da Laore, agenzia che non riesce ad assolvere ai propri compiti. Il passaggio dei dipendenti Ara e Apa al sistema regionale non comporterebbe oneri finanziari aggiuntivi per la Regione. Questo cercheremo di far capire al ministro nell’incontro del 3 maggio. Se non otterremmo risposte occorrerà aprire una vertenza con lo Stato».
Anche per Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp) le competenze e le professionalità di Ara e Apa devono essere pubbliche: «Il Consiglio, un mese e mezzo fa, ha votato un apposito ordine del giorno che va in questa direzione – ha ricordato Eugenio Lai – abbiamo dato mandato all’assessore Caria perché avanzi una proposta entro 45 giorni. Ara e Apa svolgono compiti importanti, non possiamo permettere che la gestione dei libri genealogici degli ovini cada in mano a società nazionali. Se non si trova una soluzione rapida la situazione rischia di provocare danni all’intero comparto mettendo a rischio anche l’efficacia delle misure recentemente adottate a favore della zootecnia sarda».
Secondo Luigi Crisponi (Riformatori) la questione va risolta in tempi brevi ma non senza aver fatto chiarezza sulla cattiva gestione delle associazioni. «Non è pensabile far finta di niente – ha detto Luigi Crisponi – Ara e Apa sono finanziate con soldi pubblici, se è vero che ci sono voragini nei bilanci qualcuno ne deve rispondere».
La Quinta Commissione è pronta a farsi carico della questione: «Siamo in attesa della proposta della Giunta – ha detto il presidente Luigi Lotto – tra qualche giorno scade il termine indicato nell’ordine del giorno approvato in Consiglio, siamo certi che arriverà nei tempi prefissati altrimenti siamo pronti ad avviare un nostro percorso. L’obiettivo è chiaro: dare il migliore servizio possibile al comparto zootecnico, salvaguardando i livelli occupazionali e garantendo serietà nella gestione. Non è consentito a nessuno fare operazioni di parte con i soldi pubblici. Il confronto con il Governo servirà ad affrontare in modo organico la questione».