22 December, 2024
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Il comune di Villamassargia, capofila del progetto, con Domusnovas, Vallermosa e Siliqua, si è aggiudicato un bando Gal Sulcis per realizzare “L’orto dei nonni e delle nonne”. Dopo l’esperienza positiva dell’agrinido Rosa L. Parks, riconosciuta come best practice territoriale, parte da Villamassargia il progetto per la realizzazione dell’orto dei nonni e delle nonne nella scuola dell’infanzia.
«La portata innovativa dell’ideaha dichiarato la sindaca di Villamassargia Debora Porrà – sta nel coinvolgimento delle aziende agricole che collaboreranno con gli Enti partecipanti nella gestione del verde pubblico, attraverso la creazione e manutenzione degli orti, concepiti come spazi a disposizione delle scuole e della comunità.»
L’alleanza tra Comuni, scuole e aziende agricole ha potuto concretizzarsi grazie all’aggiudicazione di un bando Gal Sulcis, volto a sostenere azioni di cooperazione per la diversificazione delle attività agricole in attività relative all’inclusione sociale e all’agricoltura sociale (Intervento 16.9.2.1.1).
Ieri si è tenuta la prima riunione operativa nella sede del Comune di Villamassargia, capofila del progetto, con i comuni di Domusnovas, Vallermosa e Siliqua nelle cui scuole saranno allestiti gli orti. All’incontro hanno preso parte, oltre alla sindaca Debora Porrà, l’assessora Sara Cambula, la vicesegretaria Laura Pasci e l’agronomo Pino Floris, la sindaca di Domusnovas Isangela Mascia, i rappresentati delle aziende agricole che hanno deciso di aderire, insegnanti e partners dell’iniziativa tra cui Rosi Sgaravatti, manager e capo della nota azienda che si occupa di progettazione del verde.
«Come aziende agricoleha aggiunto Alessandro Cugusi, nel corso dell’incontro -, siamo custodi del territorio e si può crescere insieme, divulgando il rispetto per la natura.»
Il progetto, nato da un attento studio del territorio caratterizzato da una forte matrice rurale, è costituito da un partenariato pubblico-privato ed è finalizzato a dare vita all’orto quale luogo in cui nonni, nonne, bambine e bambini coltivano piante e ortaggi, rafforzando il valore della relazione tra generazioni in una sorta di trasmissione di saperi antichi, tradizione e conoscenza. In questo spazio che diventerà una vera aula all’aperto si terranno lezioni, incontri di divulgazione scientifica e attività educative che andranno oltre la didattica tradizionale, secondo il prezioso impulso fornito dal coordinamento pedagogico territoriale ‘Ilaria Alpi’.
«È un grande lavoro di squadra in cui la lungimiranza dei Comuni che hanno partecipato, il lavoro svolto meticolosamente dagli uffici, a cui va il mio plauso, e l’apporto innovativo delle aziende agricole, con cui collaboreremo ad un progetto che ne valorizza la multifunzionalità, hanno fatto la differenza», ha sottolineato con soddisfazione la sindaca Porrà.
Dalla firma del protocollo d’intesa tra i Comuni di Villamassargia, Vallermosa, Siliqua, Domusnovas, Istituto Comprensivo Statale F. Meloni, Istituto comprensivo di Siliqua, Cooperativa sociale Onlus “La Clessidra”, Azienda agricola Alessandro Cugusi, Azienda Olandflor, Azienda agricola Giuseppina Lai e Azienda agricola Sebastiano Zanda nascerà una associazione temporanea di scopo per proseguire con l’iter dei finanziamenti e l’esecuzione degli interventi previsti dal cronoprogramma, uno su tutti la realizzazione degli orti entro la fine dell’anno.
 

Sono stati presentati a Villamassargia due progetti per la valorizzazione di “S’Ortu mannu”, realizzati in collaborazione dall’amministrazione comunale, dal Consorzio AUSI e dal Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Sassari. Si tratta di una giornata divulgativa tenuta a cadenza annuale, per comunicare gli aggiornamenti sugli studi scientifici in corso nella straordinaria oasi naturalistica del comune di Villamassargia.
Hanno partecipato alla presentazione la sindaca Debora Porrà, vicepresidente del Consorzio AUSI; il presidente di AUSI Mauro Usai; la responsabile amministrativa del Consorzio Stefania Ballarin; il prof. Maurizio Mulas, responsabile dei due nuovi progetti di ricerca e il dott. Pino Floris, responsabile dei progetti comunali e referente dello Sportello Rurale ANCI per l’Unione dei Comuni di Metalla e il Mare.

Il primo progetto di ricerca, a cura della dott.ssa Miriam Catzeddu, riguarda il recupero e la valorizzazione dei residui di potatura degli olivi in ambito fitosanitario, attraverso processi di “chimica verde” e di circolarità.

Il secondo progetto di ricerca, attualmente in fase di attivazione, sarà orientato verso uno studio storico delle piante di olivo, ad una loro datazione e al progetto di valorizzazione del sito de “S’Ortu Mannu” in ambito produttivo, storico e culturale.

La ricerca potrà inoltre contribuire a fornire indicazioni precise sulla datazione degli esemplari monumentali dell’oliveto storico, settore per la stessa natura delle piante di notevole complessità e tuttora dibattuto in ambito scientifico, e contemporaneamente dare informazioni sulle evoluzioni climatiche nel corso dei secoli, utili a comprendere i fenomeni attuali legati al clima.

Durante lo svolgimento dei lavori, abbiamo intervistato la sindaca di Villamassargia, Debora Porrà.

 

 

Mercoledì 10 luglio, dalle ore 10.00, a Villamassargia, presso Casa Fenu (via Santa Maria), verranno presentati due nuovi progetti di ricerca realizzati in collaborazione con l’amministrazione comunale, il Consorzio AUSI ed il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Sassari.

Una giornata divulgativa che rappresenta un appuntamento annuale, nel corso del quale verranno presentati gli aggiornamenti sugli studi scientifici in corso nell’oasi naturalistica de “S’Ortu Mannu”.
Saranno presenti la dott.ssa Debora Porrà, sindaca di Villamassargia e vicepresidente del Consorzio AUSI, il presidente di AUSI Mauro Usai, la responsabile amministrativa del Consorzio dott.ssa Stefania Ballarin, il prof. Maurizio Mulas, responsabile dei due nuovi progetti di ricerca, e il dott. Pino Floris, responsabile dei progetti comunali e referente dello Sportello Rurale ANCI per l’Unione dei Comuni di Metalla e il Mare.

I due progetti, avranno come centro “S’Ortu Mannu” e riguarderanno lo studio delle piante secolari presenti nel sito e la valorizzazione della filiera olivicola da un punto di vista produttivo, fitosanitario, storico e
culturale.

«Grazie a questi due nuovi progetti spiega Debora Porràvogliamo proseguire nella valorizzazione de “S’Ortu Mannu” dando continuità agli studi realizzati in questi anni dal professor Mulas, e proseguire inoltre nel progetto di datazione delle piante e di confronto da un punto di vista storico e botanico tra gli ulivi de “S’Ortu Mannu” e quelli del Getsemani di Gerusalemme, sito nel quale gli studi hanno consentito di avviare interessanti iniziative che hanno unito botanica, cultura, studi antropologici e valorizzazione delle attività produttive e artigianali.»

Il primo progetto di ricerca, a cura della dott.ssa Miriam Catzeddu, riguarderà il recupero e la valorizzazione dei residui di potatura degli olivi in ambito fitosanitario, attraverso processi di “chimica verde” e di circolarità.

Nel corso della ricerca, saranno acquisiti periodicamente campioni di biomassa legnosa derivante dalle potature stagionali, destinati alla produzione di derivati ligno-cellulosici, per i quali l’industria degli estrattivi naturali sta manifestando particolare interesse.

Dagli stessi residui di potatura, ma anche dalle partite di olive conferite in oleificio, saranno inoltre recuperati campioni di foglie che, a loro volta, saranno sottoposti a processi di estrazione per l’ottenimento
di glucosidi di interesse farmaceutico, come l’oleoeuropeina.
Anche le acque di vegetazione residue dai processi di estrazione dell’olio dalle olive saranno sottoposte a processi di estrazione con solventi a basso impatto ambientale, per l’ottenimento di composti fenolici di grande effetto antiossidante, come il tirosolo.
In questo modo, residui normalmente destinati alla combustione o ad un difficile smaltimento ecocompatibile, diventeranno risorse per un nuovo processo industriale, recuperabili e utilizzabili in settori come quelli della cosmesi e dei prodotti fitoterapici.

Il secondo progetto di ricerca, attualmente in fase di attivazione, sarà orientato verso uno studio storico delle piante di olivo, ad una loro datazione e al progetto di valorizzazione del sito de “S’Ortu Mannu” in ambito produttivo, storico e culturale.
In maniera analoga a quanto avviene in altri siti, come il giardino del Getsemani di Gerusalemme, dove in seguito agli studi storici e botanici, è stato possibile favorire la nascita di diverse iniziative di carattere storico, culturale e produttivo, nell’ambito dell’artigianato.

La ricerca potrà inoltre contribuire a fornire indicazioni precise sulla datazione degli esemplari monumentali dell’oliveto storico, settore per la stessa natura delle piante di notevole complessità e tuttora dibattuto in ambito scientifico, e contemporaneamente dare informazioni sulle evoluzioni climatiche nel corso dei secoli, utili a comprendere i fenomeni attuali legati al clima.

 

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L’assemblea del circolo di Fratelli d’Italia di Sant’Antioco ha votato all’unanimità lo scioglimento dell’organismo «per non scendere a compromessi imposti dai vertici regionali». «Con dispiacere – ha dichiarato il presidente Emanuela Pilia -, prendo atto della volontà dell’assemblea e, con dispiacere, visti i sacrifici fatti per tenere in piedi in circolo, l’ho sciolto ufficialmente».

«Alla luce dell’ultima candidatura espressa ed imposta dai vertici regionali di partito, il Circolo ha preso posizione e più volte ha chiesto al coordinamento regionale e provinciale di non presentare una candidatura che fosse estranea al partito e al circolo cittadino. Siamo stati tenuti all’oscuro sulle manovre di scelta del candidato locale a Sant’Antioco», dice Michele Pirosu, uno dei tesserati.

«La scelta del candidato di Sant’Antioco è stata fatta senza passare dal circolo cittadino – afferma il presidente uscente del Circolo – e, appresa la scelta del candidato espressione della nostra città, la maggioranza dei tesserati del circolo ha posto il veto da subito, esprimendo al coordinamento regionale la propria contrarietà alla candidatura del suddetto, proponendo altri candidati. La cosa più triste – aggiunge l’ormai dimissionario presidente del circolo -, è aver appreso da vie non ufficiali e non dal partito, la scelta del candidato, più volte contestato e di averlo scelto tra le fila di persone totalmente estranee al partito, soprattutto a livello cittadino e allo stesso circolo, presso il quale non si è mai presentato. Avremmo voluto che la base del partito, intesa come circoli e più volte lasciata intendere come cardine dell’ideologia di destra, fosse stata presa in considerazione dal coordinamento regionale e, soprattutto, provinciale, di cui faccio parte, come vice -, conclude Emanuela Pilia – ed esprime il suo rammarico per non aver trovato un punto d’incontro con il partito e per aver dovuto chiudere un circolo portato avanti con sacrificio e voglia di fare.»

Anche Simone Caddeo, fondatore e primo presidente cittadino, che ha assistito inerme alla caduta del Circolo, ma rimane vicino alla scelta dei tesserati e di Emanuela Pilia, ha espresso grande dispiacere: «Mi sarei aspettato una maggior tutela da parte del mio successore Pino Floris, commissario provinciale, invece il territorio è rimasto solo e senza voce in capitolo – dice Simone Caddeo -. Rimane fermo l’appoggio dei tesserati al partito nazionale e al suo presidente Giorgia Meloni e a Christian Solinas». 

Emanuela Pilia.

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Dopo i nuovi sbarchi di algerini verificatisi a Porto Pino e Sant’Antioco, Fratelli d’Italia interviene per sollecitare provvedimenti urgenti per risolvere il problema.

«Non sono servite le diverse interrogazioni e le risoluzioni del nostro deputato Salvatore Deidda in Parlamento. Bisogna risolvere al più presto il problema», denunciano il coordinatore provinciale Pino Floris ed il referente Emanuela Pilia del circolo di Sant’Antioco, comune, direttamente coinvolto dagli ultimi sbarchi. «Alcuni arrivano la notte e non vengono nemmeno avvistati. Si sta creando una situazione di disagio anche tra gli abitanti del paese, avverte il referente del circolo di Sant’Antioco. I referenti del Sulcis in particolare Carloforte e Sant’Antioco chiedono un’indagine approfondita e un intervento delle Istituzioni, affinché, le coste di tutto il basso Sulcis non diventino i nuovi approdi e i nuovi rifugi dei clandestini o dei profughi provenienti dall’Africa con finali spesso tragici come quello verificatosi nelle ultime settimane. Servono soluzioni concrete – concludono Pino Floris ed Emanuela Pilia – per aiutare ed essere aiutati a fermare il traffico dei mercantili ed altre imbarcazioni che dietro denaro trasportano gente disperata alla ricerca di un qualcosa di diverso rispetto a quello che trovano nei loro paesi.»