15 November, 2024
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Giro di boa a Narcao per la trentaquattresima edizione di Narcao Blues. Venerdì 26 luglio, alle 21.30, il palco di piazza Europa accoglierà per la prima volta un musicista brasiliano (ma di base a Los Angeles): il chitarrista Artur Menezes, ventisette anni compiuti pochi giorni fa (il 14 luglio), astro nascente del blues mondiale, dove si è messo in luce già nel 2010 pubblicando il primo album. Il suo stile è una miscela di blues e rock con influenze funk e jazz, cui le sue radici brasiliane aggiungono un sapore speciale rendendolo ancora più distinguibile. “Fading Away”, del 2020, il suo album più recente (con un’apparizione come ospite di Joe Bonamassa) ha segnato un altro passo avanti nella crescita artistica di Artur Menezes, consacrandolo tra i talenti di spicco della nuova generazione dei chitarristi blues. Con lui a Narcao ci saranno Loris Tils al basso e Samuel Rafalowicz alla batteria.

Alle 23, a brillare nella notte di Narcao Blues sarà la stella di Martin Barre, il chitarrista inglese che per oltre quarant’anni è stato un membro chiave dei Jethro Tull, caratterizzando gran parte del suono della band capitanata da Ian Anderson, e contribuendo quindi al suo successo e alla sua duratura popolarità. Classe 1946, nativo di Birmingham, Martin Barre ha lavorato anche con molti altri artisti, tra cui Paul McCartney, Phil Collins, Gary Moore, Joe Bonamassa e Chris Thompson, ha condiviso il palcoscenico con leggende come Jimi Hendrix, Fleetwood Mac, Pink Floyd e Led Zeppelin, e ha intrapreso una brillante carriera solista, pubblicando album che mettono in mostra la sua versatilità nel rock, nel blues e nella musica acustica. Tra i suoi dischi più noti “Away with Words” (del 2013) e “Back to Steel” (2016), in cui fonde abilità tecnica e profondità emozionale. Oggi Martin Barre continua a conquistare il pubblico nei suoi concerti, rinomati per energia e precisione, sia che si esibisca con la sua band, sia con altri artisti. Ad accompagnarlo sul palco di piazza Europa ci saranno Dan Crisp (voce e chitarra), Alan Thomson (basso) e Darby Todd (batteria).

Spenti i riflettori, la musica continuerà a infiammare la notte di Narcao Blues nel quotidiano appuntamento dopoconcert in Località Santa Croce: di scena stavolta Cek and The Stompers, la band capitanata dal chitarrista e cantante bresciano Cek Franceschetti, affiancato da Luca Manenti (chitarra elettrica e mandolino), Andrea Corvaglia (armonica e voce), Pietro “Peg” Gozzini (contrabbasso e voce) e Federica Zanotti (percussioni e voce). Il pubblico di Narcao Blues ritroverà questi stessi musicisti l’indomani, sabato 27, alle 21.30, sul palco di piazza Europa nel primo dei due set in programma per l’ultima serata del festival. Poi, gran finale, a partire dalle 23, con il chitarrista, cantante e songwriter californiano Tommy Castro, una delle stelle più brillanti della costellazione soul-blues, alla guida della sua band The Painkillers: Michael Emerson alle tastiere, Randy McDonald al basso e Bowen Brown alla batteria. Spenti gli amplificatori e le luci in piazza Europa, e accesi nello spazio dopoconcerto in Località Santa Croce, il compito di suonare le ultime note della trentaquattresima edizione di Narcao Blues spetterà alla formazione Two Empty Glasses.

 

Tutto pronto per la trentaquattresima edizione di Narcao Blues: da mercoledì (24 luglio) a sabato 27 ritorna il più longevo festival blues in Sardegna, e tra i più apprezzati nel panorama nazionale. Un appuntamento da mettere in agenda per gli appassionati del genere, che già nella sua intestazione rimarca l’inscindibile legame con il paese in cui è nato nel 1989 e dove ha sede l’associazione culturale Progetto Evoluzione che lo organizza e promuove: Narcao, nel cuore del Sulcis, a poca distanza da Carbonia e a una sessantina di chilometri da Cagliari.

A inaugurare il festival, mercoledì (24 luglio) alle 21.30, sarà il progetto Moore Plays Moore con il talentuoso Jack Moore, figlio del celebre Gary Moore e anch’egli chitarrista: un tributo all’indimenticabile genitore, scomparso nel 2011 a 58 anni, che nel corso della sua carriera ha collaborato con leggende come B.B. King, Albert King, George Harrison, Albert Collins, Bob Dylan, i Beach Boys, Ozzy Osbourne e Andrew Lloyd Webber. A Narcao il trentaseienne chitarrista britannico sarà accompagnato dai polacchi Szymon Pejski alla voce, Bogdan Topolski alla chitarra, Łukasz Gorczyca al basso e Tomek Dominik alla batteria. Il concerto si collega al progetto “Sardinia Plays the Blues”, promosso dal festival di Narcao nel 2020, durante la pandemia, quando vennero invitate sei band sarde a esibirsi in località turistiche di rilievo per promuovere le eccellenze musicali e territoriali dell’isola. Il DVD prodotto per l’occasione è stato distribuito in tutta Europa, attirando l’attenzione di numerosi festival, tra cui quello di Suwalki, in Polonia, di cui ora i Moore Plays Moore saranno “ambasciatori” a Narcao Blues.

Il secondo tempo della serata inaugurale, intorno alle 23, vedrà protagonisti i Southern Avenue, una delle migliori formazioni soul-blues della scena americana degli ultimi anni. Nata nel 2017, la band originaria di Memphis porterà sul palco di Narcao il suo set carico di energia e groove esplosivo, trainato dalla potente voce della frontwoman Tierinii Jackson e dalla chitarra di Ori Naftaly, con Jeremy Powell alle tastiere, Evan Sarver al basso e Tikyra Jackson ai cori e alla batteria. Presenza costante nei migliori festival blues internazionali, i Southern Avenue vantano tre dischi all’attivo (con il quarto previsto per la fine dell’anno) e una nomination ai Grammy nella categoria “Best Contemporary Blues Album”, a testimonianza dell’alta qualità della loro proposta artistica.

Serata tutta a stelle e strisce, quella di giovedì 25, aperta (come sempre alle 21.30) da Jason Ricci, considerato tra i più importanti armonicisti blues contemporanei, in arrivo a Narcao per l’unica data italiana del suo tour. Uno straordinario talento, quello del bluesman statunitense, nato a Portland nel 1974, come certificano gli svariati premi raccolti ai Blues Music Awards e il Grammy conquistato nel 2015 per la categoria “Best Blues Album”. Nel suo vasto bagaglio di esperienze, un lungo elenco di apparizioni in album di artisti come Johnny Winter, Ana Popovic, Joe Louis Walker, Cedric Burnside, Walter Trout, Mike Zito, JP Soars, Nick Moss, Peter Karp, Nick Curran, The Mannish Boys, Too Slim and The Tail Draggers, Walter Trout, tra i tanti; e poi tour e concerti con John Fohl, The Iguanas, Damon Fowler, Pappa Mali, JP Soars, Eric Johanson, Big Chief Monk Boudreaux, Anders Osborne, Joe Krown e altri ancora. Jason Ricci & The Bad Kind è la formazione con cui è atteso a Narcao, con Kaitlin Dibbles alla voce, Brent Johnson alla chitarra, Bill Blok al basso e Rickey Shelton alla batteria.

Ha passaporto U.S.A. anche il protagonista della seconda parte della serata, Selwyn Birchwood, pluripremiato chitarrista, suonatore di lap steel, cantante e songwriter con radici nella tradizione del blues, ma con lo sguardo rivolto verso il futuro. Classe 1985, nativo di Orlando, in Florida, Selwyn Birchwood chiama la sua musica “Electric Swamp Funkin’ Blues”: un’inebriante miscela di deep blues, rock dalle tinte psichedeliche, funk e soul con cui ha vinto l’International Blues Challenge nel 2013 e ottenuto ben quattro nomination ai Blues Music Awards 2024 nelle categorie “Best Blues Band”, “Song Of the Year”, “Contemporary Blues Album” e “Contemporary Blues Male Artist”. A Narcao si presenterà alla testa della sua band che vede Regi Oliver ai sassofoni, Ed Krout all’organo e alle tastiere, Donald “Huff” Wright al basso e Byron “Bizzy” Garner alla batteria.

Sarà il primo artista brasiliano (ma di base a Los Angeles) nella storia di Narcao Blues ad aprire la serata di venerdì (26 luglio, sempre alle 21.30): il chitarrista Artur Menezes, ventisette anni appena compiuti (il 14 luglio), astro nascente del blues mondiale dove si è messo in luce già nel 2010 pubblicando il suo album d’esordio. Il suo stile è una miscela di blues e hard rock, con la capacità di passare agilmente a groove swinganti e jazz. Le sue radici brasiliane aggiungono un sapore speciale al mix, rendendo il suo stile ancora più distintivo anche per l’uso della voce, che esprime profondamente le emozioni delle sue canzoni, così come fa con la sua chitarra. Il suo ultimo album, “Fading Away”, con un’apparizione di Joe Bonamassa come ospite, ha segnato un passo avanti sia nella scrittura che nell’esecuzione, consacrando Artur Menezes tra i primi posti della nuova generazione di chitarristi blues. A Narcao sarà accompagnato da Loris Tils al basso e Samuel Rafalowicz alla batteria.

Alle 23.00, la notte di Narcao Blues sarà illuminata dalla stella di Martin Barre, il chitarrista che per oltre quarant’anni è stato un membro chiave dei Jethro Tull, caratterizzando gran parte del suono della storica band capitanata da Ian Anderson e contribuendo al suo successo e alla sua duratura popolarità. Nato a Birmingham nel 1946, il chitarrista inglese ha lavorato anche con molti altri artisti, tra cui Paul McCartney, Phil Collins, Gary Moore, Joe Bonamassa e Chris Thompson; ha condiviso il palco con leggende come Jimi Hendrix, Fleetwood Mac, Pink Floyd e Led Zeppelin, e ha intrapreso una brillante carriera solista, pubblicando album che mostrano la sua versatilità nel rock, nel blues e nella musica acustica. Tra i suoi dischi più noti, “Away with Words” (2013) e “Back to Steel” (2016), in cui fonde abilità tecnica e profondità emozionale. Oggi Martin Barre continua a conquistare il pubblico nei suoi concerti, rinomati per energia e precisione, sia che si esibisca con la sua band, sia con altri artisti. A Narcao sarà accompagnato da Dan Crisp (voce e chitarra), Alan Thomson (basso) e Darby Todd (batteria).

Tutta italiana la formazione che salirà per prima sul palco (alle 21.30) nell’ultima serata del festival, sabato 27 luglio: Cek and The Stompers, la band guidata dal chitarrista e cantante bresciano Cek Franceschetti, attivo dai primi anni Novanta, e con un bagaglio di esperienze e collaborazioni in cui spicca quella, fra il 2004 e il 2007, con il grande bluesman americano Louisiana Red. Nel 2002 ha formato i Cek Out con Paolo e Marco Xeres, incidendo due album che gli hanno aperto le porte di numerosi festival. Nel 2008 ha fondato i Cek Deluxe con Pietro Maria Tisi e Carlo Poddighe, registrando altri due album e suonando in Italia, Svizzera, Germania, Canada e negli Stati Uniti, dove è in tour per un mese dopo aver vinto nel 2009 il concorso italiano dell’International Blues Challenge, che lo ha portato a suonare a Memphis con altri sessanta artisti provenienti da tutto il mondo. Dopo aver pubblicato vari album solisti, “One Man Stand” (2014), “Blues Tricks” (2018) e “Sarneghera Stomp” (2021), lo scorso marzo ha firmato con l’etichetta americana Gulf Coast Records per l’album “Mr Red” sotto l’insegna Cek and The Stompers, formazione con cui scandaglia il mondo della musica roots americana con canzoni originali che accarezzano, oltre al blues, sonorità folk e atmosfere che riportano al sound di alcuni grandi come Ry Cooder e Son House. A Narcao, con Cek Franceschetti (voce, chitarra resofonica, stompbox), ci saranno Luca Manenti (chitarra elettrica e mandolino), Andrea Corvaglia (armonica e voce), Pietro “Peg” Gozzini (contrabbasso e voce) e Federica Zanotti (percussioni e voce).

Gran finale di festival, a partire dalle 23, con il chitarrista, cantante e songwriter californiano Tommy Castro, una delle stelle più brillanti della costellazione soul-blues, alla guida della sua band The Painkillers: Michael Emerson alle tastiere, Randy McDonald al basso e Bowen Brown alla batteria. Nato nel 1955 a San Jose, nel corso della sua lunga carriera, in costante evoluzione e costellata di premi e riconoscimenti (in particolare ai Blues Music Awards che ha vinto più volte in diverse categorie), Tommy Castro è sempre rimasto fedele a se stesso mentre esplorava, cresceva e creava nuova musica. Dal suo debutto da solista nel 1994, ha realizzato sedici album, ognuno dei quali è un capitolo unico nella sua personale discografia: il più recente, “A Bluesman Came To Town” (del 2021), racconta la storia di un giovane uomo che lavora nella fattoria di famiglia; rapito dalla passione per il blues, impara a suonare la chitarra e si mette in viaggio alla ricerca di fama e fortuna, solo per scoprire che ciò che si è lasciato alle spalle è il tesoro che stava cercando.

Come da tradizione, ogni notte, spente le luci in piazza Europa, la musica continuerà nello spazio dopoconcerto in Località Santa Croce: mercoledì 24 luglio è di scena De Luca Blues, mentre giovedì Narcao Blues riabbraccerà Vittorio Pitzalis con Williboy Taxi. Protagonisti venerdì 26 saranno Cek and The Stompers, sabato 27 ultime note della trentaquattresima edizione di Narcao Blues affidate a Two Empty Glasses.

 

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Sale alla ribalta la musica dal vivo, domani (sabato 3 novembre) a Cagliari, nella terza giornata di Creuza de Mà, il festival di musica per il cinema ideato e diretto dal regista Gianfranco Cabiddu, quest’anno alla sua edizione numero dodici, in corso fino a domenica nel capoluogo sardo (dopo la prima parte che si è tenuta a metà settembre a Carloforte)

Doppio appuntamento in serata all’Auditorium del Conservatorio (in piazza Ennio Porrino): protagonista del primo, alle 21.30, Max Viale, videomaker, sound designer, compositore e cofondatore del gruppo Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo, artefice della colonna sonora di “Nico, 1988”, il film di Susanna Nicchiarelli, in visione al festival la sera prima, che racconta gli ultimi anni di vita di Christa Päffgen, in arte Nico, la cantante ricordata soprattutto per le sue esperienze con i Velvet Underground e con Andy Warhol. Organizzatore della produzione musicale sul set e interprete nel film nei panni del musicista Max Davies, Max Viale proporrà il visual set “Don’t Call me Icon (Nico/Christa 1938-1988)”: un focus sul suono e sulla colonna sonora originale di “Nico, 1988” (candidature David di Donatello; Nastri d’Argento 2018) supportato da immagini inedite e rielaborate in tempo reale che tracciano la storia della vita della poliedrica artista e delle fasi di lavorazione del film.

La seconda parte della serata vedrà invece di scena i Dancefloor Stompers, gruppo cagliaritano fondato dal bassista Gianmarco Diana, con Danilo Salis alla chitarra elettrica, Andrea Schirru alle tastiere, Frank Stara alla batteria e percussioni, e Juri Orrù alla chitarra acustica e voce. In programma Stompers 68, un reading-concerto che ripercorre la rivoluzione sessantottina – uno dei temi principali di questa edizione del festival Creuza de Mà – utilizzando la produzione cinematografica americana ed europea come canovaccio per un racconto artistico, sociale e politico delle nuove dinamiche giovanili, con la nascita degli hippies, la diffusione delle droghe lisergiche, il flower power e i movimenti studenteschi, l’overdose musicale dell’Estate dell’Amore e i suoi riverberi nel cinema e nella cultura di massa italiana. Un viaggio che si snoda lungo le autostrade e le grandi città degli Stati Uniti, come nelle campagne e le città della provincia borghese italiana, dove cinema, musica e narrazione si fondono: nelle immagini di film come “Il Laureato”, “Easy Rider”, “Fragole e sangue”, “Zabriskie Point” o “Woodstock“, ma anche in quelle di “Teorema”, “La Cina è vicina”, “Grazie zia”, “Il sesso degli angeli”, “Z – L’orgia del potere”, come nelle canzoni di Simon & Garfunkel, Electric Flag, Jimi Hendrix, Sly & The Family Stone, Pink Floyd, Beatles e The Band o nelle composizioni per il cinema di Giovanni Fusco, Miki Theodorakis ed Ennio Morricone.

La serata di domani (sabato 3) all’Auditorium del Conservatorio suggellerà un’altra giornata densa di impegni per Creuza de Mà, che si apre in mattinata nella Sala “Nanni Loy” dell’E.R.S.U., con il consueto appuntamento con le mastercalss di Musica per cinema: protagonista dell’incontro con studenti e pubblico, con inizio alle 10.30, Max Viale.

Alle 16.00, sempre all’E.R.S.U., partono le proiezioni con un altro film della retrospettiva che il festival dedica al ’68: “Zabriskie Point”, pezzo storico dell’epoca firmato nel 1970 da Michelangelo Antonioni, e ambientato tra Los Angeles e la Death Valley nell’era dei figli dei fiori e delle università in fermento.

A seguire, alle 18.30, “Fino alla Fine”, cortometraggio di 15 minuti di Giovanni Dota – che firma anche la sceneggiatura insieme a Giulia Martinez, con musiche di Federico Ciompi -, presentato quest’anno in concorso alla trentatreesima Settimana Internazionale della Critica nell’ambito del Festival del cinema di Venezia: cresciuto nella periferia di Napoli, assistente alla regia per la serie televisiva “Gomorra”, Giovanni Dota racconta una storia di camorra, tra personaggi grotteschi, tragici equivoci e segreti.

Alle 19.00, chiude le proiezioni in programma per domani (sabato 3) “Saremo giovani e bellissimi”, primo lungometraggio della regista barese Letizia Lamartire (presente all’appuntamento) che ha ottenuto il premio dedicato alla colonna sonora del miglior film in concorso alla Settimana Internazionale della Critica del Festival del Cinema di Venezia per le musiche di Matteo Buzzanca: e la musica è centrale nella trama del film stesso, in cui la protagonista, ex star del pop degli anni Novanta, ormai decaduta, vive un legame unico e a tratti morboso col figlio, anche lui musicista.

 

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Due serate per celebrare la musica colta di matrice anglosassone, con un focus sulla celebre suite Atom heart mother contenuta nell’omonimo album dei Pink Floyd.

Mercoledì 18 aprile, alle 20,15, e giovedì 19 aprile, alle 19,30, nell’Auditorium del Conservatorio di Cagliari arriva “AHM, un itinerario nella musica anglossassone”, grande concerto che vedrà impegnato un imponente organico composto dall’Orchestra del Conservatorio, diretta da Alberto Pollesel, dal Coro Musica Viva di Cagliari, guidato da Maria Paola Nonne, e dalla Pink Floyd tribute band Signs of Life.

L’iniziativa nasce da un’idea di Ninni Pillai, componente del Consiglio accademico dell’istituzione musicale cagliaritana, che, dopo aver visto su You Tube un video in cui la suite Atom heart mother veniva proposta in maniera magistrale a Parigi da una grande orchestra, ha pensato di riproporre qui quell’idea.

Un’idea che in occasione delle due serate del 18 e 19 aprile abbraccerà anche altre sonorità del prezioso patrimonio musicale britannico: la musica di Edward Benjamin Britten (1913-1976) e quella di William Boyce (1711-1799).

Il concerto prenderà il via proprio con quest’ultimo, autore, tra l’altro, di sinfonie che costituiscono la musica inglese dell’epoca più eseguita e incisa. Per l’occasione sarà proposta la Sinfonia n. 1. Si prosegue con la Simple Simphony per archi op. 4 di Edward Benjamin Britten, scritta nel 1934 e basata sull’elaborazione di materiale risalente agli anni giovanili del compositore.

La serata si chiude con il pezzo forte del concerto: Atom Heart Mother, la suite che dà il nome al quinto album del gruppo rock inglese Pink Floyd, immesso nel mercato discografico nell’ottobre 1970. È considerato un classico degli anni ‘70 del Novecento che – nel particolare momento storico in cui il rock mondiale stava cercando una strada verso la sua maturità – si affianca ad altri lavori sperimentali condotti anche da altri gruppi rock dell’epoca, protagonisti del genere che fu definito rock sinfonico.

Per questa esecuzione Orchestra del Conservatorio e Coro Musica Viva saranno insieme alla rock band Signs on Life.

L’ingresso alle due serate è libero e gratuito. Per informazioni tel. 070 493118.